agricoltura e pesca Rapporto sull Economia della provincia di Rimini

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1 e pesca AGRICOLTURA PESCA 199

2 agricoltura e pesca 200

3 agricoltura e pesca L AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI RIMINI L in provincia di Rimini rappresenta un settore piuttosto importante, rafforzato, in termini di numerosità delle imprese, dall ingresso in provincia dei sette comuni dell Alta Valmarecchia; il settore agricolo, infatti, è quello che rispetto a tutti gli altri settori ha maggiormente beneficiato di tale passaggio, in quanto le imprese agricole dei rispettivi comuni costituivano la quota più consistente a livello settoriale. Il territorio, inoltre, si arricchisce, in termini di tipicità produttive, di importanti produzioni. Oltre alle tipicità originarie, quali l olio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) Colline di Romagna e i vini D.O.C. (Denominazione di origine Controllata) Colli di Rimini, la nuova provincia acquisisce, infatti, prodotti tipici del territorio dell Alta Valmarecchia; prodotti che hanno portato, tra l altro, all affermazione di numerose fiere e manifestazioni che costituiscono un forte richiamo del territorio. Infine, è d obbligo menzionare come l Alta Valmarecchia rappresenti un piccolo polo di concentrazione di attività zootecniche, presentando molteplici allevamenti di razza marchigiana e chianina. In particolare vengono realizzate varie iniziative nei comuni montani, atte a valorizzare la bistecca alla fiorentina, prodotto per eccellenza del settore delle carni bovine. In termini di numerosità di imprese, al 30 settembre le imprese agricole attive risultavano 2.785, con una variazione negativa del 2,3% rispetto allo stesso periodo del ; il peso del settore sul totale generale è del 7,7%. Per ciò che concerne l analisi per forma giuridica, si nota un aumento delle società di persone (+3,9%); diminuiscono invece le società di capitale (-9,7%) e le imprese individuali (-3,2%), che, comunque, costituiscono la principale forma giuridica (2.411 imprese, 86,6% sul totale). In sintesi essi sono: - il formaggio di fossa (denominato anche L Ambra di Talamello); - il fungo prugnolo; - il marrone del Montefeltro; - il miele della Valmarecchia; - il pane di Maiolo; - la patata della Valmarecchia; - la polenta; - il formaggio denominato raviggiolo ; - il formaggio denominato slattato ; - la spianata; - il tartufo bianco pregiato; - il tartufo nero pregiato. 201

4 agricoltura e pesca ANALISI DI STOCK PER CLASSI DI ATTIVITÀ TAB. 1 - IMPRESE AGRICOLE ATTIVE PER CLASSI DI ATTIVITÀ IN PROVINCIA DI RIMINI (3 E 3 ) A 01 CLASSI DI ATTIVITA' 3 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi SOCIETA' DI CAPITALE 3 SOCIETA' DI PERSONE 3 3 IMPRESE INDIVIDUALI 3 3 ALTRE FORME TOTALE A 01.1 Coltivazione di colture agricole non permanenti A Coltivazione di cereali (escluso il riso), legumi da granella e semi oleosi A Coltivazione di ortaggi e meloni, radici e tuberi A Floricoltura e coltivazione di altre colture non permanenti A 01.2 Coltivazione di colture permanenti A Coltivazione di uva A Coltivazione di altri alberi da frutta, frutti di bosco e in guscio A Coltivazione di frutti oleosi A Coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche A 01.3 Riproduzione delle piante A 01.4 Allevamento di animali A Allevamento di bovini da latte A Allevamento di altri bovini e di bufalini A Allevamento di cavalli e altri equini A Allevamento di ovini e caprini A Allevamento di suini A Allevamento di pollame A Allevamento di altri animali A 01.5 A 01.6 Coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali: attività mista Attività di supporto all'agricoltura e attività successive alla raccolta A Attività di supporto alla produzione vegetale A Attività di supporto alla produzione animale A Attività successive alla raccolta A 01.7 Caccia, cattura di animali e servizi connessi TOTALE Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi A 02.1 Silvicoltura ed altre attività forestali A 02.2 Utilizzo di aree forestali TOTALE Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali TOTALE Fonte: Infocamere Stockview Elaborazione: Ufficio Studi CCIAA Rimini 202

5 D ISTR IB U Z IO N E % IM PR ESE A TTIVE A L 30/09/011 A C oltiv az ione di uv a Altre c las s i 6,1% 20,1% A 01.2 C oltiv az ione di c olture perm anenti A C oltiv az ione 8,9% di c ereali (es c lus o il ris o), legum i da A C oltiv az ione granella e s em i oleos i di ortaggi e m eloni, 47,9% radic i e tuberi 17,0% All interno del settore, la classe di attività economica più rappresentata è quella della Coltivazione di cereali (escluso il riso), legumi da granella e semi oleosi, con un peso del 47,9%, seguita, con il 17,0%, dalla classe Coltivazione di ortaggi e meloni, radici e tuberi. SERIE STORICA NUMEROSITA' IMPRESE ATTIVE progressiva diminuzione, passando dalle imprese del 30 settembre 2007 alle imprese al 30 settembre (-12,1%). Analizzando invece la serie storica della numerosità delle imprese attive riportata sopra, si nota come negli ultimi 5 anni il settore sia in 3 203

