Padiglione Italia. Seminario Territoriale di Progettazione Partecipata Expo 2015 per l Italia

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1 Padiglione Italia Seminario Territoriale di Progettazione Partecipata Expo 2015 per l Italia Palermo 12 Novembre 2013

2 Antonio Presti Ho realizzato a Fiumara d Arte un parco di scultura della contemporaneità. Nel momento storico in cui viviamo, la parola d ordine dovrebbe essere restituire bellezza, restituire bellezza al nostro Stato: Italia. Restituire bellezza alla nostra regione Sicilia. Se restituiamo bellezza, potremmo applicare un processo di rigenerazione. Perché un Expo è sempre, deve essere un valore di futuro per le nuove generazioni. Non deve essere soltanto la rappresentazione autoreferenziale di un mondo economico, personale o d identità. Deve essere la manifestazione di una bellezza universale che trova in un popolo il valore dell identità. Per esempio il nostro essere siciliani, che in questi anni è stato sempre mortificato da dicotomie esistenziali e civili, dovrebbe essere un momento dove la Sicilia, con il suo essere popolo, può restituire un valore di dignità con le nuove generazioni. L arte in Sicilia ha un grande prestigio. È testimonianza non solo estetica ma anche etica. Non possiamo parlare di Expo senza il valore della conoscenza. Penso che questo albero della vita deve essere un albero della conoscenza, per restituire valore al nostro Paese che, in questo momento, non può essere tanto orgoglioso di essere Sistema Paese. Allora questo Expo non è soltanto il Mi riferisco in particolare alla questione siciliana. Penso che l Expo parta da oggi. Per la Sicilia ci deve essere un percorso di crescita verso l Expo. L Expo per i siciliani non deve essere un fine. Deve essere un mezzo di crescita per la nostra terra. È necessario partire fin da oggi per creare questo grande valore di semina e dell albero della vita, foriero di conoscenza. Infatti, senza conoscenza e senza cultura, non possiamo parlare di sostenibilità. È necessario tornare a seminare un seme che abbia come valore la semina, non l acquisto del seme. Semina per seminare, non per comprare. Questo deve essere il futuro di quella sostenibilità che bisogna restituire alle nuove generazioni, ai giovani. È il valore della conoscenza che la Sicilia potrebbe restituire come contributo di bellezza. Una bellezza che si rappresenta e si afferma come valore culturale. Perché la grande anima del popolo siciliano è la cultura. In qualità di artista, l albero della vita lo voglio restituire all albero della conoscenza e, questa conoscenza, la voglio dare al popolo siciliano. Un popolo con la sua conoscenza è, infatti, un popolo libero. Rita Cedrini Credo che siamo di fronte ad un occasione più unica che rara per la nostra terra, proprio per la differenza, come è stato detto, delle diverse maniere di interpretare il tema Expo. Come antropologa, devo dire che mi sembra sia stato pensato, da una prospettiva antropologica, in termini nuovi e diversi. Infatti, abbiamo scelto di ragionare sui giovani e quindi sulle storie di vita, su esperienze nuove e diverse.

3 Per altro verso, abbiamo sentito di non dare tutte le informazioni possibili. Proprio quello che diceva MacLuhan, sollecitare l interesse per poi andare oltre. Un altro aspetto fondamentale è che, l economia della sussistenza, legata ad un identità territoriale del Mediterraneo, attraverso i tre elementi fondamentali, che poi hanno dato origine alle tre religioni monoteiste, il grano, la vite e l ulivo, diventa invece un progetto benessere. La cosa più importante, quella per cui da anni ci siamo battuti, è che l alimentazione e i processi a questa legati non sono soltanto un problema di sopravvivenza, sono quelli che noi abbiamo chiamato il bene etnoalimentare. Non esiste soltanto il bene monumentale, ma quello che è un bene legato alla sopravvivenza perché porta dietro di sé i saperi e i sapori. Noi vediamo come uno stesso prodotto, nella stessa Sicilia, in aree differenti, possa essere coniugato in maniera diversa con diversi prodotti. E lì nascono le identità, le identità territoriali. Ma, la cosa più interessante, ricordata anche questa mattina, è che noi siamo di fronte ad un importante processo. Noi abbiamo questo grande patrimonio di saperi e sapori che possono far sì che a livello internazionale possiamo essere accettati per questa diversità, che è diventata identità. Un identità territoriale che possa essere concepita non più in termini di sussistenza, ma come volano di nuove economie. Questa terra è per il suo clima la California d Italia. In questa California c è la possibilità non soltanto di svernare o di poter godere di un clima gradevole, ma di far sì che quello che si produca possa diventare una preziosa risorsa. Per noi che per tanto tempo abbiamo fatto leva su questo bene etno-alimentare, vederlo assurgere a tema legato al grande evento del secolo, è una delle cose più importanti. Per cui, ecco, da antropologa mi fa piacere avere assistito a questo cambiamento di rotta. Noi non siamo soltanto il paese della Bella Italia, del bene monumentale del Rinascimento, siamo il paese da cui Caterina de Medici ha portato in Francia la cucina italiana che, più elaborata, è tornata come cucina francese. Ecco, non dimentichiamo questo passato che appartiene alle nostre origini. Felice Cavallaro È un piacere essere qui davanti a diverse Assessore del governo Crocetta che ho lasciato ieri a Racalmuto, perché miracolosamente, proprio ieri, tutte le Assessore del governo Crocetta con diverse personalità, compreso il Ministro della Cultura, Massimo Bray, si sono ritrovati nel paese di Leonardo Sciascia. Perché a qualcuno è venuta l idea che si possa far convergere tutto ciò che riguarda turismo e cultura per produrre occupazione. Noi viviamo in una terra dove i paesi sono pieni zeppi di ragazzi che guardano il cielo sperando che cada un posto da precario e, invece, a Racalmuto o a Porto Empedocle, giusto per fare due esempi, i ragazzi vivono nei paesi in cui si trovano i luoghi in cui sono nati, le strade che hanno percorso, i monumenti, le fondazioni, i teatri, le persone che hanno conosciuto Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Andrea Camilleri

