GDO e ONLUS: come ridurre lo spreco di alimenti. Il case history di un esperienza locale

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1 GDO e ONLUS: come ridurre lo spreco di alimenti. Il case history di un esperienza locale Attraverso un esempio virtuoso di collaborazione fra un'associazione senza fini di lucro e un punto vendita della GDO, si illustrano i riferimenti normativi e i passaggi burocratici necessari per il recupero di cibo da donare a chi ne ha bisogno di Federica Chiappa È passato più di un mese dalla celebrazione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare istituita nel 2014 dal ministero dell'ambiente e da Last Minute Market, e quest anno, con l eredità di Expo, il problema delle eccedenze alimentari è ancora più sentito indipendentemente dal nostro ruolo di consumatori o di produttori di cibo. Chi ha visitato il Padiglione Zero all interno dell Esposizione di Milano non può essere rimasto indifferente di fronte a cumuli e cumuli di finti rifiuti che ci hanno costretto a riflettere sul problema dello spreco del cibo, là dove il contesto portava spesso al più facile binomio "cibo uguale convivialità e divertimento". Nessuno può ritenersi esonerato da responsabilità in quanto il cibo è sprecato lungo tutta la filiera, dalla produzione primaria, alla lavorazione e trasformazione nelle realtà produttive, alla fase di commercializzazione e distribuzione, fino al consumatore finale. Fatta 100 la quantità mondiale di cibo sprecato nelle varie fasi della catena, le stime della FAO ci restituiscono questa ripartizione: * 32% durante la produzione agricola * 22% nelle fasi immediatamente successive alla raccolta * 11% durante la trasformazione industriale * 13% durante la distribuzione * 22% li spreca il consumatore, a livello domestico e nella ristorazione. Altri numeri disponibili confermano un assurdo paradosso. Gli ultimi dati FAO mettono in luce pesanti diseguaglianze: circa 805 milioni di persone nel mondo soffrono la fame ogni giorno, mentre 1,5 miliardi soffrono di obesità. Sono numeri grandi, impressionanti. Non per questo lontani da noi. Proviamo a restringere la visuale su un campo che ci è più prossimo. Il Rapporto della Caritas Italiana sulla povertà ed esclusione sociale presentato a ottobre 2015 informa che più di 53 milioni di persone nell Unione europea non riescono a soddisfare in modo stabile l esigenza di un pasto adeguato. A fronte di una media europea del 10,5%, nel nostro Paese la percentuale è del 14,2%, con un incremento record del 130% in cinque anni. A testimonianza che esistono strade che puntano a una più etica ridistribuzione del cibo, vi raccontiamo un esperienza virtuosa: la collaborazione tra la ONLUS "Mensa del Padre Nostro" di Castellanza, in provincia di Varese e la catena di grande distribuzione "Il Gigante" presente sul territorio con un punto vendita. Scenario normativo per le sinergie tra ONLUS e azienda

