Gli ebrei ungheresi osservano con ansia le leggi razziali di Mussolini
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1 1938 Gli ebrei ungheresi osservano con ansia le leggi razziali di Mussolini di Claudia Kocsisné Farkas L ebraismo italiano ridotto al collasso 1 Nel 1938, per gli ebrei ungheresi e italiani le misure persecutorie giunsero come un fulmine a ciel sereno. Con l ostacolare la partecipazione degli ebrei alla vita economica e culturale, le legislazioni antiebraiche posero fine al processo di emancipazione. Le normative antiebraiche vennero approvate nello stesso anno, in Italia e in Ungheria, ma diverso fu il percorso che portò alla loro approvazione. In Ungheria l insieme delle misure nacque in parlamento al termine di discussioni durate alcuni mesi e, soprattutto, condotte pubblicamente. In Italia la Carta della Razza fu voluta dal potere esecutivo, il quale impiegò una sola seduta del Gran Consiglio del fascismo per approvarla. Tale differenza trova la sua ragion d essere in un altra significativa diversità fra realtà ungherese e realtà italiana. In Italia il razzismo, inteso come espressione di un pregiudizio diffuso, di massa, era assente o quasi. In Ungheria, invece, presso certi strati della popolazione circolava un forte antisemitismo d interesse, che mirava a ridimensionare il ruolo degli ebrei. In entrambi i Paesi le leggi razziali andavano a colpire senza giustificazione una parte di popolazione che fino a quel momento aveva goduto di stima, rispetto e ammirazione. Quelle norme ponevano in stato di soggezione minoranze completamente integrate nelle rispettive società, e mai gli ebrei italiani e ungheresi avrebbero potuto pensare alla promulgazione di così drastici provvedimenti. Le comunità dei due Paesi si consideravano fra gli ebrei più assimilati nell Europa dell epoca. 1 Múlt és Jövő (it.: Passato e Futuro ), maggio 1939, p. 147.
2 2 Le normative italiane furono più severe di quelle ungheresi, perché in Ungheria solo nel 1941 fu promulgata una legge che vietava i matrimoni misti e anche ogni contatto sessuale con gli ebrei. In Italia, caratteristica peculiare delle misure contro gli ebrei fu l introduzione delle discriminazioni. Grazie a esse, e a determinate condizioni quali l avere ottenuto benemerenze nelle varie guerre, comprese quelle d Africa o di Spagna, e l essere stati iscritti al Partito fascista prima del 1922 o nel secondo semestre del 1924 alcuni fra gli ebrei potevano conservare dei diritti negati ad altri. In concreto, però, l ebreo discriminato andava incontro a limitazioni d importanza marginale in materia di proprietà immobiliare, nell esercizio di alcune professioni e nell impiego presso le società di assicurazioni. Nient altro. Anche in Ungheria vennero fatte alcune eccezioni, non tanto estese come in Italia, e gli ebrei battezzati prima dell agosto del 1919 non subirono conseguenze. Alla fine furono simili anche le strategie di risposta ai provvedimenti: l emigrazione, il battesimo, la scoperta dei valori tradizionali dell ebraismo. I provvedimenti antiebraici si presentarono inaspettati, in virtù dell integrazione e dell assimilazione all interno del tessuto sociale. Perciò, dopo l approvazione delle leggi i perseguitati palesarono una diffusa impreparazione. C era l ingenua convinzione che in Italia e in Ungheria non sarebbe potuto accadere ciò che in Germania succedeva da tempo. Si credeva che Mussolini e Horthy, alla fine, non avrebbero accettato una giurisprudenza antisemita e avrebbero difeso gli ebrei. La popolazione ebraica ungherese guardò con attenzione al caso italiano, poiché la sua situazione non era molto differente. I commenti della stampa ebraica in Ungheria Gli organi di stampa ebraici ungheresi Rivista Ebraica, Concordia Nazionale, Uguaglianza, La Vita Ebraica e Passato e Futuro si erano occupati a lungo delle normative antiebraiche promulgate nei vari Paesi. Ma dall inizio del 1938, quando in Italia cominciò la campagna antisemita, concentrarono la loro attenzione sul caso italiano. Per gli ebrei ungheresi, ciò che andava accadendo in Italia rappresentò un vero e proprio trauma dal momento che i circa 47 mila ebrei residenti in Italia sembravano ben integrati e assimilati nel tessuto della società italiana.
