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1 INDICE 1 PREMESSA RELAZIONE SULLA VEGETAZIONE Usi del suolo Caratterizzazione fitosociologica Materiali e metodi La vegetazione forestale ed arbustiva La vegetazione dei prati da sfalcio La vegetazione erbacea delle zone umide La vegetazione acquatica La vegetazione ruderale Rappresentazione di sequenze ecologiche e dinamiche nell ambito della zona di indagine Caratterizzazione dendrometrica del popolamento arboreo della ex peschiera Materiali e metodi Risultati La componente arbustiva Caratterizzazione della vegetazione arborea per zone RELAZIONE SULL AVIFAUNA Metodologia Risultati e conclusioni RELAZIONE SULL ERPETOFAUNA Metodologia RISULTATI Ricerca bibliografica Anfibi Rettili Conclusioni RELAZIONE SULL ITTIOFAUNA Materiali e metodi Risultati INDICAZIONI PER LA CONSERVAZIONE ED IL MIGLIORAMENTO DEL SITO Indicazione per gli interventi di conservazione e ricostituzione della vegetazione Interventi sulla componente arborea Ricostituzione dell habitat 91E ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 1

2 6.2 Interventi a favore dell avifauna Indicazioni per favorire la conservazione degli anfibi Indicazioni per favorire la conservazione dell ittiofauna Sintesi delle indicazioni per la conservazione ed il miglioramento del sito Possibili sviluppi delle indagini scientifiche Allegati Rilievi vegetazionali Risultati dei censimenti dell avifauna suddivisi per settore di osservazione Campionamento sull ittiofauna in data 26/08/ Documentazione fotografica del campionamento sull ittiofauna in data 26/08/ Campionamento sull ittiofauna in data 04/04/ Documentazione fotografica del campionamento sull ittiofauna in data 04/04/ Indicazione delle piante potenzialmente ricadenti al taglio BIBLIOGRAFIA ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 2

3 1 PREMESSA PROVINCIA DI VICENZA Il Progetto LIFE+ SOR.BA. Sorgenti del Bacchiglione è volto alla riqualificazione di un sito di interesse comunitario ed in particolare, all interno di questo, di una piscicoltura in disuso la cui realizzazione (anni 60) aveva alterato la morfologia della complessa rete idrica che costituiva le sorgenti del Bacchiglione. L area è oggetto di tutela perché interna al sito Natura 2000 codificato come ZPS (Zona di Protezione Speciale) IT / SIC (Sito di Importanza Comunitaria) IT Bosco di Dueville e risorgive limitrofe Il progetto è molto articolato. Esso comprende l aggiornamento della Scheda Natura 2000 del sito, indagini scientifiche per la caratterizzazione del sito preliminari agli interventi, l acquisto di terreni per costituire un corridoio ecologico fra la piscicoltura e il bosco Dueville, la progettazione e realizzazione di interventi di riqualificazione forestale e ricomposizione degli habitat comunitari (91E0* e 3260) e di ricostruzione della morfologia originaria della risorgive e del corso d acqua, la produzione di specie vegetali per riqualificazione di habitat comunitari, realizzazione di percorsi didattici, realizzazione di un sito web, attività didattiche con le scuole, realizzazione di convegni e attività di divulgazione nei confronti di portatori di interessi, realizzazione di opuscoli e testi divulgativi. Le indagine scientifiche preliminari hanno l obiettivo di fornire un quadro conoscitivo adeguato della zona di intervento all interno del sito, validando ed integrando le informazioni contenute nella scheda Natura 2000 e nella cartografia regionale sugli habitat, e indicazioni circa gli interventi necessari per la valorizzazione e conservazione delle emergenze naturalistiche presenti. In particolare sono stati realizzati i seguenti studi: campionamenti per verificare la consistenza della presenza delle principali specie vegetali utilizzando metodologie fitosociologiche (scuola sigmatista di Braun-Blanquet); valutazione della presenza dell infestante Robinia pseudoacacia; campagne di campionamento con elettrostorditore per valutare la presenza e la densità delle principali specie ittiche che colonizzano le risorgive; campionamenti specifici per la individuazione delle specie di anfibi più diffuse nel sito e per evidenziare eventuali siti riproduttivi di Rana latastei e Rana dalmatina; raccolta di informazioni sulle specie ornitiche di maggiore interesse presenti nell area con particolare attenzione a nitticora (Nycticorax nycticorax), martin pescatore (Alcedo atthis) e altri ardeidi e rapaci presenti nell area. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 3

4 2 RELAZIONE SULLA VEGETAZIONE L area indagata ha una superficie complessiva di 122 ha e comprende la zona della ex piscicoltura (circa 19 ha) oltre un intorno significativo (circa 103 ha) che si estende sino al Centro idrico di Novoledo e include il costituendo corridoio ecologico. 2.1 USI DEL SUOLO L indagine sull uso del suolo, successivamente integrata dalla caratterizzazione fitosociologica della vegetazione, è stata condotta mediante rilievo in campo e studio di immagini aeree. Lo studio ha portato alla redazione della Carta dell uso del suolo e della vegetazione. La legenda della carta è stata costruita definendo classi d uso ad hoc, tali tuttavia da avere corrispondenza con i codici Corine Land Cover e, ove applicabile, con i codici degli habitat di interesse comunitario. La legenda, con le corrispondenze, è riportata nella tabella seguente. Tabella 1 Legenda della carta dell uso del suolo e della vegetazione Classi della Carta dell uso Classi del suolo e della Corine Land Cover vegetazione Zone a vegetazione arbustiva in evoluzione 31.8 Aree a vegetazione boschiva o arbustiva in evoluzione Habitat di interesse comunitario corrispondenti Vegetazione arborea a prevalenza di robinia Boschi ed ex piantagioni a prevalenza di latifoglie esotiche (quali robinia e ailanto) Vegetazione arbustiva con prevalenza di Salix cinerea Vegetazione arborea a prevalenza di ontano nero Vegetazione arborea mista (con specie mesoigrofile) H Saliceti paludosi a Salix cinerea Boschi palustri di ontano nero e salice cinerino Bosco misto a prevalenza di specie igrofile 91E0 91E0 Torbiere boscose, foreste alluvionali con Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior Torbiere boscose, foreste alluvionali con Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 4