2 Due sono i principali riferimenti normativi entro cui hanno luogo le forme di collaborazione tra le organizzazioni benefiche impegnate nel fornire pasti e alimenti a persone disagiate e realtà imprenditoriali quali Gdo, aziende di produzione, ristorazione collettiva. La legge n. 155 del 16 luglio 2003 Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, più nota tra gli addetti ai lavori come "Legge del buon Samaritano", contiene un unico articolo: 1. Le organizzazioni riconosciute come organizzazioni non lucrative di utilità sociale ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, sono equiparate, nei limiti del servizio prestato, ai consumatori finali, ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. Questa legge, nella sua apparente semplicità, ha in realtà un contenuto innovativo perché equipara il consumatore finale alle ONLUS che effettuano distribuzione gratuita di cibo a persone disagiate e ha costituito un incentivo alla pratica delle donazioni delle eccedenze alimentari. È importante precisare che rientrano nel campo di applicazione della Legge n. 155/03 solo le organizzazioni ONLUS che prevedano espressamente nei loro statuti o atti costitutivi la beneficenza, così come appunto riportato all art.10 del D.Lgs. n. 460/97. L iscrizione all anagrafe unica delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, è conditio sine qua non perché associazioni, comitati, fondazioni e società cooperative possano avvantaggiarsi delle facilitazioni che la Legge del buon Samaritano ha introdotto. Questa norma provoca effetti positivi per entrambi i soggetti coinvolti: da una parte le ONLUS sono alleggerite da tutti quegli adempimenti burocratici che rendono più complessa l assistenza ai bisognosi, e allo stesso tempo, l equiparazione al consumatore finale delle ONLUS, solleva l'azienda donatrice dal principio della "responsabilità di percorso", in base al quale prima era necessario fornire garanzie per il cibo donato anche dopo la consegna alle organizzazioni. Tale responsabilità è stata per molto tempo un deterrente per il potenziale donatore, perché costretto a prendersi in carico complicazioni (e magari anche sanzioni) derivanti dalla volontà di aderire a progetti di solidarietà. Se sono semplificati gli obblighi normativi, non significa però che debbano venir meno le buone prassi d igiene alimentare. Le aziende donatrici, in quanto OSA, sono già attive - secondo le modalità previste dalle disposizioni di legge (in particolare Reg. CE 852/04 e 853/04 e Reg. CE 178/02) - sul fronte della sicurezza alimentare. È parimenti indispensabile che le organizzazioni beneficiarie delle donazioni prendano in carico il ruolo attivo nel momento in cui hanno a che fare con gli alimenti. Le ONLUS devono quindi dotarsi di procedure tecniche e adeguate attrezzature, vale a dire: - disporre di locali e attrezzature adeguati - predisporre un proprio adeguato piano di autocontrollo; - formare gli operatori. In questo senso s inserisce il secondo riferimento normativo, la Legge n. 147 del 27 dicembre 2013 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Si tratta della "Legge di stabilità 2014" che in alcuni passaggi norma le collaborazioni tra OSA e ONLUS attuate allo scopo di recupero e ridistribuzione di alimenti a persone indigenti. In particolare, al comma 236 il Legislatore afferma: Le organizzazioni riconosciute non lucrative di utilità sociale ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, ceduti dagli operatori del settore alimentare, inclusi quelli della ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, nonché i citati operatori del settore alimentare che cedono gratuitamente prodotti alimentari, devono garantire un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, ciascuno per la parte di competenza. Tale obiettivo è raggiunto anche mediante la predisposizione di specifici manuali nazionali di corretta prassi operativa in conformità alle garanzie speciali

3 previste dall'articolo 8 del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, e successive modificazioni, validati dal ministero della Salute. Lo scopo benefico e caritatevole delle collaborazioni ONLUS/OSA non autorizza nessuno dei due attori coinvolti ad adottare comportamenti approssimativi che possano compromettere la salubrità degli alimenti. Vi è un richiamo alla auto-responsabilizzazione dei soggetti che spontaneamente decidono di aderire e sostenere progetti solidali, concetto già presente nella Legge del buon Samaritano, con presa in carico degli impegni che da questa scelta derivano. Un buon supporto per le organizzazioni caritative è il manuale "Recupero, raccolta e distribuzione di cibo ai fini di solidarietà sociale", validato dal Ministero, come previsto dal Regolamento (CE) n. 852/2004 di recentissima pubblicazione. ONLUS "Mensa del Padre Nostro". La testimonianza del Presidente Adriano Broglia Signor Broglia, ci presenti la ONLUS "Mensa del Padre Nostro". Questa mensa nasce all interno della Caritas Parrocchiale della città di Castellanza nell ottobre 2008 come aiuto ad alcune famiglie disagiate. Si tratta di un piccolo gruppo di famiglie della parrocchia alle quali erano consegnati a giorni prefissati i cibi raccolti dalle mense scolastiche. Nel corso degli anni gli assistiti sono aumentati di numero a causa della crisi economica. Così un passo fondamentale è stato l iscrizione dell associazione al Registro delle Associazioni ONLUS della provincia di Varese, avvenuta nell ottobre Ho caparbiamente spinto verso questo riconoscimento perché l ho sempre considerato elemento essenziale per aprirci nuove possibilità di collaborazioni e quindi permettere all Associazione di svolgere al meglio il suo ruolo di realtà benefica sul territorio. Infatti grazie al titolo di ONLUS, potendo godere delle agevolazioni previste dalla cosiddetta Legge del buon Samaritano, si sono aperte nuove collaborazioni con realtà presenti sul territorio. Attualmente l associazione collabora per il ritiro di eccedenze alimentari con: * grande distribuzione organizzata (Il Gigante di Castellanza; Iper di Solbiate Olona; COOP Consorzio Nord Ovest); * aziende di produzione (Piatti Freschi Italia Spa, stabilimento di Marnate; GustaMi bistrot di Castellanza); * mense scolastiche/aziendali e centri cottura (Società Compass Group; mensa della Scuola elementare A. Gabelli di Marnate; mensa aziendale RMT Valvomeccanica di Solbiate Olona).

