ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI SCIENZE POLITICHE

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1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN : Politica Amministrazione Organizzazione TESI DI LAUREA in Metodologia della scienza politica MONETE COMPLEMENTARI E CAPITALE SOCIALE IL CASO DEL WIR Relatore Filippo Maria Beltrametti SESSIONE III ANNO ACCADEMICO 2009/2010 1

2 Indice Presentazione 1 Monete Complementari 1.1- Premessa 1.2- Principi e ideali di base e economia civile 1.3- I modi e il tempo della relazione sociale-economica 1.4- Moneta e denaro 1.5- Storia e precedenti delle monete complementari Origini storiche: antichità, alto medioevo antico regime dalle monete basse alle parallele, il persistere di pluralità monetarie. Prototipi di complementarietà? Esperienze di monete parallele nel mondo moderno Il rilancio delle Monete complementari Inquadramento generale e caratteristiche del fenomeno moderno La complementarietà con diversi Significati Complementarietà Varietà quanti-qualitativa Modalità di emissione 1.7-Gesell vita e teorie Monete deperibili, sperimentazioni geselliane. 2

3 2 Il WIR Storia 2.2- Schema riassuntivo esplicativo delle fasi di sviluppo 2,3- Attualità e funzionamento Come funziona la compensazione WIR? Funzionamento Caratteristiche e peculiarità del circolo Vantaggi e svantaggi del concetto WIR 2.4 WIR come moneta complementare 2.5 BexB, l affare senza denaro: la realtà di barter più efficiente d Europa ha sede a Brescia. 3 Il Capitale sociale 3.1- Concetto moderno con radici antiche 3.2- Tra Individualismo e collettivismo il capitale sociale: Risorsa morale funzionale allo sviluppo e strumentale per gli individui 3.3- La svolta interpretativa l apporto di Coleman 3.4- Rivalutazione dell aspetto valoriale del capitale sociale 3.5- Caratteristiche del Capitale sociale Capitale sociale e WIR 4 Conclusioni 4.1- Relazione tra capitale sociale e WIR. 3

4 MONETE COMPLEMENTARI E CAPITALE SOCIALE, IL CASO DEL WIR Premessa Osservando la società in cui vivo, sono rimasto colpito e interessato al fenomeno dell erosione dei legami sociali che vanno oltre la cerchia famigliare e delle possibili ripercussioni di questo fenomeno sui rapporti sociali e politici. I motivi che generano questo impoverimento sociale, sono molti, e vanno ricercati nelle dinamiche socioeconomiche e politiche che hanno caratterizzato la nostra società e nello specifico la realtà in cui vivo quotidianamente. Ho cercato di inquadrare il fenomeno dal punto di vista economico. Per quanto riguarda le relazioni interpersonali e il legame sociale a livello cittadino, la mia ipotesi di partenza è stata infatti che una delle cause di questo fatto, sia riconducibile a come è cambiato il modo di consumare e di scambiare servizi e prodotti a livello locale. Mi riferisco alla sempre più frequente abitudine dei consumatori cittadini di rivolgersi a grandi catene di distribuzione, solitamente limitrofe al centro cittadino, per soddisfare i propri bisogni. Questo porta inevitabilmente all aumento del consumo di prodotti d importazione, non per una scelta effettuata in base alla qualità di prodotti, ma per il vantaggio economico che il consumatore percepisce nel momento in cui paga la merce. La domanda che mi sono posto è come sarebbe possibile rendere economicamente vantaggioso il ritorno ad un commercio basato sulla circolazione locale, sulla qualità dei prodotti e sulle relazioni faccia a faccia, almeno per la soddisfazione di quei bisogni quotidiani, che sarebbero tranquillamente appagabili dalla rete di commercianti sul territorio cittadino. 4

5 L ipotesi è che tornare ad un economia di questo tipo, non debba essere solo un lusso che i più si concedono di rado, ma la normalità. In questo modo è sarebbe possibile consumare prodotti di qualità, incentivare e le peculiarità produttive e culinarie locali, aiutare a far ripartire l economia locale, riducendone il costo per il consumatore e, forse rinsaldare quei rapporti sociali perduti, vivendo la città e ricominciando a intrecciare relazioni con le altre persone, commercianti e altri consumatori, che come noi la vivono. Oltre a questo c è l effetto secondario di risparmio ambientale, dove è possibile far viaggiare meno le merci e i consumatori che per raggiungerne i centri distributivi in periferia, devono viaggiare a loro volta producendo esternalità negative per l ambiente. Ritengo questo obiettivo potrebbe essere perseguito tramite la creazione di un fondo vincolato nell utilizzo al commercio all interno di una cerchia di negozianti e imprenditori del territorio, che si sarebbero a loro volta scambiati beni e servizi tra di loro. Questo potrebbe aumentare le transazioni tra gli attori economici locali. Il maggior giro d affari permetterebbe di abbassare i costi ai consumatori, con il conseguente aumento della propensione di questi a spendere presso questi esercizi ed imprese. Ogni attore che facesse parte del circolo sarebbe stato incentivato ad operare in ottica lungimirante, sacrificando un po del proprio vantaggio economico immediato, nell acquisto di certi prodotti anziché di altri, per esserne poi ripagato in termini di qualità, socialità e una riqualificazione del territorio in cui vive. Con questa ipotesi in mente, mi sono informato su quegli esperimenti economici e sociali che andavano nella stessa direzione della mia idea, approfondendo il fenomeno e il contesto economico, storico e sociale. Nell ultimo secolo, molti pensatori, scienziati sociali ed economisti, hanno criticato il modo in cui, a loro avviso, il mercato economico ha modellato la società, erodendo il tessuto sociale, i rapporti di fiducia e rispetto reciproco che intercorrevano tra gli individui. Questi teorici sono comunque consapevoli che il denaro e l economia sono indispensabili al funzionamento di società complesse come quelle moderne e post moderne. Per tentare di salvare la socialità perduta, hanno prodotto teorie e esperimenti di economie alternative, basate sull economia civile e che spesso hanno come strumento monete alternative o complementari. Il fenomeno delle monete complementari, ha tuttavia radici storiche molto più antiche, che risalgono alla nascita del fenomeno monetario. Se si considera l intera storia dell istituzione della moneta infatti, solo l ultima breve fase, nel periodo moderno dei grandi stati nazionali, è stata caratterizzata da unicità e non pluralità di moneta per i commerci. 5

