La promozione dell equità e della salute nel Distretto di Bologna Primo contributo

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1 Distretto di committenza e garanzia della Città di Bologna La promozione dell equità e della salute nel Distretto di Bologna Primo contributo L interruzione volontaria di gravidanza nel Distretto di Bologna: aspetti generali e caratteristiche socio-demografiche. Gennaio 213

2 Indice Premessa pag. 3 Introduzione ^ 3 Andamento generale del fenomeno ^ 4 Tassi di abortività ^ 5 Rapporti di abortività ^ 6 Caratteristiche socio-demografiche delle donne ^ 7 Età delle donne ^ 7 Titolo di studio ^ 8 Condizione lavorativa e posizione professionale ^ 9 Stato civile ^ 1 Ivg delle donne con precedenti nati vivi e Ivg ripetute ^ 11 Età gestazionale ^ 12 Certificazioni, tipologie d intervento e terapia antalgica ^ 12 L Ivg nelle donne straniere ^ 14 Note conclusive ^ 18 2

3 Premessa La promozione dell equità e dell universalità nell accesso ai servizi sanitari e negli esiti di salute riveste un importanza fondamentale nell azione del Distretto di committenza e garanzia. È evidente che tale obiettivo richiede in primo luogo l analisi di quelle differenze socio-demografiche che ne possono ostacolare il raggiungimento. Per rispondere al proprio mandato istituzionale, il Distretto ha pertanto avviato una serie di approfondimenti su alcuni percorsi assistenziali, al fine di rilevare la presenza di aspetti di disuguaglianza tra diversi gruppi di popolazione residenti nel comune di Bologna. Il presente studio, dunque, oltre che un contributo scientifico per la comprensione del fenomeno dell interruzione volontaria di gravidanza nella realtà sociale di Bologna, vuole rappresentare una base per avviare un confronto con i Dipartimenti gestori dei servizi sanitari e con i servizi sociali del Comune, al fine di definire le linee generali e le modalità di implementazione compatibilmente con il generale contesto di limitatezza delle risorse economiche di programmi ed interventi specifici di contrasto di quegli aspetti di natura sociale e culturale che possono influenzare la decisione di interrompere la gravidanza. Introduzione A partire dall entrata in vigore della normativa fondamentale che disciplina pressoché ogni aspetto attinente l aborto volontario, ovvero la legge n. 194 del 1978, il numero delle Ivg è costantemente diminuito su tutto il territorio nazionale. E tuttavia, a fronte del calo generale verificatosi in particolar modo nel corso degli ultimi anni, gli studi epidemiologici mostrano una maggiore propensione ad interrompere la gravidanza da parte delle donne straniere che, come è facile intuire, presentano caratteristiche sociodemografiche differenti dalle donne italiane. Anche la recente relazione del Ministro della salute segnala che la diminuzione del ricorso agli aborti volontari è stata maggiore «tra le donne più istruite, tra le occupate e tra le coniugate», più sensibili evidentemente ai programmi di contraccezione e alle attività di promozione della procreazione responsabile. Al rilievo che assume la cittadinanza delle donne si intreccia quindi il peso di quelle variabili che, come la letteratura ha ormai da tempo messo in evidenza, incidono in maniera considerevole sulle condizioni di salute e sul ricorso alle prestazioni socio-sanitarie. Ne è una conferma il fatto che anche tra le donne italiane la riduzione della domanda di Ivg è stata minore tra coloro che si trovavano in «condizioni di maggiore svantaggio sociale». In definitiva, nonostante i notevoli passi avanti, gli spazi per ulteriori miglioramenti nell ambito della prevenzione degli interventi abortivi restano ancora molto ampi. Le analisi illustrate nella presente relazione riguardano esclusivamente gli interventi abortivi volontari eseguiti nella regione Emilia-Romagna indipendentemente dal luogo o dalle strutture in cui sono stati attuati da donne di età compresa tra 15 e 49 anni residenti a Bologna. Non sono state perciò prese in considerazione, a causa dell indisponibilità dei dati, le Ivg che le cittadine residenti hanno effettuato in altre regioni del Paese. 3

