LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

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1 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE 1 La comunicazione non verbale fra natura e cultura La comunicazione è un attività complessa che fa riferimento a una molteplicità diversificata e contemporanea di differenti sistemi di significazione e di segnalazione Entro l ambito della comunicazione non verbale (CNV), è compreso un insieme di fenomeni e di processi comunicativi, quali: le qualità prosodiche e paralinguistiche della voce, la mimica facciale, i gesti, lo sguardo, la prossemica e l aptica, la cronemica, per giungere fino alla postura, all abbigliamento e al trucco 2 1

2 Origine della CNV Secondo la psicologia ingenua è più spontanea e naturale della comunicazione verbale, meno soggetta a forme di controllo volontario rappresenta una sorta di linguaggio del corpo e, in quanto tale, universale, esito dell evoluzione filogenetica e regolato da precisi processi e meccanismi nervosi 3 La concezione innatista Riferimento alla prospettiva di Darwin: le espressioni facciali sono il risultato dell evoluzione della specie umana e, di conseguenza, hanno un carattere di universalità Prospettiva ripresa dalla teoria differenziale delle emozioni (Izard): le emozioni, attraverso l esecuzione di programmi nervosi innati, producono la configurazione di determinate espressioni facciali e di movimenti corporei La prospettiva innatista è una prospettiva biologica che enfatizza la rilevanza determinante del corredo genetico e dei processi legati all ereditarietà per spiegare i diversi sistemi di CNV, in particolare delle espressioni facciali 4 2

3 La teoria neuroculturale Esiste un programma nervoso specifico per ogni emozione, che assicura l invariabilità e l universalità delle espressioni facciali associate a ciascuna emozione (Ekman) Regole di esibizione (display rules): interferenze e modificazioni indotte dai processi cognitivi; sono culturalmente apprese; agiscono attraverso quattro modalità Intensificazione Attenuazione Inibizione Mascheramento In ogni caso prevale la forza del programma nervoso, garantendo una manifestazione e un riconoscimento automatico e universale delle emozioni 5 La prospettiva culturalista ciò che è mostrato dal volto è scritto dalla cultura La CNV è appresa nel corso dell infanzia al pari della lingua Presenta variazioni sistematiche da cultura a cultura, dal sistema dei gesti alle espressioni facciali L enfasi è posta sui processi di differenziazione, che conducono a forme non verbali uniche ed esclusive Limite: relativismo culturale 6 3

4 La prospettiva dell interdipendenza fra natura e cultura Le strutture nervose e i processi neurofisiologici condivisi in modo universale a livello di specie umana sono organizzati in configurazioni differenti secondo le culture di appartenenza Si integrano processi elementari automatici con processi volontari e consapevoli La variabilità della consapevolezza e del grado di controllo procede lungo un continuum neurofisiologico, da manifestazioni involontarie a manifestazioni pienamente consapevoli ed esplicite 7 La flessibilità e plasticità della CNV pongono le condizioni per le possibilità di apprendimento di diverse modalità comunicative non verbali Vengono attivati importanti processi di condivisione convenzionale all interno di ogni comunità di partecipanti; le predisposizioni genetiche sono declinate, di volta in volta, secondo linee e procedure distinte e differenziate che conducono a modelli diversi e, talvolta, assai distanti fra loro sul piano dei sistemi non verbali di interazione 8 4

5 Rapporto fra comunicazione verbale e comunicazione non verbale L atto comunicativo è prodotto dal comunicatore e interpretato dal destinatario sulla base di una molteplicità di sistemi di significazione e di segnalazione Sistemi non verbali di significazione e segnalazione, cui un parlante deve fare riferimento assieme al codice linguistico Ciascuno produce una specifica porzione di significato che partecipa alla configurazione finale del significato medesimo 9 DUE POSIZIONI ANTITETICHE 1.L ipotesi della contrapposizione dicotomica fra linguistico ed extra-linguistico Impostazione inizialmente meccanicistica e additiva: comunicazione = somma di componenti verbali e non verbali, autonome e non connesse fra loro. Due prospettive: contributo essenziale delle componenti non verbali nella comunicazione CNV = funzione di ancella rispetto al linguaggio (il verbale incide poco sul piano del significato) 10 5

