L allevamento dei bovini da carne

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1 L allevamento dei bovini da carne

2 Categoria legale Nome commerciale Animale Qualità della carne Bovino da latte (vitello) Cat. V età < 8 mesi Cat. Z. età > 8 ma < 12 mesi Carne di vitello Animale di età inferiore ai 6-8 mesi con un PV < 220 kg Carne molto chiara, di colore rosato, con una grana finissima, poco grasso e un elevato contenuto d'acqua Bovino Adulto A Carcasse di giovani animali maschi non castrati di età inferiore ai due anni Carne di vitellone È derivata dall'animale abbattuto nel pieno della maturità, fra i 12 e i 18 mesi Contiene meno acqua rispetto alla carne di vitello, mentre un po' più elevato il contenuto in proteine. B Carcasse di altri animali maschi non castrati Carne di toro il toro è il maschio non castrato, Carne rosso scuro, dura, il tessuto connettivale e' giallognolo. C Carcasse di altri animali maschi castrati Carne di manzo (età > di 2 e < di 4.5 anni) Carne di bue (età > di 4.5 anni) AnimaliCastrati per favorire l ingrasso precoce Carne qualitativamente buona con basso contenuto in acqua e maggiore percentuale di grasso D Carcasse di animali femmine che hanno già figliato Carne di vacca Femmina adulta, generalmente macellato alla fine della cosiddetta carriera economica Qualità piuttosto scadente E Carcasse di altri animali femmine Carne di giovenca o Scottona Femmina giovane che non ha partorito

3 Allevamento dei bovini da carne Categoria Età (mesi) Peso (kg) IPM (kg) Origine principale Razze Alimentaz ione Vitello da latte (o a carne bianca) Tradizionale Leggero Pesante Italia Est - Europa Frisona Bruna Incroci Piemontese Latte Vitellone precoce o baby beef Razze da carne Razze da latte Italia Francia Italia Est - Europa Frisona Bruna Incroci A. Angus Foraggi- Concentra ti Vitellone o Manzo Razze da carne Francia Irlanda Est-Europa Razze Italiane Limousine, Charolaise Foraggi- Conc. Unifeed Scottona Femmina Razze da latte e da carne Foraggi- Conc. Unifeed Vitellone Estensivo Maschi e femmine ,1-1,3 Appennino Centro meridionale e isole Chianina, Marchigiana. Podolica, Maremmana, Romagnola, Sarda Pascolo e concentra ti Bovino adulto Vacca Toro >20 > Francia Italia Razze da latte e da carne Foraggi- Conc. Unifeed

4 Altre categorie di bovini destinati alla produzione di carne tipiche di alcune regioni Italiane Sanato = Piemontese. Vitello con dieta liquida a base di latte e farine diastasate o semplicemente pane cotto, polenta, patate cotte, castagne e uova. In Liguria è rappresentato da un maschio castrato con età superiore ai 4 anni Soranna= manza fatta partorire precocemente (20/22 mesi), dopo aver allattato il vitello per 30/40 gg viene messa all ingrasso e macellata Fassone = Piemonte. Vitellone dalla doppia coscia, incroci. Barbina = Cremona. Vitellone femmina.

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6 Macellazioni in Italia (2017) numero capi macellati Var % 17/16 peso vivo complessivo - quintali peso vivo medio a capo - chilogrammi peso morto complessivo - quintali Var % 17/16 resa media (incidenza %) Totale bovini , , ,5 56,5 Vitelli , , ,3 59,5 Vitelloni maschi e manzi , , ,2 59,5 Vitelloni femmine , , ,5 57,2 Buoi , , ,9 57,2 Tori , , ,0 57,0 Vacche , , ,7 49,6 Totale bufalini , , ,7 55,2 Annutoli (vitelli bufalini) , , ,4 54,7 Bufale , , ,6 50,9 totale bovini e bufalini , , ,4 56,4

7 Macellazioni in Italia Vitelli: 25% dei capi macellati pari al 13% della carne in commercio Vitelloni maschi e femmine 54% dei capi macellati pari al 65,9% della carne in commercio acquisto di animali da ingrasso (broutard per il pesante, incroci per il leggero ); area: pianura Padana (Veneto, Piemonte, Emilia); numerosità/densità di capi: elevata ( /azienda); peso: kg leggero, kg pesante ; Vacca e tori a fine carriera 20,4% dei capi macellati pari al 21,4% della carne in commercio caratteristiche: vacca di fine carriera e manze di scarto; area: pianura Padana (area della produzione del latte).

