LA COMUNICAZIONE NON VERBALE TRA NATURA E CULTURA

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1 LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE NON VERBALE: TRA NATURA E CULTURA PROF. LUIGI TRAETTA

2 Indice 1 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE TRA NATURA E CULTURA IL VERBALE NON ESISTE SENZA IL NON VERBALE DIFFERENZE FRA VERBALE E NON VERBALE DA 3 DIVERSI PUNTI DI VISTA IL SISTEMA VOCALE BIBLIOGRAFIA di 18

3 1 La comunicazione non verbale tra natura e cultura La comunicazione è un attività complessa che fa riferimento a una molteplicità diversificata e contemporanea di differenti sistemi di significazione e di segnalazione. Entro l ambito della comunicazione non verbale (CNV), è compreso un insieme di fenomeni e di processi comunicativi, quali: le qualità prosodiche e paralinguistiche della voce, la mimica facciale, i gesti, lo sguardo, la prossemica e l aptica, la cronemica, per giungere fino alla postura, all abbigliamento e al trucco. L origine della CNV, secondo la psicologia ingenua, è più spontanea e naturale della comunicazione verbale, meno soggetta a forme di controllo volontario; rappresenta una sorta di linguaggio del corpo e, in quanto tale, universale, esito dell evoluzione filogenetica e regolato da precisi processi e meccanismi nervosi. Secondo la concezione innatista (con riferimento alla prospettiva di Darwin), le espressioni facciali sono il risultato dell evoluzione della specie umana e, di conseguenza, hanno un carattere di universalità. Prospettiva ripresa dalla teoria differenziale delle emozioni (Izard): le emozioni, attraverso l esecuzione di programmi nervosi innati, producono la configurazione di determinate espressioni facciali e di movimenti corporei. La prospettiva innatista è una prospettiva biologica che enfatizza la rilevanza determinante del corredo genetico e dei processi legati all ereditarietà per spiegare i diversi sistemi di CNV, in particolare delle espressioni facciali. 3 di 18

4 Secondo la prospettiva culturalista, invece, ciò che è mostrato dal volto è scritto dalla cultura. Infatti: - La CNV è appresa nel corso dell infanzia al pari della lingua; facciali; - Presenta variazioni sistematiche da cultura a cultura, dal sistema dei gesti alle espressioni ed esclusive; - L enfasi è posta sui processi di differenziazione, che conducono a forme non verbali uniche - Limite: relativismo culturale. Secondo la prospettiva dell interdipendenza tra natura e cultura, le strutture nervose e i processi neurofisiologici condivisi in modo universale a livello di specie umana sono organizzati in configurazioni differenti secondo le culture di appartenenza. La CNV prende avvio e si fonda su circuiti nervosi precisi e specifici, deputati all attivazione, alla regolazione e al controllo dei movimenti sottesi alle diverse forme di CNV. Intervengono: - Il sistema piramidale (area motoria e area premotoria); - Il sistema extrapiramidale (situato nel corpo striato e nel tronco encefalico). Si integrano, cioè, processi elementari automatici con processi volontari e consapevoli: la variabilità della consapevolezza e del grado di controllo procede lungo un continuum neurofisiologico, da manifestazioni involontarie a manifestazioni pienamente consapevoli ed esplicite. 4 di 18

5 La flessibilità e plasticità della CNV, secondo la prospettiva dell interdipendenza tra natura e cultura pongono le condizioni per le possibilità di apprendimento di diverse modalità comunicative non verbali. Vengono attivati importanti processi di condivisione convenzionale all interno di ogni comunità di partecipanti; le predisposizioni genetiche sono declinate, di volta in volta, secondo linee e procedure distinte e differenziate che conducono a modelli diversi e, talvolta, assai distanti fra loro sul piano dei sistemi non verbali di interazione. 5 di 18