6 Differenze tra verbale e non verbale analizzate secondo tre assi: A. Funzione denotativa vs. funzione evocativa Verbale = denotazione Funzione semantica: il linguaggio designa e veicola i contenuti (il che cosa viene detto); informazione semantica Non verbale = connotazione Funzione espressiva: modalità con cui le informazioni e i contenuti sono veicolati (il come viene detto); informazione affettiva Ipotesi attualmente poco sostenibile e giustificabile: significato = convergenza di una molteplicità di componenti (verbali e non verbali) 11 B. Arbitrario vs. motivato Segno linguistico = arbitrario Combinazione di un significante e di un significato; rapporto di semplice contiguità CNV = motivato Gli elementi della CNV trattengono degli aspetti della realtà che intendono evocare; rapporto di similitudine fra l unità non verbale e quanto viene espresso Ipotesi messa in dubbio dallo studio sull iconismo fonosimbolico: i suoni di una lingua, oltre al carattere di arbitrarietà, hanno anche una funzione evocativa (onomatopee, sinestesie) 12 6

7 C. digitale vs. analogico Codice linguistico = digitale I fonemi sono tratti diacritici distintivi e oppositivi CNV = analogico Gli aspetti non verbali presentano variazioni continue e graduate in modo proporzionale a ciò che intendono esprimere Non si tengono in debito conto i processi e le variazioni culturali e convenzionali sottese alla produzione e alla regolazione della CNV; anche i sistemi non verbali presentano aspetti di arbitrarietà e sono influenzati dagli standard culturali 13 2.Autonomia e interdipendenza semantica dei sistemi non verbali Concezione integrata fra gli aspetti verbali e quelli non verbali nella definizione del significato di un atto comunicativo Processo di interdipendenza semantica (sintonia semantica + pragmatica): garantisce l unitarietà e la coerenza del significato Parimenti, ogni sistema è dotato di una relativa autonomia, in quanto concorre in modo specifico e distinto a generare il profilo finale del significato 14 7

8 Calibrazione situazionale: messaggio che idealmente copre le opportunità a sua disposizione, giungendo alla produzione del messaggio giusto al momento giusto Efficacia comunicativa: capacità di individuare un percorso comunicativo che massimizzi le opportunità e che minimizzi i rischi contenuti all interno di un interazione Oscillazione del significato fra stabilità e instabilità; non vi è mai un significato completamente stabile o uno completamente instabile, ma un significato stabile che presenta aree di instabilità 15 Il sistema vocale La voce manifesta e trasmette numerose componenti di significato oltre alle parole Nell atto di pronunciare una parola, assieme agli elementi linguistici sono intrinsecamente associati gli aspetti prosodici dell intonazione e quelli paralinguistici del tono, del ritmo e dell intensità dell eloquio La sintesi degli aspetti vocali verbali e non verbali costituisce l atto fonopoietico [Anolli e Ciceri] Riferimento al canale vocale-uditivo: richiede una quantità minima di energia fisica, consente la trasmissione e ricezione dei segnali a distanza, assicura un feedback completo e ha una rapida evanescenza 16 8

9 Le componenti della comunicazione vocale La voce è una sostanza fonica, composta da una serie di fenomeni e processi vocali 1. I riflessi (lo starnuto, la tosse ecc.), i caratterizzatori vocali (il riso, il pianto ecc.) e le vocalizzazioni (le pause piene ) 2. Le caratteristiche extra-linguistiche (caratteristiche anatomiche permanenti ed esclusive dell individuo): organiche e fonetiche 3. Le caratteristiche paralinguistiche (insieme delle proprietà acustiche transitorie che accompagnano la pronuncia di un enunciato e che possono variare da situazione a situazione) 17 Le caratteristiche paralinguistiche Determinate da diversi parametri i. Il tono: frequenza fondamentale (Fº) della voce; l insieme delle variazioni di tono determina il profilo di intonazione ii. L intensità: volume della voce; è connessa con l accento enfatico iii. Il tempo: determina la successione dell eloquio e delle pause; comprende la durata (tempo necessario per pronunciare un enunciato, comprese le pause), la velocità di eloquio (numero di sillabe al secondo comprese le pause), la velocità di articolazione (numero di sillabe al secondo escluse le pause), la pausa (sospensione del parlato: pause piene = uso di vocalizzazioni tipo mhm, ehm ecc.; pause vuote = periodi di silenzio) 18 9