6 agricoltura e pesca CONSISTENZA DEL BESTIAME TAB. 2 - CONSISTENZA DEL BESTIAME PER TIPOLOGIA NELLA PROVINCIA DI RIMINI CONSISTENZA DEL BESTIAME NELLA PROVINCIA DI RIMINI * 01/06/ /12/ /06/ 01/12/ 01/06/ 01/12/ BOVINI DI ETA' INFERIORE A UN ANNO: DA 1 A 2 ANNI: Maschi Femmine OLTRE I 2 ANNI: -Riproduttori Vacche da latte Altre vacche Tori Altri bovini Totale bovini BUFALINI Vitelli bufalini Bufale Altri bufalini Totale bufalini OVINI Agnelli Pecore ed agnelle montate, da latte Pecore ed agnelle montate, non da latte Altri ovini Totale ovini CAPRINI Capretti Capre e caprette montate Altri caprini Totale caprini EQUINI Cavalli Asini Muli e bardotti Totale equini SUINI Scrofe Verri Altri suini Totale suini STRUZZI Totale struzzi TOTALE * Dati provinciali 2009 a 20 comuni, dal a 27 comuni Fonte: Rilevazione ISTAT sulla consistenza del bestiame Elaborazione: Ufficio Studi CCIAA Rimini L ANNATA AGRARIA / Caratteri generali. Secondo le statistiche di Prometeia, nel l agricoltura riminese, comprese le attività della silvicoltura e pesca, ha contribuito alla formazione del reddito provinciale con circa 104 milioni di euro, equivalenti all 1,2 per cento del totale. In Emilia-Romagna e Italia sono state registrate percentuali un po più elevate, pari rispettivamente al 2,3 e 2,0 per cento. Se confrontiamo la quota riminese del con quella media dei cinque anni precedenti, emerge un ridimensionamento di 0,2 punti percentuali, mentre in Emilia-Romagna e Italia non c è stata alcuna variazione. Se rapportiamo il reddito a valori correnti del settore agricolo riminese, compreso la pesca, con le unità di lavoro, che ne esprimono la reale 204

7 intensità, si ha nel un rapporto pro capite pari a quasi euro, in sensibile aumento rispetto al valore medio dei cinque anni precedenti, pari a quasi euro per unità di lavoro. L accrescimento della produttività per unità di lavoro ha consentito alla provincia di Rimini di rimanere ai vertici della regione, superata soltanto dalle province di Modena e Reggio Emilia con un valore aggiunto per unità di lavoro pari rispettivamente a e euro. In ambito produttivo l agricoltura riminese si distingue per il forte peso di patate e ortaggi, che nel hanno rappresentato, con oltre 50 milioni e mezzo di euro, il 36,8 per cento della produzione vendibile complessiva, a fronte della media regionale del 9,6 per cento. Nell ambito delle coltivazioni legnose, si segnala la specializzazione dell olivicoltura, che con quasi 2 milioni e mezzo di euro, ha rappresentato l 1,8 per cento della produzione lorda vendibile totale, a fronte del modesto 0,1 per cento riscontrato in regione. Tra le produzioni zootecniche, Rimini è più orientata alla produzione di carne, in particolare avicole, e molto meno a quella del latte che nel resto dell Emilia- Romagna è prevalentemente destinato alla produzione del formaggio Parmigiano-Reggiano. La produzione di carne avicunicola ha rappresentato circa l 11 per cento del valore della produzione agricola totale riminese, a fronte della media regionale dell 8,3 per cento, mentre quella del latte non è arrivata a coprire il 4 per cento rispetto alla quota regionale del 25,2 per cento. L evoluzione delle imprese. Secondo quanto emerso dall ultimo censimento del, secondo i primi dati provvisori c erano in provincia aziende (comprese le aziende con sede nelle altre province), in gran parte a conduzione diretta, rispetto alle registrate nel censimento del Il calo del 42,6 per cento è apparso molto più ampio rispetto alla tendenza emersa sia in Emilia- Romagna (-31,0 per cento) che in Italia (-35,6 per cento). Anche la superficie agricola totale e utilizzata ha seguito la stessa sorte, ma in termini meno accentuati: -16,0 per cento la prima; -18,4 per cento la seconda. Ne discende che la superficie media totale per azienda è aumentata da 7,23 a 10,59 ettari, quella agricola utilizzata da 5,60 a 7,99 ettari, e anche questo andamento è apparso in sintonia con quanto avvenuto in regione e in Italia. La causa principale del ridimensionamento della consistenza delle aziende è rappresentata per lo più dal processo di riorganizzazione delle strutture produttive, che ha principalmente interessato le zone di pianura, rispetto a quelle di collina e montagna, il cui calo ha comportato, nella maggior parte dei casi, un abbandono dei terreni coltivati. In pianura è invece avvenuta una massiccia riorganizzazione che si è esplicata in una riduzione delle aziende da a (-44,5 per cento), che spesso è stata innescata dal ritiro dal lavoro, per raggiunti limiti di età, di alcuni piccoli proprietari. Una caratteristica delle aziende situate in pianura è rappresentata dalla limitatezza della superficie agricola utilizzata che nel si è attestata a 5,28 ettari rispetto alla media complessiva di 7,99 ettari. L invecchiamento degli addetti indipendenti è ormai strutturale ed è comune al resto delle province della regione. Secondo i dati Inps, nel il 21,4 per cento degli autonomi, tra coltivatori diretti, coloni/mezzadri e imprenditori agricoli professionali, aveva più di 64 anni di età, rispetto alla percentuale del 12,5 per cento registrata nel Nello stesso arco di tempo la consistenza degli autonomi si è ridotta da a unità. In estrema sintesi si hanno meno imprenditori e sempre più anziani. La classe fino a 39 anni, tra il 2000 e il, si è ridotta da 580 a 283 unità, riducendo il relativo peso sul totale dal 23,8 al 19,0 per cento. L impoverimento dell occupazione autonoma in agricoltura può avere implicazioni sul governo del territorio e va considerato con la dovuta attenzione. La provincia di Rimini ha tuttavia evidenziato, rispetto al resto della regione, un grado di invecchiamento meno accentuato, oltre che un migliore rapporto tra imprenditori fino a 39 anni e ultrasessantaquattrenni. In Emilia-Romagna la quota di autonomi registrati dall Inps con almeno 65 anni di età è stata del 24,7 per cento rispetto al 21,4 per cento di Rimini, mentre sono stati registrati in provincia 89,0 giovani ogni cento anziani rispetto alla quota regionale di 66,4. La tendenza al ridimensionamento delle aziende osservata tra i due censimenti è proseguita anche negli anni successivi. A fine le imprese attive operanti nel campo delle coltivazioni agricole e produzioni di prodotti animali, caccia e servizi connessi sono ammontate a rispetto alle del. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni, al netto delle cancellazioni d ufficio, che non hanno alcuna valenza congiunturale, è apparso negativo per un centinaio di imprese, in netto aumento rispetto al passivo di 27 imprese rilevato nel. Il ridimensionamento delle imprese, esclusivamente determinato dalle ditte individuali, si è coerentemente associato alla progressiva riduzione della conduzione diretta dei fondi. I dati aggiornati a fine, hanno registrato una consistenza delle 205

