Nuova direttiva dell Unione Europea sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni

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1 N. 20 Anno III Ottobre 2010 La Newsletter del Consorzio Camerale Informazione economico finanziaria sul mondo delle PMI italiane SOMMARIO In primo piano Basilea 3. Una riforma dai tempi lunghi. L emendamento del Testo Unico Bancario. Notizie flash Il Fondo di Garanzia per le PMI. Gli appalti pubblici per l innovazione. Un opportunità per le PMI Premio europeo per le politiche di sostegno all eccellenza d impresa Nuovo codice sulla proprietà industriale Nuova direttiva dell Unione Europea sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni Nasce la Fondazione per le imprese high-tech Economic Outlook 1

2 BASILEA 3. UNA RIFORMA DAI TEMPI LUNGHI Lo scorso 12 settembre, i Governatori delle Banche Centrali del G10 hanno approvato la bozza dell Accordo multilaterale per la riforma della vigilanza prudenziale sulle banche, meglio noto come Basilea 3. Il testo passerà ora al vaglio del Consiglio dei capi di Stato e di Governo del G20, che si riunirà a Seoul a Novembre e, da ultimo, sarà ratificato e recepito dai Paesi firmatari. Se non ci saranno intoppi lungo il percorso, l Accordo entrerà in vigore fin dal gennaio Per garantire, però, agli istituti bancari (e finanziari) il tempo necessario per adeguarsi ai nuovi requisiti, è stata prevista una lunga fase di transizione che si concluderà nel gennaio La dilatazione dei tempi di attuazione dell Accordo è stata criticata (talvolta Christian Noyer,Presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali, a cui fa capo il Comitato di Basilea aspramente) da numerosi osservatori, pur essendo stata presentata come un necessario compromesso tra le diverse esigenze e urgenze dei Paesi firmatari e dei rispettivi sistemi bancari. E noto, infatti, che gli avvenimenti dell ultimo triennio hanno colpito duramente non solo i sistemi bancari inglese e Per saperne di più statunitense, dove sono G8 E il forum che riunisce gli 8 paesi più industrializzati del comparsi i primi focolai della mondo: Francia, Canada, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. Nel 1975 a Rambouillet, in crisi finanziaria, ma anche un Francia, si tenne la prima riunione del G6 (Francia, mercato importante come quello Germania, Giappone Italia, Regno Unito e Stati Uniti), tedesco, i cui campioni convocato per discutere sulla crisi internazionale. Dal 1976 vi partecipa il Canada (G7) e dal 1977 la CEE. Dal 1998, ai nazionali hanno dimostrato di vertici annuali dei capi di Stato e di governo partecipa anche essere notevolmente esposti sui la Russia, che rimane però esclusa dalle riunioni dei Ministri dell Economia e dei Governatori delle Banche Centrali. mercati e di disporre di una G10 E un gruppo di confronto e consultazione costituito da 11 struttura patrimoniale meno paesi industrializzati: Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia robusta delle attese. Al contrario, e Svizzera. Il Lussemburgo è un membro associato. Il G-10 fu il sistema bancario italiano, come fondato nel 1962 dai dieci principali paesi a economie di sottolineato anche dalla Banca mercato del tempo. Nel 1984 la Svizzera si unì come undicesimo membro, ma il nome del gruppo rimase d Italia, ha dimostrato di invariato. Nel dicembre 1971, il G10 firmò lo Smithsonian possedere una discreta solidità, Agreement, che ratificò di fatto la fine del sistema a cambi fissi inaugurato nel 1944 a Bretton Woods. anche grazie a strategie di G20 business generalmente orientate verso impieghi e strumenti di investimento tradizionali che hanno ridotto gli effetti negativi della crisi. Il Gruppo è stato costituito nel 1999 per discutere questioni di rilievo per la stabilità economica e finanziaria mondiale. E composto dai Ministri dell Economia e dai Governatori delle Banche Centrali di 19 paesi: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sudafrica e Turchia, oltre ai membri del G8 e all Unione Europea. Partecipano alle riunioni anche i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale. 2

