Manuale Tecnico per Operatori Orticoli

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1 REGIONE ABRUZZO Settore Agricoltura SERVIZIO SPERIMENTAZIONE COORDINAMENTO AZIENDE SPERIMENTALI ED AGROMETEREOLOGIA PROGRAMMA INTERREGIONALE Trasferimento Innovazioni al Settore delle Colture Protette GESTIONE DELLA TECNICA DI COLTIVAZIONE FUORI SUOLO Manuale Tecnico per Operatori Orticoli a cura di Dr.ssa Rita CIANFARRA p.a. Camillo GIANGIULIO UNITÀ TERRITORIALE OPERATIVA - LANCIANO (CH) TASK COLTURE PROTETTE PROJECT LEADER: Dr.ssa Rita CIANFARRA

2 AUTORI Rita CIANFARRA Dottore Agronomo, specializzato in Orto-Floricoltura Protetta ed Ecologia Opera presso A.R.S.S.A. Servizio Sperimentazione, Coordinamento Aziende Sperimentali ed Agrometeorologia - Unità Territoriale Operativa di Lanciano Via del Mare, Lanciano (CH) - Tel Fax e- mail: rcianfarra@ruralnet.it Camillo GIANGIULIO Perito Agrario con esperienza nel settore dell irrigazione Opera presso A.R.S.S.A. Servizio Sperimentazione, Coordinamento Aziende Sperimentali ed Agrometeorologia - Unità Territoriale Operativa di Lanciano Via del Mare, Lanciano (CH) - Tel Fax e- mail: cgiangiulio@ruralnet.it Realizzazione Editoriale A.R.S.S.A. Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo Piazza Torlonia, Avezzano (AQ) - Tel Fax arssa.avezzano@tin.it Sito Internet: Coordinamento Editoriale: Rita Cianfarra Grafica, impaginazione e stampa: Meta s.r.l. Agenzia di pubblicità C.da Paglieroni, TREGLIO (Ch) meta@meta-adv.it È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici, etc. previa autorizzazione di ARSSA, citando gli estremi della pubblicazione Volume realizzato nell ambito delle attività di divulgazione previste dal Progetto Trasferimento Innovazioni al settore delle colture protette -Tecnologie Innovative ecocompatibili per produzioni orticole di qualità 2

3 PRESENTAZIONE La sperimentazione, la dimostrazione e la divulgazione, compiti prioritari dell ARSSA, occupano un ruolo fondamentale nel processo di crescita e di adeguamento delle aziende agricole regionali ai nuovi contesti di mercato. È notevole l impegno dell Agenzia in tutti i comparti produttivi, particolarmente quello orticolo, in relazione all importanza economica che lo stesso riveste; Il 24% della PLV agricola regionale, infatti, proviene dall orticoltura. L attenzione per il comparto trova motivazione, oltre che negli aspetti di ordine economico, anche nella considerazione del diverso atteggiamento dei consumatori nei confronti della qualità degli alimenti valutati, non solo sulla base di parametri convenzionali, ma anche in relazione ad aspetti di rilevante peso quali: - la sanità del prodotto e le sue caratteristiche nutrizionali e salutistiche; - la sostenibilità ambientale delle tecniche di produzione. La Qualità dell ortaggio si realizza in azienda, per questo è determinante il ruolo del produttore, in relazione alla capacità dello stesso di recepire e trasformare le innovazioni in prodotti conformi alle aspettative dei consumatori. Non meno significative sono le attività di tutti quegli organismi che, come l Agenzia, guidano e supportano le aziende agricole per facilitarne l affermazione ed il successo sul mercato. Con questo obiettivo è stato realizzato il Progetto Trasferimento Innovazioni al settore delle colture protette -Tecnologie Innovative ecocompatibili per produzioni orticole di qualità, finanziato dal Programma Interregionale Individuazione e Trasferimento delle Innovazioni in Agricoltura ed affidato all A.R.S.S.A dal Servizio Piani e Programmi Integrati dell Assessorato Agricoltura della Regione Abruzzo. Tra le iniziative è compresa la pubblicazione del presente Manuale, progettato per essere utilizzato da operatori del settore orticolo - comparto Colture Protette - che volessero avvicinarsi alla conoscenza più approfondita di questa interessante innovazione di processo, al fine di operare scelte oculate nella fase di realizzazione degli impianti e per gestire al meglio il sistema, nella ipotesi in cui fosse già operativo nelle aziende. Attraverso questo lavoro l Agenzia divulga le conoscenze pregresse e le ulteriori esperienze di conferma acquisite nel corso della realizzazione del Progetto sopra detto, fornendo agli operatori uno strumento di consultazione utile all adozione di una tecnica che, sebbene complessa, ma solo apparentemente, può essere vantaggiosamente inserita nei contesti produttivi delle aziende più all avanguardia. Un ringraziamento particolare va alle Aziende che hanno condiviso, e quindi consentito il trasferimento dell innovazione e a tutti coloro che hanno collaborato, a vario titolo, alla realizzazione dei lavori e alla presentazione della pubblicazione. IL DIRETTORE GENERALE Dr. Donatantonio De Falcis IL PRESIDENTE Prof. Berardino Franchi 3

4 INTRODUZIONE L oggetto del presente lavoro risponde all esigenza, avvertita da molti orticoltori, di disporre di un MANUALE TECNICO che spieghi, in maniera chiara ed al tempo stesso rigorosa, le caratteristiche di alcune delle tipologie impiantistiche adottabili per la coltivazione di ortaggi Fuori Suolo, nella duplice versione del Ciclo Aperto e del Ciclo Chiuso, i principi e le conoscenze che sono alla base di una corretta gestione delle fertirrigazioni, nonché le esatte modalità operative da seguire nella preparazione delle ricette nutritive riferite alle diverse colture da praticare in assenza di terreno. La pubblicazione, pertanto, guida l operatore alla comprensione: delle caratteristiche di questa nuova tecnica produttiva; del ruolo e delle funzioni dei principi nutritivi e delle modalità di assorbimento degli stessi da parte delle piante; della quantità e dei rapporti da adottare tra i diversi nutrienti sulla base di: - qualità dell acqua di irrigazione; - caratteristiche dei substrati; - coltura praticata; - fabbisogni della coltivazione nelle varie fasi fenologiche; - fattori climatici che influenzano l assorbimento di acqua e nutrienti; oltre che all acquisizione di conoscenze indispensabili per la scelta delle attrezzature e delle strumentazioni più rispondenti alle capacità d investimento delle aziende ed alle esigenze produttive delle stesse. Auspico che questo manuale soddisfi le premesse e possa, in realtà, costituire un valido supporto a quanti intendono orientarsi verso il Fuori Suolo che, pur presentando indubbi vantaggi, non ultimo quello della sostenibilità da parte degli agro-ecosistemi, tuttavia necessita di essere condotto dagli operatori orticoli con razionalità e professionalità per esaltarne le potenzialità. È doveroso e sentito, ringraziare il Dr. Francesco Serio e il Dr. Angelo Parente, dell Istituto per le Produzioni Alimentari del CNR di Bari, per la collaborazione qualificata e puntuale assicurata nel corso della realizzazione delle iniziative sperimentali, dimostrative e divulgative del Progetto Trasferimento Innovazione al Settore delle Colture Protette - Colture Fuori Suolo : Tecnologie Innovative Ecocompatibili per Produzioni Orticole di Qualità. Ringrazio i tecnici: Dr.ssa Donatella Rainaldi, P.A. Camillo Giangiulio, Agrot. Adina Giancristofaro, componenti il gruppo di lavoro Colture Protette, costituito presso l Unità Territoriale Operativa di Lanciano che, con impegno e professionalità hanno collaborato alla realizzazione del Progetto, assicurando il pieno raggiungimento degli obiettivi in programma. Ringrazio, infine, il Dirigente del Servizio Sperimentazione dell A.R.S.S.A. Ing. Emanuele Bonfitto ed il Direttore Generale, Settore Agricoltura - Regione Abruzzo - Dr. Gaetano Valente per le utili indicazioni fornite, finalizzate alla crescita e all affermazione delle Aziende serricole. IL CAPO PROGETTO Dr.ssa Rita Cianfarra 4