6 2 Il verbale non esiste senza il non verbale Continuità e discontinuità fra comunicazione verbale e non verbale: l atto comunicativo è prodotto dal comunicatore e interpretato dal destinatario sulla base di una molteplicità di sistemi di significazione e di segnalazione. Tra essi, vi sono i sistemi non verbali di significazione e segnalazione, cui un parlante deve fare riferimento assieme al codice linguistico: ciascuno produce una specifica porzione di significato che partecipa alla configurazione finale del significato medesimo. Il verbale non esiste senza il verbale! La comunicazione verbale si è costituita sulla piattaforma non verbale di comunicazione: senza le premesse delle pratiche non verbali il linguaggio non sarebbe mai sorto nella nostra specie. Esiste quindi un asimmetria strutturale fra linguaggio e sistemi non verbali in quanto il linguaggio non è indipendente, ma è sempre supportato dal dispositivo non verbale. Esistono, tuttavia, due posizioni antitetiche sulla interpretazione dei rapporti fra comunicazione verbale e non verbale. L ipotesi della contrapposizione dicotomica fra linguistico ed extra-linguistico impostazione inizialmente meccanicistica e additiva interpreta la comunicazione come somma di componenti verbali e non verbali, autonome e non connesse fra loro. All interno di questo modello, si distinguono due linee di ricerca, l una che sostiene il contributo essenziale delle componenti non verbali nella comunicazione e l altra che interpreta la CNV come ancella rispetto al linguaggio (il verbale incide poco sul piano del significato). 6 di 18

7 3 Differenze fra verbale e non verbale da 3 diversi punti di vista Le differenze tra verbale e non verbale emergono da tre diversi punti di vista: 1) Digitale vs analogico Verbale = digitale (0/1 off/on) = I fonemi sono tratti distintivi e oppositivi; Non verbale = analogico (sfumature) = Gli aspetti non verbali presentano variazioni continue e graduate in modo proporzionale a ciò che intendono esprimere. 2) Denotativo vs connotativo Verbale = denotazione = Funzione semantica: il linguaggio designa e veicola i contenuti (il che cosa viene detto); informazione semantica; Non verbale = connotazione = Funzione espressiva: modalità con cui le informazioni e i contenuti sono veicolati (il come viene detto); informazione affettiva. 3) Arbitrario vs motivato Segno linguistico = arbitrario = Combinazione di un significante e di un significato; rapporto di semplice contiguità; CNV = motivato = Gli elementi della CNV trattengono degli aspetti della realtà che intendono evocare; rapporto di similitudine fra l unità non verbale e quanto viene espresso. Opposta alla ipotesi della contrapposizione dicotomica fra linguistico ed extra-linguistico si trova la il modello della autonomia dei sistemi non verbali e della loro interdipendenza 7 di 18

8 semantica. Si tratta di una concezione integrata fra gli aspetti verbali e quelli non verbali nella definizione del significato di un atto comunicativo nel quale un processo di sintonia semantica governa e sintetizza in modo coerente e armonico le molteplici componenti che determinano la configurazione finale del significato. Parimenti, ogni sistema è dotato di una relativa autonomia, in quanto concorre in modo specifico e distinto a generare il profilo finale del significato. La sintonia semantica implica l interdipendenza semantica, che garantisce per default l unitarietà e la coerenza del significato e conduce alla definizione del significato modale. Grazie a tale interdipendenza l individuo ha modo di procedere all attribuzione di pesi diversi alle singole componenti dell atto comunicativo: si pongono, così, le condizioni per la focalizzazione di un determinato percorso comunicativo e per la definizione del fuoco comunicativo. La sintonia semantica unita alla interdipendenza semantica costituisce la Calibrazione situazionale, ossia un messaggio che idealmente copre le opportunità a sua disposizione, giungendo alla produzione del messaggio giusto al momento giusto. L efficacia comunicativa, a questo punto, diviene indice di sintesi del valore comunicativo di un messaggio, ovvero la capacità di individuare un percorso comunicativo che massimizzi le opportunità e che minimizzi i rischi contenuti all interno di un interazione. Il significato, pertanto, oscilla fra stabilità e instabilità: non vi è mai un significato completamente stabile o uno completamente instabile, ma un significato stabile che presenta aree di instabilità. Ci sono 9 fattori chiave relazione verbale-non verbale: 8 di 18

