SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO:
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- Luciana Piccinini
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1 AGENZIA DELLA CGIL VENETO fondata da Marco Masi VENETOLAVORO Agenzia della CGIL del Veneto Anno XIV n. 9 del 7 marzo Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 9 del..9 Redazione via Peschiera 7 Mestre VE veneto.lavoro@veneto.cgil.it - Stampa CPSS Mestre Venezia VENERDÌ MARZO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO: MANIFESTAZIONE REGIONALE A VENEZIA DELLA SCUOLA, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA PARTECIPANO DELEGAZIONI DI STUDENTI CORTEO: DA PIAZZALE ROMA (ORE 9,) A CAMPO S. GEREMIA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA DEGLI ALTRI COMPARTI PUBBLICI DAL VENETO UN TRENO SPECIALE E PULLMAN PORTERANNO ALLA MANIFESTAZIONE. LAVORATORI In corteo saranno visibili dalle fascette gialle: lavoratori senza contratto predisposte da CGIL CISL UIL di categoria FERMI per l'intera giornata SANITÀ (dai medici, agli infermieri, ai tecnici sanitari, agli amministrativi, ai dipendenti Arpav) ENTI LOCALI (Regione, Comuni, Province, Comunità Montane, Camere di Commercio, Ipab, Case di Riposo) AGENZIE FISCALI STATALI VIGILI DEL FUOCO ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI (Inps, Inail, ecc) SCUOLA (dai docenti ai non docenti) - UNIVERSITÀ - RICERCA PER il rinnovo dei contratti e lo stanziamento delle risorse necessarie al pieno recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni; impedire lo smantellamento delle amministrazioni pubbliche con privatizzazioni ed esternalizzazione di servizi essenziali; contrastare la politica di blocco delle assunzioni, di precarizzazione del lavoro, di taglio agli organici; una politica di investimenti per la scuola pubblica ed un adeguato finanziamento di Università, Enti di Ricerca, Accademie e Conservatori; le immissioni in ruolo nella scuola e la salvaguardia degli organici dai devastanti effetti della legge Moratti; la garanzia del carattere nazionale del sistema dell'istruzione contro ogni deriva regionalista; ribadire il NO alla L. / e fermare le riforme del governo che mettono in discussione il ruolo pubblico ed il fine istituzionale del sistema dell'università, della Ricerca e dell'alta Formazione
2 giovedì 7 marzo VENETOLAVORO TRASPORTI: TUTTO QUELLO CHE NON VA E CHE VA FATTO NEL VENETO Gravato da vecchie e nuove inefficienze di sistema, ingabbiato da una politica di corte vedute inadeguata a rispondere ad una domanda in crescita esponenziale, il sistema dei trasporti, della logistica e della mobilità si sta configurando, in particolare nel nord est, come il "problema dei problemi", lo spuntone sul quale rischia di restare incagliato il futuro progetto di sviluppo, non solo sul piano della qualità ambientale, ma anche su quelli dell' efficienza del sistema, della qualità sociale e del lavoro. Lo dice la FILT CGIL del Veneto che sul tema ha chiamato a discutere la platea dei propri delegati assieme al gruppo dirigente della CGIL e agli esponenti della politica regionale (candidati alla Presidenza della Regione in testa) in un incontro in programma per martedì marzo a Mestre (Hotel Ramada, inizio alle ore 9). Alla base della discussione, i dati contenuti in un corposo dossier che esamina, pezzo per pezzo l'intero comparto nel Veneto e valuta l'impatto delle varie ipotesi in campo nel breve e nel medio periodo. L'arco considerato va da oggi al, una data presa a riferimento perché per allora, con l'ultimazione della Nuova Romea, dei valichi ferroviari (Brennero e Fortezza) e della Mestre-Trieste, dovrebbe arrivare a conclusione il programma di grandi opere previsto nel Veneto. Sempre per quella data si arriva ad importanti appuntamenti europei sulla ripartizione delle modalità. Ed, ancora, è nel che gli osservatori fanno scoccare la soglia di aumento del % della mobilità di merci e persone, con relativa crescita del carico inquinante. Così com' è, afferma la FILT, il sistema rischia di collassare. "Le grandi opere in programma (Passante, Pedemontana, Romea, Valdastico, ecc.) - sostiene il Segretario Generale, Alessandro Rocchi - quando nasceranno saranno già insufficienti a sostenere la maggiore domanda e non è ipotizzabile continuare a costruire strade su strade, devastando territorio ed ambiente. La soluzione sta semmai nel riequilibrio del carico sui vari vettori, nel potenziamento del trasporto pubblico, ma anche nel rendere efficiente un sistema che in Italia si presenta frammentario e pieno di diseconomie. Per far questo vanno però superati i fattori che ostacolano il passaggio al nuovo". Sono moltissimi e la diagnosi della FILT mette il dito su più di una piaga. Vediamone alcuni: Grandi opere: la Legge Obiettivo (quella che interviene dal Passante al ponte di Messina) è un provvedimento "acefalo" dal momento che, assumendo a parametro principe la disponibilità finanziaria di capitali privati, rinuncia a dettare una scala di priorità basata sulle effettive necessità. Quanto ad efficacia, finora è stata più funzionale ai riti celebrativi (prime pietre) che all'avvio effettivo dei lavori. Né il Passante di Mestre, né la Valdastico sud (le uniche due opere venete per cui siano stati fatti finora stanziamenti) hanno ancora posato la seconda pietra e, ad oggi, la disponibilità