Una trattazione algebrica del modello di contrattazione salariale italiano. Leonello Tronti (Università degli Studi Roma Tre) Gennaio 2019

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1 Una trattazione algebrica del modello di contrattazione salariale italiano Leonello Tronti (Università degli Studi Roma Tre) Gennaio 2019

2 Il funzionamento del MCS italiano: Un modello algebrico Nel MCS, l aumento del tasso medio di salario w sarà quindi: w = αw α w 2 (1) dove w 1 è l aumento del salario di primo livello, w 2 l aumento del salario di secondo livello e 0 α 1. Inoltre: w 1 = p, poiché il salario di primo livello si muove con I prezzi, e w 2 = f( π), poiché l aumento del salario di secondo livello è funzione della crescita dellaproduttività. 2

3 Si possono quindi introdurre nell equazione della crescita salariale le variabili di riferimento dei due livelli contrattuali Poiché il MCS richiede che il salario di base di categoria si muova con l inflazione mentre i guadagni di produttività siano remunerati solo sul secondo livello, si può riscrivere l equazione (1) nel modo seguente: w = αp + 1 α f π (2) Quindi, al fine di controllare la capacità del secodo livello contrattuale di regolare il potere d acquisto dell intera retribuzione (w 1 + w 2 ), possiamo porre: f π = p + βπ con β <=> 0 In questo modo, ogni aumento della retribuzione reale richiede β > 0. 3

4 Vediamo qualche dato: w 1, w 2 e π (salari reali) Intera economia, retribuzione lorda per ula, e stima della retribuzione di secondo livello basata sull assunzione che il valore reale della retribuzione di primo livello sia costante, senza scostamenti. Sopra, il corrispondente valore della produttività del lavoro (scala di destra). (Evidenza preliminare: il db è in costruzione. Tutti i dati della presentazione sono elaborazioni su dati Istat, Conti Nazionali.) 4

5 (1-alfa)% Salario medio reale I salari reali sono guidati dall incidenza delle retribuzioni di secondo livello (1 α) L incidenza del secondo livello sulla retribuzione totale (1 α) va dallo 0.3% nel 1995 al 13.5% nel 2010, mentre, prendendo il 1993 come anno base, il salario reale medio va da 97.7 nel 1995 a 112.7% nel ,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 ( )% real w index (1993=100) (right hand scale) 114,00 113,00 112,00 111,00 110,00 109,00 108,00 107,00 106,00 105,00 104,00 103,00 102,00 101,00 100,00 99,00 0,0 98,00 97,00-2,0 96,

6 Salario reale e coefficiente β Infatti, riscrivendo l equazione (2) abbiamo: w = αp + 1 α ( p + βπ) = p + 1 α βπ Cioè: w p = 1 α βπ, (3) E pertanto: β = w p 1. π 1 α Data la crescita della produttività, la crescita del salario reale dipende dall incidenza del salario di secondo livello e dal valore di β; entrambi i parametri rispecchiano sia la diffusione sia l intensità della contrattazione salariale decentrata. 6

7 Quota del salario, legge di Bowley e «regola aurea» Dato che, per definizione, possiamo scrivere la quota del salario nel valore aggiunto (W s ) come: W s = w N D Q 1 p 1 (4) Dividendo e moltiplicando l equazione (4) per l occupazione totale, otteniamo: W s = w n D π 1 p 1 Cioè, in termini di variazioni e specificando la condizione di tenuta della legge di Bowley: W s = 0 w p π n D (5) L equazione (5) chiarisce che, perché la legge di Bowley possa verificarsi, il salario reale deve crescere alla stessa velocità della produttività del lavoro, al netto della variazione dell incidenza del lavoro dipendente sull occupazione totale: questa condizione non è altro che la cosiddetta «regola aurea» della politica salariale (Kaldor, Leon ). 7

8 La deviazione dalla regola aurea nel caso italiano A questo punto possiamo ricavare facilmente β, il valore obiettivo di β che consente alla crescita del salario reale di rispettare la regola aurea per ogni tasso di crescita della produttività: w p = π β = 1. 1 α E possiamo quindi calcolare γ, lo scostamento del valore effettivo di β dal suo valore obiettivo: γ = β β = (1 α)β. 8

9 β, β e γ (Anni , medie mobili di tre termini centrate) Il valore medio di γ è piuttosto basso (0.36). Si tratta di una variabile molto instabile, che varia in funzione dei rinnovi contrattuali, della forza del sindacato e di altri fattori (dimensione media delle imprese, livello di flessibilizzazione del mercato del lavoro, colore politico dei governi ecc.). Nel periodo in esame il salario reale ha quasi sempre trasgredito la regola aurea. 9

