orecchio esterno orecchio medio
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- Gaetana Spano
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2 orecchio medio orecchio esterno martello incudine condotto uditivo est. membrana timpanica staffa canali semicircolari Coclea finestra ovale Organo del Corti orecchio interno padiglione finestra rotonda tuba di Eustacchio
3 ORECCHIO ESTERNO condotto uditivo esterno membrana timpanica Raccoglie le onde e le convoglia verso l orecchio medio. E E costituito da: padiglione auricolare condotto uditivo esterno (chiuso ad un estremit estremità dalla membrana timpanica) padiglione auricolare
4 ORECCHIO MEDIO incudine martello cond. uditivo est. membrana timpanica finestra rotonda Trasmette ed amplifica a l energia l sonora che dalla membrana del timpano giunge sulla finestra ovale attraverso la catena ossiculare: canali staffa semicircolari - martello finestra ovale - incudine - staffa e la contrazione del muscolo tensore del timpano e del muscolo stapedio. coclea tuba di Eustacchio
5 ORECCHIO INTERNO Can. semicircolare laterale canale semicircolare superiore canale semicircolare posteriore nervo acustico dalla Coclea che contiene l apparato di trasduzione dell energia energia meccanica delle onde sonore in potenziali d azione del nervo acustico. Tale apparato è situato sulla membrana basilare lungo tutto il canale cocleare ed è rappresentato dall Organo del Corti staffa coclea
6 Organo del Corti E costituito da cellule di sostegno e da cellule ciliate interne ed esterne, dotate di estremità filamentose rigide (stereocilia( stereocilia).
7 VIE ACUSTICHE alla corteccia (del giro temporale superore) alla corteccia (del giro temporale superore) collicolo superiore collicolo inferiore sistema reticolare n. cocleari dorsale e ventrale midollo allungato talamo corpo genicolato mediale oliva superiore Gli impulsi nervosi prodotti dalle cellule acustiche vengono raccolti inizialmente dai prolungamenti periferici delle cellule nervose del ganglio spirale di Corti che si continuano nei prolungamenti centrali terminando nei nuclei cocleare ventrale e dorsale a livello del ponte. ganaglio spirale dalla coclea
8 EFFETTI DEL RUMORE SULL ORGANISMO EFFETTI UDITIVI EFFETTI EXTRAUDITIVI
9 EFFETTI UDITIVI DEL RUMORE Gli effetti che il rumore può provocare sull apparato uditivo dipendono da: intensità durata che determinano l energia l sonora assorbita dall orecchio Esposizione prolungata > 80 db per 8 ore/die per molti anni ipoacusia da trauma acustico cronico (ipoacusia da rumore classica) Esposizione a rumori particolarmente intensi e di breve durata (scoppio) ipoacusia da trauma acustico acuto
10 IPOACUSIA DA RUMORE patogenesi ed anatomia patologica Il danno uditivo da prolungata esposizione a rumore interessa all inizio, le cellule acustiche del Corti deputate alla percezione dei suoni di 4, successivamente colpisce le mezze ottave vicine 3 e 6. - indipendentemente dalla sua composizione spettrale (frequenze alte, medie, basse o combinate). Perché il danno interessa queste frequenze? Esistono 3 ipotesi fisiopatogenetiche: 1. effetto di vortici che si producono nei liquidi labirintici e che sono massimi nel giro basale della chiocciola ad 8-9 mm dalla finestra ovale dove si trovano i recettori per i Hz;
11 IPOACUSIA DA RUMORE patogenesi ed anatomia patologica 2. effetto di turbe emodinamiche emodinamiche determinanti una riduzione di flusso nell arteria uditiva interna che si ripercuoterebbe prevalentemente in quella sede a causa di una particolare disposizione della arteriola cocleare vestibolare. 3. effetto delle caratteristiche fisiche dei rumori industriali dotati per la maggior parte di una discreta componente impulsiva; considerando che i rumori impulsivi sono costituiti da vibrazioni acustiche con notevole contenuto energetico a frequenza elevata ( Hz), essi danneggerebbero elettivamente i recettori specifici.
12 Sofferenza progressiva dell Organo del Corti
13 SPOSTAMENTO TEMPORANEO DI SOGLIA L esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa intensità provoca l innalzamento l temporaneo della soglia uditiva (STS). db 0 20 udito normale STS = 20 db L esposizione ad un rumore superiore a db determina fenomeni di esaurimento funzionale a carico delle cellule ciliate dell Organo del Corti, con conseguente deterioramento transitorio della funzione uditiva. L STS è espresso in db, come differenza tra soglia uditiva dopo l esposizione e quella in condizioni di riposo acustico.
