20/02/2015 AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA. Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
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- Michela Ferro
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2 AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA
3 Bambini rinunciatari, che si tirano indietro e rifiutano di affrontare compiti a loro assegnati in contesti scolastici, sportivi, familiari; bambini che idealizzano adulti o coetanei attribuendo loro qualità eccessive; bambini che si isolano in contesti sociali e che durante i giochi e i disegni mettono in scena aspetti di disprezzo e svalutazione, o, al contrario, bambini che assumono atteggiamenti aggressivi ed apparentemente spavaldi, da bullo : tutti campanelli d allarme che segnalano un problema di autostima.
4 a volte i genitori stessi hanno una bassa autostima e sono insicuri; altre volte, seppur amorevoli, non riescono a sintonizzarsi sugli effettivi bisogni del bambino, alimentando uno stato di sfiducia in sé e nelle proprie capacità; altre ancora sono eccessivamente perfezionisti ed hanno aspettative irrealistiche circa le prestazioni del bambino.
5 si coltiva da piccoli il bambino non è un loro prolungamento quale sia stato il loro passato (che infanzia hanno avuto, come sono stati i loro genitori, da quali insicurezza sono mossi caratteristiche comportamentali che si affermano nella prima infanzia (è entro i 6 anni, infatti, che la personalità si costruisce e si forma) potrebbero sfociare verso i 12, anni con il risveglio che segue al cosiddetto periodo di latenza, nei problemi e nei disturbi dell'adolescenza. Un bambino privo di autostima, che non crede nelle sue potenzialità, potrebbe diventare un adulto depresso, incapace di adeguarsi alle regole della società e di realizzarsi come persona, desideroso solo di farsi del male e di fare del male a coloro che lo circondano. Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
6 La stima di sé è l'arma fondamentale per riuscire nella vita e si costruisce principalmente durante l'infanzia. la mancanza di autostima il maggior freno allo sviluppo e all espressione delle proprie capacità. Necessario aiuto genitori per crescere sano, forte, equilibrato
7 PROBLEMI RELAZIONALI TENDENZA ALL INSUCCESSO INSICUREZZA E BISOGNO DEGLI ALTRI MANCANZA DI OBIETTIVI PROBLEMI CON SE STESSI E CON GLI ALTRI CONTINUA RICHIESTA DI CONFERME ANSIA PRESTAZIONALE
8 Ha una postura rigida Evita il contatto visivo Osserva da fuori i giochi di gruppo Ha una gamma piuttosto piatta di emozioni Manca spesso da scuola Viene facilmente influenzato dai compagni Si lamenta di sintomi fisici Sta vicino agli adulti durante la ricreazione
9 1. Conoscenza di sé - sviluppo di un senso di sicurezza su chi sono io - comprensione delle differenze e delle somiglianze 2. Il Sé e gli altri - conoscenza di come funzionano le relazioni - comprensione delle difficoltà proprie delle relazioni - consapevolezza delle proprie emozioni e di come esprimerle
10 3. Accettazione di sé - essere consapevoli dei propri punti di forza - accettare il fatto che fare degli errori è una cosa naturale - sentirsi adeguati rispetto alla propria immagine corporea 4. Autonomia - sapere come prendersi cura di sé - credere di avere il controllo della propria vita - saper valutare il proprio grado di indipendenza e automotivazione
11 5. Espressione di sé - comprensione del modo in cui comunichiamo l uno con l altro - imparare a decifrare i segnali che vanno oltre le parole - riconoscere e apprezzare il modo unico in cui ciascuno di noi si esprime 6. Fiducia in se stessi - consapevolezza che ognuno ha il diritto di essere se stesso e che ognuno ha il suo valore - sviluppare un approccio creativo alla soluzione dei problemi e avere fiducia nelle proprie abilità
12 7. Consapevolezza di sé - capacità di restare centrati sul presente - porsi obiettivi stimolanti ma realistici - capire che il cambiamento è una parte naturale della propria vita
13 Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
14 Per evitare che si scoraggi, se l obiettivo è impegnativo si può aiutare il bambino a tagliare il traguardo attraverso alcune tappe. Per rafforzare la memoria dei può essere utile creare un sul quale annotarne uno ogni settimana perché sia immediatamente visibile. Non aggredirlo immediatamente se sbaglia svolgendo un compito. Invece, è meglio prima complimentarsi per aver assolto al suo compito, e poi dirgli che però sarebbe stato meglio se. Usa la : un complimento, una critica, un complimento ( Grazie per avermi aiutato, ma non hai ancora sistemato camera tua. Ah, dimenticavo: ancora bravo per ).
15 «Ho fiducia in te, ce la farai!» + incarichi Aiuta il bambino a rialzarsi. Nella vita un fallimento può sempre capitare, alla lunga gli sforzi vengono comunque ricompensati. Fai dei complimenti ma senza sovrastimare le sue capacità Ascoltare le sue passioni e le sue attitudini
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17 Ricordategli i suoi successi, soprattutto nei momenti di sconforto, bisogna aiutarlo a ricordare i suoi successi, anche i più piccoli, anche quelli che sembrano insignificanti, Non sottolineare sempre l errore Da grande la sindrome dell impostore : tutti i propri fallimenti diventano normali, tutti i successi altrui anormali (poiché vengono imputati alla fortuna, all azzardo, a un intervento esterno ). ricordare al bambino i successi passati, diventano il fondamento per quelli futuri
18 Una forte autostima è alla base del futuro di ogni bambino perché gli consente di provare e di sperimentare per conto suo, prendendo decisioni, apprendendo dai propri errori, imparando ad affrontare le sfide della vita invece di fuggire, ad essere resiliente (termine usato in psicologia, che indica la capacità di far fronte in modo positivo agli eventi traumatici, riorganizzandosi per fronteggiare le difficoltà). In una parola, l autostima è fondamentale per aiutare un bambino a crescere.
