Approccio educativo-didattico: Integrazione scolastica e strategie di intervento
|
|
- Vito Sole
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Approccio educativo-didattico: Integrazione scolastica e strategie di intervento Avere un alunno con autismo pone la scuola di fronte alla necessità di progettare un intervento adeguato a quel singolo alunno con quelle specifiche caratteristiche. Pone anche la scuola nella necessità di sapere cosa fare, come fare per rispondere in modo adeguato alle necessità di quell alunno Non è una legge che può garantire l integrazione scolastica, ma sono gli atteggiamenti individuali delle persone coinvolte.
2 Fattori ambientali Comportamenti Competenze Credenze Identità
3 Più in profondità c è un livello di credenze cioè ciò in cui noi crediamo e qual è la nostra visione del mondo L identità cioè la nostra storia
4 In alcuni ambiti le visioni più profonde che riguardano le identità e le credenze non si riescono a mascherare Uno di questi ambiti riguarda appunto la disabilità ed in particolare l autismo Le strategie che noi utilizziamo, per essere efficaci, devono quindi basarsi su un profondo convincimento Solo se c è coerenza tra idea e azione il nostro intervento sarà efficace. Le credenze determinano il modo in cui noi guardiamo e vediamo l alunno che abbiamo davanti. Il nostro agire risente fortemente delle nostre credenze
5 L educazione è l incontro di esperienze e di spazi di intervento intenzionali all interno di una realtà definita L esperienza educativa In ogni esperienza educativa si insegna - cultura - a un - alunno- utilizzando - strumenti - in una - comunità sociale - con delle finalità.
6 Le situazioni in cui si trova ad agire un educatore sono molteplici Non tutte le situazioni possono essere predefinite e prevedibili situazioni problematiche casi unici per i quali non sono disponibili linee precodificate di intervento alunni che richiedono attenzioni speciali non ci sentiamo all altezza pensiamo di non avere strumenti adatti Cosa ci permette quotidianamente di agire? Dove troviamo la soluzione? La soluzione è da trovare nel contesto e si concretizza in un fare
7 L agire pratico è quello in cui siamo chiamati a prendere delle decisioni per far fronte alle situazioni indeterminate E un processo di ricerca attraverso il quale si giunge a definire le azioni da attuare per raggiungere un obiettivo
8 E la capacità di capire e decidere il momento in cui attuare un azione educativa per conseguire un risultato E la capacità di leggere criticamente la specificità del contesto per valutare quali sono le risorse e i limiti E fatto di Competenze professionali specifiche Regole generali che definiscono le linee d azione da adottare Chiarimenti diagnostici Indicazioni specialistiche importanti Tecniche di intervento Strumenti adeguati Strategie da utilizzare
9 Buona pratica significa ideazione e progettazione a partire dall esperienza vissuta. Buona pratica è conoscere e saper utilizzare tecniche, strumenti, strategie adeguate all alunno e saperle trasferire su un piano metodologico - operativo Buona pratica è anche pensare e riflettere sull esperienza
10 DEFINIZIONE DEL DISTURBO DSM IV L Autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo caratterizzato da: Compromissione qualitativa dell interazione sociale Compromissione qualitativa della comunicazione e del linguaggio Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati Caratteristiche spesso osservabili a scuola sono anche l iperattività, i disturbi dell attenzione, comportamenti aggressivi, disturbi delle funzioni esecutive, la capacità di adattarsi all ambiente, lo scambio, le abilità cognitive, isole di eccezionali abilità, ecc.
11 I diversi livelli di abilità e di gravità e le diverse modalità con cui queste compromissioni si manifestano e le interconnessione tra le stesse, portano ad avere profili individuali caratterizzati da molteplici differenze Le differenze individuali vanno conosciute e tenute in considerazione per poter attuare il piano educativo adeguato Non bisogna dimenticare che è un alunno con autismo, ma anche un bambino, un giovane, un adolescente. Comunicazione Verbale- usa la lingua nelle forme colloquiali richieste dal quotidiano, produrre messaggi adeguati al destinatario, saper usare il linguaggio adeguato ai contesti Scritta- richiede competenze varie e complesse: attenzione, concentrazione, evocazione di informazioni e idee, conoscenza del codice linguistico, capacità manuale di riprodurre dei segni, ecc. c è un coinvolgimento totale della persona: corpo, mente, pensieri, occhi. Ci vuole molta energia per mettere in movimento in modo coordinato tutte queste competenze Iconica- immagini, foto o disegni che esprimono significati precisi Mimico gestuale
12 Pur riconoscendo la particolarità di ogni ciclo scolastico esistono elementi comuni che seguono il percorso di integrazione dell alunno con autismo. il percorso Elementi da valutare
13 Fascicolo individuale documenta il percorso scolastico Inizia dalla scuola dell infanzia Deve essere completa: Diagnosi Funzionale- Profilo Dinamico Funzionale- PEI Deve essere diviso in settori chiari Deve essere facilmente consultabile Deve contenere tutti gli elementi necessari per poter dare continuità al percorso precedente Nella scelta della scuola è bene tener conto: Dell ambiente sociale accogliente e inclusivo Dell esperienza Dell ambiente fisico.
