IN FAMIGLIA. educazione e integrazione. Famiglie con figli con SD vs. famiglie con figli con altre. meno stressate e meno pessimiste
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- Giovanni Colucci
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1 IN FAMIGLIA Ambiente familiare luogo privilegiato di educazione e integrazione Famiglie con figli con SD vs. famiglie con figli con altre sindromi (Krauss et al., 1989; Dyckens ey al., 2000; Vianello, Bonati, Lanfranchi, Moalli meno stressate e meno pessimiste Moalli 2003): maggior soddisfazione nella percezione di aiuto sociale ricevuto Molto simili a gruppo normodotati, tranne che per: - genitori di bambini SD più condizionati dai figli - figlio disabile accentua difficoltà,, ma aumenta coesione
2 IN FAMIGLIA Buon counselling genitori buoni educatori senza correre rischi (come iper-responsabilizzazione) (Vianello, Moniga,, Mega et al. 1997) MOMENTO DELLA DIAGNOSI reazioni immediate dipendenti da vari fattori: Conoscenza della sindrome; Tendenza personale a manifestare/contenere proprie emozioni; Gioco delle parti ; Età genitori; Professione e cultura personale; Condizione economica. reazioni profonde molto intense e sconvolgenti, vanno affrontate ed elaborate attraverso un counselling prolungato
3 IN FAMIGLIA INTERAZIONE SOCIALE NEI PRIMI ANNI DI VITA 0-4 mesi: comprendere esigenze e ritmi del b., armonizzarli con le richieste dell'ambiente; motivazione a conoscere stimolata dal rapporto sociale bambino/adulto ( 0-2 mesi nei normodotati) 3-5 mesi: attenzione al mondo esterno, alle altre persone; basi per attenzione congiunta, sensibilità nelle situazioni vis-à-vis ( 2-4 mesi nei normodotati); adulto deve stabilire e mantenere in modo armonico i contatti con il b.
4 INTERAZIONE SOCIALE NEI PRIMI ANNI DI VITA 6-12 mesi: relazione arricchita dall'uso degli oggetti ( 5-7 mesi nei normodotati); riconoscimento persone familiari, attaccamento ( 8-12 mesi nei nomodot.) mesi: maggior intenzionalità nelle azioni del b.; adulto dovrebbe essere attento e disponibile ai segnali del b., avviare interazioni ricche ( 8-12 mesi nei normodotati) Gli interventi non devono essere troppo intrusivi e passivizzanti (Zigler e Bennet-Gates, 1999)
5 INTERAZIONE SOCIALE NEI PRIMI ANNI DI VITA mesi: prime parole, uso del pensiero nelle interazioni; comportamento guidato dalle richieste verbali dell'adulto; interiorizzazione del linguaggio ( a partire dai 18 mesi nei normodotati)
6 INTERVENTI EDUCATIVI DA PARTE DEI GENITORI NEI PRIMI 6 ANNI DI VITA Rinforzare le autonomie di base: Autonomia alimentare, buone abitudini a tavola Uso del pannolino e del gabinetto Igiene personale Riposare e dormire Vestirsi da solo
7 IN FAMIGLIA DAI 6 AGLI 11 ANNI Foto da: Discrepanze tra EC ed EM Prestazioni cognitive, linguistiche, emotive, sociali e comportamentali simili a quelle di bni di 3-5 anni in meno Temi educativi fondamentali simili a quelli per bambini di 3-6 anni,, ma diverso è il contesto familiare e scolastico! Cruciale la COLLABORAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA,, in genere molto complessa, difficile trovare consenso nelle aspettative.
8 IN FAMIGLIA ADOLESCENZA COMPITI DI SVILUPPO 1. Conoscere e accettare il proprio corpo: aiutarli ad aver cura del proprio corpo e dell'abbigliamento, favorendo il massimo dell'autonomia 2. Saper gestire i ruoli connessi con il proprio genere 3. Saper gestire problematiche legate alla sessualità: problemi relazionali per una minoranza (Zambon Hobart 2001).. Masturbazione evitare inibizioni, insegnare la privacy
9 ADOLESCENZA 4. Conseguimento dell'autonomia psicologica nei confronti dell'adulto: : favorire il massimo possibile di autonomia A. Contardi (2001), 5 aree cruciali per l'autonomia esterna: Comunicazione Orientamento Comportamento stradale Uso del denaro Uso dei negozi e dei servizi Corsi triennali di autonomia presso Associazione Bambini Down di Roma: : risultati dimostrano efficacia
10 ADOLESCENZA 5. Progressiva definizione di una filosofia di vita: non ostacolare le scelte personali, le prese di posizione; cambiano gli interessi, favorire l'uscire con gli amici.
11 ETÀ ADULTA In aumento situazioni in cui più persone disabili condividono stesso appartamento. Situazione privilegiata nella SD è quella di chi ha un lavoro e una vita sociale extra-lavorativa. Problemi nuovi: Il rapporto di coppia e la soddisfazione del bisogno di intimità Rischi del morbo di Alzheimer: spesso unica soluzione è il ricovero in strutture ospedaliere. Foto da:
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