5 Classi della Carta dell uso del suolo e della vegetazione Classi Corine Land Cover Habitat di interesse comunitario corrispondenti Vegetazione arborea a prevalenza di salice bianco Gallerie di salice bianco 91E0 Torbiere boscose, foreste alluvionali con Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior Vegetazione igrofila in mosaico (magnocariceti e Typha sp in mosaico con Mosaico di magnocariceti e comunità erbacea a Typha sp. Praterie magre da fieno a bassa altitudine Canneti a prevalenza di Phragmites australis Canneti a Phragmites australis Vie e specchi d'acqua principali 24.1 in mosaico con 53.4 Corsi d'acqua, canali, idrovie in mosaico con comunità erbacee di piccole elofite 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranuncolion fluitantis e Callitrichobatrachion Prati umidi Praterie basali Prati stabili Seminativi ed erbai - abbandonati Argini a vegetazione erbacea ruderale prevalente Vasche in cemento (scarsamente vegetate) Colture in mosaico su piccoli appezzamenti Frutteti e vigneti Prati stabili (foraggere permanenti) Seminativi in aree irrigue 87.2 Vegetazione ruderale Sistemi colturali e particellari complessi Frutteti e frutti minori Arboreti 83.3 Aree agroforestali Aree residenziali, fabbricati rurali e viabilità 86.2 Aree umide rimodellate 87.2 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado Impianti (comprensivi di vegetazione ruderale e popolamenti a crescione e piccole elofite) 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine Aree in evoluzione a megaforbie 37.7 Megaforbie basali mesoigrofile delle zone alluvionali (Convulvulion) 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 5

6 L uso del suolo, riportato nella tabella seguente, vede la prevalenza delle aree agricole (in maggioranza seminativi ed erbai) sulle aree naturali e naturaliformi. Tabella 2 - Ripartizione della superficie indagata per classi d uso del suolo Classi d'uso Superficie (ettari) (%) Aree naturali e seminaturali Vie e specchi d'acqua principali 8,41 6,9 Vasche in cemento (scarsamente vegetate) 0,17 0,1 Zone a vegetazione arbustiva in evoluzione 0,89 0,7 Vegetazione arbustiva con prevalenza di Salix cinerea 0,24 0,2 Vegetazione arborea a prevalenza di robinia 0,59 0,5 Vegetazione arborea a prevalenza di ontano nero 1,24 1,0 Vegetazione arborea a prevalenza di salice bianco 1,83 1,5 Vegetazione arborea mista (con specie mesoigrofile) 16,92 13,9 Vegetazione igrofila in mosaico (magnocariceti e tifeti) 3,85 3,2 Canneti a prevalenza di Phragmites australis 0,43 0,4 Aree in evoluzione a megaforbie 0,11 0,1 Aree umide in rimodellamento 1,98 1,6 Totale aree naturali e seminaturali 36,66 30,0 Aree agricole e residenziali Aree a vegetazione ruderale prevalente 3,79 3,1 Prati stabili 13,59 11,1 Prati umidi 5,40 4,4 Seminativi ed erbai 49,11 40,2 Colture miste su piccoli appezzamenti 2,31 1,9 Frutteti e vigneti 1,61 1,3 Arboreti 0,96 0,8 Aree residenziali, fabbricati rurali e viabilità 8,62 7,1 Totale aree agricole e residenziali 85,39 70,0 Tutte le aree 122,07 100,0 La presenza di numerose risorgive ha tuttavia limitato la trasformazione a fini agricoli dei terreni e ne influenza anche oggi l uso: una quota parte di colture (circa il 5%) non è in attualità di coltivazione, e sarebbe idonea alla ricostituzione di habitat naturali. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 6

7 2.2 CARATTERIZZAZIONE FITOSOCIOLOGICA MATERIALI E METODI Nell effettuazione dei rilievi vegetazionali il campionamento é stato effettuato con modalità stratificata, andando ad effettuare per ogni tipo fisionomico (prato da sfalcio, prateria umida, megaforbieti e magnocariceti, bosco ripario, ecc.) almeno 3 rilievi che sondassero la variabilità interna delle cenosi. Per quanto riguarda la vegetazione acquatica invece, dato il carattere spesso monospecifico dei popolamenti vegetali, non sono stati eseguiti rilievi fitosociologici, ma sono state effettuate solo annotazioni sulla presenza delle specie acquatiche caratteristiche. I rilievi fitosociologici sono stati effettuati utilizzando gli indici di abbondanza/dominanza e di sociabilità secondo la metodologia di Braun-Blanquet. L area minima di ogni rilievo é stata valutata in modo variabile secondo l omogeneità strutturale della fitocenosi, la sua ricchezza floristica e la superficie omogenea disponibile sul sito di studio: per la vegetazione igrofila spondale l area minima considerata è stata in genere di 10 m², per le superfici prative, i megaforbieti, i magnocariceti e i canneti essa é stata variabile tra 20 e i 50 m², mentre per le superfici boschive essa é stata variabile tra i 200 e i 400 m². Sono stati eseguiti 20 rilevamenti fitosociologici ed altrettanti riconoscimenti puntuali sulla base delle specie dominanti e caratteristiche presenti. Ogni rilievo é stato georeferenziato con GPS Thales Mobilemapper secondo il sistema WGS84; tali punti sono stati inseriti sulla carta della vegetazione preliminarmente elaborata da fotointerpretazione: l inserimento dei punti di rilievo e le osservazioni di terreno svolte hanno permesso di affinare l informazione cartografica della carta della vegetazione e di produrre l elaborato finale. Una particolare cura é stata dedicata alla valutazione delle informazioni di tipo dinamico, individuando le varie cronosequenze e toposequenze relative alla vegetazione del settore di studio. Sono qui descritte le principali unità di vegetazione riscontrate e ne é presentato il loro inserimento all interna del sistema fitosociologico, CORINE Biotopes e Natura 2000 (Biondi e Blasi,, 2009; AA.VV., 1991; Buffa & Lasen, 2010). Sono stati inoltre consultati i lavori di Marchiori & Sburlino (1996) e di Tasinazzo & Fiorentin (2001). ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 7