4 Le elaborazioni, realizzate sulla base dei dati del flusso regionale sulle interruzioni volontarie di gravidanza 1, si riferiscono al 211. E tuttavia, per offrire un immagine della tendenza che il fenomeno ha assunto negli ultimi anni nella realtà sociale di Bologna, l analisi ha preso in considerazione anche il quinquennio I dati demografici e di natalità necessari per determinare i tassi e i rapporti di abortività complessivi, così come quelli relativi alla cittadinanza delle donne, sono stati estrapolati dalla banca-dati del Comune di Bologna. Per confrontare l andamento del fenomeno abortivo nel contesto bolognese con quello dell ambito regionale ci siamo avvalsi della Relazione sull interruzione volontaria di gravidanza in Emilia-Romagna nel 211 (a cura dell Assessorato politiche per la salute della Regione). La Relazione del Ministro della salute sull attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78) contenente i dati definitivi per il 21 e quelli preliminari per il 211 ha rappresentato invece la fonte principale per i confronti con il livello nazionale. Andamento generale del fenomeno Il numero delle Ivg effettuate dalle donne residenti a Bologna, di età compresa tra 15 e 49 anni, sono state 947 2, di cui 435 da donne italiane (45,9%) e 512 da cittadine straniere (54,1%). Prendendo in esame il periodo , si evidenzia chiaramente un trend crescente della quota percentuale degli aborti volontari da parte delle donne straniere, a fronte di un calo di quella delle Ivg delle cittadine italiane Distribuzione % Ivg in base alla cittadinanza delle donne 65 62, ,5 55,9 51,6 54, ,4 45,9 4 44,5 44, , L andamento che il fenomeno ha assunto nel quinquennio è ovviamente da considerare in relazione con le dinamiche demografiche della popolazione e con i flussi migratori, che negli ultimi anni hanno fatto registrare come si evince con assoluta immediatezza 1 Il sistema di monitoraggio regionale del fenomeno dell Ivg viene aggiornato grazie alle informazioni contenute nella scheda D12 dell Istat, compilata per ciascun aborto volontario da parte della struttura sanitaria che effettua l intervento e che provvede tempestivamente ad inviarla alle direzioni delle Ausl che, a loro volta, si occupano dell inoltro ai competenti uffici regionali. 2 Per ragioni metodologiche, relative al calcolo dei tassi e dei rapporti di abortività, sono state escluse 3 Ivg effettuate da ragazze con meno di 14 anni, di cui due italiane e una straniera. 4

5 dalla tabella e dal grafico seguenti un aumento costante del numero delle donne straniere, a fronte di una diminuzione delle italiane: nel 27 la quota percentuale delle straniere residenti di età compresa tra 15 e 49 anni era circa il 15% (12.65) del totale delle donne di questa fascia d età, a fronte dell 85% (68.466) delle italiane; a distanza di cinque anni il quadro si presenta decisamente mutato con il 21,4% (18.12) di donne con cittadinanza straniera e il 78,4% (65.655) delle italiane Popolazione femminile (15-49 anni) residente a Bologna Totale v. a. % v. a. % v. a Percentuale popolazione femminile straniera (15-49 anni) residente a Bologna ,3 18,8 2,5 21, Tassi di abortività (Ivg donne residenti per 1. donne residenti nella classe d età anni) Le differenze in termini percentuali ed il relativo andamento nell ultimo quinquennio, assumono una rilevanza ancora maggiore se se si procede al calcolo e all analisi dei tassi e dei rapporti di abortività, senza dubbio gli indicatori più accurati per la valutazione del fenomeno abortivo. Nel 211 il tasso di abortività complessivo nel distretto di Bologna è risultato pari all 11,3, un valore più alto sia rispetto al 9,1 regionale che all 8,3 del livello nazionale (il dato nazionale si riferisce al 21). Considerando la cittadinanza delle donne, emerge un notevole divario oltre quattro volte tra il 6,6 delle donne italiane e il 28,3 delle cittadine straniere. Dal confronto con i dati regionali, si evince una quasi totale coincidenza tra il tasso delle italiane residenti nel comune di Bologna (6,6 ) e quello calcolato su base regionale (6,1 ), mentre il dato delle donne straniere (28,3 ) è risultato superiore rispetto al 22,7 della regione Emilia-Romagna. 5

