Complessità assistenziale del paziente in Stroke Unit
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- Raffaello Fantini
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1 Corso congiunto A.N.I.N.-SIN L'ASSISTENZA SPECIALISTICA IN NEUROSCIENZE E L'INTRECCIO FRA LE DIVERSE AREE E PROFESSIONI Complessità assistenziale del paziente in Stroke Unit Giraudo Patrizia Raballo Daniela
2 Per Stroke Unit si intende una unità di 4-16 letti in cui i malati con ictus sono seguiti da un team multidisciplinare di infermieri, di tecnici della riabilitazione e di medici competenti esclusivamente dedicati alle malattie cerebrovascolari. E' indicato che i pazienti con ictus acuto siano ricoverati in una struttura dedicata. Raccomandazione 8.15 Grado A SPREAD 2010
3 SPREAD ( Stroke Prevention and Educational Awarness Diffusion) ultima stesura gennaio 2010 Linee guida italiane di prevenzione e trattamento dell'ictus. Forniscono raccomandazioni sul modo più corretto di Forniscono raccomandazioni sul modo più corretto di attuare la prevenzione primaria, di gestire l'ictus in fase acuta e di prevenire complicanze.
4 Caratteristiche della Stroke Unit: Multiprofessionalità dell'équipe Approccio integrato medico e riabilitativo Formazione continua del personale Istruzione dei pazienti e dei familiari SPREAD Sintesi 8.5
5 Chi lavora in Stroke Unit? Medici neurologi Infermieri O.S.S. Fisiatra e fisioterapisti Foniatra e logopedisti Dietologo e dietisti Psicologo e assistente sociale
6 I pazienti in Stroke Unit rispetto ai pazienti ricoverati in altri reparti presentano: Minor incidenza di recidive Mobilizzazione precoce Precoce introduzione di aspirina, antipiretici, antibiotici Minor rischio di mortalità o istituzionalizzazione. Da Langhorne e Dennis
7 In base agli studi effettuati le Stroke Unit riducono del 18% la mortalità, del 29% l'esito combinato di morte e dipendenza, del 25% l'esito combinato di morte e istituzionalizzazione. Cochrane Library 2003
8 Principali patologie in Stroke Unit dell' Ospedale San Giovanni Battista di Torino
9 Ingresso del paziente in Stroke Unit ANAMNESI ESAME OBIETTIVO
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11
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13 Livelli di Autonomia nei pazienti ricoverati in Stroke Unit
14 Livelli di Autonomia in un gruppo di pazienti ricoverati in Stroke Unit
15 Livelli di autonomia totale
16 Livelli di dipendenza di 1 livello
17 Livelli di dipendenza di 2 livello
18 Livelli di dipendenza di 3 livello
19 MONITORAGGIO Nelle prime 48 ore dall esordio di un ictus è indicato il monitoraggio delle funzioni vitali e dello stato neurologico. Questo va proseguito in caso di instabilità clinica. SPREAD Raccomandazione 11.1 Grado D
20 STATO NEUROLOGICO GCS (Glasgow Coma Scale)
21 RESPIRAZIONE Il monitoraggio, continuo o discontinuo, dello stato di ossigenazione ematica è indicato almeno nelle prime 24 ore dall esordio di un ictus medio-grave. In caso di anomalie va proseguito fino alla stabilizzazione del quadro respiratorio Nella fase di stato la somministrazione routinaria di ossigeno non è indicata nei pazienti con ictus acuto. La somministrazione di ossigeno è indicata nei pazienti con SaO2 <92%. SPREAD Raccomandazione 11.5 Grado D
22 CIRCOLO Il monitoraggio ECG continuo è indicato nelle prime 48 ore dall esordio di ictus nei pazienti con una delle seguenti condizioni: - cardiopatie preesistenti - storia di aritmie - pressione arteriosa instabile - insufficienza cardiaca - alterazioni dell ECG di base In caso di instabilità clinica il monitoraggio va proseguito oltre le 48 ore. SPREAD Raccomandazione 11.2 Grado D
23 TERAPIA ANTIPERTENSIVA
24 TERMOREGOLAZIONE Nei pazienti con ictus acuto è indicata la correzione farmacologica dell ipertermia, preferibilmente con paracetamolo, mantenendo la temperatura al di sotto di 37 C. SPREAD Raccomandazione Grado D
25 GLICEMIA In pazienti con ictus acuto e glicemia >180 mg/dl è indicata la correzione con terapia insulinica SPREAD Raccomandazione 11.21Grado D
26 NUTRIZIONE La malnutrizione proteico-energetica nel paziente affetto da ictus acuto è un evento frequente. SPREAD Sintesi 1.6
27 Una nutrizione adeguata è importante per: Ridurre i tempi di ospedalizzazione Migliorare la qualità della vita Rendere più semplice ed efficace il percorso terapeutico
28 Obbiettivi del supporto nutrizionale: Prevenzione o trattamento di: Malnutrizione proteico-energetica Squilibri idroelettrolitici Carenze selettive (minerali, vitamine)
29 La nutrizione del paziente affetto da ictus prevede le seguenti opzioni: Soggetti non disfagici: alimentazione per O.S. con eventuale assistenza se presenti altre alterazioni funzionali Soggetti disfagici: adattamento progressivo della dieta alla funzione deglutitoria
