PIANI DI CONTROLLO DELLA PARATUBERCOLOSI BOVINA

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1 Università degli studi di Sassari Facoltà di Medicina Veterinaria PIANI DI CONTROLLO DELLA BOVINA Cesare Cuccuru I piani di controllo hanno un duplice obiettivo: evitare l'ingresso delle malattie negli allevamenti individuarne tempestivamente la presenza, in modo da evitare la diffusione dell infezione in altri allevamenti. La Paratubercolosi è un problema a due facce rivolte verso: Allevamento Riflessi zooeconomici Consumatore Sicurezza alimentare : Piani aziendali di controllo/eradicazione Qualsiasi tipo di intervento che riguarda una malattia infettiva si eziologia patogenesi diagnosi basa su precise conoscenze relativamente a: epidemiologia Resistenza di Map Sensibilità e Specificità Recettività Specie sensibili Vie di infezione L esecuzione di un Piano di controllo richiede un coinvolgimento degli allevatori e dei veterinari aziendali, in un processo di sistematica valutazione dei fattori di rischio e delle attività gestionali rispetto al loro potenziale contributo alla diffusione della patologia, seguito da un attività di monitoraggio dell andamento del Piano mediante idonei indicatori costi/benefici 1

2 Perché eseguire un piano di controllo? Costi della patologia Prevalenza in aumento Possibile zoonosi (morbo di Crohn) Perché eseguire un piano di controllo? Costi della patologia Prevalenza in aumento Possibile zoonosi (morbo di Crohn) Perdite economiche In Italia è la malattia infettiva che provoca i danni economici diretti più elevati negli allevamenti bovini Perdite economiche In Europa è stato stimato il costo della Paratbc in allevamenti di vacche: 2000 euro per ogni caso clinico 500 per ogni caso subclinico Perdite economiche Eliminazione di animali con forma clinica Minore conversione degli alimenti (-10%) Minore incremento ponderale (-13%) Minore produzione di latte forme cliniche dal 7 al 25% forme subcliniche dal 5 al 15% Diminuzione del valore economico dell animale Vincoli nel commercio di animali Predisposizione a contrarre altre malattie Perché eseguire un piano di controllo? Costi della patologia Prevalenza in aumento Possibile zoonosi (morbo di Crohn) 2

3 Epidemiologia prevalenza allevamenti infetti Prime Segnalazioni UK, NL, DK, USA anni Percentuale di allevamenti bovini positivi in Europa (Nielsen e Toft, 2009) Situazione europea >40% 40% - 20% -20% Non disponibile Allevamenti Esaminati Sieropositivi Infetti Prev.apparente Prev.corretta SIEROPREVALENZA IN FUNZIONE DELLA DIMENSIONE AZIENDALE ,8% 7,8% ,0% 20,0% > ,8% 37,0% Totale ,7% 19,2% 80% 60% Prev.apparente Prev.corretta 40% 20% 0% >100 3

4 Perché eseguire un piano di controllo? Costi della patologia Prevalenza in aumento Possibile zoonosi (morbo di Crohn) Paratubercolosi e Crohn Vi sono forti sospetti che il Mycobacterium avium subsp. Paratuberculosis sia coinvolto nella patogenesi della malattia di Crohn. Malattia cronica debilitante in forte ascesa nei Paesi occidentali Paratubercolosi e Crohn La malattia di Crohn è un processo infiammatorio cronico che interessa primariamente l intestino per quanto possa manifestarsi in tutto il tubo digerente, dalla bocca all ano. Le zone maggiormente colpite sono comunque l ileo, il colon ed il retto. 4

5 Paratubercolosi e Crohn Da uno studio europeo è emerso che la malattia di Crohn ha un incidenza di 5.6 casi/anno ogni abitanti e si stima che nell UE vi siano almeno persone affette da questa patologia Paratubercolosi e Crohn L incidenza più alta della malattia di Crohn è registrata in persone di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, prevalentemente donne Uomini 5.1 ( ) Donne 6.1 ( ) Uppsala Francia sett. Cardiff 12 Incidenza Fasce d'età Paratubercolosi e Crohn Fattori predisponenti la malattia di Crohn: genetica Rischio aumentato volte nei familiari di I grado Famiglie con più casi di Crohn o con casi di Crohn e RCUE Concordanza del 67% per il Crohn in gemelli omozigoti risposta immunitaria abnorme ambiente Paratubercolosi e Crohn Ulteriori elementi a sostegno che il MAP sia l agente eziologico del Crohn: isolamento da pazienti e trasmissione della malattia in animali riscontro in pazienti di sequenze genomiche tipiche del MAP presenza di anticorpi specifici in persone malate Isolamento MAP da latte di puerpera malata Paratubercolosi e Crohn Uno studio eseguito nel 2001 in Italia su campioni bioptici di malati di Crohn, ha messo in evidenza la presenza di MAP nell 87% dei pazienti esaminati. Inoltre, sempre a tutt oggi, sono stati isolati 10 stipiti di MAP da altrettanti soggetti umani malati, di cui due dal latte di puerpere affette dal morbo di Crohn. (number of patients) MGIT PCR Nested Positive (%) Positive (%) Crohn patients (30) 19 (63.3%) 25* (86.6%) Control patients (29) 7 (25.9%) 3* (10%) Possibili fonti di rischio per l uomo Consumo di latte e latticini: il Mycobacterium avium subsp. Paratuberculosis è stato isolato: - nel 35% di animali con sintomi clinici - nell 11.6 di animali con forme subcliniche - sopravvivenza da 3 a 7 mesi in formaggi a pasta molle e per più di 10 mesi in formaggi a pasta dura. La pasteurizzazione non è un metodo sicuro per l eliminazione del microrganismo 5