6 L analisi dell andamento quinquennale come mostra il grafico conferma pienamente la rilevante difformità tra le cittadine italiane e quelle straniere: al tendenziale decremento del tasso di abortività per le italiane, dall 8,2 del 27 al 6,6 del 211, fa riscontro una sostanziale stabilità del dato delle donne straniere. Quest ultimo aspetto si discosta, peraltro, dal trend regionale che anche per le donne con cittadinanza estera ha fatto registrare un calo, passando dal 28 del 27 al 22,7 del Tassi di abortività ,8 27,7 28,1 28, ,2 11,2 11,8 11,9 11,3 8,2 7,5 8,1 7,7 6, Totale Rapporti di abortività (Ivg di residenti per 1. nati vivi residenti) Il rapporto di abortività nel 211 è stato pari a 31,5. Anche in questo caso si tratta di un valore decisamente più elevato del dato regionale, pari al 219,9, così come di quello nazionale, pari al 28,3 (relativo al 21). Disaggregando i dati in base alla cittadinanza delle donne emerge come a fronte del 21,3 delle cittadine italiane faccia riscontro un valore decisamente più elevato, 522,4, per le donne straniere. L andamento del fenomeno mostra come nella seconda fase del quinquennio la forbice si è allargata: a fronte della diminuzione del rapporto di abortività per le italiane si è verificato un aumento del dato relativo alle cittadine straniere. E ciò non pare sia da attribuire al calo complessivo del numero dei nati residenti a Bologna, né tanto meno alle dinamiche della natalità considerata in relazione alla cittadinanza delle donne. Se così fosse la riduzione del numero dei nati vivi da donne italiane nel triennio è passato da a 2.161: pari a -4,1% avrebbe dovuto far registrare un aumento del rapporto di abortività. E viceversa, l aumento della natalità delle donne straniere da 924 a 98 nati vivi, pari a +6,5% avrebbe dovuto comportare un decremento. È possibile dunque concludere che anche il trend di questo importante indicatore trova la sua ragione primaria nel maggiore e minore ricorso all interruzione volontaria di gravidanza, rispettivamente da parte delle donne straniere e italiane. 6

7 Rapporti di abortività ,1 534,9 462,1 513,3 522, , ,9 31, ,4 224,9 24,6 234,1 21, Totale Caratteristiche socio-demografiche delle donne 1. Età delle donne La maggior parte delle interruzioni volontarie di gravidanza eseguite nel 211 si è concentrata nelle classi d età centrali e in particolare in quella tra i 3 e i 34 anni (26%), seguita dalla fascia (22,4%) e da quella (19,5%). Tranne il valore della classe d età anni, che si presenta maggiore per le straniere, le curve di distribuzione delle frequenze in base alla cittadinanza delle donne risultano quasi del tutto coincidenti Distribuzione % Ivg per classi d età < L analisi dei tassi di abortività fa emergere aspetti decisamente differenti. I tassi specifici di abortività per classi di età confermano ulteriormente la disparità che si manifesta in relazione alla cittadinanza delle donne. Come si evince dalla tabella, per alcune fasce d età le cittadine straniere hanno fatto registrare valori superiori di oltre quattro volte quelli delle donne italiane. Spicca in particolare il divario della classe tra 25 e 29 anni, pari a quasi cinque volte. 7

8 211 Tassi di abortività specifici per classi d età Classe d età Totale ,5 17, 1 8, ,4 48,9 2, ,5 45,4 2, ,6 36,4 18, ,2 3 12, ,6 11,6 5, ,6 1,2,7 Anche aggregando in un unica classe, 2-34 anni, le fasce d età che presentano i valori più elevati e procedendo al calcolo dei tassi di abortività specifici, emerge una considerevole differenza tra il 1,9 delle donne italiane e il 42,1 delle donne con cittadinanza estera. È interessante notare come per questa classe di età l andamento del tasso di abortività nel periodo si è caratterizzato per un duplice aspetto: mentre nella prima parte del quinquennio il divario si è ridotto, nella seconda fase è tornato ad aumentare in maniera consistente, giungendo nel 211 a presentare un tasso di abortività delle straniere superiore di circa quattro volte quello delle donne con cittadinanza italiana Tassi di abortività (classe d età 2-34 anni) 5 41,9 42, ,1 28,5 34,2 2 18, , ,5 1 13,1 12,6 14,5 13,5 1, Totale 2. Titolo di studio Nel 211, tra le donne residenti che hanno volontariamente abortito il 41,7% aveva un livello di studio basso (nessun titolo, licenza elementare, licenza di scuola media inferiore), mentre il 58,3% un titolo di studio alto (diploma e maturità di scuola media superiore, laurea o altro titolo universitario). Disaggregando i dati in base alla cittadinanza, si rileva che tra le cittadine straniere che hanno fatto ricorso all Ivg ben il 54,7% aveva un livello di studio basso a fronte del 45,3% con un livello di studio alto. 8