6 Una delle esperienze di maggior successo nel campo delle monete complementari è il WIR Svizzero. Nato per fronteggiare la crisi economica dei primi anni 30 del secolo scorso in Europa, Il WIR ha saputo adattarsi alle esigenze delle realtà produttive svizzere e al mutamento della società. Oggi è riconosciuto dagli organismi mondiali monetari e ha effetti reali sul buon funzionamento dell economia svizzera. Quello che interessa indagare attraverso questo lavoro, oltre al funzionamento e alla storia di questa istituzione monetaria, è se e come questo strumento, nato per le aziende, possa avere effetti positivi sul capitale sociale della comunità svizzera. Se vi sia una comunità WIR, intesa come insieme di soggetti che condividono certi valori, operano scelte comuni per il benessere sociale collettivo. Una delle finalità dichiarate dello strumento WIR era appunto il mutuo aiuto tra gli imprenditori in momenti difficili per l economia. Il WIR alimenta il capitale sociale? E quindi il un clima di fiducia e rispetto reciproco, che fa funzionare meglio e rende più efficiente la società, migliorandone interazioni tra gli individui? Oppure rimane solo un mero efficiente strumento economico. Dalle dichiarazioni dei responsabili e direttori della banca WIR, nonché dalle affermazioni dei rappresentanti dei soci del circolo economico WIR, sembra che parte del valore aggiunto permanga tutt oggi nella società svizzera, grazie al WIR. Quello che rimane comunque più efficiente ed evidente tra i vantaggi che il WIR offre è l aspetto economico. Quest aspetto è provato da diversi studi. Ho ricercato informazioni sul fenomeno delle monete complementari attraverso pubblicazioni scientifiche e testi. I dati disponibili sull argomento però sono difficilmente verificabili nella loro attendibilità poiché provengono di solito da materiale divulgativo, per lo più auto prodotto dalle stesse associazioni che creano o promuovono questo tipo di economia, sia attraverso siti internet e brochures, che con pubblicazioni rivolte ai soci e sostenitori. Vi sono poi studi scientifici molto mirati su realtà specifiche o singole questioni che spesso non hanno ampio respiro comparativo. Per tentare di descrivere i tratti fondamentali e quantitativi del fenomeno oltre che ai materiali sopracitati, bisogna fare spesso affidamento alla parziale e distorta fonte dei siti internet e dei blog dei singoli progetti, delle associazioni che li raggruppano, e dei centri di ricerca che li studiano. Per questo motivo è necessario affrontare i risultati ottenuti con cautela. Per fare una tesi di questo tipo ho dovuto addentrarmi in temi economici trattati in maniera non tecnica. Ho fatto rifermento a questi temi per cercare di delineare la natura dell argomento che sto trattando in modo semplice e rendere più facile la comprensione dell argomento. 6

7 Per quanto riguarda il WIR la storia e il suo funzionamento mi sono informato attraverso il materiale divulgativo via internet della WIR Bank, ho preso contatti con ricercatori e giornalisti che hanno trattato l argomento, poi ho effettuato delle ricerche sul campo attraverso interviste a testimoni qualificati. La parte delle interviste sul campo è stata cruciale per comprendere il funzionamento e le ripercussioni sociali del fenomeno WIR e quindi per redigere il capitolo 2. I contenuti di maggior interesse sono emersi dalle informazioni ottenute grazie ai contributi di Yves Wellauer Direttore della banca WIR di Lugano, German Wiggli direttore generale della banca WIR, Studer economista svizzero, Dubais quadro della banca WIR, Cavadini imprenditore nel settore ristorazione del Canton Ticino. Anche per il primo capitolo ho dovuto prendere contatto diretto con alcuni studiosi che si occupano del fenomeno delle monete complementari, come Lietaer e i professori dell Università Bocconi, Amato e Fantacci. Durante le mie ricerche sul WIR condotte in Svizzera esponendo le motivazioni che mi hanno spinto a condurre un indagine sull argomento, è emerso che esiste una realtà simile al WIR svizzero, anche in Italia e che ha sede a poco più di un kilometro dal mio portone di casa, a Brescia. La realtà BexB, opera e gode di buona salute da oltre un decennio. Nella parte finale delle conclusioni sul WIR cercherò di descriverne il funzionamento, sulla base dell intervista che ho condotto con i responsabili del progetto Antonio Panigalli e Silvio Bettini. 7

8 1 Monete Complementari e Economia Civile 1.1 Premessa Per comprendere il fenomeno delle monete complementari la sua evoluzione, e ricostruire i fatti che lo hanno preceduto e generato, è necessario premettere alcune considerazioni di carattere storico. Per fare questo mi affido all analisi e ai testi di autori, sia contemporanei sia soprattutto dei primi del novecento che hanno introdotto queste e hanno posto le basi per la realizzazione di questi progetti. E quindi necessario calarsi in quel tipo di pensiero con determinate visioni della società e dell economia, per capire come e cosa abbia portato all evolversi di un fenomeno come quello delle monete complementari. Questo fenomeno, ancora ai giorni nostri risulta un terreno per molti sconosciuto, anche per ampia parte del mondo scientifico accademico, che è sempre stata piuttosto scettica riguardo l argomento. Questo giudizio si può forse attribuire al fatto che le teorie alla base delle esperienze di emissione e utilizzo di monete complementari sono state spesso pericolosamente vicine a visioni utopiche dei rapporti sociali ed economici, figlie del periodo storico nel quale esse sono nate(nella maggior parte dei casi in XIX secolo), che ai nostri occhi possono risultare quanto meno ingenue visioni semplicistiche di problemi ben più complessi, soprattutto alla luce dell evoluzione economica e sociale a cui si è assistito negli ultimi decenni. Fatta questa premessa mi accingo a riportare le opinioni, le idee, e i fatti storici che hanno permesso la nascita l evoluzione e la persistenza di certe esperienze, cercando di descrivere il clima intellettuale e lo scenario socio-economico sul quale queste convinzioni e queste teorie poggiano. A causa dello scarso rilievo dato dal mondo scientifico e alla sottovalutazione di tale fenomeno come riportato sopra, nonché all avversione della maggior parte delle istituzioni politiche e economiche risulta anche difficile trovare delle critiche attendibili ed esaustive non semplicistiche di esso. Pertanto per la mia descrizione mi affiderò per lo più 8

