Attività fisica e motivazione Ruolo dell educazione terapeutica
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- Gerardo Mauri
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1 Attività fisica e motivazione Ruolo dell educazione terapeutica Paola Ponzani S.C. Diabetologia ASL 3 Genovese
2 PREMESSE E oggi confermata l utilità dell esercizio fisico aerobico nel diabetico di tipo 1 e 2 adeguatamente trattati ed educati all autogestione L esercizio fisico adeguatamente programmato (personalizzazione del programma di esercizio) può essere oggi praticato dalla stragrande maggioranza dei diabetici
3 PREMESSE L esercizio fisico ha un sicuro effetto preventivo del futuro sviluppo di diabete tipo 2 nella popolazione sana, soprattutto se sovrappeso. Ciò riveste notevole importanza alla luce della crescente prevalenza di obesità infantile
4 TRE motivi per prescrivere da Subito! l esercizio fisico al paziente con diabete tipo 2 : riduce l insulino resistenza preserva la funzione della β-cellula riduce i fattori di rischio CV
5 La bilancia dei valori Svantaggi Vantaggi Affaticamento Riduz.del colesterolo Tot. e LDL Sudorazione Controllo dell ipertensione lieve Dolori muscolari Miglioramento tono muscolare Impegno di tempo Riduzione del tessuto adiposo Percezione dei propri Miglioramento della performance limiti di allenamento Riduzione ponderale Aumento del col. HDL Riduzione del fibrinogeno Aumento dell autostima Aumento del benessere fisico Aumento della sensib. insulinica
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8 Perché non è così semplice? Il vero miracolo non è né di volare nell aria né di camminare sull acqua, ma di camminare sulla terra proverbio cinese
9 Io per la mia salute farei qualunque cosa tranne dieta e moto. (O. Wilde dal "Ritratto di Dorian Gray")
10 Elementi di influenza sull autogestione Società e media Famiglia e amici Team sanitario Punto di vista del paziente Compiti dell autogestione 1 Autogestione alimentare 2. Attività fisica 3. Smettere di fumare 4. Seguire la cura e/o rettificarla 5. Controllare la glicemia 6. Cura dei piedi 7. Attività salutari Conseguenze dell autogestione Risultati fisiologici controllo glicemico lipidi e altri fattori di rischio Risultati sulla salute Complicanze Ricorso alle cure sanitarie Qualità di vita GLASGOW R.E., EAKIN E.G. (PSICOLOGY IN DIABETES CARE, Snoek F.J., Skinner T.C. New York Willey,2000)
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13 Elementi di influenza sull autogestione Società e media Famiglia e amici Team sanitario Punto di vista del paziente GLASGOW R.E., EAKIN E.G. (PSICOLOGY IN DIABETES CARE, Snoek F.J., Skinner T.C. New York Willey,2000)
14 E sufficiente la prescrizione del medico? Il cambiamento non si può prescrivere
15 SMETTA DI MANGIARE TROPPO, SMETTA DI BERE,SMETTA DI STARE FUORI FINO A TARDI, SMETTA DI MANGIARE COSE DOLCI, SMETTA DI USARE L AUTO, SMETTA DI GUARDARE LA TELEVISIONE, SMETTA DI STARE IN POLTRONA. COSA TI HA DETTO IL DOTTORE? NON LO SO HO SMESSO DI ASCOLTARE
16 Motivazione Definizione generale La motivazione è il movente del comportamento, ha a che fare con il perché del comportamento. La motivazione deriva dal latino movere cioè mettere in movimento. Si riferisce alla forza motrice, alla spinta che porta l individuo a comportarsi in un certo modo.
17 Motivazione Definizione in ambito clinico La motivazione è l insieme dei fattori intrapsichici e relazionali che concorrono ad attivare e mantenere i comportamenti volti al curarsi, al prendersi cura di sè E un processo dinamico e variabile nella stessa persona in situazioni diverse
18 Come inserire la nostra proposta terapeutica? Facendo del paziente un partner Solo una corretta motivazione consente al paziente di diventare un partner di cura Cambiamento del comportamento Aderenza alla terapia
19 Il cambiamento È un atto deliberato, intenzionale che non può essere imposto da qualcuno ma che si basa sull accettazione e sull offerta di alternative e possibilità Non è indolore: ogni cambiamento è rinunzia a qualcosa. Si cambia quando i benefici superano i costi, quando vi è un preciso interesse dell individuo
20 Modello medico Allora... motivare... Modello pedagogico Provo a spiegare Favorisco la messa in movimento Metafora dell ingranaggio Silvia Ciaccio Brescia 2008
21 La motivazione è la risultante di forze intrinseche ed estrinseche che determinano i comportamenti Motivazione intrinseca fase di accettazione della malattia rappresentazione dei modelli di salute e di malattia locus of control Motivazione estrinseca la relazione medico paziente Integrazione delle richieste del medico nel progetto di vita del paziente
22 Il medico del cronico Deve essere consapevole della necessità di svolgere, accanto all abituale ruolo tecnico (diagnosi e terapia), anche un ruolo pedagogico (insegnare al paziente a gestire la terapia), di accompagnatore (relazione di sostegno a lungo termine) e di counsellor.
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24 Relazione medico paziente basata sull alleanza terapeutica Perché si costruisca un alleanza terapeutica è fondamentale che il paziente sia motivato ad un rapporto aperto con il medico, che ci sia un coinvolgimento cognitivo, emotivo e pratico tra i due partecipanti, che ci sia consenso sulla strategia di lavoro, di mutua collaborazione mediante un accordo tra il paziente e il medico circa gli obiettivi dell intervento, i compiti e le strategie da seguire.