8 agricoltura e pesca relative imprese registrate pari a unità rispetto alle dell anno precedente. L andamento climatico. L annata agraria - è stata caratterizzata da una stagione invernale prodiga di precipitazioni, che hanno consentito ai terreni agricoli di disporre di un contenuto idrico più che sufficiente. In aprile lo scenario cambia radicalmente. Le temperature, specie nella prima decade, toccano punte inusuali per il periodo (attorno ai 30 gradi), mentre le precipitazioni si riducono sensibilmente rispetto alle medie del mese, con un contenuto idrico degli strati superficiali dei terreni molto ridotto. In maggio le temperature si riportano su valori più consoni al periodo, ma perdura sostanzialmente la fase siccitosa avviata in aprile, con i terreni agricoli che registrano negli strati più superficiali un contenuto idrico assai basso. In giugno la situazione climatica è caratterizzata da temperature massime nella norma, mentre non mancano le precipitazioni specie nell ultima parte del mese. Nel mese di luglio a una prima metà piuttosto calda, caratterizzata nel giorno 5 da un forte temporale, subentra una fase relativamente più fredda, che determina sul riminese alcuni episodi di pioggia, con i terreni che beneficiano di un contenuto idrico negli strati superficiali ritenuto normale. Agosto si segnala per la totale assenza di precipitazioni, che unite a temperature superiori alla norma, soprattutto nella seconda metà del mese, generano un impoverimento del contenuto idrico dei terreni. In settembre le temperature continuano a essere oltre la norma. Le precipitazioni più significative si registrano nell ultima decade del mese, con un miglioramento del contenuto idrico dei terreni. In ottobre occorre attendere la seconda metà del mese per registrare temperature più consone al periodo, ma le piogge restano su valori inferiori a quelli solitamente attesi nel mese. In estrema sintesi sotto l aspetto delle temperature l annata agraria - ha registrato numerosi periodi anomali, mentre le precipitazioni, dopo un inverno abbondante, sono risultate inferiori ai valori medi. Il risultato economico. Il bilancio nazionale dell'annata agraria - secondo le stime di Prometeia - dovrebbe chiudersi con una crescita reale dell 1,0 per cento del valore aggiunto, che sale all 8,8 per cento se calcolato a valori correnti. Questo andamento, tra i meglio intonati degli ultimi anni, è stato determinato dalla vivacità dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori (+9,5 per cento). L andamento dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori è invece risultato meno intonato. Nei primi nove mesi del Istat ha registrato un incremento del 6,6 per cento rispetto all analogo periodo del, con valori superiori alle media generale per prodotti energetici, concimi e mangimi. In questo contesto, l Assessorato regionale all agricoltura ha previsto per l Emilia-Romagna una crescita della produzione lorda vendibile prossima al 3 per cento. Si tratta del secondo anno di crescita, dopo un biennio negativo. Il valore della Plv dovrebbe superare i milioni di euro in virtù del buon andamento delle produzioni zootecniche (+11,8 per cento), a fronte della diminuzione di quelle vegetali (-5,2 per cento). In questo scenario moderatamente positivo, l agricoltura riminese dovrebbe avere registrato anch essa un aumento del valore della produzione. Secondo le prime stime dell'ufficio Statistica/Sistema degli Osservatori della provincia di Rimini, il dovrebbe chiudersi con un incremento dell 1,0 per cento, inferiore a quello previsto per la regione pari al 2,7 per cento. Le ragioni di questo andamento, come vedremo diffusamente in seguito, sono da ricercare nel basso profilo delle produzioni zootecniche che ha praticamente colmato la crescita delle produzioni vegetali. Questa valutazione deve essere tuttavia considerata con la dovuta cautela a causa della provvisorietà dei dati relativi alle varie produzioni, ma resta tuttavia una tendenza che vedrebbe la provincia di Rimini crescere meno velocemente rispetto all ambito regionale. Le produzioni vegetali. Le prime valutazioni effettuate dall'ufficio Statistica/Sistema degli Osservatori della provincia di Rimini hanno registrato nell annata agraria - un aumento del 4,7 per cento della produzione lorda vendibile rispetto a quella precedente. Si tratta di un andamento che si può giudicare positivamente, soprattutto se si considera che è maturato in un contesto regionale segnato da una diminuzione del 5,2 per cento. Il contributo maggiore alla crescita delle produzioni vegetali è venuto dai cereali hanno rappresentato circa l 11 per cento del valore delle produzioni vegetali - che, alla luce di produzioni in aumento e prezzi per lo più in ascesa, hanno registrato una crescita del valore della produzione prossimo al 60 per cento, da attribuire principalmente alla vivacità dei prezzi delle produzioni più importanti quali frumento e orzo. Nell ambito delle orticole coltivate in piena aria è emersa una situazione meno positiva, rappresentata da una riduzione del valore della 206

