Provincia di Verona. Comune di BUTTAPIETRA BIONDANI T.M.G. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA E DEL RISCHIO

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2 Provincia di Verona Comune di BUTTAPIETRA BIONDANI T.M.G. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA E DEL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO DI UN AREA, ENTRO LA EX CAVA DI GHIAIA, IN LOC. SAN FERMO, IN RELAZIONE A UN INTERVENTO EDILIZIO CON COSTRUZIONE DI ALBERGO, CENTRO CONGRESSI CENTRO NAUTICO E STRUTTURE PER ANZIANI E SPORTIVE Verona, maggio 2005 dott. Paolo De Rossi geologo via Bombardi, V E R O N A tel fax derossipaologiovanni@virgilio.it

3 1 PREMESSA La ditta BIONDANI T.M.G. ha coltivato una grande cava di ghiaia in falda in loc. San Fermo. La cava è da tempo esaurita e sulle sue rive sono sorte ville e abitazioni. In una parte della zona riparia la ditta intende costruire un centro comprendente albergo, centro congressi, albergo e palestra per anziani, centro nautico e impianti sportivi, con altre strutture viarie, a parcheggio e verde, di servizio. La situazione delle superfici impegnate è illustrata nella tabella a seguire. Da essa si evince che gli interventi investiranno un area totale molto vasta ( m 2 per nuove costruzioni, m 2 di costruzioni esistenti, m 2 per strade e piazzali, m 2 a parcheggi e campi sportivi, su una superficie a verde complessiva di m 2 che verrà riqualificata). La piantumazione e sistemazione dell area verde non produce variazioni apprezzabile nelle portate di deflusso che vi si svilupperanno e a seguire si esaminerà invece cosa è prevedibile nell area degli interventi. Questa relazione esamina alcuni aspetti influenti sull intervento e segue una relazione sulle caratteristiche geologiche e geotecniche elaborata in marzo dello scorso anno. Vi si esamina la esposizione dell area al rischio idraulico e idrogeologico e la compatibilità idraulica dell intervento. Si riporta (in corsivo) qui anche uno stralcio della relazione geologica e geotecnica che serve a meglio comprendere il contenuto a seguire. 2

4 SUPERFICI IMPERMEABILI superficie edifici mq Intervento ,0 Intervento ,0 Intervento ,0 Intervento 4 590,0 Intervento 5 488,0 Case esistenti 2.946,0 superficie esterna edifici mq Intervento 1 810,0 Intervento 2 600,0 Intervento ,0 Intervento 4 590,0 Intervento ,0 Viabilità interna al comparto 6.465,0 SUPERFICI PERMEABILI superficie mq Verde complessivo all'interno del comparto esclusi i laghi Parcheggi (realizzati in prato armato permeabile) Campi sportivi ( campi da tennis realizzati in terra battuta, campi da calcetto in erba sintetica di 3a generazione drenante) Pavimentazioni drenanti esterne agli edifici Pavimentazioni drenanti verde pubblico , , , ,0 452,0 3

