La Promozione della Salute come strategia di intervento territoriale
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- Angelo Bernardi
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1 La Promozione della Salute come strategia di intervento territoriale Assistente Sanitaria Giuliana Faccini Referente Regionale Antifumo SPISAL Dipartimento di Prevenzione Az ULSS 21
2 Di cosa parleremo Premessa epidemiologica Approccio al fenomeno tabagismo secondo le strategie della Promozione della Salute Le attività nel nostro territorio
3 Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie ATTIVITÀ PER LA PREVENZIONE DEL TABAGISMO RAPPORTO 2009 nel nostro Paese il fumo attivo è la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle alle morti all anno Oltre il 25% di questi decessi ècompreso tra i 35 ed i 65 anni di età FINALITA Prevenire le malattie cronico-degenerative riconducibili al fumo di tabacco con conseguente riduzione della morbosità e mortalità correlate
4 Persone di 15 anni e piùche fumano abitualmente: Veneto - Italia ISTAT 2009 Totale > 14 a 23% M 29,5% F 17%
5 Giovani e giovanissimi Giovani di anni e piùche fumano abitualmente: Veneto - Italia
6 Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie ATTIVITÀPER LA PREVENZIONE DEL TABAGISMO RAPPORTO 2009 La prevenzione e la cura del tabagismo sono essenziali per migliorare la salute pubblica. Agire efficacemente contro il tabagismo e ottenere risultati è, tuttavia, un compito complesso, che richiede un grande impegno e lo sviluppo di politiche ed interventi in ambiti diversi da quello strettamente sanitario ( ) ènecessario un approccio che tenga conto delle implicazioni sociali, culturali, ambientali del problema fumo e che richiede cooperazione e coordinamento con numerosi soggetti e diverse Istituzioni/Amministrazioni.
7 17-21 Novembre 1986 I Conf Intern Prom Salute Carta di Ottawa Documento fondativo della Promozione della Salute 1986 La salute è.. una risorsa che va costruita e vissuta in diversi ambiti della vita quotidiana: nei luoghi dove si studia, si lavora, si gioca, si ama presuppone un coinvolgimento attivo delle persone
8 1986 Carta di Ottawa Promozione della Salute èil processo che mette in grado le persone di acquisire un maggior controllo sulla propria salute e migliorarla Significa mettere in atto 5 azioni strategiche. Carta di Ottawa, OMS 1986
9 Carta di Ottawa Azioni strategiche 1-Costruire una politica che favorisca la salute (=Costruire una politica che favorisca un ambiente libero dal fumo) Questo significa far mettere nell agenda politica il problema tabacco considerandolo da una visuale più ampia e non solo sanitaria in senso stretto Significa attivarsi su diversi fronti combinando azioni complementari quali : legislazione su ambienti liberi dal fumo misure fiscali tassazione sigarette ecc.
10 Carta di Ottawa Azioni strategiche 2 Creare ambienti favorevoli alla salute (=Creare ambienti liberi dal fumo) Ospedali e Servizi Sanitari devono essere i primi a dare il buon esempio di ambienti liberi dal fumo e intraprendere azioni perché altri ambienti lo siano: scuole, luoghi di lavoro, luoghi di svago (bar, ristoranti ) e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità.
11 AUSTRALIA
12 AUSTRALIA
13 GRECIA 2009
14
15 Carta di Ottawa Azioni strategiche 3 Rafforzare l azione della comunità Sensibilizzare la comunità sul problema fumo e creare partnership con attori importanti della comunità
16 Carta di Ottawa Azioni strategiche 4 Sviluppare le attitudini personali (=sullo staff e sui pazienti) (= sulla popolazione generale) La promozione della salute favorisce lo sviluppo individuale e sociale, offrendo informazioni e curando l aspetto educativo. E essenziale mettere in grado le persone di acquisire abilità e competenze utili per fare scelte favorevoli alla salute. Interventi sia sullo staff (metterlo in grado di lavorare con i pazienti) di educazione alla salute sui pazienti interventi sulla popolazione in generale, in particolare sulle giovani generazioni ruolo di tutti gli operatori sanitari ruolo del Medico di Medicina Generale e dei Pediatri
17 Carta di Ottawa Azioni strategiche 5 Riorientarei servizi sanitari Non solo diagnosi e cura ma anche promozione della salute (es. sostenere azioni di lotta al tabagismo). modifica dell atteggiamento e dell organizzazione dei servizi sanitari, che devono ricalibrarela loro attenzione sui bisogni dell individuo visto nella sua interezza
