Piano Annuale per l Inclusività (PAI)

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1 Istituto Comprensivo di Pieve di Soligo Scuola Primaria e Secondaria 1 grado Comune di Pieve di Soligo (Treviso) Scuola dell Infanzia e Primaria Comune di Refrontolo (Treviso) Ufficio del Dirigente Ufficio di Segreteria: Via Battistella, Pieve di Soligo (TV) Codice fiscale: Codice ministeriale: TVIC84200T Tel. 0438/82011 Fax 0438/ ddpieve@tin.it - PEC icpieve@pec.it - sito: Piano Annuale per l Inclusività (PAI) FINALITA GENERALE E NORMATIVA DI RIFERIMENTO La Direttiva del , concernente gli Strumenti d intervento per bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica, delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà. La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo d intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all intera area dei Bisogni Educativi Speciali. Il presente Piano Annuale per l Inclusività (PAI) è redatto in osservanza della Circolare Ministeriale dell 8 marzo 2013 e dei successivi chiarimenti sempre di provenienza ministeriale. Esso è stato redatto dal GLI (Gruppo di Lavoro per l Integrazione) costituito dalle seguenti persone: Carmosina Po Referente per la Disabilità Giuliana Floriani Insegnante scuola dell infanzia Casagrande Graziella Insegnante scuola primaria Francesca Zabotti Insegnante scuola primaria Francesca Simionato Insegnante scuola secondaria La redazione del PAI avviene successivamente ad un corso di formazione/approfondimento delle tematiche relative agli studenti con Bisogni Educativi Speciali tenuto dal Prof. Renato Tomasella del CTI di Vittorio Veneto Conegliano.

2 0. Dati quantitativi Nell IC di Pieve di Soligo sono presenti, alla data odierna, totale alunni Alunni con certificazione di disabilità Alunni con certificazione di DSA Alunni provenienti da famiglie non italofone Scuola dell Infanzia Scuola Primaria Scuola Sec. Di 1 grado ISTITUTO Alunni con Bisogni Educativi Speciali Il Piano d Inclusione rivolto agli Bisogni Educativi Speciali si propone di: Definire pratiche condivise tra scuola e famiglia; Favorire un clima di accoglienza e inclusione; Favorire il successo scolastico e formativo degli bisogni educativi speciali, agevolandone la piena inclusione sociale e cultuale; Ridurre i disagi formativi ed emozionali, favorendone al contempo la piena formazione; Promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti Territoriali coinvolti (Comune, ASL, Enti di formazione ). Il Piano d Inclusione è parte integrante del P.O.F. d Istituto e si propone di: Definire buone pratiche comuni all interno dell Istituo; Delineare prassi condivise di carattere: amministrativo e burocratico (documentazione necessaria); comunicativo e relazionale (prima conoscenza); educativo-didattico (accoglienza, coinvolgimento del Consiglio di Classe/Team); sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio e/o con gli specialisti per la costruzione del progetto di vita ). DOCENTE REFERENTE PER L INCLUSIONE Il docente referente per l inclusione collabora con il Dirigente, gli insegnanti curricolari, i servizi socio-sanitari, gli Enti locali e le strutture del territorio e si occupa di: azione di accoglienza e tutoraggio dei nuovi docenti nell area di sostegno; raccordo tra le diverse realtà (Enti territoriali,enti di formazione, Cooperative, scuole,asl e famiglie); azione di coordinamento con l equipe medica; coordinamento per la stesura del Piano di Inclusione Scolastica; coordinamento stesura PDP degli DSA e/o con BES collaborazione nelle attività di formazione per i docenti.

3 1. Identificazione degli alunni BES Definizione di Bisogno Educativo Speciale L area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana, perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole, la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest area dello svantaggio scolastico, che comprende problematiche diverse, viene indicata, come area dei Bisogni Educativi Speciali. Secondo l ICF il Bisogno Educativo Speciale (BES) rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo, indipendentemente dall eziologia, che necessita di educazione speciale individualizzata. Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, famigliari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Qualsiasi alunno può incontrare nella sua vita una situazione che gli crea Bisogni Educativi Speciali; dunque è una condizione che ci riguarda tutti e a cui siamo tenuti a rispondere in modo adeguato e individualizzato. Sono comprese tre grandi sotto-categorie di BES: della disabilità fisica, psichica o sensoriale certificate; dei disturbi evolutivi specifici; dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. 2. Soggetti coinvolti nel Piano di Inclusione 2.1 GLI STUDENTI Sono destinatari dell intervento a favore dell inclusione scolastica tutti gli Bisogni Educativi Speciali comprendenti: gli certificazione di disabilità (legge 104/92) gli certificazione di disturbi specifici di apprendimento (DSA, legge 170/2010) gli alunni in attesa di diagnosi da parte dei Servizi gli alunni in attesa di certificazione DSA gli diagnosi redatta da medico specialista (psicologo, neuropsichiatria