finanziaria reale per il complesso delle grandi opere infrastrutturali previste in regione è pari al,% del costo preventivato e solo per opere siamo al di sopra del % della spesa. Trasporto su strada: l'eccessivo uso in Italia di questa modalità rispetto alle altre comporta costi enormi. Si calcola che il prezzo delle diseconomie del sistema sommate alle "esternalità negative" (congestione, danno ambientale, ecc.) sia attualmente pari ad un punto di PIL. Inoltre l'incidenza dei costi di trasporto sul prezzo delle merci è da noi pari al % contro il INFRASTRUTTURA FERROVIARIA (Elaborazione Filt-Cgil Veneto da fonti varie) (f) a cui aggiungere 7 mln del tratto in territorio veneto della Milano-Verona (g) a cui aggiungere altrettanti per Austria (h) di cui ( in Veneto) per solo potenziamento tecnologico tratta Bologna-Verona INFRASTRUTTURA VIARIA (Elaborazione Filt-Cgil Veneto da fonti varie) (a) di cui mln da Regione Veneto (b) mutuo ANAS su quota Stato (,) e mutuo Regione Veneto ( mln ) (c) di cui mln da Regione Veneto INFRASTRUTTURA VIARIA + FERROVIARIA (Elaborazione Filt-Cgil Veneto da fonti varie) COSTO (MLN ) TOTALE PUBBLICO % PRIVATI % STANZIAMENTO % DISPONIBILITÀ % AUTOSTRADE 7.. (,%).9 (,%). (,9%) 9 (,%) FERROVIE.. (%). (,7%) (,9%) TOTALI.. (,%).9 (,%).7 (,%). (,%) (escluso completamento raddoppio Bologna Verona) (i) ipotesi bretella Aeroporto-Dese (l) costo riferito alla tratta veneta su. mln totali (d) segmento del nuovo "asse autostradale" Venezia-Roma (costo complessivo.79 mln, di cui almeno., % pubblici) (e) escluse ^ corsia A (costo stimato 9 mln ) e "Sbocco a est Cadore", di cui non sono disponibili dati 9% dell'europa, il che rappresenta una palla al piede alla nostra capacità competitiva. L'ulteriore aumento della mobilità, a composizione invariata dell'attuale modello di trasporto, porterebbe nel giro di ad un incremento del % delle emissioni di anidride carbonica (da 9 a. milioni di tonnellate) e ancor più del PM, che per il 7% deriva dal traffico automobilistico. Logistica: la mancanza di integrazione tra le varie funzioni della logistica e del trasporto, sommata alla polverizzazione dell'autotrasporto merci, è fonte di diseconomie (ancor oggi il % dei camion sulle nostre strade viaggiano vuoti) e connota negativamente l'italia rispetto al resto d'europa. Il rischio che la maggiore esposizione del nostro paese finisca per scaricarsi sul costo del lavoro, sempre più compresso, è problema già di oggi. Inoltre l'affacciarsi sui mercati della Cina e dei paesi dell'est asiatico fa prevedere un incremento di traffico container nel Mediterraneo del 7% l'anno per i prossimi e pone nuove sfide al nostro sistema portuale, oggi non in grado di competere con gli altri scali. Trasporto locale: se l'uso del mezzo pubblico va incentivato a fronte dei crescenti problemi che investono le nostre città, è davvero un controsenso il fatto che nel Veneto, con l'ultima Finanziaria, siano stati tolti milioni di euro (pari al,% di quanto abitualmente viene trasferito alle aziende) al Trasporto Pubblico Locale e. euro al trasporto ferroviario locale. Un calcolo, una proposta ed una provocazione: secondo uno studio nazionale di CGIL CISL UIL, ASSTRA, ANAV e Federmobilità se si introducesse, come tassa di scopo, una accisa di,7 euro a litro sulla benzina ed il gasolio e se ne destinasse il ricavato ( milioni di euro l'anno) al potenziamento del trasporto pubblico locale (tram, bus, ferrovie), nel avremmo una riduzione di 7, milioni di vetture al giorno dalle nostre strade. Le emissioni inquinanti calerebbero ogni anno nelle seguenti misure:. tonnellate di biossido di zolfo,. tonnellate di ossido di azoto,. tonnellate di PM,. tonnellate di monossido di carbonio,.. tonnellate di anidride carbonica. Ciò produrrebbe un risparmio di costi per "esternalità negative" di 7. milioni
3 VENETOLAVORO giovedì 7 marzo necessità DEL PAESE necessità Introduce Partecipa Conclude DEL LAVORO martedì marzo ore 9./. Hotel Ramada - MESTRE VENEZIA Alessandro ROCCHI Segretario Generale FILT CGIL Veneto Diego GALLO Segretario Generale CGIL Veneto Fabrizio SOLARI Segretario Generale FILT CGIL Nazionale CANTIERI: EMERGENZA SICUREZZA Il marzo sarà ricordato in Veneto come una giornata infausta per la sicurezza nei cantieri edili. A Verona un ragazzo di appena è morto folgorato dalla betoniera che manovrava; A Mestre, nel cantiere del nuovo ospedale, tre lavoratori gravemente feriti dal crollo del solaio in costruzione. Ci siamo stancati di sentire le sirene della fatalità, dell'inevitabile rischio che incombe nei luoghi di lavoro.le statistiche ci dicono che la maggior parte degli infortuni si possono evitare poiché sono le cause più banali a provocarli. Quindi manca prevenzione, formazione, cultura della sicurezza.tutte cose che sono alla base delle norme che se insufficientemente applicate generano rischi e drammi a danno dei lavoratori sia nei cantieri pubblici che privati. Vedremo se in questi due gravi episodi esistono i piani di sicurezza di cantiere,se erano state adottate le misure idonee,se il personale aveva partecipato alla formazione, se le attrezzature erano tutte al loro posto. Un fatto rimane: non esistono giustificazioni a colmare la perdita di un giovane di come non si può accettare che ogni anno muoiano nel nostro paese persone nei cantieri,che nel solo Veneto avvengano più