8 2.2.2 LA VEGETAZIONE FORESTALE ED ARBUSTIVA I boschi ripari presentano popolamenti a diversa composizione, tutti però nell ambito della vegetazione potenziale dell alneto di ontano nero. Numerosi sono i popolamenti misti in cui il platano (Platanus hybrida) é prevalente: piantato frequentemente in passato, esso si rinnova spontaneamente in molti boschi ripari e prende parte alle cenosi forestali miste con l ontano nero, il salice bianco e l olmo campestre. Questi popolamenti (saliceti di salice bianco, alneti e popolamenti misti con il platano) fanno parte dell habitat prioritario 91E0* nell ambito della tipologia Natura Gli alneti di ontano nero risultano essere a cavallo delle alleanze fitosociologiche dell Alnion glutinosae (CORINE 44.91) e dell Alno-Padion (CORINE 44.3), presentando cioè sia un carattere paludoso in alcune zone di interramento che un carattere rivulare lungo i corsi d acqua di risorgiva; non é stato possibile distinguere cartograficamente questi due tipi di alneto in quanto sovente si ha un passaggio progressivo da un carattere all altro su piccole superfici. Negli alneti rivulari le specie presenti caratteristiche sono Circaea lutetiana, Carex remota, Lamium orvala, Stachys sylvatica, Rubus caesius, Brachypodium sylvaticum, Viburnum opalus, Humulus lupulus, mentre invece nelle cenosi paludose il sottobosco si arricchisce di grandi carici (Carex acutiformis, Carex pendula, Carex elongata) ed in specie come Iris pseudacorus, Symphytum officinale, Equisetum telmateja. Da segnalare la presenza di alcune felci di notevole interesse in pianura come Dryopteris carthusiana (in corrispondenza dell unica stazione in cui é stata rinvenuta Molinia coerulea) e Phylittis scolependrium, in corrispondenza di una ceppaia lungo il Bacchiglioncello. Nella ex peschiera (settore sud-orientale della zona di studio) é stata rinvenuta nell ambito dell alneto paludoso anche Caltha palustris, altro esempio di specie a carattere montano considerabile come relitta in pianura: nello stesso contesto altra specie di interesse conservazionistico é Leucojum aestivum. Il saliceto di Salix alba (CORINE 44.13) é presente lungo le rive del Bacchiglioncello ed in alcune stazioni di interramento in mescolanza con l ontano nero; lungo le sponde del Bacchiglioncello i saliceti presentano un carattere misto con il pioppo nero, la robinia e diverse specie a legno duro come il ciliegio, l acero campestre, l olmo campestre e l acero negundo. I saliceti (Salicetum albae) non possono più rinnovarsi spontaneamente per l assenza di una dinamica alluvionale a carattere distruttivo e sono così in evoluzione verso cenosi forestali più mature. Per tale motivo i popolamenti sono dunque spesso a struttura irregolare o deperienti. Salvo che in una ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 8

9 stretta fascia a contatto con l acqua, essi risultano attualmente instabili dinamicamente e i processi di successione vegetale sono in corso (formazione di uno strato arbustivo denso a base di sambuco nero, sanguinello, berretta da prete; rinnovazione di aceri, olmi e ciliegio, ecc). La vegetazione del sottobosco é sovente ricca in elementi ruderali. Essendo apparentemente assente in zona la farnia e il frassino maggiore dalle formazioni naturali, l evoluzione di queste cenosi lascia qualche incognita. Il saliceto paludoso a Salix cinerea (CORINE 44.92) non fa parte dell habitat 91E0*, ma rientra nella serie dinamica dell alneto paludoso. Esso infatti ne forma il mantello arbustivo e ne colonizza le stazioni potenziali. Esistono in zona saliceti di salice cenerino decisamente igrofili (che permangono in stazioni a lungo inondate) e saliceti mesoigrofili (vedere rilievo 20). La loro vegetazione é analoga a quella degli alneti; essi si originano nell ambito o in prossimità dei magnocariceti (vedere toposequenza della fig. 3). Popolamenti di robinia esistono infine soprattutto nei settori più esterni. Essi presentano una vegetazione nitrofila e ruderale e sono spesso in mosaico con i popolamenti a sambuco nero LA VEGETAZIONE DEI PRATI DA SFALCIO Prati da sfalcio stabili e ancora regolarmente sfalciati 2-3 volte all anno esistono nel settore settentrionale della zona di studio. Essi sono ecologicamente e fitosociologicamente differenziabili in due unità : i prati mesofili, situati sui suoli drenati e rialzati sul piano della falda, e i prati umidi, caratterizzati dalla presenza di diverse ciperacee e juncacee e situati nelle bassure e su suoli a falda superficiale. I prati mesofili (o arrenaterreti: CORINE 38.22, alleanza fitosociologica dell Arrhenatherion elatioris) sono principalmente costituiti da Arrhenatherum elatius, Festuca pratensis, Salvia pratensis (nelle stazioni più drenate), Dactylis glomerata, Trifolium pratense e Trifolium repens, Lychnis flos-cuculi, Ranunculus acris, Centaurea nigrescens; essi fanno parte dell habitat comunitario 6510 nell ambito della tipologia Natura Derivati da queste praterie semi-naturali esistono poi alcuni erbai e praterie impoverite in cui il grado di artificializzazione é talora importante: in particolare é stata rinvenuta una facies a Festuca arundinacea e alcune praterie a loietto (Lolium perenne) originate probabilmente da semina o ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 9