25 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PEDAGOGICI Classificazione di Bloom : Campo cognitivo = conoscenze (sapere) Campo psico-motorio = abilità tecniche Campo psico-affettivo = attitudini (saper fare) (saper essere)
26 dormire 0.9 METs cucinare 2.0 METs Costo energetico 1 MET = 3.5 ml kg-1 min-1 V0 2 correre velocemente in piano 12.0 METs camminare lentamente in piano 3.0 METs
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28 È opportuno intensificare l automonitoraggio glicemico prima, eventualmente durante (esercizio di durata >1 h) e dopo l esercizio fisico. Devono essere fornite indicazioni relative alla necessità di integrazione con carboidrati e alla gestione della terapia ipoglicemizzante. La presenza di chetosi sconsiglia l attività fisica. Devono inoltre essere fornite indicazioni relative al rischio di ipoglicemia in corso di attività fisica.
29 Nel diabete di tipo 1 La glicemia diminuisce se: C è iperinsulinemia durante l esercizio L esercizio è prolungato o intenso Sono trascorse più di tre ore dal pasto precedente Non vengono assunti spuntini prima o durante
30 Nel diabete di tipo 1 La glicemia resta invariata se: L esercizio è di breve durata L insulinemia è normale Prima e durante vengono assunti spuntini appropriati 30
31 Nel diabete di tipo 1 La glicemia aumenta se: C è ipoinsulinemia durante l esercizio L esercizio è eccessivo Prima o durante l esercizio viene assunta una quantità eccessiva di CHO
32 Nel diabete di tipo 1: sapere e fare Monitorare la glicemia prima durante e dopo l esercizio fisico Durante l esercizio: iniziare l attività fisica due-tre ore dopo il pasto assumere uno spuntino integrativo prima di iniziare e poi dopo ogni ora di esercizio utilizzare sedi non coinvolte nell esercizio per l iniezione di insulina ridurre se necessario i dosaggi dell insulina precedente l esercizio del 10-50% a seconda dell intensità e della durata dell esercizio Monitorare la glicemia dopo un esercizio prolungato per il rischio di ipoglicemia tardiva Avere sempre con sé zucchero e/o bevande dolci 32
33 TAKE HOME MESSAGE GLICEMIA prima dell'esercizio < /200 > 250 spuntino OK ketonuria Glicemia dopo 20 min Assente OK Presente NO attività
34 Diabete tipo I e attivita fisica: il ruolo del Medico Conoscenza della malattia (indicazionicontroindicazioni - scelta e gestione della terapia) Conoscenza degli strumenti (insulina-csii) Conoscenza del Paziente (stato di salute-stato di compenso-presenza di complicanze-aspettative-back ground dell atleta (livelli di agonismo o non agonismo pre-esistenti-attivita praticata pre-diagnosi) Conoscenza dell argomento (caratteristiche peculiari dell attivita fisica richiesta dal tipo di sportvalutazione dei rischi connessi alla disciplina prescelta) Capacita motivazionale
35 Nel diabete di tipo 2: sapere E improbabile l ipoglicemia in corso di attività L attività fisica per perdere peso andrebbe associata a misure dietetiche L attività fisica dovrebbe rappresentare una parte ben definita del programma di cura
36 Nel diabete di tipo 2: criticità Tolleranza alla frustrazione Per un paziente sedentario, i benefici sono dilazionati a lungo termine mentre i disagi o la paura del cambiamento si registrano subito
37 Capacità di persistere Il paziente con scarsa capacità di persistere passa da un facile entusiasmo all abbandono delle attività
38 Area del controllo personale AUTOSTIMA Il paziente è fortemente motivato ad intraprendere attività se si percepisce adeguato ed è certo di ottenere risultati
39 Autodisciplina Organizzare il proprio stile di vita in funzione dell inserimento dell esercizio fisico nel programma terapeutico
40 Goal setting efficace Obiettivi facili da raggiungere a breve termine ed enfatizzazione di ogni eventuale progresso
41 Esplorazione del sistema motivazionale del paziente VALUTARE: 1. Aspettative del paziente 2. Importanza attribuita dal paziente all attività fisica 3. Sostegno sociale
42 Esplorazione del sistema motivazionale del paziente INFORMARE PER COINVOLGERE Informazioni sui benefici generali e specifici Informazioni precise sui tempi dell impegno Informazioni sui rischi della mancanza di esercizio Ristrutturazione dei pregiudizi Comunicare in modo semplice,attirare l attenzione, fornire messaggi facili da ricordare, attuare strategie per piccoli passi
43 Esplorazione del sistema motivazionale del paziente OBIETTIVI Fissare degli obiettivi raggiungibili, lasciando al paziente lo spazio per essere coinvolto nella scelta degli obiettivi stessi CONTRATTO TERAPEUTICO
44 Diario dell attività fisica: uno strumento utile per la motivazione Stimolo continuo a svolgere il programma concordato Attraverso la revisione del diario ci si rende conto: 1. Se le caratteristiche dell esercizio sono corrette 2. Se vi è un aumento graduale dell intensità,della durata,della frequenza.. 3. Quali sono gli ostacoli che si frappongono all attività fisica
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47 Consapevolezza di sé Centratura Ascolto Empatia Competenza professionale Gestione delle emozioni OPERATORI SANITARI Rispetto per le diversità culturali Umorismo Creativita Comunicazione Onestà e rispetto per gli altri Autostima Flessibilità Atteggiamento non giudicante Anna Ercoli
48 L approccio centrato sulla persona porta a Una maggiore comprensione delle problematiche del paziente da parte dell operatore Un miglior legame del paziente con l operatore sanitario Una maggiore attivazione della persona che evolve autonomamente nell identificazione di barriere, risorse, soluzioni Favorisce la messa in movimento
49 Grazie dell attenzione Un ringraziamento speciale a Mariano Agrusta
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