Sicurezza alimentare e limitazione degli sprechi: sfida impegnativa per le imprese, cambiamento di mentalità per il consumatore

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1 Sicurezza alimentare e limitazione degli sprechi: sfida impegnativa per le imprese, cambiamento di mentalità per il consumatore Clelia Lombardi Laboratorio Chimico Camera di Commercio Torino

2 Due definizioni di sicurezza alimentare Sicurezza alimentare: la garanzia che l alimento non provocherà un danno al consumatore, se preparato/consumato secondo l uso previsto. Codex Alimentarius- CAC/RCP rev.3 (1997) Il Parlamento europeo afferma che la sicurezza alimentare è un diritto fondamentale dell umanità che si concretizza attraverso la disponibilità, l accessibilità, l utilizzo e la stabilità nel tempo di un alimentazione sana, sufficiente, adeguata e nutriente. Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'ue

3 Capire le cause per prevenire il problema E stato stimato che attualmente più del 30% della produzione totale destinata al consumo umano viene sprecata, a causa di: Perdite lungo la filiera alimentare - l allungamento della filiera crea maggiori sprechi - al posto di alimenti a base amidacea si tende a privilegiare maggiormente, rispetto a un tempo, la carne, il pesce e i prodotti freschi (più deperibili) Scarti di produzione Scarti domestici

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6 Primo problema: poca consapevolezza I diversi attori della filiera, ed in particolare il consumatore, spesso hanno scarsa consapevolezza dell entità degli sprechi che ciascuno produce e del loro impatto ambientale e sociale

7 Ma perché il consumatore è così poco attento? In Italia l incidenza della spesa alimentare sul reddito medio familiare è passata dal 30% nel 1970 al 12% circa nel Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'ue

8 Anche la sovralimentazione è spreco? Nei Paesi sviluppati il consumo alimentare medio va ben oltre il fabbisogno calorico raccomandato Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'ue

9 Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'ue confusione dei consumatori, mancanza di comprensione o errata interpretazione date scadenza invito agli stati membri e all industria alimentare ad attuare campagne di informazione per motivi di sicurezza legale, i produttori di alimenti sono particolarmente prudenti nello stabilire la data di conservazione minima

10 Regolamento CE 2073/2005

11 DATA DI SCADENZA Prodotti preconfezionati rapidamente deperibili dal punto di vista microbiologico e che possono costituire, dopo breve tempo, un pericolo per la salute umana DA CONSUMARSI ENTRO giorno/mese/ eventualmente anno Comporta l indicazione delle condizioni di conservazione

12 DATA DI SCADENZA Se è superata, il prodotto potrebbe non essere più sicuro.. Se è superata, il prodotto non può essere venduto e vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione Gli alimenti possono essere contaminati da batteri patogeni, che non modificano le caratteristiche organolettiche - sensoriali dell alimento

13 TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE è la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO

14 Molti consumatori non conoscono la differenza tra TMC e data di scadenza Come è influenzata questa decisione dalla crisi economica?

15 CAUSE DI SPRECO NEL SETTORE DELLA TRASFORMAZIONE e TRASPORTO In alcuni casi il trasporto può pregiudicare la qualità del prodotto, che non supera le verifiche effettuate al ricevimento merci e quindi non entra nel processo produttivo rispetto della catena del freddo Se la materia prima deperibile rimane in attesa di lavorazione per tempi eccessivi, si altera e quindi viene scartata ottimizzazione della logistica Per molti prodotti si utilizza solo una parte della materia prima Alcuni prodotti ortofrutticoli devono avere un determinato aspetto (dimensioni/forma) per essere commercializzati destinazione ad altro uso Difetti o danni del packaging (anche minimi o comunque tali da non compromettere la sicurezza del prodotto) rendono impresentabile il prodotto finito, che quindi non viene commercializzato rilavorazione