5 INDICE PRESENTAZIONE Pag. 3 INTRODUZIONE 4 INTRODUZIONE AL SISTEMA DI COLTIVAZIONE FUORI SUOLO - Panoramica generale a cura di: Dr.ssa R. Cianfarra 9 L ORTICOLTURA PROTETTA 11 COSA SONO LE COLTURE FUORI SUOLO 11 LA STORIA DELLE COLTURE FUORI SUOLO 12 VANTAGGI E SVANTAGGI DEL FUORI SUOLO 12 PERCHÉ IL FUORI SUOLO 13 ATTIVITÀ DELL AGENZIA NEL SETTORE DEL FUORI SUOLO 14 TIPOLOGIE DI IMPIANTO - Tipologie maggiormente diffuse 15 IMPIANTI CHE NON PREVEDONO IMPIEGO DI SUBSTRATI 15 NFT (Tecnica del Film Nutritivo) - dimensioni canalette - materiali utilizzati - distribuzione della Soluzione Nutritiva - controllo della Soluzione Nutritiva - aspetti colturali - aspetti economici DFT (Tecnica del Flusso Circolante) 17 - distribuzione della Soluzione Nutritiva - controllo della Soluzione Nutritiva - aspetti colturali - aspetti economici AEROPONICA - caratteristiche impianto - aspetti colturali - aspetti economici 17 IMPIANTI CHE PREVEDONO IMPIEGO DI SUBSTRATI 18 - coltivazione in sacchi - coltivazione in vasi SUBSTRATI DI COLTIVAZIONE 20 - classificazione dei substrati - quale substrato scegliere - miscele di substrati SCELTA DELLA TIPOLOGIA D IMPIANTO PER LA COLTIVAZIONE DI ORTAGGI FUORI SUOLO 22 - considerazioni preventive 5

6 PARTE DI SVILUPPO SPECIALE: AGRICOLO-ABRUZZO GLI IMPIANTI, GESTIONE OPERATIVA DELLE FERTIRRIGAZIONI a cura di: Dr.ssa R. Cianfarra - P.A. C. Giangiulio Pag. 25 IMPIANTI PER LA COLTIVAZIONE FUORI SUOLO A CICLO APERTO Versione base di un sistema di produzione Fuori Suolo a ciclo aperto 27 - Dotazioni impianto n 1 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione base con ricircolo 29 - Dotazioni impianto n 2 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione con Soluzioni madre e centralina a controllo volumetrico 31 - Dotazioni impianto n 3 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione con Soluzioni madre e ricircolo 34 - Dotazioni impianto n 4 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione con Soluzioni madre, ricircolo e sistema venturi per iniezione in linea della soluzione nutritiva (S.N.) 37 - Dotazioni impianto n 5 IMPIANTI PER LA COLTIVAZIONE FUORI SUOLO A CICLO CHIUSO 38 Versione impianto a Ciclo Chiuso con Soluzioni madre e centralina a controllo volumetrico 40 - Dotazioni impianto n 6 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione impianto a Ciclo Chiuso con Soluzioni Madre e ricircolo 43 - Dotazioni impianto n 7 - Pro e Contro - L impegno dell operatore Versione impianto a Ciclo Chiuso ed Aperto gestito da Banco Operativo 45 - Dotazioni impianto n 8 - Componenti del Banco Operativo - Pro e Contro - L impegno dell operatore CONDIZIONI PER IL FUORI SUOLO : Dotazioni, Conoscenze ed Assistenza 48 LAVORI PREPARATORI ALLA FASE DI POSA IN OPERA DI UN IMPIANTO PER LA PRODUZIONE IN FUORI SUOLO 48 - Copertura del manufatto - Preparazione della superficie protetta - Preparazione del substrato - Trasferimento del substrato nei contenitori - Posizionamento dei contenitori - Predisposizione del sistema di alimentazione idrica 6

7 - Trapianto - Impostazione piano delle fertirrigazioni - Profilassi di prevenzione delle malattie USO DI CONCIMI SEMPLICI NELLA PREPARAZIONE DELLE SOLUZIONI NUTRITIVE Pag Criteri di scelta dei fertilizzanti - Elementi minerali - Macroelementi (Azoto, Fosforo, Potassio, Magnesio, Calcio, Zolfo) - Microelementi (Ferro, Rame, Manganese, Boro, Zinco, Molibdeno, Cloro) PREDISPOSIZIONE DELLE SOLUZIONI NUTRITIVE 56 COSA È NECESSARIO SAPERE 56 - Soluzione figlia - Soluzione madre GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELLE SOLUZIONI NUTRITIVE 58 ESEMPIO DI PREPARAZIONE DI UNA SOLUZIONE MADRE 59 RICETTE NUTRITIVE RIFERITE AD ALCUNE COLTURE ORTICOLE 63 ASPETTI ECONOMICI 66 LISTA DELLE APPENDICI 69 BIBLIOGRAFIA 77 7

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9 SERVIZIO SPERIMENTAZIONE COORDINAMENTO AZIENDE SPERIMENTALI ED AGROMETEREOLOGIA INTRODUZIONE AL SISTEMA DI COLTIVAZIONE FUORI SUOLO Panoramica Generale a cura di Dr.ssa Rita CIANFARRA UNITÀ TERRITORIALE OPERATIVA - LANCIANO (CH)