9 Sostanzialmente diversa è la distribuzione tra le donne residenti con cittadinanza italiana: 26,4% con un titolo di studio basso e 73,6% con titolo di studio superiore. 211 Distribuzione % Ivg in base al livello d istruzione 26,4 45,3 73,6 54,7 Livello istruzione alto Livello istruzione basso 3. Condizione lavorativa e posizione professionale Il 56,2% delle donne che nel corso del 211 hanno deciso di interrompere la gravidanza aveva un occupazione lavorativa, poco più del 2% risultavano disoccupate, circa l 1% era in cerca di prima occupazione, quasi l 11% le casalinghe e l 11,7% le studentesse. Il quadro delle distribuzioni delle frequenze assume caratteristiche leggermente diverse a seconda della cittadinanza delle donne: a fronte del 6,9% delle italiane occupate si registra il 52,1% delle occupate straniere, mentre al 15,9% delle disoccupate italiane fa riscontro il 23,8% delle straniere. 211 Distribuzione % Ivg in base alla condizione lavorativa 5,7 17,2 6, ,1 Occupate Disoccupate Casalinghe 15,9 23,8 Studentesse Considerando la posizione professionale delle donne con occupazione lavorativa, è emerso che il 42,1% erano operaie, 26,7% impiegate e 13,3% le altre lavoratrici dipendenti (apprendista, lavoratrice a domicilio ). Meno rilevante la quota delle lavoratrici autonome, il 7%, quella delle imprenditrici o libere professioniste, pari all 8,1%, e ancor più quella delle dipendenti con funzioni dirigenziali o direttive che è risultata pari al 2,3%. Come mette in evidenza la tabella seguente, anche in questo caso l aspetto della distribuzione complessiva delle frequenze si modifica in relazione alla cittadinanza delle donne: mentre tra le italiane coloro che hanno fatto ricorso all Ivg aveva una posizione lavorativa di impiegata (41,9%), tra le straniere la quota maggiore è rappresentata dalle operaie (59,6%). 9

10 211 - Distribuzione % Ivg in base alla posizione professionale ,6 5 41, ,3 1,9 1) Imprenditrice o libera professionista 6 7,9 2) Altra lavoratrice autonoma 4,2,4 3) Lav. Dipendente: dirigente o direttivo 11,6 4) Lav dipendente: impiegata 24,5 18 8,7,4,7 5) Operaia 6) Altra lav Non classificata dipendente (apprendista, lav a domicilio Unendo le prime tre posizioni professionali (1, 2 e 3) in un unica classe occupazionale, che si può definire medio-alta, e le tre posizioni successive (4, 5 e 6) in una classe occupazionale medio-bassa, emerge che la quota di donne con una condizione lavorativa medio-bassa, l 82%, risulta decisamente più elevata rispetto al 18% di quelle con una condizione lavorativa medio-alta. Sebbene non si tratti di tassi di abortività, questi valori assumono, a nostro avviso, una certa importanza nella valutazione complessiva del fenomeno abortivo nella realtà sociale bolognese. Ciò anche in ragione del fatto che la dimensione lavorativa sembra quasi ridimensionare il divario che si presenta in relazione alla cittadinanza: la quota delle straniere con occupazione medio-bassa, pari all 89,1%, è certo maggiore rispetto al 75,1% delle italiane, ma anche tra queste ultime quelle con una condizione lavorativa meno-bassa è comunque decisamente rilevante. 211 Distribuzione % Ivg in base alla posizione professionale,4 24,5,8 1,1 Medio-alto Medio-basso 75,1 89,1 Non classificate 4. Stato civile In merito allo stato civile si è constatato che il 57,8% delle donne era coniugata, il 36,9% nubile, il 5,3% separata o divorziata e solo lo,1% vedova. Relativamente alla cittadinanza, tra le italiane quelle sposate sono risultate il 7,6%, tra le straniere il 46,9%; le nubili il 25,3% tra le donne italiane e il 46,7% tra le straniere. 1