8 Macellazioni e consumi in Italia Consumo Pro Capite carne bovina 7,05 8,5 18,4 14,7 7,4 6,9 10,4 10, carni da allevamenti nazinali carni importate

9 Come viene calcolato il consumo di carne procapite? Per la carne si usa la formula: Produzione + importazione esportazione Numero di residenti nel paese Il consumo di carne è denominato apparente perche espresso in peso equivalente carcassa Il consumo reale potrebbe essere stimato dal consumo apparente, sottraendo da carcasse, mezzene, tagli e prodotti carnei tutte le perdite che si verificano tra la macellazione e il consumo a tavola. g/d Totale Bovina Suina Avicola Apparente > ,7 Reale 107,7 48,7 24,6 31,5

10 Principali criticità della filiera carne bovina in Italia Calo dei consumi di carne Crisi economica Aspetti etici Aspetti ambientali Aspetti salutistici Diminuzione dei prezzi alla produzione Competizione con altri paesi Decremento del numero dei capi allevati e degli allevamenti Costo delle materie prime Competizione con settore energia e alimentazione umana Impatto negativo sulla tutela del territorio e del paesaggio Perdita di capacità produttiva

11 Soluzioni Sostenibilità ambientale Sistemi di allevamento che recuperano aree marginali Sistemi di allevamento resilienti Regimi alimentari basati prevalentemente su alimenti non in competizione con l uomo Miglioramento dell efficienza alimentare degli animali Benessere animale Rivalutare la sostenibilità della fase di ingrasso Benessere degli animali al pascolo: una nuova frontiera Sistemi di allevamento resilienti Qualità della Carne Certificazione Comunicazione Informazione

12 Sistemi di allevamento Fattrici Ciclo chiuso Vitelli Soggetti da macellare Ciclo aperto Fattrici Vitelli da vendere Vitelli da vendere Soggetti da macellare

13 LA PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Vitelli da ristallo di razze da carne Vitelli di razze da latte Vitelli nati da vacche da latte incrociate con tori da carne Maschi e femmine da latte e da carne scartati alla rimonta Vacche a fine carriera

14 I sistemi di allevamento per la produzione della carne bovina Tradizionale a stabulazione fissa: alimentazione con foraggi verdi, fieni e sottoprodotti aziendali No L. G., no controlli funzionali. Stabulazione fissa con pascolo: aree collinari e montane, allevamenti semibradi o liberi. Stabulazione libera: abolizione delle poste in stalla, inserimento porte ingresso per i paddock esterni. Alimentazione con insilati, sottoprodotti aziendali e industriali, pascolo. Si L. G. Allevamenti confinati: ricoveri sotto tettoie, con rastrelliera, ampi recinti. Alimentazione con sottoprodotti aziendali e residui industriali. Allevamento brado: forma tradizionale. In Italia: Piemontese, Chianina, Marchigiana secondo la tipologia tradizionale Charolaise, Pezzata Rossa, Limousine in allevamenti bradi o semibradi Le razze rustiche in allevamenti bradi o semibradi Bovine meticce fra tori da carne e madri da latte allevate con posta fissa o tecniche tradizionali) Bovine meticce fra tori da carne e madri rustiche in allevamenti bradi o semibradi

15 Sistemi di allevamento dei bovini destinati alla produzione di carne Vitello a carne bianca = Strutture di grandi dimensioni Allevamento dei Ristalli = Allevamento di soggetti di razze da carne acquistati all estero, prevalentemente in Francia (broutards), con almeno 9 mesi di vita ed un peso tra i 300 ed i 450 kg, oppure quello di soggetti nazionali di razze a duplice attitudine. I vitelloni sono allevati sino alla maturità commerciale in sistemi intensivi o semi-intensivi (a stabulazione libera su grigliato), di medio-grandi dimensioni, raggruppati in box di soggetti ed alimentati con unifeed. Linea vacca-vitello. Allevamento di fattrici e dei loro vitelli in sistemi estensivi, bradi o semi-bradi (in regime confinato in inverno e al pascolo nelle stagioni che lo consentono), di piccole e medie dimensioni, che si collocano tradizionalmente in aree marginali (zone collinari e montane dell'italia peninsulare ed insulare), ma ultimamente anche in pianura. vacca e toro da riforma = Questa categoria include le femmine lattifere a fine carriera o scartate per scarsa produzione, infertilità o a seguito di mastiti, traumi e dismetabolie.