14 La scuola materna: svolge nel complesso senza troppe difficoltà il suo compito di integrazione Scuola primaria e scuola secondaria di primo grado: si pongono le basi e si sviluppano le competenze indispensabili per continuare ad apprendere. Inizia l esigenza di svolgimento dei programmi e possono emergere le prime difficoltà. L alunno inizia a correre il pericolo di essere escluso. Negli istituti di secondo grado: aumentano le complessità delle richieste e il rischio esclusione potrebbe essere maggiore, ma.. Anno precedente il passaggio Incontro e confronto fra i: Dirigenti Scolastici, Le figure di riferimento per l integrazione delle due scuole Gli insegnanti della classe in cui verrà inserito l alunno, l insegnante assegnato al sostegno e il collaboratore La famiglia Il servizio sanitario di riferimento La consulente esperta in autismo
15 Anno precedente il passaggio Orientamento Progetto ponte: interventi che favoriscono la continuità educativa tra ordini diversi di scuola: Inizia dopo l iscrizione Tra scuola dell infanzia e scuola primaria e tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado la prima visita è effettuata da tutta la classe E bene prevedere alcune visite successive dell alunno con autismo accompagnato da un insegnante o collaboratore Se già designato è bene prevedere anche l intervento nella scuola frequentata dall alunno dell insegnante di sostegno o collaboratore per una conoscenza diretta dell alunno e delle modalità di integrazione adottate Incontri di informazione e formazione sulle caratteristiche del ragazzo: punti di forza e di debolezza Se il collaboratore lo segue nella nuova scuola è bene prevedere un periodo di compresenza con il nuovo insegnante per favorire la conoscenza
16 Attenzioni della scuola Nella scelta dell insegnante di sostegno e del collaboratore si cercherà di tener conto delle competenze delle varie figure presenti nella scuola e della possibilità di dare continuità al percorso scolastico. Nella formazione della classe si cercherà di inserire un gruppetto di compagni con i quali si è creata una relazione privilegiata. Nella individuazione e predisposizione di uno spazio personale dove mettere anche dei ricordi, dei sostegni, degli agganci con il passato A casa durante l estate: Introdurli o reintrodurli nel concetto di scuola utilizzando modalità adeguate: Confronto orale o scritto immagini, se pensiamo che la rappresentazione visiva aiuti ad affrontare l evento. Trovare agganci con il passato per affrontare il nuovo: mostrare fotografie positive a partire dall anno scolastico passato per passare a quelle della nuova scuola Mettere la foto della nuova scuola sul calendario nel giorno di inizio del nuovo anno scolastico Andare insieme a comperare zaino e materiale necessario Preparare lo zaino assieme
17 Preparare una cartella immagini inerenti al primo giorno di scuola: Alzarsi Colazione Zaino Tragitto Scuola Ritorno a casa E un momento fondamentale per l inserimento dei nuovi alunni Un primo momento sempre organizzato è la presentazione di sé al nuovo gruppo Se non è in grado di presentarsi autonomamente trovare una modalità di presentazione adeguata preparata precedentemente: (portfolio) video, album foto, tabelle, scritto Famiglia, amici Giochi Sport Film Musica Ciò che funziona sono felice quando. Ciò che può costituire un problema entro in ansia quando Modalità di comunicazione
18 Spesso l alunno all inizio di un nuovo percorso scolastico, soprattutto se non ha nessuna figura di riferimento conosciuta, è in ansia L inizio di un nuovo percorso scolastico richiede la capacità di relazionarsi con nuove persone e con nuovi ambienti Non sempre l alunno con autismo è in grado di avviare e gestire contemporaneamente più relazioni Non sempre è in grado di adattarsi immediatamente ai nuovi ambienti Ogni scuola programma attività varie per favorire la conoscenza, l integrazione e lo star bene Serve a facilitare l ingresso nella nuova scuola e a sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente La definizione dei progetti di accoglienza deve essere condivisa da tutto il personale all interno della scuola Nella scuola dell infanzia l accoglienza è personalizzata per ciascun bambino
19 Non attuare progetti, a volte prestabiliti e inseriti nel POF, che possono essere non adatti all alunno con autismo Il passaggio sarà facilitato se, oltre all alunno, nella nuova scuola passa anche il collaboratore all integrazione (mediatore tra l alunno e la nuova struttura) Quando questo non avviene deve essere previsto un periodo da dedicare alla conoscenza reciproca ed all avvio di una relazione Primi giorni di scuola Inizio anno scolastico come tutti i coetanei Conoscenza del nuovo ambiente classe, dei nuovi compagni e dei nuovi insegnanti Avere a disposizione materiale e attività adeguate alle sue capacità e ai suoi interessi e inerenti al progetto di accoglienza predefinito Se è necessario prevedere la presenza di un genitore
20 Avere a disposizione uno spazio tranquillo Prendersi il tempo necessario per conoscersi e avviare una relazione Non metterlo alla prova Avere fiducia in lui Non essere noi in ansia Non avere paura Evitare situazioni a rischio Guardare oltre i comportamenti più manifesti Se è possibile partire dai suoi interessi Proporre attività semplici, ma adatte all età Se necessario, stabilire i tempi di permanenza a scuola dei primi giorni
21 Soggetti dell azione educativa L ambiente scolastico Alunno con autismo Insegnante per le attività di sostegno-collaboratore all integrazione Insegnanti curricolari Compagni di classe Famiglia Referente sanitario Consulente pedagogico specializzato in autismo Atteggiamento di ricerca e di curiosità verso l alunno, le nuove pratiche e i diversi approcci L organizzazione scolastica e di classe deve poter variare in rapporto ai bisogni che mutano. Differenziazione come valore
22 Tutti gli alunni devono trovare le migliori condizioni ambientali e professionali perché ognuno possa sviluppare le sue potenzialità La scuola deve operare in termini di individualizzazione per tutti gli alunni L organizzazione scolastica deve favorire la flessibilità degli itinerari e deve essere in grado di gestire gli eventuali imprevisti. Saper contestualizzare specifiche tecniche sapendo individuare ciò che è compatibile con ciò che non lo è. Trovare un proprio ruolo nell ambiente Essere motivato Essere rispettato Essere percepito come persona con una propria personalità Essere conosciuto Non dobbiamo modificare la persona ma i comportamenti Non dobbiamo togliere tutti i piaceri Trovare equilibrio tra quello che possono fare e quello che sono in grado di sostenere
