LA VITE N 1 del 23 aprile 2019

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1 LA VITE N 1 del 23 aprile 2019 Fase fenologica Le elevate temperature di fine febbraio-marzo hanno favorito un precoce germogliamento della vite che, nonostante i due bruschi ritorni di freddo della prima metà di aprile (il 4 aprile in Valtellina ha nevicato fino a fondovalle!), ormai quasi ovunque si trova generalmente tra la fasi fenologiche BBCH (schiusura gemme) e la fase BBCH 13 (3 foglie distese); in qualche zona particolarmente precoce anche in una fase più avanzata (fino a 5 foglie distese). Inizia la difesa antiperonosporica La vite sta ormai raggiungendo la fase di sensibilità alle infezioni di peronospora, che la storica Regola dei 3/10 fissa ai 10 cm di lunghezza dei germogli. Nella realtà tale sensibilità è dovuta al raggiungimento delle dimensioni fogliari correlate con l apertura degli stomi, organi tramite i quali le zoospore mobili della peronospora penetrano nei tessuti, che in molte varietà viene raggiunta anche prima dei 10 cm canonici. Le differenze tra le varie zone viticole nella comparsa delle infezioni primarie di peronospora dipendono essenzialmente dalle diverse condizioni metereologiche, soprattutto per quanto riguarda la piovosità e la temperatura media, che possono variare anche notevolmente da vigneto a vigneto: per l inizio della difesa si suggerisce quindi di prestare attenzione ai bollettini tecnici locali, in grado di seguire meglio localmente lo sviluppo della malattia. Nella tabella seguente vengono indicati i principi attivi inseriti nel disciplinare regionale di difesa integrata che per le loro

2 caratteristiche sono maggiormente indicati nel controllo della peronospora nella prima fase della stagione (fino a fine fioritura). Sostanza attiva Gruppo / codice FRAC Caratteristiche del formulato BIO Sali di rame Inorganici / M1 Si Mancozeb Ditiocarbammati / M3 Metiram Prodotti di copertura tradizionali Dithianon Tiocianochinoni / M9 Folpet Ftalimidi / M4 Cimoxanil Cianoacetamidi / 27 Citotropico Persistenza limitata Rischio resistenza basso Indicazioni FRAC Strategia antiresistenza n necessaria Fosetil-Al Etilfosfiti / 33 Sistemico Basso indicazioni Metalaxil, Metalaxil-M Benalaxil, Benalaxil-M Dimetomorf Fenilamidi / 4 Sistemico Amidi acido cinnamico CAA 40 Sistemia locale Elevato Bassomedio Medioelevato Medioelevato Oxathiapiprolin Piperidinil-tiazoloisoxazoline 49 Sistemico Ciazofamide Cianoimidazoli QiI Sistemia locale Amisulbrom Sulfamoiltriazoli 21 Affinità con le cere cuticolari Fluopicolide Piridinilmetilbenzamidi / 43 Ametoctradina Triazolopirimidilamine QxI 45 Sistemia locale Affinità con le cere cuticolari Affinità con le cere cuticolari Bassomedio n noto indicazioni Medioelevato Fosfonato di potassio Inorganici / 33 Sistemico n noto indicazioni Fosfonato di disodio Inorganici / 33 Sistemico n noto indicazioni Cerevisane Induttore di resistenza Sistemico Si Nullo n necessaria modificato da Brunelli A., 2013 Rispetto alla scorsa stagione sono stati inseriti nei disciplinari due nuovi principi attivi di recente registrazione: Oxathiapiprolin: si tratta di una nuova sostanza attiva che, con un innovativo meccanismo di azione, impedisce alle zoospore di infettare i tessuti vegetali. E dotato di un elevata sistemia acropeta, associata ad una forte capacità di legarsi alle cere che coprono i tessuti vegetali: in tal modo già dopo un ora è in grado di resistere al dilavamento da eventuali eventi piovosi. Per ridurre il rischio di insorgenza di ceppi fungini resistenti, viene raccomandato di non superare i due interventi per stagione (posizionati preferibilmente a

