ANALISI DELL IMPATTO DELLA CRISI SULLE ECONOMIE REGIONALI. Ufficio Studi Divisione Retail. Bologna, 24 Agosto 2009
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- Fortunato Bartolommeo Gentili
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1 ANALISI DELL IMPATTO DELLA CRISI SULLE ECONOMIE REGIONALI Ufficio Studi Divisione Retail Bologna, 24 Agosto 2009
2 Indice 1. Quadro congiunturale 2. Eterogeneità dei cicli economici a livello regionale 3. L impatto della crisi sull attività economica delle regioni 4. L impatto della crisi sui mercati del credito regionali 2
3 Executive Summary Nostre misure relative all impatto della crisi sull attività economica regionale indicano come il Paese sia caratterizzato da forte eterogeneità: o i cicli economici delle regioni del Nord manifestano, in generale, maggior coerenza con il ciclo economico nazionale (coerenza massima per Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, minima per Calabria e Sardegna). L attività economica del Nord è quella più colpita, come peraltro testimonia l andamento dei fallimenti delle imprese: o dall analisi della relazione tra impatto della crisi sull attività economica e disoccupazione emergono due Italie: regioni del Sud inerziali; regioni del Centro-Nord caratterizzate da forte correlazione nella relazione shock negativo sull attività economica e mercato del lavoro. Esiste peraltro un forte legame tra disoccupazione e lavoro nero. Il quadro congiunturale è caratterizzato da un utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria più elevato al Nord rispetto al resto del Paese (+101% al II trim 2009, variazione rispetto al trimestre precedente; ore di CIG su imprese attive a dic08). Le aspettative su produzione e ordini, seppure in miglioramento, sono peggiori al Nord rispetto al resto del Paese. Il credito alle imprese è correlato ai driver economici e si riscontrano ancora segnali di eterogeneità tra le aeree: o Al Nord il tendenziale degli impieghi è legato al ciclo internazionale tramite il grado di utilizzo degli impianti e le esportazioni o Al Centro il tendenziale degli impieghi è legato alla dinamica della domanda interna tramite ordini e produzione industriale o Il Sud reagisce in maniera inerziale all attuale shock negativo La ristrutturazione del debito è, al momento, il driver principale della domanda di credito. L analisi econometrica multivariata mostra: o come gli ordini influiscano sugli incagli delle famiglie produttrici con un anno di ritardo, con un coefficiente di impatto pari a -0,5 (per valori espressi in percentuali); o come gli ordini influiscano sugli incagli delle società non finanziarie con sei mesi di ritardo con un coefficiente di impatto pari a -0,6 (per valori espressi in percentuali); o come la disoccupazione influisca sugli incagli delle famiglie consumatrici con sei mesi di ritardo, con un coefficiente di impatto pari a 0,6 (per valori espressi in percentuali) 3
4 1. Quadro congiunturale 4
5 Utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria molto più elevato al Nord rispetto al resto del Paese, anche nel secondo trimestre del 2009 Ore di Cassa Integrazione Ordinaria rispetto al numero delle imprese attive (a dicembre 2008) Piemonte Valle d'aosta Lombardia Liguria Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord Centro Sud Italia 2008-IV 2009-I 2009-II Fonte: nostre elaborazioni su dati Inps e Movimprese 5
6 Le aspettative(*) sulla produzione e sugli ordini, seppure in miglioramento, sono peggiori al Nord rispetto al resto del Paese Aspettative sulla produzione Aspettative sugli ordini Nord Centro Sud Italia Nord Centro Sud Italia Fonte: nostre elaborazioni su dati ISAE 6 (*) Attese sui tre mesi successivi al momento della rilevazione
7 2. Eterogeneità dei cicli economici a livello regionale 7
8 0,49 0,45 0,44 0,40 0,40 0,38 I cicli economici delle regioni del Nord manifestano, in generale, maggior coerenza con il ciclo economico nazionale Indice di coesione tra i cicli economici regionali con il ciclo economico nazionale 0,83 0,79 0,79 0,76 0,71 0,70 0,70 0,63 0,61 0,58 0,15 0,14 0,08-0,09 Emilia R. Lombardia Piemonte Toscana Friuli VG Veneto Marche Abruzzo Liguria Umbria Molise Trentino AA Basilicata Campania Lazio Puglia Sicilia Valle d'a. Calabria Sardegna Fonte: Unicredit-RegiosS Nota: L indice di coesione è un indice di correlazione dinamica tra gli indicatori regionali di attività economica UniCredit-RegiosS e il ciclo economico nazionale. 8