4 Le collaborazioni hanno luogo con modalità diverse in funzione degli accordi presi con i vari interlocutori; accordi che dipendono dal tipo di attività svolta dall azienda e quindi dalla tipologia di prodotto che è messo a disposizione. In alcuni casi si effettuano ritiri giornalieri o a giorni alterni, in altri casi sono stati concordati ritiri settimanali o quindicinali. Qualche dato per fotografare l attività che l associazione svolge? L associazione monitora costantemente il servizio che è offerto. I dati relativi al mese di febbraio dicono che 93 nuclei familiari si sono rivolti alla nostra mensa, di cui 50 di nazionalità italiana e 43 stranieri per un totale di 301 assistiti, di cui 195 adulti e 106 minori. Richiamo l attenzione sul fatto che il numero delle famiglie italiane supera le straniere. Abbiamo rilevato questa inversione di tendenza dall agosto 2015, con l insorgenza di sempre nuovi casi di povertà legati alla perdita di lavoro o anche a separazioni familiari per le quali, chi fornisce il sostentamento, non sempre riesce a garantirsi un tenore di vita dignitoso. Sono quattordici le nazioni rappresentate dagli stranieri e Marocco, Romania e Albania sono i Paesi di provenienza numericamente predominanti tra i frequentatori della mensa. Qualche altro numero relativo alla vostra macchina organizzativa? Premetto che tutta l attività si svolge grazie all impegno di circa cinquanta volontari. Mi piace sottolineare che se per la maggior parte sono persone in pensione, negli ultimi tempi si sono aggiunti anche giovani, studenti universitari, persone in cerca di prima occupazione e lavoratori, che hanno deciso di dedicare un pezzetto della loro giornata al volontariato. L associazione opera in locali opportunamente attrezzati che il Comune ha messo a disposizione. Si tratta di un area di circa 70 m2 dove è presente un ampio locale per lo smistamento degli alimenti provvisto di celle e frigoriferi per lo stoccaggio del deperibile, magazzino, locali di servizio (zona lavaggio, servizi igienici e spogliatoio per gli operatori, ufficio) e un area riservata alla distribuzione. L associazione ha in uso un furgone con il quale i volontari si recano presso le aziende per il ritiro dei prodotti. L abbiamo ben contrassegnato con il nostro logo: soprattutto al mattino è frequente incontrarlo in città durante i suoi numerosi trasferimenti! Indicativamente nella giornata sono coinvolte una decina di persone: * 2 persone che si occupano dei ritiri; * 2/3 persone in sede che provvedono alla divisione degli alimenti; * 3/4 persone coinvolte nella distribuzione; * 1 persona che svolge la funzione di responsabile del gruppo di lavoro. Gli operatori che prestano servizio sono tutti adeguatamente formati. L associazione, al fine di svolgere al meglio e nel rispetto della normativa vigente il proprio lavoro, avvalendosi della collaborazione del CESVOV (Centro di Servizi per il Volontariato della Provincia di Varese) ha provveduto a predisporre la documentazione relativa all autocontrollo, oltre a garantire la formazione in materia di igiene dei volontari.

5 Ci racconta della collaborazione con "Il Gigante"? La collaborazione è nata nel 2012 quanto la società Grandi Magazzini e Supermercati "Il Gigante" Spa è subentrata a Billa nella proprietà del supermercato presente a Castellanza. In questo passaggio l amministrazione comunale si è attivata per garantire il mantenimento del posto di lavoro per le persone occupate nell esercizio. Grazie al passaparola sono venuto a conoscenza del cambio di proprietà, quindi ho ritenuto opportuno proporre una collaborazione per il recupero delle eccedenze alimentari. Il rinnovamento in corso era il momento giusto, a mio avviso, per aprire le porte a progetti nuovi. E così è avvenuto. Era il 2012 e la nostra associazione non era ancora una ONLUS, quindi per permettere la realizzazione della collaborazione il Comune ha promosso un accordo tra "Il Gigante" e Banco Alimentare dove la "Mensa del Padre Nostro" risulta come fruitore di quanto definito dagli accordi. Il coinvolgimento dell interlocutore Banco Alimentare (ONLUS con il quale "Il Gigante" già collaborava) è stato in quel momento fondamentale per mettere in atto la sinergia con il punto vendita "Il Gigante" di Castellanza. Tale accordo è attualmente in vigore. Infatti nonostante il nostro riconoscimento a ONLUS del 2013, è stato ritenuto opportuno (per logiche organizzative e burocratiche) mantenere in essere questa modalità di collaborazione. Quali prodotti ritirate dal punto vendita "Il Gigante"? Tutte le mattine ritiriamo le eccedenze della giornata precedente provenienti dal banco panetteria che è la tipologia con cui siamo partiti all inizio della collaborazione nel Successivamente il ritiro si è allargato all ortofrutta, con prodotti ritirati dalla vendita ancora salubri e quindi consumabili, ma non più adeguati all esposizione sui banchi di vendita. Dall ottobre scorso l azienda ha concordato anche il ritiro di prodotti freschi tolti dalla vendita

