L ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO NELLE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI TORINO: PROBLEMI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "L ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO NELLE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI TORINO: PROBLEMI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO"

Transcript

1 L ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO NELLE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI TORINO: PROBLEMI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO MARCO MASUELLI INDICE: Introduzione al problema pag. 1 L alternanza come equivalenza di percorsi formativi pag. 3 Tipologie possibili di percorsi formativi equivalenti in regime pag. 5 Alcune questioni critiche pag. 7 Introduzione al problema La questione dell alternanza scuola/lavoro e dei suoi possibili sviluppi deve essere affrontata a partire dalle esperienze in corso poiché è da esse che può essere generata la matrice delle iniziative capaci di realizzare nel tempo gli obiettivi stabiliti dall art. 4 della legge 53, obiettivi ridefiniti rispetto alle linee applicative nel D. Lgs n. 77. Le esperienze di tirocinio/alternanza scuola/lavoro che sono state realizzate in questi ultimi anni dagli istituti scolastici di II grado nella provincia di Torino sono molteplici e varie. Tali esperienze fanno capo sia ad iniziative proposte dai diversi soggetti istituzionali in ordine all esigenza, ampiamente condivisa, di coniugare istruzione e lavoro in modo sempre più stretto, sia all autonoma determinazione delle scuole in rapporto ai curricoli formativi ed alle opzioni adottate nel Piano dell offerta formativa. Sul piano della finalizzazione e dei contenuti le esperienze che rientrano nel grande capitolo delle relazioni scuola/lavoro, tirocini, alternanza in atto nel sistema scolastico e della formazione professionale (usiamo questa classificazione non essendo ancora in vigore al momento il Decreto legislativo che in applicazione dell art. 2 della legge 53/03 riunisce in un unico sistema l istruzione e la formazione professionale ) possono essere ricondotte a cinque filoni fondamentali. E importante sottolineare che se l alternanza scuola lavoro, così com è configurata nell art. 4 della legge 53 e, a maggior ragione ancora, nel D. Lgs 77/05, rappresenta un salto di qualità rispetto al tradizionale assetto delle relazioni scuola lavoro, al punto da non potersi connotare Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 1

2 semplicemente come un capitolo nuovo di tali relazioni, tuttavia è difficile immaginarne uno sviluppo nel senso delineato dalla normativa di riforma senza una forte relazione con le esperienze realizzate. Ciò è tanto più necessario sul piano progettuale considerato che se alle scuole, cioè ai docenti, concretamente compete, sia pure in partnership con gli operatori delle imprese, la realizzazione delle iniziative di alternanza, non è possibile richiedere loro di percorrere una strada nuova che non sia in qualche misura collegata con i sentieri percorsi negli ultimi anni nella gestione delle esperienze di scuola-lavoro. Tali esperienze, si diceva, fanno capo a cinque filoni fondamentali, fra di loro variamente intrecciati con caratteristiche anche originali di implementazione di aspetti qualificanti sul piano formativo. a) Esperienze di orientamento, volte ad illustrare le caratteristiche di un determinato ambiente produttivo (visite aziendali di tipo generale, presentazione di video, conferenze di testimoni qualificati, ecc.). Tali possono essere definite le iniziative che, per lo più ma non esclusivamente, si attuano nel biennio iniziale degli istituti tecnici e professionali per un percorso di semplice avvicinamento, mentre nei successivi segmenti esse costituiscono occasioni di approfondimento per la formazione di determinate competenze trasversali degli studenti. b) Esperienze di approfondimento tematico/disciplinare o formazione e/o sviluppo di una certa competenza tecnico/professionale, consistenti in: visite aziendali mirate a determinati aspetti della produzione e del lavoro, video e videoconferenze aventi le medesime caratteristiche, lezioni di esperti, stage aziendali di durata breve e fortemente tematizzati, ecc. Queste esperienze sono più sviluppate nel triennio conclusivo degli studi, con accentuazioni notevoli nella seconda metà del quarto anno e all inizio del quinto. Talora anche nel terzo, quando il percorso formativo assume in modo più marcato un carattere di terminalità con il conseguimento della qualifica professionale. c) Stage aziendali di medio/lunga durata (da numerose settimane ad alcuni mesi) con la caratteristica di raccordare formazione culturale e teorica attraverso l approfondimento sul campo di metodi della produzione e del lavoro. Rientrano in questa fattispecie tutte le iniziative che si svolgono tra il quarto e il quinto anno negli istituti tecnici e professionali nei quali, tra l altro, lo stage è obbligatorio ai fini del completamento del curricolo formativo nella misura di almeno 200 ore nell arco del biennio post-qualifica. Rientrano anche le esperienze dette di tirocinio nel terzo anno di qualifica degli istituti professionali, anche se esse hanno una maggiore elasticità ed una minore durata delle altre (fino a 3 settimane al max.). d) Gestione di un processo di lungo periodo (almeno biennale) di simulazione d impresa il più possibile ampio e completo rispetto Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 2

3 all ambito di specializzazione prescelto avente forti momenti di intreccio con l impresa reale, tali da includere via via anche i momenti precedenti. Sulla simulazione d impresa, per altro, occorre una precisazione preliminare data la possibile vaghezza che il termine induce. Con simulazione di impresa deve intendersi quel complesso di procedure formative che compongono la cosiddetta impresa formativa simulata, secondo le modalità definite nel progetto varato alcuni anni or sono dal Ministero dell istruzione, attuato in un primo tempo in un certo numero di istituti professionali ed esteso successivamente anche agli istituti tecnici. Tali procedure prevedono la realizzazione di un progetto di impresa in ogni sua componente fondamentale: costituzione dell azienda, definizione del mercato, businnes plan, produzione e amministrazione, finanziamenti, applicazione delle normative sulla sicurezza e la privacy, ecc. e) Sviluppo di un processo formativo, svolto direttamente nella scuola o, in rarissimi casi, anche in azienda e in stretta collaborazione con essa, nel quale sussistono momenti ricorrenti, abituali e consolidati che coniugano cultura professionale e lavoro in un unica attività ( aula e officina come ambiente unitario); in questo caso l impresa reale avente i propri fini produttivi è il luogo che fonde momento didattico e formativo da un lato e preparazione al lavoro, dall altro. Si tratta ovviamente di esperienze alquanto avanzate, limitate al momento a pochi casi, che presentano particolare interesse ed evidenza nel settore agrario, in quello della ristorazione, talora anche in quello industriale. L alternanza come equivalenza di percorsi formativi L art. 4 della L. 53/03 ha introdotto l alternanza scuola/lavoro fra le metodologie spendibili nella formazione dei giovani rispetto al diritto/dovere fino al 18mo anno di età all istruzione e alla formazione. A tale riguardo le novità più consistenti sono nella considerazione dell alternanza scuola/lavoro come momento formativo autonomo e nella sua generalizzazione nei costituendi due sistemi. In particolare, a tale prospettiva si riferisce la prima finalità indicata nel Decreto, la quale fa espressamente riferimento ad esperienze di alternanza che abbiano carattere di equivalenza rispetto alla formazione in aula ( Attuare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l esperienza pratica ). In ordine a tale finalità non v è dubbio che le iniziative di alternanza che verranno promosse rappresentano una scommessa rilevante sia per le scuole sia per le imprese. Per le prime, poiché esse determinano il superamento definitivo di una concezione della formazione essenzialmente scuolacentrica, imperniata sui saperi disciplinari, sulla trasmissione delle Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 3