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11 L ORTICOLTURA PROTETTA L orticoltura protetta riveste un indubbia importanza economica nella nostra regione, sebbene la sua evoluzione sia condizionata dal superamento di problematiche d ordine tecnico e sanitario. L elevata specializzazione raggiunta dal settore orticolo in serra e il continuo ripetersi delle colture sulle stesse superfici hanno determinato una progressiva stanchezza dei terreni accompagnata da una incidenza sempre più significativa di patologie dell apparato radicale. Sviluppo serricolo in Val di Foro - Miglianico (CH) Ancora oggi, per ovviare a questi inconvenienti, si ricorre diffusamente alla sterilizzazione del terreno con bromuro di metile; a partire dal 2005 questo principio attivo non potrà essere più utilizzato. Oltre alla tematica sanitaria è avvertita da parte delle aziende l esigenza di proporsi al mercato in maniera sempre più qualificata, tenendo conto di quella che oggi è la domanda del consumatore sempre più orientata verso produzioni di qualità intesa nel senso più ampio della parola. Pertanto si impone la diffusione di tecniche di coltivazione alternative alle tradizionali capaci di: - esaltare, la produttività, l extrastagionalità, la qualità (nutrizionale e commerciale) e la sanità delle produzioni; - ridurre l impatto ambientale dei processi produttivi. Tra le possibilità operative attualmente a disposizione del serricoltore la coltivazione in Fuori Suolo rappresenta una strategia percorribile per l orticoltura protetta. COSA SONO LE COLTURE FUORI SUOLO Le colture Fuori Suolo, ancor meglio conosciute come idroponiche,consistono nella coltivazione di ortaggi (anche fiori) fuori dal terreno, alimentati in automatico da un sistema di fertirrigazione. Coltivazione Fuori Suolo di Pomodorino in vaso - Azienda Agricola Menna Annamaria Atessa (CH) 11

12 LA STORIA DELLE COLTURE FUORI SUOLO Le prime applicazioni del Fuori Suolo con finalità commerciali si registrano negli Stati Uniti e risalgono al Tale tecnica si afferma a partire dal 1970 per la produzione di ortaggi freschi. Inizialmente si diffonde nei paesi del Centro Europa (Olanda, Francia, Danimarca, Germania) dove sono presenti i sistemi colturali più intensivi; successivamente, con l impiego di tecnologie più semplificate, il Fuori Suolo si sviluppa anche nell area mediterranea, Spagna e Italia in particolare. In Italia questa tecnica è stata indagata a partire dal 1960 con studi che hanno riguardato: le diverse tipologie d impianto; i substrati di coltura utilizzabili (torba, pozzolana, pomice argilla espansa, etc.); le modalità di distribuzione della soluzione nutritiva (aspersione, subirrigazione, goccia a goccia, etc.). VANTAGGI E SVANTAGGI DEL FUORI SUOLO Le colture Fuori Suolo rappresentano la maggiore innovazione di processo introdotta negli ultimi anni nel settore dell orticoltura protetta. I vantaggi di tale tecnica possono essere così sintetizzati: - possibilità di aumentare le rese unitarie; - possibilità di migliorare le caratteristiche qualitative delle produzioni (uniformità di pezzatura, minori residui tossici, derivanti da trattamenti sanitari ed accumuli di nitrati); - possibilità di economizzare manodopera per lavorazioni e disinfezione del terreno; - possibilità di sostituire alcuni interventi con altri meno faticosi; - possibilità di contenere i consumi di acqua (soprattutto nel ciclo chiuso); - possibilità di ridurre l impiego di fitofarmaci; - possibilità di eliminare la disinfezione del terreno utilizzando substrati sani. Il sistema, tuttavia, non è esente da problemi. Gli svantaggi si riassumono in: - scarsa conoscenza della tecnica da parte degli operatori di settore; - necessità di una conduzione rigorosa degli impianti; - maggiori possibilità di stress idrico e minerale a carico della coltura, a causa del minor volano assicurato dal ridotto volume di substrato e dalla natura dello stesso; - quote di ammortamento annuo degli impianti che vanno a gravare sui costi di produzione; - difficoltà a raggiungere gli obiettivi produttivi a causa di problemi di gestione degli impianti; - dispersione delle soluzioni nutritive drenate nell ambiente (può essere un problema nei sistemi a ciclo aperto). 12

13 PERCHÈ IL FUORI SUOLO In definitiva il Fuori Suolo rappresenta un modo di produrre che risponde, da una parte, ad esigenze diverse dell operatore serricolo e, dall altra, ad un problema particolarmente avvertito nel settore della produzione di ortaggi in coltura protetta: ESIGENZE PROBLEMA Omogeneità del prodotto Sanità del prodotto Migliori caratteristiche organolettiche Presenza nel prodotto di particolari componenti Salvaguardia degli agroecosistemi Compromissione dello stato sanitario del terreno Al di là di quella che può essere la motivazione per cui l operatore decide di orientarsi verso questo tipo di tecnica, va sottolineata la necessità da parte dello stesso di evitare scelte affrettate e l eccessiva fiducia nelle ditte fornitrici di tecnologie e mezzi tecnici, più interessati alla vendita che alla riuscita delle iniziative. È opportuno che l imprenditore si affidi, per la progettazione e l acquisto del sistema, a tecnici che conoscono a fondo le specifiche problematiche della tecnica e che non abbiano interessi commerciali con le ditte fornitrici. In qualche caso il dimensionamento degli impianti e la scelta dei materiali e delle apparecchiature risultano influenzati più da quest ultimo aspetto, che dalle reali esigenze dell azienda. Presso l Unità Territoriale Operativa dell Agenzia con sede a Lanciano (CH) via del Mare n 48 è operativo un Servizio di Consulenza Specialistica per le aziende nel settore delle colture Fuori Suolo. Pomodoro ciliegino in coltura Fuori Suolo a Ciclo Chiuso 13

