LA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA

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1 LA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA DELLA CATACOMBA DI DOMITILLA A ROMA ALLA LUCE DELL'EPIGRAPHIC DATABASE BARI. NUOVI ELEMENTI DI RIFLESSIONE A. E. FELLE 1. LA CATACOMBA DI DOMITILLA. Il più esteso cimitero cristiano ipogeo del suburbio di Roma è collocato lungo la via Ardeatina a circa tre miglia dalla cinta delle mura aureliane.

2 L insediamento funerario si articola su due livelli principali, con altri piani in alcuni settori limitati. In nero: livello superiore (piano I) In blu: livello inferiore (piano II) Catacomba di Domitilla, rilievo START-Projekt Die Domitilla-Katakombe in Rom ( cortesia N. Zimmermann, Institut für Kulturgeschichte der Antike der Österreichische Akademie der Wissenschaften, Wien. La catacomba ha origine, come frequentemente accade, da una serie di nuclei indipendenti (tutti salvo uno relative al secondo piano), il cui impianto, con qualche lieve oscillazione, è da assegnare all età severiana o al più tardi entro la prima metà del secolo III.

3 Si tratta di ipogei di carattere privato e familiare, quali quelli cosiddetti dei sarcofagi e dei martiri (nella zona successivamente occupata dalla basilica semipogea dedicata ai ss. Nereo ed Achilleo), quello dei Flavi Aureli (regione M) e dei Flavi (regione P), quello del Buon Pastore (regione D), quello di Ampliato (regione A del livello superiore). Una regione del cimitero, nominata regione dello scalone del 1897 (regioni H-I) presenta invece caratteristiche strutturali tipiche di un area funeraria collettiva, ed è da datare nella seconda metà del III secolo. Solo a partire dall età costantiniana il complesso di Domitilla si configura come unitario e di carattere comunitario, con esiti monumentali tipici del periodo del massimo sviluppo dei cimiteri collettivi dei cristiani: sviluppo di retro

4 sanctos (regioni O, R, S, T), maggiore articolazione di tipologie architettoniche (come il cubicolo detto dei mensores al livello superiore), sepolcrali, epigrafiche (sguardo di sintesi aggiornato in Ph. Pergola, s.v. Domitillae coemeterium, in Lexicon Topographicum Vrbis Romae. Suburbium, II, Roma 2004, , con bibliografia precedente). 2. LA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA DEL CIMITERO (cfr. ICVR, III, Città del Vaticano 1956, edd. A. Silvagni - A. Ferrua, pp ). Essa costituisce un punto di vista privilegiato per l analisi e la definizione degli utenti del complesso cimiteriale. L Epigraphic Database Bari ( permette una indagine complessiva delle 3897 epigrafi del cimitero nel suo insieme, il 15% circa della documentazione dell EDB, che conta attualmente iscrizioni. In questa occasione si è considerata in particolare la documentazione epigrafica del II livello (per un totale di 1630 iscrizioni). Lo strumento permette di ampliare sensibilmente le possibilità d uso dell edizione ICVR, dove è possibile esaminare i documenti secondo un criterio di ordinamento esclusivamente testuale (epigrafi datate, ordine alfabetico per nome del defunto, etc.).

5 3. EPIGRAFIA E TOPOGRAFIA. In EDB è possibile ricondurre rapidamente le iscrizioni alla loro originaria pertinenza alle varie regioni del cimitero, in un ottica topografica ed archeologica; il sistema permette la considerazione dei gruppi così ottenuti da ulteriori punti di vista, come quello della lingua, delle tecniche esecutive, dei supporti. Distribuzione dei documenti nelle regioni del II piano della catacomba. A B Basilica, pressi C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z Ignota o indefinita In rosso le regioni originate dai nuclei più antichi; in celeste quelle con funzioni di retrosanctos che si dispongono