9 Le regioni del Nord sono, in genere, quelle che anticipano l entrata ma anche l uscita dalle fasi recessive Prime in entrata - Trentino Friuli Emilia Liguria Veneto Marche Umbria Abruzzo Molise Sicilia Sardegna Piemonte Veneto Emilia Abruzzo Molise Trentino Liguria Liguria Puglia Campania Molise Sardegna Prime in uscita Basilicata Toscana Piemonte Lombardia Veneto Marche Umbria Piemonte Friuli Emilia Toscana Basilicata Lombardia Piemonte Veneto Marche - Liguria (3) Molise (3) Emilia (2) Piemonte (3) Veneto (2) Basilicata (2) Marche (2) Lombardia (2) tra parentesi, le frequenze delle regioni prime in entrata e prime in uscita Fonte: Unicredit-RegiosS 9
10 3. L impatto della crisi sull attività economica delle regioni 10 10
11 L attività economica del Nord è quella più colpita, anche se si riscontra una certa eterogeneità fra le regioni italiane SCORING REGIONALE UNICREDIT Ranking delle regioni italiane per lo scoring (*) che misura l impatto regionale della crisi Scoring medio per ripartizione territoriale: Nord 72,8 Centro 69,5 Sud 44, Fonte: elaborazioni su dati UniCredit-RegiosS # rank order 0-40 = basso impatto = medio impatto = medio-alto impatto = alto impatto (*) Lo score misura l impatto della crisi economica sulle regioni italiane ed è calcolato mediante una trasformazione sul dominio (dove 0=impatto minimo e 100=impatto massimo) della media dell indicatore di attività economica UniCredit-RegiosS tra ottobre 2008 e marzo
12 Le regioni che sono più correlate con il ciclo economico nazionale, sono quelle più colpite dalla crisi. 1,0 Relazione tra lo scoring regionale dell impatto della crisi ed il grado di coesione fra ciclo economico regionale e nazionale Indice di coesione UniCredit-RegiosS 0,8 0,6 0,4 0,2 Calabria Puglia Valle d'aosta Toscana Sicilia Veneto Lazio Emilia Romagna Lombardia Piemonte Friuli Venezia Giulia Marche media Umbria Abruzzo Molise Liguria Trentino Basilicata Campania 0, Sardegna -0,2 Scoring regionale UniCredit Nota: L indice di coesione è un indice di correlazione dinamica tra gli indicatori regionali di attività economica UniCredit-RegiosS e il ciclo economico nazionale. Lo scoring regionale misura l impatto della crisi sulle regioni italiane (0=impatto minimo, 100=impatto massimo)
13 Dove l impatto della crisi è più forte, si registrano più fallimenti Relazione tra lo scoring regionale dell impatto della crisi e i fallimenti delle imprese Fallimenti espressi come tasso di variazione % sull anno precedente, fonte Cerved Emilia Romagna Fallimenti marzo Calabria Toscana Veneto Lazio Campania Lombardia Molise media Friuli Venezia Giulia Abruzzo Umbria Piemonte Liguria Marche 10 0 Sicilia Basilicata Puglia 0 Sardegna Valle d'aosta Trentino Scoring regionale UniCredit Nota: Lo scoring regionale misura l impatto della crisi sulle regioni italiane (0=impatto minimo, 100=impatto massimo)
14 Ranking regionale per insolvency ratio Umbria Friuli Lombardia Marche Veneto Abruzzo Toscana Emilia R. Lazio Campania Calabria Piemonte Puglia Liguria Sicilia Trentino A.A. Basilicata Sardegna Molise Valle d'aosta 10,9 10,8 10,7 9,9 9,4 9,2 8,9 8,1 6,8 6,4 6,2 14,6 14,3 14,3 14,1 13,4 13,3 18,0 17,8 16,6 Insolvency ratio per regione procedure fallimentari aperte tra marzo 2008 e marzo 2009 su 10 mila imprese registrate Fonte: Cerved Andamento dei fallimenti per regione variazione % sull'anno precedente delle procedure aperte tra marzo 2008 e marzo 2009 Fonte: Cerved Emilia R. Campania Abruzzo Friuli Umbria Piemonte Lombardia Liguria Veneto Marche Toscana Lazio Calabria Molise Basilicata Sicilia Puglia Sardegna Trentino Valle d'aosta -19,0-25,0-1,7 58,2 52,4 51,8 47,1 44,1 41,5 40,8 34,2 30,4 30,3 25,1 23,5 20,5 15,0 10,9 10,2 4,
15 Dall analisi della relazione tra impatto della crisi sull attività economica e disoccupazione emergono due Italie: regioni del Sud inerziali; regioni del Centro-Nord caratterizzate da forte correlazione tra shock negativo sull attività economica e mercato del lavoro 60 Relazione tra lo scoring regionale della crisi e la disoccupazione Tasso di disoccupazione espresso come tasso di variazione % sull anno precedente, fonte ISTAT 50 Umbria Piemonte Tasso di disoccupazione marzo Lazio Valle d'aosta Toscana Veneto Puglia Sardegna Lombardia Abruzzo media Friuli Venezia Giulia Molise Campania Marche Emilia Romagna Sicilia Basilicata Liguria Calabria Trentino -20 Scoring regionale UniCredit Nota: Lo scoring regionale misura l impatto della crisi sulle regioni italiane (0=impatto minimo, 100=impatto massimo)