11 211 Distribuzione % Ivg in base allo stato civile 25,3 3,9,2 6,4 46,9 Coniugate Nubili 7,6 46,7 Divorziate o separate Vedove Tali differenze non sembrano attribuibili alla situazione demografica. Infatti, sostanzialmente analoghe sono le quote percentuali delle donne nubili tra la popolazione straniera (57,4%) e tra le italiane (58,9%) residenti a Bologna, così come quelle relative alle coniugate, rispettivamente del 4,7% tra le residenti straniere e del 37,5% tra le italiane. Procedendo con l analisi dei tassi di abortività specifici 3 si evince come al 2,8 delle nubili italiane faccia riscontro un valore decisamente superiore, pari al 23 ben oltre otto volte superiore tra le donne straniere con lo stesso stato civile, mentre per quanto riguarda le donne coniugate al 12,5 delle donne italiane corrisponde il 32,5 delle straniere. E dunque, mentre tra le cittadine straniere sono le sposate, forse per ragioni di natura culturale e religiosa, che decidono con minore frequenza di interrompere la gravidanza, tra le donne italiane sono le nubili a fare meno ricorso all aborto volontario, manifestando una maggiore sensibilità ed un più alto livello di adesione attiva ai programmi di contraccezione. Ivg delle donne con precedenti nati vivi e Ivg ripetute Ammonta al 54,6% la quota delle donne residenti che nel 211 si sono volontariamente sottoposte ad un intervento abortivo e che nel corso della loro vita avevano avuto almeno un figlio (nato vivo) da una precedente gravidanza. Per le italiane il dato si è attestato al 39,3%, rispetto al più consistente 67,6% delle donne straniere. L analisi del periodo ha mostrato una sostanziale stabilità di tali quote percentuali. Occorre tuttavia segnalare che si tratta di valori inferiori (soprattutto tra le donne italiane) rispetto a quelli del più ampio contesto regionale, dove la quota delle Ivg eseguite da donne italiane con almeno un figlio da precedenza gravidanza si è attestato al 55,6% e quella delle cittadine di nazionalità non italiana al 72,1%. Relativamente al fenomeno dell abortività volontaria ripetuta, nel 211 la percentuale di Ivg effettuate da donne residenti (italiane e straniere) con almeno un esperienza precedente di aborto volontario è risultata pari al 37,5%. Anche in merito a questo aspetto così rilevante nelle valutazioni complessive sul fenomeno dell abortività volontaria, è del tutto evidente il divario tra le italiane (28,3%) e le straniere (45,3%). 3 Ivg effettuate da donne residenti nubili per 1. donne residenti nubili nella classe d età anni. 11

12 Per quanto concerne il trend del fenomeno nel quinquennio preso in esame, il grafico seguente mostra come a fronte di un leggero incremento del dato generale e di quello relativo alle cittadine italiane, si è registrata una sostanziale stabilità della quota percentuale delle Ivg ripetute tra le donne straniere Percentuale Ivg ripetute ,9 45,6 45,3 42,2 4, ,2 33,7 37,5 26,8 26,9 27,1 29,5 28, Totale Età gestazionale Il 96,7% delle Ivg sono state eseguite entro 9 giorni: il 43,9% di interventi entro le prime 8 settimane di gestazione, il 37,2% tra la 9 a e la 1 a settimana e il 15,6% tra 11 e 12 settimane di gestazione. Solo il 3,3% degli interventi sono stati effettuati oltre le 12 settimane ovvero per ragioni legate o agli eventuali rischi che il proseguimento della gravidanza avrebbe potuto comportare per la vita della donna o alla presenza di condizioni patologiche e di malformazioni del nascituro. Non sono emerse differenze significative in relazione alla cittadinanza delle donne: tra le straniere il 99,4% sono stati gli aborti volontari eseguiti entro i primi 9 giorni, a fronte del 93,6% delle donne italiane. Certificazioni, tipologie d intervento e terapia antalgica Il 64,5% delle certificazioni di autorizzazione all Ivg sono state rilasciate dai consultori familiari pubblici, il 24% quelle rilasciate dai Medici di fiducia e il 1,9% da altri Servizi ostetrico-ginecologici di Istituti di cura. Il quadro è leggermente diverso se si considera la cittadinanza delle donne: al 73,4% delle certificazioni concesse dai consultori familiari alle donne con cittadinanza straniera corrisponde come si evince dal grafico il 54% per le donne italiane. 211 Distribuzione % certificazioni di Ivg 29,5 15,8, ,1 6,6,8 73,4 Cons. fam. pubblico Medico di fiducia Serv. Ost-Gin. Istituto di cura Altra struttura 12