14 ATTIVITÀ DELL AGENZIA NEL SETTORE DEL FUORI SUOLO ANNO ATTIVITA L ARSSA, con il Progetto Razionalizzazione e sviluppo del settore delle Colture protette nella Regione Abruzzo, realizza una serie di attività sperimentali e dimostrative, riguardanti la messa a punto e la divulgazione di tecniche che prevedono la coltivazione di ortaggi (pomodoro, fragola) allevati su substrati diversi dal terreno ed alimentati con soluzione nutritiva a perdere. Le iniziative sono state realizzate in collaborazione con il Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie dell Università di Pisa. L impianto allora realizzato è tutt oggi operativo presso l Azienda Agricola Emilio Piattelli sita in C.da Cerreto nel Comune di Miglianico - Chieti - Si organizzano periodicamente visite guidate per operatori e tecnici (*) L ARSSA avvia una nuova fase di attività sperimentali e dimostrative riguardanti la coltivazione di ortaggi Fuori Suolo nella versione del Ciclo Chiuso in collaborazione con l Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Bari. L impianto è attualmente operativo presso l Azienda Agricola Emilio Piattelli sita in C.da Cerreto nel Comune di Miglianico - Chieti - Si organizzano periodicamente visite guidate per operatori e tecnici (*) L ARSSA, grazie al finanziamento assicurato dal Programma Interregionale Individuazione e Trasferimento delle Innovazioni in Agricoltura, attua il Progetto Trasferimento Innovazioni al settore delle colture protette -Tecnologie Innovative ecocompatibili per produzioni orticole di qualità condotto in collaborazione con l Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerce) di Bari. Gli impianti realizzati, operativi fin dall inizio dell estate 2004, sono ospitati dalle Aziende: Stella Stella Antonio C.da Cerreto Miglianico - Chieti - Piattelli Pantaleone C.da Cerreto Miglianico - Chieti - Marchetti Angelo C.da Cavezza Mozzagrogna - Chieti - Menna Anna Maria C.da Piano La Fara - Atessa - Chieti - Si organizzano periodicamente visite guidate per operatori e tecnici (*) (*) per informazioni rivolgersi all Ufficio ARSSA - Unità Operativa di Lanciano - Via del Mare, 48 Tel. 0872/ / arssala@arssa.abruzzo.it - info@ruralnet.it Visita guidata gruppo Tecnici ed orticoltori Regione Basilicata (ottobre 2003) Visita guidata orticoltori abruzzesi (aprile 2003) 14

15 TIPOLOGIE DI IMPIANTO Tipologie maggiormente diffuse La coltivazione si svolge prevalentemente in serra secondo due diverse modalità: N MODALITA TECNICA TIPOLOGIA 1 2 La coltura è allevata in assenza di substrato La coltura è allevata in presenza di substrato - Film Nutritivo (NFT) - Flussocircolante (DFT) - Aeroponica - In cassoni - In sacchi - In vasi Ciclo Chiuso (a) Ciclo Chiuso, Ciclo Aperto (b) (a) Ciclo Chiuso (con recupero, reintegro e ricircolo della soluzione nutritiva drenata). (b) Ciclo Aperto (senza recupero della soluzione nutritiva drenata). Coltivazione di prezzemolo allevato secondo la Tecnica del flusso circolante (DFT) - Az. Agr. Menna Annamaria - Atessa (CH) Coltivazione di Basilico in vaso su miscuglio di substrati (torba 30%- pomice 70%) - Az. Agr. Menna Annamaria - Atessa (CH) IMPIANTI CHE NON PREVEDONO IMPIEGO DI SUBSTRATI NFT (Tecnica del film nutritivo) Negli impianti NFT la Soluzione Nutritiva scorre all interno di canalette (ospitanti il sistema radicale delle colture) opportunamente inclinate e raccordate con un deposito da cui la Soluzione Nutritiva (S.N.) viene prelevata e distribuita alla coltura. La Soluzione Nutritiva non utilizzata defluisce per gravità verso il deposito di raccolta, posto al di sotto del piano di coltivazione. Una pompa provvede a rilanciare la soluzione verso la coltura. Coltivazione di Pomodoro allevato con la Tecnica del NFT - Az. Sperim. La Noria C.N.R. Bari Dimensioni delle canalette L impianto è costituito da canalette con dimensioni che variano in relazione alle caratteristiche del manufatto di protezione destinato ad ospitare la coltura. Solitamente ciascuna unità può avere una lunghezza variabile da 7 a m e larghezza da 15 a 25 cm, profondità compresa tra 5 e 10 cm. Materiali utilizzati Le canalette sono manufatti realizzati con materiali diversi come l acciaio inox, l alluminio ed il ferro zincato. Fatta eccezione per le canalette in acciaio, in tutti gli altri casi si 15

16 preferisce proteggerle con film in PE per evitare la formazione di ruggine, corrosioni (legate all acidità delle soluzioni nutritive impiegate) e tossicità a carico delle colture praticate. Distribuzione della soluzione nutritiva Nell NFT la distribuzione della S.N. può essere continua o discontinua (es. 15 min. ogni min.). Nel secondo caso si economizza energia elettrica e si realizza una maggiore ossigenazione dell apparato radicale. Controllo della soluzione nutritiva La condizione del Ciclo Chiuso caratterizza il sistema NFT, ciò comporta la necessità di controllo della Soluzione Nutritiva. Si può procedere in due modi: 1) analisi periodica (quindicinale) della soluzione e reintegro dei sali. Pro: sistema estremamente razionale. Contro: di difficile realizzazione per mancanza di servizi analisi rapidi ed economici. 2) sostituzione periodica della Soluzione Nutritiva Pro: riduce i rischi di inquinamento della soluzione. Contro: disperde acqua, soluti ed eventuali sostanze inquinanti (nitrati, patogeni, etc). In questo caso si provvede giornalmente o, al massimo, ogni settimana alla correzione del ph ed al reintegro di soluzione standard uguale a quella di partenza, in modo da mantenere costanti il ph e la EC (elettroconducibilità). Negli impianti più moderni queste operazioni sono effettuate in automatico. Aspetti colturali La tecnica dell NFT si adatta molto bene alla produzione di lattuga, ma anche di pomodoro e cetriolo. Pro: la tecnica è interessante per colture a ciclo breve (non superiori a sei mesi). Contro: eccessivo riscaldamento della soluzione in primavera-estate; la mancanza di substrato rende le piante suscettibili a variazioni di regime idrico e nutritivo (necessità di un generatore di corrente); il ricircolo della soluzione può favorire la diffusione di malattie (devono essere previsti sistemi di filtrazione e di sterilizzazione). Aspetti economici Sono richiesti investimenti per : - sistemazione e livellamento serra; - acquisto canalette e pompe; - sistema di distribuzione automatizzato della Soluzione Nutritiva (S.N.) e di sterilizzazione della stessa; - sistema controllo della Soluzione Nutritiva (S.N.). 16