3 cavallo della fioritura) e di utilizzarlo sempre in maniera preventiva e in miscela con un altro antiperonosporico a differente meccanismo di azione; Cerevisane: nuovo biofungicida induttore di resistenza, viene estratto da una frazione inerte di un ceppo del lievito Saccharomyces cerevisiae ed è stato riconosciuto dall'ue come una delle sole 10 sostanze attive (su 465) attualmente classificate a "basso rischio" e inserite nell'allegato del Regolamento EU 540/2011. Distribuito sulla parte aerea delle colture è in grado di stimolare una risposta sistemica nella pianta, anticipando, stimolando e massimizzando la naturale reazione che la pianta avrebbe in presenza di un attacco fungino, consistente nell innesco e nell amplificazione delle difese endogene. In particolare, a contatto con le cellule della pianta questa s.a. favorisce l'attivazione dei geni deputati alla difesa, la produzione di sostanze direttamente coinvolte nella difesa endogena (fitoalessine, proteine di resistenza), la produzione e l'accumulo di lignina (indirettamente coinvolta nella difesa), nonché la preparazione e l'accelerazione dei processi cellulari destinati a produrre perossidi con azione antimicrobica. Queste risposte naturali, che la pianta fornisce prontamente in ore, favoriscono un'eccellente difesa endogena, attiva per 7-10 giorni. Il prodotto, impiegato esclusivamente in maniera preventiva e preferibilmente con interventi raggruppati in blocchi, può essere utile per una migliore gestione del controllo della peronospora e di altri patogeni fungini della vite; in combinazione ed in strategia con i prodotti ammessi in agricoltura biologica, può aiutare nella riduzione dei quantitativi di rame metallo distribuiti per unità di superficie nel corso dell anno. Una corretta impostazione delle linee di difesa antiperonosporica deve prevedere soprattutto interventi di tipo preventivo, cioè posizionati prima delle piogge infettanti, al fine di ridurre il più possibile i rischi di comparsa di ceppi del patogeno resistenti ai fungicidi; di fondamentale importanza risulta inoltre alternare i diversi formulati in modo da sfruttarne nel modo migliore i differenti meccanismi di azione e le capacità di controllare le infezioni. Da inizio suscettibilità della vite alla pre-fioritura i prodotti di copertura tradizionali sono quelli maggiormente indicati, associati in caso di forti precipitazioni ad un principio attivo con maggiore persistenza come il dimetomorph o sistemici come il fosetil-al e i fosfonati di disodio e di potassio. Il periodo a cavallo della fioritura è il momento migliore per impiegare prodotti sistemici come le fenilamidi o l oxathiapiprolin, che offrono una buona protezione della vegetazione in attivo accrescimento. In alternativa si possono impiegare principi attivi dotati di sistemia locale ma anche di una buona capacità di fissarsi alle cere cuticolari, resistendo quindi bene ad eventuali dilavamenti causati da intense precipitazioni.

4 In relazione all utilizzo del rame si precisa che il Ministero della Salute ha emanato la seguente indicazione: Al fine di ridurre al minimo il potenziale accumulo nel suolo e l'esposizione per gli organismi non bersaglio, tenendo conto al contempo delle condizioni agroclimatiche, non superare l'applicazione cumulativa di 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni. Si raccomanda di rispettare il quantitativo applicato di 4 kg di rame per ettaro all'anno. Nelle norme tecniche di Regione Lombardia il limite annuo per ettaro è stato portato a 4 kg. Per quanto riguarda l agricoltura biologica, la difesa antiperonosporica deve basarsi innanzi tutto sugli interventi agronomici utili nell aiutare la vite a resistere meglio alle malattie (concimazioni equilibrate, sfogliature, dirado dei germogli, ecc.), che possono incidere fino al 60% sull efficacia di un trattamento. Tra i principi attivi, il rame nei suoi diversi formulati rimane ancora quello con la maggior efficacia per il controllo della peronospora; nel suo impiego bisogna considerare che si tratta di un principio attivo di copertura da usare in strategia preventiva e che risulta dilavato dopo una pioggia di mm. L azione dei prodotti rameici non dipende tanto dal formulato impiegato quanto, soprattutto, dal momento del trattamento e dai dosaggi di rame metallo utilizzato, che possono variare tra i 30 e i 50 g di rame metallo per ettolitro, in funzione dell accrescimento della vite, delle piogge e dello stadio fenologico della pianta. L utilizzo del rame in agricoltura biologica è attualmente soggetto a due limiti: 1. max 28 kg/ha in 7 anni ai sensi del Reg.(UE) n. 1981/2018; 2. max 6 kg/ha all anno ai sensi del Reg.(CE) n. 889/2008. Si consiglia di non superare i 4 kg annui ad ettaro. Escoriosi Le prime fasi vegetative della vite, quando i nuovi germogli sono lunghi tra i 3 ed i 10 cm, rappresentano quelle di maggiore suscettibilità agli attacchi di escoriosi, malattia causata dal fungo Phomopsis viticola: questo patogeno sverna sotto forma di picnidi nella corteccia oppure come micelio nelle gemme della base dei tralci e può risultare particolarmente pericoloso soprattutto nei vigneti situati in zone particolarmente umide. I sintomi dell attacco sono rappresentati da tacche necrotiche nerastre che a partire dal primo internodo si allungano in senso