10 Due componenti: Atto fonopoietico 1. componente vocale verbale (o linguistica): a. la pronuncia di una parola o frase (fonologia) b. il vocabolario (lessico e semantica) 2. componenti vocali non verbali: determinano la qualità della voce di un individuo; impronta vocalica generata dall insieme delle caratteristiche extra-linguistiche e paralinguistiche 19 La voce delle emozioni Importanza delle proprietà vocali per esprimere le emozioni 1.Fase di encoding Analisi e misurazione dei correlati acustici dell espressione vocale delle emozioni (Anolli e Ciceri) Ogni emozione è caratterizzata da un preciso e distintivo profilo vocale 20 10

11 2.Fase di decoding Capacità del destinatario di riconoscere e di inferire lo stato affettivo ed emotivo del parlante prestando attenzione soltanto alle sue caratteristiche vocali Accuratezza media di riconoscimento pari al 60% Sono più facilmente identificabili le espressioni vocali delle emozioni negative, rispetto a quelle delle emozioni positive: le prime sono più strettamente connesse con le condizioni della sopravvivenza degli individui 21 Il silenzio Modo strategico di comunicare. Il suo significato varia con le situazioni, con le relazioni e con la cultura di riferimento Il valore comunicativo del silenzio è da attribuire alla sua ambiguità Legami affettivi (unione/separazione) Funzione di valutazione (approvazione/disapprovazione) Processo di rivelazione (trasparenza/opacità) Funzione di attivazione (concentrazione/dispersione mentale) 22 11

12 Regole del silenzio: insieme complesso di standard sociali che governano il silenzio situazioni sociali in cui la relazione fra i partecipanti è incerta, poco conosciuta, vaga o ambigua situazioni sociali in cui vi è una distribuzione nota e asimmetrica di potere sociale fra i partecipanti Il silenzio presenta importanti variazioni culturali 1. Culture occidentali (individualistiche): silenzio = minaccia, mancanza di cooperazione per la gestione della conversazione 2. Culture orientali (collettivistiche): silenzio = indicatore di fiducia, di confidenza, di armonia e di intesa 23 Il sistema cinesico Comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi I nostri movimenti implicano la produzione e la trasmissione di significati 24 12

13 La mimica facciale Movimenti del volto: sistema semiotico privilegiato; manifestazione di determinati stati mentali del soggetto, esperienze emotive, atteggiamenti interpersonali 1.Ipotesi globale delle espressioni facciali Le configurazioni espressive del volto per manifestare i diversi stati emotivi sono gestalt unitarie e chiuse, universalmente condivise, sostanzialmente fisse, di natura discreta, specifiche per ogni emozione e controllate da definiti e distinti programmi neuromotori innati 25 Teoria neuroculturale Ekman, due livelli di analisi Livello molecolare Livello molare Movimenti minimi e distinti dei numerosi muscoli che consentono l elevata mobilità ed espressività del volto; regola l azione del programma nervoso motorio Configurazione finale risultante; si manifesta nell assumere una determinata espressione facciale come corrispondente a una data esperienza emotiva; regole di esibizione e modificazione dell espressione emotiva 26 13

14 Facial Action Coding System (FACS, Ekman e Friesen): Sistema di osservazione e di classificazione di tutti i movimenti facciali visibili in riferimento alle loro componenti anatomo-fisiologiche corrispondenti Continuum indifferenziato dei movimenti facciali: 44 unità di azione (AU) analisi di oltre 7000 movimenti ed espressioni facciali in tutte le loro combinazioni 27 Ipotesi globale + teoria neuroculturale Corrispondenza isomorfa fra le espressioni facciali delle emozioni e i programmi neuromotori corrispondenti Limiti: non sono in grado di precisare i programmi neuromotori le componenti molecolare e molare costituiscono due componenti distinte, non confondibili tra loro la teoria neuroculturale è una teoria bifattoriale (fattore genetico + fattore culturale), di natura meccanicistica e additiva, che si limita a combinare e ad accostare semplicemente insieme questi due fattori 28 14

15 2. Ipotesi dinamica delle espressioni facciali Processo sequenziale e cumulativo presente in ogni espressione facciale; risultato della progressiva accumulazione e integrazione dinamica degli esiti delle singole fasi della valutazione della situazione interattiva ed emotiva Espressioni facciali = configurazioni motorie momentanee, dotate di una elevata flessibilità e variabilità, in grado di adattarsi attivamente e in continuazione alle condizioni contingenti della situazione Assumono un valore modale, essendo ricorsive e presentando una certa uniformità in riferimento alle interazioni comunicative Il valore emotivo vs. comunicativo delle espressioni facciali A. Prospettiva emotiva (Ekman e Izard) Isomorfismo fra emozione ed espressione facciale Semantica delle espressioni facciali (Wierzbicka) o Le espressioni facciali manifestano un significato oggettivo e invariante, indipendente dal contesto e universalmente intelligibile o Tale significato è di natura iconica, generato dalla combinazione componenziale di otto unità motorie minime, su base autoriferita 30 15

