Decisione N del 15 dicembre 2015

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) CARRIERO (NA) PARROTTA Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) RUSSO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) GUIZZI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore PERSONALE ESTERNO - RUSSO GIUSEPPE Nella seduta del 08/09/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La società ricorrente con ricorso depositato in data affermava che - in esito ai rapporti commerciali intrattenuti con un correntista della banca convenuta - riceveva in pagamento da quest ultimo assegni bancari n di ,68 del e n di ,92 del ; che, successivamente, tali assegni presentati all incasso, risultavano impagati per difetto di provvista ex art. 2 L. 386/1990. Inoltre, precisava che a seguito di una serie di verifiche eseguite nei confronti del traente era emerso che ben 5 assegni - provenienti dallo stesso carnet per cui è insorta la contestazione - risultavano protestati per difetto di provvista; e che il medesimo traente aveva posto in essere una serie di truffe attraverso emissione di assegni privi di provvista, per effettuare l'acquisto di merce da numerosi fornitori. Di qui, il ricorrente deduceva la poca diligenza professionale da parte della banca nel rilasciare la convenzione di assegni al cliente in questione, senza un preventivo e attento controllo sulla sua persona, e reclamava un ritardo del medesimo Istituto di credito nell adoperarsi affinché fosse venuto meno il pericolo di ulteriori insoluti attraverso la revoca della convenzione degli assegni. Pag. 2/6

2 Precisamente, il ricorrente elencava le seguenti inadempienze contrattuali nelle quali sarebbe incorso l'intermediario convenuto: 1) Violazione del dovere di diligenza professionale - ex istruzioni di Vigilanza, Titolo IV, Capitolo 11, Sezione V, punto nel rilascio della convenzione di assegni in favore del cliente [omissis]. Al riguardo, il ricorrente rilevava che il traente i titoli in questione avesse aperto il conto corrente in una provincia (Salerno) distante da quella della relativa sede sociale (Potenza), con contestuale stipula di convenzione di assegno, nonostante il deposito di pochi euro. 2) Violazione dell art. 9 bis l. 386/90 Preavviso di revoca. Sul punto, il ricorrente, richiamava il contenuto della disposizione in parola ai sensi del quale il trattario - proceda mediante raccomandata a/r - al preavviso di revoca entro il decimo giorno dalla presentazione al pagamento di un titolo risultato emesso in difetto di provvista. Diversamente, da quanto avvenuto nel caso di specie relativamente l assegno n presentato in data , rispetto al quale l'intermediario non rispettava l'anzidetto termine. Di qui, il ricorrente deduceva che in capo al trattario fosse sorto l obbligo di pagamento degli assegni emessi dopo tale data, ossia dell assegno n , di ,92, con data ) Mancata revoca della convenzione assegni. Sul punto, il ricorrente rimarca la particolare prudenza cui gli intermediari devono attenersi allorquando stipulano con i propri correntisti convenzioni di assegno e ciò anche nel prosieguo del rapporto procedendo - ove opportuno - alla revoca del carnet. Nel caso di specie - secondo la prospettazione di parte ricorrente - la banca non avrebbe prestato la dovuta attenzione e prudenza nè nell apertura del conto corrente con il rilascio del carnet di assegni nè in costanza di esso, pur in presenza delle seguenti anomalie nel comportamento del traente quali: la circostanza che gli assegni coperti e presentati per primi all incasso non avevano un numero progressivo e, dunque, già poco usuali all occhio di un soggetto inesperto, ancor più di un professionista di banca; i primi assegni non coperti venivano segnalati ai sensi dell art. 2 l. 386/90 e nel giro di alcune settimane ne succedevano altri quattro. All'esito, replicava il ricorrente, gli assegni non coperti per difetto di provvista, venivano protestati ma l'intermediario non si attivava a revocare la convenzione di rilascio carnet - violando l art.1, legge 386/90 - e permettendo in tal modo al cliente [omissis] di continuare ad emettere assegni a vuoto. 