23 Verificare la varietà di caratteristiche individuali all interno dei seguenti ambiti D.F. P.D.F. Ambito dell interazione Ambito prassico e delle funzioni esecutive Ambito della comunicazione e linguaggio Ambito cognitivo Ambito neuropsicologico Attenzione Memoria Problem solving Abilità metacognitive Ambito percettivo-sensoriale Ambito delle abilità interpersonali e sociali Ambito dell autonomia personale Ambito dell autonomia sociale Ambito del comportamento
24 AREE DI INTERVENTO Area della comunicazione Area del linguaggio e dello scambio Area dell interazione Area dell autonomia Area motoria-prassica - ludica Area didattico disciplinare Seguono il processo di integrazione e : Creano nella classe la situazione migliore Facilitano le relazioni interpersonali Favoriscono la comunicazione Conoscono lo stile cognitivo Aiutano a trovare strategie adeguate alle situazioni Trovano i modi migliori per far emergere le competenze e le abilità Propongono materiali e attività legati all età e alle sue capacità
25 Individuano percorsi adeguati Rassicurano e incitano Individuano e predispongono il contesto migliore per l apprendimento Verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando strategie adeguate Vedono oltre i comportamenti più manifesti Lo guidano a porre attenzione al contesto Aiutano a individuare e risolvere eventuali conflitti Collaborano con la famiglia Collaborano con gli specialisti Sono mediatori tra le varie figure di riferimento Creano una relazione significativa e di alleanza con tutti gli alunni della classe Devono avere una adeguata preparazione Devono saper avviare e sostenere una relazione Devono sapere come fare Devono sapere cosa fare Devono sapere quando fare Devono sapere dove andare
26 Mantengono e promuovono un atteggiamento inclusivo Creano nella classe la situazione migliore Individuano e concordano strategie adeguate Collaborano, verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando strategie adeguate e nel giusto contesto Garantiscono a tutti pari opportunità di successo formativo Collaborano e condividono il progetto dell alunno Collaborano e condividono le attività Programmano attività extracurricolari adeguate a tutti gli alunni Non devono accettare l alunno solo se si dissolve Collaborano con la famiglia Collaborano con gli specialisti I compagni di classe devono conoscere, essere informati e preparati ad accogliere e a relazionarsi con il loro compagno con disturbo autistico Vengono informati : Della problematica autistica Degli aspetti particolari Di alcune manifestazioni conoscere per non spaventarsi Delle modalità comunicative utilizzate dal compagno Delle eventuali stereotipie Dei comportamenti problematici Dei possibili comportamenti aggressivi che spesso rappresentano l unico modo che hanno per comunicare un disagio
27 Si incoraggeranno a: Attivare rapporti di amicizia, solidarietà, di interazione e di cooperazione Vedere oltre la disabilità Creare curiosità e voglia di conoscere Non mandare messaggi assistenzialistici o pietistici Aiutare il compagno senza sostituirsi a lui Vedere oltre i comportamenti manifesti Relazionarsi con lui anche se apparentemente sembra non essere coinvolto Non spaventarsi di fronte a comportamenti aggressivi
28 Incontro scuola- famiglia prima dell inizio di ogni nuovo percorso scolastico Rispetto e confronto sulle scelte Il rapporto deve basarsi sulla fiducia e la collaborazione Trovare una mediazione tra le aspettative dei genitori, la realtà della classe e le competenze dell alunno Colloqui frequenti La scuola non deve rimandare sempre un immagine problematica dell alunno
29 La complessa sintomatologia del disturbo autistico pone spesso l insegnante di fronte a una difficoltà di comprensione con la conseguente difficoltà ad intervenire Un insegnante di sostegno o curricolare o un collaboratore non possono essere esperti in tutte le forme di disabilità I referenti sanitari forniscono la diagnosi e danno un supporto importante al funzionamento che deve essere poi tradotto in attività quotidiane
30 Collabora con la scuola Nell analisi della diagnosi funzionale o delle valutazioni fatte da centri specializzati in modo da trasformarli in obiettivi e attività concrete adatte per l alunno in quella situazione con quelle risorse in quell ambiente Nell osservazione diretta dell alunno nel contesto scolastico Nella progettazione di attività didattiche e nel delineare gli interventi educativi e le strategie da utilizzare nel lavoro quotidiano Nel fornire competenze specifiche per indirizzare verso l uso di strategie adeguate Nel fornire formazione e supporto alla conoscenza delle varie strategie e modalità di lavoro inerenti a una disabilità così varia e complessa Nel sapersi mettere positivamente in relazione con gli insegnanti, i genitori e gli specialisti
31 E inutile dire che nell azione educativa e didattica è auspicabile una effettiva integrazione delle competenze e delle professionalità
32 Far familiarizzare l alunno con i vari spazi della scuola Quando è necessario predisporre un adattamento degli spazi Si possono modificare gli stimoli ambientali che facilitano l insorgere di comportamenti problematici Il materiale da utilizzare deve essere facilmente accessibile Evitare confusione e disordine Nella scuola materne gli spazi sono già organizzati in modo da essere visivamente chiari La classe Portarlo in classe in assenza dei compagni e fargli conoscere ed esplorare l ambiente Capire quale può essere il posto più adatto a lui: Davanti: se è facilmente infastidito dagli oggetti e dai compagni Dietro: se preferisce avere l ambiente sotto controllo o se ha necessità di muoversi Lontano dalla porta se tende a voler uscire Vicino al muro: se può dargli sicurezza impedendogli facili spostamenti Vicino alla finestra: se il guardare fuori serve a stare meglio in classe Vicino ai compagni che preferisce
33 La comunicazione: verbale e non verbale Il linguaggio: comprensione e espressione L adattamento all ambiente L interazione La capacità di passare da uno stimolo a un altro L imitazione congiunta L imitazione di movimenti fino e grosso motori L imitazione di azioni con oggetti L imitazione di suoni e di parole Le autonomie personali e sociali La capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo La capacità di utilizzare autonomamente il materiale necessario La capacità di preparare il materiale La capacità di controllare il comportamento