di. infortuni dei quali il % invalidanti. E' un fatto di civiltà che deve impegnare senza reticenze le imprese,le istituzioni le parti sociali.ecco perché riteniamo che si debbano investire maggiori risorse,mezzi e uomini alla prevenzione, poiché il 9% dei controlli sui. cantieri Veneti sono un'inezia. Ecco perché occorre applicare sempre e per tutte le imprese i contratti di lavoro e le norme di regolarità poiché senza queste non c'è sicurezza. Ecco perché bisogna implementare le sanzioni per chi non rispetta la legge e non il contrario come prevede il provvedimento legislativo "testo unico" in materia di sicurezza. Il Sindacato delle Costruzioni è in prima linea per questa battaglia in difesa dei lavoratori e della civiltà del lavoro!! Michele Carpinetti, Segretario Generale della FILLEA del Veneto PASSANTE DI MESTRE: ACCORDO SINDACALE PER LA LEGALITÀ MA A CHE PUNTO SONO I LAVORI? Quando partirà, il cantiere per il Passante di Mestre sarà protetto da infiltrazioni mafiose ed ai lavoratori sarà garantita la regolarità contributiva e contrattuale. Questo il contenuto di un accordo siglato nella tarda serata di ieri tra Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil nazionali, regionali e provinciali di Venezia e Treviso con la Società di Progetto Passante di Mestre, Cantiere del Passante: il nulla - contraente generale foto scattata il marzo a Bonisiolo dell'opera. "Il protocollo - sostiene Michele Carpinetti, segretario Generale della Fillea Cgil del Veneto - è di grande importanza, visto che la costruzione del Passante impegnerà almeno edili, in gran parte appartenenti a ditte terze essendo previsto di subappaltare una quota pari al 7% del lavoro. I rischi che tale situazione potrebbe comportare sono evidenti e per questo abbiamo insistito per definire un accordo che garantisca la massima trasparenza ed affidabilità degli appalti". In base agli impegni assunti dalla Società Progetto, di cui fanno parte Impregilo, Fincosit, Fipe industriale, Consorzio Cooperativo Costruzione ed altre ditte minori, nella catena di affidamenti e subaffidamenti saranno effettuati controlli, verifiche e monitoraggi per scongiurare l'intromissione di imprese irregolari, forme di caporalato o lavoro nero. "Non solo- spiega Carpinetti - i nomi degli affidatari saranno comunicati alle organizzazioni sindacali ed agli enti preposti, compresa la cassa edile, ma tutti i lavoratori impiegati nei cantieri saranno dotati di un tesserino identificativo. Alle aziende di appalto è fatto obbligo di applicare (e darne certificazione) le leggi, le norme di sicurezza e i contratti nazionali e provinciali, mentre la Società di Progetto si farà direttamente carico della regolarità dei trattamenti impegnandosi a pagare eventuali inadempienze contributive delle imprese terze". L'accordo definisce altri due punti di grande importanza: il primo riguarda l'impegno ad assumere, per quanto possibile, personale dalle liste di mobilità delle province interessate che verrebbe opportunamente formato presso le locali scuole edili; il secondo detta invece tutta una serie di impegni (un elenco di tre pagine) in materia di sicurezza, a partire dal riconoscimento di tutte le agibilità ai delegati alla sicurezza in ogni cantiere e momenti di formazione ed informazione ai lavoratori. "Con questa intesa - commenta Carpinetti - abbiamo posto le premesse per una corretta relazione tra le parti a garanzia delle tutele del lavoro in quello che sarà un enorme cantiere per un'opera assai complessa. La costruzione del Passante, infatti, comporta lavori di contesto e di contorno molto delicati (ripristini, assetto idraulico, ecc.) che, al momento, sono ancora delle incognite". L'opera, stando ai tempi fissati, dovrebbe essere compiuta entro agosto del. Ma più di qualcuno, a partire dalla Filt Cgil che il marzo dedicherà un convegno proprio a questi temi, nutre perplessità circa la tabella di marcia. "Il cantiere - osserva il Segretario Generale del Veneto, Alessandro Rocchi - a mesi dalla posa della prima pietra è ancora tutto da avviare. L'abbiamo fotografato: c'è un cancello ed un cartello con il nome della ditta. Nient'altro". In effetti, i terreni non sono ancora disponibili ed il primo lotto, per la costruzione del I pezzo dell'innesto tra la A e la A7 nella zona di Bonisiolo, è fermo alle fasi preliminari per la definizione degli espropri. Anche sul piano degli stanziamenti si ha la conferma di ritardi, per non dire incertezze, non di poco conto. "Infatti -dice Rocchi - l'effettiva disponibilità finanziaria (ossia i soldi pronti da spendere), al momento si attesta ad appena il % del totale, compresa la quota di competenza privata. Il resto delle opere pubbliche è messo ancora peggio. Dei 7. milioni di euro che sono complessivamente approvati dal CIPE ("orizzonte ") per le grandi opere stradali del Veneto, ad oggi ne risultano stanziati appena. (%), mentre quelli effettivamente disponibili sono solo, ossia il,% del totale! E' un'ulteriore dimostrazione del fatto che la Legge Obiettivo ha rallentato, anziché accelerare, le opere infrastrutturali. Per questo è veramente incomprensibile la propaganda del Governatore Galan e del Presidente del Consiglio che nei mesi scorsi si sono prodotti in una sequenza irrefrenabile di pose di prime pietre, di cui sono ormai troppo abbondantemente disseminate le campagne venete".