16 Il territorio di allevamento il 61% dei bovini da carne si concentra in Lombardia (23%), Veneto (20%), Piemonte (18%); il 70% dei vitelli da macello si concentra in Lombardia (36%), Veneto (24%) e Piemonte (10%); il 78% dei vitelloni si concentra in Veneto (37%), Lombardia (17%), Piemonte (17%) e Emilia- Romagna (7%); il 63% delle vacche nutrici si concentra in Piemonte (22%), Sicilia (19%), Sardegna (16%) e Lazio (6%).

17 Categorie bovini da carne Vitello a carne bianca Condizione iniziale vitello scolostrato ( PV kg) Finale: animali giovani, peso kg e età variabile (4-6 mesi) sono allevati i maschi delle razze da latte e le femmine eccedenti la rimonta delle razze da latte e a duplice attitudine Alimentati a latte (naturale o in polvere) carne molto chiara, di colore rosato, con una grana finissima, poco grasso e un elevato contenuto d'acqua carne molto digeribile e di costo più elevato

18 Vitello a carne bianca Vecchio sistema di allevamento Stabulazione individuale in gabbie di legno (per evitare assunzioni di ferro) e con pochissima attività motoria Alimentazione esclusivamente liquida (ridotto sviluppo dei prestomaci) Status anemico per riduzione della mioglobina (per carenza di ferro alimentare) Probabile steatosi epatica Nuovo sistema di allevamento Direttiva Comunitaria Animal Welfare 91/629/CEE Stabulazione in box multiplo (benessere animale e instaurarsi di rapporti sociali e riduzione stereotipie) No a catena, libertà di movimento Ambiente idoneo al benessere Divieto gabbie singole Somministrazione di alimenti solidi in aggiunta alla dieta lattea (sviluppo dei prestomaci, minori stereotipie) Integrazione minerale + ferro 2-3 settimana alimenti solidi (mais, orzo, paglia)

19 Produzione del vitello a carne bianca

20 Produzione del vitello a carne bianca

21 Vitello a carne bianca in Italia Il 60% circa degli allevamenti alleva animali di origine nazionale, principalmente soggetti maschi di razza Frisona. Il rimanente 40% importa vitelli dall estero: Pezzati Rossi e Blue Belga, caratterizzati da maggior muscolosità e resistenza fisica L alimentazione lattea si basa sull impiego del cosiddetto Latte 0 (senza latte magro), che ha come base il siero di latte in polvere arricchito con fonti energetiche e proteiche di origine vegetale. Esistono anche latte Starter a base di polvere di latte magro (Latte 35 o 50) che sono più costosi

22 Vitello a carne bianca in Italia L Italia è uno tra i 5 paesi europei che guidano il settore del vitello a carne bianca, con il 18% della produzione, dopo la Francia (31%) e i Paesi Bassi (28%). La produzione italiana di vitello a carne bianca è concentrata in alcune regioni del Nord, in particolare in Lombardia (39%) e nel Veneto (26%) (fonti: Ismea, 2012; Istat, 2012; Mauri, 2013) Dal punto di vista economico, la filiera del vitello a carne bianca è organizzata attraverso contratti di soccida che interessano quasi il 90% degli allevamenti italiani. Questo tipo di contratto vede come soccidanti società che operano nel settore della macellazione o grossi allevatori indipendenti, i quali forniscono all allevatore (soccidario) il bestiame, gli alimenti e il supporto tecnico e veterinario. Il soccidario fornisce le strutture e il proprio lavoro evitando il rischio d impresa e l esposizione di capitali.

23 Categorie bovini da carne Vitellone precoce o baby beef E' la "tipica" carne di bovino, maschio non castrato di razze da latte e a duplice attitudine, peso finale età non superiore ai 14 mesi, non ha ancora cambiato i denti da latte carni di colore rosso-rosa brillante con una fibra sottile, poco grasso e una digeribilità maggiore di quella del vitello, nei confronti della quale il contenuto idrico è più basso carne molto saporita e apprezzata per l'elevata resa di tagli magri e morbidi

24 Produzione del vitellone precoce o baby beef e del vitellone precocissimo o mezzo lattone barley beef condizione iniziale: vitello scolostrato o svezzato; peso vivo finale: kg; durata del ciclo: mesi Alimentazione: Fase di avviamento: latte ricostituito fino ai 60 d + fieno Primo periodo fino a 230 kg: concentrato ( fino a 4 kg)+ fieno ad libitum Secondo periodo gradualmente si passa a mangime ad libitum (7-8 kg) e riduzione del fieno (2-3 kg) ICA = 5 kg di mangime/ kg accrescimento Il baby beef viene allevato in gruppi in box a pavimento grigliato o meno frequentemente su lettiera