6 Paratubercolosi e Crohn Possibile rapporto tra CD e Paratubercolosi Report UK Food Standard Agency (2002): Abbiamo un potenziale patogeno per l uomo nei ruminanti e in altri animali d allevamento. L esposizione della popolazione umana è in probabile aumento. In attesa di ulteriori chiarimenti riguardo la patogenicità per l uomo, è comunque necessario, in via precauzionale, applicare tutte le misure necessarie a ridurre l esposizione dell uomo Difficoltà diagnostiche Lunga latenza (6 mesi 15 anni) Principali difficoltà Elevata % di forme subcliniche (~ 50%) Presenza di eliminatori intermittenti Presenza di soggetti immunotolleranti e/o anergici Presenza di infezione in altre specie ( domestiche e selvatiche) Numerose vie di trasmissione (feci, latte, transplacentare) Contaminazione degli ambienti e dei pascoli Elevata resistenza del microrganismo Proposta interventi sanitari aziendale Controllo della malattia in allevamenti infetti Certificazione di sanità in allevamenti non infetti Conoscenze epidemiologiche Applicazione delle norme sanitarie Corretto utilizzo degli strumenti diagnostici Terapia (inefficace) Vaccinazione (vietata) ACCORDO 17 ottobre Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulle Linee guida per l adozione dei piani di controllo e certificazione nei confronti della paratubercolosi bovina. (Rep. Atti n. 146/CSR). ACCORDO 17 ottobre Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulle Linee guida per l adozione dei piani di controllo e certificazione nei confronti della paratubercolosi bovina. (Rep. Atti n. 146/CSR). 6

7 Struttura delle linee guida per l adozione di piani di controllo e certificazione nei confronti della paratubercolosi bovina Parte 1: obbligatoria Notifica casi clinici Registrazione stato sanitario di tutti gli allevamenti Parte 2: volontaria Classificazione degli allevamenti sulla base del rischio Obiettivi del piano Definire due percorsi: Allevamenti infetti: CONTROLLO Allevamenti negativi: CERTIFICAZIONE Obiettivi del piano Definire la prevalenza Supportare le esportazioni Cina (nessun caso clinico negli ultimi 12 mesi) India (trattamenti che assicurino la distruzione di Map) Ridurre la diffusione dell infezione Creare le condizioni per il commercio consapevole di: Animali Prodotti (latte, seme ecc) Migliorare la conoscenza del problema Allevamenti negativi: Perché certificare? Tutelare gli allevamenti indenni Fornire garanzie sugli animali venduti Fornire garanzie sui prodotti venduti Predisporre e collaudare un modello Stimolare misure di intervento negli allevamenti infetti Allevamenti infetti: piani di Controllo Fornire assistenza specifica Sensibilizzare gli allevatori Adottare misure di biocontenimento/biosicurezza I capisaldi del controllo: Acquisto animali I test diagnostici La corretta gestione del parto La corretta gestione dei vitelli (colostro e latte) Separazione per gruppi Igiene ambientale Smaltimento deiezioni 7

8 Quali benefici per l allevatore? Benefici economici diretti produzione lattea, valore carcassa, vita produttiva, riduzione dei premi assicurativi Benefici economici indiretti riduzione altre patologie, benessere Qualificazione delle produzioni animali da rimonta, latte, seme Premi PAC (politica agricola comune) / sviluppo rurale? Formazione, Consulenza, Benessere, Premi supplementari LINEE GUIDA PER L ADOZIONE DI PIANI DI CONTROLLO E PER L ASSEGNAZIONE DELLA QUALIFICA SANITARIA DEGLI ALLEVAMENTI NEI CONFRONTI DELLA BOVINA 1) Definizioni a. Sospetto clinico di Paratubercolosi: un caso di diarrea cronica associata a cachessia, in un bovino di età superiore a 24 mesi. Non sono sospetti clinici di paratubercolosi i bovini clinicamente sani, risultati positivi ad un test per la diagnosi di paratubercolosi. b. Caso clinico di Paratubercolosi: un caso di diarrea cronica associata a cachessia, in un bovino di età superiore a 24 mesi, confermato da una prova diagnostica diretta di biologia molecolare. c. Piano aziendale di gestione sanitaria (PGS): documento programmatico redatto secondo i criteri dell allegato 1 ai fini della prevenzione o del controllo dell infezione paratubercolare in azienda. d. Prova sierologica: una prova ELISA, svolta su campioni di sangue o latte individuali dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale. e. Prova diagnostica diretta: una prova di biologia molecolare o colturale, svolta dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale. f. Sieroprevalenza: rapporto tra il numero di soggetti risultati positivi alla prova sierologica e il numero di soggetti sottoposti a prova. 2. Obiettivi a. raccogliere dati sull insorgenza di casi clinici di paratubercolosi nel patrimonio bovino nazionale; b. permettere la certificazione per il commercio consapevole degli animali e dei loro prodotti, attraverso una classificazione degli allevamenti basata sul rischio; c. fornire agli allevatori strumenti per prevenire l introduzione dell infezione da Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis nei propri allevamenti; d. fornire agli allevatori strumenti per il controllo dell infezione negli allevamenti infetti. 3. Segnalazione a. I sospetti clinici di paratubercolosi bovina, come definiti al punto 1, lettera a, sono segnalati all Azienda Sanitaria Locale competente da parte di: medici veterinari pubblici e privati; proprietari e detentori degli animali. b. Ricevuta la segnalazione, la ASL provvede al prelievo di un campione di feci per la conferma del sospetto clinico sui capi oggetto della segnalazione. c. La ASL competente registra i casi clinici di paratubercolosi nel Sistema Informativo sulle Malattie Animali (SIMAN) del Ministero della Salute. 4. Provvedimenti A seguito della conferma di casi clinici di paratubercolosi, il Servizio Veterinario della ASL competente per territorio dispone nell allevamento interessato: a. il blocco delle movimentazioni degli animali delle specie sensibili verso altri allevamenti da riproduzione; b. la verifica delle informazioni registrate in BDN e della corretta identificazione degli animali esistenti in allevamento; c. l isolamento degli animali con forma clinica, fino alla macellazione; d. visita clinica sull effettivo dell allevamento ed esecuzione di un controllo sierologico su tutti i bovini di età superiore a 36 mesi. I risultati del controllo sierologico sono comunicati al proprietario / detentore per l eventuale adozione volontaria di un piano di controllo (vedi punto 10). Vengono inoltre prescritti i limiti di movimentazione di cui al punto 8. 8