4 giovedì 7 marzo VENETOLAVORO DE LONGHI: C'È L'ACCORDO, MA È "IN DIFENSIVA" E' un "accordo di difensiva", come lo definisce il Segretario della FIOM di Treviso Candido Omiciuolo, perchè non incide né sulle strategie aziendali, né sulle prospettive del settore. Ma alla De Longhi una pagina comunque si chiude. Gli esuberi nell'area trevigiana saranno 9 anziché i inizialmente prospettati e l'azienda opererà una serie di incentivi agli esodi (da.7 a. euro in base a qualifica ed anzianità), incrementerà il part time sia verticale che orizzontale, e saranno facilitati i trasferimenti in altri stabilimenti del gruppo. A sancire il tutto c'è perfino la firma di esponenti del Governo, il cui operato resta però carente sul piano del rilancio del settore, materia su cui, come ricorda Omiciuolo, FIM FIOM UILM restano ancora in attesa di una convocazione. Sulla vicenda ospitiamo in questo numero un commento di Andrea Castagna, Segretario regionale della CGIL Quando una vicenda sindacale come quella della De Longhi si conclude con un accordo, all' interno del quale sia le parti direttamente coinvolte (azienda, sindacato ed RSU), che le istituzioni (locali e nazionali) assolvono un ruolo negoziale decisivo, si ha l'impressione che il problema sia stato risolto. Invece io credo che a volte non sia così e che il giudizio non debba essere automatico. Con questa intesa, infatti, si sono risolti alcuni problemi (importanti e concreti) legati alla tutela, attraverso l'uso degli ammortizzatori sociali, dei lavoratori che, a fronte della decisione imprenditoriale di delocalizzare le produzioni in un altro paese, stanno perdendo il proprio posto di lavoro. Compito del sindacato è sicuramente quello di "tutelare" e "difendere" i lavoratori sul piano del reddito, assolvendo in ciò un compito importante. Ma non è tutto. Nel merito dell'accordo: gli esuberi annunciati da sono scesi a 9 e questi lavoratori per due percepiranno la cassa integrazione straordinaria. Dopo tale periodo godranno della mobilità che, per dirla tutta, è il passaggio soft da lavoratore attivo a licenziato. L'azienda ha comunque risolto un problema economico, produttivo e sociale, riconfermando la sua primitiva scelta di delocalizzazione; i lavoratori saranno coperti dagli strumenti individuati; le istituzioni locali e nazionali avranno accompagnato questo percorso con risorse e strumenti aggiuntivi. Tutto ciò ha però un altro risultato evidente: la de Longhi non produrrà più, come è avvenuto fino ad ora, in questo territorio e 9 lavoratori non saranno più dipendenti della De Longhi. C'è qualcuno che considera questi fatti ineludibili, come se la delocalizzazione, le esternalizzazioni, con le loro conseguenze di precarietà e di insicurezza che il sistema delle imprese impone per ridurre i costi per essere "più competitivi" fossero inevitabili ed il ruolo del sindacato dovesse limitarsi alla sola tutela del reddito per i lavoratori coinvolti in queste vicende. Giustamente FIM FIOM UILM di Treviso non hanno fatto proclami di vittoria alla firma di questo accordo. Anzi, ben consapevoli che si è trattato soprattutto di "ridurre il danno", lasciano i toni trionfalistici agli Zaia o ai Maroni. Il sindacato sa da tempo che non si può essere soddisfatti quando si perde il lavoro, quando le proprie aspettative di vita e di "futuro" vengono stravolte da fatti così "inesorabili". Quale lezione prendere allora da questa, come da altre vicende analoghe che da tempo segnano la nostra economia e che sintetizziamo nella parola "declino"? Mi rendo conto che può apparire riduttivo affermare che l'unica soluzione percorribile sia investire preventivamente in qualità, di fronte ad un sistema di sviluppo basato su presupposti deboli come la bassa qualità delle produzioni, inesistenti livelli di innovazione e di ricerca e basse professionalità. E' evidente che l'esito non può che essere quello della De Longhi o delle tante (troppe) altre realtà che abbiamo visto in questi mesi percorrere strade simili Leggi dannose come la Biagi e altre ininfluenti come il decreto sulla competitività che caratterizzano l'azione di questo Governo, in realtà non fanno altro che assecondare questa via che non è solo "bassa", ma anche carica di costi umani. Inoltre, se l'azione del sistema delle imprese, assieme alle istituzioni, si limita ad accompagnare questi processi solo per renderli "più indolori", diventa chiaro perché il sindacato ed i lavoratori non possono gioire di un accordo così. Serve molto di più: uno sforzo più elevato, sia delle imprese, sia di tutti i soggetti coinvolti, e comportamenti più coerenti. In 9 MARZO MANIFESTA L'EUROPA CONTRO L'EROSIONE DEI DIRITTI SOCIALI CONTRO LA DIFFUSIONE DEL NEO LIBERISMO PER L' EUROPA SOCIALE DEL FUTURO Il vertice di primavera dell'ue è cruciale per lo sviluppo futuro dell'europa e della strategia di Lisbona. Questa strategia si propone di trasformare l'europa, entro il, nell'area economica più competitiva, dinamica, basata sulla conoscenza a livello mondiale, in un'area di crescita economica sostenibile, con più occupazione e posti di lavoro di migliore qualità ed una coesione sociale più ampia. primo luogo deve rispondere la politica. Essere moderni e competitivi significa allora avere la capacità non di subire e assecondare, ma di proporre soluzioni alternative. Una idea forza che consenta davvero a tutti i soggetti - sindacato, impresa, istituzioni - di essere motori dello sviluppo e di decidere davvero, oltre la retorica convegnistica, orientando tutte le risorse disponibili a ricostruire il sistema economico veneto ed italiano. Un sistema che sia in grado di competere nel mondo, poggiando su fattori e basi diverse da quelle che abbiamo consociuto. Se parole come "ricerca", "innovazione", "formazione" sono solo, appunto, recitate nei convegni o in qualche documento e non trovano una convinta, continua e diffusa attuazione concreta, fatti come quelli della De Longhi troveranno sempre nel sindacato, e nella CGIL in particolare, il soggetto che difende e tutela i lavoratori, ma ciò non ci basta. Vogliamo assolvere un ruolo assai più positivo. Attendiamo azioni e fatti, soprattutto dalle imprese e della loro associazioni che ci confermino, in applicazione di accordi già sottoscritti, che la strada dell'innovazione e della qualità è quella che coerentemente tutti vorremmo percorrere; questo è' il "capitalismo cognitivo" che intendiamo mettere alla prova. Andrea Castagna, Segretario regionale CGIL