9 - La ridondanza, in cui verbale e non verbale hanno uguale significazione. Ad esempio, un urlo accompagna uno stato di paura. frase gentile. - L anticipazione, spesso amplificatrice. Ad esempio, uno sguardo dolce preannuncia una - La contraddizione o differenziazione, in cui ogni forma comunicativa invia messaggi propri, il cui significato è diverso. - L ampliamento del quadro dell interazione. Ad esempio un genitore richiama con durezza il figlio, ma il suo linguaggio non verbale indica che la relazione non verrà interrotta. - L accentuazione, come nel caso in cui un emblema si aggiunge ad una affermazione. - Il riempitivo o la giustificazione del silenzio. Ad esempio facendo schioccare le dita mentre si sta ricercando un termine che fatica ad arrivare. - L organizzazione o regolamentazione degli scambi verbali durante l interazione: cenni del capo di chi ascolta rinforzano il discorso. - La sostituzione, con la quale un gesto si pone al posto di una frase verbale. - La reazione, intesa come risposta motoria a sentimenti o emozioni veicolate dal linguaggio Andando più nei particolari, va ricordato che i sistemi di CNV sono 4: - vocale 9 di 18

10 - cinesico - prossemico e aptico - cronemico 10 di 18

11 4 Il sistema vocale La voce manifesta e trasmette numerose componenti di significato oltre alle parole: Nell atto di pronunciare una parola, assieme agli elementi linguistici sono intrinsecamente associati gli aspetti prosodici dell intonazione e quelli paralinguistici del tono, del ritmo e dell intensità dell eloquio; La sintesi degli aspetti vocali verbali e non verbali costituisce l atto fonopoietico. La voce è una sostanza fonica, composta da una serie di fenomeni e processi vocali: 1. I riflessi (lo starnuto, la tosse ecc.), i caratterizzatori vocali (il riso, il pianto ecc.) e le vocalizzazioni (le pause piene ); 2. Le caratteristiche extra-linguistiche (caratteristiche anatomiche permanenti ed esclusive dell individuo): organiche e fonetiche; 3. Le caratteristiche paralinguistiche (insieme delle proprietà acustiche transitorie che accompagnano la pronuncia di un enunciato e che possono variare da situazione a situazione). Esse sono determinate da diversi parametri: a) Il tono: frequenza fondamentale (Fº) della voce; l insieme delle variazioni di tono determina il profilo di intonazione; b) L intensità: volume della voce; è connessa con l accento enfatico; c) Il tempo: determina la successione dell eloquio e delle pause; comprende la durata (tempo necessario per pronunciare un enunciato, comprese le pause), la velocità di 11 di 18

12 eloquio (numero di sillabe al secondo comprese le pause), la velocità di articolazione (numero di sillabe al secondo escluse le pause), la pausa (sospensione del parlato: pause piene = uso di vocalizzazioni tipo mhm, ehm ecc.; pause vuote = periodi di silenzio). A) Il sistema vocale vive in simbiosi con il sistema cinesico, che comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi. I nostri movimenti, in questo senso, implicano la produzione e la trasmissione di significati. I movimenti del volto costituiscono un sistema semiotico privilegiato in quanto rappresentano la manifestazione di determinati stati mentali del soggetto, esperienze emotive ed atteggiamenti interpersonali. Esistono varie interpretazioni per spiegare la mimica facciale. Secondo il modello globale, le configurazioni espressive del volto per manifestare i diversi stati, sono forme unitarie e chiuse, universalmente condivise, sostanzialmente fisse, di natura discreta, specifiche per ogni emozione e controllate da definiti e distinti programmi neuromotori innati. Secondo la teoria neuroculturale, invece, vanno distinte due categorie di movimenti: anzitutto i cosiddetti movimenti minimi, tipici dei numerosi muscoli che consentono l elevata mobilità ed espressività del volto, capaci di regolare l azione del programma nervoso motorio. Poi c è la configurazione finale risultante che si manifesta nell assumere una determinata espressione facciale come corrispondente a una data esperienza emotiva. Si tratta di regole di esibizione e modificazione dell espressione emotiva. Nell ipotesi dinamica, poi, si prende in considerazione il processo sequenziale e cumulativo presente in ogni espressione facciale, considerandolo come risultato della progressiva accumulazione e integrazione dinamica degli esiti delle singole fasi della valutazione della situazione interattiva ed emotiva. Le espressioni facciali sono così intese come configurazioni 12 di 18