25 Categorie bovini da carne Vitellone pesante torelli interi delle razze da carne, o a duplice attitudine, o meticci fra razze da latte e da carne Età di macellazione a mesi con un peso pari a kg e IPGM > 1 ( ), il peso finale, l età alla macellazione l IPGM e la resa dipendono molto dalle razze allevate. Se è stata eseguita la castrazione deve essere usata la dizione "carne di manzo" negli USA vengono ingrassati intensivamente dopo lo svezzamento e macellati a mesi nel nord Europa sono di solito allevati al pascolo per uno o due anni e quindi avviati al macello previo finissaggio (Irlanda) carne compatta, con grasso bianco e sodo e colore rosso tanto più acceso quanto più l'animale è giovane ottimo sapore e con il più elevato valore alimentare

26 A partire da soggetti: nati in azienda (ciclo chiuso); Vitellone pesante acquistati già svezzati da aziende a ciclo aperto; di peso elevato (solitamente importati dall esterno appena prima della fase di ingrasso) I principali fattori determinanti nella produzione del vitellone sono: 1) Ambientali: sistemi di stabulazione densità degli animali controllo igienico e sanitario 2) Genetici, tipo genetico in funzione di: dimensioni aziendali situazione tecnico-economiche richiesta del mercato 3) Alimentari: Pascolo/unifeed, Piani alimentari 4) Sanitari: Malattie infettive, disordini alimentari, problemi alimentari

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28 Charolaise Francese kg kg Resa % Limousine Francese kg kg Resa Bianca Blu Belga Francese Belga kg kg Resa % Aberdeen Angus Scozia kg kg Resa % Hereford USA kg kg Resa

29 Categorie bovini da carne Scottona manza di mesi, mai ingravidata e sottoposta all ingrasso come un vitellone soggea ublizzab principalmente razze Limousine e Charolais e loro incroci, ma anche razze da carne italiane peso all acquisto kg peso alla macellazione kg durata della fase di ingrasso ~ 100 giorni resa di macellazione % fornisce carne tenera, succosa, marezzata se alimentata in eccesso, tende ad accumulare grasso

30 Bue Categorie bovini da carne maschio del bovino castrato in giovane età, di peso ed età variabile carne con caratteristiche intermedie tra vitellone e bovina femmina leggera infiltrazione di grasso che la rende particolarmente gustosa e tenera ottimo sapore Vacche a fine carriera finissaggio 1-3 mesi prima della macellazione, danno carni rosso scure e fibrose, poco adatte al consumo diretto sui nostri mercati destinate all'esportazione o altri prodotti

31 Sistemi di allevamento Intensivo In stalla chiusa A posta fissa (4m 2 /capo In box (su grigliato su lettiera) In stalla aperta In box Con cuccette e fessurato Semintensivo (feed-lot) Estensivo (brado)

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34 Sistemi di allevamento Spazio insufficiente: disagio - aggressività Pavimento scivoloso: disagio - stress - lesioni -Ambiente (temperatura, umidità, gas nocivi) Intensivo

35 Ricoveri per bovini da carne BOX orientamento: est-ovest, in modo da favorire il soleggiamento invernale del fronte aperto della stalla

36 Ricoveri per bovini da carne peso vivo, superficie, kg m2/capo ,40-1, ,60-2, ,00-2, ,50-3, ,00-3,50 numerosità/box capi dimensioni dei box a parità di superficie assegnata per capo, il box avrà sempre forma rettangolare, ma varierà il rapporto lunghezza/ larghezza: alimentazione razionata box lunghi e poco profondi alimentazione ad libitum box stretti e profondi box profondi maggiore tranquillità si vengono a delimitare due zone: una di alimentazione una di riposo la profondità può variare dai 6 ai 12 m, ma è consigliabile non superare gli 8 m

37 Allevamento Intensivo Allevamento su grigliato I più diffusi con immediato allontanamento delle deiezioni Ridotta manodopera Notevole concentrazione di animali (2-2.5 m 2 /capo) fronte mangiatoia di 0.50 m