9 alla letteratura, prodotta da coloro che si sono distinti come fautori delle monete complementari. 1.2 Principi e ideali di base I manuali degli economisti, parlano di gusti concernenti il formaggio, le scarpe, o le automobili. E illustrano l attenzione dell uomo per le attività Uomo-Cose, ma raramente del desiderio di avere figli, una compagna, dei subordinati, o dei soci. Altri scienziati sociali, pur senza essere riusciti a fornire un modello analitico migliore, si son fatti beffa di questa sorta di uomo, consumatore di cose, razionale e privo di legami, che interagisce con gli altri solo attraverso scambi di mercato. (Hirshleifer, J, 1978) L effetto più deleterio della concezione ristretta (e obsoleta) del mercato, è quello di farci credere che un comportamento che si ispiri a valori diversi da quelli dell auto-interesse conduce inesorabilmente al disastro economico. Incoraggiandoci ad aspettarci il peggio dagli altri, tale concezione finisce col fare emergere il peggio di noi.(zamagni, ) Il fatto che le persone ragionino come individui che tendono a massimizzare il loro interesse è un dato che la scienza economica reputa razionale e dunque virtuoso. Ma alle volte questo modo di agire può non portare al tanto desiderato bene comune. Il bene comune infatti non coincide con la mera soddisfazione di una pluralità di interessi privati. La somma di utilità private è invece chiamata da Senn il bene totale cioè quella cosa che l autore definisce il motivo del profitto cioè una sommatoria, i cui addendi rappresentano i beni individuali o dei gruppi sociali. Molti autori e studiosi di economia si sono chiesti se esiste un altro percorso nelle scienze economiche che possa risolvere il problema. Premettendo che non esiste una sola via al progresso economico e che ogni modello di mercato deve essere adatto per quella cultura in quel momento. Vi può essere un economia di mercato orientata al bene comune, una cosiddetta economia civile? (Senn, 1987; 2000; 2004). L economia classica si basa su concetti idealtipici di mercato e di persone. In questo scenario l unico giudizio di valore che può essere espresso è quello dell efficienza finalizzata alla massima realizzazione degli interessi di chi vi partecipa. Il mercato è studiato in modo separato dalla realtà di cui invece è solo una parte. Questa visione parziale della natura umana a spinto gli scienziati sociali a scegliere fra un impostazione olistica o individualistica come se non vi fossero altre possibilità. Le relazioni che si instaurano tra le persone sono diverse da quelle che si stabiliscono tra uomo e cose. Tra le persone è ancora più evidente 9

10 quello che sostiene A. Sen, cioè che quello che l agente sceglie non necessariamente è quello che preferisce. E questo accade no solo e non tanto a causa dei problemi di informazione asimmetrica o a causa di errori di valutazione e calcolo, ma perché le scelte sono guidate oltre che dalle preferenze anche dai valori. Zamagni spiega che la relazionalità è frutto della prese di coscienza dell altro, e non solo del suo diritto ad esistere, ma anche delle necessità che esiste perché possa esistere io, in relazione con lui. Riconoscere l altro come fine in sé è riconoscerlo come mezzo rispetto al fine della propria realizzazione. (Zamagni, Sacco, ) La relazione tra uomo-cose, i cui valori sono valore d uso e valore di scambio si affianca alla relazione uomo-uomo, che ha insito il valore relazionale di legame. 1 Il sistema monetario d antico regime era pluralistico e a più livelli: unità di conto, mezzo di scambio, e riserva di valore non erano coincidenti. La scienza economica d antico regime non era ancora improntata sull utilitarismo. Secondo la visione storica-economica di alcuni teorici ed economisti gli obbiettivi dell agire economico di allora, erano indicati dall economia civile e dal perseguimento del bene comune non dall individualismo. In relazione alla teoria dei giochi ed in particolar modo al dilemma del prigioniero i sostenitori dell economia civile dimostrano che per arrivare a risultati ottimali e superare alcuni paradossi del sistema economico moderno serve cooperazione tra gli agenti economici ricostituendo quel terreno sociale eroso dalle esternalità negative dei meccanismi ultracompetitivi, risaldando la fiducia tra gli attori economici e quindi il capitale sociale (Zamagni, Sacco, 2002). Per comprendere la visione economica di molta parte di questo filone di pensiero può essere utile la descrizione che Hirsch fa del mercato capitalistico. Secondo lo studioso infatti il mercato capitalistico poggia su un terreno sociale eroso da meccanismi ultra competitivi e sull uso della moneta anche come riserva di valore. Questo sistema può portare a meccanismi inefficienti (Hirsch, 1976). Delineato questo contesto il mercato risulterebbe essere efficiente e svilupparsi nel lungo periodo basandosi su principi come l equità e la sufficienza. Il naturale istinto dell uomo a prevaricare sull altro individuo descritto da Hobbes con la fatidica frase Homo Homini Lupus, secondo la concezione di questa visione storica è frenato senza il bisogno del Leviatano descritto da Hobbes e quindi di un istituzione severa e temuta. L uomo lupo rispetterà l altro uomo solo in presenza di norme che ne impongano il rispetto, per evitare severe ritorsioni dell autorità. La visione di questa corrente di pensiero è invece più fiduciosa nell umano. Secondo questi studiosi 1 Per maggiorni informazioni sul legame e dei valori relazionali di reciprocità si rimanda ai lavori di Polany e Mauss 10