3 I due timori principali evidenziati dai commentatori sono riconducibili, da un lato, all utilità e all efficacia dell Accordo e, dall altro, alle conseguenze che esso potrebbe avere sulle imprese e, più in generale, sull economia reale. Sotto il primo profilo, i parametri prudenziali adottati in termini di qualità e composizione del patrimonio, di leva finanziaria e di liquidità disponibile sono giudicati, da varie parti, troppo miti per garantire una effettiva protezione contro il rischio che si ripeta una crisi come quella attuale. Una crisi che visti i tempi estremamente dilatati per l adeguamento ai nuovi requisiti prudenziali potrebbe manifestarsi prima che Basilea 3 sia entrato a regime, svuotandolo, di fatto, di contenuto. Dal secondo punto di vista, vi è il timore di una forte stretta sui crediti concessi alle imprese non giustificabile secondo questi commentatori - dai vincoli e dai costi imposti da Basilea 3. Secondo le stime dell IIF, l Associazione bancaria mondiale che raggruppa oltre 400 banche e altre istituzioni finanziarie, l impatto per le banche di Europa, Stati Uniti e Giappone potrebbe concretizzarsi nella necessità di raccogliere nei prossimi anni 700 miliardi di dollari di capitale di rischio e oltre miliardi in capitale di debito a lungo termine per soddisfare i requisiti patrimoniali richiesti. Il costo per le banche italiane dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni, tenendo peraltro conto del fatto che i principali gruppi bancari già ora sono abbastanza allineati sui parametri minimi imposti dall Accordo. Secondo il Governatore della Banca d Italia, Mario Draghi, le banche italiane sono solide e dispongono di requisiti patrimoniali superiori ai minimi previsti e di una qualità del capitale migliore rispetto alla media internazionale, grazie anche, come si è detto, a un modello di business più tradizionale e a un ricorso molto ridotto ai fondi pubblici assegnati per far fronte alla crisi (Tremonti Bond). In sostanza, secondo il Governatore, le banche italiane dovrebbero essere in grado di adeguarsi ai livelli patrimoniali più elevati con gradualità, assicurando il sostegno alle imprese e all economia Mario Draghi, Governatore della reale. E un ottimismo non del tutto condiviso dai Banca d Italia rappresentanti degli istituti bancari che paventano, invece, effetti negativi sulla capacità delle banche di sostenere con efficacia la ripresa e la crescita dell economia, proprio a causa dei costi e dei vincoli patrimoniali che Basilea 3 impone anche agli operatori meno esposti in attività a rischio. In effetti, la necessità di non penalizzare eccessivamente i sistemi bancari troppo esposti sui mercati ha spinto alcuni governi, come la Germania, a cercare una soluzione di compromesso che premia meno del previsto gli attori più virtuosi e punisce più blandamente delle attese quanti, invece, hanno perseguito strategie di investimento spregiudicate. A prescindere dalla durata della fase di transizione e dall ampiezza dei parametri adottati, quali potranno essere gli effetti concreti sul costo del credito per le aziende italiane? Una risposta precisa, a oggi, ovviamente non può esserci, anche in considerazione delle diverse 3

4 posizioni di partenza degli istituti bancari, dei differenti percorsi di adeguamento che devono perseguire e delle strategie adottate. L unico punto certo, con apparente paradosso, è che molto dipenderà dalle imprese. La necessità di ridurre l ammontare di capitale immobilizzato come riserva e di garantire al contempo una adeguata remunerazione del rischio potrebbe indurre le banche a penalizzare quelle realtà sottocapitalizzate e teoricamente più rischiose, meno trasparenti sotto il profilo finanziario e gestionale e con dubbie capacità di garantire una redditività nel tempo sufficiente a sostenere i costi e a onorare il debito contratto con gli istituti di credito. Il Consorzio Camerale, nel corso degli ultimi anni, si è fortemente impegnato nell affiancare le Camere di Commercio nello sforzo di dare informazione, fare cultura, valutare il rischio delle aziende del proprio territorio. E un impegno iniziato nel 2003 con l analisi degli effetti che Basilea 2 avrebbe potuto avere sul costo del credito per le piccole e micro imprese. Una analisi che era basata su un apposito modello econometrico e che permise di operare simulazioni, in collaborazione con Unioncamere Nazionale, sulle aziende del territorio di oltre 50 Camere di commercio. La sfida, oggi, è invece quella di supportare le micro e piccole imprese non solo a crescere ma, soprattutto, a valorizzare i cosiddetti assets interni, ovvero quelle capacità imprenditoriali, quelle innovazioni di processo e di prodotto, quelle conoscenze acquisite con l esperienza che rappresentano punti di forza spesso ignorati dall imprenditore da valorizzare per migliorare il merito di credito delle aziende e, quindi, per mitigare le condizioni di accesso ai finanziamenti. Saper individuare questi punti di forza potenziali e nascosti, valorizzarli e quantificarli e segnalarli con efficacia rappresenta un primo importante passo per migliorare la trasparenza nei rapporti tra imprese e banche e per consolidare la posizione negoziale delle aziende. Il Consorzio Camerale sta sviluppando un percorso operativo, da sviluppare sul campo, basato su tre linee di azione: - informazione per le imprese, per aiutarle a individuare e valorizzare i propri punti di forza nascosti basati su innovazione, conoscenza ed esperienza - valutazione della rischiosità, attraverso un modello econometrico nuovo e appositamente sviluppato, capace di valutare e valorizzare questi punti di forza - accompagnamento sul mercato del credito, attraverso un servizio di assistenza a sportello che aiuti gli imprenditori a predisporre una presentazione efficace della propria azienda dove ne siano evidenziati i punti di forza. 4