9 produzione pari al 15,8 per cento, dovuta ai minori investimenti e, in parte, a prezzi cedenti come nel caso di lattuga, melanzane, peperoni, pomodori da industria, radicchio, spinaci e bietole da costa. Nel comparto delle orticole in serra, che hanno occupato circa 174 ettari, gli stessi del, i prezzi sono risultati generalmente in calo, determinando una riduzione del valore della produzione prossima al 2 per cento. Nel loro complesso, le colture orticole hanno accusato una riduzione del valore della produzione prossima al 15 per cento. Le colture industriali hanno chiuso il con un bilancio negativo. La crescita delle quotazioni della colza è stata annullata dal calo dei prezzi del girasole, determinando per l intero comparto delle colture industriali una flessione del valore della produzione pari al 4,5 per cento, in linea con quanto avvenuto in regione (-8,7 per cento). Tra i foraggi, i dati relativi alla coltura più importante, vale a dire l erba medica, hanno evidenziato una situazione ben intonata. L aumento degli investimenti, coniugato al miglioramento delle rese e a quotazioni in ascesa, ha determinato una crescita del valore della produzione pari al 77,8 per cento. Le leguminose da granella, per lo più piselli proteici e fave, hanno ridotto gli investimenti del 28,6 per cento, con prezzi che sono apparsi inferiori del 10 per cento rispetto alla precedente annata agraria. Le conseguenze sul valore della produzione sono state rappresentate da una flessione del 29,4 per cento. Nelle colture arboree il valore della produzione è aumentato di appena l 1,9 per cento, in misura largamente inferiore rispetto a quanto stimato in regione (+8,8 per cento). Questo andamento è essenzialmente da attribuire alla riduzione delle aree investite e al deludente andamento delle rese delle colture più diffuse, quali l olivo e la vite da vino. Sotto l aspetto mercantile, la situazione è apparsa meglio disposta, con le uniche eccezioni rilevate per le quotazioni, apparse cedenti, di ciliegie, loti e susine, i cui investimenti hanno tuttavia rappresentato, nel loro insieme, appena il 2,5 per cento delle coltivazioni arboree. La minore offerta di olive è stata in parte corroborata dalla crescita dell 8,3 per cento delle quotazioni. Per l uva da vino i prezzi sono aumentati del 10,0 per cento, in linea con quanto emerso in regione. Le iscrizioni all albo dei vigneti sono nuovamente scese. L'iscrizione è facoltativa, ma è condizione essenziale per il riconoscimento del vino con la specifica denominazione che può essere DOC (denominazione di origine controllata) e DOCG (denominazione di origine controllata e garantita). Dalle iscrizioni del si è passati alle del, mentre la superficie è scesa da a ettari (-2,4 per cento). Circa il 51 per cento della superficie dei vigneti iscritti all Albo è destinato alla produzione di Sangiovese di Romagna, di cui il 46,8 per cento di qualità superiore. Il resto dei vigneti è destinato alla produzione di vini dei Colli di Rimini, (in particolare Colli di Rimini rosso e Colli di Rimini Cabernet Sauvignon), con una percentuale del 41,0 per cento. Altre produzioni degne di nota hanno riguardato il Trebbiano di Romagna (6,6 per cento). Il restante 1,1 per cento è specializzato nella produzione di Pagadebit di Romagna. Rispetto al è apparso in ridimensionamento il Sangiovese di Romagna, le cui iscrizioni all albo vigneti e aree coltivate sono diminuite rispettivamente del 18,1 e 7,9 per cento. La flessione della superficie è stata determinata sia dai vini di qualità diversa da quella Superiore (-13,0 per cento), sia da quelli superiori (-7,3 per cento). Nell arco di cinque anni il Doc Sangiovese ha perduto 187 ettari. Altri cali hanno riguardato la superficie dei vigneti destinati alla produzione di Trebbiano (-16,4 per cento) e Pagadebit (-0,6 per cento), consolidando la tendenza negativa in atto da alcuni anni. Nell arco di cinque anni il Trebbiano ha ridotto la superficie da 249 a 154 ettari, mentre per il Pagadebit si è passati da 33 a 26 ettari. Si sono invece nuovamente espanse le produzioni dei Doc dei colli riminesi, con una crescita delle aree, tra il e il, da 880 a 955 ettari. Cinque anni prima se ne contavano 635. Nel ogni vino Doc dei colli riminesi ha accresciuto la superficie rispetto al 2006, in particolare le denominazioni Colli di Rimini Bianco e Colli di Rimini Rebola. Il vino Colli di Rimini Rosso ha confermato la propria preminenza nell ambito dei Doc dei Colli di Rimini con circa 445 ettari, equivalenti a quasi un quinto del totale provinciale dei vini Doc. Tra il 2006 e il la superficie del vino Doc Colli di Rimini è aumentata di 320 ettari, grazie anche alla denominazione Colli di Rimini Sangiovese registrata per la prima volta nel 2009 e che nel ha occupato 178 ettari. Le produzioni zootecniche. Il censimento del ha individuato 688 aziende dedite all allevamento, rispetto alle censite nel Il salto, in linea con quanto avvenuto in regione, è notevole, ma dipende essenzialmente dall adozione di diversi criteri di rilevazione. Nel 2000 erano infatti considerate aziende zootecniche, contrariamente a 207