4 nozioni e sulla loro elaborazione in aula, su metodi e forme di valutazione per lo più ripetitive, senza particolare risalto per gli aspetti di ordine progettuale o applicativo, con conseguente inevitabile sottovalutazione delle componenti trasversali o generali delle competenze spendibili nel mercato del lavoro. Per le imprese, la scommessa sta nell acquisizione di un diritto di cittadinanza non solo nella determinazione delle politiche della formazione cosa che già da tempo avviene ma anche nella corresponsabilità della gestione di processi formativi nei confronti di soggetti che non rappresentano ancora una forza-lavoro attiva nel circuito produttivo, processi non finalizzati, dunque, alle sole politiche di impresa. Si tratta, come ben si può vedere, di sfide alte destinate ad innestare una sorta di mutazione genetica all interno di questi mondi, i cui effetti sono ancora tutti da individuare. Tralasciando al momento la considerazione delle altre finalità descritte nel citato art. 2 del Decreto (arricchire la formazione con l acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro, favorire l orientamento dei giovani, realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro, correlare l offerta formativa al territorio), le quali sono in stretta relazione di contiguità o di corrispondenza con la prima, può essere utile individuare gli scenari possibili di applicazione e sviluppo di tale finalità, anche in riferimento alle esperienze precorse che più siano riferibili ad essa. Una prima distinzione va rilevata in riferimento alla definizione dei destinatari delle iniziative di alternanza nel senso della equivalenza : 1) singoli studenti o piccoli gruppi di studenti; 2) l intera classe o, addirittura, raggruppamenti di classi, anche di scuole diverse (reti). La distinzione non è marginale in quanto il trattamento dei due diversi ambiti richiede, da parte delle scuole, approcci organizzativi, linee di azione, professionalità da mettere in gioco, abbastanza diversificato. L uno e l altro ambito, per altro, sono pienamente compatibili è bene precisarlo subito con le indicazioni espresse nelle Linee guida recentemente emanate dalla Direzione generale dell Istruzione del Miur per il Piemonte (Circolare prot. n 6074/p/c129 del 30 maggio 2005), in accompagnamento al bando per il finanziamento dei progetti di alternanza, che definiscono, opportunamente, le procedure necessarie all accreditamento dei progetti sia rispetto al contesto interno sia rispetto all esterno. Altra distinzione importante riguarda la collocazione delle iniziative di alternanza rispetto all articolazione del curricolo formativo durante l obbligo (diritto/dovere), sia che esso si riferisca ad un percorso quinquennale (con esame di Stato conclusivo) di liceo o istituto tecnico o professionale, sia ad un percorso di più breve durata e limitato al conseguimento di una qualifica professionale. Anche in questo caso le procedure indicate nelle Linee guida sono le stesse, eppure notevole è la diversità di azioni organizzative e di strumenti di gestione da adottare. Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 4

5 Infine, un ulteriore distinzione va operata in relazione al rapporto domanda/offerta delle iniziative di alternanza, posto che il processo si attiva su base volontaria e non per meri adempimenti prescritti. A seconda che siano le scuole a proporre, oppure gli studenti (o le loro famiglie) a richiedere la realizzazione di un progetto di alternanza, possono verificarsi diverse tipologie che diversificano i modelli di attuazione. Un ultima osservazione, che vale per tutte le diverse circostanze in cui l alternanza verrà ad essere attuata, è relativa alla dimensione pedagogica dei progetti e al valore che tale dimensione assume nella formazione dei giovani. L alternanza, infatti, al di là delle pur fondamentali implicazioni di ordine culturale ed economico, rinvenibili nella necessità di saldare maggiormente il rapporto fra formazione e lavoro come interfacce della problematica sempre più complessa di costruzione delle politiche formative nell era della mondializzazione, trova una sua principale ragione di affermazione nel fatto di rappresentare una concreta opportunità di perseguimento del successo formativo. Se, assai opportunamente, il legislatore ha ritenuto che l intero processo di formazione in alternanza sia governato dalle istituzioni scolastiche e che in esse abbia la sua sede naturale di riferimento, non v è dubbio che tale nuova responsabilità delle scuole vada spesa non solo in funzione degli oneri gestionali ed organizzativi ma soprattutto nei confronti delle più ampie opportunità offerte ai giovani per arricchire la propria formazione in funzione di un traguardo anche formalmente definito (qualifica professionale, diploma di Stato). Da questo punto di vista la gestione formativa del processo presenta non pochi problemi da affrontare con le dovute competenze e con la massima chiarezza intorno agli obiettivi da perseguire. Tipologie possibili di percorsi formativi equivalenti in regime di alternanza E evidente che a fronte delle variabili prima rilevate occorre individuare le possibili tipologie di iniziative di alternanza, secondo la finalità principale che abbiamo prima rilevato, sulle quali elaborare modelli di attuazione che presentino il massimo di versatilità, traferibilità, generalizzazione, tali da consentire, per una partita che si preannuncia complessa, anche le opportune economie di scala nell impiego delle risorse professionali e finanziarie da parte delle scuole e delle aziende. Ad una prima sommaria rilevazione le tipologie di alternanza individuabili in base all incrocio delle diverse variabili che abbiamo segnalato sono le seguenti: 1. L alternanza come percorso alternativo alla formazione scolastica per studenti a rischio di dispersione, soprattutto nel percorso iniziale della secondaria di II grado. Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 5

