Infermiera Emilia Vitiello 6 settembre 2016
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- Carlotta Aloisia Mazza
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1 Infermiera Emilia Vitiello 6 settembre 2016
2 Cos'è il Caregiver: significato Il termine caregiver è inglese e indica "colui" che presta cure e assistenza. Identifica la persona che si occupa dell'accudimento e della cura di chi non è in grado di provvedere a se stesso in maniera autonoma, del tutto o in parte. Gli assistiti possono essere persone con disabilità fisica o psichica oppure persone anziane con malattie invalidanti, come ad esempio il morbo di Alzheimer, O IN QUSTO CASO ALUNNI DISABILI NELL AMBIENTE SCOLASTICO.
3 Si parla di care giver familiare quando chi presta assistenza è un parente del malato, ad esempio il marito, il fratello oppure il figlio o la figlia. I caregivers possono essere anche persone esterne alla famiglia come ad esempio gli operatori socio sanitari OSS o le/i badanti. Le cure che prestano sono sia di tipo fisico (pulizia e igiene, pasti, medicazioni), sia di tipo pratico (organizzare visite, riabilitazioni, orari medicine, ecc.), sia di tipo emotivo (supportare il proprio assistito, stimolarlo con domande e conversazioni, intrattenerlo con giochi, film, letture, ecc.).
4 L ASSISTENZA AGLI ALUNNI CON HANDICAP Il 16 Maggio scorso è stato siglato il CCNL per il comparto scuola, che ha esplicitato l obbligo dei Collaboratori scolastici a: vigilare sugli alunni prima e dopo le lezioni vigilare e prestare assistenza durante la mensa Si tratta di periodi di breve durata, di solito fino alla mezza ora (ARRIVO AUTOBUS, ENTRATA IN ANTICIPO)
5 ASSISTENZA DURANTE LA MENSA Anche questo aspetto ha spesso creato disservizi, specie nei confronti degli alunni con disabilità. Il CCNL precisa che l assistenza necessaria durante le mense spetta ai Collaboratori scolastici. Tale assistenza non comprende anche il cosiddetto scodellamento, cioè il servire nei piatti le pietanze.
6 Come precisato nella Nota ministeriale 3390 del 2001, è possibile, sulla base di intese o accordi di programma, che gli Enti locali versino alla scuola l importo di quanto dovuto ai propri dipendenti per questa mansione.
7 L ASSISTENZA IGIENICA???? Il CCNL del 99 prevedeva questa mansione come possibile e non obbligatoria a carico dei Collaboratori scolastici. Il CCNL del 2001, concernente gli aspetti economici e la revisione del profilo del Collaboratore scolastico aveva stabilito che deve comunque essere assicurata l assistenza personale agli alunni con disabilità; però prevedeva la remunerazione di tale mansione con le funzioni aggiuntive, a quelle ordinarie, che però erano di libera scelta del Collaboratore scolastico.
8 Spesso i Dirigenti scolastici si trovavano impotenti fra due fuochi da un lato il rifiuto di un collaboratore scolastico e dall altro le denunce dei genitori per omissioni di atti di ufficio, nei casi in cui trovavano i loro figli con disabilità in stato di abbandono igienico.
9 Finalmente viene risolto questo problema con l art 47 del CCNL. Infatti in tale norma si precisa che i collaboratori scolastici svolgono, oltre alle mansioni ordinarie, anche compiti di particolare responsabilità. Questi compiti sono quindi ormai obbligatori e vengono assegnati dal Dirigente scolastico.
10 Il CCNL ha stabilito, che i compiti ordinari dei Collaboratori scolastici siano: Assiste nza alla person a Assiste nza all han dicap Assistenza di pronto soccorso
11 Quindi è necessario che nel POF (Piano Offerta Formativa) sia prevista anche l accoglienza per gli alunni con disabilità e che vengano esplicitate nel Piano delle attività. E infine necessario che il Dirigente scolastico provveda all attribuzione degli incarichi, curando anche lo svolgimento dei corsi di formazione di 40 ore annue, previsti e finanziati con la Nota ministeriale sopracitata.