11 infatti l uomo del passato era naturalmente più sociale e rispettoso del prossimo, in quanto era consapevole delle rovinose conseguenze che a livello sociale sarebbero accadute, se fossero stati infranti i vincoli di reciprocità che mantenevano e risaldavano continuamente il tessuto economico civile. I pensatori dell economia civile hanno posto a modello comparativo della realtà economica e sociale contemporanea, il modello ideale sopra citato; Riconoscono che oggi il contesto economico globale è cambiato. L economia contemporanea è per lo più permeata dalle dottrine utilitaristiche che concepiscono l uomo come mero homo oeconomicus, e quindi motivato all agire esclusivamente sulla base di vantaggi e svantaggi economici. Il paradigma economico produttivo moderno è stato fortemente influenzato dalle dottrine utilitaristiche. Il cui massimo esponente può essere incarnato nella figura di Taylor. Questo nuovo metodo economico ha posto le basi del capitalismo moderno, modificando fortemente le produzioni e gli stili di vita. Contro questo tipo di società improntata al profitto e dimentica delle ragioni sociali degli individui, si è concentrata larga parte della critica sociale del secolo scorso. Come reazione a questo scenario è rinato l interesse per le monete complementari. Questi fenomeni costituiscono una dinamica rilevante in quanto va in contro tendenza con lo standard ordinario, il trend che spinge verso ad una standardizzazione una unificazione della moneta in 2 o 3 monete dominanti e globalizzate. Infatti in passato esistevano molteplici monete: ogni sovrano, anche di piccole terre, e successivamente, ogni stato, ne coniava una, inoltre all interno dei medesimi territori esistevano doppi corsi monetari a seconda del tipo di commercio che veniva fatto. Ad oggi si sono imposte delle valute standard per facilitare gli scambi economici e finanziari su scala mondiale: prima il dollaro, poi l euro e infine grazie al potere che gli ha dato al globalizzazione anche lo uan. Oltre al loro essere contro corrente le esperienze di moneta complementare condividono altre caratteristiche comuni. È importante per il nostro discorso, quella sorta di culturalizzazione dell uso del denaro e di finalità pro sociali e comunitarie del loro uso, che può essere identificato come un ritorno all economia Civile. Le monete alternative, parallele o complementari come il WIR a cui è dedicato questo lavoro, hanno creato un sistema di mezzi di pagamento, che si affianca parallelamente a quello ufficiale senza rinnegarlo o volerlo eliminare è da questo corso parallelo infatti, che come vedremo chi partecipa a questi fenomeni trae vantaggio, Controbilanciando le fasi negative dell economia. 11

12 1.3 I modi e il tempo della relazione sociale-economica Secondo Caillé le relazioni tra gli individui anche quelle socio-economiche si basano prevalentemente sui due Registri della socialità: il primo della socialità primaria, in cui prevale l importanza delle relazioni tra le persone, sui ruoli funzionali che esse svolgono. Questo tipo di socialità è solitamente proprio delle reti parentali amicali o di buon vicinato, ed è chiamato relazionalità. La socialità secondaria è quella in cui la funzionalità degli attori, che riveste maggior importanza della loro persona: essa è impersonale. I rapporti interpersonali per loro natura non sono beni economici privati. In altre parole cioè, i costi ed i benefici delle specifiche azioni non ricadono esclusivamente su coloro che le intraprendono, hanno anche costi e benefici esterni, di cui non terranno conto gli individui tesi a trarre il massimo vantaggio personale da ogni transazione. Le convenzioni sociali che spingono ad agire attraverso il sostegno reciproco in circostanze non definite formalmente, hanno un preciso contenuto economico, in quanto tendono a far assomigliare queste norme sempre più a beni pubblici. Un modo semplice per illustrare l aspetto economico di queste norme di comportamento può essere quello di analizzare il contesto dell aiuto reciproco (Caillé, 1998). Supponendo che dietro a questo tipo di azione ci sia sempre il fine economico del dare e avere, che ogni azione verso qualcuno abbia un costo per chi la compie, e che le persone ruotino in queste due posizioni. Se le relazioni sono frequenti e avvengono sempre tra le stesse persone, questo scambio avrà connotato di bene privato, anche senza alcun spirito altruistico. Il gesto è giustificato e innescato dalla consapevolezza e dalla fiducia che il gesto che si fa oggi verrà ripagato domani. Se invece un azione sociale avviene più frequentemente di quella di contraccambio, a intervalli regolari e con persone sconosciute, queste non avverranno più solo sulla base di vantaggi immediati, ma si reggerà sulla fiducia e da convinzioni sociali, etiche, o religiose. È quello che succede nell attuale mercato non più solo nazionale, ma globalizzato. Per il quale, a supporto delle convinzioni di ogni agente sociale, vi sono strutture e sovra strutture poste a garanzia dei vari scambi. L accresciuta interconnessione porta a maggiori rischi di essere coinvolti da esternalità negative di altre relazioni (Hirsch, 1976). Inoltre quando il mercato diventa estensivo avviluppando sempre più settori della vita, aumenta la percezione del costo del tempo ed aumenta di conseguenza la necessità di avere una valutazione su quello che è il vantaggio personale e il costo netto delle relazioni sociali e del tempo che esse richiedono. Aumentando questa percezione aumentano i costi netti delle relazioni sociali, dato che la maggior parte delle attività di 12

13 partecipazione sociale richiedono un alto grado d utilizzo di tempo, vi è una progressiva sostituzione di queste con attività private che ne richiedono poca o minore quantità. La relazionalità viene dunque relegata ad un ambito pubblico ed è sempre meno intesa come bene privato il contatto umano è sempre meno conseguito anche se più ricercato, sempre più sfere della vita passano dalla socialità primaria a quella secondaria. I principi del donare, ricevere, ricambiare, propri dei rapporti amicali, delle convenzioni sociali tendenti al senso civico hanno subito un progressivo logoramento e sono stati sostituiti da rapporti meramente mercantili regolati da contratti. La struttura del mercato capitalistico maturo, consente in linea di principio il conseguimento di obiettivi altruistici o comunitari se sono sostenuti da individui e possono essere realizzati dalle loro azioni individuali, ma non prevede l altruismo per il partner della transizione inoltre è più soggetta a esternalità negative che le strutture e gli organi di controllo del mercato non riescono a contenere se non addirittura alimentano ( Regni, 2004). Una delle finalità di questa trattazione sarà quella di capire se il WIR, possa essere uno strumento utilizzabile per cambiare la situazione sopra descritta, nel territorio nel quale è adottato. Si vuole quindi capire se il circolo economico che è venuto a crearsi intorno a questa moneta complementare sia in grado di gestire questi meccanismi in modo che anche azioni in linea col mercato capitalistico, come possono essere le relazioni economiche dei partecipanti al circolo WIR, risultino negli effetti altruistiche anche per i partner delle transizioni. Cioè negli effetti se si sia voluto creare un mercato che torni a basarsi sulla fiducia e che limiti le esternalità negative. E se questo proposito sia rimasto una semplice intenzione o avvenga quotidianamente nella pratica. 1.4 Moneta e denaro In questo paragrafo saranno trattati in maniera non tecnica alcuni aspetti economici, e alcuni problemi di natura economica. Farò rifermento a questi temi per cercare di delineare la natura dell argomento che sto trattando in modo semplice e rendere più facile la comprensione dell argomento. Per capire cosa siano le monete complementari la loro origine e il loro funzionamento è bene tracciare un disegno generale su cosa sia la moneta in generale. Dal punto di vista semantico il termine denaro, viene fatto discendere da alcuni dal latino denarius (derivante a sua volta da dèni, in numero di dieci), la principale moneta d argento 13