16 CAUSE DI SPRECO NEL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE previsioni errate della domanda di prodotti alimentari, che determinano quantitativi consistenti di merce invenduta entro la scadenza di consumo o entro il suo naturale deperimento interruzioni della catena del freddo danni sul prodotto (o sul packaging) in fase di trasporto e stoccaggio scarsa formazione degli addetti alle vendite sulla rotazione delle scorte tendenza dei consumatori a selezionare in fase di acquisto i prodotti alimentari con maggior vita residua alcuni tipi di accordi contrattuali tra fornitori e distributori (sistemi take back) operazioni di marketing (es. 3x2), che determinano lo spostamento del rischio di spreco dalla distribuzione al consumatore finale per motivi di immagine e di qualità del servizio, in genere la distribuzione fissa un termine di vendibilità che porta al ritiro dalla vendita con un certo anticipo rispetto alla data di scadenza/tmc; si stanno diffondendo però le iniziative promozionali legate a sconti su prodotti prossimi alla scadenza

17 CAUSE DI SPRECO NEL SETTORE RISTORAZIONE quantità eccessiva delle porzioni di cibo servito quantità standard delle porzioni difficile pianificazione degli acquisti (incertezza sul numero di clienti) scarsa diffusione delle pratiche che consentono ai clienti di portare a casa gli avanzi del proprio pasto

18 CAUSE DI SPRECO DOMESTICO scarsa o errata pianificazione degli acquisti, che induce ad acquistare alimenti in eccesso preparazione e cottura di quantità eccessive di cibo non corretta conservazione del cibo e scarsa attenzione alle indicazioni riportate sulle etichette scarsa conoscenza di metodi per la corretta conservazione (es.contenitori non adeguati, temperature non idonee ) scarsa conoscenza dei metodi per ridurre gli sprechi (ad esempio, come utilizzare in modo alternativo gli avanzi dei pasti o come creare piatti con gli ingredienti disponibili)

19 Garantire la sicurezza alimentare e prevenire lo spreco non sono obiettivi in contrasto Se in qualsiasi fase della filiera (compreso il consumatore finale) non si rispettano le buone pratiche igieniche, indispensabili per la sicurezza dell'alimento, vi sono maggiori probabilità che il prodotto si alteri PRIMA della scadenza.

20 Le prospettive 1. Ridurre le perdite e gli sprechi Sviluppare accordi all interno della filiera alimentare (produzione-trasformazione-distribuzione) per migliorare la logistica (equilibrio domanda/offerta) 2. Recuperare\riutilizzare gli avanzi (es. distribuzione a enti caritativi, utilizzo nell industria mangimi) 3. Riutilizzare i prodotti invenduti ( resi ) per la rilavorazione nell'industria alimentare

21 La rilavorazione Alimenti alterati o con data di scadenza superata: mangimi o altri usi industriali (è esclusa la destinazione al consumo umano) Alimenti con TMC superato o non vendibili per motivi commerciali: rilavorazione e nuova commercializzazione

22 DM 25 luglio 2011 ALLEGATO 1 Piano d azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione ovvero Piano d Azione Nazionale sul Green Public Procurement (PANGPP) CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE COLLETTIVA E LA FORNITURA DI DERRATE ALIMENTARI Destinazione del cibo non somministrato Si prevede la possibilità di assegnare dei punteggi all offerente che si impegna a recuperare il cibo non somministrato e a destinarlo ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, in linea con la ratio della Legge 155/2003 recante Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale" Rapporto sui cibi somministrati e sulla gestione delle eccedenze alimentari..... Dovrà dichiarare inoltre la quantità approssimativa di prodotti alimentari non consumati nel corso del periodo e le misure intraprese per ridurre tali quantità

23 Da dove iniziare, nella vita di tutti i giorni? acquistare in base alle proprie previsioni di consumo e non seguendo altri criteri acquistare e cucinare in relazione ai propri fabbisogni nutrizionali controllare le date di scadenza mettendo in evidenza i prodotti che stanno per scadere (rotazione scorte) conservare il cibo in modo corretto, in particolare controllare che il frigorifero mantenga la giusta temperatura imparare a cucinare con gli avanzi servire porzioni adeguate riducendo gli avanzi nel piatto utilizzare contenitori adeguati (sia per gli avanzi, sia per prodotti che non sono più nella loro confezione originale) se si prevede di non utilizzare rapidamente il prodotto avanzato, raffreddarlo velocemente e congelarlo condividere con gli amici/i vicini/i colleghi..

24 Grazie per l attenzione! clelia.lombardi@lab-to.camcom.it

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