10 trasemina. La presenza di numerose specie annue o ruderali al loro interno può testimoniare la loro origine artificiale: tali prati non sono a rigore considerabili all interno dell habitat comunitario I prati umidi (CORINE 37.24) vedono la presenza di numerose specie in comune con i prati mesofili, tra cui particolarmente abbondanti risultano essere Poa trivialis, Festuca pratensis e Ranunculus repens, ma si caratterizzano per la presenza di diversi carici come Carex distans, Carex hirta e talora Carex acutiformis, nonché del giunco Juncus articulatus là dove vi é un affioramento o uno scorrimento superficiale di acqua. In zona sono sfalciati anche i cariceti a Carex acutiformis in mosaico con megaforbie e Typha latifolia: essi non danno certamente del buon fieno, ma un taglio annuo ne mantiene la presenza nel tempo in quanto la colonizzazione della rinnovazione di ontano nero e dei salici ne causerebbe l evoluzione verso i boschi ripari mesoigrofili. In alcuni altri settori invece i prati umidi sono in via di colonizzazione da parte della cannuccia di palude (Phragmites australis): il loro mantenimento nel tempo risulta dunque legato ad uno sfalcio regolare LA VEGETAZIONE ERBACEA DELLE ZONE UMIDE Sono raggruppati sotto questa dizione diverse comunità vegetali igrofile e mesoigrofile che caratterizzano le zone umide del territorio delle sorgenti del Bacchiglioncello. In cartografia esse sono state rappresentate separatamente quando rappresentabili alla scala dell elaborato. Spesso casi tuttavia esse sono rinvenute a mosaico, con dimensione sovente metrica dei popolamenti. I magnocariceti (CORINE 53.2) sono popolamenti di grosse ciperacee come Carex riparia, Carex acutiformis, Carex paniculata, Carex elongata che colonizzano i suoli idromorfi nelle chiarie boschive più ampie e che hanno progressivamente colonizzato nel tempo le vasche abbandonate dall attività di acquacoltura. Esse formano popolamenti densi dove poche altre specie (Equisetum telmateja, Lytrhrum salicaria, Lycopus europaeus, Epilobium hirsutum) convivono con esse. Le comunità à Typha latifolia (CORINE 53.13) si rinvengono frequentemente in mosaico con i magnocariceti a predominante Carex acutiformis: in esse sono presenti varie megaforbie planiziali come Symphytum officinale, Cirsium oleraceum, Valeriana officinalis, Mentha longifolia, Angelica ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 10

11 sylvestris, Eupatorium cannabinum. Sovente sfalciate se in prossimità di prati umidi, esse tenderebbero ad evolvere nel tempo verso gli alneti paludosi. Le comunità a megaforbie basali mesoigrofile delle zone alluvionali (CORINE 37.7) sono raggrupamenti assai eterogenei in quanto a composizione: non prevale solitamente una specie dominante, ma diverse possono essere le specie presenti come Valeriana officinalis, Mentha longifolia, Symphytum officinale, Juncus effusus, Peucedanum palustre e regolare é la presenza di Calystegia sepium. Tali cenosi possono essere inquadrate nell alleanza fitosociologica di orlo forestale del Convolvulion: esse sono dunque da collegare al sottotipo planiziale-collinare dell habitat d interesse comunitario 6430 ai sensi della Direttiva Habitat. Piccoli popolamenti a Petasites hybridus e a Scirpus sylvaticus (CORINE 37.2) sono stati rinvenuti nella zona di studio, ma data la loro dimensione di pochi metri quadrati essi non sono cartografabili. In questi megaforbieti é stata riscontrata la presenza di Sanguisorba officinalis, specie ospite obbligata del lepidottero Maculinea telejus, specie presente negli allegati della Direttiva Habitat. L alloctona invasiva Solidago gigantea, presente qua e là, é da tenere sotto controllo in quanto tende ad occupare completamente questi ambienti banalizzandoli: occorre dunque evitare azioni di degrado per questi popolamenti. I canneti a Phragmites australis (CORINE 53.11) colonizzano le praterie umide, soprattutto a seguito del rallentamento degli sfalci e della abbruciatura della vegetazione (ad es. rovi) che ne colonizzano i margini. Sono accompagnati da diverse specie di questi prati umidi e dei megaforbieti e da specie caratteristiche come Equisetum palustre, Gratiola officinalis o Calystegia sepium. La cannuccia forma localmente dei piccoli popolamenti anche all interno di alcune vasche abbandonate. Lungo i margini dei corsi d acqua in interramento e nelle zone fangose sono presenti delle comunità erbacee di piccole elofite (CORINE 53.4) appartenenti all alleanza fitosociologica del Glycerio-Sparganion, dove Sparganium erectum, Veronica anagallis-aquatica, Mentha aquatica e Myosotis scorpioides sono le specie maggiormente frequenti. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 11

12 2.2.5 LA VEGETAZIONE ACQUATICA La vegetazione acquatica delle sorgenti del Bacchiglione presenta una discreta variabilità ed un interesse notevole come habitat rifugio per la fauna acquatica. Le descrizioni che seguono ne forniscono una caratterizzazione, ma un compendio di indagine sulla vegetazione acquatica, auspicabile nel futuro, permetterà di evidenziare aspetti di dettaglio che la torbidità di alcuni tratti delle vie d acqua non ha permesso di rilevare. Le acque correnti dei corsi d acqua di risorgiva presentano una tipica vegetazione del Callitricho-Batrachion (CORINE 51.1) che costituisce l habitat comunitario 3260 ai sensi della Direttiva Habitat. Le specie del genere Callitriche sono di difficile classificazione: usando le chiavi di Schotsman (1977 e seguenti), sembrerebbe per lo meno accertata la presenza di Callitriche obtusangola, ma non é esclusa la presenza di altri taxa di questo genere dalla difficile identificazione tassonomica. Si tratta di popolamenti paucispecifici in cui le poche altre specie presenti sono Mentha rotundifolia, Apium nodiflorum, Sparganium erectum, Lemna trisulca (specie galleggiante in acque debolmente correnti). L esotica Elodea canadensis é localmente presente in alcuni tratti, ma non sembra al momento preoccupante in quanto ad invasività: essa andrà comunque monitorata nel tempo assieme ad eventuali altre specie acquatiche indesiderate. Poco rappresentate sono le comunità del Potamion pectinati (CORINE 22.42) che costituiscono l Habitat comunitario 3150 della tipologia Natura Le comunità erbacee delle sorgenti (CORINE 54.11) e delle bordure dei piccoli rigagnoli da esse originati sono colonizzati da Nasturtium officinale, Veronica anagallis-acquatica, Mentha rotundifolia, Myosotis scorpioides, Ranunculus sceleratus: diverse di queste specie le si rinvengono anche nelle comunità di piccole elofite che colonizzano i fanghi umidi. Acque stagnanti sono presenti (ma non cartografabili) in corrispondenza di alcune vasche e pozze scavate nel settore rimodellato: in queste ultime pozze, di formazione troppo recente per ospitare vegetazione acquatica più stabile sono presenti quasi unicamente alghe verdi filamentose. Altrove, nelle pozze temporanee di diverse vasche é presente Alisma plantago-aquatica, mentre Lemna minor é localmente diffusa, ma mai troppo abbondante. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 12

