CERTIQUALITY Istituto di certificazione. Linee guida per LA CARBON E LAWATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

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1 CERTIQUALITY Istituto di certificazione Linee guida per LA CARBON FOOTPRINT E LAWATER FOOTPRINT DI PRODOTTO Gennaio 2013

2 RINGRAZIAMENTI Certiquality ringrazia Maurizio Fieschi e Ugo Pretato per il supporto tecnico fornito per la realizzazione della linea guida. CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

3 LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO INDICE 1. Introduzione Carbon footprint, water footprint e ciclo di vita del prodotto Prodotti e gas serra Prodotti e impatti sull acqua Gli standard internazionali per la carbon footprint e la water footprint di prodotto STANDARD PER LA CARBON FOOTPRINT STANDARD PER LA WATER FOOTPRINT Applicazioni e opportunità per le aziende Modalità per determinare la footprint La verifica della footprint di prodotto VERIFICA DELLA CARBON FOOTPRINT DI PRODOTTO VERIFICA DELLA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO L Utilizzo e la comunicazione della footprint di prodotto Guida per le organizzazioni Bibliografia Glossario Allegato 1 Fattori di caratterizzazione dei gas a effetto serra Servizi collegati alle tematiche della Eco-Sostenibilità PAGINA 1 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

4 1. INTRODUZIONE Certiquality, organismo leader nella certificazione da sempre attento alle tematiche connesse ad uno sviluppo sostenibile e alla protezione dell ambiente, offre alle aziende la possibilità di certificare la carbon footprint e la water footprint dei propri prodotti. La footprint, letteralmente impronta, è un concetto che identifica l impatto potenziale di un prodotto, valutato lungo l intero ciclo di vita, su una o più componenti ambientali. La presente guida analizza le due tipologie di footprint attualmente più considerate perché legate agli effetti ambientali più conosciuti e che destano maggiore preoccupazione a livello internazionale: La carbon footprint, che valuta le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico, La water footprint, che valuta il consumo e la degradazione delle risorse idriche. La carbon e la water footprint di prodotto si stanno rapidamente diffondendo nel mondo industriale e dei servizi come strumenti di conoscenza e miglioramento, ma anche di comunicazione e marketing. Le aziende possono trarre profitto dalle informazioni di footprint, sia aumentando l efficienza dei processi produttivi, in termini di risparmio energetico e di risorse idriche, sia conquistando nuove fette di mercato, attirando i clienti e i consumatori più sensibili alla qualità ambientale dei prodotti. Obiettivo di queste linee guida è fornire alle organizzazioni che decidessero di intraprendere questo percorso, uno strumento per comprendere i contenuti e i campi d applicazione della carbon e water footprint di prodotto e le modalità di verifica e certificazione. PAGINA 2 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

5 2. CARBON FOOTPRINT, WATER FOOTPRINT E CICLO DI VITA DEL PRODOTTO Tutti i prodotti quotidianamente utilizzati generano impatti ambientali lungo il loro ciclo di vita, ovvero durante l estrazione delle materie prime, la produzione, il trasporto e nella maggior parte dei casi anche durante l utilizzo e il trattamento del prodotto a fine vita. Questo vale sia per le merci, come un elettrodomestico, un alimento o un detersivo, sia per i servizi, come una vacanza o una teleconferenza. La metodologia per la quantificazione degli impatti ambientali dei prodotti, ormai consolidata a livello internazionale è il Life Cycle Assessment (LCA). Attualmente il LCA (figura 1) è utilizzato, con sempre maggiore frequenza, sia dall industria per valutare, migliorare e comunicare la prestazione ambientale dei propri prodotti, che dai decisori pubblici per orientare le politiche ambientali. Il metodo è standardizzato dalle norme ISO e Analsi del ciclo di vita Risorse Emissioni Emissioni Emissioni Riuso Emissioni Emissioni Materie Prime Fabbricazione prodotto Logistica e distribuzione Uso Fine vita Risorse Risorse Risorse Riciclo Valutazione delle fasi del ciclo di vita secondo categorie di impatto Cambiamento climatico Eutrofizzazione Tossicità per l'uomo Acidificazione... Interpretazione dei risultati Individuazione delle fasi del ciclo di vita più significative Analisi di contributo dei flussi Figura 1 - Schema di un LCA PAGINA 3 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

6 Il LCA valuta l impatto dei prodotti, organizzazioni, programmi su diverse matrici ambientali, spaziando dal cambiamento climatico, all acidificazione, all eutrofizzazione, alla tossicità per l uomo e l ecosistema. Negli ultimi anni, tuttavia, il progressivo allarme internazionale nei confronti del cambiamento climatico e la crescente consapevolezza del forte impatto che le attività umane hanno sul consumo e l inquinamento delle risorse idriche, hanno determinato la nascita di metodologie, standard e iniziative focalizzate solo sulle emissioni di gas serra (in inglese GHG, Greenhouse Gas) o sugli impatti legati all acqua. In entrambi i casi queste iniziative prendono in considerazione ciclo di vita del prodotto, ma restringono l analisi ai parametri d interesse per i gas serra e le risorse idriche. L insieme delle emissioni di gas serra del ciclo vita di un prodotto è denominato carbon footprint, viene misurato in kg di potenziale di riscaldamento globale in un periodo definito, solitamente 100 anni (es. Global Warming Potential GWP 100) e viene espresso in kg di CO 2 equivalenti. L insieme degli impatti sulle risorse idriche generati da un prodotto durante il suo ciclo di vita è denominato water footprint. Questa definizione, valida a livello generale, è tuttavia interpretata in modo diverso dagli standard trattati in questa guida (vedasi cap. 5.2). Secondo la ISO 14046, gli impatti sul consumo e sulla degradazione della risorsa idrica sono espressi mediante differenti categorie d impatto, analoghe a quelle comunemente utilizzate negli studi LCA. Il Water Footprint Assesssment Manual ( invece, quantifica entrambe le tipologie d impatto in termini di volumi consumati. La degradazione delle risorse idriche è misurata come volume d acqua necessaria a diluire gli inquinanti emessi fino a rientrare nei parametri stabiliti dagli standard di qualità. 3. PRODOTTI E GAS SERRA Lo schema riportato in figura 2, tratto da uno studio del World Resources Institute (2005), illustra il flusso di produzione dei gas serra dovuti alle attività umane. I dati sono di grande interesse per comprendere quali prodotti e settori produttivi sono PAGINA 4 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