38 Allevamento Intensivo su lettiera permanente Pavimentazione costituita da strato di cemento su cui viene sparsa la paglia < consumo di paglia con divisione di zona riposo da alimentazione Maggiore manodopera (distribuzione paglia)

39 Allevamento Intensivo su terra battuta (feed-loots) Grandi recinti scoperti Pavimentazione in terra battuta Zona di alimentazione con mangiatoia e corsia di foraggiamento in cemento abbeveratoi :oltre che in prossimità della mangiatoia, vanno installati in almeno un altra zona del paddock (1/10-15 capi)

40 FASI produttive Allattamento Svezzamento Accrescimento Ingrasso Finissaggio Vitello a carne bianca 240 kg Vitellone leggero < 500kg Vitellone Pesante kg Baby beef kg Artificiale Artificiale Naturale Artificiale Naturale Artificiale Precoce Tardivo Precoce Tardivo Precoce Vacche Artificiale Precoce Produ zione

41 Il RAZIONAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE L'obiettivo della bovinicoltura da carne è quello di produrre soggetti commercialmente maturi nel minore tempo possibile. L'alimentazione rappresenta una leva formidabile a disposizione dell'allevatore in grado di esaltare il patrimonio genetico degli animali. Un'alimentazione quanti-qualitativa non in sintonia con le esigenze dell'animale può risultare un elemento molto critico dell'allevamento e compromettere il risultato finale.

42 Costi di produzione dei bovini da carne Il costo di alimentazione è pari mediamente al 50-60% dei costi per l ottenimento dei bovini da carne Costo Euro/100 kg PVS Alimentazione 205,4 63,8 Carburante 4,2 1,3 Energia elettrica 2,5 0,8 Acqua 0,6 0,2 Spese mediche veter. 9,6 3,0 Manutenzione 8,6 2,7 Assicurazioni 1,8 0,6 Materiale vario 6,2 1,9 Spese generali 8,2 2,6 Costi diretti 247,5 76,9 Ammortamento macchine 11,8 3,7 Ammortamento fabbricati 11,0 3,4 Costo Terra (affito o Prop. 16,45 5,1 % Manodopera 28,5 8,9 Interessi 6,6 2,0 Costo dei fattori produttivi 74,5 23,1 Costo totale di Produzione 321,9 100

43 Conoscenza dei fabbisogni nutritivi Per razza e fase di allevamento Conoscenza degli alimenti tecnica (composizione chimica valore nutritivo, azione dietetica) economica (prezzi disponibilità, conservazione Razione ottimizzate copertura dei fabbisogni al minimo costo esaltazioni delle prestazioni produttive programmazione degli acquisti e dell utilizzazione degli alimento stima dei risultati tecnico economico in funzione del mercato

44 I fabbisogni degli animali da carne fattori di variazione della velocità di crescita e della composizione del corpo 1) Età 2) Sesso 3) Razza (precocità) 4) Livello nutritivo (LN) 5) Trattamenti ormonali e castrazione

45 FABBISOGNI di ACCRESCIMENTO: 1. Composizione chimica dell accrescimento nei bovini in funzione del peso e dell età PV (kg) Acqua (%) Proteine (%) Grassi (%) Ceneri (%) MJ /kg Energia Kcal/kg Bovini ,5 18,2 13,5 3,5 9, da ,7 18,2 15,7 3,5 10, carne, ,5 18,5 17,7 3 11, interi , ,2 3 11, A parità di età gli animali più precoci presentano una carne più grassa

46 2) effetto del sesso FABBISOGNI di ACCRESCIMENTO: Femmine: minor accrescimento muscolare (proteico), maggior tendenza all ingrasso Manzi En a (MJ/ d)=( a a 2 ) x PV 0.75 Manze (giovenche) En a (MJ/ d)=( a a 2 ) x PV 0.75 a= accrescimento giornaliero (kg/ d) I maschi si presentano più magri Le femmine sono macellate ad un età inferiore a causa del più precoce ingrassamento. La loro carne è più chiara e più tenera

47 3. Effetto del tipo genetico sulla composizione dell incremento ponderale di vitelloni maschi interi a 400 kg di peso vivo Frisoni Charolais Tessui deposito (g/kg accr.) muscolo grasso osso Composizione del KG accr. lipidi proteine energia (kcal)

48 Accrescimento kg(/d) Consumo SS (%PV) Razza da latte Frisona Italiana Pezzata nera polacca Razza a duplice attitudine Pezzata Rossa Italiana Razza da carne francesi Razza da carne italiana Rendena Limousine Charolais Piemontese Chianina ICA SS PV al macello Peso della carcassa (kg) Resa al macello (%) Composizione carcassa (%) muscoli grasso ossa