5 VENETOLAVORO giovedì 7 marzo in Veneto AZIONI SPERIMENTALI DI PREVENZIONE E DIAGNOSI Nell'ambito delle attività del "Piano per la prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro - " deliberato dalla Regione, per la linea di lavoro Disability Management- rischi psicosociali, sono stati finanziati alcuni progetti tesi a: realizzare un "Centro documentazione mobbing" (Università di Padova,), uno "Studio/ valutazione dei casi di mobbing" (Azienda Ospedaliera ed Università di Verona), un pacchetto formativo per la "Prevenzione dei rischi psico-sociali legati all'organizzazione del lavoro" (SPISAL AULSS ). Il gruppo di lavoro per la prevenzione, di cui fanno parte medici di SPISAL, SIL, Università, oltre a un rappresentante di Unindustria ed uno di CGIL, CISL, UIL, ha definito il corso di formazione (Contenuti F.A.D. analisi organizzativa, stress, mobbing burnout, + test rilevazione apprendimento) per la promozione della salute rivolto a quaranta "animatori" delle varie Aulss del Veneto come supporto per gli operatori degli Spisal. La progettazione dei contenuti per l'erogazione della formazione a distanza ha permesso di selezionare e definire il materiale utile per un percorso formativo da proporre alle Aziende con gli obiettivi di: sensibilizzare ed informare la Direzione Aziendale sui rischi organizzativi e psicosociali, fornire conoscenze ed opportunità volte al miglioramento delle condizioni di salute in azienda, contribuire alla definizione di strumenti utili all'analisi dei processi organizzativi aziendali Inoltre, si è provveduto ad avviare iniziative di sensibilizzazione o a carattere divulgativo. Per quanto riguarda il progetto "diagnosi e orientamento" del mobbing, l'obiettivo generale consisteva nello studio del fenomeno al fine di stabilirne l'entità e programmare idonei interventi di tipo preventivo e curativo - riabilitativo. Nello specifico ci si proponeva: uno studio sperimentale del mobbing negli ambienti di lavoro nei settori pubblico e privato, la definizione di un sistema di monitoraggio attraverso la creazione di una rete informativa che consenta la segnalazione dei casi ad un centro clinico di riferimento per la conferma diagnostica, la consulenza clinica dei singoli casi individuati per il riconoscimento diagnostico, il supporto medico - legale e l'eventuale cura e riabilitazione. Nell'ambito del progetto a settembre il Servizio di Medicina del Lavoro ha istituito un gruppo di lavoro che si è occupato della valutazione dei casi di mobbing, L'accertamento della probabile situazione mobbizzante veniva fatta tramite una visita specialistica, con impegnativa del medico di base, quindi con Industria Commercio Scuola Pubbl. Amministr. il pagamento del solo ticket ospedaliero. Inspiegabilmente, da febbraio, in seguito a direttive dell'azienda Ospedaliera di Verona, la visita specialistica e i questionari per l'accertamento dei casi di sospetto mobbing sono considerate "prestazioni specialistiche ambulatoriali" ed il costo è di 9 euro. In ogni caso, a fine il Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Università di Verona ha presentato i primi risultati di questa azione sperimentale (alcuni dati nei grafici riportati). Tra i casi analizzati, nove sono quelli intercettati dallo sportello S.A.L.U.Te. nel corso dell'attività svolta in sinergia con le categorie attraverso lo sportello Antimobbing della CGIL di Verona, e va detto che la quasi totalità dei casi di mobbing sospetto da noi inviati sono stati diagnosticati e denunciati all'inail e allo SPISAL. Dai primi risultati emersi dall'azione sperimentale svoltasi a Verona si evidenzia che queste forme di "violenza" sui luoghi di lavoro sono abbastanza diffuse, soprattutto nel settore terziario. Le motivazioni sono da ricercarsi nell'eccesso di competitività, specie in regime di riduzione di posti di lavoro, nei vari riassetti aziendali, nella rigidità gerarchica, nei favoritismi. E' noto che l'aggressività, la prevaricazione, il sopruso, l'emarginazione, la non valorizzazione della persona possono creare problemi, disagi, disturbi e perfino vere e proprie patologie invalidanti. Tutte queste azioni e comportamenti hanno un costo elevato, non solo in termini di sofferenza, ma anche in termini economici: per la persona-lavoratore, per il datore di lavoro-azienda, per le istituzioni e per l'intera società. I datori di lavoro e le istituzioni, secondo la legislazione vigente (Codice Civile, Costituzione, D.Lgs. /9), devono assicurare le misure per la tutela della salute psicofisica dei lavoratori durante il lavoro, in tutti i settori di attività privati e Alberghi e Ristor. Banca Assicurazione Altro 9 Impiegato Operaio Commesso Insegnante Medico Altro pubblici. Vi è un indubbio vantaggio delle imprese e anche delle Istituzioni (ASL, Direz. Prov.li del Lavoro, INAIL, INPS, ecc) nel favorire la creazione di condizioni ottimali nella programmazione, pianificazione, organizzazione e produzione del lavoro, nonché un clima relazionale positivo. Contribuiscono a creare un ostacolo all'avvio di queste buone pratiche comportamentali, gli operatori alla prevenzione che insistono sulle tipologie di rischio di facile individuazione (fattori biologici, chimici e fisici) invece di considerare il rischio psico-fisico nell'organizzazione e nei metodi di lavoro in relazione all'influenza dei fattori psicologici e relazionali dell'ambiente di lavoro, che sono poi la causa più frequente di Distress Psicosociale. L'approfondimento e la miglior conoscenza del fenomeno attraverso una ricerca idonea a meglio comprendere il nesso causale tra violenza, distress e disturbi psico-fisici, sono serviti per capire come prevenirlo e contrastarlo anche attraverso la formazione dei dirigenti aziendali sui fattori psicologici e relazionali che condizionano la miglior produttività per il lavoratore e per l'azienda, tendendo a favorire migliori supporti per l'organizzazione del lavoro ed i metodi di lavoro. Così facendo s'implementerà anche la responsabilità nel garantire condizioni di lavoro non eccessivamente stressanti. L'interesse che si è creato attorno al, grazie a tutte queste iniziative, ha favorito l'espandersi della conoscenza del fenomeno nella società veronese. Merita segnalare che presso l'università di Verona, Facoltà di Scienze della Formazione, è stato istituito e attivato, per l'anno accademico -, il Master Universitario di I livello in " e stress organizzativo". Giov Claudio Zuffo, Responsabile Sportello Salute CGIL di Verona LE RILEVAZIONI DELL' UNIVERSITÀ DI VERONA SU CASI SEGNALATI > Settori lavorativi Età < > Mansioni Anzianità lavorativa 7 Donne <mesi mesi- anno Uomini > Sesso Durata del disagio