7 responsabili delle emissioni dei gas e quindi quali fasi del ciclo di vita devono essere indagate in via prioritaria. Figura 2 - Le emissioni di gas serra nel mondo Le emissioni di anidride carbonica (CO2) provengono per la maggior quota dall uso di combustibili fossili come fonte energetica nella produzione di elettricità e calore, nei trasporti e nelle attività industriali. Una quota significativa è causata dalle variazioni nell uso del suolo, legate soprattutto alla progressiva deforestazione per aumentare le superfici coltivate dalle pratiche agroalimentari. In questo caso le emissioni si riferiscono alla diminuzione delle riserve di carbonio che si verificano nel passaggio fra una classe d uso e un altra; al contrario i valori negativi riportati nello schema indicano l effetto positivo, seppure minimo delle attività di tutela del patrimonio forestale. Una quota di emissioni proviene infine da processi chimici di specifici settori industriali, quali ad esempio la decomposizione di carbonati nell industria del PAGINA 5 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

8 cemento, vetro e ceramiche. Questi settori sono infatti soggetti alla Direttiva ETS (Emission Trading Scheme) dell Unione Europea. Le emissioni di metano (CH4), oltre che dai processi del ciclo di vita del gas naturale, sono generate soprattutto dagli allevamenti zootecnici e dal trattamento dei rifiuti, in particolare dal rilascio di biogas nelle discariche. Il protossido di azoto (N2O) è prodotto principalmente dall uso dei fertilizzanti azotati in agricoltura mentre altri gas (HFC, PFC, SF6, etc.) derivano da specifici processi industriali. Le emissioni di metano, N2O e fluorocarburi, per il ciclo di vita di alcuni prodotti, possono divenire molto significative nel calcolo della carbon footprint in quanto il loro effetto sul cambiamento climatico (GWP) è assai maggiore, per unità di massa, di quello della CO2. CARBON FOOTPRINT DELL ENERGIA ELETTRICA Nella tabella sottostante (tabella 1) sono riportati i valori di carbon footprint relativi all anno 2008 associati all utilizzo di 1 kwh di energia elettrica in diversi paesi del mondo (fonte: Ecoinvent). Le emissioni di gas serra dipendono dal mix di fonti energetiche utilizzato. I paesi che fanno un uso più ampio di combustibili fossili (soprattutto carbone e petrolio) per la produzione di energia, hanno una carbon footprint più alta, quelli che ricorrono in larga parte a fonti energetiche rinnovabili o nucleari presentano un valore di carbon footprint molto più basso. È significativo il caso del Brasile (196 g di CO 2 eq) la cui energia è prodotta per oltre l 80% da fonti rinnovabili di cui la maggior parte da centrali idroelettriche. D altra parte la Cina ha una carbon footprint molto superiore (1230 g di CO 2 eq) perché utilizza per oltre il 75% carbone. Tab.1: mix energetici e valori di carbon footprint per alcuni paesi del mondo Carbone [%] Petrolio [%] Gas [%] Rinnovabili [%] Nucleare [%] Importazione [%] Carbon footprint [g di CO2 eq] ITALIA 11,58 8,45 47,90 19,21 0,00 12, FRANCIA 3,79 0,94 4,17 14,34 74,82 1, GERMANIA 40,37 1,33 13,95 15,55 22,18 6, STATI UNITI 47,57 1,30 20,44 10,21 19,10 1, CINA 76,61 0,66 1,49 19,06 2,06 0, BRASILE 1,32 3,38 9,10 83,57 2,63 0, PAGINA 6 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

9 4. PRODOTTI E IMPATTI SULL ACQUAA Durante la fabbricazione di prodotti e servizi, le attività umane interagiscono con le risorse idriche consumando acqua nei processi produttivi e rilasciando sostanze inquinanti negli scarichi. Per quanto riguarda i consumi, in genere si distinguono tre principali utilizzii dell acqua: il settore agricolo, il settoree industriale e quello della fornitura domestica. Un settore che incide in maniera determinante sull utilizzo delle risorse idriche è quello dell industria alimentare, sia quella legata ai prodotti di origine animale (come la carne e i prodotti caseari) sia quella legata ai prodotti di origine vegetale (i prodotti agricoli). Altri settori importanti sono l industria tessile e la produzione energetica. Da uno studio condotto nel 2010 da Mekonnen e Hoekstra (The green, blue and grey water footprint of farm animal and animal products) emergono dei dati moltoo significativi di cui si riportano alcuni esempi in figura 3. Da essi si comprendee facilmente l entità dell impatto che i consumi umani producono sulle risorse idriche. Fig. 3: dati riguardanti i consumi di acqua per alcune categorie di prodotti alimentari PAGINA 7 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINTT DI PRODOTTO