5 2 SITUAZIONE DEI LUOGHI (dalla relazione geologica e geotecnica marzo 2004) La zona di studio si trova nell alta pianura veronese entro la fascia delle risorgive. Essa comprende una grande cava di ghiaia esaurita per lo più occupata da un laghetto freatico e circondata da una zona prevalentemente agricola. Si tratta di un area a morfologia pianeggiante costituita da depositi alluvionali dei corsi d acqua: l Adige in primo luogo e secondariamente i fiumi di risorgiva che hanno modellato e ripreso i sedimenti atesini. Le quote del terreno variano da circa 43 m s.l.m. nella zona settentrionale circostante la ex cava a circa metri nella zona meridionale. La pendenza della pianura si orienta da nord-ovest a sud est con valori di circa il 3-4 per mille. Il territorio è utilizzato prevalentemente ad uso agricolo anche se negli ultimi decenni si è assistito a una forte espansione dei centri abitati e allo sviluppo di estese zone industriali. Tale fenomeno ha riguardato particolarmente gli abitati di San Giovanni Lupatoto-Pozzo, posto a nord est della ex cava, di Raldon, posto a sud-est e di Buttapietra a sud ovest. Le zone industriali si trovano a maggiore distanza dal sito di interesse e le potenziali interferenze sono poco evidenti. Al centro di questa zona si trova la grande cava di ghiaia, dismessa perché esaurita, di proprietà Biondani. Essa si sviluppa su un area di quasi mezzo chilometro quadrato e risulta per la maggior parte della sua estensione allagata dalla falda acquifera freatica, il cui livello è stato intercettato e superato dagli scavi. L area di cava nel suo complesso risulta ben rinaturalizzata: la vegetazione spontanea è ben sviluppata sulle sponde del lago e in altre aree e ha creato condizioni favorevoli per i molti uccelli acquatici che hanno trovato un habitat favorevole nella zona; nel lago freatico vivono molte specie di pesci. Nella zona sud-occidentale ci sono una serie di ville residenziali. Tutto intorno si trovano campi agricoli e qualche contrada come quelle di Trinità e san Fermo a nord, La corte Peschiere, 4

6 la Palazzina e la Casa Nuova a ovest il Bovolino e la Cavaliera a sud e la corte Olmo e le Casette ad est. Nella zona si incontrano anche alcune risorgive di cui una è inglobata nell area di cava ma questo aspetto sarà più estesamente trattato a seguire. Complessivamente quindi l area di cava e il suo circondario per una estensione variabile da circa 500 m a 1,5 Km circa è agricolo e poco abitato. 5

7 Fig. 1 : corografia 1:5.000 (stralcio CTR el Pozzo di S. Giovanni Lupatoto) 6

8 Fig. 2: carta geologica e morfologica (da Sorbini ed altri, 1984), scala 1: Il colore arancio indica sedimenti ghiaiosi e quello verde sedimenti sabbiosi. In rosa i depositi limosi dovuti soprattutto a scarichi di fanghi di lavaggio della ghiaia in aree di cava. In celeste i laghi freatici. Le linee rosse a vario formato sono orli di terrazzi fluviali. 7

9 3 IDROGRAFIA SUPERFICIALE (dalla relazione geologica e geotecnica marzo 2004) La natura ghiaiosa del sottosuolo non favorisce lo sviluppo di una rete idrografica superficiale. Infatti la permeabilità del terreno consente la rapida infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche. Tuttavia nella zona la falda acquifera freatica si trova a pochi metri di profondità e ciò consente lo sviluppo delle risorgive, tipiche sorgenti di pianura comuni in tutta la pianura Padana. Si tratta di una sorta di troppo pieno della falda, che smaltisce nella rete idrografica superficiale le acque freatiche. Entro 3 chilometri intorno alla zona di studio si possono rilevare, da ovest verso est le sorgenti Campagna, del Menago, Vannina, Palazzino, e Toniola, tutte presso Fracazzole. E ancora le sorgenti Bra, presso Marchesino, le sorgenti Fiumanella e Acqua Chiara presso Buttapietra, la sorgente Bova a est di Fracazzole le sorgenti della fossa Boletta e del fosso Crear la prima all interno e la seconda in vicinanza della cava. Questa fitta maglia di sorgenti dà origine a un sistema di piccoli corsi d acqua tributari di scoli più importanti. Le sorgenti Vannina, Palazzino e Fumanella sono tributarie del Tartaro-Bra e le altre del fiume Menago. Dal punto di vista pratico, ai fini della presente relazione, assume qualche rilievo solo la risorgiva Boletta che nasce entro l area di cava e secondariamente quelle del fosso Crear. Infatti sono le uniche che possono subire qualche influenza da quanto avviene nell area di proprietà Biondani. La Boletta è stata e circondata dagli scavi di cava e il laghetto che un tempo costituiva la sorgente è collegato allo specchio freatico creato dai lavori. Di fatto la sorgente non funziona più e l acqua che alimenta il fosso è drenata direttamente dal lago freatico. Il fosso è comunque attivo e la situazione attuale gli garantisce una costante erogazione d acqua che nella situazione pregressa sarebbe stata possibile solo effettuando la periodica pulizia della scaturigine sorgentizia. Tale pratica, effettuata con cura quando le sorgenti erano una importante risorsa per il territorio, è tornata di moda negli anni recenti, in cui molti comuni e consorzi hanno operato per valorizzare le risorgive inserendole in parchi e programmi di tutela e curandone la manutenzione. Nel passato 8