13 Per quanto concerne le tipologie d intervento si segnala che anche nel Distretto di Bologna il metodo per l interruzione volontaria di gravidanza maggiormente utilizzato è stato l isterosuzione: nel 211, ben l 82% delle Ivg sono state eseguite con queste tipologie abortive (il dato regionale è lievemente inferiore, 76,6%), di cui il 75,9% con il metodo Karman e il 6,1% con altre tecniche di isterosuzione. Relativamente alla cittadinanza delle donne, è emerso che a fronte dell 86,9% tra le straniere corrisponde il 76,4% tra le donne italiane. Tale differenza trova la sua spiegazione nella maggiore richiesta da parte di queste ultime del metodo farmacologico per l interruzione volontaria di gravidanza: il 17,5% rispetto al 9,4% tra le residenti straniere. 211 Distribuzione % delle tipologie di Ivg 17,5 2,1 4,1 9,4,6 3,1 Raschiamento Isterosuzione (Karman e altre) 76,6 86,9 Metodo farmacologico Altro È interessante, inoltre, far notare come la percentuale delle donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza facendo ricorso alla pillola abortiva, è aumentata in maniera consistente tra il 29 e il 211, sia tra le donne straniere che tra le cittadine italiane, segnalando peraltro un trend che sembra procedere in direzione del restringimento della forbice Percentuale Ivg effettuate con il metodo farmacologico ,4 17, ,4 5,2 5,6 3,2 2,9 1,6 1,5, Relativamente alle caratteristiche socio-demografiche delle donne che hanno richiesto l Ivg farmacologica, occorre segnalare che il 63,7% era in possesso di un titolo di studio 13

14 medio-alto. Tra le italiane il dato è risultato ancora più rilevante, 81,6%, a fronte di un valore decisamente inferiore tra le straniere, 35,4%. Circa la terapia antalgica, si segnala che l 87% delle Ivg sono state eseguite in anestesia generale. La quota aumenta leggermente tra le straniere (9,2%) e diminuisce a tra le italiane (83,2%). Tale differenza, presumibilmente dovuta alla maggiore richiesta di Ivg con metodo farmacologico da parte delle italiane, non inficia tuttavia la sostanziale uniformità nell erogazione delle tipologie delle prestazioni sanitarie. Infatti, considerando solo le Ivg realizzate con il raschiamento e con i metodi di isterosuzione (che rappresentano le modalità d intervento abortivo che con maggiore frequenza richiedono l anestesia generale) si rileva che il 1% degli aborti volontari con utilizzo dell anestesia generale tra le italiane è sostanzialmente equivalente al 98,9% tra le donne straniere. L Ivg nelle donne straniere Abbiamo finora messo in evidenza il consistente divario nel ricorso all interruzione volontaria di gravidanza, nonché le differenze socio-demografiche, tra le residenti straniere e quelle italiane. Occorre ora approfondire l analisi del fenomeno abortivo tra le donne con cittadinanza estera. Pur considerando la limitatezza dei dati, ci sembra interessante far notare che di tutte le Ivg eseguite nel 211 da donne straniere residenti nel comune di Bologna più del 7% come mostra il grafico sono state effettuate da donne provenienti da 1 Paesi esteri Distribuzione % Ivg in base al Paese di provenienza 16 15, ,1 9,4 6,6 6,2 5,8 5,5 4,1 3,1 2,9 Il quadro si modifica in maniera sostanziale se invece dei valori percentuali si procede con l analisi dei rispettivi tassi di abortività. In questo caso, la scala oscilla tra l 81,1 delle donne nigeriane e il 15,5 delle ucraine, cala inoltre sensibilmente la posizione delle rumene e delle moldave, che invece presentavano valori in termini percentuali rispettivamente al primo e al secondo posto tra i dieci Paesi stranieri presi in considerazione. 14