16 I dati regionali mostrano una forte correlazione positiva tra tasso di disoccupazione e lavoro irregolare (proxy per il sommerso) Relazione tra disoccupazione e lavoro irregolare, anno Cal Tasso di irregolarità VA TAA FVG ER Mar Pie Ven Lom Lig Tos Um Abr Laz Mol Bas Sar Cam Pug Sic Tasso di disoccupazione Fonte: Istat, Indicatori di contesto chiave e variabili di rottura 16 16
17 4. L impatto della crisi sui mercati del credito locali 17 17
18 Nel Nord la crescita degli impieghi è legata soprattutto all aumento del grado di utilizzo degli impianti e delle esportazioni. Il clima di incertezza condiziona le attese su ordini e produzione, che non influenzano la dinamica dei finanziamenti alle imprese. CORRELAZIONI(*) DELLE VARIABILI MACROECONOMICHE CON IL TASSO DI VARIAZIONE DEGLI IMPIEGHI ( ) Al Sud il tendenziale degli impieghi è inerziale rispetto agli shock negativi Nord Centro Sud Italia Grado di utilizzo degli impianti 0,51 0,18 0,35 0,32 Ordini 0,35 0,59 0,32 0,58 Produzione Industriale 0,19 0,44 0,19 0,46 Attese a breve sugli ordini 0,29 0,19-0,04 0,39 Attese a breve sulla produzione industriale 0,33 0,21 0,08 0,42 Esportazioni 0,56 0,37 0,10 0,56 PIL 0,70 Al Nord il trend dei finanziamenti è condizionato dal ciclo economico internazionale. Al Centro il trend dei finanziamenti è condizionato dalla domanda interna (*) Nella tabella è riportata la matrice di correlazione tra la variazione del tasso di crescita dei finanziamenti bancari e la variazione degli indicatori macroeconomici per il periodo compreso tra il 2005 e il Ogni coefficiente esprime l intensità del legame tra i finanziamenti e il driver. Sono evidenziate le correlazioni statisticamente significative ad un livello di confidenza dell 1% - in verde -, del 5% - in rosso - e del 10% - in arancio
19 Indagini sul credito bancario in Italia: forte calo della domanda di credito nei primi due trimestri dell anno Domanda di Credito percentuale netta(*), dati trimestrali (luglio 2009, Bank Lending Survey, BCE) Fattori che guidano la domanda di prestiti e linee di credito da parte delle imprese Indice di domanda Investimenti fissi Scorte e capitale circolante Ristrutturazione del debito L indagine della Bank Lending Survey della BCE viene condotta su un campione di 110 banche di tutti i paesi dell Area dell euro; per l Italia partecipano otto tra i principali gruppi creditizi che rappresentano oltre due terzi del mercato dei prestiti nel nostro paese. Sul calo della domanda di credito registrato nei primi due trimestri del 2009 pesa la caduta degli investimenti mentre la ristrutturazione del debito rimane il driver principale della residua domanda di credito. (*) La percentuale netta è data dalla differenza tra la percentuale delle risposte che indicano una variazione di segno positivo (un incremento della domanda ) e la percentuale di quelle che indicano una variazione di segno negativo (una diminuzione della domanda ). Il campo di variazione dell indice è compreso tra -100 e 100. Questo indicatore è comparabile direttamente con i dati pubblicati dalla BCE sul complesso dell area
20 Indagini sul credito bancario in Italia: si attenua l intensità della restrizione creditizia nei primi due trimestri dell anno Offerta di Credito percentuale netta, dati trimestrali (luglio 2009, Bank Lending Survey, BCE) 100 Indice di restrizione dell offerta Termini e condizioni per l approvazione dei prestiti a favore delle imprese Margine della banca sui prestiti più rischiosi Ammontare del prestito o della linea di credito Scadenze Le banche italiane che partecipano alla Survey della BCE hanno segnalato un ulteriore irrigidimento dei criteri di erogazione dei finanziamenti nei primi due trimestri dell anno, ma di intensità significativamente attenuata rispetto alle precedenti rilevazioni (*) La percentuale netta è data dalla differenza tra la percentuale delle risposte che indicano una variazione di segno positivo (un incremento della domanda ) e la percentuale di quelle che indicano una variazione di segno negativo (una diminuzione della domanda ). Il campo di variazione dell indice è compreso tra -100 e 100. Questo indicatore è comparabile direttamente con i dati pubblicati dalla BCE sul complesso dell area
