Analisi economico-finanziaria delle imprese dell Information and Communication Technology in Sardegna

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1 Analisi economico-finanziaria delle imprese dell Information and Communication Technology in Sardegna A cura di Vincenzo Certo e Francesca Spada 1

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3 Premessa L analisi sull andamento economico e finanziario del sistema delle imprese dell Information and Communication Technology (TIC), prende avvio dall esplorazione dei dati dei bilanci delle imprese del settore, ai quali verranno applicate le metodologie d indagine proprie della Finanza Moderna, attraverso la Cash flow analysis e la Fund Accounting e lo studio della costruzione e della distribuzione del valore aggiunto. Questa metodologia consente da un lato di valutare la situazione finanziaria del sistema indagato e dall altro di conoscere la capacità dello stesso di produrre valore aggiunto e quindi di trasformare la ricchezza che interviene nei processi produttivi tramite il capitale investito nel settore, in ricchezza distribuibile sul territorio per le imprese che lo costituiscono e per la collettività in generale. Atraverso gli schemi d indagine proposti si è pertanto cercato sia di fornire un quadro dello stato di salute delle aziende appartenenti al settore TIC, che di valutare le principali caratteristiche del sistema e la possibilità di costituire o meno un driver trainante l economia regionale. Le metodologie di indagine seguite hanno previsto la costruzione e l impiego di diversi strumenti di studio: - i Bilanci Aggregati del settore TIC regionale, che contengono lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico per Valore Aggiunto, aggregati anche per sottosettore di attività economica (IT e TLC). Questi permettono di esaminare l andamento dei valori complessivi espressi da un panel di imprese rappresentative del settore; - il Conto economico per densità di potere d acquisto, che mette in luce la capacità del sistema di gestire le proprie risorse monetarie, finanziarie e disponibili, atttraverso l analisi del processo di costruzione del cash flow e degli altri flussi di risorse complessivamente considerate; - il Bilancio Dinamico aggregato, che fa luce sul circuito della liquidità e sugli atti di gestione compiuti dagli amministratori al fine del reperimento della stessa; - una scheda sintetica contenente i benchmark (valori mediani di riferimento) dei principali indici di bilancio, che consentono di valutare lo sviluppo, la redditività, la produttività e la struttura finanziaria delle imprese, con lo scopo di individuare le tipicità espresse dalle imprese del sistema. Le Tavole corrispondenti agli strumenti indicati sono riportate in allegato al presente capitolo; mentre le loro modalità di costruzione vengono descritte nella parte metodologica del lavoro. 3

4 L analisi è stata condotta su una serie storica triennale di dati di bilancio originali depositati presso il Registro delle Imprese dalle società del settore aventi sede legale in Sardegna, tratta dall Archivio dei Bilanci dell Osservatorio Industriale aggiornato al La scelta delle imprese facenti parte del panel è avvenuta a partire dall Archivio TIC regionale nel quale è stato definito l universo di riferimento, estrapolando un insieme di imprese in base ai seguenti criteri di selezione: l attività economica dell impresa (sono state selezionate le sole imprese appartenenti ai settori produttivi di beni/servizi del settore, escludendo la distribuzione e l assistenza tecnica), lo stato di attività dell impresa (sono state individuate le imprese attive al 2001 e già esistenti al 1999) in quanto l analisi economico-finanziaria necessita almeno di tre annualità consecutive di dati di bilancio; la localizzazione della sede legale (sono state considerate solo le imprese con sede legale in Sardegna per l impossibilità di scindere i dati di bilancio relativi alle sole unità locali presenti in Sardegna delle imprese con sede legale extra Regione) e ovviamente la forma giuridica (dal momento che l obbligo di deposito del bilancio vige soltanto per le società di capitali e le cooperative 1 ). In questo modo l universo di riferimento per la scelta del panel è risultato composto da 466 imprese, 425 società di capitale e 41 cooperative, attive nel triennio , che costituiscono il 15,8% delle imprese dell intero settore TIC regionale per l anno 2001; a queste hanno corrisposto addetti pari al 56,6% del totale settoriale per l anno Al fine di cogliere le realtà più rappresentative del settore sul territorio regionale si è scelto di selezionare dall universo di riferimento tutte le imprese con più di 50 addetti e un campione di imprese di minore dimensione, estratte tramite un campionamento su base settoriale. Il panel risulta infine costituito da 89 imprese, aventi sede legale in Sardegna, suddivise tra i comparti IT e TLC (77 le prime, 12 le seconde), aventi per il 77% la forma giuridica di Srl - società a responsabilità limitata, per l 11,5% di Spa società per azioni e per il restante 11,5% di società cooperative a responsabilità limitata. L insieme di tali imprese occupa in media (tra il 1999 e il 2001) addetti, ed in particolare nel 2000 occupa addetti pari al 44,6% dell intero sistema considerato. 1 Per quanto riguarda l attività economica e lo stato di attività Si tratta in pratica degli stessi criteri applicati per la determinazione della rilevazione sul campo, che conferiscono una continuità alle diverse fasi del lavoro. 2 Le informazioni sulla struttura del settore dal punto di vista degli addetti fanno riferimento all ultimo anno disponibile nell aggiornamento della sezione addetti dell archivio ASTRI, ovvero il Le analisi sui dati di bilancio invece, considerano la serie storica che va dal 1994 al 2001, ultimo anno disponibile per l Archivio dei Bilanci. 4

5 Grafico 1 Composizione del Panel per forma giuridica Numero Imprese Coop. Spa Srl E importante sottolineare che le imprese selezionate comprendono sia società di media e piccola dimensione che operano esclusivamente sul territorio regionale, che società di grandi dimensioni, il cui mercato di riferimento non è soltanto la Sardegna, ma il territorio nazionale nonché quello europeo e mondiale. Ci si riferisce alla presenza nel panel di Tiscali Spa, che da sola fattura circa un terzo dell intero sistema. Le analisi che seguono, terranno in debita considerazione l influenza che questa grande realtà economica regionale ha sull andamento della selezione di imprese complessivamente considerata. I principali risultati dell analisi vengono sintetizzati nel paragrafo successivo; mentre di seguito si procede con l analisi completa dei Bilanci Aggregati e dei Drivers. 5