30 Come valutare la disfagia?
31 ALIMENTAZIONE PAZIENTE DISFAGICO ALIMENTI A DENSITA' MODIFICATA SNG PEG NPT
32 ELIMINAZIONE L'ictus cerebrale si accompagna frequentemente a disfunzioni vescicali, l'entità e la natura delle quali sono conseguenza della sede e dell'entità del danno cerebrale
33 Disturbi da disfunzione vescicale post ictus: Incontinenza urinaria Ritenzione urinaria Urgenza minzionale
34 Il cateterismo permanente è indicato solo nei pazienti con gravi disfunzioni vescicali. SPREAD Raccomandazione Grado D
35 MOBILIZZAZIONE ASSISTENZA FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE DELLA DISABILITÀ: - ha lo scopo di prevenire ulteriori problemi - è attivata su soggetti in condizioni cliniche non stabilizzate - è uguale per tutti i soggetti - può essere realizzata da figure non appartenenti al mondo della riabilitazione SPREAD Volume 2010
36 COME ATTUARE LA PREVENZIONE ALLA DISABILITA'? Mobilizzazione passiva degli arti paretici o plegici per almeno 3-4 volte die Potenziamento profilassi infezioni respiratorie e TVP Conservazione dell'integrità cutanea Facilitazione della verticalizzazione e prevenzione delle cadute Attraverso la partecipazione attiva all'attività fisica SPREAD Raccomandazione Grado D
37 COMUNICAZIONE Esistono diverse tipologie di disturbi comunicativi secondari all'ictus. I principali sono: - DISFONIA - AFONIA - DISARTRIA - AFASIA
38 AFASIA BROCA: difficoltà maggiori a livello codificativo WERNICKE: difficoltà sia nella comprensione che nella produzione callepo, ticheche un coso, quella cosa che serve per MISTA: difficoltà in tutte le aree del linguaggio nana, nenene
39 COME COMPORTARCI? Ridurre i rumori ambientali Avvicinarci al paziente e guardarlo Porre domande che richiedano risposte brevi Non mettere fretta Non aumentare il volume della voce Parlare lentamente Non sminuire i tentativi o criticare gli errori
40 NIHSS: National Institute of Health Stroke Scale La scala dell'ictus è uno strumento designato per valutare in modo sistematico i pazienti affetti da ictus cerebrale. E' una scala ordinale costituita da 11 item, la somma dei quali ha un valore numerico: un punteggio totale che va da un minimo di 0 ( esame neurologico normale) ad un massimo di 42 (grave danno neurologico). Le informazioni fornite dalla scala facilitano l'assistenza medica e infermieristica, permettendo di quantificare il deficit neurologico e di misurare la sua evoluzione nel tempo.
41 COMPLICANZE Infezione delle vie urinarie Polmonite ab-ingestis Tvp Dolori articolari (dolore alla spalla) Edema cerebrale Epilessia Alterazioni del tono dell'umore (depressione, ansia)
42 CAREGIVER Un paziente affetto da ictus può perdere progressivamente le capacità necessarie allo svolgimento delle ordinarie attività quotidiane, di conseguenza una persona per libera scelta o per vincolo giuridico (caregiver) sarà tenuta a sorvegliarlo. Diventa quindi di fondamentale importanza, sin dalle prime fasi, l'educazione e l'informazione a tali persone.
43 SOMMINISTRAZIONE PASTO A PAZIENTE DISFAGICO Paziente seduto correttamente con il corpo in asse Paziente vigile Somministrare lentamente piccole quantità di cibo e talvolta dare un cucchiaio a vuoto Utilizzo di bevande addensate e cibi della giusta consistenza Sospendere quando il paziente è stanco Fare piccole pause e invitarlo a dare un colpo di tosse Importanza dell'igiene orale al termine del il pasto Mantenere il silenzio poche distrazioni
44 Grazie...
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