10 agricoltura e pesca quanto avvenuto nel censimento, anche quelle che disponevano di animali di bassa corte destinati al consumo familiare. Dal lato della consistenza, al primo dicembre sono stati registrati in provincia di Rimini capi bovini, in calo rispetto agli oltre dell analogo periodo del. La diminuzione generale del 7,9 per cento riscontrata tra il e il ha avuto il concorso di tutte le tipologie di bestiame, in particolare le vacche diverse da quelle da latte (-9,4 per cento) - hanno rappresentato circa un quarto del parco bovino riminese e i bovini da 1 a 2 anni (-9,8 per cento) soprattutto maschi. Per le vacche da latte c è stata una sostanziale tenuta se si considera che tra il e il il numero dei capi si è ridotto da a (-2,6 per cento). In un contesto economico caratterizzato dal lieve decremento delle quotazioni, il parco suinicolo è apparso in forte calo. A inizio dicembre si è attestato su poco più di capi contro i di un anno prima. Gli equini, forti di capi, per lo più rappresentati da cavalli, hanno evidenziato una sostanziale tenuta rispetto al (-1,4 per cento). I caprini sono aumentati da a capi, in contro tendenza con quanto avvenuto per gli ovini, la cui consistenza si è ridotta dai capi del ai del. Il calo è stato essenzialmente determinato dagli agnelli (-2,4 per cento) e dalle pecore ed agnelle montate, da latte (- 1,8 per cento). L allevamento degli struzzi, una autentica produzione di nicchia, si è articolato su una ventina di capi, dieci in meno rispetto al. La zootecnia riminese ha rappresentato nel circa il 18 per cento della produzione agricola totale, a fronte della quota regionale del 50,5 per cento. Questa differenza è stata determinata dal comparto delle produzioni lattifere che in regione ha inciso per circa un quarto del totale della plv rispetto alla quota riminese del 3,3 per cento. Il bilancio economico della zootecnia riminese del si è chiuso negativamente. Secondo le prime stime dell'ufficio Statistica/Sistema degli Osservatori della provincia di Rimini, il è stato caratterizzato da una diminuzione del valore della produzione pari al 12,7 per cento, dovuta principalmente alla diminuzione delle quantità offerte, a fronte di un andamento mercantile caratterizzato da quotazioni prevalentemente in ascesa. L importante comparto avicunicolo, che ha rappresentato circa il 42 per cento della produzione lorda vendibile zootecnica, ha risentito della flessione dell offerta di polli e galline, solo parzialmente compensata da quella relativa ai conigli. La commercializzazione è stata caratterizzata dalla stabilità delle quotazioni dei polli e dall aumento di quelle relative a conigli e, soprattutto, galline. Per quest ultime è stato stimato un aumento medio del 12,5 per cento rispetto al. Il valore della produzione avicunicola riminese è stato stimato in circa 10 milioni e 683 mila euro, con una diminuzione del 7,2 per cento rispetto al. Per la uova c è stato un andamento negativo. Alla pronunciata flessione delle quantità offerte si è associata la stabilità delle quotazioni. Il valore della produzione è stato stimato in poco più di 6 milioni di euro, con un decremento superiore al 16 per cento rispetto all anno precedente. Il comparto suino è stato penalizzato, da un lato, dal pesante ridimensionamento dell offerta (- 45,3 per cento) e, dall altro, da quotazioni apparse lievemente cedenti (-1,9 per cento). La somma di questi andamenti ha prodotto una flessione del valore della produzione suinicola attorno al 46 per cento. La crescita dell offerta di carni ovine, pari al 5,6 per cento rispetto al, non ha stimolato le quotazioni. I prezzi del comparto economicamente più importante, rappresentato dagli agnelli, sono rimasti sostanzialmente al palo (-0,3 per cento), mentre le quotazioni delle pecore hanno rappresentato circa l 11 per cento del valore della produzione ovi-caprina - si sono attestate mediamente sugli 0,63 euro al kg., in leggero aumento rispetto al (+0,8 per cento). Il valore della produzione ovi-caprina si è attestato a circa euro, vale a dire il 3,8 per cento in più rispetto all importo del. Nell ambito dei bovini è stata registrata una generalizzata flessione della produzione di carne (- 11,7 per cento), con prezzi che sono apparsi prevalentemente stabili o in calo, se si esclude il comparto delle vacche - tori. Il valore della produzione di carni bovine è stato stimato in 1 milione e 772 mila euro, vale a dire il 9,4 per cento in meno rispetto al. Tra i prodotti animali è da segnalare la crescita, superiore al 5 per cento, dei prezzi relativi al latte vaccino destinato sia all uso alimentare, che alla trasformazione. Questo andamento ha consentito di bilanciare la diminuzione dell offerta, determinando un aumento del valore della produzione superiore al 2 per cento. Per quanto concerne il latte pecorino, il bilancio si è chiuso senza significativi spunti. La 208

