PROPOSTE DI CONCORDATO PREVENTIVO AFFIDATA ANCHE AI CREDITORI. I NUOVI COMPITI DEL COMMISSARIO GIUDIZIALE E LA FLESSIBILITA DELLE PROPOSTE

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2 Jobs Act: i controlli a distanza Il 4 settembre scorso sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, quasi 20 giorni più tardi, i decreti attuativi del Jobs Act, il Decreto Legislativo del 14 settembre 2015, n. 151, recante Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità. Unitamente agli altri decreti attuativi del progetto di riforma del lavoro, questo testo affronta, in particolare, l aggiornamento di un insieme di regole e procedure alla luce delle innovazioni tecnologiche intervenute nei modelli e nei contesti aziendali lavorativi e produttivi. L art. 23 del decreto suddetto, risulta di particolare importanza in quanto ha apportato un notevole cambiamento di rotta alla normativa che regola gli strumenti che permettono un controllo a distanza dell attività lavorativa da parte del datore, modificando l art. 4 della legge 20 maggio 1970, n Il fine della modifica è quello di far conciliare la libertà di iniziativa economica dell imprenditore, con il diritto dei dipendenti a non subire un monitoraggio a distanza, sia fisico che temporale, dell attività lavorativa prestata, altresì nel rispetto della riservatezza di questi ultimi. Ecco che si rende necessaria una analisi sotto i profili privacy e giuslavoristico di tutti quegli strumenti che, quotidianamente, costituiscono ormai parte integrante della vita aziendale come gli smartphones, i tablet, i sistemi che permettono la geolocalizzazione,etc. Il vecchio articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori: L articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori prima della riforma stabiliva al primo comma: È vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. Il divieto trovava una eccezione al secondo comma, dove era stabilito che gli impianti potevano essere usati soltanto per esigenze: - organizzative e produttive; - connesse alla sicurezza del lavoro. In tali casi, però, il datore doveva, prima di procedere con l instaurazione, richiedere il previo accordo con le Rappresentanze Sindacali presenti in Azienda

3 o, in caso di mancato accordo o assenza delle stesse, l autorizzazione della DTL territorialmente competente. Il nuovo articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori: a) Comma 1: la novità relativa alla tutela del patrimonio Nella nuova versione dell Art. 4 il contenuto espresso dal primo comma della versione originaria non è stato riportato. E viene altresì modificato il riferimento agli impianti e apparecchiature di controllo che vengono inquadrati ora come impianti audiovisivi e altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo. Si pensi in quest ultimo caso alle APP o agli MDM (Mobile Devide Management) che possono comportare geolocalizzazione, oltre alle funzioni prestazionali per le quali vengono installate. Sussiste una introduzione anche in merito alle finalità sulla base delle quali possono essere impiegati gli impianti audiovisivi ed altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. L originario Articolo 4 prevedeva la loro adozione esclusivamente per esigenze organizzative e produttive ovvero per la sicurezza del lavoro; oggi il legislatore ha aggiunto anche l ipotesi di tutela del patrimonio aziendale. Questa novità rappresenta certamente un nuovo capitolo sul tema dei c.d. controlli difensivi fino ad oggi rimesso alle sedi giudiziali. I controlli funzionali alla tutela del patrimonio aziendale sono quelli diretti all accertamento di comportamenti illeciti o al monitoraggio di tentativi di lesione del patrimonio aziendale. Tale tutela era, sempre nella giurisprudenza, concessa solo qualora le ragioni dei datori di lavoro fossero state considerate validamente sostenibili a fronte di avvenute violazioni o rischi certi per la salvaguardia dei beni e dei locali aziendali. Oggi, invece, la scelta è rimessa alla discrezionalità del datore di lavoro che potrà quindi istallare gli strumenti audiovisivi o di controllo indipendentemente dalla sussistenza concreta di un pericolo imminente. Resta invariata la procedura di accordo in sede sindacale oppure, in mancanza, di autorizzazione rilasciata dalla direzione territoriale del lavoro su istanza del datore di lavoro. b) Comma 2: eccezione alla regola Al secondo comma viene precisato che la disposizione di cui al primo comma non si applica:

4 - agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa; - agli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze. c) Ma quali sono gli strumenti per rendere la prestazione lavorativa? Il Legislatore non utilizza termini quali necessari o indispensabili per rendere la prestazione lavorativa. Questo rende più complesso focalizzare quali siano i casi a cui poter applicare il secondo comma. Potremmo pensare che l assenza dei termini suddetti sia volontaria: in questo caso sarebbe particolarmente valorizzato all interno dello Statuto dei Lavoratori il concetto di discrezionalità della parte datoriale, che sembrerebbe liberamente poter individuare gli strumenti che possano rendere la prestazione, anche laddove comportino un controllo a distanza. Questo ovviamente snaturerebbe la ratio delle norme poste nello Statuto che, per l appunto, dovrebbero essere a tutela del lavoratore. Possiamo dunque ritenere che per poter individuare quando non applicare il primo comma, ma il secondo, occorrerà valutare di volta in volta la tipologia di strumento, da verificare facendo riferimento al core business dell azienda ed all incidenza sulla prestazione lavorativa, partendo dal presupposto che comunque le finalità di cui al primo comma debbano sempre sussistere affinché possano essere adottati strumenti che comportino anche controllo a distanza (quindi adozione per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale). Tra gli strumenti che potranno essere utilizzati dal datore di lavoro senza vincolo, si ritrovano quelli che effettuano la registrazione degli accessi e delle presenze del lavoratore. d) Comma 3: in ogni caso è doveroso il rispetto del D. Lgs. 196/2003 L articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori si conclude subordinando l utilizzabilità dei dati raccolti per fini connessi al rapporto di lavoro mediante i sistemi previsti dai due commi precedenti, al rispetto delle prescrizioni di informazione con un richiamo esplicito al Decreto Legislativo 196 del 2003, il cosiddetto Codice Privacy. La possibilità di controllo dell attività lavorativa comporta, infatti, l acquisizione di informazioni sull attività del lavoratore da parte del datore di lavoro, che possono anche essere suscettibili di valutazioni, per esempio di natura disciplinare. Il datore di lavoro che voglia pertanto poter utilizzare i dati raccolti è obbligato, prima di acquisire le informazioni rilevate dagli strumenti, a fornire idonee ed

5 adeguate informazioni sulle modalità di uso degli strumenti e dei consequenziali controlli effettuati. Conclusione Il nuovo testo dell art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, se da un lato ha introdotto una connessione tra lo Statuto stesso e le nuove tecnologie, dimostrando di prendere coscienza dell evoluzione che le aziende hanno ormai già affrontato da tempo, dall altro pone ancora interrogativi non indifferenti. Possono essere infatti molteplici e variegate le opportunità interpretative e gli scenari applicativi che potranno andare incontro a posizioni giurisprudenziali non sempre coincidenti. Intanto, le società sono chiamate ad analizzare gli strumenti di controllo oggi utilizzati, quelli sui quali vorranno investire e le modalità per accertare la congruità normativa rispetto al nuovo dettame e procedere, nel caso, alla modifica del regolamento informatico interno che, a seguito della riformulazione dell Art. 4, potrà essere oggetto di revisione. Avv. Valentina Frediani Founder Colin & Partners

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