6 Sintesi sui principali risultati di Bilancio Nel 2001, il panel delle imprese ha fatto registrare 416 milioni di euro di fatturato, con un valore aggiunto negativo e pari a -798 milioni, con l impiego di milioni di investimenti e l apporto di milioni a titolo di capitale proprio e 859 milioni a titolo di capitale di credito. Grafico 2 Principali risultati nel triennio Sistema TIC (89 imprese ) - dati in migliaia di euro Fatturato Valore Aggiunto Patrimonio netto Investimenti Passività Come accennato in precedenza, per ciò che concerne i principali risultati nel periodo considerato, bisogna operare una distinzione tra il settore TIC complessivamente considerato e lo stesso settore senza i risultati di Tiscali Spa: sarà infatti possibile osservare profonde differenze che dimostrano la forte influenza della principale impresa sarda nel settore TLC. Nel triennio, il fatturato aumenta nel passaggio dal 1999 al 2000 e si attesta sugli stessi livelli nel 2001, mentre il valore aggiunto mostra una netta diminuzione tra il 1999 e il 2000 con una flessione ancora più accentuata nel 2001, portandosi su valori fortemente negativi, in particolare a causa di politiche di svalutazione delle partecipazioni avvenute nel conto economico di Tiscali. Gli investimenti manifestano un netto incremento dovuto alla crescita delle immobilizzazioni, come pure il capitale proprio e l indebitamento verso terzi, che variano in senso positivo. Se invece si tengono separati i dati di Tiscali dal resto del sistema, si può notare una maggiore coerenza nei valori, con risultati tendenzialmente in crescita, elemento che si riscontra dal confronto dell andamento del valore aggiunto nei due differenti aggregati. Nel grafico seguente infatti, tutti i parametri risultano positivi compreso il valore aggiunto, e soltanto il fatturato mostra tra il 2000 e il 2001 una debole diminuzione. Nel 2001, in particolare il valore aggiunto complessivo è pari a 197 milioni di euro ed i volumi di riferimento del sistema sono molto più contenuti, in quanto derivanti dall insieme di 88 6

7 imprese di dimensioni decisamente inferiori a quelle di Tiscali: gli investimenti si attestano sui 353 milioni di euro complessivi, il patrimonio netto su 88 milioni di euro mentre le passività su 265 milioni di euro. Il fatturato invece risulta pari a circa 300 milioni di euro, 115 milioni di euro in meno rispetto al sistema interamente considerato, con un impatto inferiore rispetto a quello sugli altri parametri esercitato da Tiscali. Grafico 3 Principali risultati nel triennio Sistema TIC - esclusa Tiscali Spa (88 imprese ) dati in migliaia di euro Fatturato Valore Aggiunto Patrimonio netto Investimenti Passività Dal punto di vista della dinamicità delle imprese regionali rispetto a quelle del resto dell Italia, si è cercato di verificare l andamento dei parametri fondamentali caratterizzanti le imprese nel triennio, attraverso l indagine sui benchmark di riferimento 3 dello sviluppo. A questo scopo è stato costruito un panel di carattere nazionale, composto da imprese 4 attive nel settore e presenti sul territorio italiano nel periodo di analisi considerato. Le imprese sarde hanno mostrato nel 2000 una dinamicità sia nel fatturato che nel valore aggiunto superiore a quella delle imprese nazionali. Tuttavia, mentre lo sviluppo espresso dalle imprese nazionali ha riguardato anche i volumi del patrimonio netto, secondo una crescita relativamente armonica tra i diversi parametri di riferimento (variazione del fatturato nel 2000 pari a 9,21%, del valore aggiunto pari a 9,25%, del patrimonio netto 9,09%), per le imprese regionali la crescita del patrimonio netto non risulta in linea con quella del fatturato e del valore aggiunto, (1,7% crescita del patrimonio netto contro 12,6% per il fatturato e 17,0% del valore aggiunto). 3 Come verrà spiegato meglio nella parte dedicata allo studio degli indici di bilancio, l analisi per benchmark non è distorta dalla presenza di imprese di grandi dimensioni, in quanto realizzata sul valore mediano della distribuzione statistica degli indici calcolati per ogni singola impresa. Ne consegue che i confronti sono opportunamente realizzati sui benchmark calcolati sul panel regionale intero che comprende dunque anche Tiscali. 4 Fonte: Archivio dei Bilanci AIDA di Bureau Van Dijk, Electronic Publishing, aggiornato al 2002, su imprese con fatturato superiore a euro 7

8 Grafico 4 20,00 Confronto delle variazioni dei parametri fondamentali tra Italia e Sardegna valori mediani var%, [(t 1 -t 0 )/t 0 ]% SAR SAR SAR 10,00 IT IT IT IT IT IT SAR SAR SAR 0,00 Var. Fatturato % Var. Valore Aggiunto % Var. Patrimonio Netto % italia ,21 9,25 9,09 sardegna ,6 17,0 1,7 italia ,30 7,34 6,90 sardegna ,1 16,2 4,6 Il 2001 mostra una dinamicità più contenuta sia a livelli regionali che nazionali, in particolare per il fatturato, che presenta un benchmark regionale di crescita pari al 2,1% e pari al 5,30% con riferimento al panel nazionale. Il valore aggiunto cresce ad un ritmo solo leggermente più basso rispetto al 2000, due punti in meno a livello nazionale e quasi un punto in meno a livello regionale. Anche la crescita a carattere nazione del patrimonio netto è più moderata, mentre quella regionale cresce rispetto al 2000 ma rimane comunque inferiore a quella stimata per il resto del Paese. La concentrazionedel settore Il settore, come prevedibile, è fortemente concentrato: il valore medio dell indice di concentrazione (indicato dal rapporto tra il numero di imprese che insieme realizzano il 70% del fatturato totale ed il numero complessivo delle imprese considerate) è pari al 2,25%, il che significa che 2 imprese su 89 fatturano più del 70% dell intero comparto. Se anche si escludono dal panel le imprese con connotazione tipicamente sovraregionale e che mostrano livelli di fatturato di gran lunga più elevati del resto delle imprese del sistema, l indice medio di concentrazione resta consistente e pari al 16%, evidenziando una certa disomogeneità nelle performance delle società del settore. Tabella 1 ANNO Settore TIC complessivo (Panel di 89 società) - mgl Soglia (70% N imp. Fatturato Fatt.) soglia Conc. Media , , ,25 2,25 8