6 perché in prossimità di scadenza. Si tratta di salumi e latticini confezionati provenienti dai banchi del libero servizio (p.e. salumi affettati, formaggi, yogurt, dessert, uova). Nel corso della collaborazione avete incontrato difficoltà? L azienda "Il Gigante" è stata, ed è, verso la nostra associazione sempre molto disponibile. I direttori del punto vendita di Castellanza con i quali mi interfaccio si sono mostrati pronti alla collaborazione. Altrettanto dico del signor Mascoli che presso la sede centrale dell azienda si occupa della gestione delle eccedenze alimentari. Grande aiuto ci è sempre stato dato dai vicedirettori, dai responsabili di reparto e dai loro addetti. Quindi se mi chiede se ci sono state difficoltà, rispondo: "No". Bene, difficoltà zero! Parliamo allora dei vantaggi: quali i principali? Pensando alle diverse realtà da cui ritiriamo eccedenze, sicuramente uno dei punti di forza della collaborazione con "Il Gigante" è la recente estensione del ritiro dei freschi. Quest ultimo passaggio è per noi un bell obiettivo raggiunto e un grande vantaggio perché ci permette di ampliare ulteriormente la gamma di alimenti offerti, aiutandoci a garantire il più possibile un equilibrio nutrizionale a beneficio di coloro che usufruiscono del nostro servizio. Reputo anche che la collaborazione con "Il Gigante" sia un bell esempio di come due realtà possano proficuamente operare a vantaggio del territorio. Il punto vendita di Castellanza ha un ubicazione peculiare: non si trova infatti in periferia, ma è posizionato nel mezzo del tessuto urbano e questo favorisce la frequentazione da parte dei castellanzesi. Le vetrofanie che da poco sono state distribuite ai nostri partner permettono di informare circa la collaborazione stretta con l associazione ed evidenziare l attenzione e il contributo concreto che l azienda pone alla lotta allo spreco alimentare. Nel caso specifico de "Il Gigante" credo che si realizzi così anche un efficace sensibilizzazione al tema nei confronti di tutta la popolazione locale. Grandi Magazzini e Supermercati "Il Gigante" Spa. La testimonianza del Responsabile nuovo ufficio riordino, Enrico Mascoli Passiamo al nostro secondo interlocutore, il signor Mascoli de "Il Gigante" Spa. Anche a lui poniamo alcune domande così da esplorare questa esperienza da un altra prospettiva, quella della GDO. Signor Mascoli, ci racconta brevemente la realtà che rappresenta? Per darvi qualche cenno della storia dell azienda vi dico che il 21 settembre 1972 il Presidente Giancarlo Panizza si unisce ad altri 29 commercianti per aprire il primo punto vendita a insegna "Il Gigante" in Viale Marelli 19 a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. I soci creano una struttura in cui la vendita di prodotti non alimentari si affianca a quella classica dell alimentare, anticipando quello che oggi è il moderno ipermercato. Nel 1973 è inaugurata la sede centrale con a fianco un centro distributivo che occupa i capannoni della gloriosa Breda-Caproni a Bresso (MI), creando così una struttura logistica assolutamente innovativa per i tempi. Ancora oggi la sede si trova a Bresso. Dal lontano 1972 a oggi il Gruppo ha portato avanti la politica di apertura di grandi superfici, centri commerciali e supermercati cittadini sviluppando la propria area di attività in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Attualmente i punti vendita sono 51 e il Gruppo dispone di due piattaforme distributive (food e non food) site nell hinterland milanese (Carpiano e Basiano). I dipendenti sono circa. Proponendo elevati standard qualitativi e di sicurezza alimentare, "Il Gigante" continua a