34 L esecuzione spontanea L esecuzione su richiesta L indicare spontaneamente L indicare autonomamente su richiesta L indicare con la facilitazione Il corpo in movimento Le funzioni esecutive Attenzione e attenzione condivisa Memoria Memoria e capacità di apprendimento Apprendimento e applicazione delle conoscenze Raggruppare Comparare Esplorare Contare Ordinare Manipolare Giocare
35 Scarabocchiare Disegnare Scrivere Leggere Comprendere Stile cognitivo Le disarmonie cognitive Abilità di studio Iperattività Passività Stati d ansia I comportamenti problema Auto ed etero aggressività Stereotipie Disturbo sensoriale
36 Definire: Cosa fa da solo Cosa fa su richiesta Cosa fa su imitazione Cosa fa su modello La presenza di iniziativa Come partecipa alle attività Verificare l effettivo livello generale di partecipazione dell alunno con autismo Verificare l effettivo livello di partecipazione dei coetanei Verificare la partecipazione verso le attività che lo interessano Verificare le difficoltà e le barriere che le determinano
37 Con chi: Da solo In condivisione: Con l adulto Con quali educatori che fanno cosa Con quali e quanti bambini Dove Quando e con quale frequenza Con che strutturazione dello spazio In che modo: Completamente indipendente Indipendente ma con materiale preparato dall adulto Con supporto verbale Con supporto fisico Solo in rapporto 1 a 1 Solo in piccolo gruppo assente
38 La programmazione deve partire dall analisi dell organizzazione standard della giornata: Ingresso Passaggi Sequenze Attività Routine esistenti Individuare tutte le attività a cui l alunno può partecipare nel corso della giornata Barriere Competenza comunicativa Competenza sociale Competenza individuale Fattori ambientali Facilitatori Atteggiamento positivo Motivazione Ambiente fisico adeguato Ausili e tecnologie Mediazione e supporto
39 Scelta e strutturazione: Dell attività Degli spazi Dei tempi Del gruppo Scelta di facilitazioni e strategie Partire dalle attività in cui si prevede che il bambino possa avere un margine di successo Partire da attività legate al raggiungimento di obiettivi considerati fondamentali per quell alunno in quel contesto Cogliere gli interessi e partire da quelli Diversificare le attività Suddividere le attività in sequenze di azioni semplici (analisi del compito) e insegnare un azione per volta Proporre nelle attività una complessità progressivamente crescente
40 Prendere spunto dalle attività proposte al resto della classe Adattare le attività proposte alla classe all effettivo livello dell alunno Trovare attività che facilitano le relazioni Diminuire gradualmente la mediazione dell adulto Generalizzare le abilità acquisite: Lavorare in contesti tranquilli in rapporto 1 a 1 e aumentare gradualmente le persone coinvolte una volta appresa l abilità Prevedere se le attività devono essere svolte: Individualmente nell aula Individualmente nell aula con attività adattate o diverse Individualmente in uno spazio predisposto In un piccolo gruppo
41 Adattabilità all ambiente Come si muove nell ambiente Cosa lo attrae Dove svolgere l attività o il compito e perché Facilmente accessibile e idoneo rumorosità, dispersione dell ambiente, luminosità, colori, ecc. Adeguati alle necessità dell alunno Se necessario strutturati Spazio personale: accetta la vicinanza, il contatto Il posto deve favorire il lavoro Il posto deve favorire l osservazione dei compagni Il posto deve favorire la partecipazione e l interazione con i compagni
42 Di attenzione e di tenuta Di adattamento all ambiente Di attivazione Dei tempi necessari alle risposte Definire quando avviene l attività, per quanto tempo Concordare o definire i tempi di permanenza in classe Adeguare l attività ai tempi di attenzione e di tenuta del bambino Informare sempre il bambino dei tempi di lavoro: a voce, con strisce di attività, routine, ecc. Delle sequenze delle varie materie Delle attività programmate Degli insegnanti che si alterneranno Dare tempo per esplorare e conoscere Dare il tempo necessario per riflettere Dare il tempo necessario per attivarsi Dare il tempo necessario per trovare la risposta corretta Dare tempo per permettergli di superare l ansia Aumentare gradatamente i tempi di lavoro Informarlo sempre sulla successione delle attività
43 analizzare gruppo Se e come manifesta interesse verso gli altri Ha iniziativa sociale La presenza di segnali comunicativi Gruppo: I bambini scelti in base a: Disponibilità Competenze specifiche Capacità relazionali Capacità di organizzarsi nel gioco Scelta fatta dal bambino con autismo Quanti devono essere in base : All attività Alle necessità di stimolare la relazione Alla necessità di stimolare le autonomie Al livello di dipendenza Al numero massimo tollerato Sollecitarlo ad osservare i compagni Farlo sentire effettivamente parte di un gruppo
44 L obiettivo è quello di abituarlo a stare in classe prima con la presenza costante di una figura di riferimento E successivamente alcuni momenti da solo Avviare l inserimento con gradualità concordando tempi e modalità con l alunno e con gli insegnanti di classe Usare un linguaggio semplice e chiaro Guida fisica Facilitazione fisica Fare da modello L indicazione Utilizzare schemi Utilizzare immagini Utilizzare simboli Utilizzare il linguaggio gestuale
45 Togliere il materiale non necessario e che può distrarre Dividere le attività in singole azioni e lavorare su una competenza per volta Rendere prevedibile la situazione Fare una richiesta alla volta e dare tempo Gratificare i risultati Se è necessario ignorare comportamenti disturbanti Fiducia nell altro Buona relazione Contesto positivo di scambio e di collaborazione Trovare lo stimolo adeguato che favorisce l attenzione al compito (parola gesto, immagine) Messaggi semplici e chiari Motivazione Trovare le strategie migliori per far emergere le abilità Trovare e utilizzare le strategie migliori per facilitare l apprendimento disciplinare Trovare le strategie migliori per facilitare lo studio