6 attorno alla zona venerata. Come si vede, a questi due insiemi, che topograficamente (cfr. la pianta) non superano la metà dell estensione totale del II piano, sono pertinenti quasi i due terzi del totale delle iscrizioni. La limitata regione T raccoglie la massima concentrazione della documentazione (14%), mentre le molto più estese regioni o- rientali (A, B, C, E: 12, 4%) e meridionali (F, G: 9,3%), risultano complessivamente molto più povere di iscrizioni. 4. LA DISTRIBUZIONE DELLE EPIGRAFI GRECHE è fortemente divergente da quella generale: A B Basilica, pressi C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z Ignota o indefinita

7 Si evidenziano rilevanti concentrazioni nei settori più antichi del cimitero (regioni H-I, D, M) ma soprattutto nelle loro immediate derivazioni, rispettivamente F ed L. Da notare la scarsità della documentazione greca nei settori settentrionali, quelli più vicini al centro di venerazione martiriale: si osservi ad esempio la situazione della regione T che, pur avendo il maggior numero di documenti in generale, raccoglie soltanto il 3% della documentazione greca. 5. LE TECNICHE ED I SUPPORTI Offrono un efficace punto di vista per cogliere ulteriori differenziazioni tra le varie regioni del cimitero II A B Bas.C D E F G H I L M N O P Q R S T U Z? piano Incise su marmo Sarcofagi Mosaico Dipinte su marmo Dipinte su intonaco Dipinte su laterizi A carbone A sgraffio su marmo A sgraffio su laterizi A sgraffio su intonaco Su malta fresca di chiusura Indefinite

8 Nel grafico precedente e nei due seguenti è presentata l incidenza in percentuale delle varie tecniche esecutive (elencate partendo da quelle più elaborate per finire alle più semplici) sul totale dei documenti delle singole regioni, rispettivamente: a) dell insieme delle iscrizioni; poi disaggregato tra b) epigrafi latine e c) epigrafi greche II A B Bas. C D E F G H I L M N O P Q R S T U Z? piano Incise su marmo Sarcofagi Mosaico Dipinte su marmo Dipinte su intonaco Dipinte su laterizi A carbone A sgraffio su marmo A sgraffio su laterizi A sgraffio su intonaco Su malta fresca di chiusura indefinite II A B Bas. C D E F G H I L M N O P Q R S T U Z? piano Incise su marmo Sarcofagi Mosaico Dipinte su marmo Dipinte su intonaco Dipinte su laterizi A carbone A sgraffio su marmo A sgraffio su laterizi A sgraffio su intonaco Su malta fresca di chiusura indefinite

9 5.1. Tralasciando il dato della ovvia prevalenza generale delle iscrizioni incise su marmo, un primo elemento da rilevare è la generale rilevante presenza delle iscrizioni tracciate sulla malta di chiusura dei loculi (in giallo), che in media sono il 17% della documentazione; nella regione N, a sud del centro martiriale, esse superano in percentuale le epigrafi su marmo, mentre nella regione T, uno dei retrosanctos, raggiungono il 36% del totale (a fronte del 54% delle epigrafi incise su marmo) Un secondo dato da evidenziare è la marcata differenziazione tra documentazione greca e latina (quest ultima riflette sostanzialmente il profilo generale, evidenziato nel primo grafico). A fronte di una compresenza di molteplici tecniche esecutive per le epigrafi latine, quelle greche sono realizzate praticamente tutte su marmo, con scarse eccezioni in alcune regioni del cimitero (E, F, M, N, O, R, T), rispettivamente di diverso peso quantitativo Un terzo punto di riflessione: nelle diverse zone del cimitero le varie tecniche esecutive sono presenti in modo disomogeneo. La disomogeneità, oltre che nel numero di tecniche presenti nelle diverse regioni (da una U, Z- a sette: M, T), si evidenzia soprattutto nella maggiore o minore concentrazione di testimonianze di determinate modalità di realizzazione delle iscrizioni. Le due regioni M e T, l una tra le più antiche del cimitero, l altra un più tardo retrosanctos, presentano attestazioni di sette diverse tecniche esecutive, distribuite molto diversamente (nella prima è assoluta la prevalenza del marmo, al 91%; nella seconda il quadro è molto più variegato).

