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1 L abc della ragioneria Istruzioni per l uso: il contenuto delle parentesi va studiato come il resto; solo dopo averle comprese, potete saltarle e rendere così più scorrevole il testo. Rassegnatevi: a non essere oggetto di domanda nelle verifiche saranno solo le eventuali parti scritte in carattere verde; tutto il resto, qualsiasi sia il colore e la dimensione del carattere, ai fini della valutazione va prima di tutto compreso e poi possibilmente imparato. 1) Gestire l azienda. 1.1) Premessa pag ) Nulla si può governare senza informazioni pag ) Dati di stock e dati di flusso pag. 2 2) Il Patrimonio lordo, i debiti e il patrimonio netto. 2.1) Il patrimonio lordo pag ) I debiti pag ) Il patrimonio (o capitale) netto pag. 6 3) L utile (o la perdita) e il capitale netto. pag. 7 4) Il reddito come confronto fra produzione e distruzione: il conto economico pag. 8 5) Approfondimenti su reddito e capitale netto. pag. 14 6) La funzione della contabilità. pag. 18 7) Le regole di registrazione in partita doppia. 6.1) Il conto pag ) I conti patrimoniali pag ) I conti di reddito pag ) Le tre regole pag ) I tre trucchi pag. 23 0

2 1) Gestire l azienda. 1.1) Premessa. Tutti gli esseri umani per vivere devono agire, e lo fanno indossando l abito della azienda (parola che non a caso deriva dal latino facenda, cioè cosa da fare), di produzione o di erogazione che sia (e secondo me è il caso che tu ridia un occhio agli appunti Attività umana, beni, aziende, produzione e consumo ). Per agire occorre prendere decisioni, e ogni azienda, poiché opera continuamente, è quindi impegnata in una incessante attività decisionale. Questo vale sia per le aziende di erogazione (come la famiglia o lo stato italiano) sia per quelle di produzione (come il caldarrostaio o la Apple). Queste pagine le ho scritte riferendomi alle aziende di produzione, ma la gran parte dei concetti che vi appaiono sono applicabili anche a quelle di erogazione Per chi non avesse ancora digerito gli appunti Attività umana, beni, aziende, produzione e consumo dell anno scorso, ricordo la definizione di azienda che là indicai come quella che massimizza il rapporto efficacia / lunghezza (anche se non sono sicuro sia la migliore in assoluto): organismo che utilizza beni e lavoro per produrre qualcosa che soddisfa esigenze umane. 1.2) Nulla si può governare senza informazioni. Dovendo prendere tantissime decisioni, tutte le aziende [sia quelle di erogazione (a partecipazione volontaria) come la Famiglia Rossi e la Casa di Carità S. Girolamo, sia le aziende di erogazione (a partecipazione obbligatoria) come lo stato italiano e il comune di Reggio Emilia, sia le aziende di produzione (a partecipazione volontaria e di proprietà privata) come Max Mara S.p.A. e Esselunga S.p.A. sia, infine, le aziende di produzione (a partecipazione volontaria e di proprietà pubblica) come l Enia-Iren S.p.A. e le Farmacie Comunali Riunite S.p.A. ] sono tutte accomunate, oltre che dal fatto che producono beni utilizzando lavoro e altri beni, da una stessa necessità: avere informazioni. Per prendere decisioni più corrette, infatti, occorre conoscere, avere informazioni, cioè dati. Questo vale per qualsiasi iniziativa si voglia realizzare: una vacanza in Grecia (quanto costa il volo e il noleggio auto? Quanto invece il traghetto? E il bed & breakfast o la mezza pensione? Quali sono i possibili orari di imbarco? Ci sono posti liberi in quel campeggio? ecc.), una focaccia cumulativa ai primi di giugno alla piscina di Baiso (prezzo di ingresso, eventuali sconti comitive, biglietto dell autobus, coincidenze per rientrare a casa in orario normale ecc.), la distribuzione di gnocco, pizze e panini a scuola (quali sono i costi di acquisto e i prezzi di vendita, quali le preferenze degli studenti, quante le tasse da pagare, quanto il consumo di benzina, quanto la paga dei dipendenti ecc.), o la conquista di una quota del 10% del mercato del cibo per gatti in Gran Bretagna (quante sono le vendite complessive attuali, quante di queste sono nei supermercati e quanti nel dettaglio specializzato, quanto pesano i vari marchi della distribuzione ecc.). Quando la realtà che si vuole conoscere è semplice, allora poche saranno le informazioni necessarie e semplice potrà essere anche il sistema di raccolta dei dati. Ad esempio: per decidere se studiare o no storia ti è sufficiente sapere quanti tuoi compagni non hanno ancora il voto e se l Aleotti ha fissato una verifica scritta, tutte informazioni che non hai difficoltà a trovare se solo scrivi puntualmente e in modo ordinato sul diario le principali vicende scolastiche. Oppure: se vuoi informazioni sul campionato di calcio per decidere come compilare la schedina, è sufficiente che ogni settimana annoti i risultati delle partite, l elenco dei giocatori infortunati e squalificati e tenga conto dei punti accumulati dalle varie squadre. Tutto semplice, tanto che ci riescono perfino i giornalisti. Quando invece la realtà da conoscere è estesa, varia e complessa come lo è quella di un azienda di produzione che non abbia dimensioni microscopiche (= piccolissime), più complesso e sofisticato dovrà essere il metodo di annotazione dei fatti che accadono se si vogliono avere dati sufficienti per decidere correttamente. 1

3 La ragioneria è la disciplina che insegna a ricavare una parte rilevante delle informazioni necessarie per conoscere e quindi gestire (guidare, prendere decisioni informate e perciò migliori) una azienda, e il metodo di annotazione dei fatti che coinvolgono l azienda utilizzato dalla ragioneria è chiamato partita doppia (il motivo di questo nome lo si intuirà solo in seguito). Seppure perfezionatosi nel tempo, il metodo della partita doppia che si utilizza per registrare i fatti aziendali è in uso ormai da alcuni secoli e non c è nessuna speranza che da qui a qualche mese possa essere semplificato o reso più divertente, perciò rassegnatevi. 1.3) Dati di stock e dati di flusso. In economia (ma non solo) le grandezze che si possono misurare con riferimento a un istante (cioè quelle che si fotografano ) sono dette variabili (o dati) di stock (esempi di dati di stock sono il denaro in cassa, il numero dei dipendenti, il valore delle scorte, i residenti in Italia ecc.). E la stessa cosa che si può dire per la quantità d acqua presente in una vasca: per sapere quanta ce n è in questo momento, la misuro e posso dire: adesso nella vasca ci sono 120 litri; se però un rubinetto è aperto o il tappo perde, la quantità d acqua presente nella vasca varia in ogni istante. Sempre in economia (ma non solo) le grandezze che si riferiscono a un periodo (a un intervallo di tempo, cioè quelle che si filmano ) sono definite variabili (o dati) di flusso (esempi di dati di flusso sono l output (il valore della produzione), gli input (il valore dei fattori produttivi), i ricavi di vendita, il P.I.L., il numero annuo di assunzioni, il consumo di benzina, gli arrivi di immigrati ecc.). E la stessa cosa che si può dire per un flusso d acqua: dire che un rubinetto butta 10 litri significa nulla, in quanto occorre riferire la quantità a un periodo di tempo: con 10 litri al secondo allagate la casa, con 10 litri l ora non vi lavate nemmeno i denti. Quando descriviamo un fenomeno per mezzo di un dato di stock è come se di quel fenomeno stessimo facendo vedere una fotografia, nel senso che quel dato rappresenta la quantità esistente in quel momento, quantità che si è accumulata nel passato a causa di tutte le vicende capitate dall inizio fino a quell istante, l istante in cui la foto è stata scattata. Se dico che a Natale pesavo 76 chili, quel dato è il risultato finale di tutti i miei acquisti di peso e i miei dimagrimenti da quando sono nato fino al Natale del E la fotografia del mio peso scattata il Quando descriviamo un fenomeno per mezzo di un dato di flusso è come se di quel fenomeno stessimo facendo vedere un filmato, nel senso che quel dato evidenzia come quel fenomeno è variato in un certo periodo, il periodo in relazione al quale è espresso il dato. Se il 21 settembre dico che il mio cane negli ultimi tre mesi è dimagrito di 5 chili, sto rappresentando quello che è successo al peso del cane durante l estate, come se facessi vedere in un film le vicende relative al peso di Frey (= nome del mio cane, ma poiché è un pastore tedesco si pronuncia Frai). Chiarito questo, vi resta da interiorizzare che il patrimonio è un dato di stock, mentre il reddito è un dato di flusso. Il concetto è semplice e piuttosto intuitivo: - se venite a sapere che Pinco oggi ha 10 milioni di euro depositati in banca e nessun debito, siete sì certi che Pinco è ricco, ma non sapete quanto guadagna: potrebbe guadagnare molto come anche quasi nulla, e magari vive mangiandosi i suoi risparmi; - se scoprite che Pallino guadagna al mese, siete sì certi che ha un ottimo reddito, ma non sapete nulla sulla sua ricchezza: potrebbe possedere tre ville e 10 milioni in contanti come avere solo debiti perché vive in un albergo di lusso e spende più di quanto guadagna. 2