46 Gli obiettivi e le competenze Dopo un attenta analisi di tutti i fattori che determinano e influenzano l alunno nel suo ambiente di apprendimento si passa alla programmazione della fase operativa vera e propria Un progetto di intervento, anche di massima, adatto per tutti gli alunni con autismo è impossibile Nella definizione degli obiettivi è bene tener presente sia gli obiettivi educativi che gli obiettivi didattici Scegliere gli obiettivi individualizzati dopo aver analizzato gli obiettivi della classe e applicare l analisi del compito per adattarli alle caratteristiche dell alunno Gli obiettivi e le competenze Devono essere individuati partendo dai comportamenti osservati nei vari ambiti ed essere funzionali all alunno in rapporto all età e ai requisiti necessari per stare e vivere nel contesto Devono seguire una gradualità partendo dalle abilità e dall età Le attività, nei vari cicli scolastici devono essere scelte in base agli obiettivi di apprendimento e in riferimento ai traguardi per lo sviluppo delle competenze da raggiungere Ricordarsi che deve emergere anche la spontaneità e la persona
47 La nuova organizzazione dei curricoli prevede la programmazione per competenze La programmazione per competenza parte da ciò che l alunno ha dentro e si sviluppa se trova l ambiente adatto Da la possibilità di avere sempre qualcosa da cui partire La competenza è l applicazione di conoscenze e abilità, nonché di emozioni, motivazioni e atteggiamenti adeguati conclusione Un alunno dopo l esame di licenza media Prof. Potremmo andare a fare un viaggio Dove ti piacerebbe andare? Potremmo andare a cercare l ombelico del mondo. Dicono che porti immensamente fortuna. Il percorso da fare è come un viaggio: ci si incontra, si ricerca il materiale, si programma, si parte, si affrontano imprevisti e difficoltà, ma anche sorprese e piaceri. Si può decidere di fare qualche deviazione, di cambiare o adattare i tempi, i mezzi e le strategie adeguandoli alle esigenze o agli interessi che via via emergono. A volte è necessario essere molto caparbi e non arrendersi di fronte a momenti o occasioni complesse, ma si può anche giocare, divertirsi, chiacchierare senza mai però dimenticare le tappe che vogliamo raggiungere. All arrivo saremo sicuramente tutti diversi.
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE FINALITA Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente all
DettagliPREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica
PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,
DettagliGRUPPI DI INCONTRO per GENITORI
Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione
DettagliSCHEDE PROGETTUALI SCUOLA DELL INFANZIA
ALLEGATO 2 PTOF 2016/2019 SCHEDE PROGETTUALI SCUOLA DELL INFANZIA INDICE ACCOGLIENZA CONTINUITÀ SI/SP LINGUA INGLESE ATTIVITA MOTORIA EDUCAZIONE MUSICALE LABORATORIO TEATRALE 1 ACCOGLIENZA Integrazione
DettagliI CAMPI DI ESPERIENZA
I CAMPI DI ESPERIENZA IL SE E L ALTRO sviluppa il senso dell identità personale; riconosce ed esprime sentimenti e emozioni; conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e della scuola, sviluppando
DettagliTOLLO CH -VIA CAVOUR N.2
TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO
DettagliIstituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016
Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo
DettagliDIMENSIONI CRITERI INDICATORI
Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari
DettagliLA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA primo ciclo d istruzione Lo sfondo comune e il quadro normativo Il PEI come strumento di progettazione e di valutazione Isp. Luciano Rondanini LA VALUTAZIONE
DettagliPROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA
PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA INSEGNANTI DI RIFERIMENTO: Scainelli Stefania e Pallotti Alessandra PREMESSA - L INGRESSO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA. L ingresso alla Scuola dell Infanzia è una tappa
DettagliPROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica
ISTITUTO COMPRENSIVO DI SORISOLE Scuole Primarie PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima Matematica Anno Scolastico 2015/ 2016 COMPETENZE : A -NUMERO Comprende il significato dei numeri, i modi per
DettagliGli interventi educativi/abilitativi. Dott.ssa Silvia Chieregato Dott.ssa Emanuela Rocci
Gli interventi educativi/abilitativi Dott.ssa Silvia Chieregato Dott.ssa Emanuela Rocci CHI SIAMO AUTISMO&SOCIETA DIRETTORE SCIENTIFICO DOTT. L.MODERATO METODO SUPERABILITY INTERVENTI ABILITATIVI-EDUCATIVI
DettagliOBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI
ISTITUTO COMPRENSIVO DI BREMBATE SOPRA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO FERRUCCIO DELL ORTO OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI CLASSI PRIME SOCIALIZZAZIONE - PARTECIPAZIONE Primo quadrimestre Si pone nella
DettagliL OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario
L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica
DettagliIL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO
LINEE GUIDA DISABILITÀ ALLEGATO 3 IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO 1. DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
DettagliSostegno e Accompagnamento Educativo
Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione
DettagliScuola Primaria di Marrubiu
Scuola Primaria di Marrubiu SESTANTE 2 Anno scolastico 2007/2008 Page 1 of 6 SOMMARIO MOTIVAZIONI...3 QUALE PROGETTO... 3 FINALITA... 4 OBIETTIVI CON VALENZA ORIENTATIVA...4 PERCORSI FORMATIVI...4 ATTIVITA
DettagliISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO
ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA
Dettagli5. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI
5. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI INTRODUZIONE NORMATIVA I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all istruzione indipendentemente dalla regolarità
DettagliPROGETTO D INCLUSIONE PER ALUNNI CON LO SPETTRO AUTISTICO
Istituto Comprensivo Statale F. FILZI Via Ravenna 15 MILANO PROGETTO D INCLUSIONE PER ALUNNI CON LO SPETTRO AUTISTICO NASCE nel 1996 con l iscrizione di un bambino con autismo e la formazione di alcuni
DettagliALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO PREMESSA Con il presente progetto il nostro istituto vuole offrire agli allievi certificati L.104 del 1992 (sia per gli alunni che intraprendono
DettagliCon il termine programma Teacch si intende l organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord, che prevede una
IL PROGRAMMA TEACCH Con il termine programma Teacch si intende l organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord, che prevede una presa in carico globale in senso sia
DettagliFINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA
I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità
DettagliIl teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco.
Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il laboratorio teatrale è un occasione di scambio e confronto reciproco in
DettagliL AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI
Finalita educativa generale: Favorire l inserimento, promuovere l integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell alunno disabile o in situazione di svantaggio nell apprendimento, nella comunicazione,
Dettagli2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA
2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA Il nostro impianto educativo vuol porre al centro la ricerca del sé nella scoperta della necessità dell altro. Noi siamo tutti gli altri che abbiamo incontrato
DettagliDALLA TESTA AI PIEDI
PROGETTO EDUCATIVO DIDATTICO ANNUALE SCUOLA DELL INFANZIA A. MAGNANI BALIGNANO DALLA TESTA AI PIEDI ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO CORPO Anno scolastico 2013-14 MOTIVAZIONI Il corpo è il principale strumento
DettagliProgetto accoglienza Scuola dell infanzia
Progetto accoglienza Le docenti di scuola dell infanzia del IV istituto comp. G. Verga di Siracusa hanno stilato il progetto accoglienza per i bambini iscritti all anno scolastico 2011/2012 Motivazioni
DettagliIL NOSTRO PERCORSO OPERATIVO (8 comuni del Veneto gruppi di nidi e scuole del infanzia)
IL NOSTRO PERCORSO OPERATIVO (8 comuni del Veneto gruppi di nidi e scuole del infanzia) modalità e mezzi per organizzare il lavoro didattico sull intercultura e sulla fiaba con i bambini, i genitori e
DettagliLa mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it
Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un
DettagliPRIMO BIENNIO CLASSE SECONDA - ITALIANO
PRIMO BIENNIO CLASSE SECONDA - ITALIANO OBIETTIVI MINIMI 1. ASCOLTARE/PARLARE: Ascoltare e comprendere testi orali di diverso tipo. Esprimersi oralmente in modo corretto (e pertinente), producendo testi
DettagliPROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA
PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA EDUCATIVO-PREVENTIVA anno scolastico 2012/2013 Scuola dell Infanzia Don Antonio Dalla Croce Monteforte d Alpone a cura di: Sara Franchi PREMESSA La proposta di questo progetto
DettagliPROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA FINALITA Questo documento contiene informazioni, principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per l inclusione degli alunni
DettagliScuola dell Infanzia Walt Disney anno scolastico 2005/2006
anno scolastico 2005/2006 Progetto recupero. Considerando non sufficienti le ore che il Provveditorato ha destinato ai bambini diversamente abili inseriti nella nostra scuola, le insegnanti di sezione
DettagliIl disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano
Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere
DettagliCOSTRUZIONE DEL CURRICOLO VERTICALE SUL METODO DI STUDIO. FINALITA Favorire il piacere allo studio OBIETTIVI GENERALI
COSTRUZIONE DEL CURRICOLO VERTICALE SUL METODO DI STUDIO FINALITA Favorire il piacere allo studio GENERALI Acquisire un efficace metodo di studio Acquisire una buona autonomia di lavoro a scuola e a casa.
DettagliDSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi
DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace Grazia Mazzocchi Faenza 25 Febbraio 2015 Centro Territoriale di Supporto per le disabilità Http://cts.w.istruzioneer.it/ DSA e normativa di
DettagliPROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA PREMESSA L Istituto opera con particolare attenzione per l integrazione degli alunni disabili, favorendo la socializzazione, l acquisizione di autonomia
DettagliMonitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete
Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza
DettagliSCUOLA DELL INFANZIA DI ALSENO
SCUOLA DELL INFANZIA DI ALSENO PROGETTO ACCOGLIENZA MOTIVAZIONE L Ingresso alla Scuola dell Infanzia costituisce l inizio di un nuovo cammino, che vede il bambino il più delle volte alla sua prima esperienza
DettagliProgetto Comes, sostegno all handicap
TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,
DettagliIstituto di Istruzione Superiore Pudente-Pantini Vasto (CH)
Istituto di Istruzione Superiore Pudente-Pantini Vasto (CH) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Anno Scolastico / Cognome Nome nato a in data residente a provincia Via Telefono Indirizzo Classe Sezione Sede
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA
ANNO SCOLASTICO 2014/2015 PROGETTO ACCOGLIENZA Scuole dell infanzia dell Istituto Comprensivo di S. Stino di Livenza Progetto pluriennale Nel passaggio da casa a scuola ci sono braccia che lasciano andare,
DettagliIndicazioni nazionali per il curricolo
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione a cura di Valentina Urgu per l I.C. Monastir L ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO Indicazioni quadro di riferimento
DettagliProgrammazione annuale gruppo di apprendimento bambini anni 3 A. S.2013-2014
SCUOLA DELL INFANZIA DI TAVULLIA NASCONDINO Programmazione annuale gruppo di apprendimento bambini anni 3 A. S.2013-2014 INTRODUZIONE MOTIVAZIONE Le insegnanti referenti del gruppo dei bambini di tre anni
DettagliPsicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice
INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------
DettagliProgetto Teatro. (laboratorio teatrale)
Progetto Teatro (laboratorio teatrale) A.G.I.A.D. fa teatro Finalità ed obiettivi A chi è rivolto L opera teatrale : Il mago delle formiche giganti La scelta Le finalità A chi si rivolge Aspetto educativo
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA
Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini Anno Scolastico 2015-2016 PROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA Motivazione: Necessità di accogliere i bambini in modo personalizzato e di farsi carico delle
DettagliUMAGO ARALDICA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEL BAMBINO
UMAGO ARALDICA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEL BAMBINO Scuola materna italiana Girotondo Umago Educatrici: Jelena Mrak e Roberta Lakošeljac Umago, maggio 2016 PREMESSA Il concetto astratto di tempo è un concetto
DettagliPercorso accoglienza Istituto comprensivo Martiri della libertà Zocca Scuola infanzia statale di Montombraro
Percorso accoglienza Istituto comprensivo Martiri della libertà Zocca Scuola infanzia statale di Montombraro Insegnante: Monzali Laura E-mail: maternamontombraro@ic-zocca.it Il percorso si è basato sul
DettagliPROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.