10 invece, dopo che l approvvigionamento idrico a campi e contrade era garantito da altre fonti, queste sorgenti conobbero un lungo periodo di abbandono in cui l assenza di cure faceva impaludare e poi morire le scaturigini. La influenza della cava nei riguardi della sorgente è quindi positiva perché la ha mantenuta in vita. Poiché i fontanili traggono la loro acqua dalla falda freatica, della quale costituiscono una specie di troppo pieno, è evidente che inquinamenti che dovessero interessare la falda a monte delle sorgenti avrebbero ripercussioni negative sulla qualità dell acqua. Finora essa è buona, almeno alle sorgenti, con temperatura di e caratteri di potabilità o quasi. Per quanto attiene la sicurezza idraulica bisogna considerare che i fiumi di risorgiva hanno un regime parallelo a quello della falda acquifera che può essere influenzato dalle piogge solo nella parte bassa del loro corso, dove drenano un bacino vasto. Nella posizione considerata, prossima alla sorgente non sono possibili piene disastrose, esondazioni ecc. e tali corsi d acqua non costituiscono alcun pericolo. E anche utile rilevare che essi in queste aree non sono arginati, ma scorrono in alvei naturali privi di opere di difesa spondale. A completamento del quadro riguardante la situazione idrologica è utile ricordare che il fiume Adige, che ha determinato la formazione della pianura, oggi scorre circa 4 chilometri a nord-nordest della cava, nella zona altimetricamente depressa detta piana di divagazione. In tale posizione, anche in caso di piena ed esondazione, non vi è alcuna possibilità che possa investire l area di interesse, perché per farlo dovrebbe sopravanzare il terrazzo fluviale di san Giovanni Lupatoto con dislivello di oltre sette metri, cosa che appare assolutamente inverosimile. Esistono anche una rete di collettori e canalette consortili deputate alla irrigazione dei fondi agricoli, che avviene ancora per scorrimento in estese aree della campagna. Tale rete di scoli, che pur essendo una prodigiosa opera di ingegneria idraulica va oggi considerata arcaica, costituisce un importante fattore di alimentazione della falda freatica in questa zona della pianura. Infatti non appena entra in funzione in primavera si osserva un forte aumento dei livelli freatici e una altrettanto rapida diminuzione a fine esercizio alla fine estate. Tale fenomeno si sovrappone all alimentazione naturale dovuta alle correnti di subalveo del fiume Adige. 9

11 4 - SITUAZIONE IDROGEOLOGICA (dalla relazione geologica e geotecnica marzo 2004) La situazione idrogeologica e` condizionata dalla struttura del sottosuolo, precedentemente descritta. Essa e` stata delineata studiando le informazioni fornite da numerosi pozzi individuati nel territorio. Molti di essi sono in osservazione periodica o saltuaria da decenni e sono disponibili importanti dati storici su essi. Il sottosuolo ghiaioso e` suddiviso orizzontalmente da due livelli argillosi l uno alla profondita` di circa 15 m e l altro a circa 35 m. Questi orizzonti argillosi iniziano a differenziarsi a poca distanza dalla zona di studio. Quindi per la vicinanza della zona a sottosuolo totalmente ghiaioso, non consentono una differenziazione idraulica delle varie falde. Esse sono quindi in equilibrio e presentano il medesimo livello statico. La zona della cava e` posta entro la fascia dei fontanili. La profondita` della falda risente della altimetria del suolo e della situazione idrogeologica del materasso alluvionale. Nella zona studiata la falda si trova a profondita` di pochi metri dal piano di campagna. Le profondita` maggiori si riscontrano nella porzione nord-occidentale dell area e raggiungono il valore di circa 10 metri nella periferia sud di Verona, mentre scendono a circa 3 metri entro la fascia delle risorgive, a sud di Cadidavid. Tali valori di profondita` sono riferiti alle condizioni di massima escursione di falda. Nella zona della cava la falda si trova alla profondità di circa 1-5 metri dal piano campagna in fase di massima escursione stagionale, ma varia secondo la stagione e della quota del terreno. La zona dove sono previsti gli interventi si trova nella fascia meridionale della cava dove la profondità dell acqua varia da 1,5 a 2 metri nel periodo di minima escursione e risale di circa 1 metro in fase di piena stagionale di falda. 10