10 In figura 4 è rappresentata la water footprint pro capite dei diversi Paesi del mondo nel periodo , determinata secondo l approccio del Water Footprint Assessmant Manual. Durante questo periodo la water footprint media globale legata al consumo è stata di 1385 m 3 /anno pro capite. Il consumo di prodotti legati al settore agricolo ha contribuito per il 92%, mentre il consumo di prodotti industriali e l uso domestico hanno contribuito rispettivamente per il 4,7% e il 3,8%. (fonte: Fig. 4: water footprint media pro capite nel periodo Esistono forti disparità nelle water footprint dei diversi paesi. Negli Stati Uniti d America, per esempio, la water footprint media è stata pari a 2842 m3/anno pro capite, in Cina è stata pari a 1071 m3/anno pro capite. L Italia, con un consumo pro capite di 2303 m3/anno, è stato uno dei paesi con la più elevata water footprint. La richiesta d acqua nel mondo continua ad aumentare e questo ha delle conseguenze sugli equilibri degli ecosistemi. Un sempre crescente numero di corsi d acqua, infatti, scorre con una portata inferiore a quella minima vitale, vale a dire quella portata che garantisce la salvaguardia delle caratteristiche fisiche (morfologiche, idrologiche, idrauliche), delle caratteristiche chimico-fisiche (qualità delle acque), e delle biocenosi (popolazioni animali, vegetali e microbiche) tipiche delle comunità naturali. Alcuni corsi d acqua si sono del tutto PAGINA 8 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

11 prosciugati, e spesso anche le falde acquifere vengono sfruttate in modo insostenibile, andando ad intaccare la parte di risorse non rinnovabili. L immagine riportata in figura 5 è tratta da uno studio condotto nel 2012 su 405 bacini del mondo, che contribuiscono al 69% del run off 1 totale (Hoekstra et al., Global Monthly Water Scarcity: Blue Water Footprints versus Blue Water Availability). L immagine, riferita al periodo , rappresenta il numero di mesi durante l anno in cui l utilizzo d acqua dolce supera la disponibilità dei bacini. Quest ultima è calcolata sottraendo dal run off totale la portata minima vitale del corso d acqua in esame. Fig.5: numero di mesi durante l anno in cui la la richiesta di acqua dolce supera la disponibilità per i maggiori bacini idrografici del mondo, in riferimento al periodo Dodici dei bacini inclusi in questo studio sono caratterizzati dalla scarsità d acqua durante tutti i mesi dell anno. Il più grande di questi è il bacino del lago Eyre in 1 Il run off è il flusso d acqua che si verifica in superficie quando il suolo raggiunge la sua massima capacità di infiltrazione. PAGINA 9 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

12 Australia, uno dei più grandi bacini endoreici2 del mondo. Nel complesso le aree più critiche sono situate negli Stati Uniti e in Asia Centrale. Anche il rilascio di sostanze inquinanti negli scarichi dei processi produttivi genera impatti significativi sulle risorse idriche, causandone la degradazione dei parametri di qualità. I principali effetti ambientali legati alla qualità dell acqua e considerati negli studi di ciclo di vita sono l eutrofizzazione e la tossicità umana e ambientale. L eutrofizzazione è un fenomeno causato dalla crescita non controllata di organismi viventi nei corpi idrici dovuta all apporto di sostanze nutrienti (azoto e fosforo). Questo comporta un abbassamento della concentrazione di ossigeno nell acqua e quindi effetti negativi sull intero ecosistema. Le principali fonti di azoto e fosforo sono i fertilizzanti utilizzati in agricoltura e gli scarichi industriali e urbani. La tossicità è causata dalla presenza nei corpi idrici di sostanze inquinanti (esempio metalli pesanti e solventi chimici) in concentrazioni superiori a quelle tollerabili dagli organismi viventi. Queste sostanze sono generate in numerosi processi industriali e agricoli. 5. GLI STANDARD INTERNAZIONALI PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO Le valutazioni delle carbon footprint e water footprint di prodotto richiedono regole metodologiche precise per la modellazione dei sistemi produttivi e la raccolta ed elaborazione dei dati. Nel corso degli anni più recenti, le principali esperienze di applicazione e ricerca hanno condotto alla definizione di procedure standardizzate con l obiettivo di garantire coerenza, oggettività e autorevolezza scientifica agli studi di footprint. Gli standard che fissano le regole per determinare la carbon e la water footprint dei prodotti sono fondati sulla norma che disciplina il metodo LCA: la ISO 14044: Environmental management - Life cycle assessment - Requirements and guidelines. 2 I bacini endoreici sono bacini senza emissari che si formano in aree in cui depressioni topografiche costituiscono un punto di convergenza del reticolo idrico drenante superficiale. PAGINA 10 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

13 Sotto il profilo tecnico, le footprint seguono tutte le fasi previste dalla ISO 14044, soprattutto per quanto riguarda definizione di obiettivi e campo d applicazione e relativi aspetti come ad esempio unità funzionale, confini del sistema, qualità dei dati, allocazioni. Gli standard specifici trattati in questa guida forniscono all applicazione delle due metodologie tutte le informazioni necessarie, soprattutto riguardo l inventario dei dati e le categorie d impatto da utilizzare. 5.1 STANDARD PER LA CARBON FOOTPRINT Gli standard considerati in questa guida che trattano nello specifico la carbon footprint di prodotto sono: 1. ISO/DIS CARBON FOOTPRINT OF PRODUCTS REQUIREMENTS AND GUIDELINES FOR QUANTIFICATION AND COMMUNICATION, PAS 2050: SPECIFICATION FOR THE ASSESSMENT OF THE LIFE CYCLE GREENHOUSE GAS EMISSIONS OF GOODS AND SERVICES 3. WBCSD/WRI GHG PROTOCOL INITIATIVE PRODUCT LIFE CYCLE ACCOUNTING AND REPORTING STANDARD - NOVEMBER 2011 Gli ultimi due documenti sono attualmente in vigore mentre la ISO è ancora in bozza. La versione ufficiale è attesa nel La ISO è sviluppata all interno del TC207-SC7, secondo le procedure stabilite dall organismo ISO stesso e dai membri partecipanti. La norma definisce la carbon footprint di prodotto come un parametro calcolato sulla base delle emissioni di gas serra generate lungo l intero ciclo di vita, comprendente acquisizione delle materie prime, produzione, uso e operazioni di fine vita. Lo standard è basato pienamente sull approccio e i requisiti della ISO 14044, e si può applicare a tutti i prodotti (merci e servizi) di ogni settore e dimensioni. Lo standard è attualmente allo stato di secondo DIS (aprile 2012 draft international standard), quindi potranno esservi apportate solo modifiche puntuali al testo e dovrebbe essere approvato in breve tempo. Lo standard è suddiviso in due sezioni principali che trattano rispettivamente: PAGINA 11 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