9 Il valore aggiunto dei sottosettori IT e TLC Il valore aggiunto del sistema è mediamente negativo e pari a 185 milioni di euro ed è quindi difficile ragionare sulle capacità di contribuzione dei sottosettori alla costruzione di questo valore, perché apparentemente sembra che vengano sottratte risorse al sistema invece che conferite. Tuttavia la negatività in media del valore aggiunto del settore deriva da una performance particolarmente negativa di Tiscali, che, d altra parte, vede già dal 2002 un netto miglioramento dei suoi parametri fondamentali. Poiché in questa analisi è interessante valutare la capacità di costruire il valore aggiunto da parte dell intero aggregato di riferimento, escludendo Tiscali dal ragionamento si può notare che il contributo è prevalentemente dato dal comparto dell Information Technology (mediamente per il 94,0% con 77 imprese, circa 2 mln di euro per impresa), mentre il comparto Communication Technology partecipa per il restante 6,0% (11 imprese, circa 1 mln di euro per impresa) e risulta in diminuzione dal 1999 al Tabella 2 Settore di Attività Economica Valori in mgl di euro Valore Aggiunto ANNO Media V.a. % V.a. % V.a. % V.a. % Information Technology , , , ,0 Communication Technology (senza Tiscali) , , , ,0 Valore Aggiunto (senza Tiscali) , , , ,0 Valore Aggiunto (con Tiscali) Grafico 5 Contribuzione media dei sottosettori al Valore Aggiunto (periodo ) esclusa Tiscali Spa 6,0 94,0 Information Technology (IT) Communication Technology (TLC) 9

10 Distribuzione del Valore Aggiunto tra i fattori primari Poiché le perdite medie di bilancio del panel complessivamente considerato, costituiscono più del 200% del valore aggiunto prodotto dal sistema, ad una prima lettura si rileva che non rimangono risorse sufficienti per remunerare i soci e il sistema stesso delle imprese. La stessa considerazione può essere applicata anche per quanto riguarda la remunerazione degli altri fattori primari della produzione, ovvero i dipendenti, i terzi creditori di capitale di finanziamento e lo Stato. Tuttavia, scorporando le vicende di Tiscali si osserva che il settore chiude mediamente in utile e ciò produce un effetto benefico in termini di remunerazione dei fattori produttivi. Il Valore aggiunto si distribuisce per il 9,3% sotto forma di interessi passivi per la remunerazione dei terzi fornitori di capitale, l 11,6% va allo Stato per imposte e tasse e circa il 67,5% è utilizzato per la remunerazione degli addetti del comparto. I soci delle imprese trattengono sotto forma di utile una percentuale del valore aggiunto pari al 4,0% ed un altro 7,7% rientra nelle aziende sotto forma di ammortamenti. Ne consegue che il 12% circa del valore aggiunto prodotto dal sistema viene reinvestito nelle attività dello stesso settore per la nuova produzione di ricchezza. Grafico 6 100,0 Settore ICT (esclusa Tiscali Spa) Distribuzione media del Valore Aggiunto tra i fattori primari Composizione media nel periodo ,5 50,0 4,0 9,3 7,7 11,6 0,0 Utile netto d'esercizio + Interessi passivi + Ammortamenti materiali e immateriali + Retribuzioni al personale lorde + Imposte e tasse 10

11 Analisi del bilancio aggregato del settore Information & Communication Technology Il Bilancio Aggregato del sistema TIC è ottenuto tramite la somma di tutti gli Stati Patrimoniali ed i Conti economici dei prospetti di bilancio delle imprese appartenenti ai settori considerati: la procedura di aggregazione è stata applicata anche per i sottosettori IT e TLC. Lo Stato Patrimoniale del Sistema TIC e dei sottosettori I bilanci aggregati Stato Patrimoniale Composizione dell Attivo e analisi dei Flussi dal Bilancio Dinamico Dal lato dell attivo dello Stato Patrimoniale, il settore mostra una netta crescita nel livello totale di capitale investito per il periodo che va dal 1999 al 2001 passando da 502 milioni di euro a 2,7 miliardi. La composizione degli investimenti mostra una netta rigidità, con l attivo fisso medio pari a circa l 80% del totale attivo: ciò è imputabile essenzialmente al notevole incremento delle immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni), le quali passano dal 5,4% circa del capitale investito nel 1999 al 78% nel Le immobilizzazioni materiali sono mediamente il 3,9% con terreni e fabbricati pari all 1,7% e impianti e macchinari pari allo 0,7% sull attivo medio, le immateriali invece incidono in maniera inferiore e costituiscono il 2,8%. Tale valore, pur essendo più alto del corrispondente valore regionale di riferimento per le attività economiche industriali (1,7% medio tra il 1994 e il 2001, fonte Archivio dei Bilanci dell Osservatorio Industriale) non è particolarmente elevato, e quindi non mostra la rilevante attitudine a detenere immobilizzazioni immateriali che ci si aspetterebbe per questa tipologia d imprese. Questo indicatore infatti, corrisponde per larga parte all importanza assegnata dalle imprese alle attività di ricerca e sviluppo, alla costruzione ed implementazione di sistemi informatici e a tutti quegli investimenti che attengono alla parte del know-how, così importante nelle imprese di questo settore. Se si scorporano le vicende di Tiscali, l incidenza delle immobilizzazioni immateriali sul totale attivo risulta superiore e pari mediamente al 6,4% dell attivo medio. Questo elemento dimostra come a tutt oggi il problema della valutazione delle poste cosiddette intangibles è molto rilevante ed attuale, in quanto non è possibile ancora trovare nel bilancio delle imprese la valorizzazione di una posta che corrisponda, anche in parte, all indubbio valore delle immaterialità e delle conoscenze che si generano e si implementano all interno di questo tipo di imprese. Possiamo osservare meglio l andamento delle immobilizzazioni nella tavola degli impieghi del bilancio dinamico di liquidità che evidenzia nel 2000 un incremento in Immobilizzazioni Finanziarie (I Immobilizzazioni Finanziarie) che rappresenta la quasi totalità degli impieghi strutturali e ben il 79,5% degli impieghi totali di liquidità. Anche le altre attività immobilizzate mostrano impieghi strutturali rilevanti, infatti sulle politiche di impiego della liquidità incide notevolmente quella che risulta essere la mission aziendale di Tiscali e la propria condotta sul mercato. Nel corso dell esercizio considerato ha preso avvio un processo di riorganizzazione societaria volto a razionalizzare la struttura con la creazione di una nuova sede da un lato ed a conseguire le potenziali economie di scala esistenti dall altro. Tale riorganizzazione, che prevedeva la concentrazione dell attività svolta in ogni singolo paese in uniche entità giuridiche, ha fatto si che le partecipazioni subissero un 11