4 2) Patrimonio, debiti e capitale netto. Di erogazione o di produzione che sia (d ora in avanti, comunque e come ho già detto, mi riferirò a quella di produzione, anche se quasi tutto ciò che scrivo va bene anche per le aziende di erogazione), l azienda, per svolgere la sua attività, deve comunque utilizzare, oltre al lavoro di qualcuno, anche dei beni. 2.1) Il patrimonio lordo. Per patrimonio (o capitale o attivo) lordo aziendale si intende sia l insieme dei beni di cui l azienda ha la proprietà, sia il loro valore complessivo. Babbo Natale non esiste, e nemmeno la Befana. Ecco perché solitamente per avere un bene occorre comprarlo, e per comprarlo: 1. o si usa ricchezza propria i ragionieri direbbero mezzi propri o capitale proprio, 2. o si usa ricchezza altrui, ad esempio soldi avuti in prestito, cioè debiti per i ragionieri capitale di terzi (i terzi essendo gli altri rispetto a noi). I mezzi propri e i debiti hanno una cosa in comune: la funzione (= lo scopo), cioè servono per la stessa cosa, acquisire ciò di cui necessita l azienda. Il capitale proprio e il capitale di terzi (cioè i debiti) sono quindi entrambi fonti di finanziamento, le sorgenti da cui l azienda attinge per entrare in possesso dei beni necessari per operare. Da quel che si è appena detto risulta allora che, inevitabilmente, vi è sempre coincidenza fra il patrimonio lordo (l intero attivo aziendale) e le fonti di finanziamento (capitale proprio e capitale di terzi) che hanno reso possibile la sua acquisizione (cioè l acquisizione dei beni che compongono il patrimonio lordo). Le fonti di finanziamento, repetita iuvant (= giova, è utile ripetere), si distinguono quindi fra debiti (detti anche passività o capitale di terzi, cioè altrui) e capitale o patrimonio proprio o netto. Così, se in un certo momento il patrimonio lordo di un azienda è 1.000, allora necessariamente la somma dei suoi debiti e del capitale netto sarà Qui sotto potete vedere uno schema frequentemente usato per descrivere la struttura del patrimonio di una azienda in un certo momento. Situazione patrimoniale dell azienda Pinca Pallina alla mezzanotte del 19/9/2012 ATTIVO (o patrimonio lordo o impieghi) FONTI di FINANZIAMENTO Immobili x j Capitale proprio (o capitale netto) (o passivo o patrimonio netto) Attrezzature y Scorte w h Capitale di terzi (debiti) Crediti z Liquidità k Totale impieghi (o attivo) Totale fonti di finanziamento (o patrimonio lordo o capitale investito) (o totale passivo e netto) Nella prossima pagina, invece, vi riporto la situazione patrimoniale al 31/12/2009 e quella più recente al 30/6/2013 dichiarata da Telecom Italia S.p.A., azienda nota anche a voi e tra le più grosse d Italia (anche come numero di dipendenti: ne ha circa , di cui i 2/3 in Italia e quasi all estero). 3

5 I dati che leggete nei due prospetti sono espressi in milioni di euro, perciò il dato del totale attivo (leggibile, nell ultima riga del primo prospetto in ) e del capitale netto (27.120) e dei debiti (complessivamente di ) ci dicono che il valore dei beni di proprietà della Telecom alle ore 24 del 31 dicembre 2009 era pari a oltre 86 miliardi di euro e che la Telecom questi beni li aveva ottenuti facendo debiti per oltre 59 miliardi e utilizzando un patrimonio proprio di oltre 27 miliardi di euro. Situazione patrimoniale dell azienda Telecom al 31/12/2009 (dati in milioni di euro) ATTIVO (o patrimonio lordo o impieghi) FONTI di FINANZIAMENTO Immobilizzazioni immateriali Patrimonio netto (o capitale netto ecc.) (di cui utile dell anno 2009) Immobilizzazioni materiali Altre immobilizzazioni Scorte Debiti a lunga scadenza Crediti a breve v/clienti Debiti a breve v/fornitori Altro attivo a breve Altri debiti a breve scad. Disponibilità liquide Totale attivo Totale passivo e netto (o totale impieghi ecc.) (o totale fonti di finanziamento) Situazione patrimoniale dell azienda Telecom al 30/6/2013 (dati in milioni di euro) ATTIVO (o patrimonio lordo o impieghi) FONTI di FINANZIAMENTO Immobilizzazioni immateriali Patrimonio netto (o capitale netto ecc.) (al netto della perdita dell ultimo anno) Immobilizzazioni materiali Altre immobilizzazioni Scorte Debiti a lunga scadenza Crediti a breve v/clienti Debiti a breve v/fornitori Altro attivo a breve Debiti finanziari a breve scad. Disponibilità liquide Debiti per imposte sul reddito Totale attivo Totale passivo e netto (o totale impieghi ecc.) (o totale fonti di finanziamento) Confrontando la situazione patrimoniale (la fotografia) della Telecom a fine 2009 con quella a metà 2013 si nota che negli ultimi tre anni e mezzo questi valori sono tutti diminuiti (di circa 15,1 miliardi l attivo, 8,5 i debiti e di oltre 6,6 miliardi il capitale netto). Col tempo comprenderete il significato delle varie voci; già conoscete quello di totale attivo, ora chiariamo il significato di debiti e poi di capitale netto. Vi anticipo subito che, diversamente da quello di debito, il concetto di capitale netto è tutt altro che semplice, tanto è vero che quasi nessun magistrato lo comprende, nemmeno quelli che indagano ed emettono sentenze sulla veridicità del capitale netto dichiarato in bilancio dall imprenditore (e in questo modo non di rado condannano degli innocenti e assolvono dei colpevoli di reati finanziari; meglio sarebbe se adottassero il sistema dell immortale giudice Brigliadoca (Francois Rabelais ( ) Gargantua e Pantagruele, cap. XXXIX)). 4

