La riforma della disciplina degli intermediari finanziari non bancari: obiettivi e linee direttrici

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1 La riforma della disciplina degli intermediari finanziari non bancari: obiettivi e linee direttrici Mario Marangoni Divisione Regolamentazione II SERVIZIO REGOLAMENTAZIONE E ANALISI MACROPRUDENZIALE

2 Gli obiettivi di fondo della riforma ASSICURARE LA PRESENZA SUL MERCATO DI OPERATORI PIU AFFIDABILI E PROFESSIONALI E RIQUALIFICARE I POTERI DI CONTROLLO DI BANCA D ITALIA Conseguentemente, le linee portanti della riforma sono: Ridefinire la riserva di attività finanziaria e deregolamentare l attività di alcune categorie di operatori Prevedere un albo unico, superando il regime del doppio elenco Rafforzare l impianto delle regole e dei poteri sugli intermediari iscritti nell albo unico Prevedere una disciplina alleggerita per alcune tipologie di attività

3 La regolamentazione dei Confidi DUE CATEGORIE DI CONFIDI Confidi vigilati: autorizzati dalla Banca d Italia e iscritti al nuovo albo degli intermediari finanziari di cui all art. 106 TUB attività tipica di garanzia collettiva, attività ulteriori già previste dalla legge del 2003 e, in via residuale, quelle riservate agli intermediari finanziari ai sensi dell art. 106, (fra cui la concessione di finanziamenti per cassa e di firma anche a soggetti diversi dai soci). Confidi minori: iscritti in un elenco tenuto da un apposito Organismo cui sono attribuiti poteri di verifica e di intervento sugli intermediari iscritti e a sua volta soggetto a controlli da parte della Banca d Italia. unicamente attività di garanzia collettiva dei fidi e servizi connessi e strumentali

4 La Circolare n. 288 (1) DISCIPLINA DEI CONFIDI VIGILATI riprende in larga misura la regolamentazione vigente con alcune novità significative: Autorizzazione per l iscrizione nell albo 106 vaglio preventivo dell adeguatezza tecnico-organizzativa dell intermediario e verifica dell esistenza di un capitale minimo di almeno 2 milioni di euro (importo inferiore rispetto a quanto ordinariamente richiesto agli intermediari finanziari che prestano garanzie, cioè 3 milioni di euro) Consentita l assunzione di partecipazioni in altre imprese con alcune limitazioni: divieto di detenere partecipazioni di controllo in banche o altre imprese finanziarie o assicurative; limiti all acquisizione di partecipazioni in imprese non finanziarie regole volte a mantenere la centralità dell attività di garanzia collettiva dei fidi.

5 La Circolare n. 288 (2) PATRIMONIO DI VIGILANZA poste non riconducibili alle categorie individuate dalle disposizioni di vigilanza di cui la Banca d'italia valuta la compatibilità caso per caso in base ai criteri stabiliti dalla normativa; limiti della computabilità nel patrimonio di vigilanza dei fondi pubblici attribuiti ai confidi: devono essere disponibili per far fronte alla generale rischiosità dell intermediario. TRANCHED COVER Conferma delle attuali disposizioni sul requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito per le operazioni segmentate per le quali la quota di prima perdita è coperta mediante specifici fondi monetari.

6 La Circolare n. 288 (3) Organizzazione amministrativa e contabile e sistema dei controlli interni Si applicano le disposizioni ordinariamente previste per gli intermediari finanziari, che contengono principi e linee guida sufficientemente flessibili per adattarsi, in linea con il principio di proporzionalità, alle caratteristiche operative dei confidi. Nella disciplina dell organizzazione e dei controlli sono ammesse significative semplificazioni dell architettura dei controlli interni; gli intermediari meno complessi possono accorpare alcune funzioni di controllo (risk management e compliance). Gli intermediari minori possono accorpare anche la funzione di audit.

7 La Circolare n. 288 (4) Regole di «vigilanza equivalente» Aderiscono ai migliori standard di misurazione e gestione dei rischi elaborati in sede internazionale Tengono conto dell esperienza della crisi finanziaria Esigenza di prevenire la crescita di fenomeni di intermediazione finanziaria non regolata e non controllata (shadow banking) Sistema di regole tendenzialmente omogeneo per tutti gli intermediari vigilati all interno del quale il principio di proporzionalità è declinato senza prevedere esenzioni da obblighi o requisiti, ma operando sulla loro intensità

8 La Circolare n. 288 del 3/4/2015 «Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari» (5) Si considerano minori gli IF con attivo minore o uguale di 250 milioni di euro; sono esclusi gli IF che: sono capogruppo di un gruppo finanziario; hanno effettuato operazioni di raccolta tramite strumenti finanziari diffusi tra il pubblico; hanno originato operazioni di cartolarizzazione; svolgono attività di concessione di finanziamenti, in via prevalente o rilevante, nella forma del rilascio di garanzie; svolgono attività di servicing; sono autorizzati anche alla prestazione di servizi di pagamento, all emissione di moneta elettronica o alla prestazione di servizi di investimento; operano in strumenti finanziari derivati con finalità speculative; erogano finanziamenti agevolati o gestiscono fondi pubblici. Gli impatti della riforma del Titolo V TUB sugli intermediari finanziari

9 Il regime transitorio (art. 10 d.lgs. 141) In data è stata pubblicata la Circolare n. 288 del : da tale data prende avvio il periodo transitorio di 12 mesi per il passaggio ordinato al nuovo albo unico da parte degli attuali intermediari 106 e 107. Secondo la tempistica prevista dal decreto i soggetti iscritti nei vecchi elenchi che intendono svolgere le attività riservate agli IF avanzano istanza di autorizzazione per l iscrizione all albo unico. Nei 12 mesi successivi: BI tiene a stralcio i vecchi elenchi (agli iscritti si applicano le vecchie norme primarie e secondarie) fino al A decorrere dal non possono essere iscritti nuovi soggetti Non possono essere presentate istanze prima dell

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