14 le regole per la quantificazione delle emissioni, gli aspetti di comunicazione al fine di assicurare comparabilità e trasparenza. La ISO mira a fornire requisiti chiari e coerenti per quantificare, monitorare, comunicare e verificare la carbon footprint di prodotto, indirizzandosi ad un ampia gamma di utilizzatori: organizzazioni, governi e proponenti di progetti. Nello specifico, l uso della norma permette di: Supportare la creazione di procedure efficienti e coerenti per fornire informazioni sulla carbon footprint alle parti interessate; Fornire una migliore comprensione degli aspetti della carbon footprint in modo che possano essere identificate opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra; Incoraggiare cambiamenti nel comportamento dei consumatori, tali da contribuire alle emissioni di gas serra, ad esempio mediante decisioni più consapevoli sulle scelte d acquisto e sull uso e smaltimento dei prodotti; Assicurare una comunicazione della carbon footprint corretta e comparabile all interno di un mercato libero e accessibile; Aumentare credibilità, coerenza e trasparenza nella quantificazione e comunicazione delle emissioni di gas serra dei prodotti; Promuovere il miglioramento continuo facilitando la valutazione di prodotti, processi, materiali e fornitori alternativi sulla base del metodo LCA, utilizzando la categoria d impatto del cambiamento climatico; Facilitare lo sviluppo di strategie di gestione dei gas serra lungo il ciclo di vita dei prodotti, favorendo il monitoraggio delle prestazioni e delle riduzioni ottenute nel tempo. Lo standard è potenzialmente applicabile a ogni prodotto. Complessivamente, la metodologia di calcolo della ISO si fonda su quella della ISO Alcuni requisiti prendono spunto dal PAS 2050 e dal GHG Protocol. La ISO 14067, in accordo con l approccio ISO, fornisce principi e indicazioni applicative, senza fornire una normazione di dettaglio ed esempi sui singoli casi, come invece viene fatto dagli altri standard e soprattutto dal GHG Protocol. Tuttavia la ISO PAGINA 12 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

15 14067 è diventata il riferimento normativo principale per le carbon footprint di prodotto, come in genere avviene per tutte le norme della serie Il PAS 2050 (Publicly Available Specification) è stato pubblicato nel Regno Unito dal BSI (British Standard Institute) con la collaborazione tecnica di The Carbon Trust e il sostegno del Governo (DEFRA Department for Environment, Food and Rural Affairs). Lo standard è volontario e ha i seguenti obiettivi per le aziende produttrici: Permettere una valutazione interna delle emissioni di gas serra lungo la catena di fornitura; Facilitare la valutazione di alternative di prodotto, processi e materie prime in termini di emissioni di gas serra; Fornire un parametro di confronto per i programmi aziendali volti alla riduzione delle emissioni di gas serra nel tempo; Permettere una comparazione fra prodotti utilizzando un approccio comune, riconosciuto e standardizzato per valutare le emissioni lungo la catena di fornitura del prodotto; per i consumatori Fornire una base comune affinché i risultati della valutazione delle emissioni di gas serra, associate ai prodotti, possano essere comunicate alle parti interessate; Fornire l opportunità per una migliore comprensione da parte del consumatore delle implicazioni relative ai gas serra determinate dalle scelte d acquisto e fornire incentivi a modificare queste scelte sulla base delle informazioni associate alla carbon footprint. Il PAS 2050 si può applicare a tutti i prodotti (merci e servizi) di ogni settore e dimensioni. Lo standard, composto da un documento con i requisiti e da una guida applicativa è basato sulla ISO 14044, con la precisazione che in caso di difformità fra requisito ISO e requisito PAS, quest ultimo ha validità. È il caso ad esempio delle PAGINA 13 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

16 regole d allocazione, che nel PAS devono essere condotte ISO privilegia l allocazione su parametri fisici. su base economica mentre la Gli sviluppatori dello standard aspirano a un armonizzazione con analoghe internazionali. The Carbon Trust è uno dei membri dello Steering Group Protocol del WBCSD/WRI. iniziative del GHGG Il GHG Protocol è un iniziativa coordinata dal World Resourcess Institute (WRI), organizzazione non governativa di Washington DC e dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD),, associazione di Ginevra che comprende oltre duecento impresee multinazionali. Il GHG Protocol è sviluppato in cooperazione con diversi partner del settore industriale, governativoo e nonn governativo, attraverso gruppi di lavoro tecnici, procedure di consultazione delle parti interessate e applicazioni pilota presso industrie selezionate. Obiettivo primario del GHG Protocol è favorire la divulgazione pubblica di informazioni sulle emissionii di gas serra generate dal ciclo di vita dei prodotti, per aiutare i destinatari a ridurre le emissioni per mezzo di scelte consapevoli. Lo standard supporta vari obiettivi industriali, fra i quali l identificazione dellee opportunità di riduzione delle emissioni lungo la catena di fornitura, il monitoraggioo dei miglioramenti nel tempo, l individuazione di rischi associati alle emissioni di gas serra nel ciclo di vita dei prodotti. Rispetto al PAS 2050, il GHG Protocol approfondisce più significativamente l aspetto del reporting, fornendo regole e modelli di dettaglio per la presentazione dei risultati della carbon footprint. Il GHG Protocol è applicabile a prodotti di tutti i settori e dimensioni. Per lo sviluppo del metodo di calcolo e il reporting delle informazioni, il GHGG Protocol prende in considerazione la ISO (figura 6) e, dove applicabili, anche la ISO 14025:2006 Environmental labels and declarations Type III environmental declarations Principles and procedures e la ISO :2006 Greenhouse gases Part 1: Specification with guidance at the organization level for quantification and reporting of greenhouse gas emissions and removals. PAGINA 14 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