13 motorie momentanee, dotate di una elevata flessibilità e variabilità, in grado di adattarsi attivamente e in continuazione alle condizioni contingenti della situazione. Assumono un valore modale, essendo ricorsive e presentando una certa uniformità in riferimento alle interazioni comunicative. I gesti possono essere definiti come azioni motorie coordinate e circoscritte, volte a generare un significato e indirizzate a un interlocutore, al fine di raggiungere uno scopo. Esistono varie tipologie di gesti: Gesticolazione (o gesti iconici o lessicali): illustratori o gesti ideativi ; accompagnano l azione del parlare; scarsamente convenzionalizzati (sono idiosincratici); Pantomima: rappresentazione motoria e imitazione di azioni, di scene o di situazioni; Emblemi (o gesti simbolici): gesti semiotici ; sono notevolmente convenzionalizzati e codificati; Gesti deittici: movimenti, di norma compiuti con l indice, per indicare un certo oggetto, una direzione o un evento a distanza; Gesti motori (o percussioni): movimenti semplici, ripetuti in successione e ritmici; possono accompagnare il discorso o essere prodotti da soli; Linguaggio dei segni: sistema dei segni impiegato dai sordomuti; ha le proprietà di un linguaggio vero e proprio in termini di arbitrarietà nella relazione fra segno e referente. 13 di 18

14 particolare: I gesti integrano il percorso proposizionale del significato attivato dal linguaggio e, più in un enunciato; - I gesti iconici (o lessicali) contribuiscono a rendere più preciso e completo il significato di - Possono aggiungere importanti porzioni di significato alle parole; - Svolgono un azione pragmatica nei confronti dell enunciato. I gesti presentano rilevanti variazioni culturali, soprattutto in riferimento agli emblemi e al linguaggio dei segni. Per esempio, il gesto della mano a borsa, pressoché sconosciuto in Inghilterra, ha un significato di interrogazione e perplessità nell Italia meridionale, significa buono in Grecia, lentamente in Tunisia, paura nella Francia meridionale e molto bello presso alcune comunità arabe. Per quel che riguarda i gesti iconici (o lessicali), gli italiani del sud, per esempio, fanno ampio uso di gesti fisiografici, mentre gli ebrei di lingua yiddish impiegano gesti ideografici. B) Con il sistema vocalico interagisce il sistema prossemico e aptico Per prossemica si intende percezione, organizzazione e uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri, mentre per aptica si intende un insieme di azioni di contatto corporeo con un altro. L uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile fra processi affiliativi (di avvicinamento) ed esigenze di riservatezza (di distanziamento) e, dunque, una Gestione della propria territorialità, laddove per territorio va intesa l area geografica che assume risvolti e significati psicologici nel corso degli scambi di comunicazione. 14 di 18