12 La determinazione del livello di massima escursione stagionale può essere importante ai fini della determinazione della possibilità che le zone di interesse possano, seppure eccezionalmente, essere allagate dalle risalite della falda acquifera. (omissis). L'elaborazione dei dati rilevati ai pozzi, e quanto reperibile in bibliografia, ha permesso di calcolare i valori di livello della falda sul medio mare, e di stabilire le direzioni di flusso e il gradiente idraulico della falda. I valori massimi di livello di falda, registrati nella zona nei decenni passati si aggirano sui 39 m s.l.m. (1974 ma non in fase di massima escursione). Rilevazioni successive hanno fatto registrare valori di massima escursione piu` limitati, pari a m s.l.m. 38 (1986) e 37,5 (1993). Il regime della falda e` noto dalle misurazioni periodiche eseguite per decenni dall Ufficio Idrografico di Venezia sul pozzo della loc. San Fermo sito al limite settentrionale della cava e da nostre misurazioni effettuate a cadenza settimanale dal 1987 al 1992 su un pozzo in loc. Trinità (F11 in fig. 6) presso San Fermo. Il regime dei due pozzi mostra che la falda manifesta un unico periodo di piena ed un unico periodo di magra nell anno, rispettivamente nei periodi di agostosettembre e di marzo-aprile. Il regime e` parallelo a quello del fiume Adige, con uno sfasamento temporale di circa 1 mese. L escursione massima storica varia da 2.81 m circa a San Fermo (media di m 2.19 dal 1955 al 1973) a 1.75 m circa al pozzo F11. Un valore di circa 1,5-2 m puo` rappresentare la escursione media annua nella zona di cava. (omissis) La direzione del deflusso della falda si orienta da nord nord ovest-ovest a sud-sud-est, come concordano anche tutti gli studi esaminati in bibliografia. Il gradiente idraulico e` dell'ordine del 2 per mille e testimonia l elevata permeabilita` dell acquifero costituito da ghiaie di esclusiva origine atesina, in genere quasi prive di frazione fine. La falda studiata, come concordano tutti i lavori esaminati in bibliografia, trae alimentazione principalmente dalle correnti di subalveo presenti nella val Lagarina, che si immettono nel 11

13 materasso alluvionale ghiaioso che forma l alta pianura veronese allo sbocco in pianura del fiume. Tale affermazione trae dimostrazione da vari fatti, fra cui il parallelismo tra regime dell Adige e regime della falda, il valore dell escursione stagionale di falda, massimo allo sbocco in pianura del fiume e minimo al limite tra alta e bassa pianura (fascia dei fontanili) e ancora dalla insufficiente consistenza degli altri fattori di alimentazione in rapporto a quanto sarebbe necessario per giustificare la ricchezza della falda. Tutti gli studi sono concordi nell affermare che il fiume Adige non abbia alcuna influenza sulla falda nel tratto di pianura mentre è rilevante l apporto irriguo il cui contributo si somma ai fattori di alimentazione naturali. 5 COMPATIBILITA IDRAULICA Ai fini del presente studio si sono considerate le piogge secondo le rilevazioni effettuate dall Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia per la stazione di Verona, che risulta vicina all area di interesse e rappresentativa della situazione. Per la elaborazione dei dati si è fatto uso della legge del valore estremo di Gumbel : P(x) = exp (exp(-exp(-y)) Per ciascuna serie di dati (variabile x) si calcola dapprima la variabile ridotta Y m = -ln (-ln ((n+1) m)/(n+1)) Dove n è il numero di dati e m è il mumero d ordine della serie disposta in senso decrescente. Si calcolano poi i parametri e della retta regolarizzatrice fase che comporta sia per la variabile x che per la variabile ridotta Y m il calcolo dei momenti del primo ordine (media) e del secondo ordine (scarto quadratico medio) definiti come segue: 12

