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1 5P Anna Zuppiroli - Pagina 1 di 5 Louis David Louis David nasce nel 1748 da una famiglia piccolo-borgese, a Parigi, dove ricevette la sua prima formazione artistica rivolta all arte del rococò; questo lo portò a vincere un concorso prestigioso, le Prix de Rome, che nel 1775 gli permise di raggiungere l Italia per un soggiorno di 5 anni: qua studiò vari artisti italiani, che andarono a influenzare in maniera rilevante la sua formazione artistica. Si recò dapprima a Parma dove studiò Correggio, poi a Bologna dove apprese le arti dei Carracci e di Guido Reni, a Firenze, dove si dedicò totalmente a Raffaello e a Michelangelo, a Napoli, città di spicco per Caravaggio, e infine a Roma, patria del classicismo, dove assimilò tutta la cultura greca e romana. Nonostante una prima difficoltà di fronte alle nuove tecniche, David comincia ad evolvere il tratto del suo disegno: si fa più incisivo e scabro, depurandosi della vaporosità del rococò. Il Belisario chiede l elemosina: Autore: Jacques Louis David Titolo: Il belisario chiede l elemosina Dimensioni: 288x312 cm Tecnica: Olio su Tela Data: Ubicazione: Museo Beaux Arts, Lille Appena tornato a Parigi in seguito al suo soggiorno in Italia Il Belisario è la prima opera del David che manifesta la sua visione della storia come ispirazione e insegnamento morale. Si tratta di una composizione classica poiché mette in pratica il criterio della simmetria, il rigore compositivo che passa attraverso la ricerca formale e uno studio severo della prospettiva: l occhio dell osservatore cade infatti al centro dell opera, dove si sviluppa il fulcro della composizione. Belisario era un generale bizantino vissuto nella seconda metà del VI secolo che si distingue per aver avuto successo attraverso campagne

2 5P Anna Zuppiroli - Pagina 2 di 5 promosse da Giustiniano contro Unni, Vandali, Goti e Persiani: aveva dato quindi un forte contributo ad ampliare i territori dell impero. Ma secondo la leggenda si pensa che egli abbia vissuto una vecchiaia infelice, poiché ceco, povero e abbandonato da tutti. Nell opera si decide di rappresentare il momento in cui un soldato riconosce il generale che, in condizioni pietose riceve le elemosine da un passante. David lancia un chiaro messaggio di carattere universale: vuole far meditare infatti sulla caducità della gloria conquistata, sulla triste condizione della vecchiaia e sulla necessità di conservare forza morale anche nelle avversità. Il giuramento degli orazi: Titolo: Il giuramento degli Orazi Dimensioni: cm 330 x 425 Data: 1784 Quest opera prende spunto da una leggenda, la pittura è quindi storica, altro esempio di come la storia avesse un valore estremamente educativo e morale. Siamo nella Roma monarchica, sotto il re Tullio Ostilio: viene decisa la sorte della guerra tra Roma e Alba Longa con un duello fra tre fratelli Orazi, Romani, e tre fratelli Curiazi, Albani. Dopo la vittoria, il romano Orazio, unico superstite, uccide la sorella Camilla, colpevole di aver pianto per la morte di uno dei Curiazi, di cui era fidanzata. Si tratta di un episodio di eroismo e sacrificio per la patria che viene assunto come modello di virtù civiche. Nell opera David decide di rappresentare un momento non presente nella leggenda, il giuramento dei tre fratelli che precede la battaglia, proprio per evitare di rappresentare scene cruente che si allontanerebbero dal linguaggio neoclassico. Si rivolgono al padre con le spade e giurano di vincere o morire per Roma, mettendo in risalto il loro valore e il loro amore per la patria. La scena può essere interpretata in chiave politica come esaltazione degli ideali liberali e democratici che stavano a risaltare nella Rivoluzione francese, e inoltre può essere nuovamente vista come un elogio alla virtù patriottica. Tutti gli elementi appartengono alla cultura classicheggiante; lo studio della luce, che ricorda Caravaggio, l armonia e la bellezza, tipiche di Raffaello, la perfezione anatomica, caratteristica appresa da