15 La regolazione della distanza spaziale è un buon indicatore della distanza comunicativa fra le persone. Esistono diversi tipi di distanza: Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): distanza delle relazioni intime; Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): area invisibile che circonda in maniera costante il nostro corpo; zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m): distanza per le interazioni meno personali; Zona pubblica (oltre i 4 m): distanza tenuta in situazioni pubbliche ufficiali. Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale, mentre in pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame. Il contatto corporeo può comunicare una relazione di dominanza e di potere e, in numerose circostanze, il contatto fisico è regolato attraverso rituali che vi attribuiscono uno specifico significato legato al contesto d uso. Il contatto corporeo, infine, ha una molteplicità di effetti, spesso fra loro contrapposti. Esistono rilevanti differenze culturali (culture del contatto, come quella araba e latina vs. culture del non contatto, come le culture nordiche, quella giapponese e quella indiana). C) Il sistema cronemico è anch esso strettamente connesso con il sistema vocale. Esso riguarda il modo con cui gli individui percepiscono e usano il tempo per organizzare le loro attività e per scandire la propria esperienza. La cronemica, che fa parte della cronobiologia, è influenzata dai ritmi circadiani, ossia dai cicli fisiologici e psicologici del soggetto nel periodo delle 24 ore: Cicli infradiani (ciclo superiore a un giorno) 15 di 18

16 Cicli ultradiani (diversi cicli al giorno). ambientali. La configurazione temporale dei ritmi circadiani è determinata da agenti sincronizzatori I ritmi circadiani sono influenzati dall azione di un orologio biologico interno (orologio circadiano) che va più lentamente quando non è governato dai fattori ambientali. Essi presentano rilevanti variazioni connesse con i fattori socioculturali (sincronizzatori). Nelle culture cosiddette veloci, si tratta di una prospettiva temporale orientata al futuro, qualificata dalla pianificazione di un traguardo a medio e a lungo termine (obiettivo distale). I vincoli temporali sono molto forti e favoriscono un organizzazione delle attività secondo una scansione temporale che prevede di realizzare un attività per volta (monocronia). Nelle culture lente, invece, si tratta di una prospettiva temporale orientata al passato (tradizione) e al presente, senza l esigenza di una programmazione anticipata che comprenda un esteso arco temporale (obiettivi prossimali); la modesta suddivisione dei lavori e la limitata specializzazione del tempo consentono la compresenza di diverse attività svolte nel medesimo tempo (policronia). D) A questo punto precisiamo le principali funzioni della comunicazione non verbale (CNV). Si considera, anzitutto, la metafunzione relazionale della comunicazione non verbale, in quanto la CNV partecipa in modo attivo e autonomo a produrre il significato di qualsiasi atto comunicativo. La CNV fornisce una rappresentazione spaziale e motoria della realtà, non una rappresentazione proposizionale e, pertanto, risulta poco idonea a definire e a trasmettere conoscenze. 16 di 18

17 In sintesi, la CNV ha alcuni caratteri tipici: Grado limitato di convenzionalizzazione: la CNV viene lasciata a forme di apprendimento latente e implicito; Alla CNV è affidata la componente relazionale della comunicazione: che cosa è comunicato (componente proposizionale); come è comunicato (componente relazionale); I segnali non verbali servono a generare e a sviluppare una interazione con gli altri (metafunzione della CNV): Sono fondamentali per mantenere e rinnovare le relazioni nel corso del tempo; Sono particolarmente efficaci nel cambiare una relazione in corso; il cambiamento psicologico delle relazioni passa in modo prevalente attraverso il cambiamento dei segnali non verbali; Sono utili per gestire e regolare l estinzione di una relazione, intervenendo nel processo di mediazione per la separazione; I segnali non verbali incidono profondamente sulle relazioni anche in situazioni particolari come quelli di acquisizione e fusione organizzativa (merging). L efficacia relazionale della comunicazione non verbale, infine, dipende dalla stretta connessione che esiste fra interazione e relazione. 17 di 18

18 Bibliografia Corsaro, M. (2011). La comunicazione non verbale. Analisi del linguaggio corporeo. Roma: Aracne. 18 di 18

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