4 Uno è pure vivo, 30 chilometri, pieno zeppo di cose da vedere e da fare. È una miniera inesauribile, al centro la Valle dei Templi, il Tempio della Concordia, ci sono soltanto visitatori l anno che si ritrovano davanti al Tempio della Concordia e dopo due ore scappano, un po perché l ambiente è un po ostico. Non c è nulla da fare, non viene proposto nulla al turista. Dei , appena vanno a vedere la casa di Luigi Pirandello. Dei , se va bene, sono quelli che dormono una notte, per sbaglio. Poi si pentono perché spesso gli albergatori li trattano anche male. L offerta è scadente. Allora l idea è di prendere questi 30 chilometri e di trasformarli in un progetto pilota della regione siciliana, chiamandola la Strada degli Scrittori perché dentro, oltre a Camilleri, a Pirandello, a Sciascia, abbiamo proprio in quell area Simonetta Agnello Orbi, Antonio Russello che Vittorini preferì al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. È possibile che non riusciamo a far convergere su quest area le scolaresche che possono leggere i libri e rivedere tutto quello che riguarda l identità di un territorio, passeggiando, camminando in quelle strade? Possibile che i cultori di questi autori, di questi scrittori, da Berlino a Parigi non possano essere stimolati a passare più di due ore in un territorio dove dovremmo riempire la vita dei turisti e creare, rivitalizzare, ogni sera, tutti i teatri che ci sono in giro. Tutta l attività culturale deve essere rimessa in moto per costruire qualcosa che crei anche occupazione e faccia convincere quei ragazzi che i posti da precario dal cielo non cadono più. E quindi trasformarli in cooperative di piccoli ciceroni, di autisti. Trovare dei sistemi per accompagnarli. Io dico soltanto una cosa: la Grotta di Fradigola Matina a Racalmuto. Non vi parlo della Fondazione Sciascia, del Teatro delle Miniere di Sale che sono già cose straordinarie, legate, come possono essere, al contenuto delle Parrocchie di Regalpeta, ma la Grotta di Fradigola Matina. Uno dice: che è sta grotta? È la grotta del frate eretico di Racalmuto, il cui sito venne a Palazzo Steri, ma che uccise con i suoi ferri l inquisitore Cisneros, che è pure sepolto qui a La Gancia, e sul quale Leonardo Sciascia scrisse Morte dell inquisitore. Possibile che in una scuola un professore non possa avere l idea di far leggere un libro e poi far vedere la grotta, portare i ragazzi lì? La cultura diventa occasione di conoscenza, l albero della vita diventa l albero della conoscenza, per ripetere l immagine di un grande poeta, un gande artista come Antonio Presti. Però tutto questo ci consentirebbe anche di realizzare davvero quell idea di Smart Land, che è un immagine straordinaria, perché è il modo unico per far rivivere questi pezzi veri d Italia, dove disperatamente sembra di essere isolati dal mondo. Invece sono il mondo, sono l Italia. Immagino che l Expo possa essere un occasione per portare queste Smart Land a Milano e farle conoscere al mondo. Spero che le Assessore che ieri erano a Racalmuto riescano a trasformare la Strada degli Scrittori in un marchio e proporlo. Ovviamente, quando parlo di queste cose, parlo di Racalmuto o Porto Empedocle, ma è chiaro che noi possiamo parlare di Santa Margherita Belice e Palma di Montechiaro, collegando tutto il percorso del Gattopardo e di Tomasi di Lampedusa. Ma è chiaro che possiamo parlare di Comiso e di Bufalino, di Sant Agata e di Consolo e D Arrigo a Messina. La stessa cosa, se il modello funziona, possiamo trasferirla dalla Toscana alla Lombardia.

5 Stiamo cercando di proporre così un piccolo modello per scambiare l idea che le cose non possano mai cambiare. No! Le cose possono cambiare però bisogna cominciare a far lavorare anche le gambe, oltre che la testa. Vincenzo Fazio Perché questa esperienza viene presentata in questa occasione, con quali prospettive, considerato appunto il significato che l Expo 2015 assume e non soltanto per la nostra economia ma per la possibilità che darà di avere un lancio nuovo, idee nuove per affrontare i gravi problemi che tutti ormai conosciamo. L esperienza del distretto di Mazara del Vallo che raccoglie 147 imprese, alcune grandi con fatturato superiore a decine di migliaia di euro, altre piccole che si occupano della pesca costiera, ha una sua vitalità che risale al 2008 come atto ufficiale, al 2006 come progettazione e una sua vitalità che è stata oggetto di una particolare strategia che adesso vado ad illustrare, passato al nome di Blue Economy. La Blue Economy viene all attenzione della letteratura recentemente con un rapporto di Gunther Pauli, un economista belga, rapporto del 2011 in cui parla di un nuovo rapporto del Club di Roma Dieci anni, cento innovazioni, cento milioni di posti di lavoro. Non vogliamo ovviamente lanciare messaggi antichi e fallimentari, tipo quelli che anni fa vennero presentati nella nostra realtà. Vogliamo soltanto mostrare come il distretto di Mazara del Vallo ha cercato di percorrere questo sentiero ante litteram rispetto a questo rapporto, perché dal momento in cui ha progettato la propria vitalità e la propria letteratura non ha fatto altro che cercare di collegare la realtà produttiva interna, la realtà delle imprese con il mondo della ricerca, con il mondo delle istituzioni soprattutto guardando alla possibilità di creare un distretto mediterraneo. Ed è quello che, praticamente, sto facendo. Sono qui in rappresentanza del Presidente del distretto, dottor Giovanni Tumbiolo che attualmente è impegnato in Oman per le prove per un accordo che sta realizzando con il Ministro delle Attività Produttive della pesca di quella nazione, per creare un esempio di distretto mediterraneo. Cosa significa praticamente tutto questo? Per evitare di dilungarmi nell intervento vediamo quali sono gli elementi fondanti di questo progetto. Noi abbiamo messo a fuoco diversi progetti che sono a disposizione del sistema d imprese della realtà di Mazara del Vallo. Parliamo ovviamente di tecnologia che lungo la vita del prodotto è il cosiddetto shelf life. Abbiamo creato un centro di certificazione prova che dovrebbe servire alle imprese di monitoraggio dei driversi fondamentali in ordine alla loro struttura finanziaria, organizzativa, commerciale e anche di redditività. Abbiamo allo studio nano-tecnologie applicate agli scavi che servono, praticamente, per il risparmio energetico e per evitare problemi che imprese di navigazione hanno. Abbiamo un progetto di refrigerazione passiva e questo serve a dare la vita e la conservazione del prodotto. E abbiamo già definito un progetto per la qualità del gambero che tende ad avere un marchio collettivo comunitario, la tracciabilità della filiera, e la definizione di un etichetta eco-label che, guardate le caratteristiche, non serve soltanto a evidenziare la qualità, l origine del prodotto, la tracciabilità della filiera,