14 dei Romani. Altri, visto l utilizzo comune della parola pecunia per indicarlo, da pecus, i capi di bestiame. Il termine moneta invece, viene fatto discendere solitamente dall accostamento al verbo monere, che ha un origine molto particolare. Nel 396 a.c. Roma si trovava sotto assedio dei Galli. Sulla cittadella del campidoglio vi era il tempio dedicato a Giunone dove venivano allevate delle oche sacre. Una notte, al sopraggiungere dei galli, le oche presero a starnazzare e svegliarono l ex console Manlio che dette l allarme e sventò l attacco. Da quel momento la dea Giunone acquisì l appellativo di Moneta, dal verbo latino Monere (avvertire), in quanto si credeva che avesse destato lei le oche per avvertire dell arrivo degli invasori. Successivamente, verso il 269 a.c., in prossimità del tempio venne edificata la zecca che venne messa sotto protezione della dea Giunone Moneta. A Quel punto fu il linguaggio popolare a trasmettere l appellativo della dea dapprima alla zecca e poi a ciò che lì si produceva, nummus, divenne quindi moneta. Nella pratica la distinzione tra denaro e moneta, sta nel fatto che il denaro serve a contare, indica un valore astratto quantitativo e viene utilizzato come equivalente generale. La moneta serve a pagare e necessita di qualche autorità che ne garantisca il corso e che conferisca al denaro una forma tangibile. Al suo interno la moneta racchiude tre funzioni: la prima quella di essere unità di misura, la seconda è di essere un mezzo di scambio e di venire accettata per il pagamento di beni e servizi, l ultima è di essere riserva di valore, cosa che le permette di poter trasferire potere d acquisto dal presente al futuro (Samuelson, 1983). Con questa definizione tripartita, si può considerare moneta il denaro circolante e i depositi bancari. Già in epoca romana la moneta era un istituzione un autorità ne garantiva l autenticità, la quale instillava nella moneta la fiducia che essa sarebbe potuta essere riutilizzata in futuro negli stessi termini, senza ulteriori e esplicite contrattazioni. La differenza che intercorre fra denaro e moneta, è la sottile differenza che intercorre fra i simboli ed i loro referenti materiali. Mentre il denaro indica un valore astratto puramente quantitativo e viene utilizzato come equivalente generale, la moneta è quell entità che conferisce al denaro stesso, una forma tangibile. 14

15 1.5 Storia e precedenti delle monete complementari Origini storiche: antichità Nel mondo occidentale, la moneta inizia a comparire a partire dal VII secolo A.C. Pare che fosse presso i Lidi che gli scambi commerciali iniziano a basarsi sulla moneta 2.Grazie all invenzione della moneta ci si libera dal peso prima delle merci da barattare e poi dei valori come l oro e l argento da scambiare, facilitando enormemente lo scambio ed il commercio (Erodoto, 560 A.C. I). In epoca romana merce e moneta, sono due cose distinte e separate, si trovano su due piani diversi. La moneta, assume la funzione di misura, ed è in quanto misura, che può assolvere anche alla funzione di mezzo di scambio. Nelle transazioni, i soggetti coinvolti sono tre: i due contraenti, ed il Principe in qualità di garante, raffigurato nel conio. In questo senso possiamo dire che la moneta dei romani era un istituzione. Un autorità ne garantiva l autenticità, e instillava nella moneta la fiducia che essa sarebbe potuta essere riutilizzata in futuro negli stessi termini, senza ulteriori ed esplicite contrattazioni (Fantacci, 2005). La moneta si può utilizzare per secoli senza sapere cosa significhi istituirla e così fecero appunto i barbari copiando i conii imperiali. Questo avvenne non per la mancanza di tecnica, ma perché per emettere una moneta ci voleva un sovrano ed un sistema giuridico che loro non avevano. si trattò di falsi legali, l emittente infatti non corrispondeva all effigiato; la legittimità delle monete era mutuata da sovrani che non erano più tali (Gualazzini, 1960). Questo fenomeno, dimostra che l utilizzo della moneta non coincide con la sua istituzione Origini storiche: alto medioevo antico regime. Per rivedere una vera moneta imperiale sul modello romano, con l accentramento delle zecche e l unificazione dello spazio monetario europeo, si dovette aspettare la fine dell VIII secolo. Carlo Magno ridette all Europa una moneta unica, nella forma di una piccola moneta d argento chiamata denaro. Il denaro aveva due multipli: il soldo, pari a 12 denari, e la lira, pari a 240 denari. Una cosa interessante, però, è che né la lira, né il soldo venivano coniati. 2 Questa moneta era fatta di elettro naturale, una lega composta per il 30% da argento e per il 70% da oro. 15