14 Al fine di evitare stime distorte lo scarto quadratico medio si moltiplica per il fattore di correzione SQR(n/(n+1), fattore che per la media è invece uguale a 1. In fine si calcolano i parametri e con le relazioni y / y / Preferibili ai valori classici ( / / quando il campione non presenta la caratteristica di n tendente all infinito. Il calcolo dei valori attesi per i tempi di ritorno avviene a partire dall equazione della retta regolarizzatrice : e t = x T - che esplicitata rispetto a x T diventa x T = e t sostituendo e t = -ln (-ln (1-1/T)) si ha x T = 1 en (-ln (1-1/T)) con la quale si può valutare x T per tempi di ritorno prefissati. Infine si valuta la verifica della adattabilità della serie dei dati ad essere descritta dalla legge probabilistica scelta. Si stabilisce a tal fine una fascia di confidenza che per consuetudine ha ampiezza del 5% cui corrisponde la probabilità del 95% che valore x T ricada nella fascia in questione i cui limiti sono definiti dalla relazione: 13

15 XT = x T S T x T = x T S T dove S T = SQR( n) con = K K 2 e K = fattore di frequenza = (y m - y )/ y I risultati di tali calcoli sono stati pubblicati nel lavoro: Distribuzione spazio temporale delle piogge intense nel triveneto da cui sono state ricavate le osservazioni pluviometriche. Le tabelle a seguire riportano le rilevazioni degli gli eventi piovosi intensi (altezza di pioggia) al pluviometro di Verona per la durata di 1 ora, 3 ore, 6 ore, 12 ore e 24 ore e l anno in cui sono avvenuti, le elaborazioni statistiche secondo Gumbel, le altezze di pioggia per durate di 1,3,6,12,24 ore e le leggi di probabilità di pioggia per i tempi di ritorno di 5,10,20,30, 50, 100, 200, 500 e 1000 anni. Per il tempo di ritorno di 20 anni si è ricavata la equazione: h = 40.92t Per la scelta della curva di probabilità pluviometrica si fa riferimento di solito al tempo di ritorno di 20 anni che consente scelte tecniche economicamente convenienti. Nella bonifica e nelle reti fognarie si adotta di solito un tempo di ritorno più breve, dai 10 ai 15 anni. Assumendo un tempo di ritorno di 20 anni si ha la seguente situazione: Tabella 1: piogge e portate specifiche per tempo di ritorno di 20 anni Durata 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore Altezza mm mm mm mm mm Portata per l/s per m