5 L EMENDAMENTO DEL TESTO UNICO BANCARIO Il 19 settembre 2010 è entrato in vigore il Decreto Legislativo che introduce una serie di emendamenti al Testo Unico Bancario, in particolare al Titolo V dove sono considerati, tra gli altri soggetti, anche i Confidi. L emendamento rivede, in parte, la recente normativa in tema di garanzie, in particolare per quanto riguarda modalità e strumenti per la vigilanza sull operato dei Confidi. Le novità più rilevanti sono: - la predisposizione di un apposito Albo dove sono tenuti a iscriversi i Confidi intermediari vigilati (finora denominati Confidi 107) - la previsione di un apposito Organismo, espressione del sistema, per la gestione dell elenco generale a cui sono tenuti a iscriversi i Confidi - l estensione dei poteri di vigilanza e di intervento della Banca d Italia sugli intermediari vigilati. Per quanto riguarda il primo punto, i Confidi che superano la soglia dei 75 milioni di euro di attività sono tenuti a iscriversi in un apposito Albo e a rispettare una serie di obblighi, in buona parte già previsti per quanti sono iscritti all attuale elenco speciale ex art I Confidi che hanno attualmente in corso l iter per la trasformazione in intermediari vigilati potranno completare il percorso previsto senza necessità di riavviare le procedure. Per quanti sono, invece, già iscritti nell elenco degli intermediari vigilati, sarà sufficiente operare alcuni interventi di carattere amministrativo. I Confidi non vigilati dalla Banca d Italia, gli attuali Confidi 106 per intenderci, faranno invece capo a un apposito Organismo, a cui parteciperanno gli stessi rappresentanti dei Confidi. L Organismo avrà il compito di gestire l elenco generale dei Confidi, di verificare il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e di intervenire laddove emergessero inadempienze o irregolarità. La sua funzione principale sarà quindi quella di surrogare l azione della Banca d Italia, garantendo un sufficiente controllo sull operatività dei Confidi non vigilati, e di permettere una scrematura del sistema ripulendolo da quei soggetti che a tutt oggi sfuggono al monitoraggio e al controllo degli Organi di vigilanza. Infine, la Banca d Italia disporrà di una più ampia serie di strumenti per intervenire con diversi livelli di intensità laddove verifichi anomalie o irregolarità nella gestione e nell operatività dei Confidi vigilati. Prima di procedere alla cancellazione dall Albo, potrà infatti intervenire direttamente nella loro gestione effettuando ispezioni, limitandone l operatività o commissariandone il Consiglio di amministrazione, sulla falsariga di quanto avviene già per gli operatori bancari. Cambia anche la nomenclatura dei Confidi: agli intermediari vigilati è ora dedicato l articolo 106 del Testo Unico Bancario (prima era il 107), mentre per i Confidi non vigilati si rimanda all articolo 112 (prima era il 106). 5

