IL COLLEGIO DI ROMA FATTO

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale..... Presidente Avv. Bruno De Carolis Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Alessandro Leproux... Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Avv. Michele Maccarone. Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario - per le controversie in cui sia parte un consumatore Dott.ssa Daniela Primicerio Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Con ricorso pervenuto il giorno 17/05/11, preceduto da reclamo in data 26/11/10, la ricorrente, premesso di avere subito in data 17/11/10, alle ore 15 circa, il furto della borsa contenente la propria carta di credito emessa dall intermediario, disconosce quattro operazioni con essa effettuate da ignoti dalle ore alle ore dello stesso giorno, presso vari esercizi commerciali, per l ammontare complessivo di 2.913,18 del quale chiede il rimborso all odierno resistente. Espone a tal fine di avere lasciato la propria borsa, all uscita da un ristorante, sotto un sedile della propria automobile parcheggiata nei pressi, non chiusa a chiave, e di avere passeggiato per alcuni minuti nelle immediate vicinanze senza accorgersi del furto che veniva intanto perpetrato e che denunciava Pag. 2/6

2 all intermediario, chiedendo il blocco della carta, il mattino successivo alle ore 9.54 e alla competente Autorità in data 26/11/10. La ricorrente lamenta, in particolare, che gli esercenti presso i quali le operazioni fraudolente sono state compiute non abbiano controllato il documento di identità di chi ha effettuato le dette operazioni, nè la rispondenza della firma sulle relative ricevute a quella posta sul retro della carta di credito e allo specimen a disposizione dell intermediario, il che ne avrebbe impedito l esecuzione, trattandosi di firme evidentemente false e non riferibili alla titolare della carta. Con controdeduzioni pervenute il 23/06/11, l intermediario ha chiesto il rigetto del ricorso essenzialmente sul rilievo della violazione del dovere di custodia della carta di credito da parte della odierna ricorrente, come previsto all art. 6 del contratto inter partes avente ad oggetto il relativo servizio, con conseguente sua esclusiva responsabilità ai sensi dell art. 12 D. Lgs 11/2010. Con replica in data 13/07/11, la ricorrente ha precisato di non essersi accorta del furto se non nella tarda serata del 17/11/10 e di avere comunicato il blocco della carta all intermediario il mattino successivo, dopo essere stata avvertita dai carabinieri del ritrovamento della borsa Tanto premesso, si rileva quanto segue in DIRITTO I fatti di cui si controverte si collocano dopo l entrata in vigore del D. Lgs. n. 11 del 2010, attuativo, come noto, della Direttiva 2007/64/CE del 13/11/2007 avente ad oggetto i servizi di pagamento nei mercati interni. L art. 12, III co., di tale Decreto, come noto dispone: salvo i caso in cui l utilizzatore abbia agito con dolo o con colpa grave ovvero non abbia adottato le misure idonee a garantire la sicurezza dei dispositivi personalizzati che consentono l utilizzo dello strumento di pagamento, prima della comunicazione eseguita ai sensi dell art. 7, comma 1, lettera b) (comunicazione di blocco all intermediario, n.d.r.), l utilizzatore medesimo può sopportare per un importo comunque non superiore complessivamente a 150 euro la perdita derivante dall utilizzo indebito dello strumento di pagamento conseguente al suo furto o smarrimento. Il successivo comma precisa poi che: Qualora abbia agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto ad uno o più obblighi di cui all art. 7 con dolo o colpa grave Pag. 3/6