6 2.2) I debiti. Un debito è un impegno (quasi sempre ad effettuare il versamento di una certa somma di denaro) da assolvere (= da adempiere, da onorare, da svolgere) entro una certa scadenza. Un debito può derivare: 1) da una precedente entrata di denaro: una banca, uno strozzino o un qualche altro finanziatore ha prestato quella somma all azienda. In questo caso il debito viene detto di finanziamento. I debiti di finanziamento, quindi, nascono e muoiono nello stesso modo, attraverso un movimento di denaro (salvo, ovviamente, il caso del debito che non viene rimborsato per insolvenza del debitore: in questo caso il debito muore lo stesso, ma di malattia). 2) da un precedente acquisto di fattori produttivi: il fornitore ha consegnato il bene o prestato il servizio e l azienda acquirente (= che ha comprato) si è impegnata a pagare più avanti nel tempo, magari dopo tre mesi (magari non sarebbe male se tu dessi una riguardata agli appunti Proprietà, compravendita e I.V.A. sempre dell anno scorso). In quest altro caso il debito viene detto di fornitura, o di regolamento o, ma è sempre la stessa cosa, debito di funzionamento. 2.3) Il patrimonio netto (o anche capitale netto ). Meno intuitivo del concetto di debito è quello di capitale proprio o capitale netto che, come ho già detto, è la sola altra possibile fonte di finanziamento di ogni azienda. Per comprendere cos è il capitale netto è quindi necessario un impegno non superficiale, altrimenti nelle verifiche rischiate di fare come i magistrati nei processi e nelle sentenze che riguardano i bilanci aziendali: dire e scrivere cose senza senso. Il capitale netto o, ripeto, capitale proprio o anche semplicemente il "netto" può essere definito con due sistemi diversi: 1) attraverso una differenza; 2) con una somma. 1) Per quello che si è già detto è ovvio che il valore del capitale proprio di un'azienda in un certo istante è dato dalla differenza fra il suo patrimonio lordo (o totale attivo, cioè - come già sappiamo - il valore dei beni di cui l azienda è proprietaria) meno i suoi debiti (cioè il valore del capitale di terzi che stanno finanziando l'azienda). Questa definizione è certamente corretta, ma non contribuisce un gran che a far capire come il capitale netto si forma, né da dove deriva o da cosa è costituito. 2) Il capitale netto in un certo istante (= in un certo momento) della vita dell'azienda è determinabile anche come somma: è la sommatoria degli apporti e degli utili prodotti, al netto dei prelievi e delle perdite subite, dalla nascita dell azienda fino a quell'istante. Non mi aspetto che tale definizione sia immediatamente comprensibile: è evidente infatti che, se si vuole afferrarne il senso, è necessario avere chiari i significati di apporto e di prelievo, di utile e di perdita, ma anche il collegamento fra l utile (o la perdita) e lo stesso capitale netto. Cominciamo quindi col chiarire in poche righe i significati di apporto e di prelievo. 5

7 Per quanto riguarda gli apporti, possiamo cavarcela dicendo che sono trasferimenti a titolo gratuito (e quindi non in conseguenza di una compravendita) di beni (e in genere si tratta di denaro, ma possono essere anche beni "in natura", come un edificio o una gru) dal patrimonio personale dell imprenditore o dei soci al patrimonio dell azienda, trasferimenti che possono essere effettuati sia alla nascita dell impresa che durante la sua vita. I prelievi, invece, sono esattamente il contrario, in quanto sono trasferimenti di beni (e anche in questo caso si tratterà più spesso di denaro, ma potrebbero essere anche beni in natura come ad esempio un vecchio computer dell ufficio amministrativo che l imprenditore si porta a casa per darlo alla figlia affinché si eserciti all uso di excel) estratti dal patrimonio dell impresa per finire nel patrimonio personale dell imprenditore o dei soci ed essere da loro utilizzati per fini familiari; spesso i prelievi vengono definiti anche spese extra-gestione. Per cercare di chiarire i concetti di utile e di perdita e il loro collegamento con il capitale netto, occorrono invece maggiori sforzi (quegli sforzi di comprensione che in genere molti magistrati non fanno convinti come spesso sono di essere onniscienti): le prossime cinque pagine hanno tale scopo. 3) L utile (o la perdita) e il capitale netto. Cominciamo da un esempio: un azienda ceramica alle sette del mattino del 20 settembre ha questa situazione patrimoniale: Situazione patrimoniale Ceramica Fantasiosa alle ore 7 del mattino del 20/9/2013 valori attivi (impieghi) fonti di finanziamento (passivo e netto) fabbricati debiti v/fornitori macchinari e attrezzature debiti v/banche scorte di caolino debiti v/dipendenti scorte di piastrelle - crediti v/clienti cassa capitale netto totale impieghi totale fonti di finanziamento poi nelle successive cinque ore, dalle 7 alle 12, produce delle piastrelle utilizzando di caolino, di gas metano, il lavoro di 100 dipendenti a 20 l ora e macchinari e attrezzature il cui valore, per effetto dell usura, diminuisce di ; a mezzogiorno, infine, consegna a un cliente le piastrelle prodotte in mattinata per che dovranno essere pagati dopo 90 giorni. 6

8 Vediamo ora, supponendo che questi siano gli unici fattori produttivi utilizzati e le uniche operazioni effettuate in quelle 5 ore, quale sarà 1) la situazione patrimoniale a mezzogiorno; 2) l utile (il reddito, il guadagno) ottenuto nel periodo (quello che va dalle 7 del mattino al mezzogiorno del 20 settembre). Risposte: 1) Situazione patrimoniale alle ore del 20 settembre valori attivi (impieghi) fonti di finanziamento fabbricati debiti v/fornitori macchinari e attrezzature debiti v/banche scorte di caolino debiti v/dipendenti scorte di piastrelle - crediti v/clienti cassa capitale netto totale impieghi totale fonti 2) Utile (reddito, guadagno, profitto) ottenuto durante la mattina del 20 settembre ( x5x ) = valore della produzione - valore dei fattori produttivi consumati = utile (o reddito) ricavi meno costi uguale guadagno Il maggior valore di ciò che l azienda ha prodotto (le piastrelle) rispetto al valore di quanto ha consumato nel periodo (metano, caolino, lavoro, macchinari e attrezzature) ha provocato un aumento di pari importo nel capitale netto, cioè un arricchimento dell azienda, e quindi indirettamente anche del suo (o dei suoi, se l azienda è di proprietà di vari soci ) proprietari. I ragionieri dicono che, in quel periodo di tempo, l azienda ha prodotto utili (o un reddito positivo) per euro. L incremento del capitale proprio da a euro verificatosi quella mattina euro è stato originato dall attività della azienda che, essendo efficiente, ha creato dal nulla di nuova ricchezza, avendo prodotto beni (le piastrelle) che valgono utilizzando solo di risorse (le materie prime, il lavoro, il consumo delle macchine). Ma i di capitale netto in più non si trovano in un determinato (= in un particolare) bene di cui l azienda ha la disponibilità; non si trovano certamente in cassa o in banca (infatti nulla è successo quella mattina alla cassa e al c/c bancario): in realtà i di valore creato dal nulla sono nascosti nella differenza positiva fra l incremento dell attivo ( = ) e l aumento dei debiti ( = ), variazione originata dai fatti accaduti in quelle 5 ore. E infatti fa L azienda ha incrementato (= aumentato) da sé la propria ricchezza, la fonte di finanziamento capitale proprio : in questo senso si dice che l utile, facendo aumentare il capitale proprio (o capitale netto), autofinanzia l azienda. 7