6 2. L alternanza come momento obbligato della formazione scolastica nel tragitto conclusivo di un percorso di qualifica. 3. L alternanza come strumento didattico di accompagnamento di una parte significativa del curricolo formativo nel biennio conclusivo della secondaria. 4. L alternanza come ambito formativo autonomo e sistematico nel biennio conclusivo della secondaria. 5. L alternanza come opzione particolare di attuazione del curricolo individuale durante l intero percorso formativo per il conseguimento della qualifica professionale o del diploma di Stato, in particolare durante il periodo terminale del corso di studi. E evidente che le tipologie individuate presentano caratteristiche progettuali e di attuazione anche fortemente differenziate sulle quali le scuole dovranno adeguatamente riflettere in vista di una pluralità di modelli spendibili nel proprio ambito operativo. In particolare vanno presentate alcune osservazioni preliminari su ciascuna di esse. 1. La prima tipologia (l a. come percorso alternativo) ha una forte valenza sul piano di una strategia volta alla massima realizzazione possibile del successo formativo e rappresenta una concreta alternativa, auspicabilmente migliore, ai tanti progetti messi in cantiere per contenere la dispersione scolastica; essa presuppone un incontro efficace fra domanda e offerta, nel senso che l offerta (il progetto della scuola) dovrebbe, in qualche misura, anticipare la domanda (l adesione degli allievi a rischio di dispersione al progetto) e porsi come opportunità non solo utile, ma appetibile, capace di mantenere il carattere dell inclusività, della partecipazione, della corrispondenza. E fin troppo facile osservare che tale tipologia si presenta come la sfida più impegnativa per le scuole. 2. La seconda tipologia (l a. come obbligo del curricolo) presenta qualche interessante esperienza anticipatrice in taluni istituti professionali in cui viene organizzato, durante il terzo anno prima del conseguimento della qualifica, un tirocinio obbligatorio della durata di alcune settimane o, in altre situazioni, parcellizzato in numerosi segmenti più brevi distribuiti durante l intero anno, considerato come parte integrante del curricolo formativo e necessariamente propedeutico all ammissione all esame di qualifica. Rispetto a tali contesti i progetti di alternanza, secondo la nuova normativa, non dovranno che sviluppare coerentemente le esperienze attuate rimodellandole secondo le nuove finalità perseguibili. 3. La terza tipologia (l a. come strumento di accompagnamento) è imperniata sulla sostituzione di parti della formazione d aula con la formazione sul lavoro, eminentemente nelle discipline tecnico- Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 6

7 professionali o comunque di indirizzo, nelle quali aspetti importanti dei programmi sono svolti in modo attivo e induttivo, diverso comunque dalle tradizionali metodologie didattiche. Evidentemente, tale tipologia esige di essere attuata in momenti in cui la complessità tecnologica ed operativa del sistema produttivo può essere adeguatamente avvicinata da parte dei giovani, con competenze generali e di settore già sufficientemente consolidate, senza le quali la sostituzione prevista si rivelerebbe improduttiva. Inoltre, tale tipologia, che può essere predisposta sia per piccoli gruppi di studenti sia per l intera classe, esige un sensibile valore aggiunto nella preparazione culturale professionale che faccia ritenere utile e produttivo l investimento effettuato dalle scuole e dalle aziende. 4. La quarta tipologia (l a. come ambito formativo autonomo) è simile alla seconda ma se ne differenzia per intensità e durata, oltre che per spessore e significatività. Essa si innesta sull esperienza attuata negli istituti professionali nell area di professionalizzazione e, in parte, negli istituti tecnici nell area di progetto. Tale esperienza dovrebbe essere rifinalizzata e potenziata con il conseguente adeguamento degli strumenti di attuazione, delle responsabilità operative nella gestione del processo e, soprattutto, con la ridefinizione del curricolo formativo. E evidente che tale tipologia, riferendosi a classi intere ed assumendo caratteristiche di implementazione necessaria del curricolo formativo, richiede strategie organizzative consistenti a livello di istituzione scolastica. In tale tipologia possono essere utilmente inseriti i progetti di impresa formativa simulata. 5. La quinta tipologia (l a. come opzione individuale) ha la connotazione di una marcata iniziativa personale da parte dello studente che se ne vuole avvalere con elevata variabilità degli elementi di composizione del percorso, tale da richiedere alle scuole una forte adattabilità alle diverse e non sempre prevedibili articolazioni della domanda. E questo il caso in cui la domanda precede l offerta senza avere, per altro, garanzie preventive di accoglienza poiché è difficile pensare che le scuole siano in condizione, almeno nel breve e medio periodo, di organizzarsi per qualsiasi tipo di richiesta. Alcune questioni critiche Le tipologie qui evidenziate, oltre a far riferimento (la seconda, la terza e la quarta) ad alcune delle più significative esperienze in corso nella relazione scuola/lavoro, tengono conto delle situazioni di più elevata probabilità di attivazione dell offerta (la prima e la quinta) da parte delle scuole nei confronti della propria utenza. Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 7