4 infantile, anche privato), attestante:. ritardo nello sviluppo cognitivo in situazione di non gravità, con Q.I. medio inferiore o al limite della disabilità (da 75 ad 85 circa);. disturbi evolutivi del comportamento (disturbo oppositivo-provocatorio, iperattività, aggressività ecc.). deficit funzionali specifici collegati ai processi di apprendimento (deficit dell'attenzione, di memorizzazione, ecc. che non rientrano nelle diagnosi DSA) gli alunni seguiti dai servizi sociali per disagio socio culturale, deprivazione affettiva/relazionale) gli alunni stranieri con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana 2.2 LE FAMIGLIE La famiglia dell alunno: fornisce notizie sull alunno; gestisce con la scuola le situazioni problematiche; condivide con la scuola il processo di apprendimento dell alunno; compartecipa alla costruzione e realizzazione del progetto di vita e del PEI/PDP 2.3 IL DIRIGENTE SCOLASTICO Il Dirigente Scolastico è il garante dell offerta formativa che viene progettata ed attuata dall istituzione scolastica: ciò riguarda la globalità dei soggetti e, dunque, anche degli disabilità e con Bisogni Educativi Speciali. 2.4 CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM DOCENTI Fermo restando l obbligo di presentazione delle certificazioni per l esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di Classe e dei Team indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni. È necessario che l attivazione di un percorso individualizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di Classe e nel Team dando luogo al PDP firmato dal Dirigente Scolastico o da un docente da questi specificatamente delegato, dai docenti e dalla famiglia. L adozione del PDP va considerata come opportuna e necessaria in relazione a tutti gli aspetti emersi nelle fasi precedenti e richiede comunque le seguenti condizioni:

5 marcata situazione di difficoltà sulla quale si pensa di poter intervenire con strategie alternative accordo della maggioranza dei docenti ascolto reciproco scuola-famiglia ricaduta positiva sull alunno anche in termini di motivazione e autostima sviluppo di sinergie educative anche con agenzie esterne alla scuola 3. La scuola e le politiche per l Inclusione Al fine di accogliere tutte le diversità, la scuola assume scelte di carattere organizzativo, didattico, logistico e progettuale 3.1 SCELTE ORGANIZZATIVE attenzione alla formazione delle classi; rispetto della continuità didattica; progettazione personalizzata per gli BES previa autorizzazione ed accordo con la famiglia; integrazione attività curricolari extracurricolari 3.2 TERRITORIO Rapporti costanti e collaborativi con servizi socio-sanitari-assistenziali; 3.3 FAMIGLIA Corresponsabilità e condivisione di intenti; Necessità di collaborazione. 3.4 SCELTE METODOLOGICHE-DIDATTICHE Metodologie didattiche attive, centrate sull ascolto, sul coinvolgimento, sulla partecipazione, sul lavoro di gruppo e sulle attività laboratoriali; Utilizzo di misure dispensative e/o strumenti compensativi; Scelte metodologiche inclusive: cooperative learnig, tutoring, peer tutoring, didattiche plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi; Rispetto dei tempi di apprendimento. 3.5 MODALITA DI INTERVENTO - A classe intera - A piccolo gruppo - Individuale - Potenziamento