12 incremento di circa 767 milioni di euro (per operazioni di acquisizione) e decrementi per circa 1 miliardo di euro, dei quali 900 milioni circa a fronte di svalutazioni operate per adeguare il costo delle partecipazioni ai valori correnti. Per ciò che concerne l attivo disponibile, questo rappresenta mediamente il 19,5% del totale del capitale investito. Si rileva che la parte operativa è pari al 12% circa dell attivo medio e risulta in fase di crescita nel periodo: le rimanenze compongono mediamente l 1,8% dell attivo ed i crediti commerciali l 11%, incrementandosi in valori assoluti ma non percentuali. I crediti finanziari sono pressochè nulli e le disponibilità liquide si attestano mediamente intorno al 3% risultando però in netto calo dal 1999 in poi e quindi con un esigua consistenza finale. Analizzando i dati a partire dai sottosettori che compongono il TIC, si può notare che il comparto IT (Information technology) presenta una struttura dell attivo con prevalenza della parte disponibile (che costituisce il 66% dell attivo medio) rispetto all attivo immobilizzato, pari al restante 34% del capitale investito. In particolare, i terreni e fabbricati rappresentano il 10% dell attivo medio e le immobilizzazioni immateriali rappresentano il 6,8%, valori in linea con il dato medio del sistema senza Tiscali Spa. Nelle disponibilità assumono particolare rilevanza i crediti commerciali lordi che incidono per il 38% sul capitale investito totale. Il comparto TLC (Comunication technology), considerato disaggregando il dato di Tiscali, replica in parte la composizione degli investimenti vista per l IT con la prevalenza dell attivo disponibile sull immobilizzato ed in particolare con la rilevante presenza dei crediti commerciali, pari al 41% del capitale investito totale. Qualche differenza si rileva a livello delle immobilizzazioni immateriali che incidono in misura inferiore (mediamente pari al 2,4%) e a livello delle immobilizzazioni materiali che risultano più elevate (30,4% contro il 19,8% dell IT). Si evidenzia inoltre come lo stesso comparto con l aggregazione di Tiscali passi da una presenza di partecipazioni pari dallo 0,3% al 85,4% e questo per i motivi precedentemente descritti nella trattazione sul settore in generale. Composizione del Passivo e Netto e analisi dei Flussi dal Bilancio Dinamico Il settore TIC nel suo complesso mostra un livello di patrimonio netto mediamente pari al 74% del totale passivo e netto medio, calcolato sui tre esercizi, e si compone per quasi l 86% (sempre rispetto al totale passivo e netto medio) di riserve, per il 5% di Capitale sociale e fa registrare una perdita media annua del -18.7%. Anche in questo caso influiscono notevolmente sull intero settore le scelte aziendali di Tiscali che ha deliberato un aumento gratuito del Capitale sociale tramite l utilizzo della Riserva sovraprezzo azioni che ha di conseguenza dato luogo al forte incremento nel volume del patrimonio dell intero settore dell Information & Communication Technology. Esludendo i dati di Tiscali, il bilancio aggregato chiude in utile e questo genera un comportamento virtuoso sul livello del Patrimonio netto, che rappresenta mediamente il 24,3% del totale Passivo e Netto e si caratterizza per la presenza di capitale sociale per il 12%, riserve per l 1,2%, fondi particolari per il 6,2% e utile d esercizio per il 2% medio, percentuali sempre calcolate sulla media del totale Passivo e Netto. 12