6 tende anche a mettere in rilievo le qualità umane delle persone che partecipano alla produzione, alla distribuzione di quel prodotto. Su questo elemento c è appunto da mettere in rilievo come questo distretto mediterraneo si fonda non soltanto sulle cose che sappiamo già ma anche sul principio di responsabilità. Forse è un principio che dovremmo diffondere in questa occasione. Il mondo si evolve ovviamente tentando di recuperare il massimo di competitività a livello globale. Però, se questa competitività è guadagnata esclusivamente senza rispettare le persone In Italia assistiamo a Donafietti che costruisce i propri impianti in Slovenia e che distribuisce redditi di 350 euro al mese dopo due mesi di sciopero La Fiat a Termini Imerese chiaramente in queste condizioni è difficile che vada ad operare. Senza rispetto per l ambiente, senza rispetto alla salute, senza rispetto dei tempi di lavoro, della dignità del lavoro. Per non parlare della Apple che ha dovuto costruire delle reti attorno allo stabilimento di dipendenti in Cina perchè 300 persone ogni anno si suicidavano. Ecco questo tipo di problemi secondo me, se non vengono anche messi in rilievo attraverso un distretto responsabile e, se non vengono tradotti in iniziative concrete, rischiano di restare questioni vuote, vacue dalle quali dipende uno sviluppo che sia realmente sostenibile. Cosa si fa in concreto? In concreto questo distretto che sta esportando, cerca di ridurre a sistema diverse tipologie di attività. Quelle della pesca ovviamente, ma quella della ricerca dell innovazione per il settore ma anche una serie di attività che riguardano la formazione, che riguardano i giovani, che riguardano i processi di integrazione. Mazara per questo è un esempio di integrazione per 7000 abitanti, di cui una grossa parte è soggetto appartenente a tutta l area del Mediterraneo, è già una realtà. Là il collegamento tra strutture o reperti archeologici, il Satro danzante o altro tipo di realtà, tutta un archeologia che lì è presente, costituisce per così dire, il pane quotidiano per lo svolgimento di quest attività. E concretamente siamo riusciti, tempo fa, a realizzare un accordo con l Egitto, perché 16 armatori potessero pescare in quei mari, avere degli accordi. Poi la realtà politica, come sappiamo tutti, ha determinato un arretramento. C è un accordo già firmato con la Libia per il trasferimento tecnologico, la formazione, le creazioni logistiche di commercializzazione comune e così via di seguito. Queste, ripeto, sono cose che ovviamente in questo lasso di tempo che va dal 2008 ad oggi, sono state messe in cantiere, alcune realizzate, ripeto quello del gambero di qualità è già un progetto definito, quello della refrigerazione passiva è un progetto che si sta realizzando, quello del risparmio energetico, della tutela della salute in collaborazione dell Inail sono tutte iniziative che vedono di ridurre tutto il sistema. Gli orientamenti dalla nuova politica comunitaria. La nuova politica comunitaria intanto è passata da un orientamento settoriale ad un orientamento plurisettoriale, quasi che corrisponde con concetto di Blue Economy praticamente la denominazione stessa