4) Possibili operazioni sospette. Il ricorrente, infine, riteneva sussistente in capo alla banca un obbligo di segnalazione ai sensi della legge antiriciclaggio in virtù dei riferiti comportamenti anomali del correntista. Sulla base delle predette contestazioni, la società ricorrente chiedeva al Collegio di : 1) accertare e il mancato rispetto da parte dell'intermediario dei termini d invio del preavviso di revoca ex art. 9bis l. 389/90 e per l effetto condannare la stessa al pagamento dell intero importo dell assegno n del di ,92; 2) accertare la violazione da parte dell'intermediario delle disposizioni legali e regolamentari attinenti all emissione e gestione di assegni bancari, delle Istruzioni di vigilanza per le banche, Titolo IV, Capitolo 11, Sezione V, e del dovere di diligenza professionale ex art c.c. relativamente alla concessione del carnet di assegni al cliente [omissis] in proprio e quale titolare della ditta individuale [omissis]; 3) per l effetto, condannare l'intermediario al risarcimento del danno prodotto alla [società ricorrente] a causa del suo comportamento negligente ed imprudente, per un valore pari all importo di ,00 o quello minore o maggiore che si riterrà di giustizia; 4) in subordine, nella denegata ipotesi di contestazione dell ammontare del danno, così come provato in atti, risarcire il danno in via equitativa; 5) condannarsi la [resistente] al pagamento delle spese di liti. Pag. 3/6

3 La banca resistente - con il deposito delle memorie - respingeva le contestazioni del ricorrente, precisava che l ordine cronologico di presentazione per l incasso degli assegni da parte dei rispettivi beneficiari non possa essere indice di anomalia così come la distanza tra la sede dell azienda e la filiale della banca non possa essere indice di attenzione nè possa far ritenere il cliente non meritevole di credito. Nel merito, replicava quanto segue. Sulla questione della revoca precisava di essersi accertata, sulla base dei dati risultanti dall archivio previsto dall art. 10-bis legge 15 dicembre 1990, n. 386 (art. 125 della Legge Assegni), che il cliente non risultasse in alcun modo interdetto dall emissione di assegni. In particolare, l'intermediario ricostruiva i fatti storici nel seguente modo: il primo protesto veniva subito dal cliente - per difetto di provvista - in data , ovvero giorno immediatamente successivo a quello in cui avveniva la richiesta di pagamento dell assegno n di ,68, emesso il in favore della ricorrente. Il cliente veniva edotto a mezzo racc.ta a.r. del preavviso di pre - revoca ex lege 386/90 (n del rif. CAI ) con la quale veniva comunicato il termine ultimo del per il pagamento del titolo, pena l iscrizione nell archivio CAI, e si invitava il cliente alla restituzione dei moduli di assegno ancora in suo possesso. Il protesto dell'assegno in questione veniva notificato alla ricorrente a mezzo racc.ta a.r. dell Successivamente, in data l'intermediario riceveva richiesta di pagamento dell assegno n di ,92, emesso dal cliente il sempre in favore della ricorrente; e, dunque, in data successiva a quella della avvenuta comunicazione di protesto del precedente assegno n , anche essi impagati per mancanza di fondi. Circa il merito della controversia, l'intermediario replica di non aver violato alcuna disposizione legale e regolamentare inerente l emissione e gestione di assegni bancari e nemmeno il più generale dovere di diligenza professionale. In particolare, l'intermediario precisava che: l impossibilità per un soggetto di emettere assegni si verifica nel momento in cui il medesimo, commesso l illecito amministrativo dell emissione di assegno senza provvista, viene revocato a sistema. Tale operazione telematica avviene decorsi 60 giorni dalla data di scadenza del termine di presentazione del titolo solo nel caso in cui, in tale lasso di tempo, il traente non abbia dato prova del pagamento tardivo del titolo, comprensivo di penale, interessi ed eventuali spese di protesto. Inoltre, l'intermediario evidenzia che nonostante l invito formulato dalla banca, il cliente non provvede alla celere spontanea restituzione della materialità dei titoli ancora in suo possesso e, pertanto, è possibile che - nelle more - ne tragga altri. In tal caso, se i titoli pervenuti in pagamento risultano emessi prima del perfezionamento della revoca dalla convenzione assegno o della revoca a sistema la banca si ritroverebbe a gestirne la negoziazione dando corso al pagamento dei medesimo, se in assenza di provvista, o, al contrario, al loro protesto per mancanza