13 2.2.6 LA VEGETAZIONE RUDERALE Generalmente inquadrabile nell unità CORINE 87.2 (ordini fitosociologici dei Sisymbrietalia, Artemisietalia, ecc), la vegetazione ruderale è ben presente sul sito di studio e negli anni seguenti assumerà un sempre maggiore sviluppo, soprattutto sulle zone a terreno denudato. Diverse crucifere (ad es. Melilotus e Brassica spp.), poligonacee (Polygonum e Rumex spp), composite come Artemisia verlotorum, Conyza canadensis, Cirsium vulgare, Erigeron annuus e graminacee come Bromus sterilis, Setaria spp., Sorghum halepense, Echinochloa crus-galli, si apprestano infatti a svilupparsi nei settori rimodellati dove sono state effettuate le piantagioni e dove esiste una ampia superficie di suolo nudo pronta ad essere colonizzata. La vegetazione a carattere ruderale é presente ugualmente nei settori più rialzati delle vasche, lungo i sentieri, le strade e ai margini delle zone antropizzate: la gestione attiva di queste cenosi è legata all eventuale fruizione del sito. Un rimodellamento delle ripe delle vasche del settore più meridionale favorirebbe una migliore colonizzazione delle specie riparie e una riduzione di rovi, sambuco, Artemisia e Helianthus spp. e specie lianose qui attualmente molto abbondanti. 2.3 RAPPRESENTAZIONE DI SEQUENZE ECOLOGICHE E DINAMICHE NELL AMBITO DELLA ZONA DI INDAGINE Le seguenti illustrazioni commentate hanno lo scopo di esemplificare le principali sequenze ecologiche e dinamiche presenti nell ambito della zona di indagine: ciò permette anche di rappresentare quelle situazioni non rappresentabili nella carta degli habitat in quanto la ridotta dimensione delle unità di vegetazione non lo consente alla scala scelta per l elaborato cartografico di sintesi. Tali sequenze, integrate alla cartografia, permettono dunque di accrescere il livello delle informazioni utili agli scopi gestionali. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 13

14 Figura 1: gli arrenaterreti e le altre facies di prato da sfalcio mesofili (38.22) occupano da un punto di vista geomorfologico i suoli drenati lievemente rialzati (0,5-1 m) sul piano della falda. La falda é invece affiorante o molto superficiale attorno alla zona di risorgiva che é occupata dal mosaico di tifeto (53.13) e cariceto (53.21): i prati umidi con Carex hirta e Carex distans (37.24) occupano i settori intermedi tra la risorgiva e i prati mesofili. Tali sequenze si svolgono nell ambito di pochi metri lineari. Sullo sfondo sono presenti gli alneti ed i popolamenti forestali misti mesoigrofili che rappresentano l evoluzione forestale delle stazioni più umide del territorio. Numerosi semenzali di ontano nero, salice bianco e salice cenerino sono già presenti nei vari popolamenti erbacei mesoigrofili e se non fosse per lo sfalcio periodico, essi prenderebbero il sopravvento sulla vegetazione erbacea in pochi anni (vedere anche fig. 2 e fig. 3) ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 14

15 Figura 2: dove lo sfalcio a scopi agricoli (fienagione) é stato abbandonato, si manifestano diverse dinamiche solo in parte contrastate da sfalci occasionali o incendi. I residui prati umidi con Carex hirta e Carex distans (37.24) vengono progressivamente invasi dalla cannuccia di palude (Phragmites australis) (53.11) che sembra aver approfittato anche del taglio e della bruciatura delle superfici erbacee di orlo (37.7), della vegetazione sinantropica (87.2) o dei rovi (non rappresentati sulla foto) per occupare con ulteriore vigore questi spazi aperti grazie al rapido sviluppo dei suoi rizomi. Qua e là sono presenti semenzali di specie forestali ed alcuni arbusti di salice cenerino (nella parte centrale destra dell immagine). Sullo sfondo si sviluppa la vegetazione forestale potenziale dell alneto di ontano nero (44.31) verso cui la dinamica vegetazionale naturale sembra tendere, a meno che un espansione ulteriore del canneto determini un parziale blocco evolutivo nei prossimi anni. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 15

16 PROVINCIA DI VICENZA Figura 3: Nelle vasche abbandonate da più tempo e colonizzate dalla vegetazione spontanea, l evoluzione dinamica ha portato ad un mosaico ben strutturato di habitat la cui dimensione è di ordine metrico o decametrico. A partire dai popolamenti più prossimi all acqua e soggetti al variare del suo livello, i raggruppamenti a piccole elofite dei fanghi come Veronica anagallis-aquatica (53.4) vengono con il tempo colonizzati da grandi ciperacee come Carex riparia, Carex acutiformis, Carex elongata o Carex paniculata (quest ultima maggiormente presente ai bordi dei mantelli a Salix cinerea) e formano magnocariceti (53.21) più o meno puri o in mescolanza con varie megaforbie. Nelle discontinuità di queste formazioni a ciperacee oppure per colonizzazione diretta di fanghi meno soggetti alla sommersione periodica, si sviluppa il saliceto di Salix cinerea (44.92), a carattere decisamente paludoso: esso costituisce anche il mantello dell alneto di ontano nero o, in questo caso, del saliceto di Salix alba (44.13), che nelle bassure più umide assume un carattere sovente paludoso. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 16