11 produzione, pari a circa tonnellate, è diminuita dell 1,6 per cento rispetto all anno precedente, mentre i prezzi sono rimasti invariati. Come conseguenza di questi andamenti, i ricavi hanno registrato una diminuzione equivalente a quella osservata per le quantità prodotte. TAB. 3 - LE PRODUZIONI VEGETALI IN PROVINCIA DI RIMINI COMPARTO Cereali S.A.U. totale (Ha) cicli S.A.U. in produz. (Ha) RESA Q.LI/Ha PRODUZIONE (Q.LI) PREZZO ( / Q.LE) P.L.V. (Euro) Avena , ,00 25, ,50 Frumento tenero , ,00 22, ,50 Frumento duro , ,20 29, ,44 Granoturco o Mais , , ,00 Orzo , ,00 20, ,40 Sorgo da granella , , Altri cereali (farro) 32, ,00 18,0 576,00 27, ,00 Coltivazioni orticole in pieno campo tot. cereali , , , ,84 Bietola da costa 16, , , Cavolfiore 46, , , ,00 Cavolo cappuccio 15, , , Cavolo verza 18, , , ,00 Cetriolo 12, , , Fagiolo fresco e fagiolino 20 2, , Finocchio , Fragola 5,00 1 5, , Indivia , , Lattuga 53 2,2 240, , Melanzana , Patata comune , Peperone 15, , , Pomodoro da industria , Pomodoro da mensa 23, , , ,00 Radicchio 18, , , Spinacio 36,00 2,0 18, , ,00 Zucche e zucchine , tot. orticole in pieno campo 1.424,00 971, ,00 Coltivazioni orticole in serra Basilico 0,80 1 0, Bietola da orto 1,50 1 1, , Cetriolo da mensa 8,00 1 8, , Fragola 2,40 1 2, , Lattuga 18, , Melanzana 9,68 1 9, , Peperone 7,50 1 7, Pomodoro da mensa 13, , , Prezzemolo 4,50 1 4, , Ravanello 1,10 1 1, , Sedano 1,10 1 1, , Valeriana 0,50 1 0, Zucchine Altre ortive 6,00 1 6, , segue tot. colture in serra 174,08 174, , tot.orticole 1.598, , , ,00 209