6 - Recupero - Tutoring - Percorso personalizzato - Utilizzo inclusivo delle tecnologie - PDP (piano di studio personalizzato): i vari PDP elaborati dal Consiglio di Classe e dai Team, dovranno raccordarsi con una progettazione inclusiva della classe riconoscimento e valorizzazione delle differenze attivazione per tutti i docenti di corsi di formazione/aggiornamento sulle tematiche dell Inclusione Scolastiche. 3.6 Scelte logistiche Gli spazi scolastici devono essere organizzati tenendo conto dei criteri dell accessibilità, della sicurezza e della funzionalità. 3.7 Scelte progettuali I documenti di progettazione educativa e didattica devono sempre essere ispirati al concetto di individualizzazione e di personalizzazione. Individualizzazione: attività di recupero calibrata sul singolo per potenziare determinate abilità o acquisire specifiche competenze (in classe o in momenti dedicati), per il raggiungimento degli obiettivi comuni al gruppo classe. Personalizzazione: attività che dà a ciascun alunno l opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità, a partire dalla consapevolezza delle proprie preferenze e del proprio talento; trovare metodologie e strategie di apprendimento differenti in base al proprio stile cognitivo. La didattica personalizzata, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata alla specificità dello stesso. La didattica personalizzata deve promuovere un apprendimento significativo. (cfr. Linee guida per alunni Dsa 2011) Essi devono essere redatti dal team docenti o dal Consiglio di Classe e sottoposti a revisione periodica. Particolare attenzione va posta nel mantenere tutti i raccordi possibili con il percorso educativo-didattico della classe in modo da garantire l inclusione dell alunno.

7 Qui di seguito si riporta la documentazione che accompagna gli bisogni educativi speciali nel loro percorso scolastico, indicandone le finalità, i soggetti coinvolti, i tempi e i vincoli. CERTIFICA ZIONE È obbligato rio Chi lo redige/autori Servizio ULSS 7 Quali finalità tempi Quali vincoli Descrive la tipologia della patologia Gennaio/ maggio DIAGNOSI FUNZIONA LE Servizio ULSS 7- La Nostra Famiglia Conoscere i punti di forza/debolezza e i bisogni Settemb re/ottob re PEI per gli disabilità Sì, per tutti gli disabilità in base alla L. 104/92 Scuola/servizi /famiglia Definire gli obiettivi e le scelte progettuali in relazione alle difficoltà 15 novembr e Azioni coerenti con la DFe il PDF PDF Sì, per tutti gli disabilità in base alla L. 104/92 Scuola/servizi /famiglia Ipotizzare gli obiettivi di sviluppo 15 novembr e Azioni coerenti con la DF PDP (per gli DSA) Sì, l obbligo è implicito nella L.170 e indicato nelle Linee guida E redatto solo dalla scuola che può chiedere il contributo di esperti ma ne rimane responsabile Elaborare il piano educativo e didattico nel rispetto delle capacità e dei bisogni di ciascun alunno per garantire il successo scolastico Novemb re Azioni coerenti con la certificazi one di DSA consegnata alla scuola PDP (per gli Bes) No, è conseguent e ad un atto di discrezion alità della scuola E redatto solo dalla scuola che può chiedere il contributo di esperti ma ne rimane responsabile Elaborare il piano educativo e didattico nel rispetto delle capacità e dei bisogni di ciascun alunno per garantire il successo scolastico Novemb re Tiene conto, se esistono, di eventuali diagnosi o relazioni cliniche consegnate alla scuola

8 INCONTRI DI SINTESI Sì, per tutti gli disabilità Servizio psicosocio/ria bilitativo scuola/famigli a Conoscere l alunno dal punto di vista del suo funzionamento. Ricevere suggerimenti e consigli. Confrontarsi sulle modalità operative in ambito didatticoeducativo 1 o 2 incontri in corso d anno INCONTRI PER ALUNNI SEGNALAT I Su richiesta degli operatori ULSS, La Nostra Famiglia, genitori o altri operatori privati Servizio psicosocio/ria bilitativo scuola/famigli a, oppure operatore privato Conoscere l alunno dal punto di vista del suo funzionamento. Ricevere suggerimenti e consigli. Confrontarsi sulle modalità operative in ambito didatticoeducativo (DSA) Confrontarsi sulle modalità operative in ambito didatticoeducativo (BES) 1 incontro in corso d anno 4. Obiettivi di incremento dell inclusività proposti per il prossimo anno scolastico Gruppo di lavoro per l inclusione: rilevazione sistematica dei BES presenti nei vari ordini della scuola. perfezionamento del Pai sulla base dei dati raccolti, in funzione di una declinazione più dettagliata di alcune sue parti. Consigli di classe/team docenti: applicazione e documentazione sistematica delle procedure previste dalla nuova normativa. Approvato dal Gruppo di Lavoro per l Inclusione in data 19/06/2015 Deliberato dal Collegio dei Docenti in data

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