17 Figura 4: lungo i corsi d acqua minori alimentati dalle acque di risorgiva la vegetazione acquatica é principalmente rappresentata dai popolamenti a Callitriche obtusangola (24.40), generalmente puri o con rare altre specie in mescolanza come la piccola lemnacea Lemna trisulca oppure l ombrellifera Apium nodiflorum. Ai margini di questi popolamenti, nelle zone su fanghi dove la corrente é più debole, si sviluppano densi popolamenti di piccole elofite (53.40) principalmente caratterizzati da Mentha aquatica, Myosotis scorpioides, Veronica anagallis-aquatica. Questi popolamenti sono talora presenti in mosaico con popolamenti di elofite più elevate come Sparganium erectum, Iris pseudacorus, Lycopus europaeus, Ranunculus sceleratus ed altre specie (situazione non raffigurata nella presente immagine). Lungo le sponde rialzate presenti tra una vasca e l altra vegeta un popolamento alto arbustivo più o meno nitrofilo (31.87) a base di sambuco nero (Sambucus nigra), talora accompagnato dalla robinia, e sovente sormontato da rovi o diverse liane autoctone come Humulus lupulus, Bryonia dioica oppure alloctone come Vitis riparia, Parthenocissus sp, Lonicera japonica o Sycios angulatus. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 17

18 2.4 CARATTERIZZAZIONE DENDROMETRICA DEL POPOLAMENTO ARBOREO DELLA EX PESCHIERA MATERIALI E METODI L area indagata comprende la ex piscicoltura (circa 19 ha), come delimitata dalla recinzione, ove esistente, e dai corsi d acqua. Nel particolare contesto di formazioni arboree per lo più lineari ed irregolari, il ricorso ad aree campione di rilievo non garantisce la rappresentatività dei dati. Per indagare la componente arborea della vegetazione si è adottato pertanto il metodo del conteggio totale dei fusti, con soglia di rilievo pari 7,5 cm di diametro a 1,3 m (i diametri inferiori sono poco rappresentati sul complesso dell area). Sono state percorse tutte le formazioni arboree e raggiunti gli alberi singoli isolati. Per ogni fusto sopra la soglia prefissata sono stati misurati e registrati diametro a 1,3 m d altezza, specie, origine (seme o pollone) e condizione vegetativa (dominato, danneggiato, deperiente, fortemente inclinato, stroncato, a terra). Dove si è ravvisata l opportunità di un intervento sulla componente arborea le piante presumibilmente ricadenti al taglio sono state registrate separatamente. Le ceppaie con polloni sopra soglia sono state conteggiate, distinte per specie. Un metodo particolare è stato adottato per un boschetto a ontano nero lungo il Bacchiglioncello; in considerazione dell interesse ambientale (caratteristiche pienamente rispondenti all habitat 91E0, frequentazione preferenziale di ardeidi) e della ridotta estensione si è proceduto anche al conteggio della classe diametrica 5 cm. Inoltre è stata effettuata una simulazione di martellata contrassegnando le piante sul fusto. I dati sono stati rilevati ed elaborati separatamente per ogni formazione lineare o boschetto all interno dell area, in modo da evidenziare le variazioni locali. Sono state misurate le altezze dendrometriche di diverse specie con stratificazione per classe diametrica, al fine di realizzare curve isometriche; sono stati prelevati campioni di legno con la trivella di Pressler per conoscere l età dei popolamenti RISULTATI I dati rilevati per singolo filare/zona sono stati analizzati ed accorpati per localizzazione ed analogia delle caratteristiche secondo zone omogenee. A tale zonizzazione si farà riferimento nel prosieguo dell esposizione. La zonizzazione è riportata nella figura seguente. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 18

19 Figura 5 Zonizzazione della vegetazione arborea rilevata La presente zonizzazione, essendo definita prevalentemente per caratteristiche omogenee della copertura arborea, non corrisponde alla zonizzazione in sottoaree cui si fa riferimento in altre relazioni sul progetto SOR.BA. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 19

20 Sono state conteggiate complessivamente 1952 piante (1950 nelle classi diametriche da 10 a 90 cm, e 2 piante con diametro superiore al metro). A queste si aggiungono 32 piante della classe 5 cm rilevate nel boschetto di ontano più sopra citato. Le piante della classe 5 cm sono state escluse dalle elaborazioni relative all intera area per uniformità dei dati, e pertanto non compaiono nelle tabelle seguenti. Le specie rilevate sono, in ordine decrescente di presenza: ontano nero (Alnus glutinosa), salice bianco (Salix alba), platano (Platanus hybrida), robinia (Robinia pseudo-acacia), olmo campestre (Ulmus minor), pioppo ibrido, (Populus x euroamericana), acero campestre (Acer campestre), ciliegio (Prunus avium), salice rosso (Salix purpurea), pioppo bianco (Populus alba), gelso bianco (Morus alba), tiglio (Tilia intermedia), oltre alcuni esemplari di specie esotiche (acero, conifere). Di seguito si riporta il dettaglio delle piante conteggiate per specie ed origine. Tabella 3 Piante rilevate per specie (in ordine alfabetico) e origine Specie Polloni Da seme Totale acero campestre acero esotico altre specie ciliegio conifere esotiche gelso bianco olmo campestre ontano nero pioppo bianco pioppo ibrido platano robinia salice bianco salice rosso tiglio Tutte le specie Prevalgono le specie autoctone (sono state considerate tali salice bianco, ontano nero, acero campestre, ciliegio, olmo campestre, pioppo bianco, salice rosso). Le specie a carattere più mesofilo sono meno diffuse o sporadiche e comunque tendenzialmente localizzate su terreni meno umidi. Le specie estranee alla vegetazione naturale potenziale più rappresentate, platano e robinia, prevalgono nelle formazioni più esterne (in particolare nelle zone A e B) a contatto con l ambiente agricolo, ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 20

21 mentre all interno è netta la prevalenza di ontano nero e salice bianco. Peraltro il platano, pur non appartenendo alla vegetazione forestale autoctona, è un elemento caratteristico del paesaggio agrario della pianura veneta e diffuso particolarmente lungo le vie d acqua. 45 cm. Di particolare rilievo la presenza dell olmo campestre, presente in quasi tutte le classi da 10 a Nella figura successiva si riporta la distribuzione per classe di diametro sull intera area, distinta per specie autoctone ed alloctone (platano e robinia sono stati conteggiati fra queste ultime). Figura 6 Distribuzione delle piante rilevate per diametro e origine Numero di piante specie indigene specie alloctone Diametro a 1,3 m (cm) In base ai rilievi delle altezze sono state costruite due curve ipsometriche, una per le formazioni dense ed una per le formazioni rade e a sviluppo prevalentemente lineare. Non sono state considerate significative le differenze a livello di specie. Come è naturale attendersi, la curva delle formazioni dense è superiore alla curva delle formazioni rade. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 21