21 Gli shock macroeconomici negativi colpiscono con dinamiche ritardate differenti la qualità del credito di imprese e famiglie; più rapido l impatto sulle imprese. TEMPO DI REAZIONE DEGLI INCAGLI (MESI) Variabili macro sottoposte a shock negativo Fam. Produttrici Soc. non finanziarie Fam. Consumatrici Ordini PIL 15 9 Disoccupazione 6 Produzione 12 Gli ordini influiscono con un ritardo di un anno sugli incagli delle famiglie produttrici (con un coefficiente pari a -0,5) e di sei mesi sugli incagli delle società non finanziarie (con un coefficiente pari a -0,6). L impatto negativo della disoccupazione sugli incagli delle famiglie consumatrici si manifesta con sei mesi di ritardo (con un coefficiente pari a +0,6); il lag relativo all impatto di produzione e ordini (un anno) suggerisce la presenza di sei mesi di ritardo tra dinamica del PIL e andamento della disoccupazione. Nota metodologica: Stima VAR (vector autoregressive) su periodo della dinamica trimestrale dell impatto di shock su disoccupazione, ordini, e PIL (shock assunto pari a 1 deviazione standard) sulla qualità del credito (stock di incagli in percentuale dello stock di impieghi vivi)
22 GLOSSARIO (1/2) Indicatore regionale di attività economica UniCredit RegiosS L indicatore regionale di attività economica è costruito sintetizzando l informazione contenuta in differenti serie macroeconomiche. Il dataset utilizzato comprende 39 variabili provenienti da diverse fonti (gli indicatori di fiducia delle imprese e dei consumatori dell Isae, i dati Istat relativi a occupazione, importazioni, esportazioni e prezzi al consumo, i dati Unioncamere relativi alla nati-mortalità imprenditoriale, al netto delle imprese agricole, e i dati Anfia sulle immatricolazioni di auto, come proxy dei consumi). Queste variabili sono combinate estraendo gli elementi comuni e interpolando, attraverso questi fattori, il tasso di crescita del prodotto interno lordo per regione disponibile con dati definitivi al Le stesse variabili e i fattori sono poi utilizzati per completare la serie del PIL regionale (a frequenza mensile) rendendola il più possibile aggiornata. L indicatore regionale riproduce il tasso di crescita tendenziale del PIL a frequenza mensile ed è costruito utilizzando variabili ad alta frequenza (mensile e trimestrale), per questo motivo risulta particolarmente volatile e coglie in anticipo e con maggiore intensità fasi di espansione o rallentamento dell economia. L indicatore di attività economica, aggiornato a settembre 2008, è stato elaborato utilizzando i dati disponibili al 7 gennaio Il 6 ottobre 2008 l Istat ha pubblicato le stime definitive dei conti economici regionali relative al 2006, la revisione dei dati relativi agli anni precedenti (dal 2001) e il riallineamento alle stime nazionali pubblicate ad aprile Nella costruzione dell indicatore è stato tenuto conto di queste recenti revisioni, in alcuni casi particolarmente rilevanti, per questo motivo gli andamenti degli indicatori regionali aggiornati presentano delle differenze con quelli precedentemente stimati. L Istat ha diffuso, con tre mesi di anticipo, anche i dati per il 2007, ma essendo stime provvisorie soggette a future e pesanti modifiche, non sono state inserite nella costruzione dell indicatore. Impieghi Finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari, calcolati al valore nominale (fino a settembre 2008 al valore contabile) al lordo delle poste rettificative e al netto dei rimborsi. L'aggregato comprende: mutui, scoperti di conto corrente, prestiti contro cessione di stipendio, anticipi su carte di credito, sconti di annualità, prestiti personali, leasing (da dicembre 2008 secondo la definizione IAS17), factoring, altri investimenti finanziari (per es. commercial paper, rischio di portafoglio, prestiti su pegno, impieghi con fondi di terzi in amministrazione), sofferenze ed effetti insoluti e al protesto di proprietà. L'aggregato è al netto delle operazioni pronti contro termine e da dicembre 2008 esso è al netto dei riporti e al lordo dei conti correnti di