9 5. Revoca dei provvedimenti Il blocco delle movimentazioni di cui al punto 4, lettera a, per i capi non sottoposti a prelievo o risultati negativi al controllo sierologico, viene revocato immediatamente dopo la macellazione dei soggetti con paratubercolosi in forma clinica. 6. Sorveglianza al macello Il Veterinario ufficiale del macello, qualora alla visita ante mortem rilevi la presenza di un sospetto clinico di paratubercolosi, accompagnato da lesioni caratteristiche rilevate nel corso di ispezione postmortem, deve comunicare al più presto il riscontro al Servizio Veterinario competente territorialmente per l allevamento di provenienza del capo, che effettuerà le verifiche di cui al precedente punto 4, lettera b) e lett. d). 7. Qualifiche sanitarie Il Servizio Veterinario ASL competente per territorio assegna, sulla base delle informazioni sanitarie agli atti, la qualifica sanitaria per la paratubercolosi ad ogni allevamento bovino, secondo lo schema di cui all allegato 2 delle stesse linee guida. Ad eccezione dei livelli PTC Allevamento con casi clinici e PT0 Allevamento senza casi clinici, la qualifica viene assegnata su richiesta dell allevatore. La qualifica sanitaria nei confronti della paratubercolosi ha validità di 12 mesi e viene mantenuta se permangono i requisiti, non vengono introdotti soggetti provenienti da allevamenti con qualifiche inferiori e una prova sierologica, svolta con cadenza almeno annuale secondo uno dei protocolli di cui all Allegato 2, ha dato esito favorevole. Qualora non siano rispettati i requisiti per il mantenimento di cui all Allegato 2, l azienda perde la qualifica e assume il livello PT0 ( Allevamento senza casi clinici ). La qualifica sanitaria viene registrata nella banca dati dell anagrafe zootecnica nazionale e mantenuta aggiornata sulla base delle informazioni agli atti del Servizio Veterinario. Allegato 2 Qualifiche sanitarie degli allevamenti bovini 8. Movimentazione animale I soggetti senza sintomi clinici di paratubercolosi, risultati positivi a una prova sierologica o diagnostica diretta per paratubercolosi non possono essere venduti ad un altra azienda da riproduzione. Entro un anno dall'approvazione delle presenti linee guida, per qualsiasi movimentazione di bovini verso allevamenti da riproduzione, la qualifica sanitaria nei confronti della paratubercolosi è riportata sulla dichiarazione di provenienza. L introduzione di bovini provenienti da allevamenti con qualifica sanitaria per paratubercolosi inferiore alla propria comporta la perdita della qualifica ottenuta. In tal caso l allevamento assume la qualifica dell allevamento di provenienza degli animali introdotti. 9

10 9. Prove di laboratorio Le prove diagnostiche per l ottenimento ed il mantenimento della qualifica sanitaria devono essere svolte dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio. Ad eccezione dei controlli sierologici di cui ai punti 3 e 4 che rimangono a carico del Fondo Sanitario Nazionale, i costi di tali prove sono a carico del proprietario degli animali. Le Regioni e Province Autonome, anche tramite gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, rendono disponibili i dati relativi agli esiti degli esami svolti nell'ambito dei piani di controllo e certificazione al Centro Nazionale di Referenza, secondo protocolli definiti dalla Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute. 10. Piano aziendale di controllo La predisposizione e l applicazione di un piano aziendale di controllo della paratubercolosi negli allevamenti infetti è volontaria. Il piano aziendale contiene le misure minime di cui all allegato 1 delle presenti linee guida ed è approvato dal Servizio veterinario dell ASL competente per territorio. Allegato 1 Requisiti minimi per la stesura di un Piano aziendale di controllo nei confronti della paratubercolosi negli allevamenti infetti Il Piano aziendale di controllo nei confronti della paratubercolosi negli allevamenti infetti è basato sulla valutazione del rischio di introduzione e diffusione dell infezione in allevamento, utilizzando, a seconda dell indirizzo produttivo dell allevamento, i seguenti strumenti, predisposti dal Centro Nazionale di referenza per la Paratubercolosi: Allegato 1A: Manuale per il controllo della Paratubercolosi negli allevamenti di bovine da latte Allegato 1B: Manuale per il controllo della Paratubercolosi negli allevamenti di bovine da carne (linea vacca-vitello) Protocollo S1 Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Il protocollo S1 permette l acquisizione delle qualifiche sanitarie fino a PT2. Se svolto con cadenza almeno annuale permette il mantenimento della qualifica ottenuta (da PT1 a PT5). Tale protocollo prevede il controllo sierologico di tutti i bovini riproduttori maschi di età superiore a 24 mesi, di tutti i bovini di età superiore a 24 mesi acquistati negli ultimi 12 mesi e su un campione di bovini femmina di età superiore a 36 mesi nati in azienda, nel numero riportato nella seguente tabella: Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti 10