19 POCHI CONCETTI MA CHIARI Con i bambini non bisogna fare discorsi troppo lunghi, ma fare riferimento solo all argomento di cui si vuol parlare, senza girarci troppo intorno, se no rischiano di entrare in confusione. Poche cose, chiare, circoscritte e vere, altrimenti il messaggio che arriva è talmente generico che non solo non capiscono cosa ci aspettiamo da loro o cosa devono fare, ma non facendo nulla proveranno un senso di inadeguatezza.
20 DIMOSTRAGLI IL TUO AFFETTO I bambini hanno bisogno di sentirsi accettati e amati. Non lesiniamo le dimostrazioni di affetto e facciamo capire loro che li amiamo. Come? Con il contatto fisico, che è per loro la più importante forma di comunicazione. Soprattutto se sono stati separati da noi per un certo tempo (ad esempio dopo la scuola), non perdiamo l occasione per abbracciarli e coccolarli: sentirsi amati fa crescere i bambini più sereni e sicuri di sé.
21 ELOGIA LO SFORZO ANCHE SE IL RISULTATO... Se gli affidiamo un compito e lui cerca di svolgerlo al meglio delle sue possibilità, elogiamo il suo sforzo. Sia a casa che a scuola bisogna cercare di premiare più gli sforzi che non il risultato, valorizzare più il miglioramento che non la perfezione.
22 NON SOSTITUIRTI MAI A LUI Va bene aiutare, accompagnare, sostenere il bambino, ma non ci sostituiamo a lui, perché deve avere la possibilità di sperimentare e di sbagliare. Prendiamo ad esempio i compiti: non bisogna farli al posto suo, ma è giusto lasciarlo anche libero di sbagliare. E se prende un voto brutto, pazienza: un voto tutto suo è sempre meglio di un voto preso in comproprietà. Altrimenti non diventerà mai autonomo e non acquisirà mai la consapevolezza di potercela fare da solo.
23 SII CONVINTA DI QUELLO CHE DICI Quando parliamo, facciamo attenzione non solo a quel che diciamo, ma a come lo diciamo, ad esempio attraverso la mimica o la postura. È necessario che non ci sia contraddizione tra il canale verbale e il non verbale, perché più sono piccoli, più i bambini recepiscono prevalentemente il secondo aspetto. Ecco perché bisogna essere convinti di quel che si dice, altrimenti si crea confusione e il bambino percepisce quasi un inganno da parte nostra.
24 ATTACCA L'ERRORE NON IL BAMBINO È fondamentale che il bambino impari a separare quel che fa da quel che è. Se commette qualcosa di sbagliato, non è lui sbagliato. Per questo se ad esempio rompe un bicchiere non bisogna dirgli: Sei un disaastro! perché in tal modo si colpisce la sua persona. Meglio dirgli: Hai fatto un pasticcio! limitandosi a rimproverarlo per quello che ha fatto. Allo stesso modo, è sbagliato dire: Non sei capace di fare, meglio: Non hai ancora imparato a capire come si fa. Non bisogna punire il bambino, ma il suo errore.
25 SE SBAGLI TU, AMMETTILO Se il genitore si rende conto che un rimprovero è stato eccessivo o che ha preso una svista, deve avere il coraggio di ammetterlo. A volte si ha paura di sembrare deboli o di perdere la propria credibilità, ma chiedere scusa non è abbassare la guardia, è un atto di umiltà, che aiuta il bambino a capire che se si sbaglia si può rimediare senza sentirsi sbagliati - ed anche noi grandi non siamo invulnerabili o perfetti. Se poi un giorno siamo nervosi per motivi nostri, meglio dirlo a priori, se no il bambino, che crede di essere sempre al centro del mondo, si colpevolizza, senza sapere che mamma e papà possono avere tanti altri problemi.
26 NON RIVANGARE IL PASSATO Se un comportamento non va bene bisogna dirglielo, certo, ma non è necessario rivangare il passato. Inutile ricordare al bambino che anche altre volte ha commesso quel determinato errore: probabilmente non se lo ricorda, comincia a fare domande per capire a cosa ci riferiamo e nel frattempo si perde di vista il qui e ora. Se dobbiamo rimproverarlo per situazioni presenti, non cerchiamo collegamenti con situazioni passate: è inutile se non controproducente.
27 Aiutare i bambini a usare la loro immaginazione I bambini con bassa autostima possiedono delle immagini interiori negative
28 Dedicare tempo Avere fiducia Accettare Rispettare Festeggiare i buoni risultati Fare delle lodi in generale Risolvere assieme i problemi Incoraggiare Lodare Assegnare delle responsabilità
29 Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
30 Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
31 Corsi di condivisione Genitori - Dott.ssa Silvia D'Alessandro
32 GRAZIE!! Silvia D Alessandro
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