17 DFT (Tecnica del flusso circolante) Questo tipo di impianto prevede la presenza di bancali impermeabilizzati (è sufficiente un film di plastica) provvisti di bordo di altezza compresa tra i 15 ed i 20 cm e pendenza dello 0,5%, sufficiente a garantire lo scorrimento della Soluzione Nutritiva dal bancale ad una vasca di accumulo posta ad un livello più basso rispetto al piano del bancale. All interno di quest ultimo viene mantenuto un livello costante di Soluzione Nutritiva sulla superficie della quale vengono appoggiati pannelli di polistirolo muniti di fori o solchi in cui sono state seminate le colture di interesse. Distribuzione della Soluzione Nutritiva Una pompa provvede a far circolare la Soluzione Nutritiva nei bancali. L impianto è provvisto di accorgimenti che garantiscono l ossigenazione della soluzione circolante. Controllo della Soluzione Nutritiva La gestione della Soluzione Nutritiva è realizzata con sensori di ph e EC che inviano i risultati ad una centralina, la quale gestisce l invio di nuova soluzione, con l ausilio di pompe volumetriche. Aspetti colturali Questo sistema è abbastanza diffuso per la produzione di ortaggi da foglia, quali basilico, rucola, spinacio, lattughe e cicorie da taglio. Il sistema fornisce interessanti risultati produttivi soprattutto nel periodo autunno vernino. Pro: la tecnica è interessante per colture a ciclo breve e di piccola taglia. Contro: il ricircolo della soluzione può favorire la diffusione di malattie (devono essere previsti sistemi di filtrazione e di sterilizzazione); il ricircolo della Soluzione Nutritiva determina, nel tempo, una modificazione della composizione (ogni mese è necessaria un analisi e un reintegro dei Sali le cui concentrazioni sono al di sotto dei valori ottimali per la coltura in una determinata fase fenologica. Qualora non siano disponibili servizi analisi rapidi è opportuno sostituire periodicamente la Soluzione Nutritiva). Aspetti economici Sono richiesti investimenti per : - acquisto bancali e pompe; - sistema di distribuzione automatizzato della Soluzione Nutritiva (S.N.) e di sterilizzazione della stessa; - sistema controllo della Soluzione Nutritiva. AEROPONICA Costituisce la semplificazione estrema di un sistema idroponico. È caratterizzata da: assenza di substrato; minimo impiego di Soluzione Nutritiva che viene ricircolata e spruzzata sulle radici confinate in uno spazio privo di luce. 17

18 Caratteristiche impianto L impianto si compone di una struttura di sostegno in profilato metallico che assume una forma a tetto con falde inclinate di 50. I lati della struttura sono tamponati con pannelli di polistirolo sulla cui superficie, in corrispondenza dei fori, vengono inserite le piantine da coltivare. Aspetti colturali Questo sistema non è molto diffuso in ragione dell elevato livello tecnologico richiesto. La tipologia delle coltivazioni che possono essere realizzate risulta limitata, si adatta solo alla coltivazione di piante di modesto sviluppo come per es. lattuga e fragola. Pro: la tecnica è interessante per colture a ciclo breve e di piccola taglia. Contro: richiede tecnologie avanzate; notevoli rischi nella gestione idrica; tecnica idonea alla coltivazione di un limitato numero di specie (a modesto sviluppo); sviluppo disforme delle colture dovuto a differenze d illuminazione tra la parte alta e quella bassa dei pannelli; il ricircolo della soluzione può favorire la diffusione di malattie (devono essere previsti sistemi di filtrazione e di sterilizzazione). Schema impianto Aeroponico Aspetti economici Sono richiesti investimenti per : - sistemazione e livellamento serra; - acquisto pannelli e pompe; - sistema di distribuzione automatizzato della S.N. e di sterilizzazione della stessa; - sistema di controllo della Soluzione Nutritiva. IMPIANTI CHE PREVEDONO IMPIEGO DI SUBSTRSTI Le colture praticate con l ausilio di substrati richiedono impianti che si differenziano sulla base di due elementi: a) tipo di substrato impiegato; b) caratteristica dei contenitori utilizzati. La struttura dell impianto e la distribuzione della Soluzione Nutritiva sono molto simili a quelli impiegati nei sistemi a Ciclo Chiuso (NFT, DFT e AEROPONICA), anche se in questo secondo gruppo è prevista la possibilità di praticare un Ciclo Aperto, che riduce i problemi riguardanti la gestione della Soluzione Nutritiva, ma che, tuttavia, non rappresenta la tipologia di impianto migliore, in ragione dei maggiori consumi idrici e nutrizionali, aspetti questi da non trascurare per i risvolti di tipo economico ed ambientale. Coltivazione in sacchi In questo caso il substrato è presente ed è contenuto all interno di sacchi di polietilene PE su cui vengono allocate le piante alimentate con un sistema di irrigazione a goccia (si impiegano solitamente gocciolatori singoli o multipli da 2 l/h). L uso dei sacchi (di colore bianco impermeabili alla luce e 18

19 muniti di fori per il drenaggio della soluzione) presenta DI SVILUPPO una AGRICOLO-ABRUZZO serie di vantaggi, quali: 1) facilità di movimentazione del substrato all interno delle coperture; 2) assenza di particolari interventi strutturali in serra (è necessario il livellamento e la pacciamatura del terreno e la predisposizione di canalette per il recupero del drenato. L uso delle canalette può essere evitato attraverso un attenta predisposizione del piano della serra). La Soluzione Nutritiva, la cui composizione varia con la specie coltivata, nella maggioranza dei casi è distribuita a Ciclo Aperto. Il numero degli interventi giornalieri di fertirrigazione è variabile in relazione al tipo di coltura, alla fase fenologica della stessa, al periodo di coltivazione (cicli estivi autunnali, cicli primaverili estivi). Coltivazione in vasi La coltivazione si differenzia dalla coltura in sacchi per il fatto che si utilizzano come contenitori vasi in plastica. Questi possono essere alimentati in modo diverso: 1) irrigazione a goccia; 2) subirrigazione. La metodica irrigua al punto 1) viene adottata facendo ricorso a gocciolatori singoli o multipli a seconda della portata degli stessi. Tale tecnica si applica a vasi di dimensione medio-grande, con diametro maggiore di 15 cm. La frequenza ed i volumi irrigui variano con la dimensione del vaso e con il tipo di substrato. Esistono impianti con gestione della soluzione a Ciclo Aperto oppure a Ciclo Chiuso ; in entrambi i casi è necessario predisporre delle canalette all interno delle quali posizionare i vasi in modo da poter recuperare il drenato. Nel caso della subirrigazione, la condizione indispensabile è data dalla presenza di canalette per lo scorrimento della soluzione nutritiva alla base dei vasi. Si tratta di manufatti in metallo o plastica di lunghezza variabile inclinati dell 1-2% per ottenere il recupero della soluzione distribuita ad un estremità degli stessi. La larghezza è diversa a seconda del diametro dei vasi che devono essere ospitati. Questo sistema assicura una buona aerazione del substrato con indubbi benefici di tipo sanitario, sebbene non eviti la trasmissione di malattie, in particolare batteriosi e micosi. Per tale ragione è necessario predisporre un sistema di filtraggio e disinfezione della soluzione recuperata. 19