11 Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Protocollo S1 Tale protocollo permette di rilevare, con una confidenza dell 85%, gli allevamenti con prevalenza superiore al 5%, considerando l impiego di un test con sensibilità del 58%. Il controllo può essere indifferentemente svolto su campioni di sangue o di latte individuale. Interpretazione dei risultati: - Tutti i campioni danno esito negativo: all allevamento può essere assegnata la qualifica PT2. In caso di allevamenti già in possesso di qualifica superiore a PT2, la qualifica viene mantenuta. Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Protocollo S1 - Uno o più campioni danno esito positivo: è necessario calcolare la sieroprevalenza (capi positivi / capi testati x 100). In caso di sieroprevalenza uguale o inferiore a 5%, può essere assegnata la qualifica PT1; in caso di sieroprevalenza superiore a 5 %, viene assegnata la qualifica PT0. In caso di sieropositività in allevamenti già in possesso di qualifica PT3 o superiore, è opportuno, prima dell aggiornamento della qualifica, procedere ad esami diagnostici diretti sui capi sieropositivi. Se i soggetti sieropositivi risultano negativi all esame diretto sulle feci, i capi sono considerati negativi, ma devono essere inclusi nel campionamento dell anno successivo, se ancora presenti in allevamento. Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Protocollo S2 Il protocollo S2 permette l acquisizione della qualifica di allevamento certificato (da PT3 a PT5). Tale protocollo prevede il controllo sierologico su tutti i bovini femmina di età superiore a 36 mesi, su tutti i bovini riproduttori maschi di età superiore a 24 mesi e tutti i riproduttori di età superiore a 24 mesi introdotti negli ultimi 12 mesi. Il controllo può essere indifferentemente svolto su campioni di sangue o di latte individuale. La qualifica sanitaria viene assegnata/mantenuta se tutti i campioni prelevati danno esito negativo alle prove diagnostiche. Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Protocollo S2 In caso di sieropositività in allevamenti con qualifica PT3 o superiore, è opportuno, prima dell aggiornamento della qualifica, procedere ad esami diagnostici diretti sui capi sieropositivi. Se i soggetti sieropositivi risultano negativi all esame diretto sulle feci, i capi sono considerati negativi, ma devono essere inclusi nel campionamento dell anno successivo, se ancora presenti in allevamento. Protocolli per il controllo sierologico degli allevamenti Strumenti: Manuali per il controllo 11

12 OBIETTIVI DEI MANUALI Fornire ai veterinari strumenti standardizzati per il controllo della Paratubercolosi in allevamento Ridurre la prevalenza di Paratubercolosi al fine di: ridurre le perdite economiche ridurre la contaminazione della catena alimentare creare i presupposti per la certificazione volontario flessibile CARATTERISTICHE DELL INTERVENTO modificabile/implementabile nel tempo LINEE GUIDA PER IL CONTROLLO DELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINE DA LATTE (All.1) 6 azioni +1 (allevamenti da latte punto 6) 1. Raccolta di informazioni sullo stato sanitario e produttivo dell allevamento 2. Raccolta dell anamnesi relativa alla Paratubercolosi e stima della prevalenza di infezione 3. Analisi del rischio per la trasmissione dell infezione paratubercolare in allevamento 4. Utilizzo dei test diagnostici 5. Stesura del Piano di Gestione Sanitaria (PGS) 6. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte da Map 7. Verifica dell attività svolta, dei risultati, rimodulazione del PGS 1: Raccolta di informazioni su stato sanitario e produttivo dell allevamento -presenza di altre infezioni subcliniche -incidenza di patologie di mandria - scostamento tra performances produttive raggiunte rispetto a quelle attese dall allevatore Scopo: aumentare la consapevolezza dell allevatore razionalizzare gli interventi 12

13 2: Anamnesi per Paratubercolosi e stima della prevalenza di infezione Questa fase rappresenta un momento preliminare all analisi del rischio. Consiste nella raccolta dell anamnesi dell allevamento relativamente alla Paratubercolosi e nella stima della prevalenza dell infezione. La stima della prevalenza è una parte essenziale dell analisi del rischio: è fondamentale per dare priorità agli interventi da includere nel PGS e per l interpretazione dei risultati dei test. I risultati di un test diagnostico effettuato su tutto l allevamento, se disponibili, sono in grado di fornire una valutazione accurata della prevalenza. Se tali dati non sono disponibili, la prevalenza può essere stimata in base ai dati anamnestici raccolti. prevalenza ai test diagnostici su animali > 24 mesi 3. Analisi del rischio per la trasmissione dell infezione paratubercolare in allevamento Punteggio % 13

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15 Valutazione del rischio: Tabella riassuntiva 4. Test diagnostici I test diagnostici sono funzionali alla realizzazione del Piano di Gestione Sanitaria (PGS). Sottoporre gli animali a test diagnostici al di fuori del PGS e senza aver definito in via preliminare come utilizzare i relativi risultati è una perdita di tempo e di denaro. Prima di effettuare i test diagnostici occorre porsi le seguenti domande: 1. Cosa ci aspettiamo dai test e come essi ci potranno aiutare a raggiungere gli obiettivi dell allevamento e del PGS? 2. Quali test utilizzare? 3. Quali bovini testare e quando? 4. Che decisioni prendere a seguito dei risultati ottenuti? 4. Test diagnostici 1. Cosa ci aspettiamo dai test e come essi ci potranno aiutare a raggiungere gli obiettivi dell allevamento e del PGS? a. In una fase iniziale, possono servire per verificare se l infezione è presente in allevamento. b. Negli allevamenti infetti permettono di: identificare gli animali infetti allo scopo di eliminarli o gestirli; stimare la prevalenza dell infezione in allevamento, al fine anche di valutare nel tempo l efficacia del PGS (vedi azione 7); valutare il rischio legato all acquisto di animali da rimonta. 4. Test diagnostici 2. Quali test utilizzare? a. Test di diagnosi indiretta : AGID: data la scarsa sensibilità, l utilizzo è limitato ai soggetti con forma clinica sospetta. La sensibilità, anche su questa categoria di soggetti, è inferiore a quella dell ELISA; Test del Gamma interferone: data la scarsa specificità, il suo utilizzo è attualmente sconsigliato sugli animali adulti (rischio di false positività). Può essere sfruttata la sua precocità nel rivelare l infezione, impiegandolo sui soggetti giovani (< 2 anni) per valutare nel tempo l efficacia del PGS (vedi azione 7); ELISA: è il test consigliato per l economicità, la rapidità di esecuzione e la buona specificità (99%). Dimostra una sensibilità limitata (40-45%) che può arrivare all 85-90% negli animali con forma clinica. Il test sierologico ELISA può essere applicato anche su campioni individuali di latte. 4. Test diagnostici 2. Quali test utilizzare? b. Test di diagnosi diretta : Coltura fecale: viene considerato il test d elezione per la sua specificità (100%) e per una sensibilità superiore a quella del test ELISA (circa 50%); ha come limiti i tempi lunghi di risposta (16 settimane), il possibile inquinamento del campione e i costi elevati; PCR: rispetto alla coltura fecale presenta il vantaggio della rapidità di risposta (2 giorni) e il mancato inconveniente degli inquinamenti; presenta un costo più elevato e non raggiunge la stessa sensibilità, in particolare se l escrezione fecale è bassa. 15