6 IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI: L ATTIVITÀ NEL 2010 Il Comitato di gestione del Fondo di garanzia per le PMI ha reso pubblici i risultati conseguiti nei primi 7 mesi del 2010: operazioni ammesse al Fondo (+172,0% rispetto all anno precedente) un ammontare complessivo di finanziamenti erogati di 5,7 miliardi di Euro (+203%) un volume di garanzie di 3,2 miliardi di Euro (+221,1%). Le operazioni di controgaranzia rappresentano la quota prevalente ( operazioni, pari al 67,1% del totale, con una crescita del 139,6% rispetto allo scorso anno, per un 67,1 53,1 Ripartizione % delle operazioni per numero e ammontare 32,8 46,9 Numero Ammontare 0,1 0,1 Controgaranzia Garanzia diretta Cogaranzia ammontare di finanziamenti di oltre 3 miliardi), seguite dagli interventi in garanzia diretta (9.892 operazioni, pari al 32,8% del totale, + 276,7% rispetto al 2009, per un ammontare di circa 2,7 miliardi di euro) e da quelli, del tutto marginali, in cogaranzia (38 operazioni, pari allo 0,1% del totale, con una flessione del 13,9%, per un ammontare di circa 0,9 milioni di euro). In media, i finanziamenti ammontano a euro, con un aumento dell 11,4% rispetto allo scorso anno. Nell 83% dei casi, le imprese hanno richiesto la garanzia del Fondo per esigenze di liquidità, nel 17% per investimenti. Ripartizione % delle domande accolte per area geografica Centro 13,0% Nord 48,9% Il 48,9% delle domande accolte proviene da aziende del Nord ( imprese, con un incremento del 193% rispetto allo scorso anno), il 38,1% dal Sud ( imprese, + 147,4%) il 13% dal Centro (3.930 imprese, + 177,7%). Sud 38,1% Il 41,9% delle domande ammesse è stato presentato da aziende operanti nell industria (con una crescita del 177,8%, a cui va il 55,6% dei finanziamenti complessivi), il 40,1% da imprese del commercio (+132,2%, con il 30,6% dei finanziamenti) e il 18% da aziende dei servizi o di comparti residuali (+ 312,9%, con il 13,7% dei Ripartizione % delle domande accolte per settore Commercio 40,1% Industria 41,9% finanziamenti). Alle imprese artigiane va ricondotto il 16% delle domande accolte, con un incremento di oltre il 177% rispetto allo scorso anno, che si accompagna a una crescita del 197% dei finanziamenti concessi. Servizi 18,0% 6

7 Il 56,6% delle domande accolte proviene da micro imprese, il 33,4% da piccole imprese, il 10% da medie imprese e lo 0,1% da consorzi. Se però si considera il volume dei finanziamenti concessi, si osserva che la 56,6 Ripartizione % delle domande accolte e dei finanziamenti per tipo di impresa 24,9 33,4 43,1 Numero 10 Ammontare 32,0 quota maggiore è stata destinata alle aziende di piccole dimensioni, per un ammontare pari a milioni di euro (pari al 43,1%), contro i milioni concessi alle medie imprese (pari al 32%) e i milioni delle micro imprese (pari al 24,9%). Micro Piccole Medie Per approfondimenti: GLI APPALTI PUBBLICI PER L INNOVAZIONE. UN OPPORTUNITÀ PER LE PMI. Gli appalti pubblici possono essere strumento di stimolo all innovazione? La risposta è sì, secondo una ricerca del Ministero dello Sviluppo Economico. Ciò si verifica quando il soggetto pubblico acquista o richiede un bene o un servizio che non esiste ancora, ma che potrebbe essere sviluppato in un ragionevole periodo di tempo, attraverso opportuni percorsi di ricerca e sviluppo. In sostanza, al fine di soddisfare la richiesta dell acquirente pubblico, diventa necessario per il fornitore migliorare tecnologicamente un prodotto esistente o realizzarne uno del tutto nuovo. Naturalmente, per incentivare lo sviluppo e l utilizzo di soluzioni innovative, il committente pubblico richiede volumi considerevoli di nuovi prodotti/servizi nelle fasi iniziali della loro commercializzazione, assicurando di fatto non solo la copertura dei costi di ricerca e sviluppo ma anche una adeguata redditività per le aziende fornitrici. In Europa, l attenzione verso il ruolo che gli appalti pubblici possono giocare nello stimolo dell innovazione è cresciuta particolarmente negli ultimi anni, parallelamente al crescere del gap economico e soprattutto tecnologico con gli Stati Uniti. L Unione Europea, ad esempio, ha introdotto strumenti di incentivazione degli appalti precommerciali per attività di ricerca e sviluppo. Allo stesso tempo, sono state promosse misure per favorire il coordinamento delle iniziative tra le autorità nazionali, come nel caso della Lead Market Initiative e di Europa 2020, la strategia economica europea per il 7