16 Tabella 2: osservazioni al pluviometro di Verona 15

17 16

18 Curve di probabilità pluviometrica 17

19 Per la valutazione del coefficiente di deflusso nella condizione prima dell intervento è necessario fare riferimento alla situazione geologica rilevata eseguendo numerosi scavi di assaggio e prove penetrometriche statiche, come meglio illustrato nella relazione datata marzo 2004 e già depositata cui si fa riferimento per ogni dettaglio. Dallo studio condotto è emerso che le aree di intervento sono costituite per la quasi totalità da terreni fini derivanti dal lavaggio della matrice della ghiaia che sono stati utilizzati per colmare porzione della cavità. Talora essi sono miscelati a ciottoli. Solo nella zona della penisola dove si trova ancora la risorgiva Boletta ormai circondata dal lago di cava, si rinviene ghiaia. Ne consegue che la maggior parte dell area di intervento è costituita da limi di lavaggio della ghiaia, per uno spessore di parecchi metri, praticamente impermeabili e situati poco al di sopra del livello di falda. La zona della penisola è invece permeabile ma in essa non sono previste costruzioni. Il terreno di realizzazione di tutte le costruzioni previste è quindi costituito da limi e limi argillosi impermeabili. E rilevante anche osservare che tutti i terreni di intervento e in genere entro il perimetro della cava, sono depressi rispetto alle aree dove la ghiaia non è stata escavata. Tale situazione comporta la conseguenza che tutti gli afflussi meteorici affluiscono alla falda tramite infiltrazione nel suolo o tramite ruscellamento, al netto della evaporazione e traspirazione. In base alle rilevazioni geologiche si è classificato il terreno interessato dagli interventi con la seguente tabella. Se ne ricava che esso è del tipo D. 18

20 La valutazione del coefficiente di deflusso non può essere effettuata con usuali criteri in quanto si tratta di un area il cui sottosuolo è stato ottenuto artificialmente, scaricando nel lago freatico di cava i sedimenti fini estratti dalla ghiaia naturale mediante lavaggio. Può fornire qualche indicazione la seguente tabella, dove per analogia con alcune tipologie di terreno (ad esempio aree estrattive, prati stabili o aree con vegetazione rada, paludi) e con riferimento a terreni di tipo D si può ricavare un valore del coefficiente di deflusso dell ordine di Considerando che l area è attualmente suddivisa grossolanamente in due uguali superfici di cui una a prato stabile, con coefficiente di deflusso pari a 0.78 e l altra a vegetazione rada con coefficiente di deflusso pari a 0.84, si può assumere un valore medio tra i due di 0.81, che ben rappresenta la situazione attuale. 19

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22 Per una corretta interpretazione è però necessario ricordare la natura dei luoghi che configura una situazione particolare così schematizzabile: 1 nella zona di cava esisteva, prima dei lavori di estrazione della ghiaia, una risorgiva detta Boletta, che alimentava un piccolo corso d acqua. La risorgiva esiste ancora in quanto i lavori di estrazione la hanno rispettata, ma di fatto essa è ormai inattiva. Il corso d acqua che era alimentato da essa esiste ancora e trae alimentazione dal lago freatico costituito dalla cava, che ha intersecato la falda acquifera; 2 i terreni di intervento si trovano poco al di sopra del livello di falda. In queste condizioni l acqua meteorica che li raggiunge entra molto rapidamente in falda, sia tramite infiltrazione nel terreno (e si tratta della minima parte perché esso è poco permeabile) e sia per ruscellamento superficiale. Una valutazione della portata che si forma adottando il metodo razionale e considerando l area come una sorta di bacino idrografico potrebbe risultare fuorviante. Si ritiene quindi che sia da adottare il seguente schema concettuale: a) situazione prima della cava: terreno ghiaioso con falda a circa 5 metri di profondità al massimo. Il terreno ghiaioso determina la rapidissima infiltrazione dell acqua piovana fino alla falda che viene drenata dalla risorgiva e la cui portata aumenta in proporzione all aumentare del livello freatico. Una pioggia critica con tempo di ritorno di 20 anni comporta un innalzamento della falda di circa h/n dove h è l altezza di precipitazione e n è la porosità (circa 0.35 per la ghiaia). L innalzamento della falda per un altezza di pioggia con durata di 24 ore e quindi pari a mm sarebbe di circa 30 cm, considerando che la precipitazione si infiltri al 100 % e trascurando il fatto che il drenaggio operato dalla risorgiva determina l abbassamento del livello di falda al suo intorno e quindi in definitiva 21