3 3 Della violenta campagna antisemita nella penisola cominciò a occuparsi, nel febbraio del 1938, la Concordia Nazionale. Il giornale si diede a elencare sistematicamente le pubblicazioni antisemite che in Italia andavano diffondendosi. Nelle colonne del quotidiano torinese La Stampa comparve un articolo sui Protocolli dei Savi di Sion, Il Regime Fascista chiedeva dalle sue pagine l introduzione del numerus clausus per limitare la partecipazione degli ebrei alla vita pubblica, mentre Il Tevere di Roma poneva sullo stesso piano, in termini ovviamente negativi, democrazia ed ebraismo. 2 Questa campagna antisemita fu accolta dalla popolazione ebraica ungherese con diffidenza. Era noto lo spazio marginale che la comunità ebraica occupava in Italia, così come erano noti i calcoli riportati dal Dottor Giuseppe Wolf, che aveva pubblicato nella Rivista Ebraica i dati tratti dal Lunario Ebraico, secondo cui il numero degli ebrei italiani è molto modesto; paragonato alla popolazione non ebraica è come una goccia nell oceano, come un granello di polvere nel deserto. 3 Il governo italiano negava che in Italia esistesse l antisemitismo. 4 Lo stesso corrispondente da Roma dell Uguaglianza voleva convincere di questo i lettori ungheresi, affermando che gli articoli antiebraici si concentravano solo sul gruppo ebraico antifascista residente all estero, non sugli ebrei indigeni italiani. 5 L Informazione diplomatica, nella nota n. 14 del 16 febbraio 1938, considerava del tutto errata l impressione, diffusasi in certi ambienti stranieri, relativa all avvìo di una politica antisemita da parte del governo italiano. Allo stesso modo evidenziava però che, essendo gli ebrei italiani circa sessantamila su una popolazione di quarantaquattro milioni di abitanti, sarebbe stata doverosa una loro partecipazione alla vita della societá proporzionata alle loro dimensioni. Va da sé che il solo pensare a una proporzione di questo genere introduceva una gravissima discriminazione. Il Duce definì quella nota un capolavoro di propaganda antisemita, mentre gli ambienti ebraici videro in essa la riprova del fatto che il Duce avrebbe voluto evitare di adottare vere e proprie misure antisemite. 6 Gli ambienti ebraici ungheresi avevano dunque fiducia nel comunicato del 16 febbraio 1938 e nella invulnerabilità dei diritti degli ebrei italiani, poiché era stato lo stesso Mussolini a stilare una nota verbale 2 Országos Egyetértés (it.: Concordia Nazionale ), , p Országos Egyetértés, , p Országos Egyetértés, , p Egyenlőség (it.: Uguaglianza ), , p Fausto Coen, Italiani ed ebrei: come eravamo, Marietti, Genova 1989, p. 21 (d ora in poi: Coen, Italiani ed ebrei... )
4 4 dicendo che in Italia non esistevano e non sarebebro esistite leggi razziali. 7 Secondo l Uguaglianza, negli ambienti degli ebrei italiani il comunicato ebbe un effetto inaudito. 8 Per questo, quando nella primavera del 1938 vennero comunicate in Ungheria le prevedibili misure antiebraiche, l ebraismo ungherese citava ancora a esempio l Italia, dove il nazionalismo ardente si accostava alla tolleranza confessionale e a una certa stima per la cultura ebraica: nonostante anche in Italia si volessero predicare brutali princípi antiebraici, lo stesso Mussolini con un comunicato ufficiale aveva respinto questo tentativo. 9 Il testo del Manifesto della Razza venne pubblicato sul Giornale d'italia il 14 luglio del Secondo il Manifesto, gli ebrei italiani non appartengono alla razza italiana. 10 Il Manifesto venne alla luce inizialmente senza firma; solo dodici giorni più tardi comparvero i nomi dei dieci scienziati che ne assunsero la paternità. Anche nei giornali ebraici ungheresi si poterono leggere le tesi del Manifesto con alcune modifiche. Riferendosi al nuovo documento italiano sulla questione della razza, il giornalista dell Uguaglianza parlava di sensazione della settimana scorsa. 11 Quando apparve il Manifesto, la popolazione ebraica ungherese giudicò importante l atteggiamento anche per motivi ungheresi legati a emotività, con riferimento al rispetto particolare sentito verso Mussolini. Dopo la prima guerra mondiale, l Ungheria era stato in Europa il primo Paese a contrastare l emancipazione ebraica, approvando una legge nel 1920 per il numerus clausus, mirante a ridurre il numero degli studenti ebrei nelle università. Per gli studenti ebrei, invece, Mussolini aveva reso possibile la continuazione degli studi. Anche per questo motivo vennero accolte con totale stupore le sue dichiarazioni antiebraiche, e in molti ambienti si ritenne che questa dichiarazione fosse indirizzata all estero. 12 Si persisteva nel confidare nel patriottismo italiano, coltivando la convinzione che la popolazione ebraica continui il suo lavoro patriottico, sebbene non appartenga alla razza italiana. 13 Secondo il giornalista dell Uguaglianza, l assimilazione degli ebrei italiani presentava risvolti negativi, poiché l ebraismo italiano si era quasi totalmente 7 Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Coen, Italiani ed ebrei...p Coen, Italiani ed ebrei...p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p. 6.