8 nuovo decennio. Numerosi Paesi europei (in primis la Germania e il Regno Unito) stanno valorizzando il ruolo degli appalti pubblici nelle rispettive strategie di innovazione, anche attraverso esperienze pilota finalizzate a creare modelli standard declinabili poi nelle diverse realtà territoriali locali. In Italia, il ricorso alla spesa pubblica a scopi di innovazione sembra soffrire ancora di un certo deficit di attenzione da parte del settore pubblico, anche se vi sono segnali come l attenzione dedicata al tema in Industria 2015 e il diffondersi dei cosiddetti appalti verdi presso gli Enti locali di un crescente interesse per questo strumento di sviluppo. In effetti, la domanda proveniente dal settore pubblico, in Italia, corrisponde al 14,1% del PIL. E un dato che, seppur minore rispetto alla media dell Unione Europea (17,2%), costituisce tuttavia un significativo miglioramento rispetto all 11% registrato cinque anni orsono. Per approfondimenti: primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=851 PREMIO EUROPEO PER LE POLITICHE DI SOSTEGNO ALL ECCELLENZA D IMPRESA Ha preso il via la V edizione dell European Enterprise Awards (EEA 2011), la competizione promossa dalla Commissione europea per premiare politiche pubbliche o iniziative miste pubblico-privato che incentivino o sostengano l eccellenza d impresa. Le candidature italiane vanno presentate entro il 12 novembre 2010 al Ministero dello Sviluppo Economico. Sarà una Giuria nazionale a decidere le 2 candidature italiane e a trasmetterle a Bruxelles per concorrere al Premio EEA In questa edizione sono previste cinque categorie: - Premio Promozione dello spirito imprenditoriale: riconosce azioni e iniziative a livello nazionale, regionale o locale che promuovono una mentalità imprenditoriale particolarmente tra giovani e donne - Premio Investimento nelle competenze: riconosce iniziative a livello regionale o locale volte a migliorare le competenze imprenditoriali, vocazionali, tecniche e manageriali. - Premio Sviluppo dell ambiente imprenditoriale: riconosce politiche innovative a livello regionale o locale volte a promuovere l avvio e lo sviluppo delle imprese, a semplificare le procedure legislative e amministrative per le aziende e ad attuare il principio pensare anzitutto in piccolo a favore delle piccole e medie imprese. 8

9 - Premio Sostegno all internazionalizzazione delle imprese: riconosce le politiche atte a stimolare le aziende, e in particolare le piccole e medie imprese, a sfruttare maggiormente le opportunità offerte dai mercati interni ed esterni all Unione europea. - Premio Imprenditorialità responsabile e inclusiva: riconosce le azioni regionali o locali che promuovono la responsabilità sociale aziendale e le pratiche commerciali sostenibili in campo sociale e/o ambientale. Questa categoria riconoscerà altresì gli sforzi volti a promuovere l imprenditorialità tra gruppi svantaggiati come disoccupati, disabili o persone appartenenti a minoranze etniche. Il Gran premio della giuria verrà conferito alla candidatura considerata come maggiore fonte di creazione e ispirazione di imprenditorialità in Europa. Per approfondimenti: primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=839 NUOVO CODICE SULLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE Dal 2 settembre è in vigore il nuovo Codice della Proprietà Industriale. Il Codice regola l'oggetto del diritto di Proprietà Industriale, i requisiti per ottenerlo, gli effetti della tutela, la durata, i diritti e gli oneri ad essa connessi. Tra le principali novità introdotte si possono citare: Biotecnologie: valorizzazione e maggiore protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, in attuazione della Direttiva UE 98/44. Marchio dei Comuni: possibilità per i Comuni di ottenere il riconoscimento di un marchio da utilizzare per valorizzare commercialmente il patrimonio culturale, storico, architettonico ed ambientale del proprio territorio Semplificazione delle procedure: le facilitazioni riguarderanno in prima istanza la traduzione delle domande internazionali di brevetto, la trascrizione e la possibilità per un singolo di depositare un brevetto in comunione e nell interesse di più soggetti Ampliamento dei confini delle applicazioni brevettabili. L'obiettivo è potenziare la competitività del Paese, anche in relazione alla semplificazione delle procedure al contrasto della contraffazione. Per approfondimenti: primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=844 9