16 4. Test diagnostici 2. Quali test utilizzare? Considerando i costi e la rapidità della risposta, la soluzione più favorevole al momento è l utilizzo del test ELISA, abbinato, se si vuole aumentare la sensibilità diagnostica, alle colture fecali (sensibilità complessiva raggiunta dai due test abbinati = 60-65%). Per evidenziare i soggetti forti escretori di Map, è possibile eseguire un test PCR su un pool di feci (pool effettuato in laboratorio su campioni individuali) e quindi, sui pool risultati positivi, eseguire l esame colturale dai singoli campioni. 4. Test diagnostici 3. Quali bovini testare e quando? I test devono essere programmati in funzione delle decisioni da prendere. Nella fase iniziale, allo scopo di accertare la presenza dell infezione in allevamento, un campionamento significativo potrebbe essere rappresentato da almeno 40/60 capi a maggior rischio di esposizione come animali più anziani, casi clinici sospetti, capi acquistati; Un test a tappeto su tutto l allevamento o un prelievo programmato alla messa in asciutta; 4. Test diagnostici 3. Quali bovini testare e quando? A parte il test del gamma interferone, che può essere eseguito sui soggetti giovani, gli altri test vengono effettuati, di regola, su soggetti di età superiore ai 2 anni; La frequenza dei test deve essere predefinita e la programmazione va riportata sul PGS; gli esami, su tutto l effettivo di almeno 2 anni di età, devono essere eseguiti come minimo una volta all anno. 4. Test diagnostici 4. Che decisioni prendere a seguito dei risultati ottenuti? a. decisioni strategiche (certificazione, adozione del PGS, modalità di intervento); b. decisioni gestionali sui singoli capi: discriminare i bovini negativi ai test da quelli positivi ad alto e a basso rischio; per le bovine positive: riformare, isolare al parto, escludere dalla fecondazione, fecondare con toro da carne, eliminare il colostro. Manuali per il controllo della Paratubercolosi bovina Nota bene: Considerare con attenzione le implicazioni etiche e legali per i soggetti risultati infetti. I soggetti infetti non devono essere venduti da vita, a meno che l acquirente sia a conoscenza dello stato d infezione. 5. Stesura delle procedure del PGS - interventi per ridurre il rischio di Paratubercolosi -devono essere definiti obiettivi a breve e a lungo termine, perseguibili e realistici, modificabili nel tempo e misurabili. - priorità di ogni intervento (alta, media, bassa) -considerare la prevalenza d infezione, i risultati dell analisi del rischio, gli obiettivi, le altre priorità gestionali o sanitarie e le risorse disponibili. - responsabilità (chi fa che cosa) 16

17 6. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte da parte di Map nelle aziende infette Questa azione è opzionale e può essere adottata nel caso in cui si vogliano fornire delle garanzie sul rischio di contaminazione da Map del latte, da parte di aziende infette da Paratubercolosi. -La presenza di Map nel latte dipende da due fattori: - prevalenza d infezione in allevamento, in particolare presenza di animali con elevata escrezione fecale di Map; - contaminazione fecale del latte. 6. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte da parte di Map nelle aziende infette Per avere un basso rischio di contaminazione, l allevamento deve raggiungere il livello di bassa prevalenza (soggetti positivi ai test < 5%) ed eliminare tutti i soggetti forti eliminatori. Per tale motivo è necessario che tra i test eseguiti sia previsto anche l esame colturale delle feci, applicando eventualmente la PCR a pool di feci. 6. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte da parte di Map nelle aziende infette Per evitare la contaminazione fecale del latte è necessario garantire un elevato livello d igiene della mammella;. 6. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte da parte di Map nelle aziende infette Per verificare l efficacia degli interventi adottati, occorre mettere in atto un controllo microbiologico su campioni di latte di massa mediante: esame batteriologico per la ricerca di Map (1 3 volte/anno); esito atteso = ASSENTE; esame batteriologico per la ricerca di coliformi fecali (1 2 volte/mese); esito atteso < 100 ufc/ml. La frequenza degli esami dovrà essere predeterminata e inserita nel PGS. 7. Verifica dell attività svolta, dei risultati ed eventuale rimodulazione del PGS stabilire una scadenza regolare per la verifica (almeno annuale); verificare se gli interventi definiti nel PGS sono stati realizzati, valutare i motivi delle eventuali inadempienze e riprogrammare gli interventi per il futuro; considerare comunque che risultati tangibili potrebbero essere raggiunti solo a distanza di qualche anno (3-4 anni): incidenza casi clinici/anno età dei soggetti più giovani con sintomatologia andamento percentuale nuovi casi positivi ai test 7. Verifica dell attività svolta, dei risultati ed eventuale rimodulazione del PGS Ogni anno compilare una copia dei 4 documenti previsti (all.1,2,3,5) da conservare in allevamento: 1. scheda anamnestica d allevamento 2. scheda per raccolta anamnesi Paratubercolosi e stima della prevalenza di infezione, 3. scheda per la valutazione del rischio di trasmissione dell infezione paratubercolare in allevamento, 4. piano di gestione sanitaria (PGS) per il controllo della Paratubercolosi, inserendo, se necessario, nuovi interventi che possano aumentare l efficacia dell azione di controllo. 17