corrispondenza. Variabili da fonte ISAE (Ordini, Produzione, Attese sugli ordini, Attese sulla produzione, Grado di utilizzo degli impianti) Saldi percentuali calcolati su giudizi espressi dagli imprenditori intervistati. L ISAE rileva, mediante interviste telefoniche, informazioni sullo stato corrente e sulle aspettative a breve (3 mesi) delle principali variabili aziendali (quali produzione, ordini, grado di utilizzo degli impianti). Per ogni domanda i risultati sono espressi in termini di frequenze relative delle singole modalità di risposta; i saldi consistono nelle differenze tra la percentuale delle risposte favorevoli e la percentuale delle risposte sfavorevoli. Cassa Integrazione Guadagni (CIG) Intervento di sostegno per lavoratori di aziende in difficoltà. La cassa integrazione guadagni ordinaria interviene in caso di sospensione o contrazione dell'attività produttiva per situazioni aziendali dovute a eventi temporanei e non imputabili all'imprenditore o ai lavoratori e situazioni temporanee di mercato. La cassa integrazioni guadagni straordinaria è concessa nei casi di crisi, ristrutturazione, riorganizzazione, conversione produttiva, privatizzazioni, fallimento, ecc., alle imprese industriali con più di 15 dipendenti e del commercio con più di 50, e alle aziende dell'editoria. Entrambi gli istituti garantiscono ai lavoratori messi in cassa integrazione, cioè temporaneamente sospesi dal lavoro, un sostegno al reddito
23 GLOSSARIO (2/2) Coefficiente di correlazione: indicatore statistico che assume valori compresi tra -1 e 1, utilizzato per misurare il legame funzionale tra due variabili Economia sommersa: Insieme delle attività produttive legali svolte in violazione degli obblighi imposti dalle normative di carattere fiscale, previdenziale, amministrativo e in tema di lavoro Forza lavoro: Somma dello stock di occupati e disoccupati. Dalla rilevazione del I trim 2008 l età minima per la partecipazione al mercato del lavoro è stata innalzata da 15 a 16 anni o o o o Lavoro atipico: lavoro dipendente o con contratto di collaborazione (a progetto; coordinato e continuativo; occasionale), a tempo determinato Lavoro irregolare: lavoro svolto da coloro che si dichiarano occupati a tempo pieno ma che non risultano presso le imprese (irregolari in senso stretto); si dichiarano non occupati pur svolgendo delle ore di lavoro; svolgono attività lavorative plurime non dichiarandolo; essendo stranieri non residenti e non regolari, non sono visibili al fisco e sono esclusi dal campo di osservazione delle indagini. Dal punto di vista della attività lavorative, le unità di lavoro irregolari comprendono le seguenti tipologie: continuative svolte senza il rispetto della normativa vigente; occasionali svolte da persone che si dichiarano non attive in quanto studenti, casalinghe o pensionati; degli stranieri residenti e non regolari; plurime non dichiarate alle istituzioni fiscali Lavoro parzialmente standard: lavoro a tempo parziale e non predeterminata Lavoro standard: lavoro a tempo pieno e durata non predeterminata Occupati: persone di 16 anni e oltre che nella settimana di riferimento: hanno svolto almeno un ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario in natura; hanno svolto almeno un ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; sono assenti dal lavoro per ferie o malattia Persone in cerca di occupazione: Persone non occupate in età lavorativa, in cerca di un impiego, disponibili a lavorare entro due settimane dall intervista, e che hanno compiuto almeno un azione attiva di ricerca nei trenta giorni precedenti Tasso di attività (o di partecipazione al mercato del lavoro) = forza lavoro (16-64) / corrispondente popolazione di riferimento Tasso di disoccupazione = persone in cerca di occupazione (16-74) / forza lavoro (16 e oltre) Tasso di irregolarità del lavoro = Unità Lavorative Annue irregolari / Unità Lavorative Annue Totali Tasso di occupazione = occupati (16-64) / corrispondente popolazione di riferimento Turnover occupazionale: somma dei flussi di assunzioni e cessazioni nell anno in percentuale della media tra occupazione a inizio e fine anno) 23 23
24 Contatti Zeno Rotondi (Responsabile Ufficio Studi Divisione Retail) Francesca Bartoli Angela Botticini Valentina Galletti
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