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50 Fabbisogni e livello nutritivo Per livello nutritivo si intende il rapporto fra l energia netta fornita con la razione e quella necessaria a coprire il fabbisogno di mantenimento dell animale Con il LN = 1 l animale non si accresce. LN Basso (solo foraggi) LN Moderato (foraggi e concentrati) LN Alto (massiccia presenza di concentrati kg /q di PV)

51 Fabbisogni e livello nutritivo Il livello nutritivo condiziona la velocità di accrescimento e la durata del ciclo di allevamento Alti LN Alti IPG Precoce raggiungimento della finitura commerciale Progressivo peggioramento dell ICA

52 ALIMENTAZIONE E TIPI GENETICI I bovini precoci hanno un rendimento nella conversione della carne più basso rispetto a quelli tardivi, elevare oltremodo il livello nutritivo comporterebbe un eccessivo sviluppo di grasso, in contrasto con quanto richiesto dal mercato e con un aggravio dei costi di alimentazione. I soggetti Precoci per le loro caratteristiche anatomiche, hanno una capacità di ingestione più elevata, che impone un alimentazione razionata onde evitare eccessivi ingrassamenti. Gli animali Tardivi possono essere alimentati anche ad libitum, in virtù della loro capacità di ingestione e grazie al fatto che rispondono meglio nello sviluppo del tessuto muscolare.

53 Effetto del livello nutritivo sulle performance di vitelloni di tipo genetico diverso Primo periodo moderato alto alto Secondo periodo alto moderato alto RAZZE DA LATTE ( kg) Livello nutritivo IPG ICA RAZZE DA CARNE ( kg) Livello nutritivo IPG ICA

54 ALIMENTAZIONE E TIPI GENETICI La riduzione del livello nutritivo ha un effetto deprimente sulle sintesi lipidiche tanto più accentuato quanto più elevato è il livello di precocità dei soggetti. Nei tipi precoci, l abbassamento del livello nutritivo determina una sensibile flessione della sintesi lipidica senza modificare la velocità di crescita; In quelli tardivi, le sintesi dei tessuti adiposi sono poco influenzate dalla riduzione dell apporto energetico, ma l incremento ponderale risulta diminuito. Riducendo il livello energetico durante la fase finale di maturazione (quando le sintesi lipidiche sono più attive), è possibile produrre con razze Precoci, carcasse relativamente pesanti ma senza accumulo di grassi; Nelle razze tardive invece la riduzione del livello nutritivo non è opportuna, poiché deprime la velocità di crescita e aumenta l ica.

55 INGESTIONE DI SS FATTORI LEGATI ALL ANIMALE Il consumo di SS aumenta soprattutto all aumentare del peso vivo, parallelamente ai fabbisogni energetici e alle crescenti capacità dei prestomaci. Se si valuta l ingestione in termine di unità di peso (kg di SS /PV) essa tende progressivamente a diminuire. Le razze Precoci presentano una maggiore capacità di ingestione. Le razze Tardive presentano consumi volontari inferiori. Anche l accrescimento compensativo fa aumentare il consumo di alimento.

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58 IL LIVELLO ENERGETICO DELLA DIETA A parità di peso vivo e livello di accrescimento le razze Tardive richiedono razioni più concentrate in termini energetici (UFC/kg SS) dovuta dal minor volume del tubo digerente e quindi della minore capacità di ingestione volontaria. Varie esperienze dimostrano come l aumento del livello nutritivo porti migliori incrementi sia del peso vivo che della resa della carcassa e della carne magra nei tipi Tardivi mentre in quelli Precoci vi sarebbe una limitazione della miogenesi con un incremento dell ingrassamento.

59 IL LIVELLO ENERGETICO DELLA DIETA Nei vitelloni Precoci il piano alimentare dovrebbe presentare concentrazioni della dieta in diminuzione nel corso del ciclo produttivo, lasciando più spazio ad alimenti grossolani e con funzione di zavorra. Nei vitelloni Tardivi il livello energetico (superiore rispetto a quelli da latte ) va mantenuto costante ed eventualmente elevato nel finissaggio.