5 acropeto, approfondendosi più o meno intensamente nei tessuti; tacche necrotiche sono osservabile anche sulle foglie, inizialmente localizzate sui margini fogliari e a carico soprattutto delle foglie basali. L attacco provoca, oltre ad un indebolimento meccanico dei tralci, che risultano più soggetti ad eventuali rotture, l aborto delle gemme e delle infiorescenze colpite. I primi interventi per difendere il vigneto contro l attacco dell escoriosi sono di tipo agronomico, e consistono innanzitutto nell evitare l impianto dello stesso in luoghi soggetti a ristagni di umidità, nella scelta di forme di allevamento rialzate rispetto al suolo, in un equilibrata concimazione azotata e nell asportazione e bruciatura degli eventuali tralci colpiti rimossi con la potatura invernale. Per un eventuale controllo chimico, da effettuarsi precocemente, si possono impiegare i seguenti i principi attivi: Sostanza attiva Gruppo / codice FRAC Caratteristiche del formulato BIO Rischio resistenza Indicazioni FRAC Strategia antiresistenza Mancozeb Prodotti di copertura Ditiocarbammati / M3 Metiram tradizionali basso n necessaria Propineb Ditiocarbammati / M3 ATTENZIONE: per questa s.a. non c è stato il rinnovo dell'approvazione in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009; eventuali formulati commerciali presenti in azienda sono impiegabili fino e non oltre il 22/06/2019 translaminare Trifloxystrobin Strobilurine / 11 QoI affinità con le cere cuticolari elevato Pyraclostrobin translaminare necessaria Nei vigneti solitamente colpiti si rendono necessari almeno due interventi, il primo posizionato nella fase fenologica delle tre foglie con il lembo completamente disteso (stadio 13 della scala BBCH) e il secondo dopo 6-7 giorni. Successivamente, molti principi attivi impiegati per la difesa dalla peronospora hanno anche un efficacia collaterale nei confronti dell escoriosi. In agricoltura biologica l adozione delle misure agronomiche assume ancora una maggiore importanza, in quanto gli unici prodotti fitosanitari ammessi e registrati per l impiego contro Phomopsis viticola sono alcuni formulati a base di rame. Attrezzature per la distribuzione di prodotti fitosanitari Si ricorda che il D.Lgs. n. 150 del 14/08/2012 che recepisce la Direttiva Europea 2009/128/CE sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, entrato in vigore il 14/09/2012, stabilisce che tutte le attrezzature per la distribuzione di prodotti fitosanitari impiegate da operatori professionali (comprese attrezzature come pompe utilizzate con le lance a mano e atomizzatori a spalla) possono essere utilizzate sole se hanno superato la verifica funzionale. Per le aziende che

6 aderiscono alle misure agroclimatiche ambientali del PSR le attrezzature devono essere anche tarate. In entrambi i casi le attrezzature devono essere dotate di bollino che ne certifica il controllo. Per le informazioni agrometeorologiche e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: (aggiornato ogni martedì); agine/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.DI.MA Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia rd-est, Consorzio Tutela Valcalepio