14 In base alle diverse caratteristiche di durata, entità e sede si distinguono 4 tipi di STS: STS brevissimo (mascheramento residuo): dura circa secondi dal termine della stimolazione, è dovuto alla permanenza in uno stato di refrattarietà di alcuni neuroni e si esaurisce immediatamente. STS breve : dura 1-2 minuti, è provocato da stimoli tra e 85 db è massimo per la frequenza analoga a quella del tono stimolante non compare per toni puri inferiori a 0 Hz. STS 2 fatica uditiva fisiologica : inizia dopo 2 minuti dalla fine dell esposizione e dura 16 ore: - non si presenta per toni < db - per toni puri di db per la frequenza uguale o vicina a quella stimolante - per toni puri > 90 db per un numero maggiore di frequenze - i rumori industriali mediamente a banda larga determinano un STS 2 massimo per le frequenze di Hz - l entità,, a parità di stimolazione, dipende dalla suscettibilità individuale al rumore
15 SPOSTAMENTO PERMANENTE DI SOGLIA L STS breve, l STS 2 e l STS 16 sono espressione più o meno marcata di uno stato di esaurimento : se l esaurimento si mantiene entro certi limiti alla cessazione dello stimolo è possibile un recupero completo; se l esaurimento è eccessivo e l esposizione si ripete giornalmente non è possibile un recupero completo per cui l STS si trasforma in un DANNO IRREVERSIBILE, in uno spostamento permanente della soglia uditiva (SPS) cioè in un ipoacusia da rumore.
16 IPOACUSIA DA RUMORE deficit di tipo percettivo massimo per le frequenze Hz; bilaterale e quasi sempre simmetrico; irreversibile; nella maggioranza dei casi non evolutivo una volta cessata l esposizione al rumore; recruitment recruitment quasi sempre presente negli stadi iniziali, assente nelle forme di vecchia data dove al danno cocleare si aggiunge quello retrococleare
17 IPOACUSIA DA RUMORE fattori favorenti - Età - Danni dell orecchio medio - Paralisi del muscolo stapedio - Esposizione a vibrazioni - Esposizione a sostanze ototossiche: A. Farmaci Farmaci (antibiotici: streptomicina, kanamicina, neomicina, gentamicina; antimalarici: chinino; salicilati; diuretici: furosemide ) B. Sostanze presenti in ambiente di lavoro (alchilmercurio, triossido arsenico, arsina, benzene, CO 2, CO, solfuro di carbonio, cianuri, dinitrobenzene, piombo, bromuro di metile, tricloroetilene, fosforo, tetracloruro di carbonio, benzina
18 EVOLUZIONE DEL DEFICIT UDITIVO DA RUMORE NEGLI ANNI db a curva audiometrica normale 20 2 a 3 a 4 a ,1 ESPOSIZIONE 1-22 anni o 5-99 anni anni anni anni 2 a -5 a curva sordità progressiva, mai anacusia 0, 0, a
19 IPOACUSIA DA RUMORE Sintomi e caratteristiche audiologiche Vengono distinti 4 stadi di progressione del danno: - prima fase: nei primi -20 gg di esposizione acufeni,lieve cefalea ed intontimento a fine turno, esame audiometrico neg; - seconda fase: assenza di sintomi soggettivi a parte qualche acufene, fase di durata variabile da pochi mesi a molti anni in funzione dell energia sonora assorbita dall orecchio e della sensibilità individuale. Solo l esame audiometrico mostra un innalzamento di soglia zonale di -40 db sui 4000 Hz; - terza fase: il soggetto riferisce di non sentire più il ticchettio dell orologio e di dover aumentare il volume di radio o TV; il deficit audiometrico raggiunge -60 db sui 4000 Hz; - quarta fase: il soggetto prova difficoltà ad udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro e chiede loro di aumentare il tono della voce; avverte i suoni come distorti o fastidiosi a causa del fenomeno del recruitment = il suono della conversazione è udito ma il significato delle parole non è compreso come ascoltare una radio mal sintonizzata, ciò dovuto alla sofferenza delle cellule ciliate esterne
20 Percentuali di rischio in funzione degli anno di esposizione per diversi valori del livello sonoro equivalente (ISO 1975) % db 5 db 0 db 95 db 90 db 85 db db anni di esposizione
21 IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO evento acustico di elevata intensità (scoppio, esplosione ) lesione più frequentemente monolaterale (la testa fa da schermo proteggendo l orecchio controlaterale) dolore lacerante all orecchio, senso di stordimento, acufeni fischianti continui all esame otoscopico membrana timpanica congesta o lacerata con fuoriuscita di sangue all esame audiometrico il trauma acustico è caratterizzato da un ipoacusia o di tipo misto, percettivo e trasmissivo, o di tipo pecettivo puro ad insorgenza brusca