20 SUBSTRATI DI COLTIVAZIONE Per substrato di coltura si intende un materiale di origine organica o inorganica, naturale o di sintesi che, utilizzato tal quale o in miscela con altri substrati, consenta l ancoraggio ed il regolare sviluppo dell apparato radicale delle piante messe a coltura. Classificazione dei i substrati Origine organica CLASSIFICAZIONE DEI SUBSTRATI IN FUNZIONE DELLA LORO ORIGINE E DEI TRATTAMENTI SUBITI Origine inorganica (minerale) Di sintesi Naturali Trattati Naturali Trattati - Torbe - Cortecce - Alghe - Paglie - Fibre vegetali - Vinacce - Fibre vegetali pressate - Sabbia - Lapillo vulcanico - Pomice - Ghiaie - Lana di roccia - Perlite - Argilla espansa - Vermiculite - Poliuretano - Polistirolo espanso - Schiume ureiche - Copolimeri ureici Quale substrato scegliere. Un substrato ideale per la coltura Fuori Suolo dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche fisico-chimiche, sanitarie e di compatibilità ambientale: - sufficiente stabilità e leggerezza ( kg/m3); - buona capacità per l aria e per l acqua (porosità totale 85-95% del vol.); - elevata inerzia chimica (bassi valori di capacità di scambio cationico e di potere tampone) per evitare interferenze con la Soluzione Nutritiva; - essere esente da parassiti; - essere facilmente disinfettabile, così da poterlo riutilizzare; - facilità di smaltimento al termine della utilizzazione (compatibilità ambientale). La scelta del substrato più idoneo è spesso condizionata, più che dalle caratteristiche fisicochimiche del prodotto, da altri fattori di varia natura. Il costo e la reperibilità del materiale in loco costituiscono aspetti determinanti nell orientare l imprenditore verso l impiego di un substrato piuttosto che di un altro. Tuttavia, accanto a questi due aspetti, certamente non secondari, dovranno essere valutate altre variabili che di seguito si dettagliano. 20

21 PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE DI ALCUNI SUBSTRATI IMPIEGATI NELLE COLTURE FUORI SUOLO SUBSTRATI DENSITÀ (1) KG/M 3 POROSITÀ TOTALE (2) (% VOL.) POROSITÀ LIBERA (3) (% VOL.) CAPACITÀ RITENZIONE IDRICA (4) (% VOL.) CAPACITÀ SCAMBIO CATIONICO (5) (CSC) (MEQ%) CONDUCIBILITÀ ELETTRICA (6) (EC) (MS/CM-1) Sabbia nulla 0, Pomice bassa 0,08-0, Tufi vulcanici Vermiculite , Perlite , Argilla espansa Polistirolo , Lana di roccia , Torba bionda elevata Torba bruna elevata Alghe marine elevata (1) - peso del substrato secco per unità di volume; (2) - percentuale di spazi vuoti contenuti in un volume noto di substrato considerato; (3) - percentuale spazi vuoti non in grado di trattenere acqua presenti in un volume noto di substrato; (4) - percentuale su volume di acqua che un substrato è in grado di trattenere dopo saturazione e sgrondo in condizione di pressione ordinaria; (5) - capacità di trattenere o rilasciare elementi minerali in soluzione; (6) - esprime la quantità di sali presenti in soluzione; (7) - esprime il livello di acidità del substrato. Ciascuno dei substrati riportati in tabella presenta caratteristiche fisico-chimiche, la cui conoscenza è fondamentale per chi dovrà utilizzarli. Queste influenzano una serie di scelte e di interventi tecnici, di fondamentale importanza per la corretta conduzione delle colture. La conoscenza di tali caratteristiche comporta la capacità di determinare: - la compatibilità del substrato con la specie da coltivare; - la tipologia del contenitore; - la corretta calibrazione della Soluzione Nutritiva (S.N.); - l esatta gestione dei volumi di soluzione da erogare; - la necessità di correzione del valore di ph. Conoscere la porosità del substrato consente di valutare la facilità con la quale possono avvenire gli scambi gassosi tra gli apparati radicali e l ambiente, la capacità di ritenzione idrica esprime la capacità del substrato di trattenere quantità più o meno rilevanti di soluzione nutritiva, il peso specifico dello stesso misura la sua maneggevolezza, la C.S.C. (capacità di scambio cationico) misura la capacità del substrato di trattenere o rilasciare elementi minerali in soluzione e, pertanto, la conoscenza di questo parametro consente di valutare se vi è possibilità di poter contare, o meno, sulla presenza di eventuali riserve di elementi nutritivi nel substrato. La scelta del substrato non può prescindere dal sistema di coltivazione adottato: ph (7) 21

22 In un Ciclo Aperto dovranno preferirsi substrati che garantiscono una buona capacità di ritenzione ed un elevata porosità libera. In questo modo si garantirà una buona riserva di soluzione per la coltura e, al tempo stesso, una buona ossigenazione degli apparati radicali. Con un substrato di questo tipo si potranno ridurre i volumi di intervento, rendendo minime le perdite di soluzione per sgrondo, inoltre, un substrato con elevata porosità libera eviterà di incrementare i volumi di soluzione erogati per favorire, attraverso un forte sgrondo, il ricambio di aria all interno del substrato. In un Ciclo Chiuso dovranno preferirsi substrati inorganici, naturali o trattati, stabili nel tempo, che non rilasciano particelle che possono creare problemi agli impianti di filtraggio e di sterilizzazione. Miscele di substrati L impiego dei miscugli si rende necessario per abbassare i costi e/o per migliorare alcune caratteristiche che si richiedono al substrato. Ad es. si può aggiunge torba, vermiculite, fibra di cocco per aumentare la capacità di ritenzione idrica di un substrato; perlite, sabbia e argilla espansa per aumentare la porosità libera e quindi il drenaggio; torba bionda per innalzare l acidità; più elevati quantitativi di materiale organico per aumentare la C.S.C. (Capacità di Scambio Cationico) e il potere tampone; substrati a bassa velocità di decomposizione per favorire una maggiore durata e stabilità dello stesso. Il giusto rapporto tra i diversi costituenti di un miscuglio va anche stabilito in funzione delle condizioni ambientali in cui si opera, infatti, in condizioni di temperature elevate, per evitare il rapido essiccamento, è razionale l impiego di componenti caratterizzati da una maggiore capacità di ritenzione idrica che non permettono una rapida evaporazione della soluzione, viceversa, in ambienti umidi e con bassa radiazione si dovranno preferire componenti con buona porosità, per garantire un buon drenaggio ed un rapido sgrondo delle acque in eccesso. SCELTA DELLA TIPOLOGIA DI IMPIANTO PER LA COLTIVAZIONE DI ORTAGGI FUORI SUOLO Considerazioni preventive È necessario che il serricoltore, prima di qualunque acquisto che riguardi la parte impiantistica, sia in grado di esprimere valutazioni razionali ed autonome circa il peso che alcuni aspetti, quali: superficie da gestire; n di specie da gestire; capacità di spesa; motivazioni ed obiettivi. rivestono nella scelta della tipologia d impianto verso cui orientarsi. 22