9 Se l imprenditore, soddisfatto per come stavano andando le cose nella mattinata ed eccitato per l abbigliamento della giovane segretaria, prima di mezzogiorno le avesse regalato un anello di diamanti pagandolo con euro presi dal conto corrente della ditta, allora avrebbe effettuato, come già sappiamo, un "prelievo" (o "spesa extra-gestione"). I debiti bancari sarebbero così diventati ( ) e il capitale netto aziendale sarebbe aumentato, in quella mattinata, non più di ma di soli euro, diventando di soli (e non come sarebbe successo nel caso la segretaria fosse stata anziana). Attenzione: l utile sarebbe rimasto quello di prima ( ), perché l azienda quel valore aggiuntivo l ha comunque creato, ma il capitale netto sarebbe aumentato di in meno per effetto del prelievo fatto ai danni dell azienda e a favore della segretaria (e, presumibilmente o almeno nelle sue intenzioni, in via indiretta anche a beneficio dell imprenditore). Si può notare, quindi, come i prelievi di beni dall impresa per fini extra-aziendali provochino una corrispondente diminuzione del capitale netto, per cui se in un certo periodo, a fronte di un utile prodotto di X, si hanno prelievi di beni per scopi extra-aziendali per un valore di Y, allora il capitale netto, in quel periodo, si modificherà per un importo pari a X Y. Più in generale è possibile affermare questa uguaglianza: dato un certo periodo di tempo (ad esempio dal 1/1/2013 al 31/12/2013) il capitale netto esistente alla fine del periodo (al 31/12/2013) è sempre pari al capitale netto iniziale (cioè quello al 1/1/2013) più l'utile guadagnato (o meno la perdita subita) nel periodo (cioè, sempre nell esempio, l'anno 2013), più eventuali apporti effettuati nel periodo e meno eventuali prelievi fatti sempre nel periodo. 4) Il reddito come confronto fra produzione e distruzione: il conto economico Dal 1.4.1) dei soliti appunti Beni, aziende, economia, scambi ecc. dovreste avere imparato che la produzione è tutto ciò che aumenta il valore dei beni disponibili sulla terra e utili a soddisfare, direttamente (nel caso di produzione di beni di consumo) o indirettamente (se si producono beni di produzione), i bisogni. Voglio che vi soffermiate ancora a riflettere sul fatto che, seppure sia innegabile che i fattori della produzione siano il lavoro e i beni, il valore dei beni prodotti cioè la loro capacità di soddisfare bisogni non proviene però totalmente dal valore dei beni distrutti e del lavoro impiegato: se l azienda è efficiente, infatti, una parte del valore di ciò che ha prodotto semplicemente prima non esisteva ed è quindi stato creato al suo interno. Se così non fosse, se il valore non si creasse ma fosse solo possibile assorbirlo dai fattori produttivi per trasferirlo in una produzione di pari valore, allora non si spiegherebbe perché un tempo sulla terra eravamo pochi milioni quasi tutti poveri e affamati mentre ora siamo sette miliardi e quasi tutti opulenti e sazi. Nella prossima pagina vi riscrivo gli stessi concetti già visti nell esempio della ceramica. Lo faccio non perché sia rincretinito, ma per esercitarvi nella comprensione di testi scritti senza l aiuto della concretezza offerta dagli esempi (testi che, fra l altro, vi capiteranno spesso se affronterete studi 8

10 universitari). Voi sforzatevi di abbinare quanto leggerete qui con quello che ho scritto nell esempio della ceramica nelle due pagine precedenti. L attività aziendale di produzione, quando è efficiente, ottiene beni per 100 distruggendone altri che, però, valgono 100 X, in cui X è il numero positivo che misura la creazione di valore. Il valore (X ) che l azienda efficiente crea con la sua attività si inserisce nel suo patrimonio e, a meno che non le sia prelevato per utilizzarlo a scopi extra-aziendali, l arricchisce. Dalla situazione patrimoniale dell azienda non si riesce però a comprendere come questi X di valore siano stati prodotti; anzi, poiché la situazione patrimoniale si riferisce a un certo istante, e poiché nell istante nulla cambia e quindi anche nulla si produce, una singola situazione patrimoniale non può nemmeno informare se l azienda è efficiente (cioè produce ricchezza) o inefficiente (cioè distrugge ricchezza). Per avere questa informazione io devo confrontare due fotografie dell azienda (due situazioni patrimoniali) scattate in due momenti diversi, e se verifico che nel lasso di tempo (= nel periodo) compreso fra i due istanti fotografati l azienda si è arricchita senza l intervento di apporti, allora saprò che è efficiente, cioè che crea ricchezza. Ma anche in questo modo, cioè avendo a disposizione due fotografie scattate in momenti diversi, non ho ancora alcuna informazione relativa al modo in cui quella ricchezza aggiuntiva si è creata. Per sapere come l azienda ha creato (o distrutto, nel caso di azienda inefficiente) ricchezza mi occorre in realtà il filmato di ciò che ha fatto nel periodo, in modo da scoprire cosa ha prodotto e cosa ha utilizzato per produrre. Ebbene, il filmato dell attività aziendale svolta in un periodo di tempo ci viene offerto da un altro documento ( altro rispetto la situazione patrimoniale ): il Conto economico di quel periodo. Come vedremo meglio più avanti, lo stato patrimoniale e il conto economico insieme formano il Bilancio aziendale, che è lo strumento più efficace per organizzare e rendere facilmente leggibili le informazioni sulla realtà complessiva di un azienda. Nella sua forma tradizionale e didatticamente più efficace il conto economico è rappresentato, allo stesso modo già visto per lo stato patrimoniale, con due sezioni contrapposte: una di sinistra (dare) e una di destra (avere). Nella sezione di destra si descrive ciò che è stato prodotto nel periodo, in quella di sinistra ciò che è stato utilizzato (consumato) per produrre. Conto economico dell azienda Pinca Pallina del periodo 1/1/ /6/2013 INPUT (fattori produttivi consumati) (produzione ottenuta) OUTPUT Materie prime x j Produzione di HKL Lavoro dipendente y h Produzione di JY& Lavoro autonomo w Usura immobilizzazioni z Reddito [ (x + y + w + z) ] u Totale a pareggio Totale valore della produzione Nelle prossime due pagine trovate qualche esempio reale di conto economico, a cominciare da quello relativo al primo semestre 2013 della Telecom. Se volete dati più dettagliati cliccate su aria%20semestrale%20al%2030%20giugno% pdf 9