10 γ e crescita della produttività Il valore di γ e i corrispondenti tassi di crescita annui della produttività del lavoro presentano un certo grado di correlazione. Di certo seguono entrambi percorsi di riduzione, per quanto molto variabili. 10

11 Una cura istituzionale del problema della stagnazione del salario reale Il modo più immediato di rimuovere il vincolo ai salari reali imposto dal MCS italiano sarebbe quello di aumentare la diffusione e la rilevanza della contrattazione decentrata, sia aziendale che territoriale. La diffusione della contrattazione aziendale presenta, però, notevoli ostacoli data la larga prevalenza nell economia italiana di microimprese con meno di 10 addetti: al censimento del 2011 esse erano il 95% del totale delle imprese e occupavano il 47% dell occupazione totale del settore privato. Un opzione diversa sarebbe quella di ampliare notevolmente gli accordi territoriali (regionali, provinciali, di distretto) o quelli di filiera che, sommandosi a quelli aziendali delle imprese più grandi potrebbero rafforzare notevolmente il secondo livello contrattuale. Ma (oltre al rischio di riproporre le «gabbie salariali») questa possibilità si è sinora scontrata con la ferma opposizione delle associazioni datoriali. 11

12 Una cura istituzionale alternativa, da praticare sul primo livello contrattuale Un opzione alternativa, che richiede una modifica nell interpretazione del MCS vigente, sarebbe di contrattare a livello di categoria aumenti del salario di risultato per le imprese che non sono in grado di introdurre il secondo livello contrattuale (che ora occupano più del 70% degli occupati del settore privato). L ammontare di questo aumento dovrebbe essere di entità sufficiente ad incentivare la diffusione della contrattazione decentrata (eventualmente in peius), e a ridurre così ad ogni tornata contrattuale il numero delle imprese prive di contrattazione decentrata. Dalla crescita della retribuzione complessiva w p = α( w 1 p) + 1 α βπ, possiamo ricavare il target di crescita del salario di primo livello che soddisfa la regola aurea ( w 1 ): w p = π + n D [α( w 1 p) + 1 α βπ = π + n D ], w 1 = 1+ α 1 β p + α Da cui otteniamo: π 1 α n D = p + δπ 1 α n D (6) 12

13 Il coefficiente δ In modo simile a quello che abbiamo adottato per derivare il coefficiente β, possiamo quindi ricavare il valore dell aumento del salario di primo livello che soddisfa la regola aurea per ogni valore dato di β: δ = 1+ α 1 β α. In questo modo, il contratto di primo livello non avrebbe soltanto il compito di assicurare la tenuta del potere d acquisto dei minimi contrattuali, ma anche quello di ottemperare alla regola aurea e di incentivare la contrattazione decentrata. 13

14 Il valore di δ negli anni Il valore medio di δ nel periodo is 0.63: le retribuzioni di primo livello avrebbero dovuto distribuire alle imprese prive di contrattazione integrativa più del 60% degli incrementi di produttività realizzati. Inoltre, δ mostra nel tempo una crescita tendenziale verso valori maggiori, nonostante i correttivi del MCS evidentemente insufficienti introdotti con l accordo separato del 2009 e i loro effetti nella tornata

15 Lavori dell autore sull argomento 2018, Il ruolo della contrattazione e delle istituzioni del mercato del lavoro, in M. Franzini e M. Raitano (a cura di), «Il mercato rende diseguali? La disuguaglianza dei redditi in Italia», il Mulino, Bologna, pp (con A. Ricci). 2016, Modello contrattuale, produttività del lavoro e crescita economica, Quaderni di Rassegna Sindacale, n. 2/2016, pp , The Italian Productivity Slowdown: The Role of the Bargaining Model, in International Journal of Manpower, vol. 31, no. 7, 2010, pp , La crisi di produttività dell economia italiana: modello contrattuale e incentivi ai fattori, in Economia & lavoro, n. 2, 2010, pp , Produttività e distribuzione del reddito, in G. Ciccarone, M. Franzini ed E. Saltari (cur.), L Italia possibile. Equità e crescita, F. Brioschi Editore, Milano, 2010, pp , La crisi di produttività dell economia italiana: scambio politico ed estensione del mercato, in Economia & lavoro, n. 2, 2009, pp , Distribuzione del reddito, produttività del lavoro e crescita: il ruolo della contrattazione decentrata, in Rivista Italiana di Economia, Demografia e Statistica, nn. 3-4, 2007, pp

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