6 giovedì 7 marzo VENETOLAVORO UN MILIONE IN ITALIA I LAVORATORI COLPITI Secondo un sondaggio l'% dei lavoratori della Comunità Europea è stato vittima del mobbing sul lavoro. Le percentuali più elevate si registrano nel Regno Unito (.%), mentre l'italia è nella parte bassa della classifica (con il.%), anche se va detto che probabilmente il dato è sottovalutato, non essendovi ancora piena coscienza del fenomeno Si calcola che nel nostro paese il mobbing coinvolga oltre un milione di lavoratori: soprattutto nelle regioni del Nord, con prevalenza tra i quadri e i dirigenti, un' età media di, in particolare nel settore dei servizi ed in quello pubblico. Il mobbing consiste, per dirla con le parole del prof. Edoardo Monaco (Facoltà di Medicina a "La Sapienza" di Roma) in un "lungo, costante, incessante e duraturo processo di azioni vessatorie intenzionali di fronte alle quali la persona vessata non ha più alcun potere di difesa. Si verifica quando un dipendente è oggetto ripetuto di soprusi da parte dei superiori e, in particolare, quando vengono poste in essere pratiche dirette ad isolarlo dall' ambiente di lavoro o ad espellerlo con la conseguenza di intaccarne gravemente l'equilibrio psichico". Riconosciamo, secondo il prof. Monaco, diverse tipologie di mobbing: mobbing strategico, quando il dipendente è oggetto ripetuto di soprusi da parte dei superiori in modo deliberato; mobbing emozionale o relazionale, che si riconosce nelle alterate relazioni interpersonali; mobbing non intenzionale, quando non è evidente la volontà di isolare o estromettere un lavoratore. L'azione discriminatoria può essere messa in atto non solo da un superiore (mobbing verticale), ma anche da un gruppo di colleghi (mobbing orizzontale o trasversale). Può esserci anche mobbing dal basso quando viene messa in discussione l'autorità di un superiore. Il mobbing strategico si manifesta più frequentemente nella forma verticale, mentre il mobbing emozionale è più spesso trasversale. Le azioni mobbizzanti assumono varia tipologia quali isolare il lavoratore, privandolo dei mezzi di comunicazione (telefono, computer), bloccando il flusso di informazioni necessarie al lavoro, estromettendolo dalle decisioni, impedendo che gli altri lavoratori gli rivolgano la parola, negando in definitiva la sua presenza; discreditare il lavoratore umiliandolo, attaccando le sue convinzioni religiose, sessuali, morali; ridurre l'autostima del lavoratore non attribuendogli incarichi o conferendo mansioni inferiori o superiori alle sue competenze; compromettere lo stato di salute del lavoratore negando periodi di ferie o di congedo. I protagonisti del mobbing sono essenzialmente due: l'aggressore o mobber e la vittima o mobbizzato; in alcune situazioni poi bisogna riconoscere un ruolo di protagonista, talvolta non marginale, anche agli spettatori. Il gruppo di ricerca della Cattedra di Medicina del Lavoro e Cattedra di Psichiatria della II Facoltà di Medicina e Chirurgia de "La Sapienza" ha intrapreso un'attività ambulatoriale dedicata specificamente al mobbing, con l'intenzione di analizzare il fenomeno e sollecitare la proposta di criteri di valutazione. E' stata registrata una prevalenza delle donne rispetto agli uomini e degli impiegati (quadri, dirigenti e professionisti) rispetto agli operai. L'età media è intorno ai. Alcuni pazienti (9%) presentano sintomi patologici riconducibili ad una situazione di stress: astenia, ansia, depressione, panico, disturbi del sonno, irregolarità nell'alimentazione, alcolismo, tabagismo, uso improprio di farmaci. Non raro (%) anche il riscontro di sintomi fisici. Disturbi dell'adattamento appaiono nel % dei casi esaminati; il % risulta affetto da patologie psichiatriche; il 9% non ha presentato patologie psichiche degne di nota. Tra tutti solo il % risultava affetto da turbe psichiatriche antecedenti all'insorgenza del mobbing. MI PIACE LAVORARE "Mi piace lavorare" di Francesca Comencini con Nicoletta Braschi. Una storia di mobbing, ispirata ad una vicenda raccontata in "il lavoro molesto", di Daniele Ranieri, edizioni Ediesse. Nelle librerie è disponibile il cofanetto con il libro ed il film. Francesca Comencini si avvicina alle dinamiche del mobbing casualmente, assistendo ad una trasmissione, e ne resta profondamente colpita: "per motivi che rispondono a logiche economiche e di mercato, si entra nel più intimo di una persona, ci si insinua nella sua psiche, si rompono i suoi equilibri". Quando le è stato chiesto di girare un documentario su questo problema per la CGIL accetta con interesse. "Prima di incontrare le persone vittime di mobbing,- racconta la regista - non avrei mai potuto immaginare quanto dolore, quanto disagio e quanto senso di inadeguatezza il mobbing potesse creare. Ho incontrato persone la cui dignità era distrutta. La maggior parte aveva somatizzato l'angoscia ed anche il loro aspetto era modificato. Gli uomini sembravano impazziti. Le donne piangevano. Parlavano, piangevano e neanche se ne accorgevano. Per molte il pianto cominciava quando evocavano i problemi legati ai figli. Il mobbing ha una preferenza per le madri. Essere madre è una colpa nelle aziende italiane. Il "paese più flessibile del mondo" odia le madri." Anche la protagonista del suo film è una donna: divorziata, con una bambina che finisce per trascurare: "ascoltavo i racconti di queste donne, i loro sensi di colpa per aver rovinato, con la loro depressione, un anno o due della vita dei loro figli. Ascoltavo la loro rabbia a lasciare i figli giornate intere per andare a non fare niente in un' azienda dove venivano quotidianamente prese in giro, insultate, vessate in ogni modo. C'è una ragazza in particolare che mi ha colpito, la sua storia è terribile. E' talmente terribile che nel film non ne parlo; eppure è ascoltando il suo racconto che ho deciso di fare questo film."