PROGETTARE UNA GITA Prima di dare avvio al percorso è opportuno condividere con gli alunni tutto il progetto ed eventualmente modificare alcuni elementi in rapporto alla discussione. Gli alunni devono
DettagliProgetto LABORATORIO TEATRALE Scuola Primaria Rognoni Sozzago (a. s. 2015/2016)
Progetto LABORATORIO TEATRALE Scuola Primaria Rognoni Sozzago (a. s. 2015/2016) Premessa La drammatizzazione è la forma più conosciuta e diffusa di animazione nella scuola. Nell'uso più comune con il termine
DettagliSCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15
SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15 PREMESSA I primi giorni di scuola segnano per i bambini e le famiglie l inizio di un tempo nuovo : un tempo carico di aspettative ma
DettagliPROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9
DettagliDisturbi Specifici dell Apprendimento
Disturbi Specifici dell Apprendimento Nuove norme in materia di segnalazione Intervento al collegio del 07/05/2013 Prima della legge 170 Una serie di circolari che mirano all inclusione scolastica riconoscendo
DettagliPSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare
PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare Sottogruppo coordinato da Fortunata Capparo (verbale 2 incontro - 18 /11 2002) L ispettore Gandelli ha iniziato l incontro
DettagliScuola dell Infanzia San Francesco
Scuola dell Infanzia San Francesco 1 PROGETTO ACCOGLIENZA FINALITA L obiettivo del progetto è di rendere piacevole l ingresso o il ritorno a scuola dei bambini, superare quindi serenamente la paura della
DettagliIl Modello SIFne: il contesto educativo
CONVEGNO NAZIONALE SULL AUTISMO Trento, 20-21 maggio 2011 Il Modello SIFne: il contesto educativo di Simona Bossoni - Maurizio Brighenti 1 Modello di intervento educativo Elaborazione di un progetto educativo
DettagliFINESTRE INTERCULTURALI
Scuola Classe 1C FINESTRE INTERCULTURALI DIARIO DI BORDO 2013 / 2014 IC Gandhi - Secondaria di primo grado Paolo Uccello Insegnante / materia lettere Data Febbraio Durata 4h TITOLO DELLA FINESTRA INTERCULTURALE
DettagliAttività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli.
DOCUMENTAZIONE Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. Attività di elaborazione, raccolta, organizzazione e diffusione di documenti.
DettagliIL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.
IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi
DettagliCRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA
CLASSI seconde CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA LINGUA ITALIANA l alunno utilizza in maniera appropriata il codice linguistico per descrivere, narrare argomentare. si esprime in modo
DettagliSCUOLA PRIMARIA CLASSI 2^ - 3^ - 4^ - 5^ CLASSE PRIMA ANNOTAZIONI TUTTI I PLESSI 14/09 9,00 12,00 8,30 12,00
SCUOLA PRIMARIA PREMESSA I primi giorni di scuola per i bambini non solo delle classi prime rappresentano un esperienza significativa, densa di attese, di emozioni e, talora, di ansia. La scuola deve impegnarsi,
DettagliPROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI DISABILI
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE A.COSTA Scuola dell infanzia G.B.Guarini Scuole primarie A.Costa G.B.Guarini A.Manzoni Scuola Secondaria di I grado M.M.Boiardo - Sezione Ospedaliera Sede: Via Previati, 31
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE
ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE Ferraro Adele Anno Scolastico 2013 2014 ATTIVITA di Continuità educativo - didattica Accoglienza PROGETTO Conoscere per
DettagliPROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO
in collaborazione con il Comune di Gubbio, la Caritas Diocesana, con il contributo del M.I.U.R.(Art.9 del C.C.N.L.Comparto Scuola 2002/2005) e della Regione Umbria, L.R.18/90. PROGETTO DI INTEGRAZIONE
DettagliPer la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003)
Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Scuola Dirigente Scolastico
DettagliUNITÀ DI APPRENDIMENTO A SCUOLA DI REGOLE
ISTITUTO COMPRENSIVO PIETRO VANNUCCI SCUOLA DELL INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA - SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO 06062 Città della Pieve (PG) Via Marconi, 18 Tel. 0578/298018 Fax 0578/2987 E-mail: pgic82100x@istruzione.it
DettagliAccoglienza CHI BEN COMINCIA...
Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Anno scolastico 2010/2011 Osservazioni della Commissione L accoglienza è un percorso che ha come finalità: La formazione di un gruppo di lavoro (clima idoneo all apprendimento)
DettagliTECNOLOGIA SCUOLA PRIMARIA
ISTITUTO COMPRENSIVO RIVA 1 PIANO DI STUDIO DI ISTITUTO TECNOLOGIA SCUOLA PRIMARIA PREMESSA Secondo le Linee Guida per l elaborazione dei Piani di Studio Provinciali (2012) la TECNOLOGIA, intesa nel suo
DettagliProgetto di Continuità Educativa Nido Scuola dell Infanzia. Rametto Carletto
Progetto di Continuità Educativa Nido Scuola dell Infanzia Rametto Carletto Anno educativo 2015 2016 Le esperienze sono mattoncini che formano le fondamenta della tua casa dove costruirai non solo i muri,
DettagliMI ASCOLTO, TI ASCOLTO... CI ASCOLTIAMO.
MI ASCOLTO, TI ASCOLTO... CI ASCOLTIAMO. Percorso di educazione all ascolto Classi seconde scuola primaria Rosmini Anno scolastico 2009/2010 La principale difficoltà riscontrata negli alunni dall'intero
DettagliAllegati al POF ALLEGATO 1: PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI L'IMPORTANZA DI UN PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
Allegati al POF ALLEGATO 1: PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI L'IMPORTANZA DI UN PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA L'adozione di un Protocollo di Accoglienza consente di attuare in modo operativo
DettagliChi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981
Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire
Dettaglicentro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi.
centro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi. PERCHÈ LA MEDIAZIONE FAMILIARE Nella storia della coppia la separazione, anche se non prevista, qualche volta è inevitabile.