5 costo. 17 L estrema destra ungherese seguiva con soddisfazione lo sviluppo delle vicende 5 spappolato, indebolito e decaduto dal punto di vista religioso. 14 Se in seguito alle leggi razziali fosse diminuito il numero dei matrimoni misti, da un punto di vista culturale l ebraismo italiano si sarebbe nuovamente compattato: Qualora in questo campo si verificassero dei cambiamenti, l ebraismo italiano rifiorirebbe. 15 Il 4 agosto 1938 l Uguaglianza dava notizia in prima pagina di un appello solenne rivolto al Duce dagli ebrei d Italia, che richiedavano la sua protezione dalla politica razziale; 16 nella Concordia Nazionale si poteva invece leggere un proclama che i dirigenti degli ebrei italiani pubblicavano sulle pagine dell Israele di Milano, invitando gli ebrei a non perdere il coraggio e a rimanere fedeli all Italia, a ogni italiane. I provvedimenti antisemiti vennero definiti una preparazione di artiglieria, ma si attendevano lo studio vero della questione ebraica. 18 Desideravano la perdita di peso degli ebrei nella sfera economica e nella vita culturale. Diffidiamo dell antisemitismo italiano!, 19 scrisse l Uguaglianza. Nel giornale ufficiale della popolazione ebraica ungherese si sosteneva che in Italia non si sarebbe affermato l antisemitismo profetizzato dagli organi dell estrema destra 20, dal momento che Mussolini nel 1923 aveva aperto le porte dell universitá agli studenti ungheresi [...] e provava a consolarli. 21 Di conseguenza, secondo la stampa ebraica, il capo del governo e il re non avevano tradito la fedele e patriottica popolazione ebraica. 22 In realtà, con le leggi razziali dalle universitá italiane vennero allontanati gli studenti stranieri di razza ebraica, concedendo solo a chi era già iscritto di completare gli studi. Tuttavia il governo italiano non ostacolava la continuazione degli studi degli ebrei ungheresi iscritti nelle universitá italiane. Di conseguenza essi sentivano ancora un attaccamento inflessibile al capo del governo italiano. 23 Secondo la Rivista Ebraica, con questi provvedimenti l Italia voleva dimostrare la sua fedeltá a Hitler. L Agenzia telegrafica ebraica, nel settembre del 1938 spiegava 14 Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Országos Egyetértés, , p Országos Egyetértés, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p. 5.
6 6 che, malgrado le speranze iniziali, nell ambito della popolazione ebraica è immenso il panico. 24 La Carta della Razza fu approvata nella notte tra il 6 e il 7 ottobre del 1938 dal Gran Consiglio del fascismo. Il primo e principale provvedimento che mise in atto le deliberazioni del Gran Consiglio del 6 ottobre fu il decreto legge del 17 novembre 1938: esso vietava i matrimoni di cittadini italiani di razza ariana con persone di altra razza, definì a termini di legge l appartenenza alla razza ebraica, stabilì l esclusione degli ebrei dal servizio militare, dalle cariche pubbliche e da tutte le amministrazioni, e limitò i diritti nell esercizio delle libere professioni. 25 La popolazione ebraica ungherese fu portata a riflettere sulle leggi razziali promulgate in Italia. Il tragico collasso dell ebraismo italiano dimostrava con stupefacente chiarezza che cosa significasse per gli ebrei la vittoria finale dell assimilazione. Il periodico sionista Passato e Futuro indicava le vicende italiane come un esempio terrificante per coloro che sollecitavano l assimilazione degli ebrei e non il lavoro positivo ebraico. 26 Secondo la rivista, le leggi antiebraiche italiane rappresentavano il fiasco totale dell assimilazione. Nell uscire dal ghetto, l ebraismo italiano bruciò dietro di sé ogni ponte con il passato: distrusse quasi totalmente le istituzioni nel cui àmbito, per secoli, si era svolta la vita intellettuale. Il pensiero religioso era stato respinto in secondo piano. E adesso, quant è amara la delusione!, si poteva leggere nell Uguaglianza. 27 Il caso italiano dimostrava come la popolazione ebraica, indipendentemente dal tasso dell assimilazione, potesse diventare vittima dei cambiamenti politici, perché l assimilazione incontra sempre qualche pretesto. 28 Il voltafaccia del fascismo italiano di fronte alla popolazione ebraica non sembrava una mossa ragionevole, anche perché la maggioranza degli ebrei italiani provava simpatia per il fascismo. Per contro, il mutamento d atteggiamento del governo italiano veniva ufficialmente giustificato facendo appello a un presunto contegno antifascista degli ebrei italiani. 24 Egyenlőség, , p Mária Ormos, Nácizmus-fasizmus (it.: Nazismo-fascismo ), Magvető Kiadó, Budapest 1987, p és Mária Ormos, Mussolini, Kossuth Könyvkiadó, Budapest 1987, p Múlt és Jövő, maggio 1938, p Egyenlőség, , p Egyenlőség, , p. 1.