7 richiama tutte le attività marine, messe insieme, tutte le energie, le risorse, le iniziative dovrebbero essere conglobate in questo concetto. Noi cosa pensiamo? Pensiamo che per realizzare uno degli orientamenti e quello dello sviluppo costiero, occorre fare un po di più, cioè occorre collegare la costa con l interno. E qui sovviene il progetto che già è stato portato avanti e definito da parte dell Arces, si chiama Progetto Motris che fa del turismo relazionale una delle componenti fondamentali per lo sviluppo della nostra realtà. Legare il mare con l interno, attraverso il turismo relazionale, significa praticamente mettere insieme quello che noi chiamiamo relazionalità cioè capacità di dare un volto umano ai rapporti con il turista, capacità di fargli conoscere come un amico, come un familiare la vita che si vive praticamente all interno di questa realtà. Fargli conoscere la storia, i reperti archeologici che si hanno. E tutto questo è già monitorato, monitorato paese per paese per i 400 comuni della Sicilia. In passato avevamo anche identificato una possibile relazione tra turismo nautico e interno, identificando diversi porti turistici e nell arco di mezz ora, un ora che cosa poteva essere acquisito come visita, come partecipazione ecc Il problema qual è? Il problema è sostanzialmente quello che avvertiamo un po in tutti i settori. Le nostre imprese hanno bisogno di un supporto perché non sono in grado di svolgere attività di trasformazione, ma spesso non sono aziende in senso proprio. Mancano quelle competenze aziendali che riguardano la finanza, la logistica, la commercializzazione, la diffusione di comunicazione moderna con la via digitale. Manca tutto questo: un centro di competenza si doveva creare. Si sta creando, ripeto, all interno del distretto con questo tipo di obiettivi che supportano l attività di laboratori, compreso quello del CNR di Mazara del Vallo, che si sta creando, l Istituto Profilattico e così via. Ecco, allora il problema è di portare a sistema, si diceva. Si diceva che il compito è progettare la presenza. Questa progettazione di presenza, penso, che potrà avere un suo rapporto organico con riferimenti concreti, in cui altro elemento sarà quello di raccordare la finanza occidentale alla finanza islamica. È, secondo me, una questione cruciale anche perché la finanza islamica, per sua natura, è quella che, praticamente, è rivolta allo sviluppo. Si rifiuta, praticamente, la pura e semplice negoziazione del credito e si orienta tutto a un rapporto finanziario che viene remunerato se c è un risultato nei processi di sviluppo che la finanza va praticamente a sostenere. La finanza è già dentro il distretto. Mi scuso e finisco subito. L impegno del distretto è quello di presentare una proposta che possa essere visivamente riconoscibile e partecipata dagli operatori del settore. Gaetano Mancini

8 Mi è stato chiesto dal dottor Bonomi di intervenire in qualità di Amministratore delegato dell Aeroporto di Catania e non della Confcooperative, poi ci sono interessi comuni. L idea che abbiamo sviluppato e che presento qui questa mattina in fondo è molto semplice. Partiamo dal considerare l Expo una grande opportunità anche per la Sicilia e quindi abbiamo pensato a come riuscire in qualche maniera a fare interagire questa grandissima opportunità con quella che è la realtà catanese. Dall aeroporto di Catania passano circa 7 milioni di passeggeri e quindi copriamo circa il 70% del territorio regionale e in questo senso abbiamo pensato che poteva essere opportuno costruire un punto di richiamo in coincidenza con l iniziativa dell Expo, che potesse essere attrattiva anche per i visitatori di Expo in Sicilia. Una sorta di richiamo per poter attrarre dei flussi e costituire un luogo di raccordo fra questa manifestazione del territorio siciliano con le sue caratteristiche ovviamente attinenti al tema dell Expo: l agro-alimentare, la qualità con tutte le sue eccellenze e che fosse anche una vetrina per l Expo. Infatti abbiamo parlato con alcuni funzionari dell Expo e potrebbe essere opportuno costruire fin da adesso un punto di raccordo fra l aeroporto di Catania e l Expo. Noi siamo una struttura che sta sul mercato, una S.p.A.. Una S.p.A molto particolare perché costituita da enti pubblici e abbiamo in questo senso voluto coinvolgere in prima battuta le tre camere di Commercio nella loro qualità di raccordo con il mondo delle imprese socie della Sac, cioè la Camera di Commercio di Catania, Siracusa e di Ragusa, abbiamo costituito un comitato d indirizzo che ha sviluppato un idea progettuale. Purtroppo non ho pronto il progetto che i progettisti ci consegneranno il 22 altrimenti lo avrei potuto presentare ma sostanzialmente l idea è quella di costituire uno spazio importante. Il progetto prevede il recupero di una vecchia postazione Terminal da aggiungere a quella attualmente in funzione. Accanto c era un ulteriore vecchio Terminal che è il vecchio Terminal degli arrivi, uno spazio molto grande di metri quadrati che vogliamo attrezzare in modo da dare la possibilità di fare conoscere l agroalimentare siciliano, di farlo conoscere soprattutto come fatto culturale. Non vogliamo fare un supermercato. Vogliamo che sia uno spazio dove si possa conoscere e incrociare la cultura siciliana anche dell alimentazione, dell agro-alimentare con tutte le sue proprietà, comprese quelle salutistiche che stanno venendo fuori in maniera importante e che noi riteniamo debbano essere conosciute. Anche e soprattutto come luogo d incontro, organizzato in macro-aree che sostanzialmente rappresentano un luogo d incontro e nessi tra il prodotto e il territorio, per arrivare anche al momento di valorizzazione e fruizione turistica. L ubicazione è importante in quanto sta dentro anche ad un area importante di parcheggio quindi questo permette una fruizione molto utile del progetto. Uscendo all aerostazione si vede il percorso davanti alla vecchia aerostazione che in questo momento è coperta da dei teli che rappresentano le eccellenze del territorio della Sicilia. Tutta quest area costituirà un percorso guidato che ci porterà verso questo insediamento. L area scoperta adibita allo smistamento dei bagagli che verrà rimossa.