60 IL LIVELLO PROTEICO DELLA DIETA Il livello proteico (al pari di quello energetico) dovrebbe essere più elevato nei soggetti Tardivi rispetto a quelli Precoci. I primi infatti presentano minore capacità di ingestione e maggiore potenzialità di crescita. In entrambi i tipi genetici le concentrazioni proteiche debbono essere più elevate nelle fasi iniziali di allevamento, per poi ridursi progressivamente in relazione alla diminuzione dell intensità di sintesi di tessuto muscolare. Va sempre tenuto nel debito conto la qualità della proteina: la degradabilità ruminale delle proteine deve essere accompagnata da un adeguata fermentescibilità dei carboidrati a livello ruminale e deve essere garantita un buon livello di proteine by-pass che garantiscono un adeguato livello di aa essenziali, che risultano particolarmente necessari durante gli intensi processi miogenetici.

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62 LIVELLO FIBROSO I livelli di fibra da apportare alla dieta sono di fondamentale importanza nell alimentazione dei bovini da carne ed eccessi o carenze possono portare ad una serie di dismetabolie in grado di influenzare la salute degli animali. Carenze di FG conducono all acidosi ruminale che nei casi più lievi porta ad un minor consumo di SS, animali agitati, minore consistenza delle feci, fino ad arrivare a diarree e zoppie nei casi più gravi. Particolarmente rischioso è il periodo estivo in cui gli animali in attiva fase di termoregolazione si trovano già in uno stato di acidosi subclinica. La somministrazione di tamponi quali il bicarbonato di sodio possono portare ad una riduzione dell assorbimento dello zinco con peggioramenti delle lesioni podaliche.

63 LIVELLO FIBROSO Eccessi di FG causano invece una minore assunzione di alimento giornaliera con minore digeribilità e, quindi, minore livello energetico della razione. Si avranno accrescimenti più bassi con un calo della resa alla macellazione in relazione allo sviluppo dell apparato digerente. La FG dovrebbe essere del % facendo attenzione alla sua qualità. NDF % ADF 20 % Gli amidi non dovrebbero superare il 35% della SS della razione

64 Fabbisogni nutritivi calcolati per gli accrescimenti medi di ciascun tipo genetico. Peso vivo (kg) Ingestione SS (kg) Energia (UFC /kg SS) PG %SS Razze precoci Razze medio-tardive Razze tardive

65 Il RAZIONAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE Esempio di concentrato costituto da una miscela di materie prime alimento % farina di mais 50 farina di orzo 10 crusca di frumento 17 soia, farina di estrazione 20 integratore e tampone 3 Caratteristiche chimico nutritive % SS % Tal Quale Sostanza secca 87.0 UFC/kg 1,11 0,97 PG PDIN PDIE FG Amido

66 Razioni per vitelloni tardivi Alimento Peso vivo 300 kg 400 kg 500 kg 600 kg Fieno Mais farina Orzo farina Polpe bietola Crusca Soia f.e Integratore Caratteristiche delle razioni SS (kg) UFC %ss PG %ss Amido %ss

67 RAZIONI PER VITELLONOI PRECOCI Alimento Peso vivo 300 kg 400 kg 500 kg Fieno Mais farina Orzo farina Polpe bietola Crusca Soia f.e Integratore Caratteristiche delle razioni SS (kg) UFC %ss PG %ss Amido %ss

68 Esempio di razioni per l ingrasso del vitellone da carne di razze specializzate, applicate in allevamento intensivo. Silomais% 30,5 -- Paglia % 3,0 6,5 Mais % 33,0 49,0 Soia f.e.% 15,0 18,0 Polpe bietola % 17,0 25,0 Intgmine vit% 1,5 1,5 Composizione PG % 16,2 16,3 DIP-RDP % PG 67,5 66,5 UIP-RUP % PG 32,5 33,5 NDF % 26,5 27,0 NSC % 54,0 56,8 UFC n/kg ss 1,0 1,0

69 LINEA VACCA VITELLO

70 Linea Vacca Vitello Sistema di allevamento sviluppato per la valorizzazione zootecnica della collina e in particolare della Montagna

71 Linea Vacca Vitello gli animali pascolano per un periodo variabile, a seconda dell' altimetria della zona, da sei a otto mesi. Le mandrie, composte da femmine fattrici (vacche) ed un maschio (toro), sono inviate al pascolo in primavera insieme ai vitelli appena nati. Le mandrie ritornano in azienda ai primi freddi autunnali, quando il freddo e la mancanza di alimenti renderebbero difficile la sopravvivenza al pascolo degli animali.