17 Figura 6 Confronto fra studio LCA secondo la ISO e studio di carbon footprint (product life cycle GHG inventory) secondo il GHG Protocol 5.2 STANDARD PER LA WATER FOOTPRINT Gli standard considerati nella presente guida che trattano nello specifico la water footprint di prodotto sono: 1. ISO/DIS ENVIRONMENTAL MANAGEMENT WATER FOOTPRINT PRINCIPLES, REQUIREMENTS AND GUIDELINES, THE WATER FOOTPRINT ASSESSMENT MANUAL (A.Y. HOEKSTRA ET AL), 2011 La DIS della sarà sottoposta ad approvazione da parte dei membri ISO nel periodo marzo-giugno 2013 La ISO è sviluppata all interno del TC207-SC5, secondo le procedure stabilite dall organismo ISO stesso e dai membri partecipanti. PAGINA 15 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

18 La versione attuale è allo stato di DIS e quindi potrebbe subire soltanto delle modifiche puntuali prima della sua approvazione come standard. La norma nasce dall esigenza di assicurare trasparenza, omogeneità e credibilità nell analisi della water footprint e nel reporting dei risultati. Essa si applica a prodotti, processi e organizzazioni. La ISO estende il campo di analisi della water footprint non solo ai prelievi di risorse idriche, ma anche all inquinamento delle acque generato dalle attività umane.la norma introduce infatti due componenti nella valutazione della water footprint: La water availability footprint, che tratta gli aspetti associati al consumo d acqua durante il ciclo di vita dei prodotti, in rapporto alla sua reale disponibilità. La water degradation footprint, che riguarda il rilascio di sostanze inquinanti nelle acque di scarico e i potenziali impatti conseguenti. La metodologia di calcolo della ISO 14046, nel caso di applicazione ai prodotti, si fonda sui requisiti analoghi della ISO Esistono differenti livelli d analisi della water footprint: La water footprint inventory analysis corrisponde alla fase d inventario della ISO e implica una quantificazione dei flussi legati al consumo e agli scarichi in acqua lungo il ciclo di vita del prodotto. La water footprint impact assessment, sulla base dei risultati dell inventario, prevede la fase successiva di valutazione degli impatti sul consumo e sulla degradazione della risorsa. A sua volta la fase di impact assessment può essere limitata a singole categorie di impatto (esempio water eutrophication o water scarcity) oppure considerare l insieme completo degli aspetti ambientali relativi sia ai consumi che agli effetti sulla salute umana e gli ecosistemi. Nel primo caso il risultato dell analisi è un indicatore singolo, nel secondo caso (comprehensive water footprint assessment) si ottiene un profilo comprendente diversi indicatori. PAGINA 16 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

19 Il termine water footprint può essere utilizzato solo per la comprehensive water footprint assessment. Nel caso di valutazione di singole categorie d impatto occorre utilizzare nella definizione un aggettivo qualificativo che specifichi la categoria presa in considerazione (esempio water availability footprint e water eutrophication footprint). Se l analisi si limita all inventario deve essere utilizzato il termine water footprint inventory. Il Water Footprint Assessment Manual rappresenta una versione aggiornata, revisionata ed approfondita del manuale pubblicato in origine nel 2009 dal Water Footprint Network ( La nuova edizione è il risultato di un intensa consultazione con partners e ricercatori di tutto il mondo. Questo manuale viene definito uno strumento analitico che può aiutare a comprendere come le attività e i prodotti siano connessi alla scarsità e all inquinamento dell acqua, e cosa può essere fatto per assicurarsi che le attività e i prodotti, durante il loro ciclo di vita, utilizzino le risorse d acqua dolce in modo sostenibile. Esso rappresenta un utile strumento rivolto ai consumatori, i produttori, gli investitori e i governi per comprendere quanto le loro scelte o azioni pesino sull ambiente e per aiutarli a compiere scelte più responsabili. Questo standard distingue tre tipologie di water footprint: la blue water footprint (impronta d acqua blu), la green water footprint (impronta d acqua verde), e la grey water footprint (impronta d acqua grigia). La blue water footprint è il volume d acqua blu (acqua dolce superficiale o di acquifero) utilizzata nel ciclo di vita di un prodotto che evapora, viene incorporata nel prodotto, non ritorna nel punto in cui è stata prelevata, o viene rilasciata in un periodo diverso. PAGINA 17 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

20 La green water footprint si riferisce al volume di precipitazioni che non divengono run off o ricaricano la falda, ma rimangono temporaneamente immagazzinate nel terreno o assorbite dalla vegetazione. La grey water footprint è un indicatore del grado di inquinamento dell acqua che può essere associato al prodotto o processo. Essa è definita come il volume d acqua dolce necessario per assimilare il carico di inquinanti prodotto, ossia il volume d acqua dolce necessario per diluire gli inquinanti fino a rispettare imiti di concentrazione posti dagli standard di qualità. Da uno studio condotto da M.M Mekonnen e A.Y. Hoekstra (The green, blue and grey water footprint of crops and derived crop products) emerge che la water footprint media mondiale della coltura di cereali nel periodo che va dal 1996 al 2005 è stata pari a 1644 (m 3 /t). Esempio blue water footprint 1232 (m 3 /t) acqua prelevata per l'irrigazione da acquiferi o da corpi idrici superficiali, consumata (evapotraspirata) durante la crescita delle piantagioni. green water footprint 228 (m 3 /t) acqua di pioggia consumata dalle coltivazioni per evapotraspirazione durante la crescita grey water footprint 184 (m 3 /t) acqua necessaria per diluire il volume di azoto apportato dai fertilizzanti nei corpi idrici fino alle concentrazioni non pericolose per la salute e l'ambiente Tab.1: green, blue e grey water footprint per la produzione di cereali nel periodo PAGINA 18 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