16 Essi, venivano utilizzati soltanto come unità di conto all interno di un unico sistema contabile, dove il denaro fungeva anche da mezzo di pagamento (Fantacci 2005). Luca Fantacci, sostiene che Carlo Magno non istituì una parità metallica, ma semplicemente un unità di conto: «Lire, soldi e denari nacquero come unità di conto, come monete immaginarie. Solo il denaro era anche mezzo di pagamento, ma di valore intrinseco limitato ed instabile. Soltanto in origine la lira equivaleva ad una libbra d argento. Si è insistito fin troppo su questa coincidenza, citandola a conferma della connessione originaria della moneta col metallo. Tuttavia, non solo sul piano fattuale la relazione fra libbra e lira fu ben più instabile e complessa, ma anche sul piano etimologico risulta incompleta e fuorviante. Si è soliti far risalire senz altro la lira alla libbra, ovvero ad un peso, trovando così conforto a una concezione materiale della moneta che identifica con un determinato peso di metallo. La libra, però, prima ancora che un peso, è la bilancia. Questo ci aiuta forse a pensare alla moneta in termini diversi: non come un termine di confronto, un contrappeso, ma come la possibilità stessa di effettuare un confronto. Non semplicemente una unità di misura, ma una scala di misurazione stessa. La libbra peso, ovvero il mezzo di scambio, riceve nello scambio stesso il suo valore. La libra bilancia precede lo scambio e l economia, in quanto misura della distribuzione. [ ] Il pensiero moderno è incapace di comprendere la moneta immaginaria. E tuttavia è costretto almeno a riconoscere che sono esistite denominazioni monetarie che non corrispondevano ad un preciso conio e nemmeno ad un determinato peso di metallo. La lira immaginaria, infatti, ha avuto contenuto metallico sempre diverso, e ha subito, nei secoli, un tendenziale alleggerimento (Fantacci 2005, 52-53) Questa distinzione tra unità di conto e mezzo di scambio, non è facile da comprendere per noi moderni che le vediamo inserite all interno di un unica entità. Per capire meglio si può fare l esempio dell euro all inizio della sua introduzione: Al momento del passaggio dalla lira all euro le persone in Italia ragionavano ancora in lire, ma i pagamenti venivano effettuati in euro, si può pensare quindi che l unità di conto, la cosiddetta moneta immaginaria, fosse la lira italiana, mentre il mezzo di scambio fosse l euro. Questo riferimento non è del tutto calzante, perché il rapporto fra lira (italiana) ed euro è stato stabilito una volta per tutte nel 1999: il rapporto intercorrente fra la lira di Carlo Magno ed il metallo, non ebbe mai un rapporto fisso. Un altra differenza, sta nel fatto che oggi in Eurozona, disponiamo di un unità monetaria corrispondente al mezzo di scambio, mentre l Europa medievale, possedeva la propria unità monetaria, senza avere un mezzo di pagamento utilizzato in tutti gli scambi. Infatti, come osserva Marc Bloch «ogni moneta, anche la più reale, serviva, nell uso quotidiano, assai più a contare che a pagare»(bloch, 1981). Solo intorno al XIII secolo si comincia ad utilizzare diffusamente la 16

17 moneta metallica come mezzo di scambio, e tuttavia, si continua per altri cinquecento anni ad avere una moneta immaginaria. Riprendendo il traffico commerciale di lunga distanza, riprendono intorno al 1200 anche le coniazioni di grosse monete d oro e d argento. Queste nuove monete si guadagnano il nome di «grossi» (Bloch 1981) Il sistema monetario dell Antico Regime era dunque composto da monete reali, che dopo la ripresa delle coniazioni, erano fatte di leghe d oro, d argento e di rame. le monete «grosse» (o «alte») ne comprendevano percentuali elevate, quelle «piccole» (o «basse») invece percentuali inferiori. Ogni moneta era soggetta a variazioni nel titolo e nel peso, e spesso queste variazioni erano deliberatamente messe in atto dalle autorità. Il sovrano periodicamente emanava un atto denominato «tariffa» dove stabiliva il valore delle monete ante nel tempo e che non era sempre proporzionale al contenuto metallico. In altre parole, La parità metallica poteva variare, non solo di anno in anno, ma anche nella stessa tariffa da moneta a moneta, essendo solitamente più elevata nelle monete piccole che nelle grosse. Per questo dobbiamo dire che la moneta metallica del tempo, aveva almeno tre valori diversi: un valore legale, misurato dalla moneta immaginaria nella tariffa emessa dal sovrano, un valore commerciale, misurato sempre in moneta immaginaria, ma determinato sul mercato, ed infine un valore intrinseco, misurato dal metallo contenuto. Fig. 1 Moneta 17

18 Perché vi fosse una corrispondenza fra contenuto metallico e valore nominale, sarebbe stata necessaria una convertibilità fra moneta grossa e piccola, che nella realtà, non poteva esserci. La motivazione più importante che impediva la convertibilità, era che le monete grosse e quelle piccole, avevano ambiti di circolazione separati: la moneta bassa veniva utilizzata nel commercio locale, mentre la moneta alta era utilizzata per il commercio di lunga distanza. Per questo non esisteva un unico mercato su cui poter scambiare le due diverse monete senza doverle rifondere, pratica peraltro illegale. La separazione dei due ambiti trovava esplicita sanzione anche in termini giuridici. Era vietato importare biglione forestiero (monete basse estere), tesaurizzare moneta bassa, e utilizzarla nei pagamenti di importo elevato oltre una certa percentuale (Cipolla 1990, 34). La moneta bassa circolava dunque all interno dello spazio delimitato dall autorità del sovrano. Per riuscire a circolare all esterno di questo spazio, aveva bisogno di aggrapparsi a qualcos altro. Questo qualcos altro era il metallo, che ricopriva la funzione di una sorta di moneta internazionale. Le monete grosse perciò dovevano circolare sulla base del peso del metallo fino contenuto. È per questo che ebbero un valore intrinseco pressoché costante nel corso dei secoli (Fantacci, 2005) Dalle monete basse alle parallele, il persistere di pluralità monetarie. Prototipi di complementarietà? Tra il XII e il XVIII soprattutto in Francia a fianco delle monete basse già citate vi fu l esperienza del Méreau (Labrot 1989). Con questo nome possono essere identificati tutta una serie di oggetti detti «monetiformi» emessi da comunità o persone che non detenevano il diritto di battere moneta. Venivano utilizzati come mezzi di pagamento in territori determinati da convenzioni e per un certo tipo di acquisto. Esse erano simili per forma e dimensione alla moneta ufficiale, ma fabbricati con materiali più poveri come lo stagno e il piombo ma anche in cuoio e cartone. I Méreaux si possono definire le monete complementari di quel tempo, poiché venivano utilizzati senza sostituire la moneta legittima, ed avevano specifiche funzioni locali e funzionali che la moneta accentrata del sovrano non riusciva a garantire. Accadeva che venisse distribuito una specie di gettone di frequenza per aver partecipato a funzioni religiose o alla vita comunitaria di congregazioni e confraternite che potevano poi essere spesi per acquistare vestiti, cibo, potevano essere utilizzati come titolo d accesso a servizi assistenziali o donati ai poveri per attività caritative oppure per pagare manovalanza, fornitori e artigiani. In determinate circostanze di scarsità di moneta potevano 18