11 Conto economico Telecom 1/1/ /6/2013 (dati in milioni di ) INPUT (fattori produttivi consumati, costi) (produzione ottenuta, ricavi) OUTPUT Acquisti di servizi, componenti e materiali di cons Ricavi di vendita Aumento delle rimanenze di compon.-mat.di cons Attività realizzate non per la vendita Costi per il personale dipendente Proventi finanziari (interessi attivi, utili su Altri costi operativi 941 cambi ecc.) Ammortamenti Accantonamenti, svalutazioni e altri oneri Altri ricavi e proventi Oneri finanziari (interessi passivi, oneri da partecipaz.) Imposte sul reddito Totale valore della produzione (milioni di ) (1.227) Reddito (perdita) del periodo Totale costi (milioni di ) Totale a pareggio Dalla lettura di questo conto economico si trae, fra le altre, l informazione che la Telecom nel primo semestre di quest anno ha perso , in quanto ha prodotto beni (per lo più servizi telefonici) per un valore di milioni di inferiore al valore dei fattori produttivi consumati. Può essere utile, anche per allenarsi a maneggiare i numeri grandi e dare loro un significato più comprensibile, fare un paio di considerazioni: se ipotizziamo che le utenze telefoniche gestite dalla Telecom siano 50 milioni e che il secondo semestre del 2013 sarà simile al primo, allora risulta che il ricavo medio annuo unitario (per ogni utente) della Telecom è circa 550 ( x 2 / 50), e che l azienda perde circa 50 l anno per ogni cliente (o, visto dall altra parte, si può dire che in media ogni utente Telecom paga 50 l anno in meno rispetto ai costi che l azienda sostiene per produrre e fornirgli il servizio). Qui sotto, invece, trovate il conto economico relativo all intero anno 2009 della LANDI RENZO S.p.A., la nota azienda reggiana leader mondiale nel settore degli impianti a gas GPL e a metano per autotrazione. LANDI RENZO S.p.A. Conto economico 1/1/ /12/2009 (dati in ) INPUT (fattori produttivi consumati, costi) (produzione ottenuta, ricavi) OUTPUT Materie prime, componenti e materiali di cons Produzione impianti e componenti Acquisti di servizi e uso di beni di terzi Costi per il personale dipendente Proventi finanziari (interessi attivi, utili da partecipazioni e utili su cambi) Ammortamenti (consumo immobilizzazioni) Accantonamenti, svalutazioni e altri oneri Altri ricavi e proventi Oneri finanziari (interessi passivi, perdite su cambi ecc.) Imposte Utile netto anno 2009 ( ) Totale a pareggio Totale valore della produzione Leggendo questo conto economico e confrontandolo con quello precedente della Telecom si nota subito, oltre alla grande differenza dimensionale fra le due aziende (il valore della produzione della Landi Renzo è circa 150 volte minore di quello di Telecom (circa 200 milioni annui contro milioni semestrali)), la buona efficienza dell azienda reggiana (in grado di creare annualmente ricchezza dal nulla pari a circa il 5% del valore degli input che usa (10 milioni/198 milioni = 5%)) cui si contrappone l inefficienza del colosso telefonico che distrugge più del 7% del valore degli input che usa per produrre (1.227 mil./ mil. = 7,3%). 10

12 Nelle due prossime pagine, invece, trovate il bilancio 2011 (e cioè la situazione patrimoniale al 31 dicembre 2011 e il conto economico dell anno 2011) della GEOX S.p.A e dell IREN S.p.A. Il bilancio della GEOX descrive un azienda efficiente che crea ricchezza e con una solida situazione patrimoniale; il bilancio dell IREN, invece, mostra un azienda in difficoltà non in grado di creare ricchezza e con una situazione patrimoniale in rapido peggioramento a causa dell accumularsi di debiti. Accumulare debiti può essere, in sé, sia negativo che positivo: dipende dal motivo e dal modo in cui ci si indebita; se mi indebito per fare investimenti produttivi e redditizi (cioè se gli investimenti finanziati dall indebitamento mi faranno aumentare la differenza fra il valore della produzione e i costi di produzione di un importo maggiore degli interessi che sarò costretto a pagare sul debito aggiuntivo) allora quell indebitamento è una scelta razionale e positiva; se invece mi indebito per regalare dei soldi alla segretaria [come in pratica ha fatto l IREN, che nel 2011 si è indebitata anche per distribuire oltre 121 milioni di ai suoi azionisti (= ai suoi proprietari, e cioè nel caso dell IREN soprattutto ai comuni di Torino, Genova, Reggio Emilia e Parma, tutti notoriamente e incessantemente affamati di soldi da spendere e distribuire nel territorio comunale in modo che i cittadini siano più soddisfatti e alle prossime elezioni votino ancora gli stessi partiti che sono al potere)] allora quell indebitamento è una scelta folle e negativa: se un azienda ha già una situazione patrimoniale precaria, indebitarsi per permettere ai proprietari di fare dei prelievi significa schiacciare l acceleratore che la porterà alla rovina (perché ai costi già eccessivi rispetto al valore della produzione si aggiunge il costo degli interessi passivi da pagare sull ulteriore indebitamento). Una lettura anche superficiale dei due bilanci a confronto permette di rilevare che: a) per quanto riguarda la situazione patrimoniale - L Iren ha un patrimonio lordo circa 10 volte maggiore di Geox (7.023 milioni contro 649 milioni di ); - L Iren ha un patrimonio netto circa quadruplo di quello di Geox (1.845 milioni contro 446 milioni di ); - I debiti dell Iren sono oltre 25 volte più di quelli di Geox (5,179 miliardi di contro 202 milioni); - Ne risulta che mentre Iren si finanzia per quasi i ¾ con il capitale di terzi (5.179 / = 73,7%), Geox finanzia coi debiti solo meno di 1/3 il suo attivo patrimoniale (202 / 649 = 31,1%); lo stesso concetto si può esprimere dicendo che il rapporto fra capitale netto e patrimonio lordo è pari a circa ¼ in Iren (1.845 / = 26,3%) e più di 2/3 in Geox (446 / 649 = 68,9%). Il rapporto C apitale N etto / P atrimonio L ordo [ o C.N. (C.N. + D ebiti ) ] viene detto Indice di indipendenza finanziaria. Il suo valore è, ovviamente, sempre compreso fra 0 e 1 (o fra 0% e 100%, che sono la stessa cosa di 0 e 1) e la sua crescita segnala la diminuzione della dipendenza dell azienda dalle fonti di finanziamento esterne (o, ed è la stessa cosa, più il suo valore è vicino allo zero e più l azienda è impiccata finanziariamente). b) per quanto concerne il conto economico - Il reddito (l utile prodotto o la perdita subita, l ammontare di nuova ricchezza creata o distrutta dall azienda) è positivo per Geox e pari al 6% del valore dei fattori produttivi consumati (si può dire che Geox nel 2011 ha trasformato beni e servizi (materie prime, lavoro, beni capitali ecc.) che valevano 840 milioni di euro in altri beni (scarpe nuove) che valgono 50 milioni di più (e 50 / 840 fa il 6%)); il reddito di Iren, invece, è negativo e pari al 3% degli input utilizzati (108 milioni di perdita su 3,655 miliardi di costi fa il 3%); - Gli interessi passivi netti (cioè al netto di quelli attivi, = migliaia di ) sono per Geox pari a 5,1 milioni di euro e quindi meno dello 0,6% del valore della produzione (5.101 / = 0,57%); per Iren, invece, sono di 67 milioni di ( = 67,034 migliaia) e quindi a quasi il 2% del valore della produzione ( / = 1,89%). E superfluo dire che la maggiore incidenza degli oneri finanziari sul fatturato di Iren rispetto a Geox discende inevitabilmente dalla sua minore autonomia finanziaria, cioè dal fatto che Iren è meno capitalizzata di Geox, un altro modo, questo, per dire che è più indebitata. - Non è possibile fare altri utili confronti in quanto le voci dei conti economici delle due aziende non sono fra loro omogenee (ad esempio il costo dei dipendenti in Geox è compreso nei costi di acquisto e produzione ecc.). 11