16 Prospettiva emotiva + ipotesi dell universalità Ricerca a sostegno della prospettiva emotiva: Friesen: ripresi di nascosto, soggetti americani e giapponesi hanno prodotto espressioni facciali simili in risposta ai medesimi stimoli Ricerca a sostegno dell ipotesi dell universalità: Ekman e Friesen: soggetti appartenenti a culture diverse hanno presentato valori simili e concordanti nella capacità di riconoscere le emozioni attraverso le corrispondenti espressioni facciali volontarie (o mimate) 31 Prospettiva emotiva + ipotesi dell universalità (continua) Limiti di queste ricerche: il materiale usato come stimolo accentua i movimenti facciali in modo stereotipato si è fatto ricorso a un disegno sperimentale within-subject che favorisce l addestramento e l apprendimento i soggetti dovevano scegliere la loro risposta entro un elenco limitato di etichette emotive; una scelta forzata che aumenta di molto la percentuale delle risposte corrette rispetto alla tecnica della scelta libera è probabile che i soggetti preletterati siano stati influenzati dai feedback forniti dai mediatori culturali 32 16

17 Ipotesi dell universalità minima (Russel e Fernández-Dols) Esiste un certo grado di somiglianza fra le culture nell interpretazione delle espressioni facciali, senza tuttavia prevedere un sistema innato di segnalazione degli stati psicologici, anche se si riconosce la probabilità che in certe condizioni si possano compiere inferenze accurate 33 B.La prospettiva comunicativa Le espressioni facciali hanno un valore eminentemente comunicativo, poiché manifestano agli altri le intenzioni del soggetto in base al contesto Valore sociale intrinseco delle espressioni facciali: consentono di comunicare agli altri in maniera flessibile i propri obiettivi e interessi Socialità implicita: le persone producono espressioni sociali anche quando sono da sole, in quanto si è sempre in presenza di un uditorio implicito 34 17

18 Dissociabilità fra interno (esperienza soggettiva) ed esterno (manifestazione) Scompare la distinzione fra espressione autentica (suscitata in modo automatico dal programma nervoso corrispondente) ed espressione falsa (generata dall intervento delle regole di esibizione per motivi culturali) Importanza fondamentale del contesto 35 Il sorriso Secondo numerosi studiosi (Darwin; Ekman): sorriso = espressione universale di un esperienza più o meno intensa di gioia Secondo ricerche più recenti (Fernández-Dols): il sorriso non ha un legame né necessario né sufficiente con le emozioni, bensì è strettamente connesso con l interazione sociale Sorriso = promotore dell affinità relazionale (impiegato al fine di stabilire e mantenere una relazione amichevole con gli altri) Sorriso = regolatore dei rapporti sociali (la sua frequenza e intensità sono governate dal potere sociale e dal genere) 36 18

19 Lo sguardo Il contatto oculare (o sguardo reciproco) aumenta l attivazione nervosa in molte specie, compresa quella umana Passo fondamentale per l avvio di qualsiasi rapporto interpersonale Sguardo e conversazione Nelle culture occidentali serve per inviare e raccogliere informazioni, nonché per acquisire il feedback del partner Segnale efficace per gestire la regolazione dei turni segnale di appello (disposizione a iniziare un interazione) Funzione di sincronizzazione (evitare le sovrapposizioni) Funzione di monitoraggio (controllare l interazione con il partner) Funzione di segnalazione (manifestare le proprie intenzioni) 38 19

20 2.Lo sguardo e la gestione dell immagine personale Sguardo = segnale comunicativo efficace per generare e gestire un determinato profilo della propria immagine personale Chi guarda il partner dimostra maggiore competenza generale Serve a regolare il rapporto di vicinanza o di distanza con le altre persone nella gestione dell intimità Favorisce la cooperazione, facilitando la comunicazione di intenti positivi di condivisione È un segnale potente per chiedere e ottenere il consenso al proprio punto di vista 39 Anche le emozioni sono correlate con lo sguardo (emozioni positive = incremento del contatto oculare; emozioni negative = abbassamento e distorsione dello sguardo) Differenze di genere nella gestione dello sguardo ( modalità femminile dello sguardo = natura espressiva e relazionale; modalità maschile = natura informativa e strumentale) 40 20