19 addirittura divenirne dei sostituti e circolare in modo parallelo. In alcuni casi le monete parallele divenivano l unico mezzo di scambio per i traffici locali come fu per i Palloffes in Rossiglione territorio conteso tra la Spagna e la Francia definite monete di necessità, in quanto garantivano gli scambi economici in un territorio con l ufficialità della moneta variabile.( Joussement 1988) Per far fronte alle carenze di moneta piccola vi erano i Méreaux delle città e di carità, emessi da autorità feudali e amministrazioni municipali e nel caso delle seconde anche abbazie, le quali emettevano alcune specie di buoni scambiabili con alimenti. Le monete delle città invece servivano in particolari situazioni a far circolare il commercio anche quando, per esempio a causa di un assedio, non vi potesse essere immissione dall esterno, per poi essere convertite alla fine del periodo di bisogno. In alcuni casi la paga dei lavoratori per grandi opere come chiese, castelli o mura, o per incentivo o come semplice integrazione venne pagata con moneta complementare e poteva essere utilizzata per esempio per mangiare in determinati ristori. Dopo il XVIII la progressiva unificazione dei sistemi monetari portò al ridursi e alla scomparsa dei Méreaux. Questi tuttavia continuarono a sopravvivere sino al 900 solo in alcune economie molto isolate, quali ad esempio Maiorca (Bonet 1979). Un altra esperienza riportata dagli storici è quella del ducato immaginario messo in atto dal doge di Venezia nel XII secolo. La città aveva speso tutte le riserve di oro per la costruzione di opere pubbliche, il doge allora inventò una Banca dei trasferimenti per permettere alle attività commerciali di continuare a lavorare registrando la valuta delle transizioni (i Ducati immaginari) attraverso un sistema di contabilità a partita doppia. Secondo Pittu e Lietaer questa banca senza denaro contribuì a creare la ricchezza del rinascimento; continuò per circa 500 anni, sopravvivendo alle banche convenzionali e sarebbe potuta continuare fino ad oggi se l esercito svizzero non ne avesse bruciato gli archivi(pittu 2004; Lietaer 2001) Esperienze di monete parallele nel mondo moderno Se si intende la fiducia in senso letterario cioè fede, la moneta antica era fiduciaria, nel senso che gli scambi di essa e il suo valore si reggevano sulla fiducia nell autorità che li stabiliva e nella relazione con il soggetto con cui avveniva lo scambio. La moneta fiduciaria moderna, similmente è fondata sulla fiducia, ma non come fede nei confronti di qualcuno a cui si attribuiscono doti particolari. Esistono maggiori garanzie istituzionali. La moneta nei moderni stati nazionali è infatti istituita e garantita dallo stato attraverso un monopolio di 19

20 emissione in cui si ha fiducia in quanto parte di un sistema istituzionale di cui ci si sente parte e nel cui buon funzionamento si confida. Questo sistema però ovviamente non ammette la pluralità monetaria. Nonostante in generale si ha fiducia nel sistema monetario i cui si è inseriti, e si sia consapevoli che il monopolio statale non ammetta pluralità monetarie, in tutto il mondo si è assistito e csi continua ad assistere alla nascita di esperienze diverse, basate sul credito mutualistico e su mezzi di pagamento diversi da quelli della moneta ufficiale. Da un cero punto di vista è come si volesse ripristinare una moneta bassa e popolare, riproponendo di fatto un sistema monetario a più livelli. (Kennedy 2006) Una delle prime di queste esperienze è tuttora in uso, soprattutto in Africa centro occidentale e in America latina. Il direttore della French development agency Alain Henry si è occupato di studiare questa moneta. Si tratta del sistema di finanza informale Tontina. La moneta prende il nome dal suo inventore, Lorenzo De Tonti, un banchiere napoletano che nel 1653 propose una sorta di progenitore dei bond statali o delle assicurazioni sulla vita. La Tontina nell epoca contemporanea ha carattere mutualistico, rappresenta un associazione i cui membri mettono in comune delle quote per poter ottenere a turno una somma di capitale liquido, come una cassa comune per finanziare progetti importanti, ideale per finanziare investimenti che non abbisognano di grossi capitali d avvio. Secondo Henry questa pratica ha successo perché non è semplicemente un istituzione finanziaria, ma anche un associazione sociale il cui fondamento si basa sulla fiducia, sulla solidarietà e lealtà (Henry 1991). Bernard Lietaer sostiene, sia esistito un altro tipo di scambio, basato di più sull aspetto solidale e comunitario che ebbe luogo nel 600 a Reston in Virginia con il nome di scambio di servizi utili, basato su un sistema a partita doppia che non prevedeva l interesse (Lietaer 2001). I sostenitori della teoria della sovranità monetaria popolare poi, amano ricordare, un altra esperienza: quella dell isola di Guernsey, la maggiore delle isole normanne. Nel 1822 l isola si ritrovava economicamente depressa con alta disoccupazione emigrazione ed un forte debito pubblico a causa dei lunghi blocchi commerciali, dovuti alle guerre napoleoniche. Il comitato finanziario del parlamento isolano, seguendo le teorie dell economista scozzese del 700 John Law, monetizzò le risorse economiche, attribuendo un valore alle risorse che andava a creare, mediante l emissione d moneta locale senza debito e senza copertura aurea. La prima emissione fu approvata nel 1816 ed era da redimersi mediante imposte entro il Gli abitanti dell isola la accettarono e furono realizzate opere infrastrutturali, l economia e il benessere dei suoi abitanti crebbe senza aumentare il debito pubblico. Ancora 20