12 Seguendo un criterio di buon senso e rispetto della persona, è giusto assegnare,in ogni scuola, tali incarichi almeno ad un collaboratore maschio ed ad una femmina. Questi sono aspetti pratici che fanno la qualità dell integrazione scolastica.
13 Per soddisfare ciò è d obbligo per l educatore allargare le proprie conoscenze; sarà quindi modificata la loro, partendo dai bisogni del bambino. Senza dubbio tra i bisogni più importanti vi è quello della tutela della sicurezza del bambino nell ambiente scolastico.
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16 Nuova normativa La piena integrazione del bambino e del ragazzo con handicap all interno della scuola, è possibile nella misura in cui si attivano interventi di tipo sistemico. La progettazione degli spazi e dei tempi dell integrazione deve veder coinvolte tutte le componenti scolastiche, familiari e sociali (L.104/92).
17 In sintonia con questa visione, le recenti innovazioni apportate con le leggi sull autonomia amplificano ancor di più la necessita di un intervento sinergico tra le varie componenti della scuola, intervento che si concretizza con la stesura del Piano dell Offerta Formativa (DPR 275/99)
18 All interno di quest ottica si colloca la nuova funzione del collaboratore scolastico, non più relegato ai soli compiti burocratici, ma parte attiva nella promozione del benessere degli allievi e nella rimozione delle cause che ostacolano il loro sviluppo.
19 Tale funzione diviene particolarmente importante nell integrazione degli allievi con handicap per i quali sono necessari particolari accorgimenti organizzativi e strutturali.
20 In altri termini, non è più possibile circoscrivere l inserimento dell allievo portatore di handicap all interno del solo orizzonte didattico-rieducativo. Piuttosto, questo fondamentale settore d intervento deve raccordarsi con azioni altrettanto importanti a livello di: 1) abilità di autonomia e cura di sé; 2) abilità relazionali e benessere affettivo; 3) individualizzazione degli interventi e valorizzazione delle differenze individuali.
21 Proprio a questi livelli entra in campo la figura del collaboratore scolastico, il cui ruolo non può essere assolutamente limitato all ambito custodialistico; piuttosto, deve diventare un protagonista essenziale nel processo di crescita e di acquisizione di abilità da parte dell allievo disabile.
22 In questo senso, allora, si pone la necessità di una forte professionalizzazione della figura del collaboratore scolastico, il quale interviene, con la sua azione, proprio su quei repertori di abilità (di autonomia, cura di sé e dell ambiente, interpersonali, ecc.)
23 Tutto ciò permetteranno all allievo disabile di integrarsi nella propria comunità come persona autosufficiente e responsabile.
24 Ovviamente, l operatività del collaboratore scolastico deve costantemente coniugare due dimensioni: 1. da un lato, il prendersi cura del bambino disabile; una relazione di cura che tuttavia divenga momento di crescita affettiva e relazionale dell allievo e non mera assistenza fisica allo stesso;
25 2. dall altro, la spinta alla progressiva responsabilizzazione dell allievo, in tutte le fasi dell essere persona autonoma ed adulta: curarsi, interagire con gli altri in modo appropriato, gestire le proprie emozioni per perseguire il benessere psicologico.
26 I contenuti La formazione del collaboratore scolastico deve necessariamente articolarsi intorno a 4 punti essenziali. Prendersi cura dell allievo disabile: dall igiene personale alla cura del proprio aspetto. Relazionalità e benessere. Individualizzazione dell intervento. Nozioni di pronto soccorso.
27 Queste 4 dimensioni dell operatività del collaboratore scolastico non possono tuttavia risolversi nella semplice trasmissione di conoscenze di base, ma deve concretizzarsi nella capacità di declinare le varie competenze operative in base alle esigenze dell allievo e del contesto di riferimento. Per questi motivi, la formazione in tal senso deve avere un approccio strettamente applicativo.
28 Individualizzare il rapporto di cura significa essere sempre in grado di valutare con attenzione le esigenze del bambino allo stato attuale, gli obiettivi raggiungibili in tempi medio-brevi ed i percorsi più adeguati per coniugare efficacia ed efficienza.
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