8 Inoltre va osservato che mentre nelle tipologie prima e quinta l equivalenza dei percorsi formativi in alternanza va più intensamente posta in relazione con i piani di studio personalizzati, nelle altre, tale relazione, che pure è fondamentale, trova momenti forti di mediazione con la programmazione di classe e quindi può essere più agevolmente standardizzata. Per altro, non sfugge il fatto che in tali medesime tipologie l equivalenza è in qualche modo programmata a priori attraverso la cessione di quote del curricolo delle discipline alla formazione in alternanza, mentre nelle altre due l equivalenza degli apprendimenti, ancorché preventivamente definita negli obiettivi e scandita attraverso la contestualizzazione del percorso formativo in moduli articolati in unità di apprendimento, espresse in termini di conoscenze, abilità e competenze, elaborando percorsi personalizzati, appare di più complessa gestione e difficile controllo proprio per l elevato tasso di individualizzazione che tali forme di alternanza comportano. Come si vede, la molteplicità e la varietà delle tipologie di alternanza porterà le scuole ad un complesso e articolato lavoro di progettazione (macro e micro), di gestione delle situazioni e dei casi individuali, di verifica e controllo dei risultati. E lecito pensare che il percorso non sarà lineare, anche perché, al di là della specifica conduzione di ciascuna situazione di alternanza che già di per sé, come illustrano ampiamente le Linee guida della Direzione generale del Miur, comporta procedure e operazioni ampie sullo sfondo si presentano numerosi problemi di carattere preliminare che vanno opportunamente tenuti presenti e affrontati con adeguata determinazione, al fine di evitare che la costruzione dei percorsi anche la migliore non imbatta poi in difficoltà insuperabili che appartengono alle condizioni di contorno e di contesto. Proviamo ad enunciarli brevemente per come essi si presentano ad una prima riflessione. 1. La motivazione dei docenti e delle scuole Il capitolo sulle motivazioni per l alternanza da parte dei soggetti coinvolti è quello più delicato. In tale contesto quello delle motivazioni dei docenti e quindi, delle scuole, per effetto del loro atteggiamento, si presenta particolarmente cruciale. L alternanza, alla stregua di altri processi di riforma, anche se già pienamente disegnata sul piano normativo e amministrativo, non può assumere la veste di una concreta opportunità formativa se i docenti non sono in prima persona coinvolti nel processo. E lecito chiedersi quali siano le ragioni profonde che possono indurre non tanto alcuni singoli docenti, che individualmente sono comunque disponibili in ogni scuola, ma gruppi interi, consigli di classe, una massa critica cioè capace di trascinare il processo dell alternanza non solo verso prassi consolidate ma verso una nuova cultura del servizio scolastico che vede i docenti, per effetto del principio di equivalenza su cui si regge Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 8

9 l alternanza, in una posizione di partnership obbligata del processo didattico e formativo con soggetti esterni alla scuola. E evidente che questo problema deve essere affrontato con strategie congrue da parte dell amministrazione, scolastica e non, al fine di non sortire l esito deludente di altri provvedimenti riformatori, tanto più considerando che l alternanza non può essere imposta come un obbligo, ma solo proposta come una opportunità di arricchimento dell offerta formativa ed è del tutto opinabile che essa, di per sé, possa contribuire a rafforzare l immagine e l identità della scuola in ambito locale e quindi ad essere un fattore automatico di sviluppo. In riferimento a tale questione, in particolare, si pensi alle difficoltà che potrebbero sussistere rispetto alla giusta ma fin troppo enfatizzata titolarità dei licei nel partecipare alle iniziative di alternanza. Inoltre, nel generale contesto dell alternanza, è necessario approfondire il ruolo strategico che potranno assumere i dirigenti scolastici e le funzioni strumentali per l avvio, la tenuta e il consolidamento del processo. Infine, il ruolo del docente tutor, che è figura tanto indispensabile per la gestione dei singoli progetti quanto evanescente sul piano contrattuale. Sarà sufficiente la contrattazione di istituto a definirne lo status retributivo in rapporto ad un ruolo professionale che è ancora tutto da inventare? C è il rischio concreto, per la partita dell alternanza, di trovarsi di fronte a situazioni di rifiuto analoghe a quelle del nuovo ordinamento della primaria e della secondaria di primo grado? 2. La motivazione delle imprese Speculare a quella dei docenti e delle scuole è la motivazione delle imprese (imprenditori, dirigenti, quadri) al di là, quindi, delle adesioni all alternanza finora manifestate da parte delle rappresentanze associative e dell impegno che le medesime hanno già manifestato per avviare il processo. Con una prevedibile inversione di comportamenti rispetto alle scuole. Mentre queste potrebbero essere restie nella fase iniziale, ma sostanzialmente disponibili via via, le imprese, invece, potrebbero dichiararsi tendenzialmente disponibili all inizio per chiudere o diminuire gli spazi di collaborazione nel corso delle iniziative. L alternanza, com è noto, non consente di instaurare rapporti di lavoro. Non v è dubbio che essa, per le imprese, rappresenti un investimento tanto vitale sul piano della diffusione di una cultura e di una pratica del lavoro, i cui benefici sono di lungo periodo, quanto povero di ritorni nel breve e nel medio periodo. Quale tipo di indennizzo le imprese potrebbero rivendicare per partecipare alle iniziative, quantomeno per compensare i costi vivi (tutor aziendale) dell operazione? Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 9

10 Inoltre, quale consistenza ha il rischio che sul piano virtuale non può essere escluso che talune imprese utilizzino le norme dell alternanza per scopi impropri come spazio per l utilizzo senza oneri, o con bassissimi oneri, di manodopera non qualificata? Quali effettivi strumenti di indirizzo e di controllo sono stati attivati o potranno essere attivati perché ciò non accada? In tale contesto può anche accadere, e non potrebbe essere diversamente, che il ruolo svolto dall Unioncamere la cui partecipazione attiva alla partita non si può che condividere sia, rispetto alle imprese, del tipo di quello svolto dall amministrazione scolastica nei confronti delle scuole; cioè, di indirizzo, di proposta, talora di notariato, ma non di garanzia nei riguardi dei risultati, per la distanza obiettiva di problemi e compiti che separano i soggetti in gioco. 3. La motivazione degli allievi e delle famiglie Altro aspetto non trascurabile riguarda l adesione degli allievi ai progetti di alternanza, anzi, il decreto postula addirittura l autonoma richiesta degli allievi e delle loro famiglie all attivazione dei progetti stessi. A giudicare dalla radicata diffidenza con cui consistenti fette di utenza hanno valutato preventivamente le iniziative di biennio integrato o la permanente ostilità con cui moltissimi allievi degli istituti professionali guardano all area di professionalizzazione (anche quando ad intervenire sono gli uomini di impresa!) c è da temere che le iniziative di alternanza possano imbattere in analoghi infortuni. E ciò anche indipendentemente dalla bontà dei progetti stessi, la cui valutazione da parte degli allievi è inesorabilmente condizionata dal margine di utilità immediata che essi possono garantire. Per di più, a differenza di quanto accade nell area di professionalizzazione, per le iniziative di alternanza non esistono strumenti di coazione che possano garantire che esse, una volta che siano state progettate, riscuotano una corrispondente adesione. Naturalmente si tratta di preoccupazioni astratte, al momento, ma è bene tenerne conto poiché non è per nulla scontato che la motivazione degli allievi all alternanza sia già costituita implicitamente. 4. La difficile mediazione fra apprendimento d aula e apprendimento in situazione Si accenna solo, in questa sede, ad un problema di grande portata di cui i docenti saranno investiti in modo pieno. Senza incomodare le teorie costruttiviste e comportamentiste sta di fatto che i docenti sono abituati, per formazione propria e tradizione culturale, ad insegnare e a valutare gli studenti nelle discipline sulla base di obiettivi didattici, metodologie, programmi di studio di cui hanno padronanza, titolarità, responsabilità. Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 10