9 E qui si immagina di fare una piazza grande di eventi, ristorazione. L idea non è quella di creare un supermercato, ma un posto dove s incontra la cultura e l eccellenza agro-alimentare ma si può anche acquistare e consumare. L Etna sullo sfondo permetterà al visitatore un primo impatto molto significativo con la Sicilia. La consegna del progetto è prevista per il 22. Il progetto, che a breve verrà presentato, è stato oggetto di un proficuo scambio anche con i tecnici dell Expo e soprattutto con la Signora Vangheri, con la Signora Stancheris, con la Signora Cartabellotta. Sebastiano Tusa Volevo sottolineare che già l Assessore al ramo, l Assessore Mariarita Sgarlata ha messo in evidenza quello che è il contributo della Regione siciliana per il settore Cultura e quindi diciamo che il quadro è già stato delineato. Alcune considerazioni a margine di quanto è stato detto. Certamente il paesaggio è l elemento unificante e io ritengo che la Sicilia possa contribuire in maniera fondamentale attraverso questi quattro paesaggi fondamentali che animano questa terra: il paesaggio marino, il paesaggio collinare e il paesaggio montano. Questi tre elementi sono fondamentali e rappresentano la Sicilia al meglio. Ritengo che sia un elemento unificante rispetto al peso che può avere l agro-alimentare in quest ottica, perché è bene, anche per discutere tra di noi, mettere in evidenza che ci può essere il rischio che l eccessiva enfasi sull agro-alimentare possa far diventare l Expo una sorta di kermesse solamente dell agroalimentare. Il messaggio dev essere l elemento unificante quindi io punterei su questo elemento che per la Sicilia significa: mare, collina, paesaggio costiero e montagne, perchè tutto questo c è in Sicilia. Queste groppe infinite, che fanno della Sicilia una sorta di continente, come diceva il famoso geografo Almagià, costituiscono l elemento unificante fondamentale per i suoi collegamenti con quelli che sono le peculiarità dell agro-alimentare. Anche in questo sono d accordo con chi enfatizzava il ruolo di alcune eccellenze che esistono in questa terra. Oggi siamo in un mondo in cui gli effetti speciali sono all ordine del giorno e sono estremamente richiesti dalla pubblica opinione, dai giovani ecc.. Però io ritengo che i nostri effetti speciali veri siano le nostre eccellenze. Impresa Italia non impressiona per quello che può essere un effetto speciale, ma un effetto speciale è già il Colosseo, è già la Torre di Pisa, è già un paesaggio marino come il Golfo di Napoli, è già un paesaggio insulare come le tante isole che orlano questo merletto di terra, tutta la nostra penisola e tutte le nostre isole. Per cui francamente sugli effetti speciali ho delle perplessità. Perché questo significa mettersi in concorrenza con chi gli effetti speciali li sa fare meglio di noi, e sono soprattutto oltre oceano.

10 Per cui punterei sull effetto speciale della nostra terra e la Sicilia, la nostra terra, di effetti speciali ne ha tanti. Felice Cavallaro puntava e menzionava Pirandello. Quale migliore effetto speciale di Pirandello! Rileggere oggi Pirandello. E non è un fatto elitario, si badi bene, perché è un fatto anche di massa, insomma. Pirandello oggi è letto da tutti, i giovani oggi lo leggono. Quindi io punterei su questo piuttosto che sugli effetti speciali. E anche su quelle che sono le eccellenze che sono nate in questi ultimi anni, anche in ambito turistico. Non è così deleterio il quadro turistico della Sicilia, come alcuni lo vogliono dipingere. Esistono delle eccellenze: il sud-est e il nord-ovest. Le province di Trapani e le province di Ragusa e Siracusa, oggi hanno creato un tessuto di piccola economia basata sui Bed & Breakfast, sul recupero delle masserie, sul recupero dei prodotti dell eno-gastronomia locale identitaria, che costituiscono un richiamo fondamentale. I numeri parlano chiaro, cioè l incremento turistico di quelle zone è sotto gli occhi di tutti. È ovvio che si trova entro questi due poli estremi della Sicilia è nostro compito cercare di farlo diventare un fenomeno regionale a livello generale. Un ultimo accenno riguarda quello che è stato il mio personale contributo, nell ambito dell attività e della politica dell Assessorato dei Beni Culturali. Sono Sovrintendente del mare ed in Sicilia abbiamo realizzato delle esperienze che ci vengono invidiate in tutto il mondo. Siamo stati i primi a ribaltare il concetto che tutto ciò che c è sott acqua non si deve vedere, invece tutto ciò che c è sott acqua si può vedere, si deve vedere. Abbiamo realizzato, per primi nel mondo, ben 22 parchi archeologici sommersi, che sono oggi visitabili, sia direttamente, attraverso le immersioni, sia attraverso, in un paio di casi, sistemi di video controllo e di video trasmissione nei musei. È un esperienza che ci invidiano tutti. Veniamo continuamente chiamati un po in tutto il mondo per trasferirla. Ritengo che questa esaltazione del paesaggio marino, attraverso questo nuovo modo di fruirlo, ecocompatibile e sostenibile ma che porta turismo come dimostrato da una ricerca che abbiamo commissionato all Università di Catania, che dimostra che il turismo subacqueo ben fatto e soprattutto basato su elementi cultuali porta un incremento del 15-20% delle presenze. Questo è provato. Un accenno all elemento fondamentale, all elemento peculiare che questa terra ha, che è il mare, mi sembra fondamentale in quest ottica nuova di fruizione eco-sostenibile. Ornella Laneri Dobbiamo partire dalla cultura, dal vino, dall olio, dal grano e da Expo Confindustria Sicilia ha la fortuna già da un anno di far parte del progetto speciale Expo 2015, insieme a Federturismo Nazionale, con il nostro delegato siciliano che è l avvocato Lupo, che ha avuto proprio l idea