15 211 Tassi di abortività in al Paese di provenienza ,1 6 45,7 53, ,7 28,5 29,2 34,7 17,5 15,5 18,9 28,3 Anche ampliando lo sguardo all ultimo quinquennio, emerge che la quota totale delle Ivg eseguite da donne provenienti da questi dieci Paesi (1.522) rimane comunque superiore al 7% dei complessivi aborti volontari effettuati da cittadine straniere residenti. Sono state le rumene e le moldave che hanno fatto registrare i valori percentuali più elevati, rispettivamente il 17,4% e l 8,4% Distribuzione % delle Ivg in base al Paese di provenienza ,4 8,4 7,9 6,5 7,3 6,4 5,2 3,9 4,3 3,2 Radicalmente diverso, e ovviamente più attendibile, è il quadro che emerge dall analisi e dal confronto con i rispettivi tassi medi di abortività. Analogamente alla situazione relativa solo al 211, anche in questo caso sono le donne di etnia nigeriana quelle che hanno fatto registrare il tasso di abortività più elevato (88,5 ), seguite dalle residenti di origine peruviana (52,5 ) e dalle cinesi (4,5 ), mentre per le filippine il dato si è attestato al 17,9. 15

16 Tassi medi di abortività in base al Paese di provenienza 1 88, , ,7 37,1 3,2 4,5 17,9 14,4 24, ,2 Abbiamo già evidenziato come il fenomeno dell abortività ripetuta assuma una maggiore rilevanza tra le cittadine di origine straniera rispetto alle italiane: nel 211, la quota delle Ivg effettuate da donne residenti che avevano già avuto una o più esperienze di aborto volontario, è stata il 28,1% tra le italiane e il 45,2% tra le cittadine straniere. Tale divario trova una sostanziale conferma anche procedendo all analisi del quinquennio : al 27,6% tra le donne italiane corrisponde il 46,3% per le donne provenienti da altre nazioni del mondo. Disaggregando ulteriormente i dati e continuando a focalizzare l attenzione sulle cittadine provenienti dai dieci Paesi che nel 211 hanno fatto registrare i valori assoluti e percentuali più elevati di Ivg, emerge una distribuzione che varia dalla quota più bassa delle donne albanesi (2,8%) a quella più alta delle rumene (22,1%). In questo caso, la quota degli interventi abortivi eseguiti da donne con le dieci nazionalità esaminate, sul totale delle Ivg effettuate da straniere con almeno una precedente esperienza abortiva, si è attestata al 74,1%, un dato leggermente superiore rispetto al 7% delle Ivg complessive : Distribuzione % delle Ivg ripetute in base al Paese di provenienza 3 25,9 22, ,1 7,9 4,8 7,6 4,7 5,2 4,4 2,8 4,6 16