18 Il veterinario è la figura centrale ed ha un ruolo chiave nella buona riuscita dell intervento La diffusione in allevamento avviene soprattutto nelle prime settimane di vita dei vitelli SALA PARTO FATTORI DI RISCHIO: Utilizzo multiplo con alta densità Igiene della lettiera insufficiente Utilizzo anche come infermeria Presenza di animali infetti e/o clinici Parti non assistiti SALA PARTO LINEE GUIDA: Obiettivo gestionale: ambiente pulito ed asciutto Usare la sala parto solo per il periodo strettamente necessario al parto Evitare il contatto diretto e indiretto della sala parto con altri reparti, in particolare con l infermeria Usare possibilmente box singoli di adeguate dimensioni Garantire almeno la separazione tra animali positivi e negativi ai test eseguiti preferibilmente alla messa in asciutta Lettiera pulita ed asciutta Tosare e lavare le mammelle prima del parto Isolamento immediato del vitello dalla madre VITELLI PRIMA DELLO SVEZZAMENTO FATTORI DI RISCHIO: Somministrazione colostro e latte di vacche infette Utilizzo di latte e colostro in pool Contatto diretto o indiretto con adulti Contaminazione alimenti e acqua con feci di adulti Utilizzo di vacche nutrici VITELLAIA LINEE GUIDA Obiettivo gestionale: evitare contatti con materiale o ambiente infetti Per ogni vitella utilizzare il colostro di un unica bovina negativa ai test, tenendo traccia dell identificativo della balia; nel caso, comunque sconsigliato, di somministrazione di pool di colostro, applicare un trattamento termico che garantisca l inattivazione di Map; evitare la contaminazione fecale di alimenti e acqua d abbeverata; utilizzare latte ricostituito per l alimentazione dei vitelli; nel caso venga utilizzato latte di scarto, va sottoposto a pastorizzazione; 18

19 VITELLAIA LINEE GUIDA Obiettivo gestionale: evitare contatti con materiale o ambiente infetti evitare l alimentazione della rimonta con foraggi sui quali, in campo, sia stato fatto spandimento di liquami e letame, se non nelle condizioni di sicurezza (stoccaggio e fermentazione delle deiezioni prima dello spandimento, interramento in campo mediante aratura); evitare il contatto diretto ed indiretto dei vitelli con gli adulti e le loro feci (allevare le vitelle in reparti separati, utilizzare attrezzature separate o adeguatamente pulite e disinfettate, pulizia delle calzature). REPARTO RIMONTA FATTORI DI RISCHIO: Contatto diretto con adulti e loro feci Contaminazione fecale alimenti e acqua Pascolo promiscuo con animali adulti Alimentazione con foraggi su cui è stato fatto spandimento di letame/liquame infetto REPARTO RIMONTA LINEE GUIDA Obiettivo: impedire il contatto con animali adulti e loro feci e la contaminazione fecale di alimenti e acqua Suddivisione per gruppi omogenei di età Evitare il contatto diretto/indiretto degli animali da rimonta con adulti e loro feci Evitare la contaminazione fecale di alimenti ed acqua Evitare la somministrazione di foraggi su cui sia stato fatto spandimento di liquame/letame se non nelle condizioni di sicurezza Impiegare attrezzature differenti per la pulizia degli ambienti e per la somministrazione di alimenti Non alimentare la rimonta con residui di mangiatoia di adulti ANIMALI ADULTI FATTORI DI RISCHIO: Contaminazione fecale di mangiatoie ed abbeveratoi Accesso a zone di accumulo/stoccaggio di letame/liquame Alimentazione con foraggi su cui sia stato fatto spandimento di letame/liquame infetto ANIMALI ADULTI LINEE GUIDA: Obiettivo: eliminare gli animali ad alto rischio e gestire quelli positivi ai test Isolare ed eliminare prima possibile gli animali con forme cliniche gestire i capi senza sintomi clinici (parto separato dai negativi, non utilizzare latte e colostro), ma positivi ai test, eventualmente eliminandoli se economicamente sostenibile Evitare la contaminazione di alimenti ed acqua Identificare le vitelle figlie di vacche che abbiano manifestato forme cliniche e di vacche positive ai test, che vanno considerate e gestite come infette; eliminarle se economicamente sostenibile. GESTIONE LETAME / LIQUAME LINEE GUIDA: Sottoporre letame e liquame ad idonea maturazione prima dello smaltimento Effettuare lo spandimento con adeguato anticipo rispetto alla raccolta Evitare lo spandimento nella stagione di raccolta Evitare l utilizzo di foraggi potenzialmente contaminati per animali <12 mesi Per allevamenti indenni: evitare l acquisto di foraggi di provenienza ignota o concimati con deiezioni bovine 19