11 di questo progetto che velocissimamente esporrò e che Federturismo ha deciso di sposare come progetto modello da esportare a Expo Il progetto è stato anche approvato dalla Presidente Bracco. Il progetto si chiama Le vie del gusto, l obiettivo è il recupero delle antiche vie d acqua e di terra. L idea è di rendere fruibile il territorio in maniera integrata. Quindi, tutte le cose che abbiamo sentito oggi, meravigliose, devono essere in qualche maniera coordinate, devono diventare parte di un progetto integrato. Quindi recuperiamo le vie d acqua e di terra come strumento per una scoperta lenta delle storie, dei sapori, dei profumi, degli incantesimi, del vivere siciliano. Il progetto si avvarrà della sapiente azione di marketing integrato, che va a sfruttare le sinergie tra le competenze e i ruoli di tutti i partner, Confindustria, Federturismo, la città del gusto, il Gambero Rosso, Trenitalia, in collaborazione con le autorità siciliane. L obiettivo qual è? L obiettivo è quello di recuperare ciò che per noi, fino ad oggi, è stato un punto di debolezza, i treni, tutti i trasporti che fino ad oggi ci hanno creato dei problemi. In particolare, i vagoni dei treni vengono trasformati grazie ad un tecnologico e produttivo recupero, in luoghi del sapere e dei sapori mediterranei. Aule itineranti per sessioni di storia, di arte, di cultura. Saranno coinvolti studenti di archeologia, di storia, di agraria che andranno appunto a tenere lezione, che andranno a spiegare ai turisti quello che andranno a vedere. I vagoni dei treni potranno proprio diventare mezzi di marketing, perché intere cantine potranno prenderli a noleggio per fare degustazioni durante i tragitti, tragitti lenti. Faccio un esempio da catanese, la circumetnea che da Catania porta a Randazzo, ma possiamo prendere tante vecchie tratte che non vengono più utilizzate e che possono essere valorizzate, non necessariamente ed esclusivamente legate al gusto ma anche alla cultura e alla storia. Se pensiamo alla Catania-Gela, abbiamo avuto i settant anni dello sbarco, sono tante, come tutti hanno detto, le motivazioni per le quali appunto si può affrontare la Sicilia in un altra maniera. Durante il percorso, ci saranno cuoche, non necessariamente grandi chef stellati, ma le vecchie cuoche di casa che andranno a tenere delle lezioni, diciamo i nostri monsù, così come potrebbero esserci chef stellati di Sicilia. Durante il percorso ci saranno delle soste e luoghi accreditati sui territori che accoglieranno i viaggiatori, in stazioni di posta che svolgeranno anche il ruolo di vetrine per le aziende fornitrici di prodotti. L idea è esattamente quella di integrare, di accogliere, di unire tutte filiere, che siano l agro-alimentare, la cultura, il turismo, con un occhio verso, sicuramente anche verso l estero. Qualcuno parlava del forte rapporto della mediterraneità che ha nella posizione centrale. Il Sindaco giustamente diceva: Palermo deve guadagnare la Sicilia, deve guadagnare il nome di capitale del Mediterraneo. Per farlo deve anche conoscere cosa il Mediterraneo si aspetta a livello turistico. Confindustria sta facendo un importante lavoro per l identificazione delle esigenze di un certo tipo di turismo che è il turismo halal. È già partito un importante protocollo d intesa a tal proposito con l Università di Palermo e con l autorità portuale di Palermo.

12 La nostra idea è sicuramente quella di fare squadra, quella di partire proprio dalle radici dell albero della vita che sono le strade del territorio per arrivare finalmente alle foglie che è poi un po la produttività, perché ricordiamoci che l obiettivo è per noi produrre e rendere floride le nostre aziende. Gaetano Basile Ad Alghete c erano 500 persone, soprattutto tedeschi, la televisione tedesca. Naturalmente non c era un giornalista italiano, non c era la stampa locale, queste cose non interessavano a nessuno. E qual era il tema? Il tema era come la cucina siciliana è arrivata in Germania e in Francia. L incontro era con Vincent Klink che è uno dei più grandi chef tedeschi che abita e vive a 5 chilometri da Hohenstaufen, cioè la patria del padre di Federico II. Ho avuto quasi vergogna perché i tedeschi sono arrivati con due troupe. I tedeschi avevano i libri scritti da un italiana sulla cucina di Federico II, un libro di 1088 pagine. Mentre il più grande cultore di storia della cucina italiana, alla cucina siciliana ha dedicato sei cartelle, sei pagine. Questa solo su Federico II, un malloppone così. E abbiamo parlato di prodotti siciliani, di questa grande rivoluzione dell alimentazione fatta da Federico II, che mise assieme la cucina Casher, quella Halal e quella che abbiamo ereditato dai nostri nonni greci. E ne parlò, ne parlò tantissimo, al punto che nel 1308 e poi nel 1314, poi ancora più tardi, si crearono due monumenti che vanno sotto il titolo di Anonimo Meridionale 1 e Anonimo Meridionale 2. Cioè noi questi dovremmo averli a casa come il Gattopardo. Perché lì c è un concentrato della nostra cultura gastronomica di quell epoca, che è la base della cucina tedesca e della cucina francese. Ma ci pensate? Nata qua! Volete un piccolo esempio? Oggi se si va in un ristorante alla moda vi servono la quiche, come si fa in Francia. La quiche conoscete tutti che cos è. Ecco Federico II la chiamava torta ed era molto più buona di quella che fanno i francesi. Fra le cose che hanno incuriosito i tedeschi, sono le ricette francesi del 1380, derivate da ricette antecedenti del 1308 angioine che vengono da Palermo, dove si parla di cacciagione farcita di crema di fagioli e passata allo spiedo. I fagioli! Se prendete l enciclopedia, qualsiasi enciclopedia alla voce fagioli troverete una cosa meravigliosa. Baccello della famiglia delle papilionacee introdotto in Europa dopo la scoperta dell America, scusate e Federico II che ci metteva dentro? Ci metteva i fagioli! Solo che era il fagiolo nero che veniva dal centro Africa, in vendita ancora oggi come ho fatto vedere al Mister Klink al Capo, perché ancora al Capo si vendono i fagioli neri che vengono dal centro Africa che sono quelli di Federico II.