13 L indebitamento verso terzi rappresenta poco più del 25% del totale passivo e netto e consta per il 4,5% di passivo consolidato, il quale peraltro risulta in netto calo nel periodo: si può osservare che i debiti a MLT diminuiscono nel periodo dal 4,6% del 1999 allo 0,9% del 2001, passando da 23 a 22 milioni di euro. I fondi rappresentano il 3,8% ed il TFR è stabile sul 2,2% della media del passivo e netto. Nell ambito delle passività correnti che rappresentano circa il 21% del totale fonti di finanziamento, vediamo che i debiti di funzionamento ammontano mediamente al 6,5%, con una diminuzione dei debiti commerciali tra il 1999 ed il 2001; e che i debiti non operativi costituiscono mediamente il 14%, in aumento nella parte finanziaria a BT che varia tra 8,6% e 19,6% dal 1999 al 2001 (11,6% medio). Scorporando Tiscali, il valore medio delle passività verso terzi costituisce il 75,7% del totale delle fonti di finanziamento, e mostra un andamento in lieve crescita, da 243 milioni di euro nel 1999 a 265 milioni di euro nel 2001, con le passività consolidate che variano da 73 a 75 milioni di euro e le passività correnti da 170 a 189 milioni di euro. L incidenza dei debiti commerciali è pari al 15,9% e quella dei debiti finanziari a breve termine è pari mediamente al 13,2%. In modo molto simile a quello del sistema delle imprese senza l aggregazione dei dati di Tiscali, l Information Technology presenta un incidenza percentuale del patrimonio netto pari a circa il 25% del totale del Passivo e Netto medio, con il Capitale sociale in media pari al 13%, i fondi particolari al 6% ed un utile medio annuo positivo e incidente per il 2,6%. Infine le passività sia a lungo che a breve compongono il restante 75% del capitale di finanziamento. La prevalenza delle passività verso terzi si riscontra nell ambito delle passività correnti, con le esigibilità operative intorno al 26% del totale fonti di finanziamento, i debiti commerciali intorno al 16% e i debiti non operativi pari al 27% circa, di cui la metà è rappresentata da debiti finanziari a breve termine. Le passività consolidate, invece, sono costituite dal fondo TFR per circa il 13%, mentre i debiti contratti con le banche a medio-lungo termine sono stabili al 4% per tutto il periodo di analisi. Il settore TLC, considerato disaggregando il dato di Tiscali, mostra un livello di patrimonio netto decisamente più basso, mediamente pari al 17% del totale Passivo e Netto e fa registrare una perdita media annua del -2,7%. Il capitale sociale risulta pari alll 11% del totale fonti e i fondi particolari rappresentano l 8%. Le passività, sia a lungo che a breve termine, rappresentano dunque l 82,8% del capitale di finanziamento; nell ambito delle passività consolidate i fondi rischi e il TFR sono un terzo del totale, mentre i restanti due terzi sono costituiti da debiti a medio e lungo termine, che rappresentano il 22,1% del totale passivo e netto. I debiti a breve rappresentano il 60% del totale delle fonti di finanziamento: rivestono una notevole incidenza i debiti non operativi per il 42% ed in particolare i debiti diversi che ne rappresentano più di un terzo e risultano in netto aumento nel periodo; i debiti commerciali sono stabili intorno al 12,0%. 13

14 Il Conto del Risultato Economico del Sistema TIC e dei sottosettori Conto del Risultato economico per Valore Aggiunto I ricavi di vendita del totale delle imprese del panel passano da 295 milioni di euro nel 1999 a 416 milioni nel 2001 con un incremento cumulato del 41% e costituiscono mediamente il 99,0% del valore della produzione annua. Come abbiamo potuto notare in precedenza, il valore aggiunto complessivo, che si riferisce alla gestione globale delle imprese, assume valori mediamente decrescenti anno per anno, fino a diventare negativo nel Grafico 7 Asse del Fatturato Fatturato e Valore Aggiunto Imprese TIC 89 imprese - dati in migliaia di euro Asse del Valore Aggiunto Fatturato Valore Aggiunto La situazione è differente per quanto riguarda il valore aggiunto operativo, calcolato esclusivamente a partire dai dati relativi alla gestione caratteristica. Infatti, il valore aggiunto operativo è positivo tutti gli anni, e pari in media al 36,2% del valore della produzione, anche se la sua incidenza risulta in calo nel periodo di riferimento (con un decremento che va dal 44,5% al 30% del valore della produzione). I consumi di materie passano da 41 a 65 milioni di euro, e costituiscono mediamente il 14,2% del valore della produzione, peraltro i costi per servizi mostrano una discreta crescita (da 117 a 221 milioni di euro tra il 1999 e il 2001). In ogni caso, questi valori contribuiscono a generare un livello positivo del valore aggiunto operativo in tutti e tre gli esercizi. Il costo del lavoro cresce in valori assoluti, passando da 111 a 143 milioni di euro tra il 1999 e il 2001, e il margine operativo lordo si mantiene positivo per i primi due anni considerati, ma diventa negativo nel 2001, a causa del calo del valore aggiunto operativo in rapporto ai costi del lavoro crescenti. La politica degli ammortamenti, ma soprattutto la forte incidenza degli oneri diversi di gestione genera un risultato operativo fortemente negativo che ammonta a 1 miliardo di euro nel 2001, una perdita operativa pari a 2,5 volte il valore della produzione. La gestione finanziaria amplifica il saldo negativo determinando un risultato netto di bilancio con perdite crescenti tra il 2000 e In particolare, gli oneri finanziari 14

15 incidono mediamente per il 5,9% del valore della produzione, mentre la gestione straordinaria incide negativamente, per il 2,6%, e le imposte si attestano intorno al 6%. Il sistema nel complesso non genera valore aggiunto e si intaccano le risorse già esistenti. Tuttavia è opportuno ricordare come sul risultato complessivo influisca notevolmente l attività economica di Tiscali che, nell ambito del proprio processo di ristrutturazione, ha dovuto affrontare elevati oneri per svalutazioni in partecipazioni ed in crediti. Se invece si escludono le vicende di Tiscali Spa dal sistema, l andamento complessivo appare differente: i ricavi di vendita, che rappresentano il 99,1% del valore medio della produzione annua, crescono del 15% e passano da 261 a 300 milioni di euro tra il 1999 e il Grafico 8 Asse del Fatturato Fatturato e Valore Aggiunto Imprese TIC (esclusa Tiscali Spa) imprese - dati in migliaia di euro Asse del Valore Aggiunto Fatturato Valore Aggiunto I consumi di materie crescono più del 30% (da 39 a 55 milioni di euro) ed i costi per servizi variano allo stesso modo, da 82 a 112 milioni di euro. Nonostante gli aumenti nei costi, il valore aggiunto operativo (risultante dalla gestione caratteristica) si mantiene positivo, anche se ne risente a livello di volumi prodotti: tra il 2000 e il 2001 mostra infatti una diminuzione in valore assoluto pari al 25% del valore iniziale, che si riflette anche in termini di incidenza percentuale, (dal 53% del valore della produzione nel 2000 al 43% nel 2001). Il livello medio del margine operativo lordo risulta influenzato dal decremento del valore aggiunto operativo e dall aumento in valori assoluti del costo del lavoro, che va da 108 a 124 milioni di euro ed incide mediamente sul valore della produzione per il 39,9%. La differenza più importante nell andamento dell aggregato esclusa Tiscali rispetto al sistema intero si rileva a livello del risultato operativo che è positivo e si avvantaggia del saldo positivo dei ricavi e oneri diversi, mediamente pari all 8,4% del valore produzione. La gestione finanziaria genera proventi di lieve entità ed oneri finanziari crescenti, mediamente pari al 5,5% del valore della produzione. Il volume degli oneri finanziari varia 15