22 EFFETTI EXTRAUDITIVI DEL RUMORE Sono gli effetti del rumore sugli organi ed apparati controllati dal SNA e sono di due tipi: 1.risposta di allarme è una risposta neurovegetativa rapida ad uno stimolo sonoro intenso e di breve durata. La durata e l intensità non dipendono dal livello sonoro né dal tempo di persistenza dello stimolo. Si manifesta con frequenza cardiaca e respiratoria.. pressione arteriosa, vasocostr.. periferica vasodilatazione circolo cerebrale secrezione e motilità gastrica sudorazione, dilatazione pupillare escrezione adrenalina e noradrenalina
23 a carico del sistema nervoso sistema nervoso: insonnia, astenia generalizzata, cefalea, facile irritabilità, angoscia, ansia, depressione, aumento aggressività. 2.risposta neurovegetativa è una risposta lenta e può seguire alla risposta di allarme, determinata da stimoli intensi e prolungati nel tempo. La sua entità è in funzione del livello sonoro dello stimolo e dura quanto lo stimolo. Si manifesta a carico dell apparato cardiocircolatorio - per esposizioni a livelli superiori a db: vasocostrizione periferica proporzionale all intensità dello stimolo sonoro - per esposizioni a livelli superiori ad 85 db: aumento della pressione sistolica e diastolica; a carico dell apparato gastroenterico - per esposizione a rumori di intensità di 95 db: aumento della motilità e della secrezione gastrica;
24 1. Ambiente di esecuzione 2. Strumentazione 3. Momento di esecuzione 4. Modalità di esecuzione 5. Periodicità
25 1.Ambiente di esecuzione: In assenza della cabina, l esame deve essere eseguito in ambiente con precisi requisiti di silenziosità: Banda di ottava Livelllo di pressione sonora(dba dba) (OSHA 1973) ISO
26 3. Momento - 0 di esecuzione 60 condizioni di riposo 80 acustico: almeno ore dalla cessazione dell esposizione a rumore; condizioni di fatica uditiva: dopo dall esposizione e almeno 2 ore dopo l entrata nell ambiente rumoroso. SOGLIA UDITIVA (DB) FREQUENZE (Hz( Hz)
27 4. Modalità di esecuzione L esame è finalizzato alla determinazione del livello di soglia uditiva - per via aerea (2, 0, 00, 00, 4000, 6000, 8000 Hz); - per via ossea (0, 00, 2000, 00, 4000 Hz).
28 Classificazione Classificazione MERLUZZI MERLUZZI- PIRA PIRA-BOSIO BOSIO (2002) (2002) 1a 1a 0 2a 2a 2b 2b 3a 3a 2c 2c b h f l a c g i d e
29 3b - - 3c a - 4b c - 5a
30 a 6a 5c 5c 5b 5b
31 Finalità del controllo audiometrico 1. Individuazione dei soggetti portatori di danni uditivi 2. Individuazione dei soggetti predisposti a sviluppare una ipoacusia da rumore 3. Messa in atto di provvedimenti medico-legali 4. Acquisizione di dati per completare la conoscenza del rischio 5. Sistema di verifica della validità dei mezzi adottati per ridurre la rumorosità ambientale
32 FINE
33 2. Strumentazione: Metodi soggettivi Audiometria tonale liminare Audiometria tonale sopraliminare Audiometria vocale Audiometria automatica Metodi oggettivi Impedenzometria Audiometria S.V.R. a risposte A.B.R. Elettriche E.Co.G
34 AUDIOMETRIA TONALE L audiometria tonale è l esame più importante nello studio della funzione uditiva perché permette di determinare la soglia uditiva (minima intensità sonora percepita alle varie frequenze) per via aerea e per via ossea mediante l invio al paziente di toni puri. Via aerea: toni puri da 2 a 8000 Hz Via ossea: toni puri da 0 a 4000 Hz La normalità della soglia per conduzione ossea depone per una integrità delle strutture cocleari. LIMITE LIMITE: è un esame soggettivo = implica quindi la massima collaborazione da parte del soggetto in esame.
35 AUDIOMETRIA TONALE Deficit percettivo neurosensoriale: Deficit percettivo neurosensoriale: corrispondenza della soglia uditiva per via aerea e per via ossea
36 AUDIOMETRIA TONALE Deficit trasmissivo: compromissione della via aerea, mentre la via ossea è normale Deficit uditivo tipo misto: presenza sullo stesso tracciato di un deficit neurosensoriale e di uno trasmissivo.
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