11 Con l alternanza intesa come equivalenza le parti di cui si compone il processo didattico vengono ad essere sovvertite e, come già si è osservato, il docente viene a perdere per così dire la titolarità esclusiva (ancorché condivisa formalmente con gli altri docenti nel consiglio di classe) del processo stesso. Quali mediazioni si impongono perché i due momenti (apprendimento in aula e apprendimento in officina ) non entrino in rotta di collisione? E sufficiente a risolvere il problema la procedura, in sé inappuntabile, descritta nelle linee guida (moduli didattici, unità di apprendimento, griglie di osservazione, ecc.)? Quale contributo effettivo potranno dare i tutor aziendali alla composizione degli elementi che costituiscono tale procedura? 5. Quanti modelli praticabili Altro problema, questo di squisita natura organizzativa, è dato dal grado di sopportabilità, all interno delle scuole, della gestione coordinata di più progetti di alternanza, soprattutto quando essi afferiscano a più fronti, cioè a diverse tipologie di iniziative. E ben vero che tale questione riguarda la capacità delle scuole in modo tutto particolare dei rispettivi dirigenti di attivare al meglio le risorse professionali interne, ma non si può neppure pensare che la sola leadership senza risorse finanziarie sia condizione sufficiente oltre che necessaria. Resta in ogni caso aperto il problema di come orientare le scuole verso una gestione coordinata e produttiva dei progetti approvati. 6. L informazione e le operazioni di marketing come condizioni necessarie per il radicamento delle iniziative di alternanza Anche questo problema ha una natura prevalentemente organizzativa, ma non può essere, come il precedente, di quasi esclusivo appannaggio delle scuole. L alternanza, per farsi strada come sopra si diceva esige anche una domanda vivace e interessata da parte dell utenza. Se essa non è sensibilizzata, informata, orientata difficilmente può uscire, per cultura propria e lungimiranza, dalla condizione di piatto utilitarismo con cui normalmente affronta le questioni di scuola. L operazione di marketing a livello territoriale e, quindi, su di un bacino più ampio di quello che normalmente gravita su di una singola scuola va condotta con risorse, mezzi, attrezzature ampie che devono veder a pieno titolo coinvolti sia i soggetti dell amministrazione, scolastica e non, sia le rappresentanze delle imprese (Unioncamere in primo luogo, ma anche le Associazioni). 7. Il tempo dedicato all alternanza Da ultimo in questa sede, ma non certamente ultimo in assoluto, si pone il problema del tempo da riservare all alternanza rispetto al tempo Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 11

12 complessivo del curricolo. Le direttive impartite dall Amministrazione scolastica, a questo riguardo, non nascondono la debolezza degli strumenti messi in cantiere; vale a dire il ricorso ai margini di flessibilità stabiliti nel DM 234/2001, adottato ai sensi dell art. 8 del DPR 275/99, pari al 15% del tempo scuola complessivo. E lecito affermare che tale misura è, per quasi tutti i progetti che si vogliano accreditare come effettivamente innovativi, assolutamente insufficiente. Su questo punto verrebbe da osservare che il decisore politico non ha avuto sufficiente coraggio o non ha adeguatamente messo a fuoco il problema, dato che il monte ore totale massimo che, secondo i vincoli stabiliti, si può riservare all alternanza è contenuto nel limite massimo, in un anno, di 150/180 ore negli istituti tecnici e professionali, di 140/150 ore nei licei: troppo poco per ritenere a priori che le iniziative di alternanza in cantiere possano molto al di là di uno stage di qualità. Per la verità, negli istituti professionali, in base all ordinamento vigente, sarebbe ipotizzabile l utilizzo dell area di approfondimento (almeno nel terzo anno), pari a 130 ore che aggiunte alle precedenti porterebbe il totale annuo a 300 ore annue circa, nonché, nel biennio post-qualifica lo spazio dell area di professionalizzazione, pari a 300 ore annue con totale disponibile di quasi 500 ore. Ma perché ciò accada occorrerebbe che l amministrazione scolastica si facesse promotrice di linee di indirizzo e di una strategia di coinvolgimento degli istituti professionali stessi che li vedesse a pieno titolo protagonisti dell alternanza in ambito scolastico. E assai lecito dubitare che tale scenario sia compatibile con le linee di decisione politica in corso, data la prospettiva di soppressione degli attuali istituti professionali ed il loro assorbimento nel secondo canale, i cui tracciati, anche per le pendenze che ancora residuano in sede di decretazione, sono ancora tutti da immaginare. Al di là di queste constatazioni resta comunque da sottolineare che il problema del tempo dell alternanza deve essere affrontato con urgenza e concretezza. Provincia di Torino Servizio Programmazione Sistema Educativo e Formazione Professionale 12

L alternanza scuola-lavoro e il riordino del secondo ciclo di istruzione. Dario Nicoli

L alternanza scuola-lavoro e il riordino del secondo ciclo di istruzione. Dario Nicoli L alternanza scuola-lavoro e il riordino del secondo ciclo di istruzione Dario Nicoli I Regolamenti sul Riordino Nei nuovi Regolamenti sul Riordino dei diversi istituti secondari di II grado (Istituti

Dettagli

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Alternanza scuola/lavoro l alternanza non è uno strumento formativo, ma si configura piuttosto come una metodologia formativa, una vera e propria modalità di apprendere PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA

Dettagli

ISTRUZIONE DEGLI ADULTI (D.P.R 263/2012) LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO

ISTRUZIONE DEGLI ADULTI (D.P.R 263/2012) LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO ISTRUZIONE DEGLI ADULTI (D.P.R 263/2012) **** LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO (Art.11, comma 10, D.P.R 263/2012) I risultati di apprendimento attesi in esito ai percorsi di alfabetizzazione