21 Per ciascuna tipologia, lo standard fornisce informazioni dettagliate riguardanti le modalità di calcolo in diversi casi: l analisi di un prodotto, di un consumatore o un gruppo di consumatori, di un area geografica, di una nazione, di un bacino idrografico, di un unità amministrativa (regione, provincia). Lo standard, infine, suggerisce una serie di opzioni disponibili ai consumatori, produttori, investitori e governi per ridurre la water footprint e mitigare gli impatti. Sul sito del Water Footprint Network ( sono disponibili numerosi studi e informazioni complementari sulla water footprint ed è anche a disposizione un ampia banca dati sui valori di water footprint legata agli allevamenti e prodotti di origine animale, alle diverse colture e prodotti derivati, alla produzione di biocarburanti e ai prodotti industriali, per differenti aree geografiche. Esistono differenze metodologiche fra la ISO/DIS14046 e il water footprint assessment manual. Quest ultimo definisce water footprint una modalità di elaborazione dei risultati che nella ISO non soddisferebbe i requisiti per essere definita tale. Le tre tipologie identificate dal water footprint assessment manual sono, secondo la ISO, una water footprint inventory parziale perché non prendono in considerazione tutti i parametri stabiliti dalla ISO. 6. APPLICAZIONI E OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE Sia la carbon che la water footprint non esprimono il profilo ambientale complessivo dei prodotti, ma si focalizzano su un effetto ambientale specifico. Tuttavia, questi due strumenti si stanno affermando perché presentano una maggiore facilità di comunicazione alle parti interessate e di comprensione da parte del pubblico, rispetto a profili con più indicatori. La carbon footprint e la water footprint sono infatti utilizzati dalle industrie, non solo per dimostrare l impegno a ridurre l impatto ambientale, ma anche come strumenti di marketing, per promuovere la sostenibilità dei loro prodotti. PAGINA 19 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

22 In sintesi si può affermare che questo tipo di studi a livello aziendale, oltre ad essere essenziali in un ottica sempre crescente di sviluppo sostenibile, sono anche: Validi strumenti per raggiungere un maggiore controllo delle prestazioni ambientali di un prodotto e/o processo; Indicatori sintetici per il raggiungimento di obiettivi ambientali; Opportunità per promuovere l immagine aziendale verso clienti, consumatori e altre parti interessate. Al momento sono numerose le aziende nel mondo che hanno intrapreso politiche di analisi e miglioramento dell impatto dei loro prodotti utilizzando questo tipo di studi. La Coca-Cola, ad esempio, sviluppa dal 2007 uno studio sulla carbon footprint dei suoi prodotti più venduti. L azienda ha lanciato sul suo sito uno strumento chiamato Trace Your Coke per aiutare i consumatori a conoscere la carbon footprint di alcuni dei prodotti. Nel 2009 è stata pubblicata la carbon footprint di quattro prodotti fra i più significativi del marchio (tabella 2). Ne è emerso che il packaging è l aspetto che pesa maggiormente sulle emissioni di gas serra, contribuendo dal 30% al 70% del totale. Utilizzando materiali riciclati e riciclando l intero imballaggio dopo l uso si può ridurre la carbon footprint di un prodotto anche del 60%. Tab 2: carbon footprint di alcuni prodotti coca-cola (fonte: PAGINA 20 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

23 Heinz, una delle principali aziende agroalimentari statunitensi, intraprendendo uno studio di carbon footprint, è riuscita, in soli quattro anni, ad evitare l emissione di tonnellate di CO 2 nei suoi due maggiori siti (Kendal e Kitt Green) (fonte: Altre aziende che hanno intrapreso lo stesso cammino sono ad esempio: Dyson, l azienda manifatturiera inglese che produce elettrodomestici, che in questo modo è riuscita a produrre uno degli asciugamani elettrici più efficienti dal punto di vista energetico presenti sul mercato; Michelin, una delle principali aziende mondiali produttrici di pneumatici; Univar, una delle aziende leader nella distribuzione di prodotti chimici e polimeri. Dole, il più grande produttore e distributore al mondo di prodotti ortofrutticoli, ha realizzato nel 2009 uno studio di water footprint su due dei suoi prodotti principali, le banane e gli ananas (Soil and More International B.V.) applicando il Water footprint assessment manual. Nello studio sono stati presi in considerazione prodotti ottenuti in condizioni diverse e in territori con diverse condizioni climatiche, fattori che incidono sull uso dell acqua. In Costa Rica, ad esempio, sono state analizzate due coltivazioni di ananas, una di tipo tradizionale e l altra che segue una filiera biologica. In Honduras è stata presa in considerazione una coltivazione di tipo tradizionale. Le figure sottostanti riportano alcuni dei risultati ottenuti nello studio. PAGINA 21 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

24 200.0 Water footprint della coltivazione di ananas l/kg Costa Rica (coltivazione tradizionale) Honduras Costa Rica (coltivazione biologica) 0.0 Green water footprint Blue water footprint Fig.7: water footprint della coltivazione di ananas Water footprint della coltivazione di banane l/kg Costa Rica Honduras Green water footprint Blue water footprint Fig.8: water footprint della coltivazione di banane PAGINA 22 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

25 Confronto tra la water footprint della coltivazione di ananas e banane l/kg Ananas Banane Costa Rica Honduras Fig.9: confronto tra la water footprint totale della produzione delle ananas e delle banane Dall analisi dei risultati l azienda ha tratto le seguenti considerazioni: La blue water footprint è pari a zero in Costa Rica perché le colture non necessitano d irrigazione. In Costa Rica, dove la coltivazione di ananas è effettuata con criteri biologici, si assiste alla riduzione della water footprint del 18%. Questo è dovuto all utilizzo di tecniche che riducono l erosione del suolo e l evaporazione. La water footprint della produzione di ananas è inferiore a quella della produzione di banane e la ragione risiede nel fatto che le piante di ananas chiudono i loro stomi durante il giorno e li aprono durante la notte. Questo si traduce in una bassa evapotraspirazione e quindi in minori consumi di green water. PAGINA 23 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