3 l utilizzatore sopporta tutte le perdite derivanti da operazioni di pagamento non autorizzate e non si applica il limite di 150 euro di cui al comma precedente. Ne segue, per espressa previsione di tale comma, che anche la violazione degli obblighi di custodia e denuncia di cui al precedente art. 7, per poter determinare l esclusiva responsabilità del cliente in caso di utilizzo non autorizzato dello strumento di pagamento, deve rivestire il grado particolarmente intenso di responsabilità qualificabile come colpa grave, non rilevando in tal senso un grado inferiore di colpevolezza. Al riguardo, come noto, la Suprema Corte ha avuto modo di insegnare che è qualificabile come colpa grave una straordinaria ed inescusabile imprudenza e negligenza caratterizzata non solo dal omissione della diligenza media del buon padre di famiglia ma anche da quel grado minimo di diligenza osservato da tutti (Cass. 13/10/09 n ; Cass. 18/05/09 n ; Cass. 19/11/01 n ) ovvero, come questo Collegio ha già ritenuto: La colpa può dirsi grave solo in presenza di una straordinaria ed inescusabile imprudenza, negligenza od imperizia, e, quindi, della violazione anche di quel grado minimo ed elementare di diligenza generalmente osservato da tutti anche dalle persone ordinariamente trascurate (v. dec. ABF 712 del 9/07/10) come è stato autorevolmente osservato in dottrina. Nella specie il resistente assume che la condotta della ricorrente integri appunto gli estremi della colpa grave in relazione all aver lasciato la borsa incustodita nell automobile non chiusa a chiave e nell avere tardato nel comunicarne l avvenuta sottrazione, con conseguente sua esclusiva responsabilità ai sensi della disposizione sopra citata. Ma ad avviso di questo Collegio, pur dovendosi certamente censurare tali condotte in quanto imprudenti e negligenti, non entrambe integrano quel particolare grado di responsabilità che la giurisprudenza del Supremo Collegio richiede per poterle qualificare come colpa grave ai fini dell art. 12 del D. Lgs. n. 10 del L aver lasciato la borsa incustodita, seppure nascosta sotto il sedile dell auto, peraltro non chiusa a chiave, appare infatti integrare un grado di imprudenza equivalente alla condotta negligente di chi dimentichi un proprio oggetto in un luogo pubblico e a disposizione di terzi e ne perda così il possesso, accorgendosene solo in seguito, come può accadere anche a persone di ordinaria avvedutezza. Pag. 4/6

4 Altrettanto non sembra potersi dire, invece, per quanto concerne la mancata immediata denuncia di blocco ai sensi dell art. 7 del D. Lgs. 11 del 2010, una volta che, secondo quanto contenuto nella denuncia presentata dalla ricorrente in data 26/11/06 alla competente Autorità e contrariamente a quanto dedotto con la replica, nell andare a riprendere la vettura, mi sono accorta che ignoti avevano asportato dall interno della stessa la mia borsa a tracolla, dovendosi ritenere che anche una persona ordinariamente trascurata ne avrebbe fatto seguire l immediata comunicazione di blocco al proprio prestatore del relativo servizio, ciò anche se nella specie non risulta vi sia stato l invio, ormai usuale presso la maggioranza degli operatori, dell apposito messaggio di segnalazione dell operazione mediante c.d. sms alert. Si deve però rilevare che le operazioni fraudolente sono state effettuate in un arco temporale estremamente ridotto (dalle ore alle ore dello stesso giorno 17/11/10) tale da far ritenere che, verosimilmente, il tempestivo assolvimento del detto obbligo di denuncia avrebbe potuto consentire il blocco delle sole due ultime operazioni, blocco che peraltro l intermediario avrebbe dovuto autonomamente disporre, come anche per le due precedenti, in ragione dell evidente falsità delle firme apposte sulle quattro ricevute di cui si verte, rilevabile pur in assenza di particolare competenza grafologica (v. Cass. 15/07/05 n ). Dalla semplice comparazione della firma costituente lo specimen a disposizione dell intermediario con quelle apposte sulle dette ricevute è infatti di immediata evidenza l apocrifia di queste ultime e dunque, anche a prescindere dalla mancata comunicazione di blocco ai sensi dell art. 7 D. Lgs. 10 del 2011, l intermediario avrebbe dovuto evitarne l addebito, non potendosi perciò ascrivere il fatto dannoso ad esclusiva (seppure grave) colpa della ricorrente. In conclusione, stante il concorso di responsabilità delle parti e in adesione ad orientamento già espresso in analoga fattispecie da questo Collegio (v. dec. ABF n del 23/09/11), il ricorso merita di essere parzialmente accolto, a tal fine quantificandosi ai sensi dell art cod. civ. il concorso di colpa della ricorrente in misura pari al 30% per le prime due operazioni e nella misura del 50% per le restati due. Pag. 5/6

5 In ragione di quanto precede l intermediario dovrà pertanto corrispondere alla ricorrente l importo di 1.688,88, oltre interessi legali dalla data del reclamo (26/11/10) al saldo. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6