23 Riguardo a quest ultimo aspetto le possibilità sono due: sistema di coltivazione Fuori Suolo a Ciclo Aperto ; sistema di coltivazione Fuori Suolo a Ciclo Chiuso. La fase della valutazione, comunque, è successiva alla fase della conoscenza. È indispensabile che l operatore conosca caratteristiche e potenzialità degli impianti affinché possa operare scelte che abbiano senso rispetto ai progetti di sviluppo dell azienda e rispecchino esattamente le motivazioni e le aspettative della stessa. Di seguito si illustrano alcune, tra le tante tipologie impiantistiche, acquisibili per avviare una produzione di ortaggi in Fuori suolo. 23

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25 SERVIZIO SPERIMENTAZIONE COORDINAMENTO AZIENDE SPERIMENTALI ED AGROMETEREOLOGIA GESTIONE DELLA TECNICA DI COLTIVAZIONE FUORI SUOLO Parte Speciale Gli impianti Gestione Operativa delle Fertirrigazioni a cura di Dr.ssa Rita CIANFARRA p.a. Camillo GIANGIULIO UNITÀ TERRITORIALE OPERATIVA - LANCIANO (CH)

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27 AGENZIA REGIONALE I SERVIZI IMPIANTI PER LA COLTIVAZIONE FUORI SUOLO A CICLO APERTO Nell ambito dei sistemi a Ciclo Aperto la scelta può vertere su tipologie d impianto che vanno da versioni base, estremamente semplificate e poco costose, a versioni evolute, sofisticate e dispendiose, passando attraverso una discreta casistica intermedia. VERSIONE BASE DI UN SISTEMA DI PRODUZIONE FUORI SUOLO A CICLO APERTO Dotazioni impianto fig. n 1 DOTAZIONI INDISPENSABILI UTILI Strumentali Attrezzature Impianto idraulico Materiali vari - Timer - Filtro a rete - Elettropompa - Saracinesca - Serbatoio - Tubazione di adduzione idrica - Gocciolatori - Capillari completi di aste - Vasi polietilene e/o sacchi - Telo pacciamatura - Bilancia - Conta litri INDISPENSABILI DI CONSUMO - Canalette - Concimi semplici - Acido - Substrato Nella Fig. n 1 è schematizzata la versione base di un sistema di produzione Fuori Suolo a Ciclo Aperto che dispone di una soluzione nutritiva preventivamente preparata e stoccata all interno di un serbatoio il cui dimensionamento viene calcolato rispetto alle necessità della coltura che si intende praticare. 27

28 Le dotazioni dell impianto alla figura n.1 sono essenziali. Il costo orientativo (materiali indispensabili più materiali utili) dell impianto riferito ad un apprestamento di protezione delle dimensioni di mt. 40 x 8 si aggira intorno ad 1.000,00 (*). Il dettaglio dei prezzi è contenuto nell appendice n 1. (*) Il costo dell impianto, come intuibile, ha valore indicativo tenuto conto delle variazioni che, per varie ragioni, possono intervenire sui prezzi di mercato dei vari articoli che compongono l impianto. Ciò nonostante, l indicazione fornita, pur con i limiti sopra specificati, resta ugualmente interessante per operatore. Pro: Costo estremamente contenuto; Facilità di gestione operativa. Contro: Una volta prestabilita, sulla base della superficie da gestire, la capienza del serbatoio, è successivamente difficile modificare le superfici da servire, se non attraverso adeguamenti più o meno costosi a seconda dei casi e delle necessità, è unica la specie coltivabile con tale sistema. L impegno dell operatore, dopo la fase di posa in opera dell impianto e del trapianto della coltura, è limitato a: - Controlli sulla coltura; - Aggiornamento della ricetta nutritiva in relazione alla fase fenologica della coltura; - Reintegrazione della S.N. ad esaurimento della stessa. 28

29 VERSIONE BASE CON RICIRCOLO Qualora sia presente un dispositivo funzionale al rimescolamento della Soluzione Nutritiva (S.N.), ai fini di una omogeneizzazione ed ossigenazione della stessa (tipologia in fig. n 2), il costo può incrementarsi di circa 352,00 (*) (il dettaglio dei prezzi è contenuto nell appendice n 2) prevedendosi l acquisto di 2 elettrovalvole ed un programmatore in grado di gestire contemporaneamente il programma delle fertirrigazioni e quello di rimescolamento della Soluzione Nutritiva. (*) Il costo dell impianto, come intuibile, ha valore indicativo tenuto conto delle variazioni che, per varie ragioni, possono intervenire sui prezzi di mercato dei vari articoli che compongono l impianto. Ciò nonostante, l indicazione fornita, pur con i limiti sopra specificati, resta ugualmente interessante per operatore. Dotazioni impianto fig. n 2 DOTAZIONI INDISPENSABILI UTILI Strumentali Misuratore portatile controllo EC e ph Attrezzature Impianto idraulico Materiali vari - Programmatore - Filtro a rete - Elettropompa - Saracinesca - n 2 Elettrovalvole - Serbatoio - Tubazione di adduzione idrica - Gocciolatori - Capillari completi di aste di fermo - Vasi polietilene e/o sacchi - Pacciamatura con telo rinforzato bianco/nero - Conta litri INDISPENSABILI DI CONSUMO - Canalette - Concimi semplici - Acido - Substrato 29

30 Pro: Costo contenuto; Facilità di gestione operativa. Contro: Una volta prestabilita, sulla base della superficie da gestire, la capienza del serbatoio, è successivamente difficile modificare le superfici da servire, se non attraverso adeguamenti più o meno costosi a seconda dei casi e delle necessità, è unica la specie coltivabile con tale sistema. L impegno dell operatore, dopo la fase di posa in opera dell impianto e del trapianto della coltura, è limitato a: - Controlli sulla coltura; - Aggiornamento della ricetta nutritiva in relazione alla fase fenologica della coltura; - Reintegrazione della S.N. ad esaurimento della stessa. In linea generale si opta per una delle due soluzioni sopra illustrate quando: si intende familiarizzare con la nuova tecnica produttiva; si vuole adottare la tecnica ma si esclude la possibilità nel breve-medio periodo di un ampliamento delle superfici da servire. Qualora invece l imprenditore sia in possesso delle conoscenze necessarie e sia convinto della scelta relativa al Fuori Suolo, nella variante del Ciclo Aperto ed abbia, come obiettivo di breve periodo, quello di estendere tale tecnica produttiva a tutti o a gran parte degli apprestamenti di protezione presenti in azienda, sarà più ragionevole optare per un impianto più complesso e, pertanto, più costoso, anche se nella fase di rodaggio (la durata di tale fase è approssimativamente equivalente al periodo necessario all espletamento di uno, massimo due cicli produttivi riferiti alla coltura che intende praticare) l impianto potrà essere sotto utilizzato rispetto alle potenzialità. In questo caso, tra le varie possibilità di scelta, vi è l impianto della Fig. n 3. 30