20 PASCOLO FATTORI DI RISCHIO: Scarsa disponibilità di superficie Abbeverata a terra in pozze o ruscelli Promiscuità con animali domestici e selvatici infetti Promiscuità tra giovani e adulti PASCOLO LINEE GUIDA: Obiettivo: impedire il contatto con gli animali infetti e loro feci e la contaminazione del pascolo e dell acqua Evitare di condurre al pascolo i capi positivi Recintare l area di pascolo, evitando il pascolo promiscuo con animali di altre aziende Destinare aree differenti a giovani e adulti mantenendo la stessa destinazione anche nel corso degli anni Tenere evidenza del periodo e della località del pascolo e dei relativi animali Recintare le pozze d acqua, garantendo sistemi di abbeverata nei quali sia evitata il più possibile la contaminazione fecale dell acqua Garantire un area sufficiente ed effettuare le opportune rotazioni INTRODUZIONE O CONTATTO CON SOGGETTI ESTERNI ALL ALLEVAMENTO LINEE GUIDA: Obiettivo: evitare acquisto di capi infetti Acquistare, se possibile, da allevamenti certificati Conoscere identità, storia sanitaria e biosicurezza allevamenti di origine evitare di acquistare animali da allevamenti con rischio di Paratubercolosi più alto rispetto all allevamento di destinazione se gli allevamenti d origine non sono certificati, sottoporre a test gli animali acquistati non acquistare soggetti positivi ai test; isolare e impedire il contatto dei bovini acquistati con i soggetti giovani, fino al risultato dei test diagnostici valutare il rischio di contagio da parte di altre specie a contatto con i bovini, come ovini e caprini. TEST DIAGNOSTICI LINEE GUIDA: Obiettivo: determinare la presenza e/o la prevalenza dell infezione; identificare i bovini infetti, verificare i progressi del PGS Mirare i test al fine delle conoscenze che si vogliono acquisire Testare subito gli animali con forma clinica Registrare gli esiti, definire la prevalenza, individuare i bovini a rischio elevato e gli interventi da adottare Programmare lo schema diagnostico Usare i risultati come parte integrante del PGS La diagnosi a supporto del controllo Gestione sanitaria aziendale in relazione ai risultati di analisi CONTROLLO COFATTORI LINEE GUIDA: Obiettivo: evitare fattori che scatenino la patologia clinica e la conseguente diffusione evitare sovraffollamento; prestare particolare cura alla alimentazione, evitando forzature alimentari, errori, carenze o squilibri della razione; effettuare le opportune integrazioni minerali; migliorare il più possibile il benessere animale, in particolare nei confronti delle criticità climatiche; preparare in modo corretto, dal punto di vista alimentare, le bovine al parto; effettuare controlli e i trattamenti antiparassitari in particolare nel caso in cui la mandria sia portata al pascolo. 20

21 Rischio di contaminazione del latte La presenza di Map nel latte dipende da: prevalenza d infezione in allevamento, in particolare di animali forti escretori di Map contaminazione fecale del latte Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte OBIETTIVI: - Bassa sieroprevalenza d infezione (< 5%) -Eliminazione tempestiva di soggetti in avanzato stadio d infezione - Igiene della mammella (lettiera e mungitura) Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte Mantenere gli animali in condizioni ambientali che limitino l imbrattamento fecale delle mammelle mediante: - la corretta pulizia e disinfezione della lettiera, soprattutto nella zona di contatto con la mammella durante il decubito della vacca; - la pulizia delle zone di camminamento degli animali che devono essere asciutte e libere da materiale fecale; - la corretta gestione degli spazi a disposizione degli animali (evitare sovraffollamento). Nel caso di mungitura alla posta, la pulizia della zanella e il rinnovo della parte posteriore della posta devono essere effettuate almeno mezz ora prima della mungitura, mantenendo la lettiera sempre il più asciutta possibile. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte La sala di attesa deve essere pulita e non devono esserci residui di feci sul pavimento e sulle pareti. Il mungitore deve usare guanti in lattice e grembiule impermeabile, da sottoporre a ripetuti lavaggi. La pulizia dei capezzoli prima della mungitura andrebbe eseguita preferibilmente con materiale monouso a perdere. Il lavaggio della mammella (capezzolo e base della mammella) va eseguito con acqua tiepida, mantenendo il getto d acqua rivolto verso il basso, evitando che schizzi su tutta la mammella. L acqua può essere sostituita con specifici detergenti. Il lavaggio con acqua va obbligatoriamente seguito da accurata asciugatura con carta a perdere. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte Al termine dell operazione di preparazione della mammella, deve seguire rapidamente l attacco del gruppo di mungitura, cercando di ridurre al minimo l ingresso di aria. Durante la mungitura non deve essere effettuato alcun tipo di pulizia. Per eliminare materiale fecale occasionale, utilizzare modalità che permettano la rimozione completa e senza spargimento delle feci (es: rimozione con pala e non con acqua spruzzata). Accertare e rimuovere le cause di caduta dei gruppi durante la mungitura (es.: variazioni del vuoto, vuoto insufficiente, guaine non adeguate, gruppi non bilanciati, eccessiva lunghezza dei gruppi, ecc.). 21

22 Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte In assenza di stacchi automatici, va prestata particolare attenzione alla rimozione del gruppo mungitore. Il latte deve essere filtrato prima dell ingresso nel tank di stoccaggio; se vengono utilizzati filtri di metallo, questi devono essere lavati e sanitizzati dopo ogni utilizzo; se vengono impiegati filtri in carta, il filtro deve essere sostituito ad ogni utilizzo. Tutte le attrezzature di mungitura e conservazione del latte devono essere accuratamente lavate e disinfettate con detergente alcalino, rispettivamente dopo ogni utilizzo o svuotamento. Misure per ridurre il rischio di contaminazione del latte Almeno una volta alla settimana eseguire un trattamento degli impianti di mungitura e conservazione del latte con detergente acido, provvedendo alla pulizia manuale di eventuali componenti o zone del trasporto latte più soggette ad incrostazioni. I bicchierini per la disinfezione del capezzolo devono essere vuotati e puliti accuratamente alla fine di ogni mungitura, eliminando il prodotto residuo. LINEE GUIDA PER IL CONTROLLO DELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINI DA CARNE (LINEA VACCA VITELLO) 22

23 23

24 Applicazioni di protocolli Applicazioni di protocolli L ANARB e l ANAFI hanno proposto specifici protocolli sanitari per il controllo della Paratubercolosi che coinvolgono tutta la filiera dell I.A. Controlli in: Azienda di origine Centro genetico (CG) Centro Tori FA Applicazioni di protocolli Azienda di origine Madre ELISA + (quando il vitello ha 2-3 mesi di età) Madre non presente in azienda o impossibilità test Torello al CG con stato sanitario MP (madre positiva) Applicazioni di protocolli Centro genetico Test sui tori IFN-test Vitello 6 mesi di età Durante la quarantena al CG (dopo 15 gg. dall ingresso) Torello prima dell uscita da CG (a circa 1 anno di età) PCR feci del torello prima dell uscita da CG (a circa 1 anno di età) 24