17 Procedendo al calcolo dei tassi medi di abortività ripetuta nel periodo (Ivg ripetute di donne residenti per 1. donne residenti nella classe di età 15-49) 4 si evidenza ancora la più alta propensione a ricorre a interventi di interruzione di gravidanza da parte delle donne nigeriane, seguite dalle peruviane, dalle cinesi e dalle rumene Tassi medi di abortività ripetuta in base alla cittadinanza , ,1 18,9 13,8 17,2 9,9 19,7 6,1 24 7,5 7,4 1,7 Note conclusive Nel Distretto di Bologna il ricorso all interruzione volontaria di gravidanza da parte delle donne con cittadinanza straniera è decisamente più frequente rispetto alle italiane. Il quadro generale del fenomeno abortivo nella realtà distrettuale non si discosta quindi in maniera sostanziale da quello regionale emiliano e dal più ampio scenario nazionale, confermando la presenza di forti diseguaglianze nell accesso ai programmi di contraccezione. E tuttavia, per alcuni degli aspetti che l analisi dei dati ha permesso di evidenziare, la domanda di interventi abortivi da parte delle cittadine straniere residenti a Bologna sembra avere una rilevanza maggiore: i valori dei tassi e dei rapporti di abortività del 211 sono risultati infatti leggermente superiori, ma ancora più significativo è l andamento del fenomeno che, contrariamente al trend regionale, tra il 29 e il 211 ha visto un incremento delle interruzioni volontarie di gravidanza da parte delle donne con cittadinanza estera; anche il tasso di abortività per la classe d età tra i 2 e i 34, nella quale si concentra la maggior parte delle Ivg, ha fatto registrare nell ultimo triennio un trend decisamente in aumento tra le straniere; un peso maggiore rispetto al più generale contesto regionale assume inoltre il fenomeno dell abortività ripetuta. E dunque, se gli spazi per programmi ed interventi specifici di prevenzione rimangono ancora tutt oggi decisamente ampi sia per le donne italiane che per le cittadine straniere, è su queste ultime che a nostro avviso occorre concentrare gli sforzi maggiori per contenere ulteriormente un fenomeno che, sebbene i grandi progressi degli 4 Si tratta di un indicatore che è preferibile calcolare per ogni singolo anno, in quanto è possibile che nel corso di un quinquennio ogni donna possa aver fatto ricorso più volte all aborto volontario, mentre molto meno probabile (anche se non è da escludere del tutto) è che tale eventualità si verifichi durante un solo anno. 17

18 ultimi anni, continua a rappresentare una problematica socio-sanitaria rilevante tra le donne immigrate. Ciò anche alla luce delle loro più svantaggiate condizioni economiche, sociali e familiari, nonché dei diversi livelli culturali che evidentemente incidono in maniera negativa sulla partecipazione ai programmi di contraccezione, rendendo a volte l aborto un mezzo di controllo delle nascite, come il fenomeno dell abortività ripetuta ci segnala. Il raggiungimento di tale obiettivo presuppone pertanto: una generale valorizzazione sociale e culturale della maternità e del diritto ad una procreazione cosciente e responsabile; un analisi organizzativa finalizzata, per un verso, alla individuazione e rimozione delle eventuali barriere culturali, burocratiche, sociali che possono ostacolare l accesso e la fruibilità dei servizi deputati alla prevenzione dell aborto e, per un altro verso, al miglioramento dell efficacia della rete dei consultori familiari; lo sviluppo di maggiori sinergie comunicative tra la rete dei consultori familiari, i servizi sociali del Comune e le strutture sanitarie che effettuano le interruzioni volontarie di gravidanza, per definire strategie multidimensionali e interventi specifici, con particolare attenzione nei confronti delle donne immigrate e di quelle condizioni di vita che nel loro complesso sono espressione di diseguaglianze sociali tra gruppi diversi di popolazione; la realizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento per il personale sanitario e per gli operatori sociali volti a sviluppare le competenze necessarie per mettere in campo azioni mirate per i diversi contesti culturali e sociali a cui appartengono le donne immigrate; la valorizzazione dei percorsi di mediazione culturale, quale modalità fondamentale per stabilire relazioni interpersonali efficaci con le donne straniere e con le comunità presenti nel contesto territoriale di riferimento nel rispetto delle differenze culturali; un rafforzamento specifico delle attività di consulenza alle donne in merito agli anticoncezionali, onde ridimensionare le possibilità del ricorso ripetuto all aborto. Come da mandato, questo Distretto promuoverà a breve un confronto con i Dipartimenti e gli operatori coinvolti al fine di condividere le strategie operative per il raggiungimento degli obiettivi. La presente relazione è stata curata da Aldo Trotta Distretto committenza e garanzia Ausl Bologna Ringraziamo il Dr. Franco Chiarini e la D.ssa Cristina Cacco del Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna e la D.ssa Marinella Lenzi del Dipartimento Materno Infantile Area Dipartimentale Ostetricia e ginecologia dell Ausl di Bologna. 18

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