DettagliPROGETTO "Diversità e inclusione"
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO ISTITUTO COMPRENSIVO CERVARO Corso della Repubblica, 23 (Fr) Tel. 0776/367013 - Fax 0776366759 - e-mail:fric843003@istruzione.it
Dettagli3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI ANNO SCOLASTICO 2005/2006
Scheda allegato A) 3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI PROGETTO PER L INTEGRAZIONE DI ALUNNI STRANIERI NELLA SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Premessa La scuola si fa portavoce dei valori fondamentali
DettagliLABORATORIO DI ANIMAZIONE TEATRALE TEATRO DEI GENITORI
LABORATORIO DI ANIMAZIONE TEATRALE TEATRO DEI GENITORI Anno scolastico 2013/2014 PREMESSA Negli ultimi anni il rapporto scuola-famiglie è notevolmente mutato. I genitori sentendosi, a giusta ragione, parte
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014
Articolazione dell apprendimento Dati identificativi ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014 Titolo significativo Risolvere i problemi Insegnamenti coinvolti
DettagliLA MOLTIPLICAZIONE IN CLASSE SECONDA
LA MOLTIPLICAZIONE IN CLASSE SECONDA Rossana Nencini, 2013 Le fasi del lavoro: 1. Proponiamo ai bambini una situazione reale di moltiplicazione: portiamo a scuola una scatola di biscotti (. ) e diamo la
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro
DettagliRUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI
INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104
DettagliQUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14
QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO G. B. MAZZONI PRATO SCUOLA DELL INFANZIA STATALE IL CAMPINO
ISTITUTO COMPRENSIVO G. B. MAZZONI PRATO SCUOLA DELL INFANZIA STATALE IL CAMPINO Il Progetto Inserimento è rivolto a tutti bambini nuovi iscritti alla scuola dell infanzia e soprattutto ai bambini di tre
DettagliSCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA METODO DI STUDIO
SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA METODO DI STUDIO Quotidianamente gli insegnanti operano per fornire ai propri studenti strumenti e strategie per acquisire un efficace metodo di studio al fine di aiutarli
DettagliQuando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI
Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Le difficoltà emotivo-relazionali in ambito evolutivo Tutti quei segnali di disagio e di sofferenza, che coinvolgono la dimensione emotiva e
Dettaglicoinvolgimento di tutti gli educatori (insegnante di classe, di sostegno, assistenti educatori)
FINALITA EDUCATIVA GENERALE: Favorire l inserimento, promuovere l integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell alunno disabile o in situazione di svantaggio nell apprendimento, nella comunicazione,
DettagliPROGETTO INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI 2010/2011
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE ALDA COSTA Scuola secondaria di I grado M. M. Boiardo PROGETTO INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI 2010/2011 Referente : prof.ssa Roberta Michelini Obiettivo generale Rispondere ai
DettagliLaura Viganò 13.12.10
LA SCUOLA dell INFANZIA UN CONTESTO PREDISPOSTO ALL INCLUSIONE Laura Viganò 13.12.10 Alcune caratteristiche proprie della scuola dell infanzia, se riconosciute e condivise dall intero collegio docenti,
DettagliImparare facendo. Imparare collaborando
Imparare facendo Imparare collaborando La conoscenza non può essere considerata principalmente qualcosa che la gente possiede in qualche luogo della testa, ma qualcosa che la gente produce, si scambia
DettagliProgetto Accoglienza A.S. 2015/2016 Conoscersi per crescere insieme: una storia tante storie!
Progetto Accoglienza A.S. 2015/2016 Conoscersi per crescere insieme: una storia tante storie! P R E M E S S A I primi giorni di scuola segnano per i bambini e le famiglie l inizio di un tempo nuovo : un
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE. Il Supermercato a scuola
ISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE Il Supermercato a scuola C osa? C ome? Q uando? P erché? Abbiamo scelto di creare a scuola un angolo
DettagliConvegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO
Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO L AIUTO SCOLASTICO LA FAMIGLIA Dott. Eugenia Rossana Fabiano Dirigente Scolastico Fase di
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO SAN GIOVANNI TRIESTE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON DSA. (Anno scolastico 2011/2012)
ISTITUTO COMPRENSIVO SAN GIOVANNI TRIESTE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON DSA (Anno scolastico 2011/2012) Il Protocollo di Accoglienza è un documento programmatico, rappresenta il contatto iniziale
DettagliTEATRO (Percorso interdisciplinare)
TEATRO (Percorso interdisciplinare) PAROLE CHIAVE= Insegnante regista-alunno protagonistamolteplicità di linguaggi-sfondo trasversale Il teatro è arte e con questo linguaggio gli alunni possono avere esperienze
DettagliPER CRESCERE UN BAMBINO CI VUOLE UN INTERO VILLAGGIO (proverbio africano)
Cervignano del Friuli PER CRESCERE UN BAMBINO CI VUOLE UN INTERO VILLAGGIO (proverbio africano) 1 PRESENTAZIONE CHI SIAMO Il Nido è un Servizio Comunale, gestito da personale della Cooperativa ITACA, in
DettagliGESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP
ISTITUTO COMPRENSIVO E. CURTI GEMONIO Pagina 1 di 6 GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP Entro i termini e i criteri previsti dalla legge, sulla base del numero di
DettagliPARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE
PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un
DettagliBisogni Educativi Speciali
Bisogni Educativi Speciali BES, tre grandi sotto-categorie: disabilità; disturbi evolutivi specifici e svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. CHE FARE? Di Lucia ZANELLATO Disturbi Evolutivi
DettagliDIAGNOSI ED INTERVENTO PRECOCE:
ABSTRACTS DIAGNOSI ED INTERVENTO PRECOCE: UNA SFIDA PER IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Paola Venuti La ricerca degli ultimi anni ha messo in luce l importanza di una diagnosi precoce
Dettagli