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca INTESA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA e LA REGIONE LOMBARDIA VISTI - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di

Dettagli

Alternanza Scuola Lavoro. Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo

Alternanza Scuola Lavoro. Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo Alternanza Scuola Lavoro Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo Riferimenti normativi Indicazioni europee; Normativa nazionale: L.196/97, Reg.142/98, (stage e tirocini formativi)

Dettagli

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Premessa Nel quadro delle azioni del Ministero da attuare in coerenza con i principi generali contenuti nel Decreto legislativo

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE ALLEGATO 1 ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE per la realizzazione di un offerta sussidiaria di percorsi di istruzione e formazione

Dettagli

COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA

COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA Emilia Gangemi COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA Linee di indirizzo 12 dicembre 2012 Il quadro disegnato dai dati più recenti, tra cui le indagini ISTAT, in merito al mercato del lavoro nel Lazio non

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA D.R. 7675 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA IL RETTORE - Vista la Legge del 19 novembre 1990, n.341 e in particolare gli articoli 6 e 7, concernenti la riforma degli ordinamenti didattici universitari;

Dettagli

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa Alternanza scuola lavoro: che cosa significa È una modalità didattica realizzata in collaborazione fra scuole e imprese per offrire ai giovani competenze spendibili nel mercato del lavoro e favorire l

Dettagli

Protocollo D Intesa. Tra. L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria. Il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia

Protocollo D Intesa. Tra. L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria. Il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per l Umbria Direzione Regionale Protocollo D Intesa Tra L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria E Il Conservatorio

Dettagli

Codice e titolo del progetto

Codice e titolo del progetto Codice e titolo del progetto (codice attribuito nel Programma Annuale) Anno Scolastico 2011/2012 (Riservato all amministrazione) Area funzionale di riferimento Area 4 - Rapporti con enti e istituzioni

Dettagli

RISOLUZIONE N.126/E QUESITO

RISOLUZIONE N.126/E QUESITO RISOLUZIONE N.126/E Roma, 16 dicembre 2011 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Consulenza giuridica - Adempimenti contabili degli enti non commerciali ed obbligo di rendicontazione di cui all'art. 20

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

DELIBERAZIONE N. DEL

DELIBERAZIONE N. DEL Oggetto: Istituzione del Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione e del Sistema regionale per l individuazione, validazione e certificazione delle competenze. L Assessore del Lavoro, Formazione

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 MACRO OBIETTIVO 7 Codici indicatori: 7.6.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 Programma: Mantenimento e Implementazione del Sistema per supportare le istituzioni scolastiche nella promozione della

Dettagli

Prot. A/2 2309 Firenze, 18 maggio 2016 IL DIRETTORE

Prot. A/2 2309 Firenze, 18 maggio 2016 IL DIRETTORE DIRETTORE Prot. A/2 2309 Firenze, 18 maggio 2016 IL DIRETTORE VISTO VISTA CONSIDERATO CONSIDERATO VISTA RITENUTA l Art. 3, comma 8 del D.M. 509/99 attraverso il quale le Università possono attivare, disciplinandoli

Dettagli

La Regione Molise. L Ufficio scolastico Regionale per il Molise

La Regione Molise. L Ufficio scolastico Regionale per il Molise Accordo Territoriale per la realizzazione nell anno scolastico 2011/2012 di percorsi di IeFP di durata triennale,in regime di sussidiarietà,da parte degli Istituti Professionali Statali della Regione Molise,

Dettagli

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA primo ciclo d istruzione Lo sfondo comune e il quadro normativo Il PEI come strumento di progettazione e di valutazione Isp. Luciano Rondanini LA VALUTAZIONE

Dettagli

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro 1 Laboratorio della conoscenza: scuola e lavoro due culture a confronto per la formazione 14 Novembre 2015 Alternanza scuola e lavoro

Dettagli

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO PREMESSA Con il presente progetto il nostro istituto vuole offrire agli allievi certificati L.104 del 1992 (sia per gli alunni che intraprendono

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGOLAMENTO PER GLI STAGE REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente

Dettagli

Progetto Cantieri aperti per la scuola di base

Progetto Cantieri aperti per la scuola di base Progetto Cantieri aperti per la scuola di base TRACCIA dell INTERVISTA Istituto. Note per la compilazione Le parti a sfondo grigio saranno affrontate durante l incontro tra mini staff di istituto e intervistatori.

Dettagli

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (anno scolastico 2014-2015) anno zero AUTONOMIA SCOLASTICA e AUTOVALUTAZIONE L autovalutazione d istituto affonda le sue radici nell autonomia scolastica (dpr 275/1999) 1999-2014

Dettagli

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25 Particolare rilievo è posto alla questione della formazione professionale continua che si evidenzia come un importante strumento per il rafforzamento del patrimonio di conoscenze dei lavoratori, per il

Dettagli

Offerta formativa sperimentale d istruzione e formazione professionale nelle more dell emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 28 marzo

Offerta formativa sperimentale d istruzione e formazione professionale nelle more dell emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 28 marzo Offerta formativa sperimentale d istruzione e formazione professionale nelle more dell emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 28 marzo 2003, n.53 Criteri e procedure per la certificazione

Dettagli

ALLEGATO B. D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI

ALLEGATO B. D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI ALLEGATO B D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI 2 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI Le caratteristiche strutturali dei percorsi dell IFTS (modularità, unità capitalizzabili,

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO REGIONALE DELL ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO REGIONALE DELL ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO REGIONALE DELL ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE Avviso Pubblico GARANZIA GIOVANI AVVISO PER IL REINSERIMENTO IN PERCORSI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia Valentina Aprea

Dettagli

N.B. A CORREDO DEL MODELLO NELLA CARTE VIENE RIPORTATA LA DOCUMENTAZIONE UTILE PER LA PREDISPOSIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE

N.B. A CORREDO DEL MODELLO NELLA CARTE VIENE RIPORTATA LA DOCUMENTAZIONE UTILE PER LA PREDISPOSIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE N.B. A CORREDO DEL MODELLO NELLA CARTE VIENE RIPORTATA LA DOCUMENTAZIONE UTILE PER LA PREDISPOSIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca ISTITUTO ISTRUZIONE