21 3. La fissazione oculare: sguardo prolungato e duraturo fra due persone che non può essere ignorato Può avere valore di minaccia e di pericolo È caratteristico delle situazioni di seduzione e di innamoramento; altri segnali di attrazione sessuale sono: lo sguardo laterale la dilatazione della pupilla Nelle conversazioni asimmetriche, chi è in una posizione di potere tende a guardare di più e più a lungo l interlocutore che non viceversa Differenze culturali nel prolungamento dello sguardo 41 I gesti Azioni motorie coordinate e circoscritte, volte a generare un significato e indirizzate a un interlocutore, al fine di raggiungere uno scopo 1.Tipologia dei gesti Gesticolazione (o gesti iconici o lessicali): illustratori o gesti ideativi ; accompagnano l azione del parlare; scarsamente convenzionalizzati (sono idiosincratici) Pantomima: rappresentazione motoria e imitazione di azioni, di scene o di situazioni Emblemi (o gesti simbolici): gesti semiotici ; sono notevolmente convenzionalizzati e codificati 42 21

22 Gesti deittici: movimenti, di norma compiuti con l indice, per indicare un certo oggetto, una direzione o un evento a distanza Gesti motori (o percussioni): movimenti semplici, ripetuti in successione e ritmici; possono accompagnare il discorso o essere prodotti da soli Linguaggio dei segni: sistema dei segni impiegato dai sordomuti; ha le proprietà di un linguaggio vero e proprio in termini di arbitrarietà nella relazione fra segno e referente 43 2.Gesti e parole Gesti = parte integrante del discorso Modo spaziale di rappresentazione simbolica Integrano il percorso proposizionale del significato attivato dal linguaggio I gesti iconici (o lessicali) contribuiscono a rendere più preciso e completo il significato di un enunciato Possono aggiungere importanti porzioni di significato alle parole Svolgono un azione pragmatica nei confronti dell enunciato 44 22

23 3. Gesti e culture I gesti presentano rilevanti variazioni culturali, soprattutto in riferimento agli emblemi e al linguaggio dei segni Per esempio, il gesto della mano a borsa, pressoché sconosciuto in Inghilterra, ha un significato di interrogazione e perplessità nell Italia meridionale, significa buono in Grecia, lentamente in Tunisia, paura nella Francia meridionale e molto bello presso alcune comunità arabe Per quel che riguarda i gesti iconici (o lessicali), gli italiani del sud, per esempio, fanno ampio uso di gesti fisiografici, mentre gli ebrei di lingua yiddish impiegano gesti ideografici 45 Il sistema prossemico e aptico Sistemi di contatto prossemica Percezione, organizzazione e uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri aptica Insieme di azioni di contatto corporeo con un altro 46 23

24 Prossemica e territorialità L uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile fra processi affiliativi (di avvicinamento) ed esigenze di riservatezza (di distanziamento) Gestione della propria territorialità Territorio: area geografica che assume risvolti e significati psicologici nel corso degli scambi di comunicazione 47 Prossemica e territorialità (continua) Regolazione della distanza spaziale = buon indicatore della distanza comunicativa fra le persone. Diversi tipi di distanza Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): distanza delle relazioni intime Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): area invisibile che circonda in maniera costante il nostro corpo zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m): distanza per le interazioni meno personali Zona pubblica (oltre i 4 m): distanza tenuta in situazioni pubbliche ufficiali 48 24

25 Prossemica e territorialità (continua) Differenze culturali nella prossemica Cultura della distanza La distanza interpersonale è grande, angolazione obliqua e ogni riduzione spaziale è percepita come invasione Cultura della vicinanza La distanza interpersonale è ridotta, angolazione diretta e la distanza è valutata come freddezza e ostilità 49 L aptica e il contatto corporeo Azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri Aptica Sequenze di contatto reciproco Due o più azioni di contatto compiute in modo reciproco nel corso della medesima interazione Contatto individuale Unidirezionale e rivolto da un soggetto a un altro 50 25

26 Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale; in pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame Il contatto corporeo può comunicare una relazione di dominanza e di potere In numerose circostanze il contatto fisico è regolato attraverso rituali che vi attribuiscono uno specifico significato legato al contesto d uso Il contatto corporeo ha una molteplicità di effetti, spesso fra loro contrapposti Esistono rilevanti differenze culturali (culture del contatto, come quella araba e latina vs. culture del non contatto, come le culture nordiche, quella giapponese e quella indiana) 51 Il sistema cronemico Modo con cui gli individui percepiscono e usano il tempo per organizzare le loro attività e per scandire la propria esperienza La cronemica, che fa parte della cronobiologia, è influenzata dai ritmi circadiani (= cicli fisiologici e psicologici del soggetto nel periodo delle 24 ore Cicli infradiani (ciclo superiore a un giorno) Cicli ultradiani (diversi cicli al giorno) 52 26