fondi. L intermediario, dunque, replica: il primo assegno emesso dal cliente e risultato senza provvista sul conto è stato reso impagato l , con invio a mezzo raccomandata a.r. di pre-revoca n del ed iscrizione del cliente nella Centrale Allarmi Interbancaria (rif. CAI ); intanto, i giorni tra l avvenuta evidenza alla banca del primo titolo emesso senza provvista ( ) e l emissione degli assegni oggetto di ricorso ( e ) non sarebbero stati sufficienti per il perfezionamento di un eventuale revoca a sistema. Da ultimo, l'intermediario sottolineva che l assegno bancario non dà garanzia di buon esito del pagamento e la relativa accettazione rientra nella libertà imprenditoriale delle società - come la ricorrente - e nel loro rischio d impresa. Invero, i controlli svolti dalla banca prima Pag. 4/6

4 di aprire un rapporto di conto e concedere ai propri clienti l utilizzo di strumenti di pagamento, non possono infatti essere equiparati ad una forma di garanzia verso terzi, e quindi sostituirsi alle forme a tal fine previste. Ed ancora, evidenziava che la ricorrente, nonostante un primo assegno impagato, avesse accettato un ulteriore corresponsione tramite il medesimo strumento di pagamento. Infine, riferiva sulla infondatezza delle asserzioni relative all onere di segnalazione ai sensi della legge antiriciclaggio i quanto tale tipologia di segnalazione non evita l emissione dei titoli da parte del cliente né influisce nell iter di negoziazione di quelli già emessi. DIRITTO Il ricorso è infondato e va respinto. In sintesi parte ricorrente non ha provato il comportamento negligente della banca, né ha fornito documenti a supporti delle sue allegazioni in ordine al protesto di altri assegni. Né ha provato di aver subito danni oltre quelli derivanti dal mancato incasso degli assegni che non essendo imputabili all intermediario resistente non può non comportare alcune risarcimento danni. Parte ricorrente, che in generale contesta la scarsa diligenza dell intermediario nella conduzione dei rapporti contrattuali, di conto corrente e di convenzione di assegno, intrattenuti con l emittente i titoli al centro della vicenda, si sofferma in particolare sulla violazione da parte della banca dei termini di invio del preavviso di revoca, ex art. 9 bis, commi 1 e 2, l. 389/90, in occasione del mancato pagamento per difetto di provvista del primo dei due titoli emessi in suo favore (n , apparentemente emesso il e presentato all incasso in pari data), al fine di ottenere dalla stessa il pagamento del secondo assegno (n del di ,92) ai sensi del comma 5 del riferito articolo ( se la comunicazione non è effettuata entro il termine indicato nel comma 2, il trattario è obbligato a pagare gli assegni emessi dal traente dopo tale data e fino al giorno successivo alla comunicazione, anche se manca o è insufficiente la provvista, nel limite di ,14 per ogni assegno ). Pur tuttavia, l esponente non allega alcun elemento documentale utile a supportare la circostanza dell asserita violazione. L'Intermediario, d'altro canto, riferendosi anche ad un terzo assegno emesso, in difetto di provvista, in data antecedente a quella degli assegni per cui è controversia (cfr. controdeduzioni), si limita a dichiarare di aver effettuato le comunicazioni di pre-revoca le quali, come noto, hanno natura recettizia - a mezzo raccomandate a/r, specificandone i codici di riferimento, senza provarne la ricezione o anche solo la spedizione al domicilio eletto dal cliente (ex art. 9 ter l. 389/90). Quanto all istanza risarcitoria inerente ai danni patiti in conseguenza della negligenza che il ricorrente attribuisce all intermediario, si ritiene sufficiente evidenziare la mancanza in atti di prove utili a supportare la sussistenza di tali pregiudizi, prescindendo da ogni considerazione circa la tempistica dei protesti, levati in rapida successione a partire dai primi di aprile 2014, in un periodo evidentemente successivo all instaurazione dei rapporti contrattuali tra il convenuto ed il traente gli assegni, o, ancora, la circostanza, pure sottolineata dall intermediario, dell accettazione da parte dell esponente del secondo titolo di credito, nonostante fosse allo stesso già noto il mancato buon esito del primo. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio non accoglie il ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6