IL PROFILO DEI VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE ITALIANO SINTESI

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1 Partner in charge of report CIVIL SERVICE APPRENTISHIP Convenzione No I/04/B/PP IL PROFILO DEI VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE ITALIANO SINTESI Partnership Projectleader This project has been funded with support from the European Commission. This publication/communication reflects the views only of the author, the European Commission, Directorate-General Education and Culture cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein. Non-commercial reproduction authorised, subject to acknowledgement of source.

2 Questa indagine si colloca nell ambito della terza azione del progetto L apprendimento non formale nel servizio civile volontario e/o sostitutivo: sviluppo di un modello prototipale finalizzato a promuovere l occupabilità e l inserimento nel mondo del lavoro - CIVIL SERVICE APPRENTISHIP C.S.A., che vede come capofila il Cenasca Cisl e partner italiani ERIFO e CESFOR; mentre i partner transnazionali sono: CECE per la Spagna EPA 21 st CENTURY per la Bulgaria e EVC per l Olanda.

3 E da evidenziare che in tutti i paesi partner del progetto, gli obblighi di leva ad oggi risultano sospesi e con essi anche il servizio civile sostitutivo. Solo in Italia, è istituito un servizio civile volontario (legge n. 64 del 2001), indipendente dagli obblighi di leva e autonomo rispetto al volontariato tout court. Negli altri paesi partner del progetto, il servizio civile si configura come un attività pro-sociale e solidaristica regolamentata nell ambito delle attività di volontariato. Nonostante tale disomogeneità dei contesti, si sottolinea come l elemento che accomuna il servizio civile volontario italiano e l attività pro-sociale e solidaristica realizzata negli altri Paesi partner è data dal fatto che in entrambi i casi è svolta in organizzazioni noprofit del terzo settore

4 L indagine presentata in questa sede è stata condotta nell ambito della sperimentazione del sistema di monitoraggio, esclusivamente in Italia e su un campione di 108 volontari in servizio civile presso strutture del capofila Cenasca-Cisl o di altre organizzazioni collegate alla CISL. La rilevazione è stata effettuata mediante questionario auto-compilato con la supervisione di un ricercatore, nei mesi compresi tra novembre 2005 e maggio Il Cenasca-cisl ha curato la rilevazione, mentre il partner E.RI.FO. l analisi dei risultati presentata in questa sede.

5 LE CARATTERISTICHE DEI VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Un universo tendenzialmente femminile che sempre più apre le porte agli uomini. L età media è all incirca pari a 24 anni. Si tratta in prevalenza di giovani studenti, impegnati in percorsi formativi umanistici e animati da un bisogno di crescita culturale. Frequentemente il volontario italiano arriva al servizio civile con all attivo una precedente esperienza lavorativa. Sebbene si tratti di un esperienza precaria e transitoria, in un caso su tre risulta coerente con il percorso formativo intrapreso. Il volontario è tendenzialmente un giovane che ritiene che dalla scuola abbia ricevuto molto, anche se è spesso critico rispetto alla eccessiva astrattezza della formazione ricevuta.

6 Un giovane sostanzialmente alla ricerca di una stabilità lavorativa, fortemente motivato a potenziare le proprie competenze. Nel servizio civile ravvisa una opportunità di crescita individuale e di avvicinamento al mondo del lavoro. E però timoroso di sprecare il proprio tempo in questa esperienza. Vorrebbe perciò un mentor, che lo affiancasse nell attività di servizio con continui stimoli, tali da favorire l acquisizione di nuove competenze. Desidera un lavoro sicuro ma di alta qualità relazionale. Nel lavoro non cerca prestigio sociale, né potere decisionale.

7 L identikit del volontario italiano se in generale delinea un profilo giovanile rassicurante, un po sognatore, interessato alla propria crescita professionale e culturale anche se un po timoroso del futuro, visto attraverso una lente di ingrandimento si frantuma in tre universi.