10 NUOVA DIRETTIVA DELL UNIONE EUROPEA SUI PAGAMENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI Ad ottobre il Parlamento Europeo voterà, nell ambito della procedura di codecisione, la direttiva proposta dalla Commissione Europea che impone alle Pubbliche Amministrazioni di pagare le aziende fornitrici entro 60 giorni (30 giorni standard + 30 giorni di eventuale deroga dei termini). Ciò al fine di porre rimedio al problema dei ritardati pagamenti verso i fornitori. Il problema riguarda naturalmente anche l Italia, dove si stima che i crediti delle aziende fornitrici verso la Pubblica Amministrazione ammontino tra i 30 e i 60 miliardi di euro. La sede del Parlamento Europeo Se la direttiva verrà approvata, i governi avranno tempo 24 mesi per adeguarvisi. Una volta entrata a regime, in caso di mancato pagamento entro i 60 giorni massimi consentiti, le Pubbliche Amministrazioni vedranno applicata una penale dell'8% sul costo originale della fornitura. Una deroga al termine dei 60 giorni è prevista per il settore sanitario. Per approfondimenti: &format=XML&language=IT COSTITUITA A ROMA LA FONDAZIONE RICERCA & IMPRENDITORIALITÀ Si è costituita il 16 settembre la Fondazione Ricerca & Imprenditorialità che si propone di favorire il trasferimento tecnologico dai laboratori e dai Centri di Ricerca accompagnando e stimolando la crescita di Piccole e Medie Imprese e Start-Up ad alto contenuto tecnologico. Sono soci fondatori la Fondazione Politecnico di Milano, l Istituto Italiano di Tecnologia, la Scuola Superiore Sant Anna, Enel, Finmeccanica, Intesa-Sanpaolo e Telecom Italia. 10

11 ECONOMIC OUTLOOK Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti Cambi (dati aggiornati al 27 settembre 2010) Paese PIL Tasso Inflaz. Tasso Disocc. Paese Prezzo Variazione annua Stati Uniti 3,0% 1,1% 9,6% Euro $ USA 1,31-8,9% Eurozona 1,9% 1,6% 10,0% Euro Sterlina 0,83-5,9% Germania 3,7% 1,0% 7,6% Euro Yen 122,031-15,9% Regno Unito 1,7% 3,1% 7,8% Euro Fr. Svizzero 1,32-11,1% Francia 1,7% 1,1% 9,7% Euro Yuan Cina 8,78-10,2% Italia 1,3% 1,6% 8,4% Euro $ Canada 1,35-10,6% Spagna -0,1% 1,8% 20,1% Euro Rublo Russo 40,49-6,1% Giappone 2,4% -0,9% 5,2% Euro Real Brasile 2,25-10,1% Cina 10,3% 3,5% 4,2% Euro - $ Hong Kong 10,13-8,8% India 8,8% 11,3% 7,3% Euro - $ NZ 1,80-9,3% Hong Kong 6,5% 1,3% 4,2% Euro - $ AUS 1,39-12,7% Corea del Sud 7,2% 2,6% 3,4% Fonte: Bloomberg. Brasile 8,8% 4,5% 6,9% Argentina 11,8% 11,1% 7,9% Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all ultima rilevazione ufficiale. Mercati obbligazionari e immobiliari (dati aggiornati al 27 settembre 2010) Paese Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD JP Morgan 1 3 anni 208,91 0,0% -0,1% 1,2% JP Morgan 1 10 anni 184,38-0,3% -0,6% 2,8% REIT Europa 553,43-0,7% 4,9% 2,7% EIT USA 1.799,50 1,7% 7,7% 17,4% Fonte: Bloomberg. 11 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

12 Mercati azionari (dati aggiornati al 27 settembre 2010) Paese Bovespa - Brasil ,6% -2,2% 8,8% Fonte: Bloomberg. Materie prime ((dati aggiornati al 27 settembre 2010) Commodities Valore Valore Variazione 1 mese YTD YTD ( ) 1 FTSE/Mib Milano ,3% -11,7% -11,7% Dax Francoforte ,4% 4,2% 4,2% Cac 40 Paris ,6% -5,4% -5,4% FTSE London ,0% 1,8% 8,1% Swiss Mkt. Zurich ,3% -2,4% 9,8% IBEX 35 Madrid ,9% -11,3% -11,3% S&P 500 US ,0% 0,9% 10,8% Nasdaq Comp US ,2% 2,0% 12,0% Nikkei ,9% -8,7% 8,6% Hang Seng Index ,7% 0,4% 10,1% RTS Russia ,7% 1,4% 7,7% Shangai Cina ,7% -20,7% -11,6% Variazione 1 settimana 1 mese YTD Petrolio (WTI) (barile) 73,7 2,3% -2,8% -7,2% Oro (oncia) 1.274,3 4,4% 4,0% 16,2% Argento (oncia) 20,8 4,8% 12,1% 23,0% Platino (oncia) 1.618,5 3,1% 4,8% 10,4% Rame (tonnellata) 7.720,0 7,3% 4,6% 4,7% Mais (bushel) 513,3 0,3% 19,4% 16,4% Frumento (bushel) 739,3 0,0% 8,1% 22,6% Fonte: Bloomberg. 1 Valori espressi in funzione del cambio dell Euro. 12 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