16 più del triplo nel corso dei tre esercizi, ma questa variazione è da ascriversi fondamentalmente alle vicende di una società (appartenente al gruppo Tiscali), peraltro non di dimensioni particolarmente diverse da quelle medie del sistema, che mostra una crescita esponenziale degli oneri finanziari, apparentemente non supportata da un corrispondente cambio nella politica di approvvigionamento del capitale di finanziamento. La gestione straordinaria presenta un saldo negativo sia nel 1999 che nel 2000, mentre contribuisce ad accrescere il risultato di gestione nel 2001, perché apporta un valore positivo e pari all 8,6% del valore della produzione. Le imposte risultano decrescenti sia in valore assoluto che in termini di incidenza percentuale, e ammontano mediamente a 20 milioni di euro, il 6,8% del valore della produzione. Gli esercizi chiudono tutti in utile. Il settore dell Information Technology, replica la struttura del sistema appena esposta, con la sola differenza nei volumi dovuta alla minor presenza di imprese. Infatti il comparto non solo chiude con utili di bilancio, ma con valori più alti rispetto a quelli del sistema in cui si stia considerando anche il comparto TLC (anche privo dell influenza di Tiscali). Grafico 9 Asse del Fatturato Fatturato e Valore Aggiunto Imprese IT 77 imprese - dati in migliaia di euro Asse del Valore Aggiunto Fatturato Valore Aggiunto Può essere utile mettere in evidenza le performance complessive delle imprese TLC, al fine di chiarire i motivi delle chiusure di bilancio in perdita. Il livello di valore aggiunto che il settore produce è fortemente decrescente e passa da 7 milioni di euro ad un valore negativo pari a circa 1 miliardo di euro. 16

17 Grafico 10 Fatturato e Valore Aggiunto Imprese TLC 12 imprese - dati in migliaia di euro Asse del Fatturato Asse del Valore Aggiunto Fatturato Valore Aggiunto Scorporando i dati di Tiscali, (che chiude nel 2001 con una perdita pari a milioni di euro) i ricavi di vendita per le restanti 11 imprese del settore TLC sono pari al 23% del valore complessivo del comparto, ma risultano in crescita nel periodo, da 22 a 29 milioni di euro, costituendo circa il 98% del valore della produzione. Il valore aggiunto operativo (pari a circa l 80% del valore aggiunto complessivo) è mediamente positivo e rappresenta il 29% del valore della produzione anche se in flessione (passando da un incidenza del 35,6% al 24,5% del 2001) e ciò a causa dell incremento dei consumi di materie e dei costi per servizi pari mediamente al 37,3% ed al 33,1% del valore della produzione. Il costo del lavoro incide per il 31% ed è sostanzialmente stabile, mentre il MOL appare decisamente decrescente, da 38 mila euro a 1 milione e 500 mila. Il saldo ricavi e oneri diversi è positivo, ma non sufficiente a generare risorse in grado di soddisfare la gestione finanziaria e straordinaria, al punto che i bilanci chiudono complessivamente in perdita. In particolare la gestione finanziaria mostra una bassa incidenza degli oneri finanziari, mediamente pari al 2,7%, e un inifluente gestione straordinaria. I risultati di queste imprese non appaiono particolarmente brillanti nel triennio considerato, sia considerando la più grande società del sistema che senza. 17

18 Grafico Fatturato e Valore Aggiunto Imprese TLC (senza Tiscali) 11 imprese - dati in migliaia di euro Asse del Fatturato Asse del Valore Aggiunto Fatturato Valore Aggiunto 0 Il conto economico per densità di potere d acquisto. Analisi dei flussi dei fondi Uno degli elementi fondamentali che consente di individuare lo stato di salute di un settore di attività economica risiede nella valutazione della capacità delle imprese di generare flussi di cassa positivi attraverso il complesso delle attività di gestione. In particolare assume notevole importanza il flusso di cassa prodotto, a partire dall incasso dei ricavi di vendita dei beni e dei servizi al netto dei costi pagati nell ambito della gestione complessiva d impresa, e l articolazione di questo flusso con gli altri flussi di capitale a diversa densità. Infatti, le attività di gestione delle imprese producono una serie di flussi di risorse di cui il cash flow non è che la parte più liquida. Il fondo di capitale che si individua nel Patrimonio Netto varia anno per anno, generando un flusso denso che corrisponde all utile d esercizio, mentre il capitale disponibile, ottenuto come differenza tra l attivo e il passivo a breve termine, varia generando un flusso di risorse più liquido del precedente ma non ancora pronto per essere trasformato in cassa. Il flusso generato dalla parte finanziaria del capitale disponibile, escludendo quindi le scorte, è una risorsa della gestione ancora più vicina alla sua trasformazione in moneta. Infine il flusso derivante dalla differenza del capitale liquido iniziale e finale di un esercizio, corrisponde alla differenza tra i ricavi riscossi e i costi pagati in quell esercizio. Attraverso l analisi del processo di costruzione di questi flussi di risorse, dal più denso al meno denso, si traggono informazioni fondamentali relativamente alla situazione di cassa, nonché alla situazione finanziaria complessivamente intesa e si riesce ad ottenere una sorta di fotografia della trasformazione del capitale fase per fase, all interno delle imprese o del settore considerato. Il conto economico per densità di potere d acquisto mostra esattamente il processo di costruzione del cash flow medio di periodo. Le righe riportano i valori medi dei costi e dei 18