10 La maggiore o minore diversificazione delle tecniche esecutive e dei supporti non è comunque necessariamente connessa al numero dei documenti pertinenti una determinata regione: infatti, nelle regioni H-I, che hanno restituito il maggior numero di epigrafi greche, queste sono tutte incise su marmo; viceversa, tecniche esecutive diverse ricorrono laddove (come nelle regioni N, O, R, T, sviluppatesi a partire dall età costantiniana) iscrizioni in greco sono presenti in bassissima quantità. 6. TECNICHE, MAESTRANZE E COMMITTENTI. Le tecniche ed i supporti epigrafici della documentazione del cimitero di Domitilla sono evidentemente elementi connessi al livello socio-economico degli utenti e delle maestranze operanti nelle diverse regioni del complesso Incise su marmo Sarcofagi Mosaico Dipinte su marmo Dipinte su intonaco Dipinte su laterizi A carbone A sgraffio su marmo A sgraffio su laterizi A sgraffio su intonaco Su malta fresca di chiusura T S R Q P O N M L I H G F E D C B Bas. A

11 Quest ultimo grafico, nel quale colori diversi distinguono i diversi insiemi di regioni del II piano del cimitero (regioni più antiche; sviluppi di quarto secolo; regioni periferiche; retrosanctos) evidenzia nelle regioni più vicine al centro di venerazione martiriale (O, Q, R, S, T e basilica) un fenomeno di maggiore polarizzazione verso i due estremi delle iscrizioni incise su marmo e quelle tracciate sommariamente sulla calce fresca di chiusura dei loculi (iscrizioni cosiddette a nastro ). Eccezione a questo quadro è rappresentato dal retro sanctos T, evidentemente frequentato da utenti (e maestranze), di potenzialità economiche e tecniche anche molto diverse. Una gamma più articolata, anche se appare sempre più marcata la scelta degli utenti in favore di tecniche più povere, compare nelle regioni centrali e periferiche (si veda in particolare la regione C). Le regioni di origine precostantiniana (D, H-I, M, P), presentano scarsissime attestazioni di tecniche esecutive diverse da quelle dell incisione su marmo: la regione P (l ipogeo cd. degli Aureli) è l unica escludendo ovviamente la basilica - a non presentare nemmeno un caso di iscrizione cosiddetta a nastro. 7. CONCLUSIONI. Si delinea quindi un quadro di forti disomogeneità e di parallela rilevante caratterizzazione dei vari quartieri del cimitero, come già evidenziato in recenti studi fondati su basi documentarie diverse da quella epigrafica: cfr. D. Nuzzo, Tipologia sepolcrale delle catacombe romane. I cimiteri ipogei delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia (= B.A.R. Int. Ser. 905), Oxford 2000; N. Zimmermann, Werkstattgruppen römischer Katakomben-

12 malerei (= Jahrbuch für Antike und Christentum, Ergänzungsband 35, Münster 2002). Nelle regioni d impianto più antico (D, H-I, M, P) risalta un più forte richiamo alle prassi tecnico-esecutive tradizionali dell epigrafia romana classica, mentre negli sviluppi successivi (F, G, L, N) si riscontra una gamma maggiormente diversificata, immagine di una utenza media, di vario livello economico. Nei retrosanctos (O, R, S, T) si verifica una serrata compresenza di epitaffi di alto e basso livello, esito della comune esigenza di sepolture presso i luoghi venerati. Nei nuclei infine più periferici (A, B, C, E), il generale limitato ricorso al medium epigrafico dimostra uno scarso interesse per la memoria scritta che trova riscontro anche nella bassa qualità tecnico-esecutiva dei documenti, realizzati presumibilmente da maestranze di preparazione sempre più improvvisata ed extra-officinale. L immagine emersa da questo primo saggio d indagine attraverso EDB conferma l opportunità di rivedere il concetto di catacomba come entità monolitica (derivato dal suo essere tradizionalmente considerata un cimitero comunitario). Piuttosto, la definizione di cimitero collettivo, cui si è recentemente giunti (cfr. Origine delle catacombe romane. Atti della giornata tematica dei Seminari di Archeologia Cristiana [Roma, 21 marzo 2005], a c. di V. Fiocchi Nicolai e J. Guyon, Città del Vaticano 2006), sembra sia maggiormente efficace e più aderente alla realtà storica.

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