7 mantenere l artigianalità e le caratteristiche peculiari della produzione propria, con un attenzione particolare al territorio e al cliente che è al centro di tutte le scelte dell azienda. Qual è la sua funzione all interno dell organizzazione aziendale? Sono in azienda dal 2007 e sono Responsabile dell ufficio riordino grocery che si occupa dell'approvvigionamento a magazzino e della gestione delle scorte del settore scatolame (alimentare, chimico e cura della persona) per garantire le richieste dei negozi. Tra i miei incarichi rientra anche la gestione delle collaborazioni e dei contratti con le ONLUS per il recupero delle eccedenze alimentari. Ci può spiegare come "Il Gigante" si impegna contro lo spreco alimentare? Quello del recupero delle eccedenze alimentari provenienti dai negozi è un progetto che ha avuto inizio nel 2010, su volontà della proprietà sempre attenta a evitare gli sprechi alimentari, inizialmente con il coinvolgimento di cinque negozi (a Sesto San Giovanni i punti vendita di "Vulcano" Centro Commerciale, di Via Grandi, di Via Marelli e di Via Monti; a Piacenza il punto vendita di Rottofreno). Di anno in anno abbiamo coinvolto un numero sempre maggiore di punti vendita e quest anno attiveremo il progetto sugli ultimi tre negozi della catena (il punto vendita di Torino corso Mortara, a Dormelletto in provincia di Novara e a Manta di Saluzzo in provincia di Cuneo). I dati degli ultimi sei mesi vedono un recupero del 19,5 % della merce invendibile e donata alle ONLUS per il loro riutilizzo. Abbiamo raccolto la testimonianza del presidente della "Mensa del Padre Nostro" di Castellanza. Ora anche a lei chiediamo di raccontarci di questa esperienza.

8 Il negozio di Castellanza è stato attivato nel In seguito ad una richiesta di collaborazione da parte della Caritas (Parrocchia S. Giulio), e con la collaborazione dell Ufficio Servizi Sociali del Comune, è stato sottoscritto un accordo con il Banco Alimentare della Lombardia "Danilo Fossati" ONLUS per il ritiro delle eccedenze alimentari. Tale accordo è volto al recupero e riutilizzo a fini benefici dei prodotti che per le ragioni più varie rimangono invenduti, pur essendo perfettamente salubri. I beni ceduti sono quelli dei reparti freschi ovvero panificati, frutta e verdura e salumi/latticini a libero servizio e negli ultimi sei mesi sono stati ceduti gratuitamente beni per un totale di 19 tonnellate (265 tonnellate è il dato complessivo, a livello di catena, relativo allo stesso periodo). Le eccedenze per l azienda sono un costo (in quanto mancato profitto) è quindi si tende a ridurle al massimo. Esistono però modelli di consumo a cui ci siamo abituati, che in parte impediscono di scendere sotto determinati numeri di recupero: se vogliamo far trovare al nostro cliente alle nove di sera la stessa freschezza e varietà che troviamo nei banchi di vendita al mattino, dobbiamo mettere in conto qualche perdita. Esistono vantaggi per la GDO? Per questa, come per tutte le altre collaborazioni con Associazioni caritatevoli, non c è un ritorno economico neppure a livello di sgravi o incentivi fiscali, ma rimane traccia - attraverso gli atti notori delle ONLUS - della destinazione della merce. Pure a livello di smaltimento rifiuti attualmente non ci sono agevolazioni in tal senso. Anche se regalo e la mia merce non va più in discarica, non sono previsti sconti sulla tassa dei rifiuti. Rimane comunque la soddisfazione, anche da parte degli addetti dei nostri punti vendita, per l aiuto concreto dato alle persone e alle famiglie bisognose. E la soddisfazione e il coinvolgimento sono maggiori quando la collaborazione è con associazioni presenti e vicine al territorio e alla

9 popolazione locale, come appunto accade nel caso di Castellanza e della "Mensa del Padre Nostro". Anche a lei chiediamo: quali le difficoltà incontrate? Una difficoltà iniziale è stata gestire questa nuova procedura manualmente con il conseguente dispendio di ore dei nostri addetti per compilare i documenti necessari (es. bolle, controllo atti notori ecc.). Ma oggi, grazie all informatizzazione di questa procedura aziendale, tale difficoltà è stata completamente superata. Si ringraziano la ONLUS "Mensa del Padre Nostro" e Grandi Magazzini e Supermercati "Il Gigante" Spa in particolare nelle persone di Adriano Broglia ed Enrico Mascoli per la disponibilità e il prezioso contributo alla realizzazione di questo articolo.

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