13 SITUAZIONE PATRIMONIALE al 31/12/2011 Attivo GEOX S.p.A. (dati in migliaia di ) Passivo e Patrimonio Netto 31/12/ /12/ /12/ /12/2011 Immobilizzazioni immateriali Capitale sociale Immobilizzazioni materiali Riserve Immobilizzazioni finanziarie Risultato d'esercizio Altre immobilizzazioni Immobilizzazioni Patrimonio netto Rimanenze Fondo T.F.R. dipendenti Crediti v/clienti Fondi rischi e oneri Attività finanziarie a breve t Debiti finanziari a lungo t. Altre attività a breve termine Altri debiti a lungo termine Liquidità Passività non correnti Attività correnti Debiti v/fornitori Debiti finanziari a breve t Passività correnti non finanziarie Debiti tributari Passività correnti TOTALE ATTIVO TOT. PASSIVO E PATRIMONIO NETTO CONTO ECONOMICO anno 2011 Valore dei fattori produttivi (Costi) GEOX S.p.A. (dati in migliaia di )Valore della produzione (Ricavi) Costo acquisto-produz. del venduto Ricavi calzature Costi di vendita e distribuzione Ricavi abbigliamento Pubblicità e promozioni Proventi finanziari Costi generali e amministrativi Altri proventi Oneri atipici Oneri finanziari Imposte Tot.costi Risultato netto (utile) Totale a pareggio VALORE DELLA PRODUZIONE 12

14 SITUAZIONE PATRIMONIALE al 31/12/2011 Attivo IREN S.p.A. ( x 1.000) Passivo e Patrimonio Netto 31/12/ /12/ /12/ /12/2011 Immobilizzazioni immateriali Capitale sociale Immobilizzazioni materiali Riserve Immobilizzazioni finanziarie Risultato d'esercizio Altre immobilizzazioni Immobilizzazioni Patrimonio netto Rimanenze Fondo T.F.R. dipendenti Crediti v/clienti Fondi rischi e oneri Attività finanziarie a breve t Debiti finanziari a lungo t. Altre attività a breve termine Altri debiti a lungo termine Liquidità Passività non correnti Attività correnti Debiti v/fornitori Debiti finanziari a breve t Passività correnti non finanziarie Debiti tributari Passività correnti TOTALE ATTIVO TOT. PASSIVO E PATRIMONIO NETTO CONTO ECONOMICO anno 2011 Valore dei fattori produttivi (Costi) IREN S.p.A. ( x 1.000) Valore della produzione (Ricavi) Materie prime e merci Ricavi per beni e servizi Servizi e godimento beni di terzi Variazione rimanenze lavori in corso Costo del personale Proventi finanziari Oneri diversi di gestione Altri proventi Lavori interni capitalizzati Ammortamenti Accantonamenti e svalutazioni Oneri finanziari Altri componenti negativi redd Imposte sul reddito Tot.costi Risultato netto (utile) Totale a pareggio VALORE DELLA PRODUZIONE 13

15 5) Ripasso e approfondimenti su reddito e capitale netto 5a) Il valore del capitale (o patrimonio) netto di un azienda (cioè il totale dei valori attivi meno i debiti) è un dato che deve essere riferito a un istante (le sette del mattino di un dato giorno, la mezzanotte del 31/12/2012 ecc.), in quanto esso varia di continuo nel tempo per effetto delle cose che accadono senza soste (acquisti, lavorazioni, vendite, insoluti (= mancati pagamenti) da clienti, incidenti ecc.). 5b) Il dato che esprime il reddito (positivo o negativo, cioè utile o perdita che sia) di un azienda è un dato che, per avere significato, deve essere riferito ad un certo periodo di tempo (un ora, un giorno, un trimestre, un anno ecc.): dire che Tizio con la sua azienda guadagna euro, non significa nulla se non si riferisce quel guadagno a un periodo di tempo (guadagnare ottomila euro l anno è altra cosa che guadagnarli in un mese o in un giorno). La stessa cosa, oltre che per il reddito, vale per i ricavi e per i costi, nel senso che anch essi vanno riferiti a un periodo di tempo. 5c) Per determinare il reddito ottenuto da un azienda in un certo periodo, si possono seguire due strade (riporto l esempio di pagina 6 e 7): 1) determinare, attraverso il confronto fra valori attivi e debiti, il valore del patrimonio netto aziendale sia all inizio che alla fine del periodo e sottrarre il primo dal secondo: = capitale netto finale meno capitale netto iniziale uguale reddito utile del periodo) 2) sottrarre dal valore della produzione ottenuta nel periodo il valore dei fattori produttivi impiegati: = (valore produzione) (val. metano) (val. caolino) (val. consumo impianti) (val. lavoro) (utile del periodo) L analogia con la vasca continua: quando si vuole sapere di quanto è aumentata in un certo tempo l acqua in una vasca, si può procedere in due modi arrivando allo stesso risultato: 1) misuro la quantità d acqua presente nella vasca all inizio e quella alla fine del periodo e poi faccio la differenza fra i due valori; 2) misuro l acqua entrata nel periodo e quella uscita nello stesso periodo e faccio la differenza fra i due dati. (la quantità d acqua iniziale e finale rappresenta il capitale netto iniziale e finale, l acqua entrata nella vasca dal il rubinetto è il valore della produzione e l acqua uscita è il valore dei fattori produttivi consumati) Al concetto di guadagno imparato alle elementari (guadagno = ricavo costo, e che è più corretto esprimere così: utile = valore della produzione meno valore dei fattori produttivi consumati), si può affiancare anche quello di guadagno visto come incremento nel tempo di ricchezza, vale a dire: utile = patrimonio netto finale meno patrimonio netto iniziale. 5d) Il patrimonio netto di un azienda può diminuire anziché aumentare nel tempo. Così come in un certo periodo in una vasca il livello dell acqua può calare perché può uscire più acqua di quanto ne entri, anche nell azienda può capitare che il capitale netto, nel tempo, diminuisca. Questo può accadere in due casi: 1) quando in un certo periodo il valore della produzione ottenuta è minore del valore dei fattori produttivi utilizzati (cioè quando si è in presenza di un reddito negativo, di una perdita); 2) quando in un certo periodo vengono effettuati prelievi eccessivi (eccessivi nel senso di superiori alla somma fra gli utili e gli eventuali apporti). Il primo caso è ciò che capita alle aziende che prima o poi spesso, e per fortuna, falliscono. Per fortuna perché il loro fallimento, la loro uscita di scena, è un bene: impedisce loro di continuare a distruggere ricchezza, vale a dire di consumare risorse che valgono più dell output che realizzano, e quindi impedisce loro di continuare ad impoverire la collettività. 5e) E possibile che un azienda abbia un patrimonio netto negativo. Ciò capita quando i debiti diventano maggiori del patrimonio lordo. Qui l analogia con il serbatoio d acqua non vale più: per quanta poca sia l acqua, non può essercene meno di nulla. 14