23 un innalzamento del livello idrico nel corso d acqua molto inferiore a quello sopra ipotizzato per la falda. Dato che il corso d acqua è ben incassato e ha una sezione ampia ciò non determina inconvenienti. Del resto è ben noto che le piene dei fontanili non hanno mai carattere disastroso; b) situazione attuale: è praticamente identica a quella precedente con la differenza che il teorico innalzamento del livello del laghetto freatico può essere pari al massimo all altezza di precipitazione. Il laghetto è nelle condizioni attuali da tempo (all incirca pari al tempo di ritorno di 20 anni assunto per le precipitazioni critiche) e nessun inconveniente idraulico si è mai avuto alla rete scolante; c) situazione di progetto: differisce in modo poco rilevante dalla situazione attuale in quanto il coefficiente di deflusso per le aree coperte e per le strade è simile a quello del suolo impermeabile attuale e quello delle aree verdi è praticamente identico. Un stima più dettagliata è la seguente: uso del suolo Coefficiente di deflusso Situazione di progetto Copertura edificata % Aree verdi e giardini % Passaggi, pavimentazioni e strade % La media ponderale dei coefficienti di deflusso porta al valore di 0.84 a fronte dello 0,81 attuale. La differenza è minima e se si considera che tali valori sono stime basate sulla esperienza e sull analogia con situazioni note, quindi con una piccola approssimazione, si comprende che i valori sono identici ai fini pratici. In base a queste considerazioni non si è quindi effettuato un calcolo della portata attuale e futura considerando il bacino di interesse e applicando le consuete formule per la determinazione del tempo di corrivazione e il metodo razionale. 22

24 In base alle considerazioni svolte si deve quindi concludere quanto segue: 1 la zona di intervento è all interno di una cava di ghiaia e è formata da limo e argilla derivanti dal lavaggio della frazione fine della ghiaia estratta con bassa permeabilità e falda a profondità di 1-2 metri; 2 essa è depressa rispetto alle aree esterne alla cava e il drenaggio avviene nel lago freatico di cava e tramite il fosso che da esso origina e che era prima alimentato da una risorgiva. Il fosso non si presenta in situazione idraulica precaria e smaltisce le portate che drena dal lago senza inconvenienti, come avviene da decenni e da millenni se si considera la situazione pregressa all estrazione; 3 la scarsa permeabilità del terreno, la superficialità della falda e la situazione altimetrica hanno come conseguenza che il coefficiente di deflusso è elevato e che la maggior parte dell acqua piovana (esclusa solo quella di evapotraspirazione) affluisce nel lago freatico attraverso il suolo o per ruscellamento superficiale. L intervento non muta sostanzialmente la situazione e la stima dei coefficienti di deflusso attuali e successivi ad esso ne indica la sostanziale uguaglianza. Pertanto l intervento in progetto non determina aumenti di portata idrica da smaltire o in afflusso nella rete scolante o nel lago freatico né ne comporta l innalzamento di livello rispetto alle attuali condizioni. La compatibilità idraulica è quindi garantita. 23

25 6 VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO In termini generali il rischio idrogeologico assume diversi aspetti, solo alcuni dei quali potenzialmente gravanti sulla zona di interesse: 1 rischio di frane o soliflussi o colate o dissesti geomorfologici in genere; 2 rischio di risalita della falda acquifera; 3 rischio di erosione da parte dei corsi d acqua; 4 rischio di subsidenza del terreno; 5 difficoltà di drenaggio. Analizziamo ora ogni singola possibilità di rischio: Rischio di frane o soliflussi o colate o dissesti geomorfologici in genere: richiederebbe la presenza di dislivelli e pendenze che in questa area di pianura sono assenti e quindi esso non grava minimamente sull area di interesse. Le fondazioni degli edifici saranno su pali e quindi non vi è rischio che il loro peso destabilizzi le scarpate di cava, in gran parte sommerse. Rischio di risalita della falda acquifera: la falda è a circa 1 metro di profondità con riferimento alle condizioni di massima escursione stagionale ordinaria con escursione stagionale contenuta. Tale situazione rende possibile in teoria una risalita eccezionale della falda che invada le aree emerse più depresse, come già evidenziato nella relazione geologica del marzo I progettisti hanno tenuto in opportuna considerazione questa eventualità adottando le scelte conseguenti che consistono nella elevazione del piano di campagna di circa 1 metro. 24