26 7. MODALITÀ PER DETERMINARE LA FOOTPRINT La modalità applicative della carbon footprint e della water footprint di prodotto sono dettagliate nei requisiti dei relativi standard. Le organizzazioni devono soddisfare tutti i requisiti dello standard prescelto e mantenere traccia delle fonti informative e delle elaborazioni effettuate per calcolare la footprint. In questa sezione vengono presentate le fasi generali di un procedimento di valutazione della footprint di prodotto, rimandando agli standard specifici per le regole metodologiche di dettaglio. CARBON FOOTPRINT DI PRODOTTO La carbon footprint è determinata per tutte le attività e processi che costituiscono il ciclo di vita del prodotto, secondo la procedura esemplificativa riportata nello schema seguente (rif. PAS 2050:2011). Determinare le emissioni e le rimozioni per ciascuna attività entro i confini del sistema come dati primari o dati secondari, attribuendo alle emissioni un valore positivo e alle rimozioni uno negativo. Le rimozioni sono dovute, ad esempio, all assorbimento di CO 2 dall atmosfera a opera dei vegetali durante la fotosintesi 1 Convertire i dati primari e secondari delle attività in emissioni e rimozioni di gas serra per unità funzionale del prodotto in esame, moltiplicando i dati per i fattori d emissione, per ciascuna attività 2 3 Convertire le emissioni e le rimozioni di gas serra in emissioni di CO 2 equivalente, applicando opportuni fattori di caratterizzazione 4 Calcolare la quantità in CO 2 equivalente del carbonio proveniente dalle rimozioni e immagazzinato nel prodotto, se presente PAGINA 24 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

27 Sommare le emissioni e le rimozioni di CO 2 avvenute nel ciclo di vita del prodotto, tenendo anche conto del carbonio immagazzinato, per determinare le 5 emissioni nette di CO 2 Esprimere i risultati in modo trasparente e inequivocabile come cradle to gate (dalla culla all uscita dalla fabbrica) o cradle to grave (lungo l intero ciclo di vita, uso e smaltimento inclusi) 6 1. CONSIDERAZIONI QUALITÀ DEI DATI La qualità dei dati è un tema centrale negli studi di carbon footprint, per l effetto che ha sulla trasparenza e credibilità dei risultati. I dati vengono inoltre classificati, in ordine di preferibilità in: - dati primari, raccolti presso i processi produttivi reali che compongono il ciclo vita del prodotto, - dati secondari, provenienti da letteratura o banche dati sia pubbliche che commerciali. I parametri principali su cui si basa la qualità sono: la rappresentatività temporale, la rappresentatività geografica, la rappresentatività tecnologica, la completezza, la precisione. Negli studi di carbon footprint, i dati sui fattori d emissione di gas serra per unità di processo o attività (es. per kwh di energia elettrica o per kg di materiale) sono principalmente secondari, in quanto le emissioni sono molto raramente misurate in campo. I dati primari, dove possibile, vengono raccolti per caratterizzare le attività che generano le emissioni. Ad esempio può essere un dato primario il consumo di gas naturale nella caldaia di un sito produttivo misurato da contatore, mentre il corrispondente fattore d emissione di gas serra sarà reperito da letteratura o banche dati. PAGINA 25 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

28 2. CONSIDERAZIONI ALLOCAZIONE DEI FLUSSI Allocazione significa ripartizione dei carichi ambientali tra prodotti diversi ma generati dalla stessa attività. L allocazione delle emissioni è una procedura necessaria quando un processo all interno del ciclo di vita genera, oltre al prodotto oggetto della carbon footprint anche altri prodotti, che vanno a interagire con i sistemi esterni. Dove possibile, l allocazione dovrebbe essere evitata, scomponendo i processi e cercando di assegnare le emissioni ai prodotti specifici. Dove non è possibile evitarla esistono due diversi approcci che vengono presi in considerazione: allocazione basata su relazioni fisiche tra i differenti prodotti (massa, volume, contenuto energetico etc.) allocazione su base economica, considerando il valore economico dei coprodotti. ESEMPIO: si supponga di voler determinare le emissioni di CO2e dovute alla produzione dei diversi tagli del pollo: cosce e sovracosce, ali, petto, frattaglie. Supponendo che la produzione di 1 kg di pollo comporti l emissione di 4,5 kg di CO2e (M. de Vries, I.J.M. de Boer -Comparing environmental impacts for livestock products: A review of life cycle assessments) e assumendo che un pollo di dimensioni medie pesi circa 2,2 kg, la sua produzione ha comportato l emissione di 9,9 kg di CO2e. Utilizzando un allocazione di tipo fisico, come previsto dalla ISO 14067, si ottengono i seguenti risultati (tabella 3): Tab.3: calcolo delle emissioni utilizzando l allocazione su base fisica Peso [g] % sul peso totale Emissioni di CO2e [kg] Cosce e sovracosce ,8 3,14 Ali 180 8,2 0,81 Petto ,3 2,70 Frattaglie ,7 3,23 PAGINA 26 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