12 agricoltura e pesca segue COMPARTO S.A.U. totale (Ha) cicli S.A.U. in produz. (Ha) RESA Q.LI/Ha PRODUZIONE PREZZO (Q.LI) ( / Q.LE) P.L.V. (Euro) Colture industriali Colza , , Girasole , , tot. colture industriali Colture foraggere Granoturco a maturazione cerosa , Prati permanenti , Prati pascoli Erba medica Altre foraggere avvicendate tot. colture foraggere , Leguminose da granella Fava da granella ,00 Pisello proteico , ,00 tot. leguminose Arboree Actinidia o Kiwi Albicocche 33,00 15,00 130, , ,00 136,00 121,00 150, , Ciliegie , , Loto o Kaki , , Mele 21,00 14,00 300, , Nettarine 62,00 53,00 200, , Olive da olio 1.377, ,00 29, ,00 65,00 Pere 14,00 11,00 250, , Pesche 76,00 66,00 200, , Susine 23,00 21,00 90, , , ,00 22,00 Vite per uva da vino tot. coltivazioni arboree 2.361, , , , , , ,00 Altre colture Florovivaismo 3 3 Funghi Champignons ,84 15 Funghi Pleurotus 3.349,26 162, Colture portaseme Seminativi a riposo tot. altre colture TOTALE , , , , , , ,96 Dati elaborati dall'ufficio Statistica / Sistema degli Osservatori - Provincia di Rimini 210

13 TAB. 4 - LE PRODUZIONI ANIMALI IN PROVINCIA DI RIMINI CARNI BOVINE NUMERO CAPI PESO MEDIO (KG) PRODOTTI DEGLI ALLEVAMENTI QUANTITA' (KG) PREZZO ( /KG) P.L.V. (Euro) VITELLI RAZZE DA CARNE , , VITELLI RAZZE DA LATTE , , ,50 VITELLONI ALTRE RAZZE , , ,00 VACCHE - TORI , , TOT. CARNI BOVINE ,50 CARNI SUINE , , ,00 CARNI OVI-CAPRINE TOT. CARNI SUINE ,00 AGNELLI , ,00 3, ,28 PECORE , , ,00 TOT. CARNI OVI-CAPRINE ,28 AVICUNICOLI CONIGLI , , GALLINE , , POLLI , , STRUZZI 5 100, , TACCHINI , , ALTRI AVICOLI (Anatre, Oche) , , LATTE VACCINO TOT. AVICUNICOLI ,00 PRODOTTI ANIMALI ALIMENTARE , TRASFORMATO , LATTE PECORINO COMMERCIALIZZATO , TRASFORMATO n.d. n.d. n.d. UOVA (*) , , ,00 TOT. PRODOTTI ANIMALI ,00 TOTALE COMPLESSIVO ,78 (*) Le uova sono espresse in migliaia e il prezzo è relativo a 1kg (uovo medio 63g.) Dati elaborati dall'ufficio Statistica / Sistema degli Osservatori - Provincia di Rimini 211

14 agricoltura e pesca I VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA Dal 1 agosto 2009 è entrata in vigore la nuova classificazione dei prodotti vinicoli introdotta in Unione Europea che codifica il sistema di classificazione dei prodotti vitivinicoli istituendo le D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta), le I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) e le menzioni tradizionali anche per il vino. Secondo la nuova normativa il vino prodotto in Unione Europea è così classificato: - vino senza denominazione d origine: vino; vino con indicazione di vitigno e annata - vino con denominazione d origine: vino D.O.P e vino I.G.P. Di fatto le attuali D.O.C (Denominazione di Origine Controllata). e D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) diventano D.O.P. e i vini I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica) diventano I.G.P.. La normativa comunque, almeno per il momento, permette ai produttori di continuare a etichettare il vino con la precedente denominazione. VENDEMMIA - TAB. 5 - VINI DOC / NUMERO DELLE ISCRIZIONI ALL'ALBO E SUPERFICI VENDEMMIA VENDEMMIA Descrizione Numero Iscrizioni Albo Superficie Mq Ha Numero Iscrizioni Albo Superficie Mq COLLI DI RIMINI BIANCAME , ,1777 COLLI DI RIMINI BIANCO , ,7632 COLLI DI RIMINI CABERNET SAUVIGNON , ,0735 COLLI DI RIMINI REBOLA , ,3054 COLLI DI RIMINI ROSSO , ,3941 COLLI DI RIMINI SANGIOVESE , ,9260 TOTALE DOC COLLI DI RIMINI , ,6399 SANGIOVESE DI ROMAGNA , ,0758 SANGIOVESE DI ROMAGNA SUPERIORE , ,0767 TOTALE DOC SANGIOVESE DI ROMAGNA , ,1525 TREBBIANO DI ROMAGNA , ,8676 PAGADEBIT DI ROMAGNA , ,2397 TOTALE VINI DOC , ,8997 Fonte: Servizio Provincia di Rimini - Ufficio Vitivinicolo TAB. 6 - VINI DOC / DENUNCE DI PRODUZIONE E UVE DENUNCIATE Descrizione Denunce di produzione VENDEMMIA Ha Uve denunciate Q.li COLLI DI RIMINI BIANCAME ,10 COLLI DI RIMINI BIANCO 0 COLLI DI RIMINI CABERNET SAUVIGNON ,08 COLLI DI RIMINI REBOLA ,40 COLLI DI RIMINI ROSSO 6 561,57 COLLI DI RIMINI SANGIOVESE ,90 TOTALE DOC COLLI DI RIMINI ,05 SANGIOVESE DI ROMAGNA ,44 SANGIOVESE DI ROMAGNA SUPERIORE ,76 TOTALE DOC SANGIOVESE DI ROMAGNA ,20 TREBBIANO DI ROMAGNA ,04 PAGADEBIT DI ROMAGNA ,99 TOTALE VINI DOC ,28 Fonte: REC Albi e Ruoli CCIAA Rimini - Albo Vigneti 212