13 Futures (dati aggiornati al 27 settembre 2010) Paese Valore Variazione attesa su prossima apertura FTSE/Mib Milano ,0 1,64% FTSE London 5.606,5 1,75% S&P 500 US 1.128,2 0,23% Dax Futures 6.300,5 1,44% Nikkei Futures 9.090,0-5,90% Bovespa - Brasil ,0 0,91% Fonte: Bloomberg. Mercato monetario (dati aggiornati al 27 settembre 2010) Costo denaro Banca Centrale Delta Libor 3 mesi Tasso di sconto Europa 0,88% 1,00% -0,12% Regno Unito 0,73% 0,50% 0,23% Stati Uniti 0,29% 0,25% 0,04% Giappone 0,22% 0,10% 0,12% Fonte: Bloomberg. Spreads verso Italia (dati aggiornati al 27 settembre 2010) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni Italia 1,77% 2,79% 3,91% 4,87% Germania -1,00% -1,36% -1,48% -1,82% Francia -0,93% -1,15% -1,13% -1,49% Spagna 0,32% 0,13% 0,22% 0,22% Fonte: Bloomberg. 13 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

14 Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati aggiornati al 27 settembre 2010) 2 Liquidità Tasso % YTD WTD Alternativi YTD WTD Eonia 0,45% 9,27% 7,95% Global Hedge Fund Index 0,47% 0,50% Euribor 3 mesi 0,88% 25,57% 0,11% Global Commodities 0,46% 0,16% Libor 3 mesi Regno Unito 0,73% 20,61% 0,69% Azionari Indice YTD WTD Libor 3 mesi USA 0,29% 16,33% -0,22% MSCI Mondo 298,5-0,32% 1,60% Libor 3 mesi Giappone 0,22% -19,59% -2,46% MSCI Mondo Value 143,9-1,01% 0,65% Obbligazioni Rend % YTD WTD MSCI Mondo Growth 136,7 0,79% 1,66% Area Euro 2 anni 0,77% -0,08% MSCI Europa 377,0-5,80% 1,71% Area Euro 5 anni 1,43% -0,28% MSCI Nord America ,23% 1,41% Area Euro 10 anni 2,43% -0,25% MSCI Asia 99,8-1,65% 2,44% Area Euro 30 anni 3,05% -1,44% MSCI Mercati Emergenti 319,2-0,11% 1,15% Area USA 2 anni 0,47% 0,20% Energia 192,9-8,15% -0,50% Area USA 5 anni 1,44% 0,59% Industriali 121,8 6,03% 1,57% Area USA 10 anni 2,74% 0,46% Materiali 197,9-0,46% 1,87% Area USA 30 anni 3,90% -1,37% Health care 94,2-3,96% 0,55% JP Morgan 1-3 anni 1,21% -0,05% Finanziari 71,8-2,37% 0,46% JP Morgan 1-10 anni 2,83% -0,27% Tecnologia 74,9-3,49% 3,90% Immobiliare YTD WTD Consumi discrezionali 91,6 7,21% 2,24% REIT Europe 2,74% -0,72% Utilities 103,3-4,68% -1,96% REIT USA 17,45% 1,65% Volatilità Valore YTD WTD Valute Rate YTD WTD Index VIX (Stati Uniti) 22,01 1,52% 0,09% Euro - Dollaro 1,31 0,25% -12,18% Index VDAX (Germania) 19,54-6,24% 0,93% Fonte: Bloomberg. 2 Il colore della casella indica una performance positiva con il verde ed una negativa con il rosso, ma per liquidità e volatilità i criteri sono ovviamente opposti (verde per valori in diminuzione e viceversa). 14 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

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