27 Il sistema cronemico (continua) La configurazione temporale dei ritmi circadiani è determinata da agenti sincronizzatori ambientali I ritmi circadiani sono influenzati dall azione di un orologio biologico interno (orologio circadiano) che va più lentamente quando non è governato dai fattori ambientali Presentano rilevanti variazioni connesse con i fattori socioculturali (sincronizzatori) 53 Il sistema cronemico (continua) Culture veloci Prospettiva temporale orientata al futuro, qualificata dalla pianificazione di un traguardo a medio e a lungo termine (obiettivo distale); vincoli temporali molto forti, favoriscono un organizzazione delle attività secondo una scansione temporale che prevede di realizzare un attività per volta (monocronia) Culture lente Prospettiva temporale orientata al passato (tradizione) e al presente, senza l esigenza di una programmazione anticipata che comprenda un esteso arco temporale (obiettivi prossimali); la modesta suddivisione dei lavori e la limitata specializzazione del tempo consentono la compresenza di diverse attività svolte nel medesimo tempo (policronia) 54 27

28 Le funzioni della comunicazione non verbale La metafunzione relazionale della comunicazione non verbale La CNV partecipa in modo attivo e autonomo a produrre il significato di qualsiasi atto comunicativo La CNV fornisce una rappresentazione spaziale e motoria della realtà, non una rappresentazione proposizionale Risulta poco idonea a definire e a trasmettere conoscenze 55 Grado limitato di convenzionalizzazione: CNV viene lasciata a forme di apprendimento latente e implicito Alla CNV è affidata la componente relazionale della comunicazione: che cosa è comunicato (componente proposizionale); come è comunicato (componente relazionale) I segnali non verbali servono a generare e a sviluppare una interazione con gli altri (metafunzione della CNV) Sono fondamentali per mantenere e rinnovare le relazioni nel corso del tempo 56 28

29 Sono particolarmente efficaci nel cambiare una relazione in corso; il cambiamento psicologico delle relazioni passa in modo prevalente attraverso il cambiamento dei segnali non verbali Sono utili per gestire e regolare l estinzione di una relazione, intervenendo nel processo di mediazione per la separazione I segnali non verbali incidono profondamente sulle relazioni anche in situazioni particolari come quelli di acquisizione e fusione organizzativa (merging) L efficacia relazionale della CNV dipende dalla stretta connessione che esiste fra interazione e relazione 57 Le principali funzioni psicologiche della comunicazione non verbale 1. La manifestazione delle emozioni e dell intimità La CNV serve a esprimere le emozioni I sistemi della CNV presentano un certo grado di universalità: i movimenti sottesi ai segni non verbali sono governati da strutture e meccanismi neurobiologici geneticamente definiti Un certo grado di variabilità: differenze di cultura, di personalità e di contesto 58 29

30 I sistemi non verbali possono variare da un grado assai ridotto di controllo dei processi comunicativi a un grado elevato di volontarietà La CNV svolge una funzione fondamentale nelle relazioni di intimità, quando la distanza interpersonale diventa ridotta Aumenta la frequenza e l intensità dei sorrisi, lo spazio prossemico si riduce, la voce diventa flessibile, modulata e calda, il ritmo degli scambi è più sincronizzato In una relazione deteriorata, tesa e conflittuale, si usano segnali non verbali stilizzati e stereotipati, spesso formalizzati, improntati alla distanza, rigidità, incomprensione ed evitamento Relazione di potere e persuasione La CNV serve a definire e mantenere la relazione di dominanza Più che alle parole, il potere è affidato alla CNV Territorialità: chi è dominante segnala la sua posizione con un uso attento dello spazio in termini di quantità e di qualità 60 30

31 Relazione di potere e persuasione (continua) Anche il processo di persuasione è influenzato dall impiego di una serie di segnali non verbali Per avere maggiori probabilità di successo nella comunicazione persuasiva occorre guardare spesso l interlocutore toccarlo lievemente ogni tanto non tenersi distanti da lui vestire in modo convenzionale o elegante?????? 61 31

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