19 ricavi opportunamente riclassificati secondo la loro attitudine a trasformarsi in risorse monetarie. Ne deriva che i costi si divideranno in costi finanziari pagati, costi finanziari non pagati, costi non finanziari a breve termine e costi di capitale permanente; e i ricavi si divideranno in ricavi finanziari riscossi, ricavi finanziari non riscossi, ricavi non finanziari a breve termine e ricavi di capitali permanenti. I saldi delle righe determinano i flussi dei fondi di capitale precedentemente menzionati, dal più liquido al più consistente ovvero al fondo di capitale netto e danno l immagine delle risorse generate dal sistema e della loro disponibilità. Tavola 1 Sistema TIC. Valori medi ( ) CONTO DEL RISULTATO ECONOMICO PER DENSITA' DI POTERE D'ACQUISTO 1. Costi finanziari pagati Ricavi finanziari riscossi Costi finanziari non pagati Ricavi finanziari non riscossi Costi non finanziari a breve termine Ricavi non finanziari a breve termine Costi di capitali permanenti Ricavi da capitali permanenti movimenti di riga Utile ante imposte 0 Perdita ante imposte Flusso Autogenerato CL (Cash flow) Flusso Autogenerato CDFN Flusso Autogenerato CDN Flusso Autogenerato CN Utile dopo gli interessi e dopo le imposte* Oneri finanziari Imposte sul reddito Free Cash Flow *Valore rettificato come da conto economico Si nota come (riga 1) i costi pagati dal sistema di tutte le imprese TIC siano mediamente superiori ai ricavi riscossi dando luogo ad un netto squilibrio nel flusso di cassa. La sistuazione finanziaria complessivamente considerata non migliora di molto anche a livello del flusso di capitale disponibile finanziario netto, che si attesta su valori negativi anche se di minore entità. Questo fa rilevare uno squilibrio importante nella gestione delle risorse liquide o comunque finanziarie. La politica di gestione delle scorte non è sufficiente per portare le risorse generate su valori positivi, infatti il flusso di Capitale disponibile netto, che nasce dal fondo che comprende le attività correnti complessive al netto delle passività correnti, è negativo. Ingenti costi di capitali permanenti (riga 4) incidono ulteriormente nello spostare il risultato medio d esercizio verso la perdita. Il free cash flow, ossia il flusso di cassa destinato a remunerare i creditori (sotto forma di interessi passivi), lo Stato (sotto forma di imposte) ed i soci con la distribuzione degli utili (indicato dalla somma delle righe 5+6+7), risulta fortemente negativo tra il 1999 ed il il che implica l assenza di risorse fondamentali per proseguire nelle attività del settore. Il grafico che segue mostra l andamento temporale dei flussi, per valutare quale esercizio è stato determinante per la creazione dei valori mediamente negativi del settore. 19

20 Se nel 2000 i flussi di risorse generati dalla gestione, dal cash flow all utile, appaiono lievemente negativi o se positivi molto vicini allo zero, nel 2001 la situazione peggiora e il sistema TIC complessivamente inteso mostra livelli pesantemente negativi che influenzano i valori medi sopraccitati. Grafico Flussi autogenerati e Free Cash Flow Settore TIC complessivo 89 imprese - dati in migliaia di euro Cash Flow Flusso operating prodotto - Autogenerato CDFN Flusso Flusso Autogenerato CDN Flusso Autogenerato CN FCF - Free Cash Flow media media Tuttavia, se si scorpora il dato di Tiscali Spa il conto economico per densità di potere d acquisto rende evidente un processo virtuoso di creazione delle risorse: i ricavi riscossi sono mediamente superiori ai costi pagati e sebbene i costi finanziari non pagati siano lievemente più alti dei corrispondenti ricavi, il saldo di capitale finanziario netto è positivo. Le scorte fanno si che il flusso delle attività disponibili si mantenga superiore a quello delle passività correnti e infine rimangono abbastanza risorse per fronteggiare anche i costi per capitali permanenti, come gli ammortamenti e gli accantonamenti al TFR senza generare perdite di bilancio. 20

21 Tavola 2 Sistema TIC senza Tiscali Spa. Valori medi ( ) CONTO DEL RISULTATO ECONOMICO PER DENSITA' DI POTERE D'ACQUISTO 1. Costi finanziari pagati Ricavi finanziari riscossi Costi finanziari non pagati Ricavi finanziari non riscossi Costi non finanziari a breve termine Ricavi non finanziari a breve termine Costi di capitali permanenti Ricavi da capitali permanenti movimenti di riga Utile ante imposte Perdita ante imposte 0 1 Flusso Autogenerato CL (Cash flow) Flusso Autogenerato CDFN Flusso Autogenerato CDN Flusso Autogenerato CN Utile dopo gli interessi e dopo le imposte* Oneri finanziari Imposte sul reddito Free Cash Flow *Valore rettificato come da conto economico Il free cash flow è positivo e sebbene la parte che resta a disposizione dei soci delle imprese sia decisamente inferiore a quelle destinate allo Stato e ai terzi creditori per l apporto di capitale di finanziamento, costituisce un discreto stimatore del valore. Analisi dei flussi dei fondi senza Tiscali S p a Anche l analisi temporale dei flussi, una volta scorporati i dati di Tiscali Spa, mostra una buona situazione del settore nel processo di creazione della liquidità. Le risorse generate dal sistema sono tutte positive. Il cash flow è positivo in media e crescente, anche il flusso di capitale disponibile finanziario netto e quello di capitale disponibile rimangono pressocchè stazionari. L utile, considerato come flusso del capitale netto, è in lieve crescita. Ne consegue che l articolazione di questi valori da una connotazione positiva alla capacità dei sistema di generare risorse e alla possibiltà della loro trasformazione in valori monetari. 21