22 Figura 7 Curve ipsometriche PROVINCIA DI VICENZA Altezza (m) y = 9,5365Ln(x) - 11,574 R 2 = 0,8963 y = 8,1933Ln(x) - 10,734 R 2 = 0,8172 Formazione rada Formazione densa Log. (Formazione rada) Log. (Formazione densa) Diametro (cm) La struttura orizzontale è per piede d albero o per ceppaia (sono presenti ceppaie con numerosi polloni di grandi dimensioni, in particolare di salice bianco). Il numero medio di polloni per ceppaia è di 4. La struttura verticale è pluristratificata; il piano dominante ed il piano dominato non sono nettamente separati. Vi sono piante isolate che possono essere definite superdominanti. L area basimetrica complessiva è risultata pari a 78 m², con un diametro medio di area basimetrica pari a 22 cm. Il volume dendrometrico è stato calcolato per singola pianta utilizzando la formula: V = area basimetrica x altezza x coefficiente di forma utilizzando le altezze delle curve ipsometriche e coefficienti di forma variabili fra 0,35 e 0,55 secondo la classe diametrica e la crescita in formazione densa o rada. Il volume dendrometrico totale risulta pari a 700 m³ circa. Il volume medio è pari a 0,36 m³. Di seguito si riporta l incidenza percentuale delle diverse specie sul volume totale e sul numero di piante totale. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 22

23 Tabella 4 Distribuzione percentuale di volume e numero di piante per specie Specie % in volume % in numero salice bianco 54,09 29,69 ontano nero 14,81 36,49 platano 10,98 13,51 pioppo ibrido 7,44 1,01 robinia 6,69 12,10 altre specie autoctone 4,73 6,05 altre specie alloctone 1,26 1,16 Totale L età del piano dominante in tutta la ex peschiera varia fra 20 e 32 anni, con l eccezione di singole piante di grandi dimensioni. Vi sono poi piante più giovani, sia polloni che piante da seme, in colonizzazione progressiva sugli spazi liberi disponibili. Per quanto riguarda lo stato fitosanitario non si evidenziano particolari problematiche. Le piante con danni, patologie o morte sono 234 (12% del numero totale di piante); quasi la metà di tale numero è costituito dalle piante dominate e deperienti, concentrate nelle classi diametriche inferiori. Le piante morte o stroncate sono 87 (4% del totale). Non vi sono differenze significative fra piante da seme e polloni. Per quanto riguarda la specie, l unica che ha mostrato un incidenza di patologie e danni nettamente superiore alla media è il salice bianco, con una incidenza pari al 25% circa. Tale incidenza, in considerazione dell età, è imputabile a un fenomeno diffuso di sofferenza attribuibile a diverse concause. Per contro sono presenti anche ceppaie giovani, in prossimità dei piedi di sponda. L olmo campestre non manifesta sintomi di deperimento associabili alla grafiosi. In anni recenti il vento ha sradicato alcune piante dominanti di grandi dimensioni di pioppo ibrido e salice (zona A); tali piante sono state depezzate, e il materiale di risulta è in parte rimasto in loco. La necromassa (piante intere morte in piedi, monconi, piante a terra) è stimata in 30 m³ circa. La quota parte di piante con patologie o morte si può considerare fisiologica. Sono stati osservati fori di alimentazione di picidi su alcune piante morte o deperienti. Sono stati inoltre osservati pochi nidi, per lo più di piccole dimensioni, sugli alberi. Di seguito si riporta l incidenza delle patologie e dei danni per classi diametriche. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 23

24 Tabella 5 Numero di piante per classi di diametro e stato fitosanitario Classe di diametro Piante danneggiate Piante deperienti, dominate, inclinate Piante morte in piedi Piante stroncate /monconi Piante morte a terra Totale piante con patologie o morte Piante sane Piante totali Tutte le classi LA COMPONENTE ARBUSTIVA La componente arbustiva è costituito in prevalenza da e rovo (Rubus sp.). Sono pure presenti, ma non abbondanti o localizzati, sambuco (Sambucus nigra), sanguinello (Cornus sanguinea), salice cenerino (Salix cinerea), nocciolo (Corylus avellana), cappello del prete (Euonymus europæus), pallon di maggio (Viburnum opulus) e biancospino (Cratægus monogyna). Si segnala anche la presenza di Phytolacca americana. Le specie arbustive occupano la maggior parte degli spazi lasciati liberi dalla vegetazione arborea, ad eccezione delle zone occupate dalle piante elofite (nelle vasche più o meno interrate) e dalle superfici periodicamente sfalciate per tenere sgombra la viabilità di accesso. Gli arbusti formano uno spesso strato di altezza superiore al metro, sotto il quale non è possibile la rinnovazione delle specie arboree. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 24

25 Sono inoltre presenti specie rampicanti quali luppolo (Humulus lupulus), vitalba (Clematis vitalba) zucchino americano (Sicyos angulatus) e edera (Hedera helix). Le piante rampicanti ostacolano anch esse la rinnovazione delle specie arboree e completamente alcune delle piante più giovani, in particolare il luppolo. Per quanto riguarda la localizzazione si può dire che sambuco, pallon di maggio e biancospino sono presenti nei filari esterni in prossimità della recinzione (zone A, B e D). L edera è parimenti abbondante nelle zone esterne, ed in particolare A, B ed E. Figura 8 La zona C vista dall estremità sud con la potente copertura arbustiva (settembre 2011). ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 25