7 7 Secondo la Rivista Ebraica, la svolta razzista non era altro che un atto d ossequio del fascismo nei confronti della politica tedesca. 29 Il Socialismo cercava altre motivazioni in grado di spiegare la vera ragione della politica antisemita italiana. Secondo François Fejt, il famoso storico, tutto traeva origine dalla politica economica e finanziaria del fascismo. Tra i più scontenti v erano commercianti, banchieri, avvocati, intellettuali ebrei. 30 Le leggi razziali italiane, scriveva dunque Fejt, costituiscono una campagna schiacciante contro coloro che elaborano pensieri di opposizione. Questo passo politico vale anche quale diversivo nei confronti delle tensioni sociali. L ebreo fedele non viene rinchiuso lì per lì nella gabbia stretta del razzismo, ma l ebreo scontento è già razza. 31 Coloro che osservavano gli avvenimenti italiani da una prospettiva antifascista non si facevano molte illusioni sul futuro della giurisdizione antiebraica italiana. Percepivano che il fascismo italiano andava seguendo formule, creando ostacoli ideologici, ma procedeva in modo calcolato, senza nulla concedere alla sfera emotiva 32 La giurisdizione razzista era, secondo il Socialismo, un gioco circense, indelicato, ideato a mente fredda. 33 Ovviamente restava la speranza che nella cavalleresca dittatura di Mussolini la messa in atto dei provvedimenti antiebraici sarebbe stata vaga. I giornali ebraici ungheresi scrissero della sorte della popolazione ebraica italiana anche dopo la concreta applicazione delle leggi razziali. Il Passato e Futuro scriveva nel maggio del 1939 che l ebraismo italiano era ridotto al collasso. 34 La maggioranza degli ebrei cercò la maniera per sfuggire alla campagna persecutoria attraverso l emigrazione, ma con lo scoppio della guerra l espatrio diventava via via più difficile, se non impossibile; e inoltre, da un punto di vista emotivo costituiva una scelta dolorosissima. Coloro che non potevano o non volevano lasciare il Paese tentarono di salvarsi con il battesimo, pensando che il battesimo avrebbe aperto davanti a loro il Paradiso della discendenza ariana. 35 Il giornale giudicava il battesimo un onta inaccettabile e irragionevole, definendolo un passo tragico, con cui gli ebrei 29 Zsidó Szemle (it: Rivista Ebraica ), , p Szocializmus (it.: Socialismo ), 9-10./1938, p Szocializmus, 9-10./1938, p Szocializmus, 9-10./1938, p Szocializmus, 9-10./1938, p Múlt és Jövő, maggio 1939, p Múlt és Jövő, maggio 1939, p. 148.
8 8 avrebbero tradito la loro ereditá 36. Le strategie di fuga erano più o meno le stesse anche in Ungheria. Messi sotto il torchio della persecuzione razziale, sia in Ungheria che in Italia gli ebrei dovettero rendersi conto con amarezza che l assimilazione costituiva una prospettiva fragile, tanto più in quanto non li poneva al riparo dall eventialità che l antisemitismo riprendesse vigore in qualsiasi momento. Bibliografia Fausto Coen, Italiani ed ebrei: come eravamo, Marietti, Genova Mária Ormos, Mussolini, Kossuth Könyvkiadó, Budapest Mária Ormos, Budapest Nácizmus-fasizmus, (it.: Nazismo-fascismo ), Magvet Kiadó, Egyenl ség (it.: Uguaglianza ), Múlt és Jöv (it.: Passato e Futuro ), maggio Országos Egyetértés (it.: Concordia Nazionale ), Szocializmus (it.: Socialismo ), 9-10./1938. Zsidó Szemle (it.: Rivista Ebraica ), Múlt és Jövő, maggio 1939, p. 148.
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