16 Qui sotto vediamo, con un esempio, come può accadere che il patrimonio netto di un azienda diventi negativo. Pierino è un vostro coetaneo pieno di iniziativa. Il 28/9/2013, dopo anni di estati a raccogliere pomodori e a vendemmiare e di risparmi sulla paghetta settimanale, Pierino ha accumulato nel suo salvadanaio in contanti. Irretito (= incantato, circuìto, raggirato, turlupinato, ingannato) da un blog di un sedicente (= autoproclamatosi) esperto del settore, lo stesso giorno Pierino decide di iniziare l attività di allevatore di rinoceronti, apportando nella nascitura (= in procinto di nascere, che sta per nascere) azienda i suoi di risparmi che aveva nel salvadanaio: la situazione patrimoniale della neonata azienda Pierinoceronti è così schematizzabile: Situazione patrimoniale al 28/9/2013 ditta PIERINOCERONTI valori attivi (impieghi) (euro x 1.000) (euro x 1.000) fonti di finanziamento cassa 20 0 debiti 20 patrimonio (capitale) netto totale attivo (patrimonio lordo) totale fonti di finanziamento Il 30/9/2013 Pierino acquista due rinoceronti per , versando un acconto di in contanti e impegnandosi a pagare i rimanenti entro fine mese; nello stesso giorno acquista poi una gabbia per , che paga con un assegno tratto su di una banca che gli ha concesso un fido (cioè che si è impegnata a prestargli dei soldi). Alla sera del 30/9/2013 la situazione patrimoniale sarà così: Situazione patrimoniale al 30/9/2013 ditta PIERINOCERONTI valori attivi (impieghi) (euro x 1.000) (euro x 1.000) fonti di finanziamento attrezzature debiti v/fornitori rinoceronti debiti v/banche cassa 5 20 capitale netto totale attivo (patrimonio lordo) totale fonti di finanziamento Si può notare che la ricchezza della Pierinoceronti (il suo patrimonio o capitale netto) è rimasta quantitativamente uguale a prima ( euro). Il suo patrimonio si è però trasformato qualitativamente: l originaria situazione ( in banconote e monete) si è modificata, ed ora vi è un patrimonio lordo che vale (due rinoceronti, la gabbia e in contanti), per ottenere il quale sono stati accesi debiti per (verso fornitori e banche). Il patrimonio, al netto dei debiti, vale però come prima. Questo perché, nel frattempo, l azienda di Pierino non ha ancora prodotto nulla né ha consumato alcun fattore produttivo; nulla (nessun valore) è stato creato e nulla (nessun valore) è stato distrutto. Come già sappiamo, si dice che l attivo aziendale (o patrimonio lordo) di è finanziato da di capitale di terzi (fornitori e banca) e da di capitale proprio (o capitale netto o patrimonio netto). La notte fra il 30 settembre e il primo ottobre c è un temporale, e un fulmine stecchisce entrambi i rinoceronti. Al mattino, dopo un drammatico ma inutile tentativo di rianimare i rinoceronti con la respirazione bocca a bocca, Pierino vende per euro i corni (antenati del viagra) ad un cinese depresso che paga immediatamente e in contanti, e nel pomeriggio vende le carcasse per ad un macellaio estroso (= bizzarro, originale), che si impegna a pagare entro fine marzo. 15

17 Se ipotizziamo che non siano state fatte altre operazioni e che le attrezzature non si siano né danneggiate né usurate, la situazione patrimoniale della Pierinoceronti è, alla sera dell 1/10/2013, questa: Situazione patrimoniale all 1/10/2013 ditta PIERINOCERONTI valori attivi (impieghi) (euro x 1.000) (euro x 1.000) fonti di finanziamento attrezzature debiti v/fornitori rinoceronti 0 10 debiti v/banche cassa 11 crediti v/clienti 2-72 capitale netto totale attivo (patrimonio lordo) totale fonti Ecco quindi che il capitale netto è diventato negativo ( ). Ora calcoliamo il reddito (la perdita) del periodo dal 30 settembre al primo ottobre 2013 della ditta Pierinoceronti con i due sistemi che già conosciamo: 1) calcolato come differenza fra capitale netto finale meno capitale netto iniziale: capitale netto finale: ; capitale netto iniziale: reddito del periodo: = meno (predita) 2) calcolato come differenza fra valore della produzione e valore dei fattori produttivi consumati: valore della produzione: (i corni e le carcasse dei rinoceronti) valore dei fattori produttivi consumati: (i rinoceronti vivi) reddito del periodo: = meno L imprenditore Pierino si è impoverito di euro, passando da un patrimonio netto positivo di a uno negativo per Infatti Pierino inizialmente aveva di risparmi in contanti, mentre ora si ritrova con beni che valgono sì , ma anche con debiti per (e meno fa ). 5f) Il valore del capitale netto aziendale e l utile prodotto sono fortemente influenzati da considerazioni e stime soggettive: se diamo l incarico a 10 diversi periti, tutti ugualmente capaci ed onesti, di stabilire quale è il patrimonio netto di una certa azienda in un certo momento, o qual è l utile di un certo periodo, riceveremo 10 risposte diverse, e tra di loro anche fortemente differenziate. Questo perché le risposte sono pesantemente influenzate da valutazioni e stime che dipendono necessariamente da considerazioni e modi di ragionare assolutamente personali: quanto valgono i prodotti già finiti ma che non siamo ancora riusciti a vendere? Quanto valgono, adesso, le attrezzature acquistate l anno scorso per euro e che, forse, potremo utilmente adoperare ancora per cinque anni? Quanto vale il brevetto da noi depositato, che ci permette di adottare in esclusiva nei prossimi 10 anni un certo processo produttivo? Quanto vale, ammesso che valga ancora qualcosa, il credito di euro che vantiamo verso quel cliente che ha delle difficoltà finanziarie? Quale è il valore (negativo) del risarcimento che saremo costretti a dare a quella casalinga di Voghera che ci ha fatto causa perché è rimasta sfregiata al volto a causa di un difetto di fabbricazione di un nostro frullatore? ecc. ecc

18 In effetti, una valutazione oggettiva (certa e esatta) del capitale netto può essere fatta unicamente dopo aver liquidato l azienda, cioè dopo aver: a) venduto tutti i beni attivi aziendali, b) incassato il prezzo di vendita, e c) aver saldato tutti i debiti; in pratica dopo avere trasformato l intero patrimonio in denaro contante. Il denaro che rimane in cassa dopo queste operazioni darà la misura questa volta, finalmente, certa del patrimonio netto che l azienda durante la sua vita aveva accumulato: soltanto dopo la liquidazione, infatti, non c è più la necessità di fare delle stime e delle considerazioni soggettive, essendo il valore del denaro contante un dato certo. Ed allora è anche vero che l unico periodo di cui può essere calcolato con certezza l utile è quello che va dalla nascita alla liquidazione dell azienda, cioè il periodo che copre l intera vita dell impresa: questo perché è l unico periodo di tempo dei cui due estremi sono noti, con certezza, gli importi del capitale netto. Vi faccio notare, però, che liquidare un azienda significa farla morire, ed uccidere un organismo per verificare con l autopsia se era sano o malato, cioè se stava producendo utili od accumulando perdite, se stava quindi creando o distruggendo ricchezza, è cosa assai poco ragionevole. Necessariamente, allora, occorre fare delle verifiche periodiche durante la vita dell azienda, e queste verifiche le si fa redigendo il cosiddetto bilancio aziendale. Normalmente le aziende di produzione fanno un bilancio ogni 3 o 6 mesi per fini interni, e cioè per tenere adeguatamente sotto controllo la situazione. Sono, invece, obbligate per legge a farlo una volta all anno (fotografando, in genere, la situazione al 31 dicembre di ogni anno) e a renderlo pubblico per via telematica inviandolo alla CCIAA (Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura), in modo che chiunque sia interessato possa, collegandosi via Internet con la CCIAA, informarsi sulla situazione di qualsiasi azienda (in realtà solo delle aziende che hanno forma giuridica di società di capitali, ma impareremo più avanti cosa questo significa). Tra gli interessati, oltre ai fornitori, alle banche e ai finanziatori in genere dell azienda, vi è anche lo stato, il quale famelico controlla quante imposte l azienda deve pagare. Al di là dell obbligo di legge, è comunque indispensabile fare queste verifiche periodiche della situazione, ma bisogna anche essere consapevoli che la rappresentazione di una azienda non può che essere offerta per valori, e che questi valori sono tutti (con le sole eccezioni delle banconote e monete in euro e dei debiti pure in euro) non oggettivi in quanto frutto di stime e di impressioni di chi si è assunto il compito e la responsabilità di fare il bilancio, allo stesso modo in cui la Gioconda è la rappresentazione di Monna Lisa Gherardini così come la mente di Leonardo la vedeva, o il De bello Gallico riporta i fatti accaduti più di duemila anni fa nella Gallia nel modo in cui Giulio Cesare li vedeva. Chi sa di ragioneria sa, quindi, che non si può pretendere un bilancio vero, perché non esiste il vero valore delle cose; ciò che, legittimamente, si può e si deve pretendere è unicamente un bilancio fatto bene e onesto, che vuol dire fatto senza errori causati da incapacità professionale e redatto con l intento di informare correttamente i terzi, e non invece con la volontà di far credere loro cose diverse da quelle che noi, in coscienza, pensiamo siano vere (ma che potrebbero essere diverse da come le vediamo). Qui sotto vi metto un paio di immagini di Luca Pacioli, il frate Francescano che scrisse, cinque secoli fa, un testo che ha contribuito enormemente alla diffusione del metodo di rilevazione dei fatti aziendali della partita doppia, sistema che i mercanti veneziani adottarono per primi e che poi si diffuse in tutto il mondo. Ho inserito le immagini di colui che è considerato il padre della ragioneria non solo per riempire la pagina ma anche perché, osservando l espressione del suo volto, vi rassegniate alla pallosità dell argomento. 17