13 E quando mi videro comprare quei fagioli, il venditore mi disse: S accattano, ma ci pensate quanto siamo imbecilli! E abbiamo parlato ancora dei prodotti che c erano in Sicilia all epoca di Federico II. Si parla circa di 30 tipi di meli in Sicilia, 30 tipi! Ma scusate ma Melinda ne fa cinque. Se qualcuno si vuole disturbare a fare una gita ai piedi dell Etna troverà ancora che ci sono 36 tipi di mele, che non conosce nessuno, tranne quei quattro disgraziati dell Assessorato all Agricoltura di quella zona, che ne hanno fatto oggetto di uno studio preziosissimo e che forse non l hanno detto mai a nessuno. C è una mela che si chiama rotolo perché pesa 780 gr, un rotolo, un altra che ho assaggiato che viene chiamata gelato, perché se l assaggiate è buona come un gelato. C è una mela gialla piccolissima che cresce a 2500 metri, 2500 metri! Profumatissima, piccola, brutta e che da quelle parti usano profumare gli ambienti. Questo l ho raccontato ai tedeschi. Melinda ne fa cinque però, oh cinque! Ho avuto vergogna ieri. Cioè ho avuto vergogna perché i palermitani eravamo forse cinque o sei. La televisione tedesca mi ha intervistato, scandalizzata, come non sa niente nessuno? No, non sanno niente, che c è di male, oh! E abbiamo parlato di pane. Hanno assaggiato il pane nostro quello nero di Castelvetrano che abbiamo recuperato a spese nostre ah!, per carità! Senza finanziamenti o contributi. Hanno assaggiato una cosa meravigliosa che era il caciocavallo fatto da quelle vacche incredibili le cinesare. Ho raccontato ai tedeschi cos è una cinesara, una vacca che riesce a trattenere il latte per potere nutrire il redo, quindi quando si munge non si riesce a mungere interamente perché è una vacca che vive quasi come allo stato selvatico. E abbiamo parlato dei 234 prodotti tipici tradizionali, selezionati da slow food. E m hanno chiesto: Lo sanno in Sicilia?, forse solo gli addetti ai lavori. Però è meglio non parlarne perché potremmo anche disturbare. Disturbare ho spiegato subito che significa da noi. Tutti sapevano e conoscevano la pesca di Bivona, nota in Germania. Anche perché quelli di Bivona hanno scippato i pescheti e sono andati a lavorare in Germania. Ecco perché conoscono la pesca di Bivona. Perché quando la pesca di Bivona è buona, pronta per essere distribuita, e ci sono dei signori che si chiamano lobby, non mafiosi per carità, non l ho detto, si chiamano lobby! Queste lobby al momento in cui queste pesche sono mature, pronte per il mercato, fanno arrivare qua centinaia di tonnellate di pesche che vengono da Battipaglia, terra di lavoro di Caserta e queste subito distruggono il mercato. Per cui quei disgraziati che c hanno le pesche a Bivona hanno scippato le piante e se ne sono andati in Germania. Io ho consigliato di parlare d altro, perché ho avuto veramente vergogna. Io non sapevo che c era oggi questa manifestazione. Perché avrei pregato i tedeschi e la televisione tedesca di stare ancora un giorno e venire a sentire quello che avete detto e direte fra poco. Sono sconvolto. Sono sconvolto per un altro motivo. Sono stato a Milano, recentemente, per parlare di Sicilia, naturalmente nessuno mi ha dato una lira, per carità. E sono andato a parlar di Sicilia, di oli di Sicilia con Zanfi, tanto per fare un nome.

14 Dove è finita a risata da matti, perché io ho parlato di cose. C è stato un pasticcio in quel libro, per carità non è stata un curtigliata ma è una cosa molto curiosa. Quel libro è stato fatto con diverse mani, l editore ha sbagliato e ha attribuito ad altri quello che ho scritto io. Difatti ieri ne ho parlato, si diceva no questo lo ha detto no, veramente quello lo scrissi io, ha sbagliato nel montarlo l editore. Vabbè non ha importanza. Abbiamo parlato di oli, abbiamo parlato dell olivo di Sicilia, abbiamo fatto vedere delle foto incredibili, l olivo saraceno che nei libri non c è. Nei libri di botanica, non c è. Però ne parlano Pirandello, Quasimodo. Addirittura Pirandello ne I giganti della montagna, lo mette, lo vuole sulla scena perché rappresenta la memoria di un luogo, ecco. Poi ho spiegato che cosa era questo ulivo saraceno, come nasce perché. L ulivo saraceno non c è sui libri, sui libri di botanica non esiste. L ulivo saraceno lo abbiamo cercato disperatamente, non c è. Che cos è? Quando i saraceni, che arabi non erano, attenzione, gli arabi? Quando gli arabi sbarcarono non e ce n era manco uno! Erano saraceni, aglabiti, tunisini e egiziani. Per essere arabi bisognava essere nati a Aleppo, Damasco, di arabi non ce n erano. Cercarono subito, disperatamente, l olio perché secondo la halal e il casher dovevano, non potevano condire con il grasso animale. Non c era più un ulivo e allora disperatamente fecero delle buche e cominciarono a piantare questi ulivi a tre, quattro alla volta legandoli in una buca ben concimata, innaffiata. Ora questi ulivi per la legge di Decariolic, la terra che gira, il rubinetto quando levate il tappo fa il vortice, benissimo, per lo stesso principio, questi crescendo si legarono, attorcigliandosi gli uni agli altri, ecco perché venne fuori questo ulivo stranissimo. E stanno ancora lì. Sono bellissimi. Sono ulivi bellissimi che hanno più di 1000 anni, splendidi! E i tedeschi vogliono sapere dove si trovano. Dico, a parte il fatto che li scippano e se li vanno a vendere a Milano, nei vivai, si trovano ancora nella zona di Sciacca. Ho dato pure le indicazioni geografiche e la televisione tedesca andrà lì a girarseli. Ma l avete vista mai voi una televisione italiana o siciliana che fa i servizi sull ulivo saraceno? Scusate siamo più seri! Nino Amadore Parlare dopo Gaetano Basile è veramente difficile perché dice sempre cose interessanti e del resto è un po complicato, però ha detto alcune cose che mi permettono di fare un piccolo ragionamento breve, per non tediarvi molto.