22 Grafico Flussi autogenerati e Free Cash Flow Settore TIC (senza Tiscali Spa) 88 imprese - dati in migliaia di euro Cash Flow operating prodotto - Flusso autogenerato CL Flusso Autogenerato CDFN Flusso Autogenerato CDN Flusso Autogenerato CN FCF - Free Cash Flow media media A livello di sottosettore si rileva che l IT presenta valori positivi per tutti i flussi, contribuisce in media per il 96% alla produzione del flusso di cassa complessivo del settore (esclusa Tiscali Spa) e presenta andamento crescente nei due esercizi considerati. Il settore TLC, considerato senza Tiscali Spa, mostra, accanto a valori di cash flow e di utili negativi nel 2000, flussi di capitale disponibile netto e finanziario netto positivi, che migliorano nel 2001, apportando un effetto benefico anche al cash flow e al free cash flow dello stesso esercizio. Analisi per indici di bilancio a livello di singola impresa per il settore dell Information & Communication Technology Fino a questo momento l analisi è stata svolta considerando i dati aggregati per settore e sottosettore del sistema TIC, allo scopo di fornirne un quadro generale dell andamento complessivo. In questo modo è stato messo in evidenza anche l ordine di grandezza dei volumi di risorse generati da quelle imprese che, avendo la forma giuridica di società di capitale, presentano una rilevante patrimonializzazione e un livello di organizzazione della produzione più complesso di quello delle società di persone o delle ditte individuali. Ovviamente, poiché si è ragionato sui volumi complessivi e poiché il sistema è abbastanza concentrato, gli andamenti riportati riflettono in maggior misura quelli delle imprese di più grande dimensione, che peraltro hanno l impatto più rilevante sull intero sistema. Ma volendo rispondere alle domande sul comportamento tipico delle imprese, è necessario spostare l analisi su un altro livello d indagine, quello dei valori medi di riferimento calcolati a partire dall analisi delle distribuzioni statistiche degli indici di bilancio, calcolati per ciascuna impresa del settore considerato. Questo metodo permette confronti impresabenchmark, grazie ai quali è possibile collocare le performance delle imprese singole rispetto alle imprese soglia, o direttamente competitors o in qualunque altro modo ad esse collegate. Un esempio chiarirà meglio il concetto: abbiamo visto in precedenza che il 22

23 fatturato complessivo del settore TIC è cresciuto tra il 1999 e il 2001 del 41% ed il valore aggiunto è variato in segno negativo di più del 600%. A livello di singola impresa invece, la variazione del fatturato è stata pari al 12,6% tra il 1999 e il 2000 e pari al 2,1% tra il 2000 e il 2001, e il valore aggiunto risulta cresciuto del 17% tra il 1999 e il 2000, e di un ulteriore 16,2% tra il 2000 e il Ciò significa che imprese di grandi dimensioni hanno subito variazioni nei volumi così ampie che a livello complessivo nascondono le variazioni intervenute invece nelle altre imprese. L analisi per indici si realizza dunque, attraverso l utilizzo del valore mediano della distribuzione statistica degli indici di bilancio di ciascuna impresa, e identifica una misura di tendenza centrale (chiamata benchmark) che mostra il comportamento tipico delle imprese di un settore, senza essere influenzata dalle variazioni medie delle imprese di grandi dimensioni. Sviluppo Come accennato in precedenza il fatturato cresce a livello di singola impresa. L andamento mediano nel livello dei ricavi conseguiti dalle singole unità produttive è caratterizzato da variazioni positive nel periodo, anche se i più sensibili incrementi riguardano i primi due anni (si passa da un +9,2% nel 1999 al +2,1% nel 2001). Allo stesso modo, il valore aggiunto cresce, e le imprese presentano variazioni positive per tutti gli anni, che vanno dal +10,5% del 1999 al +16,2% nel Anche Il patrimonio netto tende verso la crescita, e mostra variazioni positive in tutti gli anni oggetto d analisi anche se con incrementi via via inferiori, si passa da +9,5% nel 1999 a +4,6% nel Grafico 14 Benchmark di Sviluppo del Sistema TIC Var. % Fatturato, Val. aggiunto e Pat. netto per singola impresa 89 imprese - valori mediani 20,0 17,0 10,0 0,0 9,5 10,5 9,2 12,6 Variazione Fatturato% 9,2 12,6 2,1 Variazione Val. Aggiunto% 10,5 17,0 16,2 Variazione Capitale Netto% 9,5 1,7 4,6 1, ,2 4,6 2,1 Le imprese del sistema TIC mostrano dunque una certa dinamicità nel periodo considerato, i maggiori ricavi per ciascuna, il maggior valore aggiunto prodotto e la crescita nel livello del patrimonio netto suggeriscono un comportamento generalmente positivo delle imprese del sistema. A livello di sottosettore si può notare che dal punto di vista della crescita del fatturato, le imprese più dinamiche sono quelle dell IT, mentre il settore TLC risulta meno brillante nel passaggio al 2001, facendo registrare un lieve decremento nei volumi del fatturato a livello di singola impresa. 23

24 Grafico 15 60,0 Benchmark di Sviluppo del Fatturato Confronto tra IT e TLC (77 imprese IT, 12 imprese TLC) - variazioni% - valori mediani 40,0 20,0 0,0-20, IT 38,4 12,6 2,7 TLC -5,7 13,6-0,5 Il valore aggiunto dell IT risulta crescente, mentre il comparto TLC accusa una diminuzione nei volumi di produzione di valore aggiunto anche a livello di singola impresa, in particolare nel 2000, con una debole ripresa nel Grafico 16 40,0 Benchmark di Sviluppo del Valore aggiunto Confronto tra IT e TLC (77 imprese IT, 12 imprese TLC) - variazioni% - valori mediani 20,0 0,0-20, IT 12,0 23,1 17,2 TLC 10,5-14,3 0,3 Anche il patrimonio netto cresce per le imprese dell IT, mostrando un incremento pari al 4,7% nel 2001 che sorregge la crescita del patrimonio dell intero sistema TIC. Infatti, sono le imprese del comparto della Communication Technology a subire una perdita nel livello del patrimonio piuttosto ingente tra il 1999 e il 2000, e la variazione positiva che intercorre l anno successivo è comunque molto bassa, e non consente il recupero delle posizioni iniziali. 24

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