19 6) Funzione della contabilità. Vedremo nei prossimi anni che il bilancio, materialmente, è un documento che si compone di vari elaborati, ma tra questi i due di gran lunga più importanti sono la situazione patrimoniale (o stato patrimoniale, che abbiamo già incontrato qualche pagina fa) e il conto economico. La situazione patrimoniale funge (= svolge la funzione) da fotografia dell azienda in un certo istante (quindi i dati che appaiono sono tutti di stock), ad esempio alla mezzanotte del 31/12/2012, mentre il conto economico svolge il compito di filmato di ciò che è accaduto nell azienda in un certo periodo (quindi tutti i dati che in esso appaiono sono di flusso), ad esempio tra il 1/1/2012 e il 31/12/2012. In altre parole: mentre lo stato patrimoniale descrive l azienda come è in un certo momento (quali beni possiede e quanto valgono, e di che tipo sono e a quanto ammontano i debiti che ha), il conto economico ci fa vedere cosa l azienda ha fatto in un certo periodo (cosa ha prodotto e quanto vale ciò che ha prodotto in un certo periodo e cosa e quanto vale ciò che ha utilizzato per produrre). Il bilancio (detto anche bilancio d esercizio ) è la sintesi, il risultato finale della continua e meticolosa (= diligente, attenta, precisa, ordinata) rilevazione (= annotazione, registrazione) dei fatti che accadono nell azienda e dell attento e impegnativo lavoro di elaborazione dei dati ottenuti. La contabilità in senso ampio è la disciplina che insegna come registrare ed elaborare i fatti aziendali (sia quelli che collegano l azienda all esterno, sia quelli interni di produzione) per permettere di controllare ciò che accade e di avere informazioni utili per decidere cosa fare. La contabilità generale (che è campo di lavoro per ragionieri) è quella parte della contabilità che si occupa di registrare i fatti che collegano l azienda con l esterno e di elaborarli per dare tra l altro una descrizione dell azienda la più realistica possibile attraverso il bilancio d esercizio. La contabilità industriale (che è campo di lavoro per ingegneri) si occupa, invece, dei fatti interni di produzione e ha lo scopo tra l altro di rilevare, di calcolare i costi di produzione (e infatti è anche detta contabilità dei costi ). La tecnica usata per registrare i fatti aziendali che mettono in relazione l azienda con l ambiente economico (in pratica con le altre aziende) è detta partita doppia. Il sistema informativo dell azienda, nella sua parte relativa alla contabilità generale, serve soprattutto a questo: a descrivere e a capire nel modo migliore possibile (meno peggiore) come sta di salute e come sta andando verso i suoi obiettivi un azienda. Solo un ragioniere fanatico e stupido o i profani (= ignoranti, inesperti) di economia aziendale (come i magistrati e gli avvocati) possono credere che i bilanci debbano essere rappresentazioni certe e precise dell azienda; ma pur sapendo che il risultato finale del lavoro non sarà mai del tutto attendibile, nondimeno è assolutamente necessario impegnarsi per cercare di conoscere quale è la situazione, perché come detto all inizio e ripetuto più volte per poter prendere le decisioni migliori è indispensabile avere dei dati su cui basarsi, e dei dati per quanto possibile attendibili. Occorre quindi sforzarsi continuamente per migliorare sempre più il sistema informativo aziendale, cioè tutto il processo di raccolta ed elaborazione dei dati relativi ai fatti che accadono senza soste in azienda (acquisti, vendite, pagamenti, incassi, consumi, trasformazioni, entrate e uscite di merci, tempi di lavoro dei dipendenti ecc.), processo che porta, come risultato finale, alla determinazione del reddito e del patrimonio netto, i due indicatori di gran lunga più significativi della salute di un azienda. 18

20 7) Le regole di registrazione in partita doppia 7.1) Il conto. Lo strumento di base del metodo (chiamato partita doppia ) di rilevazione dei dati relativi ai fatti esterni di gestione (cioè delle cose che capitano e che mettono in contatto l azienda con l ambiente esterno) è il conto, un foglio (un tempo un pezzo di carta, ora un file) intestato a un elemento aziendale e diviso verticalmente in due parti dette sezioni ; la sezione di sinistra è chiamata Dare, quella di destra Avere. I termini Dare e Avere delle due sezioni avevano, ai tempi di Luca Pacioli, un significato collegabile ai due verbi, ma nel corso dei secoli l evolversi della ragioneria ha fatto sì che ora il loro significato non sia altro che Destra e Sinistra. Si chiamassero Dario e Amilcare sarebbe la stessa cosa (anzi, sarebbe meglio perché gli studenti farebbero meno errori). Ogni fatto che abbia determina una modifica del patrimonio e che coinvolge l azienda con il mondo esterno lo si registra nei conti; in questo modo, col tempo, ogni conto recepisce, nell ordine cronologico determinato dal momento in cui il fatto è accaduto, sempre più dati. La differenza fra le sommatorie dei dati annotati nelle due sezioni è detta saldo del conto, e se la somma degli importi scritti in dare è maggiore di quelli scritti in avere si dirà che il conto presenta un saldo dare (nel caso opposto si dirà che il conto ha saldo avere ) Nei due esempi qui sotto si possono leggere i fatti (le operazioni) accaduti tra il 22 e il 25 settembre che hanno coinvolto, rispettivamente, la cassa aziendale e il c/c che l azienda ha aperto presso la banca Credem. ( e sono i due codici numerici, memorizzati nell archivio contabile del sistema informativo aziendale, che identificano i due conti: quando si vuole visualizzare un conto si digita, indifferentemente, o il suo codice numerico o il suo nome in chiaro. La P a destra è la segnalazione molto scolastica che si tratta di un conto patrimoniale ; i conti, come vedremo fra poco, si suddividono infatti in due categorie: conti Patrimoniali (P) e conti Reddituali ( R)) CASSA CONTANTI P Data descrizione accadimento dare Avere Saldo Saldo al (alla mezzanotte del ) D 944, Versamento su c/c 3845/b CREDEM 543,21 D 401, Prelievo da bancomat 500,00 D 901, Acquisto benzina (targa ED101YZ) 50,00 D 851, S.do fatt. prot /12 fornitore MpM srl 300,00 D 551, CREDEM c/c n. 3845/b P Data descrizione accadimento Dare avere Saldo Versamento contanti 543,21 D 543, Prelievo da bancomat 500,00 D 43, Assegno n. xy a saldo fatt. zt fornitore Pinco snc 1.200,00 A 1.156, Bonifico da cliente Conip sas a s.do ns fatt. n ,00 A 156,79 19

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