15 Uno è quello che vorrei fare sull identità. Io vengo dalla campagna, sono braccia rubate all agricoltura e credo che la questione dell identità, sia la questione veramente importante per la Sicilia. Lo dico perché mi rendo conto, come diceva anche stamattina anche Dario o altri, siamo stati un po' oppressi da un'identità che non è nostra. E noi del resto abbiamo tante cose, tante cose da dire, tante cose da proporre su cui Gaetano ha detto soltanto una parte. L altra cosa è quella dei luoghi comuni. Io credo che l Expo per la Sicilia, per noi siciliani, per quello che noi rappresentiamo, in questo Paese, nel mondo, sia un momento per dimostrare che questa terra è cambiata. Cioè che questa terra sta cercando e in qualche modo riuscendo a chiudere con il passato in molti modi. Il primo è quello del rinnovamento culturale. Il secondo è quello della quella che io chiamo la svolta anti mafia della legalità, è quella della filiera sana, è quello di una proposta efficiente, efficace. Di una cultura laica non subalterna. Il terzo è quello del recupero della vera identità imprenditoriale dei siciliani. Cioè i siciliani hanno un tesoro che per molto tempo hanno accantonato, questo tesoro lo hanno accantonato per cercare altro o per farsi colonizzare, come spiegava bene Gaetano. Però l Expo deve essere un occasione per cominciare a costruire. Per cominciare a progettare, perché noi abbiamo ancora tanto da fare. Per esempio nel settore della trasformazione, perché qui ci sono le cose e sono anche importanti, sono belle, sono anche apprezzate in tutto il mondo. Però spesso non riusciamo a farle veramente a portarle sul mercato. Incontrare i rappresentanti di 140 paesi per le nostre imprese, per l agricoltura, per l industria, per i settori che poi saranno presenti è un opportunità incredibile. Però bisogna arrivare pronti, bisogna arrivare con la filiera pronta, costruire un meccanismo per poter offrire a chi chiede dei prodotti che siano di alta qualità come noi sappiamo fare. Io credo che stamattina il professore De Rita parlava del ritorno alla terra, credo che noi abbiamo il culto della terra. Da Alcala Li Fusi sui Nebrodi c è la festa della terra, della terra madre che nel solstizio d estate viene festeggiata e viene richiamata. Credo che per noi tornare alla terra non è come, dicevo prima, quello di braccia rubate all agricoltura tornate in campagna, ma quello di tornare a essere, a recuperare la nostra identità in modo sano e in modo coerente e credo anche con una grande prospettiva di crescita.

16 Ileana Chinnici Intanto, semplicemente per dire che quando ho ricevuto il vostro invito ho pensato ci fosse un errore di persona. E che mi sento assolutamente fuori luogo, in questo contesto, nel senso che sono uno scienziato. Però, dal momento che nella storia della scienza, tante volte ci sono arrivate delle scoperte attraverso degli errori, anche l errore di essere qui potrebbe portare un contributo. La cosa che volevo dire quando sono stata invitata, io ho chiesto: Cosa vi aspettate da me? Lei deve ascoltare, poi darci dei commenti. Io ho ascoltato quello che è stato detto oggi e mi permetto di dare dei commenti. Il primo era sull esempio dell albero che è stato utilizzato e che secondo me necessita assolutamente di attenzionare l aspetto delle radici. Se questo albero non parte dalle radici non so che tipo di frutti può portare. Radice significa storia, storia significa territorio, quindi ritorniamo al nostro tema. M è stato anche detto, è un albero anche della conoscenza, allora io devo legare il tema conoscenza al tema della scienza. In questo ambito non si è parlato assolutamente della scienza, eppure esiste anche una scienza della terra, esistono degli studi che sono legati all agricoltura, che partivano dall astronomia già dal 700. Esistono degli studi di biologia, esistono degli studi di climatologia che sono tutti legati comunque al tema del prodotto della terra, dell agricoltura. Di conseguenza, a mio avviso, ci sono queste tematiche che potrebbero essere interessanti anche in un contesto come l Expo. E vorrei semplicemente dire che potrebbero essere anche tematiche trasversali, perché forse non tutti sanno che l Italia ha ben 12 osservatori astronomici, distribuiti su tutto il territorio nazionale. È l unica nazione che ha un tale numero così elevato di osservatori in una densità di territorio così piccola. E dirò di più, forse molti non sanno che la Sicilia è l unica regione che ha ben due osservatori astronomici, quello di Palermo e quello di Catania, a differenza di altre regioni italiane. Io credo che questa sia una specificità, una particolarità che probabilmente potrebbe essere interessante anche per i visitatori di un contesto come quello dell Expo. Ognuno di questi osservatori ha un suo patrimonio storico, ha un suo patrimonio museale che è legato direttamente al territorio. Il nostro osservatorio di Palermo, con le sue cupolette sulla cima di Palazzo Reale ormai fa parte del paesaggio della città di Palermo. E così tutti gli altri osservatori che sono sparsi sul territorio. E vorrei far notare una cosa, una piccola chicca che a Palermo, l osservatorio di Palermo, è stato scoperto il primo asteroide che guarda caso è stato battezzato Cerere. Cerere è la dea dell agricoltura, la dea delle messi e in quel momento era anche la divinità diciamo così patrona della Sicilia.

17 Tutto questo come vedete ha un legame interessate. Da questo punto di vista, credo che potrebbe essere interessante trattare anche queste tematiche, trattare del vivaio, dei giovani ricercatori che cerchiamo di trattenere qui, ma che purtroppo non sempre riusciamo a trattenere. Io credo che parlare di scienza della terra, all interno di questo contesto potrebbe essere interessante, sia per avviare delle collaborazioni scientifiche internazionali, visto che quello è un contesto internazionale, si anche possibilmente, perché no, attivare investimenti nel campo della ricerca che, in questo momento, come ben sappiamo, non sono particolarmente floridi.

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