Dettagli

Il ruolo del chimico per la sicurezza ambientale

Il ruolo del chimico per la sicurezza ambientale ambientale di Piero Frediani * Ciampolini A. (a cura di). L innovazione per lo sviluppo locale ISBN 88-8453-362-7 (online) 2005 Firenze University Press Nell Anno Accademico 1996-97 l Università di Firenze

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

DECRETO E AUTONOMIA SCOLASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA

DECRETO E AUTONOMIA SCOLASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA CGIL SCUOLA DECRETO E AUTONOMIA SCOLASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA a cura della Cgil Scuola Nazionale Via Leopoldo Serra 31 00153 Roma www.cgilscuola.it Premessa Con la Circolare Ministeriale 29/04, le scuole

Dettagli

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Quale valutazione dare

Dettagli

Investimento sull istruzione e formazione dei giovani Articolazione unitaria del sistema libertà di scelta Flessibilità strutturale

Investimento sull istruzione e formazione dei giovani Articolazione unitaria del sistema libertà di scelta Flessibilità strutturale Investimento sull istruzione e formazione dei giovani per favorire la crescita personale, culturale e professionale in linea con le politiche del capitale umano, assicurando loro conoscenze, abilità, capacità

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo

Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo In questo documento sono evidenziati alcuni riferimenti utili per la compilazione delle schede relativi

Dettagli

I nuovi Istituti Tecnici

I nuovi Istituti Tecnici I nuovi Istituti Tecnici Regolamento recante norme concernenti il riordino degli Istituti Tecnici ai sensi dell articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI 1 ultimo aggiornamento: febbraio 2002 Le leggi di riforma dell ordinamento degli Enti Locali e più in generale della Pubblica Amministrazione che si sono succedute in modo

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

CARTA DEI SERVIZI MEDEA CARTA DEI SERVIZI MEDEA Indice 1. Introduzione 2. MEDEA e la Carta dei Servizi: chi siamo, obiettivi e finalità 3. I principi fondamentali 4. Standard qualitativi 5. I servizi erogati 6. Validità della

Dettagli

Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI

Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO Il fenomeno della elevata presenza

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

ESITI DEGLI STUDENTI

ESITI DEGLI STUDENTI ALLEGATO Priorità e Traguardi evidenziati nel Rapporto Autovalutazione Periodo di Riferimento - 2014/15 RAV Scuola NAIC812007 "CAMPO DEL MORICINO" ESITI DEGLI STUDENTI 1. Risultati scolastici Studenti

Dettagli

ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO VALTREBBIA Via al Municipio 7, 16029 TORRIGLIA (GE)

ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO VALTREBBIA Via al Municipio 7, 16029 TORRIGLIA (GE) AL COLLEGIO DEI DOCENTI E P.C. AL CONSIGLIO D ISTITUTO AI GENITORI AGLI ALUNNI AL PERSONALE ATA ATTI ALBO OGGETTO: ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL

Dettagli

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Documento approvato dai dirigenti e dagli incaricati di posizione organizzativa nell incontro del 13.1.2006 PREMESSA Si è conclusa

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO Liceo Statale James Joyce

MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO Liceo Statale James Joyce Premessa (SCAMBI EDUCATIVI INDIVIDUALI) ESPERIENZE EDUCATIVE ALL ESTERO Le norme che regolano le Esperienze educative all Estero (gli scambi scolastici) sono poche e, in ogni caso, la premessa da tener

Dettagli

Prot. n. 6408/C23 Viareggio 13 novembre 2015

Prot. n. 6408/C23 Viareggio 13 novembre 2015 Prot. n. 6408/C23 Viareggio 13 novembre 2015 AL COLLEGIO DEI DOCENTI E P.C. AL CONSIGLIO D ISTITUTO AI GENITORI AGLI ALUNNI AL PERSONALE ATA ATTI ALBO OGGETTO: ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA La Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Allegato 4 al PTOF PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16 INDIRIZZO ALBERGHIERO

Allegato 4 al PTOF PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16 INDIRIZZO ALBERGHIERO Allegato 4 al PTOF PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16 INDIRIZZO ALBERGHIERO Codice Meccanografico istituto principale: CLTD00701D Codice meccanografico secondario (risultante da organico) CLPS00701N

Dettagli

Percorso di orientamento sui saperi minimi (P.O.S.M.)

Percorso di orientamento sui saperi minimi (P.O.S.M.) Percorso di orientamento sui saperi minimi (P.O.S.M.) Il progetto nasce da una collaborazione fra la Facoltà di Economia e l ITCS G.Oberdan di Treviglio nell ambito delle attività di orientamento di entrambe

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - Direzione Generale

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - Direzione Generale Prot. MIURAOODRLO R.U. 22232 Milano, 9 dicembre 2009 Ai Signori Dirigenti degli UU.SS.PP. della Lombardia Ai Signori Dirigenti delle Istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado della Lombardia

Dettagli

ACCORDO. tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. e Regione Lombardia

ACCORDO. tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. e Regione Lombardia ACCORDO tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Regione Lombardia SPERIMENTAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI IN APPRENDISTATO PER L ESPLETAMENTO

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Ufficio I Funzioni vicarie. Affari generali. Personale docente, educativo ed ATA. Legale, contenzioso e disciplinare.

Ufficio I Funzioni vicarie. Affari generali. Personale docente, educativo ed ATA. Legale, contenzioso e disciplinare. Prot.n. 13320 Bologna, 07/10/2015 AVVISO PUBBLICO INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI CORSI DI FORMAZIONE PER PERSONALE ATA DESTINATARIO DELL ATTRIBUZIONE DELLE POSIZIONI ECONOMICHE DI

Dettagli

Oggetto: ALTERNANZA SCUOLA LAVORO: avviso pubblico

Oggetto: ALTERNANZA SCUOLA LAVORO: avviso pubblico Savona, 29 gennaio 2016 Ai genitori e agli allievi delle classi III IV- V Meccanica,Chimica, III- IV- V Informatica, Elettrotecnica ed elettronica, III Grafica e comunicazione Oggetto: ALTERNANZA SCUOLA

Dettagli

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1 SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1 Per conseguire le finalità di cui all art. 4, secondo comma, della legge 19 novembre

Dettagli

REGIONE SICILIANA MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA'