7 VENETOLAVORO giovedì 7 marzo 7 L ESPERIENZA DI VERONA La CGIL di Verona, nell'ambito delle proprie attività di servizio, sta affrontando da qualche anno il tema. Attraverso i propri servizi: "sportello Antimobbing" (aperto nel ), "Punto Disagio" della Federazione dei Lavoratori della Funzione Pubblica (istituito nel ), l'ufficio Vertenze e il patronato INCA, )offre sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici vittime di comportamenti vessatori e persecutori. Con le molteplici attività svolte dallo sportello S.A.L.U.Te. persegue, invece, il fine di diffondere informazioni, aggiornamenti e misure di prevenzione contro ogni forma di violenza morale e psicologica esercitata sul luogo di lavoro e collabora a progetti di ricerca. La CGIL pensa così di esercitare ogni azione utile alla salvaguardia del diritto alla salute, ovvero dell'integrità psico-fisica e sociale della persona intervenendo anche con lo strumento della contrattazione. I codici di condotta hanno, infatti, fatto la loro collocazione in alcuni contratti collettivi (Pubblico Impiego) e gli osservatori antimobbing vengono istituiti nelle realtà produttive di beni o di servizi territoriali (Enti Locali). Gli sportelli, pur diversificando le loro azioni, operano in un' ottica di consulenza sinergica e gratuita, svolta dai funzionari, che sono stati opportunamente formati, e da seri e preparati professionisti (psicologi, medici legali, avvocati esperti nel diritto del lavoro, ecc.) che si avvalgono anche della collaborazione dell'istituto di Medicina del Lavoro dell'ospedale di Borgo Roma. In particolare vengono offerti i seguenti servizi: Servizio gratuito di assistenza e consulenza, Colloquio preventivo gratuito con un professionista, Ricorso in giudizio, Richiesta di pensione di invalidità.l' ufficio (nella sede della CGIL, in via Luigi Settembrini - tel..7) si propone quindi come centro di ascolto, informazione ed intervento qualificato sul disagio lavorativo e sul mobbing. Le attività svolte sono: ascolto, promozione di interventi diretti nei posti di lavoro, confronto con i responsabili aziendali, indirizzo del lavoratore verso l'assistenza sanitaria/psicologica, legale, assicurativa e previdenziale. Le persone che si rivolgono ai nostri servizi aumentano in continuazione, con un forte incremento di richieste provenienti dal terziario e in particolare dalla grande distribuzione. Quest'anno abbiamo ascoltato le sofferenze e i disagi di circa lavoratori. I casi trattati sotto il profilo della tutela individuale giuridica sono, di cui attualmente una decina in attesa di giudizio, mentre uno ha visto felice definizione in ambito penale. I comportamenti vessatori maggiormente denunciati dai lavoratori che si rivolgono ai nostri sportelli, derivano da una situazione di mobbing, reale o presunta, di tipo verticale, ovvero superiori che esercitano una violenza psicologica nei confronti dei subalterni. Al momento tutte le cause radicate hanno trovato la soddisfazione dei ricorrenti. Meno frequenti, invece, sono i casi in cui vi sia mobbing orizzontale, ossia fra colleghi, e rarissime sono le segnalazioni di mobbing ascendente (nei confronti dei superiori). Infine, possiamo affermare che nel contesto veronese i casi di mobbing si presentano in un numero maggiormente superiore all'interno delle organizzazioni private che in quelle pubbliche. L' ATTIVITÀ DI "PUNTO DISAGIO" (DA NOVEMBRE ) Casi trattati Conclusi In corso In attesa di essere visti TIPOLOGIA DEI DISAGI Derivanti da problemi organizzativi/ gestionali Molestie sul lavoro Presunto mobbing (non sottoposti a giudizio) Derivanti essenzialmente da problemi personali UN MALE DA PREVENIRE Obiettivo di fondo del sindacato deve essere quello di prevenire il mobbing, anche perché la "soluzione" bonaria o per via legale dei singoli casi è veramente difficilissima. Lo strumento principale che proponiamo alle nostre controparti per raggiungere tale obiettivo è la contrattazione di codici di comportamento anti-mobbing La fase di confronto per la predisposizione di questi codici dovrebbe essere preceduta da azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte a delegati, funzionari e dirigenti sindacali, oltre che dall' attivazione degli Organismi paritetici (ex art. del D.Lgs /9) per l'informazione dei lavoratori ed i loro rappresentanti (RLS) I presupposti fondamentali dei codici sono: Dichiarare la comune volontà di bandire il : rifiuto individuale e dell'azienda a qualsiasi atteggiamento offensivo predisporre procedure che facilitino il dialogo e la concreta soluzione dei problemi intervenire subito per stroncare i singoli episodi di mobbing: definendo una procedura che individui "chi e come deve informare chi", attivando il Servizio di prevenzione e protezione aziendale; definire procedure che prevedano la cooperazione di tutte le parti interessate nella individuazione delle soluzioni. Quanto all'attività di contrasto del mobbing e tutela dei lavoratori, occorre insistere affinché ci sia un Centro Regionale di riferimento (l'istituto di Medicina del Lavoro di Borgo Roma, in coerenza col progetto del piano triennale -), in modo da permettere ai lavoratori di ricorrere ad una visita specialistica alla stregua di tutti gli altri tecnopatici senza oneri economici aggiunti. MASSAIE IMPROVVIDE VERONESI ANCORA IN FIERA C. Z. Le Massaie Improvvide Veronesi tornano in piazza per le Grandi Pulizie di Primavera, in occasione della Seconda Fiera Nazionale della Massaia Improvvida, domenica Marzo a Verona (angolo via Roma - Piazza Bra) a partire dalle ore.. Sarà un'occasione di confronto e dibattito, ma non mancheranno momenti di spettacolo. Fra i fili del bucato, stesi in piazza, si rifletterà con il sorriso amaro, tipico della saggezza femminile, su temi come la perdita di diritti e di tutele fondamentali dati per acquisiti (vedi licenziamento al ritorno dal congedo di maternità, rifiuto di concessione del parttime, contratti a progetto fino a tarda età come uniche chance lavorative, precarietà a vita nei luoghi di lavoro pubblico etc.). Non mancherà un angolo cottura, con gara inedita di alta pasticceria fuori stagione, dal nome emblematico "Friggi il galan". Per informazioni, potete visitare il sito:
8 giovedì 7 marzo VENETOLAVORO Per il diritto al lavoro dei disabili ANCORA IN MANIFESTAZIONE DAVANTI ALLA REGIONE Il diritto al lavoro dei disabili nelle province venete rischia di venire fortemente ridimensionato dall'adozione di convenzioni (le prime a Padova e Treviso) in base alle quali la quasi totalità degli inserimenti al lavoro avverrebbe attraverso "commesse di lavoro" con cooperative. Contro tale prospettiva, la CGIL e le associazioni dei disabili avevano investito della questione l'assessore regionale al Lavoro. Sono passati mesi e non solo non c'è stato l' incontro atteso, ma le convenzioni stanno prendendo corpo, assecondate dalla Regione. Questo il comunicato della CGIL e delle associazioni dei disabili: Lo scorso dicembre, sotto gli uffici della Regione Veneto, si è svolta una manifestazione per il diritto al lavoro delle persone disabili in cui sono stati protagonisti soprattutto i disabili con le loro ragioni e la loro dignità nel pretendere un lavoro vero e stabile, contro i pericoli della legge. Al termine di quella manifestazione l'assessore Regionale al Lavoro Raffaele Grazia aveva assunto, pubblicamente, l'impegno di convocare le parti subito dopo le ferie natalizie. Avevamo preso seriamente tale annuncio preparandoci con una nostra proposta sull'argomento. Purtroppo gli impegni presi dall'assessore sono stati, clamorosamente, disattesi; difatti non solo l'assessore non ha convocato alcun incontro (ormai da Natale siamo arrivati a Pasqua!), ma sembra determinato, insensibile ai vari richiami alla ragionevolezza, a proseguire nel solco dell'applicazione dell'articolo della legge, portando ad approvazione, a pochi giorni dalle elezioni regionali, un accordo, sottoscritto mesi fa a Padova, gravemente lesivo dei diritti dei cittadini disabili poiché rischia di svuotare le norme sull'inserimento lavorativo previste dalla legge del 999 (ricordiamo che solo a Padova sono almeno. i disabili in attesa di occupazione!). La legge, fortemente voluta dalle associazioni, ha rappresentato un indubbio progresso: in pochi, siamo passati da una percentuale del % di disabili inseriti nel mondo del lavoro, all'attuale %. Purtroppo tutto ciò ora è in grave pericolo in quanto la Regione, attraverso l'assessorato al Lavoro si appresta, sulla base di alcuni accordi provinciali (Padova e Treviso) ad adottare, in applicazione della legge un modello in base al quale il disabile non viene assunto dall'azienda, come previsto dalla normativa, ma viene avviato in cooperativa dietro il pagamento di commesse di lavoro. In questo modo si nega ogni percorso di integrazione sociale poiché il cittadino disabile non ha alcuna certezza di inserimento lavorativo stabile e la cooperazione, che pure svolge una funzione preziosa, diviene non il mezzo per agevolare l'inserimento, ma il modo comodo per le aziende di scaricare quello che erroneamente viene considerato un fardello, ma che, invece, l'esperienza disegna come risorsa importante. Invece di interrogarsi su come migliorare una buona legge e cercare di dare una risposta ai tanti disabili in attesa (circa 7. solo tra Padova e Treviso!!) si opera per costruire un canale alternativo e senza certezze. Per questi motivi il giorno 7 marzo manifestiamo sotto gli uffici della Regione per ricordare all'assessore Grazia, gli impegni da lui assunti e dimenticati, ma soprattutto per dire che il nostro impegno continua. Infatti nei prossimi giorni costituiremo un comitato "per il diritto al lavoro dei cittadini disabili" e metteremo in cantiere altre iniziative poiché il lavoro è un diritto e non un handicap! A BELLUNO LA PROVINCIA RIPRENDE A DISCUTERE L'amministrazione provinciale di Belluno, nella convocazione del gennaio scorso della Commissione Lavoro, aveva inserito, al secondo punto dell' o.d.g. "Applicazione art. D.Lgs. 7/". Si riproponeva, quindi, negli stessi termini, anche nella nostra provincia, la stessa problematica, vissuta nelle province di Treviso e Padova, in ordine al collocamento dei diversamente abili attraverso l'assegnazione di commesse, da parte dell'azienda committente alla cooperativa sociale, in cambio di una esenzione all'obbligo di assunzione. Dopo una serie di incontri, discussioni, articoli sui giornali, coinvolgimento delle associazioni dei disabili, che subito fecero quadrato assieme alla CGIL, anche attraverso minacce di manifestazioni, nel tentativo di spiegare le ragioni del nostro dissenso, decidemmo in accordo coi Dipartimenti del M.D.L. e l'ufficio Handicap della CGIL Nazionale, di produrre una nostra proposta, che fosse da una parte coerente con l'intesa unitaria raggiunta il febbraio dello scorso anno, da CGIL- CISL-UIL nazionali, in ordine all'applicazione dell'art. e dall'altra che potesse evitare per le imprese di trovare, in una eventuale convenzione quadro, in applicazione del suddetto articolo, la possibilità di non adempiere agli obblighi previsti dalla L /99. I punti salienti della proposta, che è comunque di carattere sperimentale per un anno, sono i seguenti:.applicazione della convenzione per i soli disabili psichici e/o con ritardo mentale, escludendo quindi, tutti coloro che sono affetti da disabilità fisiche che risultano essere circa il % del totale.. Le commesse, oggetto della convenzione, dovranno essere nuove, quindi, non si prevedono effetti retroattivi. Si esclude pertanto la possibilità di applicare la convenzione per i lavoratori già presenti in cooperativa..le richieste di convenzione dovranno acquisire il parere vincolante de Comitato Tecnico di cui alla L./99 integrato dai rappresentanti delle associazioni dei disabili.. Al termine del periodo di convenzione il Comitato Tecnico stabilirà se il lavoratore dovrà rimanere all'interno della cooperativa per un ulteriore periodo necessario ai fini dell'inserimento nel ciclo produttivo ordinario o essere collocato all'interno dell'impresa che ha conferito la commessa chiudendo così la convenzione..in ordine alle quote per l'inserimento si avanza la seguente proposta: a) % per le imprese oltre i dipendenti b) Un disabile per le imprese dai ai dipendenti. La convenzione non si applica per le imprese dai ai dipendenti. Alla luce di questa proposta, che abbiamo inviato all'assessore provinciale al lavoro e a tutte le parti componenti la Commissione (Assindustria ha già risposto negativamente) la Provincia ha riconvocato la commissione lavoro per il aprile prossimo. Renato Bressan, Segretario Generale CGIL di Belluno
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