72 Linea Vacca Vitello Le monte come i parti avvengono naturalmente (senza l'intervento dell'uomo). La peculiarità della linea "vacca vitello" sta nel fatto che i vitelli rimangono con le loro mamme fino all'età di 6-7 mesi, nutrendosi prevalentemente di latte materno e di erbe del pascolo. I vitelli dopo lo svezzamento (6-7 mesi) vengono ricoverati nelle stalle degli allevatori per essere ingrassati. Questi animali all'età di mesi verranno macellati

73 Razze allevate secondo la "linea vacca-vitello" Razza Romagnola: Si è adatta particolarmente bene ai pascoli -sottobosco poveri di alta collina e di montagna. E' diffusa nei territori dell'appennino Tosco-Romagnolo. Razza Chianina: razza italiana, antichissima denominata dagli etruschi "razza etrusca", originaria della Val di Chiana. Razza Podolica Razza Limousine Razza Charolaise

74 Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello Il razionamento nella fattrice da carne mira a garantire una fertilità adeguata (un parto all'anno) ed una buona produzione di latte per lo svezzamento del vitello. L'alimentazione della fattrice si basa sull'utilizzo quasi esclusivo di foraggi, tra questi anche l'erba al pascolo ed i concentrati sono spesso somministrati saltuariamente

75 Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello Il razionamento può essere suddiviso in base agli stadi fisiologici: periodo parto-svezzamento, periodo di mantenimento, ultimi tre mesi di gravidanza. A seconda della durata dello svezzamento (variabile tra sei e dieci mesi), il periodo di mantenimento può essere più o meno presente

76 Parto-svezzamento E' necessario porre alcuni obiettivi fondamentali del razionamento quali: - una produzione di latte non inferiore a 1000 litri/anno con una produzione giornaliera di almeno 6-8 litri che garantisca un vitello dai 6 ai 10 mesi con un peso di Kg se maschio e Kg per le femmine con una crescita di circa gr/giorno. -un intervallo parto-concepimento di massimo 100 giorni. -uno stato di forma adeguato (BCS) ad una buona ripresa della fertilità (2,5-3 punti al momento del parto).

77 Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello Mantenimento E' un periodo più o meno lungo in funzione dell'età allo svezzamento del vitello. Qualora fosse esistente, l'alimentazione di tale periodo non pone particolari problemi e può essere effettuata con soli foraggi. Eventuali apporti di concentrati (limitabili ai soli cereali) potrebbero essere consigliati solo se il valore della nota corporea scendesse sotto i 2,5 punti all'inizio degli ultimi 3 mesi di gravidanza

78 Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello ultimi tre mesi di gravidanza E' una fase importante e delicata in cui la fattrice deve giungere in ottimo stato di forma e che deve mantenere senza rischi di sottoalimentazione. Quest'ultima in particolare sarebbe grave e compromissoria per l'allattamento e la ripresa dei calori qualora risultasse un deficit energetico di oltre 2 UFL e di azoto pari a -27 gr. PDIN/PDIE/ per UFL. E' inoltre fondamentale risulta anche un corretto apporto di calcio e fosforo.

79 Alimentazione e qualità della carne Gli effetti dell alimentazione sulla qualità della carne riguardano sia gli apporti energetici (contenuto energetico della dieta o livello nutritivo) sia quelli proteici (quantità e qualità della proteina)

80 Alimentazione e qualità della carne Livello Nutritivo elevato Aumento della velocità di accrescimento Aumento del turnover proteico muscolare Maggiore deposizione di grasso nelle carcasse Maggiore tenerezza

81 Alimentazione e qualità della carne Livello Nutritivo Con una dieta con elevato livello nutritivo si producono soggetti in adeguato stato di ingrassamento e con carne con caratteristiche organolettiche pregevoli Nel vitellone e nella scottona livelli nutritivi medioalti o alti riducono (3-5 mesi) il ciclo produttivo migliorando tenerezza e colore della carne

82 TECNICHE ALIMENTARI PER MIGLORARE LA QUALITA NUTRACEUTICA DELLA CARNE Effetto del pascolo Aumento del rapporto PUFA/SFA Aumento della concentrazione dei CLA nel grasso Utilizzo di semi di piante oleaginose Semi di lino: aumento di PUFA Semi di girasole: aumento di PUFA e CLA Utilizzo degli oli vegetali gli oli vegetali ricchi in PUFA se inclusi in quote elevate nella diete per ruminanti causano effetti negativi sulla microflora ruminale

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