18 Il tabagismo èun fenomeno complesso che va considerato da vari punti di vista socio - culturale stile di vita diffuso e socialmente tollerato medico psicologico igienistico -legale fattore di rischio per malattie correlate e dipendenza patologica inquinante ambientale sottoposto a norme di divieto a tutela della salute collettiva approccio globale
19 L impegno della Regione Veneto Fin dagli anni 90 Più organicitàdal 2003 con specifico piano deliberativo: Programma di prevenzione delle patologie fumo correlate: piano strategico Interventi inquattro aree con l obiettivo di promuovere un approccio complessivo e integrato al fenomeno del fumo di tabacco. prevenzione del fumo di sigaretta tra gli adolescenti disassuefazione dal fumo controllo del fumo passivo attivitàdi sorveglianza, monitoraggio, ricerca e valutazione
20 L impegno del Dipartimento di Prevenzione dell ULSS 21 Cosa abbiamo fatto 1. PREVENZIONE DEL FUMO DI SIGARETTA TRA GLI ADOLESCENTI Progetti mirati a incrementare nei ragazzi la consapevolezza delle proprie emozioni e reazioni rispetto alla sperimentazione del fumo di sigaretta e fare in modo che acquisissero le abilità necessarie a fronteggiare le difficoltà che si possono incontrare in famiglia, a scuola, nel gruppo dei pari
21 cosa vorremmo continuare a fare 1. PREVENZIONE DEL FUMO DI SIGARETTA TRA GLI ADOLESCENTI PROPORRE PROGRAMMI DI BUONA PRATICA Percorsi educativi per gli studenti mirati a modificare conoscenze e atteggiamenti e sviluppare competenze comportamentali relative al fumo di sigaretta e ai comportamenti a rischio Interventi di verifica sulla reale applicazione del divieto di fumo nelle strutture scolastiche, promuovendo l estensione del divieto alle pertinenze e una cultura libera dal fumo Promozione della salute
22 Cosa abbiamo fatto 2. DISASSUEFAZIONE Corsi intensivi per smettere di fumare -Fase intensiva e di mantenimento - approccio cognitivo comportamentale (motivazione personale, riflessione critica, attivazione risorse personali, adozione stile di vita salutare) Dal 1999 al 2007 : 16 corsi 664 persone Followup a 12 mesi: media astinenti > 50%
23 2. DISASSUEFAZIONE - formazione Medici di Medicina Generale (2003 e 2005) apprendere metodologie di approccio al paziente per motivarlo nel percorso di disassuefazione al fumo Personale infermieristico Acquisire tecniche di counseligbreve antitabagico
24 cosa vorremmo continuare a fare 2. DISASSUEFAZIONE Corsi intensivi per smettere di fumare Corsi per smettere di fumare??
25 Cosa abbiamo fatto 2. DISASSUEFAZIONE 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO (ambienti di vita) Progetto Regionale Mamme libere dal fumo Formazione Ostetriche - counsellig breve antitabagico Aiutare le mamme fumatrici a smettere di fumare Proteggere i nascituri e i neonati dal fumo
26 cosa vorremmo continuare a fare 2. DISASSUEFAZIONE 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO Progetto Nazionale Mamme libere dal fumo Aiutare le mamme fumatrici a smettere di fumare Proteggere i nascituri e i neonati dal fumo C è è una nuova vita c èpiù vita senza tabacco! Mamme libere dal fumo, Sbrogiò L., MichielettoF., PadovanM., SpillerV., 2008
27 MAMME LIBERE DAL FUMO Mamme libere dal fumo, SbrogiòL., MichielettoF., Padovan M., Spiller V., 2009
28 Cosa abbiamo fatto e continueremo a fare 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO (negli ambienti di vita e di lavoro) Sorveglianza Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro Servizio Igiene e Sanità Pubblica Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione
29 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO 1- Consulenza S P S A L Aziende libere dal fumo Sensibilizzare i datori di lavoro e figure della prevenzione (rspp, rls, mc) a scelte di politica aziendale orientate ad ambienti lavorativi liberi dal fumo 2- Sorveglianza Sull applicazione della normativa in materia di fumo
30 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO S I S P 1- Studi epidemiologici (regionali) Rilevazione fumo passivo in auto (ambiente di vita) 2- Sorveglianza e consulenza Sull applicazione della normativa in materia di fumo nelle strutture sanitarie
31 3. CONTROLLO FUMO PASSIVO S I A N - Sorveglianza e consulenza Sull applicazione della normativa materia di fumo nei locali pubblici (bar ristoranti, pizzerie )
32 DPCM 4 maggio 2007 Un programma d azione condiviso e coordinato per contrastare i quattro principali fattori di rischio di malattie croniche nel nostro paese inattività fisica, scorretta alimentazione, alcol e tabacco Una strategia per promuovere la salute come bene collettivo con integrazione tra le azioni che competono alla collettività e quelle che sono responsabilità dei singoli
33 Grazie per la vostra attenzione
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