21 oggi Guernsey utilizza questa moneta affiancata alla sterlina e la sua emissione moneta genera un reddito stimato in 1,5 milioni di sterline. Nel XIX secolo vi furono molti esperimenti, generalmente falliti, che possono essere riconosciuti come i precursori delle monete complementari e dello scambio non monetario. Si sviluppano spesso all interno del nascente movimento operaio e socialista e vedono come capostipite il socialista utopico Robert Owen. Lo stesso Owen nel 1820 fondò alcune comunità basate sullo spirito mutualistico cooperativo. All interno di queste veniva prodotto tutto il necessario per la comunità: il lavoro svolto veniva certificato e ripagato con le note di lavoro corrispondenti alle ore di lavoro occorse alla produzione dei beni. Queste note a loro volta erano spendibili all interno di mercati e negozi comunitari, nei quali i prezzi erano esposti in ore di lavoro. Nonostante la loro breve e fallimentare vita, questi progetti vennero presi a modello e riproposti da altri in diverse parti del mondo, per citarne solo alcune: Comunità New Armony ( ) India; National Equitable Labour Exchange (1832) USA (si trattava di una banca per le note di lavoro, fallì in due anni); il grande magazzino Cincinnati Time Store ( ) USA, gestito dall anarchico individualista Josiah Warren che accettava in pagamento le note di lavoro e ogni prodotto in vendita portava un cartellino del prezzo con le ore necessarie a produrlo più un 4% per le spese di gestione; Utopia ( ) sorto vicino a Cincinnati, dello stesso Warren (comunità in cui venivano accettate le note di lavoro); Banca del popolo (1849) Pierre Joseph Proudhon; a questa esperienza seguirono le banche di villaggio prima delle quali fu quella di F.W. Raiffeisen (1864), le Cooperative di risparmio e credito ideate da Schultze e Delitzsch, le Casse di Risparmio e le Casse rurali Italiane. Le Casse Rurali esistevano anche in Germania ed era la denominazione delle campagne delle Banche di credito cooperativo. Le Casse Rurali avevano la caratteristica di avere una responsabilità illimitata 3 e questo era possibile solo dove erano presenti legami fiduciari fortissimi. La prima Banca popolare italiana nacque a Lodi nel 1864 e la prima Banca Rurale vicino a Padova nel Un altro proudhoniano fu l economista socialista Silvio Gesell 4. Egli teorizzò la moneta/economia libera, applicandovi un Demurrage, una sorta di interesse negativo per aumentarne la velocità di circolazione. Il demurrage, 3 è un tipo di società di capitali che, come tale, è dotata di personalità giuridica e risponde delle obbligazioni sociali solamente con il suo patrimonio St. Vith bei Eupen/Malmedy - 11 marzo del 1930 insediamento abitativo consorziato alla riforma agraria Eden- Oranienburg. Fu uno dei primi teorici delle monete "anticrisi" degli anni trenta. 21

22 teorizzato da Gesell 5, fu il "motore di circolazione" monetario. Proprio alle teorie e alla pratica di Gesell si rifaranno i fondatori del WIR nel Il rilancio delle Monete complementari. Dagli anni 70 del XX secolo le esperienze di monete complementari, sono di nuovo oggetto del dibattito in ambito economico e sociale. In quegli anni si assiste a una crescita esponenziale del numero di esperimenti e di ricerche che riguardano questi temi. Il rinato interesse nel coglierne il significato innovativo può essere testimoniato dal grande numero di termini che nacquero in quegli, anni molti dei quali usati ancora oggi per definire questi tipi di monete: monete sociali, locali, complementari, alternative, parallele, multilaterali, solidali, comunitarie. Diversi settori disciplinari testimoniano il crescente interesse per la pluralità monetaria. La storia economica per esempio parla in misura crescente di monete complementari, oltre che di private money 6 e scrip-money 7 con riferimento alla storia americana. Anche la finanza si sta affacciando alla questione della pluralità monetaria, in particolare riferendosi ai paesi emergenti che adottano dual currency systems. Non possiamo non citare la finanza internazionale che studia le optimal currency areas 8, e tutte le scienze sociali che studiano monete locali, alternative, sociali, comunitarie, banche del tempo, reti di scambio, e che in generale si occupano del significato sociale del denaro. In ogni caso, non possiamo non ricordare che un ruolo di rilievo è occupato dall antropologia, che si occupa delle monete in uso nelle società tradizionali e del ruolo ricoperto dallo scambio di merci e servizi all interno di meccanismo di riproduzione sociale (Oppers 2000). 5 in forma di moneta bollata o moneta emessa a tasso negativo 6 è un termine comunemente usato nel settore bancario e della finanza. Si riferisce al prestito di denaro ad una società o individuo da un privato o organizzazione. 7 Scrip è un termine americano per qualsiasi sostituto di moneta non legale. È spesso una forma di credito. Scrips sono stati creati dalle aziende, come mezzo di pagamento dei dipendenti in tempi in cui il denaro regolare non è disponibile. Per esempio nelle città minerarie isolate, nelle basi militari, sulle navi che effettuano lunghi viaggi, o in paesi occupati in tempo di guerra. 8 è una regione geografica in cui sarebbe ottimizzata l'efficienza economica se l intera regione adottasse una moneta unica. 22

23 Ogni definizione coglie un particolare aspetto delle realtà studiate e testimonia la variegata pluralità di queste realtà, che possono essere anche molto diverse le une dalle altre. Esistono esperienze nate per la libera condivisione e trasmissione di saperi, alcune si avvicinano al credito mutualistico, altri ancora, le cosiddette banche del tempo, si scambiano moneta come nota rappresentativa di un tempo condiviso, ci sono poi le emissioni di voucher che non hanno funzione di riserva di valore, alcuni sistemi si caratterizzano per l uso del denaro in chiave anti globali sta, altri infine emettono buoni o facsimili per distribuire potere d acquisto a chi rimane fuori dall economia formale, o per risolvere situazioni di stagnazione economica. I sistemi più longevi, hanno saputo adattarsi ai cambiamenti socio economici, variando le loro finalità e i modi di risposta alle sfide del momento. Chi ha saputo fare meglio questo, è rimasto attuale e prospero, come ad esempio il WIR. Secondo Blanc questo tipo di monete hanno tutte in comune il tentativo di culturalizzare il denaro sottoponendolo a processi di risocializzazione cercando di re-inserire le transazioni dentro relazioni umane (Blanc, 2006), dando significati sociali agli scambi di denaro. Cercherò di dare un inquadramento del problema per capire quali possano essere gli eventuali problemi di una moneta complementare, quali sono i rischi, quali le opportunità, quali gli errori da evitare e quali le conseguenze, insomma cosa rende positive o negative queste esperienze e quali caratteristiche devono essere implementate perché producano effetti positivi. 1.6 Inquadramento generale e caratteristiche del fenomeno moderno Uno dei sociologi più importanti che si è occupato di questioni relative al denaro e la moneta è G. Simmel secondo cui il processo di commercializzazione, nel suo stadio più avanzato, amplificando l importanza della merce, alimenta l importanza del denaro. Esso stesso viene trattato come una merce, o forse è più preferibile dire, come la merce per eccellenza. Egli riteneva che l incessante necessità di denaro, che consegue ai processi di concorrenza posizionale e di commercializzazione, orienta gli individui verso una sua ricerca sempre maggiore, di conseguenza il denaro diviene il bene posizionale per eccellenza. La potenza evocativa che il denaro assume, gli è concessa dalla sua trasformazione in un entità pura: diviene semplice potere di acquisto. Tutti i desideri appartenenti solitamente 23

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