29 Utilizzando un allocazione di tipo economico, basata cioè sul valore di mercato delle diverse parti del prodotto, come previsto dal PAS 2050, si giunge ai seguenti risultati (tabella 4) Tab.4: calcolo delle emissioni utilizzando l allocazione su base economica Costo [ /kg] % sul costo totale Emissioni di CO 2 e [kg] Cosce e sovracosce 4,5 29,6 2,93 Ali 3,5 5,9 0,58 Petto 9 50,9 5,03 Frattaglie 2 13,6 1,35 Pollo intero 10, Dall esempio si evince che applicando regole d allocazione differenti, i risultati della footprint possono variare sensibilmente. È quindi opportuno documentare le scelte compiute in modo comprensivo e trasparente e misurarne l impatto sui risultati dell analisi, ad esempio tramite valutazioni d incertezza e sensitività. ESEMPIO 2: Allocazione su base fisica applicata a un processo chimico. Si consideri il seguente processo che porta alla formazione di cloro (Cl 2 ) idrossido di sodio (anche noto come soda caustica, NaOH) e idrogeno (H 2 ) attraverso l elettrolisi di una soluzione salina secondo la seguente reazione: 2 Na + (aq) + 2 Cl - (aq) + 2H 2 O 2 NaOH + Cl 2 (g) + H 2 (g) Questo processo porta anche alla formazione di anidride carbonica (CO 2 ) nel caso in cui nella soluzione salina vengano introdotti dei carbonati derivanti da impurità del sale aggiunto. Prendendo in considerazione il metodo della cella a mercurio, che è il più utilizzato in Europa, si ricava da letteratura 3 che il quantitativo di CO 2 emessa per la produzione di 1 kg di cloro è pari a 3,1g. Utilizzando un allocazione di tipo fisico, a partire dai valori di peso molecolare dei vari prodotti della reazione si ottengono i valori riportati in tabella 6: 3 Ecoinvent 2.0 Life Cycle Inventories of Chemicals PAGINA 27 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

30 Tab. 6: allocazione della quantità di CO2 emessa nell elettrolisi Peso molecolare Percentuale sul totale CO 2 emessa [g] [%] 2 NaOH 80 52,3 1,62 Cl ,4 1,44 H 2 2 1,3 0,04 Nel caso in cui al posto del cloruro di sodio venisse utilizzato il cloruro di potassio, il processo resterebbe sotanzialmente invariato ma, variando il peso molecolare dei prodotti, cambierebbero i risultati forniti dall allocazione. 2 K + (aq) + 2 Cl - (aq) + 2H 2 O 2 KOH + Cl 2 (g) + H 2 (g) I prodotti della reazione in questo caso sono: idrossido di potassio (anche noto come potassa caustica, KOH), cloro (Cl 2 ), idrogeno (H 2 ). Tab. 7: allocazione della quantità di CO2 emessa nell elettrolisi Peso molecolare Percentuale sul totale CO 2 emessa [g] [%] 2 KOH ,5 1,88 Cl ,4 1,19 H 2 2 1,1 0,03 PAGINA 28 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

31 3. CONSIDERAZIONI I FATTORI DI CARATTERIZZAZIONE La carbon footprint viene misurata in kg di potenziale di riscaldamento globale in un periodo definito, solitamente 100 anni (Global Warming Potential GWP 100). I fattori di caratterizzazione permettono di convertire il potenziale climalterante di tutti i gas serra in quantità equivalenti di CO 2. Essi sono definiti e periodicamente aggiornati dall IPCC (International Panel on Climate Change) e consistono in fattori moltiplicativi per i diversi gas serra, a seconda del loro potenziale di riscaldamento rispetto a quello della CO 2. ESEMPIO NUMERICO D UTILIZZO DEI FATTORI DI CARATTERIZZAZIONE Emissioni per unità funzionale di un sistema produttivo: CO 2 = 5 kg, in massa percentuale 97,9% CH 4 = 0,1 kg, in massa percentuale 2,0% N 2 O = 0,005 kg, in massa percentuale 0,1% Fattori di caratterizzazione: CO 2 = 1 CH 4 = 25 N 2 O = 298 Carbon footprint del sistema = 5*1 + 0,1*25 + 0,005*298 = 8,99 kg CO 2 eq. (GWP 100) Contributo percentuale dei differenti inquinanti: CO 2 = 55,6% CH 4 = 27,8% N 2 O = 16,6% PAGINA 29 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

32 5. CONSIDERAZIONI EMISSIONI DI ORIGINE BIOGENICA Un aspetto fondamentale nella procedura di calcolo della carbon footprint di prodotto riguarda la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas serra di origine biogenica. Queste emissioni si hanno in presenza di sistemi che contengono ad esempio: prodotti di origine agricola o zootecnica (alimenti, mangimi, bioplastiche, biocombustibili) prodotti di origine forestale (legno, carta e relative applicazioni) processi di trattamento della frazione organica dei rifiuti (compostaggio, incenerimento, discarica) In genere le emissioni di CO 2 di origine biogenica non forniscono contributi al potenziale di riscaldamento globale, in quanto si assume che entro un ragionevole periodo di tempo il bilancio fra la quantità di CO 2 assorbita dai vegetali durante la fotosintesi e quella emessa a fine vita dopo i processi di trattamento sia uguale a zero. Il bilancio può non essere neutro nel caso parte del carbonio assorbito dalle biomasse venga rilasciato sotto forma di metano, ad esempio a seguito della fermentazione dei residui in discarica. In questo caso, il GWP di origine biologica ha un valore diverso da zero a causa del potenziale di GWP del metano, molto superiore a quello della CO 2. La comprensione di questo aspetto è fondamentale; una confusione nella modellazione del carbon footprint, infatti, potrebbe portare delle informazioni ingannevoli ai destinatari e indurli a compiere scelte o decisioni errate. Esistono due teorie sul computo delle emissioni di origine biogenica, le quali prevedono la contabilizzazione separata delle emissioni biogeniche da quelle di origine fossile o la contabilizzazione congiunta. Nella contabilizzazione separata, i flussi di origine fossile e biogenica sono mantenuti distinti. Per evitare errori o comunicazioni ingannevoli occorre assegnare un GWP = -1 alle rimozioni di CO 2 biogenica lungo le fasi del sistema e un GWP = +1 alle emissioni, uguale a quello della CO 2 da fonte fossile. PAGINA 30 DI 63 - CERTIQUALITY, ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE. - LINEE GUIDA PER LA CARBON FOOTPRINT E LA WATER FOOTPRINT DI PRODOTTO

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