REGIONE SICILIANA MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell' Istruzione e della Formazione Professionale Dipartimento dell' Istruzione e della Formazione Professionale MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA

Dettagli

Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA)

Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

Apprendistato formazione e studi professionali

Apprendistato formazione e studi professionali Apprendistato formazione e studi professionali Danilo Papa La formazione in apprendistato costituisce un elemento fondamentale che, anche in relazione alla nuova disciplina contenuta nel D.Lgs. n. 167/2011,

Dettagli

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008 Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze PISA 3 dicembre 2008 SOMMARIO Il documento ufficiale Esempio di test I punti del documento ufficiale della Conferenza delle Facoltà di Scienze Necessità di

Dettagli

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO Schema di disegno di legge recante: Delega al Governo per l emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro bozza aggiornata al 30 dicembre 2006

Dettagli

PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16

PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16 PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2015/16 Cos è A.S.L. e confronto con lo stage A.S.L.= METODOLOGIA DIDATTICA (decreto legislativo77/2005) A.S.L. = strumento che offre l opportunità di apprendere

Dettagli

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI Regolamento (D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122) Testo in vigore dal 20.08.2009 1 Art. 1 Oggetto del regolamento Finalità e caratteri della valutazione 2. La valutazione è espressione

Dettagli

Visita il sito www.epc.it

Visita il sito www.epc.it Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE ISTITUTO SILONE San Ferdinando di Puglia STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE REPORT FINALE DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Progetto di Ricerca finanziato da: REGIONE PUGLIA Assessorato

Dettagli

MIUR. La Nuova Secondaria Superiore

MIUR. La Nuova Secondaria Superiore La Nuova Secondaria Superiore Una Riforma complessiva Con l approvazione del Consiglio dei Ministri del 4 febbraio nasce la Nuova Scuola Secondaria Superiore. E la prima riforma complessiva del secondo

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEI CORSI DI FORMAZIONE PRE-ACCADEMICA

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEI CORSI DI FORMAZIONE PRE-ACCADEMICA REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEI CORSI DI FORMAZIONE PRE-ACCADEMICA Articolo 1 (Premesse) 1. Il presente regolamento disciplina il funzionamento dei Corsi di formazione pre-accademica (definiti anche

Dettagli

Padova, 13 gennaio 2011. Il cruccio del Provider: ci sono o ci faccio? Marisa Sartori e Mauro Zaniboni

Padova, 13 gennaio 2011. Il cruccio del Provider: ci sono o ci faccio? Marisa Sartori e Mauro Zaniboni Il cruccio del Provider: ci sono o ci faccio? Fase sperimentale ECM 2002 Fase a regime ECM Accordo Stato-Regioni Novembre 2009 LA NOVITA PIU RILEVANTE: Non si accreditano più gli EVENTI MA si accreditano

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA 1. Performance individuale del personale La performance individuale del lavoratore oggetto di misurazione e valutazione come ampiamente illustrato

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

AMBITO: Promozione dell apprendimento. DESTINATARI: Istituzioni Scolastiche di qualsiasi ordine e grado della Regione.

AMBITO: Promozione dell apprendimento. DESTINATARI: Istituzioni Scolastiche di qualsiasi ordine e grado della Regione. Allegato 2 alla D.G.R. n. 201 del 1 febbraio 2008 PROGETTO SPECIALE Promozione del successo scolastico interventi finalizzati al recupero delle difficoltà di apprendimento e/o al potenziamento dei saperi

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

da Centri Territoriali Permanenti Centri provinciali di Istruzione per Adulti di Augusta Marconi

da Centri Territoriali Permanenti Centri provinciali di Istruzione per Adulti di Augusta Marconi da Centri Territoriali Permanenti a Centri provinciali di Istruzione per Adulti di Augusta Marconi Introduzione QuickTime e un decompressore sono necessari per visualizzare quest'immagine. Attualmente

Dettagli

La valutazione nella didattica per competenze

La valutazione nella didattica per competenze Nella scuola italiana il problema della valutazione delle competenze è particolarmente complesso, infatti la nostra scuola è tradizionalmente basata sulla trasmissione di saperi e saper fare ed ha affrontato

Dettagli

Integrazione scolastica degli alunni stranieri: dalle norme al progetto di scuola. I temi. Alunni stranieri a scuola:

Integrazione scolastica degli alunni stranieri: dalle norme al progetto di scuola. I temi. Alunni stranieri a scuola: Integrazione scolastica degli alunni stranieri: dalle norme al progetto di scuola Treviso, 23 maggio2008 Elio Gilberto Bettinelli I temi L integrazione scolastica degli alunni stranieri: dati, tendenze

Dettagli

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI 2012 2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali 1 A.S. 2012 13 Bisogni educativi speciali. Documento pubblicato il 23.4.2013 1. Premessa A titolo di

Dettagli

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Breve excursus delle risoluzioni giuridiche introdotte per garantire il diritto al Successo formativo nella scuola

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Circolare n. 25 Prot. AOODPIT/Reg.Uff./509 Roma, 2 marzo 2009 Al Direttore Generale per il personale della scuola SEDE Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI e, p.c. Al Gabinetto

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Ritenuto quindi necessario adeguare la regolamentazione delle commissioni degli esami di qualifica, elaborando una nuova disciplina;

Ritenuto quindi necessario adeguare la regolamentazione delle commissioni degli esami di qualifica, elaborando una nuova disciplina; REGIONE PIEMONTE BU34 25/08/2011 Deliberazione della Giunta Regionale 27 luglio 2011, n. 31-2441 L. r. 22/2009, art. 59. Nuova disciplina sulle commissioni esaminatrici. A relazione dell'assessore Porchietto:

Dettagli

COSTI DI PUBBLICITÀ. Attivo SP B.I.2

COSTI DI PUBBLICITÀ. Attivo SP B.I.2 4 COSTI DI PUBBLICITÀ Attivo SP B.I.2 Prassi Documento OIC n. 24; Comitato consultivo per le norme antielusive, pareri 19.2.2001 n. 1; 24.2.2004 n. 1; 5.5.2005 n. 8 e 7.3.2006 n. 5; R.M. 5.11.74 n. 2/1016;

Dettagli

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA Visto il D.P.R. n. 275/1999, art. 7, che prevede la possibilità per le istituzioni Scolastiche autonome di stipulare accordi di rete per perseguire

Dettagli