8 I volitivi, gruppo più numeroso (48.0%) che ha un approccio esplorativo e costruttivo rispetto all esperienza del servizio civile, nonché un vissuto sostanzialmente gratificante del percorso formativo e lavorativo realizzato. Questo gruppo è quello che racchiude in misura maggiore i tratti dell identikit generale. I critici, gruppo di intermedia ampiezza (32.0%) che tende a rielaborare in maniera critica le esperienze affrontate e a dimostrare un atteggiamento di chiusura e scetticismo nei confronti delle novità, nonché manifesta numerosi timori nei confronti del futuro. Gli anodini, gruppo meno numeroso (20.0%), che preferisce non esprimere giudizi e valutazioni, manifestando un atteggiamento che potrebbe essere interpretato come una scarsa disponibilità alla collaborazione e un contenuto interesse per l esperienza in corso ed i suoi potenziali sviluppi evolutivi.

9 I risultati dell analisi dei gruppi consentono di affermare che la giovane età tende a coniugarsi con una maggiore apertura ed entusiasmo nei confronti dell esperienza del Servizio Civile Volontario; mentre un età più avanzata acuisce l insorgere di un atteggiamento critico o di un frenato interesse nei confronti di tale esperienza. L aver già sperimentato, seppure in modo precario, l inserimento lavorativo tende a smorzare l entusiasmo ed il coinvolgimento del giovane nelle attività connesse al servizio.

10 I gruppi individuati si caratterizzano per una specifica motivazione sottesa alla scelta del servizio civile: i critici risultano motivati soprattutto dal desiderio di acquisire nuove conoscenze ed abilità (46%; scarto dalla media +6.3), rivelando nuovamente un forte desiderio di apprendere ed capitalizzare le esperienze in senso formativo gli anodini sembrano motivati, in misura sensibilmente superiore alla media, all acquisizione di competenze professionali (21.7%; scarto dalla media +8.2), confermando il carattere pragmatico del gruppo; i volitivi appaiono orientati a valorizzare l esperienza ai fini formativi ma anche, in misura sensibilmente superiore alla media, per favorire una crescita e un arricchimento personale (rispettivamente 17.5%; scarto dalla media +4.9 e 6.7%; scarto dalla media +2.4).

11 Si può dunque affermare che il filo conduttore delle motivazioni che spingono i giovani al servizio civile volontario è a carattere individualistico e abbastanza distante dalle motivazioni cui si ispira l istituto italiano(legge n. 64 del 2001).

12 Nonostante il generale fraintendimento della finalità dell istituto, tra i volontari convivono tre approcci differenti rispetto all esperienza: un orientamento volto all ottenimento di vantaggi di natura pratica, soprattutto ai fini dell inserimento lavorativo, tipico degli anodini; un approccio teso al perseguimento della propria crescita personale e culturale, diffuso prevalentemente tra i critici; una propensione a valorizzare le opportunità di confronto e di scambio interpersonale insite nelle esperienze lavorative, più frequente tra i volitivi.

13 Questi dati evidenziano dunque, per il contesto italiano, la necessità di procedure di selezione dei volontari più attente alle motivazioni sottese alla scelta del servizio, ma sollecitano anche una parziale rivisitazione delle finalità dell istituto verso un potenziamento della centralità della formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani (legge n. 64 del comma e) dell art.1).

14 Da ciò ne discende l esigenza favorire la presa di coscienza da parte degli enti gestori del servizio ma soprattutto da parte della Consulta nazionale per il servizio civile[1] circa le aspettative dei giovani volontari e soprattutto in ordine alla centralità che dovrebbe o potrebbe assumere la formazione anche professionale nell esperienza del servizio civile nazionale. [1] La Consulta Nazionale per il Servizio Civile (Consulta) è stata istituita presso l Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) con legge 8 luglio 1998 n 230 quale "organismo permanente di consultazione, riferimento e confronto per il medesimo Ufficio". Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con proprio decreto (DPCM), disciplina l'organizzazione e l'attività della Consulta, nomina i componenti e stabilisce la durata dell'incarico che è, di norma, triennale

15 Alla presa di coscienza dovrà, infine, affiancarsi un impegno da parte degli enti gestori del servizio nella formazione dei tutor di progetto, soprattutto per quanto attiene alla capacità di trasferire conoscenze e competenze atte a potenziare la crescita culturale, sociale e professionale dei giovani.

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