26 Rischio di erosione da parte dei corsi d acqua: si tratta di un rischio inesistente non essendo presenti corsi d acqua attivi ad eccezione di piccoli scoli deputati al drenaggio. Le dimensioni del lago freatico sono troppo contenute perché si possa sviluppare un moto ondoso pericoloso in tale prospettiva. Rischio di subsidenza del terreno: non risulta che tale evento si verifichi nella zona o che costituisca oggi un problema. Il sottosuolo appare deformabile per la sua natura granulometrica e l elevato contenuto in acqua ma l adozione di fondazioni su pali, che scaricheranno i pesi sugli strati di ghiaia in profondità, rende impossibile tale fenomeno. Difficoltà di drenaggio: il drenaggio è facile per la presenza del lago freatico e dello scolo che lo drena, anche se in presenza di suolo impermeabile in area pianeggiante. Il progetto deve prevedere idonee pendenze, maggiori delle attuali, soprattutto nelle zone più lontane dalle sponde lacuali o comunque una rete scolante idonea a accelerare il naturale deflusso superficiale delle acque meteoriche. E utile infine un cenno alla falda freatica, intesa a valutarne il pregio. Si era già evidenziato nella precedente relazione geologica e geotecnica che si tratta di una falda di elevata qualità e molto vulnerabile per la sua superficialità e la natura in genere (tranne in gran parte dell area di intervento) ghiaiosa e permeabile del terreno superficiale. Inquinanti provenienti dal suolo possono quindi facilmente raggiungere la falda che è un bene meritevole di attenta protezione. 25

27 E pertanto raccomandabile di evitare che acque non pulite la possano raggiungere, sia governando opportunamente le acque nere ma anche le acque bianche, realizzando dove necessario vasche di disoleazione o di prima pioggia, sistemi di controllo e quant altro possa concorrere efficacemente allo scopo. 26

28 7 CONCLUSIONI L intervento interessa parte delle sponde di un grande laghetto freatico derivante dall estrazione della ghiaia da parte di una cava oggi estinta. Lo studio effettuato ha indicato che l area di intervento afferisce al lago freatico di cava, sia per ruscellamento superficiale, sia per infiltrazione. Infatti l area di intervento è depressa rispetto alla campagna circostante e il suo sottosuolo è in gran parte costituito da limi di lavaggio della ghiaia impermeabili. L acqua quindi, sia per ragioni di altimetria, sia per la bassa permeabilità, non può che affluire nel laghetto. Esso è drenato da un fossato che anticamente originava da una risorgiva oggi inglobata nell area di cava. Le costruzioni esistenti sulle sponde del laghetto al di fuori dell area di intervento, sorgono su ghiaia permeabile e le acque vi si infiltrano raggiungendo la falda e il laghetto (il dislivello tra superficie del lago che è quella di falda e piano campagna è di qualche metro e il tempo di infiltrazione è molto rapido). Ne consegue che la situazione di progetto non comporta maggiori quantità di acqua meteorica rispetto alla situazione attuale; una stima dei coefficienti di deflusso attuale e futuro ne costituisce una riprova. L intervento quindi non crea alcuno scompenso di tipo idraulico e non determina sovraccarichi alla rete scolante. Dal punto di vista idrogeologico l unico rischio da considerare è la risalita anomala della falda che potrebbe occasionalmente sommergere le aree più depresse della zona di intervento. I progettisti, essendo a conoscenza della situazione rilevata anche nella relazione geologica e geotecnica già prodotta, hanno contrastato il fenomeno prevedendo una elevazione di circa 1 metro del piano di campagna. Si rileva infine l elevato pregio della falda che richiede una attenta verifica della qualità delle acque che affluiranno nel laghetto e nella falda e l adozione di apprestamenti atti a garantirne l igienicità. 27

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