15 L AGRICOLTURA BIOLOGICA IN EMILIA-ROMAGNA Dal 1 gennaio 2009 l' Biologica nell Unione Europea è regolata dal Regolamento CE n. 834/2007, relativo alla produzione biologica e all etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale (recentemente integrato dal Reg. CE n. 889/2008), che ha abrogato il precedente Reg. n. 2092/1991 (documento che ha avuto il privilegio di regolamentare per la prima volta la produzione biologica riconoscendola ufficialmente), quest ultimo applicabile ai Paesi membri fino al 31 dicembre Il nuovo regolamento definisce la produzione biologica come sistema globale di gestione dell azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali ; in sintesi, il campo di applicazione della nuova normativa riguarda i seguenti prodotti: - prodotti agricoli vivi o non trasformati; - prodotti agricoli trasformati destinati ad essere utilizzati come alimenti; - mangimi; - materiale di propagazione vegetativa e sementi per la coltivazione. TAB. 8 - AGRICOLTURA BIOLOGICA IN EMILIA-ROMAGNA: OPERATORI PER TIPOLOGIA - ANNO E 2009 Produttori di cui Aziende biologiche di cui Aziende in conversione di cui Aziende miste Preparatori / Trasformatori / Raccoglitori Totale Operatori Totale Operatori 2009 Var. % '10-'09 Bologna ,2% Ferrara ,8% Forlì-Cesena ,4% Modena ,2% Parma ,1% Piacenza ,3% Ravenna ,0% Reggio Emilia ,4% Rimini ,2% Emilia-Romagna ,3% Fonte: Regione Emilia-Romagna (Ermes ) Elaborazione: Ufficio Studi CCIAA Rimini Nel in provincia di Rimini si contano 174 Operatori dell Biologica. In termini di numerosità, la provincia di Rimini si colloca all ultimo posto in regione con 174 Operatori su un totale regionale di (4,8% sul totale); primeggia la provincia di Forlì-Cesena con 665 Operatori (18,5%) seguita dalle province di Parma con 557 (15,5%) e Bologna con 515 (14,4%). In provincia di Rimini, come nelle altre province, la tipologia prevalente risulta essere quella dei produttori agricoli con 128 Operatori su 174 (73,6%), 95 dei quali fanno parte della classe formata dalle aziende biologiche ; seguono i preparatori/trasformatori/ raccoglitori con 46 Operatori (26,4%). 213

16 agricoltura e pesca 214

17 Pesca LA PESCA IN PROVINCIA DI RIMINI Il settore della Pesca rappresenta per la provincia di Rimini un settore tipico. In termini di numerosità delle imprese il settore, al 30/09/, annovera 226 imprese attive, con un decremento, rispetto al 30/09/ dello 0,9%; la forma giuridica prevalente è costituita dalla società di persone con 123 imprese (54,4% sul totale), seguite dalle imprese individuali con 96 imprese (42,5%). ANALISI DI STOCK PER CLASSI DI ATTIVITÀ TAB. 1 - IMPRESE DELLA PESCA ATTIVE PER CLASSI DI ATTIVITÀ IN PROVINCIA DI RIMINI (3 E 3 ) CLASSI DI ATTIVITA' SOCIETA' DI CAPITALE 3 3 SOCIETA' DI PERSONE 3 3 IMPRESE INDIVIDUALI 3 3 ALTRE FORME TOTALE 3 A 03 Pesca e acquacoltura A 03.1 Pesca A Pesca marina A 03.2 Acquacoltura A Acquacoltura marina TOTALE Fonte: Infocamere Stockview Elaborazione: Ufficio Studi CCIAA Rimini Pesca 215

18 agricoltura e pesca DISTRIBUZIONE % IMPRESE ATTIVE AL 30/09/11 A 03.1 Pesca 0,9% A 03 Pesca e acquacoltura 1,3% A Acquacoltura marina 5,3% Pesca marina 92,0% A 03.2 Acquacoltura 0,4% Riguardo alla classe di attività prevalente, si può facilmente constatare, dal grafico sulla distribuzione percentuale delle imprese, come quasi tutto il settore si sostanzi nell attività di pesca marina con il 92,0% sul totale. SERIE STORICA NUMEROSITA' IMPRESE ATTIVE Esaminando infine la serie storica della numerosità delle imprese attive, si nota come, ad eccezione del biennio di crescita , negli ultimi cinque anni il settore sia diminuito, passando dalle 231 imprese del 30 settembre 2007 alle 226 imprese del 30 settembre (-2,2%). Pesca 216

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