26 2.4.4 CARATTERIZZAZIONE DELLA VEGETAZIONE ARBOREA PER ZONE Nelle tabelle e nelle descrizioni testuali seguenti vengono caratterizzate in maniera sintetica le zone individuate e localizzate nella figura 1. Tabella 6 Superfici di riferimento e principali parametri dendrometrici delle diverse zone Zona A B C D E F Tutte le zone Superficie totale (ha) 0,94 1,31 1,36 2,8 0,2 2,01 8,62 Superficie netta a copertura forestale 0,85 0,9 0,9 0,11 0,2 0,68 3,64 (ha) Numero di piante totale Numero di piante ad ettaro (n/ha) Area basimetrica totale (m²) Area basimetrica ad ettaro (m²/ha) Diametro medio di area basimetrica (cm) Provvigione totale (m³) Provvigione ad ettaro (m³/ha) ,3 14,4 15,7 9,1 7,1 13,2 77,8 19, ,5 3,3 35,5 6, ,7 128,6 123,2 79,3 67,1 114,9 698,8 197,6 98,2 90,6 28,3 335,5 57,2 Tabella 7 Distribuzione delle piante rilevate per specie e zona Specie A B C D E F Tutte le zone ontano nero salice bianco platano pioppo ibrido robinia altre specie autoctone altre specie alloctone Tutte le specie ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 26

27 Zona A PROVINCIA DI VICENZA Si tratta di un argine a copertura forestale pressoché continua sul lato del Bacchiglioncello, discontinua sul lato interno alla peschiera. La composizione specifica è ripartita in modo più o meno uguale fra specie della vegetazione naturale potenziale (in prevalenza del salice bianco che costituisce il 30% del numero di piante e il 44% della provvigione) e altre specie (per lo più robinia e platano che costituiscono insieme il 50% del numero di piante e il 27% della provvigione). Assetto prevalente ad alto fusto (il 65% del numero di piante è da seme). Le 31 ceppaie conteggiate con fusti aventi diametro al di sopra della soglia di rilievo sono prevalentemente di platano e robinia. Forte copertura arbustiva (sottobosco e rampicanti). Rinnovazione sporadica e generalmente aduggiata. Figura 9 Zona A. Aspetto irregolare delle formazioni lineari. Da notare lo sviluppo dell edera (dicembre 2011). Sono presenti due pioppi ibridi della classe diametrica 120, con altezze superiori a 30 m. In passato erano presenti altri pioppi con analoghe caratteristiche. Tali piante, schiantate dal vento e successivamente sgomberate, hanno lasciato spazi vuoti rapidamente colonizzati dalla vegetazione arbustiva. ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 27

28 Zona B PROVINCIA DI VICENZA Si tratta di un argine a copertura forestale discontinua, prevalentemente per piccoli gruppi, ceppaie o piante isolate. La copertura forestale è maggiore sul lato esterno della peschiera. Nella composizione specifica prevalgono robinia e platano (60% del numero di piante e 33% della provvigione). Questo popolamento non può essere considerato nell habitat 91E0. L assetto prevalente è ad alto fusto (66% delle piante sono da seme). Le 34 ceppaie conteggiate sono prevalentemente di ontano, platano, salice e robinia. Da notare che la recinzione è stata realizzata utilizzando piante come sostegno, ora in parte concresciute. Si segnala la presenza di un esemplare di olmo della classe diametrica 45, da tutelare. Figura 10 Zona C. Evidente l impatto della componente arbustiva su quella arborea (dicembre 2011). Zona C Si tratta di argini a copertura forestale assai discontinua, prevalentemente per piccoli gruppi, ceppaie o piante isolate, con lunghi tratti senza vegetazione arborea ma soltanto arbustiva. La copertura arbustiva varia secondo il substrato prevalente (più povero in presenza di ciottoli anziché ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 28

29 di terra). Nella composizione specifica prevalgono salice bianco ed ontano nero; il numero dei fusti è circa pari per le due specie, ma il salice è presente con ceppaie più vecchie e polloni di maggiori dimensioni, e concorre pertanto al 64% della provvigione contro il 24% dell ontano. L assetto prevalente è a ceduo (l 86% delle piante sono polloni). Le 120 ceppaie conteggiate sono prevalentemente di salice bianco ed ontano nero. Le piante sono radicate per lo più sul piede di sponda. Zona D La zona è poco omogenea al suo interno ed è costituita da formazioni lineari piuttosto strette sul limitare delle vasche e della recinzione che localmente si sono allargate, oltre la presenza di singole piante isolate. Come composizione specifica prevalgono le specie della vegetazione naturale potenziale, ed in particolare il salice bianco. L assetto prevalente a ceduo (il 60% delle piante sono polloni). Le 43 ceppaie conteggiate sono prevalentemente di salice e platano. Da segnalare la presenza di un pioppo bianco di grandi dimensioni (classe diametrica 90 cm), da tutelare. Figura 11 La zona D vista da ovest. La pianta che svetta al centro è un pioppo bianco (settembre 2011). ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 29

30 Zona E PROVINCIA DI VICENZA Si tratta di un promontorio alla confluenza fra il Bacchiglioncello ed un canale della peschiera. Il popolamento è un bosco di ontano nero (66% del numero di piante e 45% della provvigione) con presenza di salice bianco, olmo campestre e platano. Si tratta del popolamento con maggiore carattere di naturalità all interno della peschiera e quello meglio inquadrabile nell habitat 91E0. L assetto prevalente è a ceduo (l 85% delle piante sono polloni). Le 60 ceppaie conteggiate sono prevalentemente di ontano nero. La densità è colma. Il boschetto è frequentato dagli ardeidi come posatoio. Figura 12 Il boschetto di ontani, salici ed olmi (zona E) visto da sud, sulla destra dell immagine (dicembre 2011). Zona F La zona è costituita da filari con piante di varia età, ma in genere si tratta di ceppaie giovani con piante adulte isolate anche di grande diametro. La specie prevalente nella componente a ceduo è l ontano nero (in particolare in prossimità del vecchio mulino ad ovest della peschiera). ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 30

31 L assetto prevalente è a ceduo (il 54% dei fusti sono polloni). Le 51 ceppaie conteggiate sono prevalentemente di ontano nero e salice bianco. Vi sono inoltre altre ceppaie giovani lungo le sponde delle aree rimodellate. Si segnala la presenza di un esemplare di olmo della classe diametrica 45, da tutelare. Figura 13 La zona F vista da sud-ovest. Sulla destra le ceppaie di ontano di fronte al vecchio mulino (settembre 2011). Figura 14 Zona E. Garzette posate sugli ontani della zona E (settembre 2011) ATI - ForTeA studio associato, Ecos studio associato, dott. M. Pascale. 31

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