3 5P Anna Zuppiroli - Pagina 3 di 5 Michelangelo e infine la rigorosa struttura compositiva: l occhio dell osservatore cade infatti inevitabilmente sulle spade, dal forte valore simbolico e inoltre ogni gruppo di personaggi è inscritto dentro gli elementi architettonici nello spazio. La contrapposizione tra le figure maschili e quelle femminili poste sulla destra è sottolineata dalla disposizione separata dei due gruppi e dal disegno: più rettilineo e rigido per gli uomini, più morbido, curvilineo per le donne. : Morte di Marat: Titolo: Morte di Marat Dimensioni: cm 165 x 128,5 Data: 1793 Ubicazione: Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts Il David vuole mettere in risalto non tanto l avvenimento, ma le qualità che caratterizzano uno dei più importanti leader della rivoluzione. Il suo obiettivo era dunque quello di santificare il personaggio, morto per la causa rivoluzionaria. Il modello al quale s ispira è infatti quello del cristo morto, tant è che vi sono molte analogie con la Deposizione di Cristo del Caravaggio: l illuminazione che evidenzia la cruda realtà del corpo del cadavere, il braccio destro che pende, l ambiente spoglio, il lenzuolo con il quale il corpo è semi coperto. Il martire è raffigurato riverso nella vasca (dove si trovava sempre, a causa di una dermatite), pugnalato a morte da Charlotte Corday D'Armont. La giovane era andata da lui con una lettera nella quale gli chiedeva di essere ricevuta, ma dopo aver consegnato la missiva, lo uccise. Nella mano sinistra ha in mano il biglietto dell assassina mentre nella destra la penna, il cui colore bianco richiama l arma del delitto che giace a terra, sporca di sangue, e a fianco vi è il rispettivo calamaio. Decide di rappresentare il dopo dell avvenimento perché riteneva che l assassina non fosse degna di essere rappresentata e inoltre si vuole attirare tutta l attenzione sul rivoluzionario che diventerà l icona del personaggio moderno. L'opera è fortemente neoclassica: si scopre nel dettaglio del viso dello stesso Marat, l'espressione non trasmette la drammaticità della morte, anzi, egli sembra quasi sorridere, una caratteristica tipica delle sculture dell'arte greca.

4 5P Anna Zuppiroli - Pagina 4 di 5 Le Sabine: Titolo: Le Sabine Dimensioni: cm 385 x 522 Data: Nell opera viene rappresentata la leggenda secondo la quale i sabini, tentando di riprendere le loro donne rapite dai romani guidati da Romolo, si scontrarono con essi. Il ratto delle sabine è un richiamo iconografico: garantiva una stirpe al popolo romano, ormai di prevalenza maschile. I contendenti decisero di battersi a duello, ma l'intervento delle donne sabine con i loro bambini fece cessare ogni ostilità. Quest immagine delle donne che si interpongono fra i combattenti, esprime metaforicamente un invito alla riconciliazione nazionale, un monito contro la guerra ed una speranza di pace che si riferiscono chiaramente ai travagliati avvenimenti della storia francese di quegli anni. I personaggi femminili e i bambini costituiscono un immediato richiamo alla Strage degli Innocenti soprattutto, per quella donna che, sulla sinistra, fugge via sollevando in aria il proprio figlio per salvarlo dall'infuriare della battaglia. Dai gesti e dalle espressioni dei personaggi sono messi in evidenza i loro sentimenti: si tratta dunque di un opera romantica e non più neoclassica, dove al contrario si prediligeva la compostezza e l equilibrio formale. Théodore Géricault Géricault nasce a Rouen nel 1791, da una famiglia abbiente che gli garantisce una buona istruzione. Trasferitosi presto a Parigi il giovane scoprirà le sue passioni, quella artistica e quella militare, entrambe accomunate dall'amore profondo per i cavalli, che saranno oggetto di numerosi studi e dipinti. Egli svolse le sue prime esperienze pittoriche nell ambiente neoclassico francese. Dopo un periodo di soggiorno a Roma, dove ebbe modo di studiare le opere di Michelangelo e di Caravaggio, fece ritorno a Parigi, nel 1817, dove conobbe Delacroix e con il quale instaurò un forte legame.

5 5P Anna Zuppiroli - Pagina 5 di 5 Negli anni successivi, il suo interesse per il naturalismo lo portò a prediligere temi dal gusto macabro. Di carattere molto introverso, Géricault rappresenta già il prototipo dell artista romantico: amorale e asociale, disperato e maledetto. Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia: Autore: Théodore Géricault Titolo: Carrozziere ferito che abbandona il campo di battaglia Dimensioni: cm 358x294 Data: 1814 La scena rappresenta un soldato che, da solo col suo cavallo, arranca fuori dal campo di battaglia, tra fumo e nuvole minacciose. Si riscontrano vari elementi romantici in aggiunta dello stile neoclassico di fondo. Questi sono certamente la preoccupazione sul volto del carrozziere per via dell abbandono del campo di battaglia, il paesaggio tenebroso, temporalesco, dai toni cupi, specchio dello stato d animo del personaggio, che ne risalta la vulnerabilità, la solitudine e la preoccupazione. Anche il titolo, particolarmente elaborato e descrittivo, denuncia una lettura del quadro in parte in chiave romantica. Elementi neoclassici sono invece il cavallo e il carrozziere stesso, vestito in modo tale che venga esaltato il fisico perfetto. Anna Zuppiroli VP 08/10/2011