31 VERSIONE CON SOLUZIONI MADRE E CENTRALINA A CONTROLLO VOLUMETRICO Impianto della tipologia riportata in fig. n 3 - Az. Agr. Piattelli Emilio - Miglianico (CH) 31

32 Dotazioni impianto fig. n 3 DOTAZIONI INDISPENSABILI UTILI Strumentali Attrezzature Impianto idraulico Materiali vari - Sistema di rilevazione ed adeguamento ph e EC - N 3 Pompe dosatrici - Sonda ph - Sonda di EC - Programmatore - Filtro a rete - Elettropompa - Saracinesca - Elettrovalvola - Valvola di ritegno - Contatore lancia impulsi - Tubazione di adduzione idrica - Gocciolatori - Capillari completi di aste - Vasi polietilene e/o sacchi - Pacciamatura con telo rinforzato bianco/nero INDISPENSABILI DI CONSUMO - Canalette - Concimi semplici - Acido - Substrato L impianto illustrato si differenzia dai due precedenti per una serie di variabili quali: presenza di soluzioni madre concentrate (A e B) ed acido (C) stoccati in serbatoi di giusta capacità; sistema di rilevazione ed adeguamento del ph e Conducibilità rispetto ai valori di set point impostati sullo stesso strumento; pompe dosatrici con funzione di prelievo ed iniezione in linea di concimi e acido; sonde di rilevazione ph e EC posizionate a valle dei punti di iniezione dei concimi e dell acido. Il costo orientativo dell impianto e di tutte le dotazioni (indispensabili, utili) si aggira su circa ,00 (*) (il dettaglio dei prezzi è contenuto nell appendice n 3). (*) Il costo dell impianto, come intuibile, ha valore indicativo tenuto conto delle variazioni che, per varie ragioni, possono intervenire sui prezzi di mercato dei vari articoli che compongono l impianto. Ciò nonostante, l indicazione fornita, pur con i limiti sopra specificati, resta ugualmente interessante per operatore. 32

33 Risulta evidente che tale impianto è in grado di gestire le fertirrigazioni in DI SVILUPPO un AGRICOLO-ABRUZZO unico apprestamento come in una serie di apprestamenti, esattamente tanti quanti ne consentono le caratteristiche del programmatore acquistato, anche se la coltura in che nei vari apprestamenti deve essere sempre la stessa e nella medesima fase di sviluppo. Pro: Minor tempo richiesto all operatore nella fase di preparazione della soluzione nutritiva da erogare alla coltura; Disponibilità di un programmatore in grado di automatizzare le fertirrigazioni all interno di più apprestamenti, in questo caso sono necessarie implementazioni riguardanti alcune attrezzature (elettrovalvole) che, comunque, non modificano sostanzialmente l impegno economico dell operatore; Costante disponibilità di soluzione nutritiva fresca. Contro: Possibilità di utilizzo del sistema per un unica coltura che nei vari settori deve trovarsi nella medesima fase fenologica. L impegno dell operatore, dopo la fase di posa in opera dell impianto e del trapianto della coltura, è limitato a: controlli sulla coltura; preparazione delle soluzioni madre e reintegrazione periodica della soluzione acida; aggiornamento della ricetta nutritiva in relazione alla fase fenologica della coltura; controlli di funzionamento a carico delle strumentazioni presenti. Controllo ph e EC 33

34 Una variante all impianto in fig. n 3 è schematizzata nella fig. n 4 VERSIONE CON SOLUZIONI MADRE E RICIRCOLO Impianto della tipologia riportata in fig. n 4 - Az. Agr. Stella Stella Antonio - Miglianico (CH) 34

35 Dotazioni impianto fig. n 4 DOTAZIONI INDISPENSABILI UTILI Strumentali Attrezzature Impianto idraulico Materiali vari - Centralina controllo riempimento vasca, EC e ph - Sonda controllo EC - Sonda controllo ph - N 3 pompe dosatrici - Programmatore - Filtro a rete - Elettropompa - Saracinesca - N 3 Elettrovalvole - galleggiante elettrico - Serbatoio per S.N. - N 2 serbatoi da lt N 1serbatoi da lt Tubazione di adduzione idrica - Gocciolatori - Capillari completi di aste di fermo - Vasi polietilene e/o sacchi - Pacciamatura con telo rinforzato bianco/nero INDISPENSABILI DI CONSUMO - Canalette - Concimi semplici - Acido - Substrato L impianto si caratterizza rispetto al precedente per un aspetto fondamentale: modalità operative della centralina. Quest ultima, in effetti, a differenza della precedente è funzionalmente integrata con il sistema di rilevazione del livello (sonda di livello) della Soluzione Nutritiva all interno del serbatoio che viene letto dalla stessa al momento dell avvio in funzione dell impianto, attivato in automatico dal programmatore. Nell ipotesi in cui il livello della Soluzione Nutritiva (S.N.) non è quello ottimale prestabilito, la centralina invia un impulso all elettrovalvola (posta sulla condotta di adduzione) che richiama acqua pulita all interno del serbatoio, fino a raggiungimento del livello impostato. A questo punto il galleggiante, posto all interno del serbatoio, invia un impulso elettrico all elettrovalvola che viene chiusa, quando l informazione viene trasmessa alla centralina quest ultima attiva l elettropompa che presiede all operazione di ricircolo della Soluzione Nutritiva con funzione di: adeguamento della Soluzione Nutritiva ai valori di ph e EC impostati sulla base delle esigenze della coltura praticata; omogeneizzazione ed ossigenazione della Soluzione Nutritiva (S.N.). Queste operazioni sono rese possibili grazie alla presenza dell elettropompa e delle sonde di ph e EC entrambe posizionate sulla condotta di ricircolo della S.N. Questo impianto, come il precedente, è in grado di gestire le fertirrigazioni in un unico apprestamento come in una serie di apprestamenti, esattamente tanti quanti sono stati stabiliti in fase di progettazione, anche se la coltura in essere nei vari manufatti di protezione deve essere sempre la stessa e nella medesima fase di sviluppo. 35

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