25 Applicazioni di protocolli Centro genetico Test sui tori: risultati Positività al o ai IFN-test Torello al CFA sospetto di infezione continuare a monitorare Applicazioni di protocolli Centro Tori FA Test sui tori ELISA annuale Coltura fecale (CF) al 3 anno, al 5 e, in seguito, ogni anno Positività PCR: ripetere l analisi. Se positivo RIFORMA Applicazioni di protocolli Centro Tori FA Test sui tori: risultati Tori sospetti di infezione: Torelli con stato sanitario MP Positività al o ai IFN-test presso il CG Primo test PCR positivo Elisa semestrale CF semestrale Se positivo ad 1 od entrambi i test Applicazioni di protocolli Centro Tori FA La decisione di riformare il toro sarà valutata dal Centro di FA Tutte le partite di seme fresco dei tori infetti: CF eventualmente PCR ISOLAMENTO Profilassi Immunizzante La vaccinazione, nonostante sia un mezzo economico per ridurre la sensibilità all'infezione, presenta numerosi inconvenienti, come: l'interferenza con la reazione della tubercolina bovina; per tale motivo in Italia l'utilizzo di un vaccino contro la paratubercolosi è vietato; la sensibilizzazione ai test allergici e sierologici che divengono inapplicabili sul soggetto vaccinato; l'unico metodo diagnostico possibile rimarrebbe la coltura fecale; la possibilità di lesioni al punto di inoculo; la patogenicità del vaccino per l'uomo in caso di inoculazione accidentale; l'incompatibilità con un'ottica di eradicazione dell'infezione, oggi ancor più motivata dalle recenti ipotesi di coinvolgimento di MAP nel morbo di Crohn dell'uomo. Non vi è alcuna valida terapia Terapia molto costosa per il blocco delle produzioni causate dai lunghi tempi di sospensione. Può migliorare le condizioni cliniche ma non cura la malattia. Agente causale sensibile in vitro ad antibiotici e chemioterapici (Streptomicina, Rinfamicina, Idrazide dell acido isonicotinico) 25

26 Danimarca Inizio La situazione all estero Anno 2006 Background Alta prevalenza (80-85% allevamenti, 20-30% animali) Perdite economiche (ridotta produzione lattea, perdita di peso, riforma anticipata) Adesione (giugno 2009) 1255 allevamenti da latte su 4294 (29%) dimensione media 160 vacche 40% degli animali Danimarca Obiettivi Ridurre la prevalenza di animali infetti a livello nazionale Ridurre la trasmissione all interno dell allevamento Nessuna strategia sulla trasmissione tra allevamenti (no certificazione) Strategia Formazione/informazione continua per gli allevatori Stima del rischio (Test ELISA individuale su latte 4 volte l anno) Gestione delle vacche in funzione del loro rischio Danimarca Criticità del piano danese Costi (10-12 EUR/vacca/anno) a carico dell allevatore Ottenere modifiche gestionali da parte degli allevatori Mantenere la motivazione degli allevatori di risk management per almeno 6-8 anni in assenza di risultati Vaccinazione: vietata dal in precedenza solo su autorizzazione ministeriale 24 allevamenti aderenti al piano 13 con risposte aspecifiche Danimarca Estendere il piano di controllo: allevamenti da carne altri ruminanti animali selvatici Opzioni future ad alta priorità Sviluppare un piano di certificazione: Soddisfare le richieste dei partecipanti (79%) Arruolare gli allevatori presunti free Stimolare gli allevatori a rimanere nel piano Garantire animali free per la rimonta Danimarca In sintesi: formazione degli allevatori, con consapevolezza del tempo richiesto per vedere i primi risultati in almeno 6-8 anni Stima del rischio con test ai 4 anni e gestione diversificata delle vacche in base al rischio. I costi sono stati portati a carico degli allevatori (10 euro/vacca all anno). Macellazione precoce e prima del parto delle vacche positive ad alto rischio Pulizia della sala parto Separazione entro 2 ore dei vitelli. Vacche con diversi profili di rischio (cd vacche gialle o verdi avevano misure più selettive e meno rigide, sempre basate su principi di corretta gestione. 26

27 Olanda: Piano Nazionale su base volontaria dal 1998: Stato sanitario classificato in ctg. Da 1 a : allevamenti infetti 5: sierologico negativo su tutti gli animali di età > anni : uno o più analisi batteriologiche delle feci negative su tutti gli animali di età > anni 2 Vaccinazione negli allevamenti infetti con vaccino spento prima di 30 gg. di età Olanda: 1998: inizia il programma MAP Free, con una assicurazione di Qualità sul latte da massa, che si pone l obiettivo di ridurre i livelli di MAP nel latte. Il costo del programma è stimato in mezzo centesimo di euro per litro di latte. Il programma si poneva l obiettivo di arrivare al 75% di animali entro lo status A, ovvero a basso rischio, che significa che il 96% degli animali entro tale Status ha meno di 1000 cellule di MAP per litro. Olanda: Entro tale programma, il controllo e testing degli animali assume un significato particolare. Si inizia con un test su tutti gli animali per verificare la positività o negatività. Gli allevamenti negativi iniziano un programma di controllo biennali e sono insigniti dello Status A. Gli allevamenti positivi invece entrano in una procedura di controllo che consiste in esami annuali e sono insigniti dello status B se sono positivi ma con separazione degli animali infetti, e dello Status C diversamente. I campioni di latte sono regolarmente controllati e incrociati con positività nelle feci. Dal 2011 tutti gli allevamenti sono da considerarsi o Status A o Status B. Olanda: Obiettivi Certificare gli allevamenti indenni Garantire la sanità degli animali compravenduti Ridurre la diffusione dell infezione tra allevamenti Strategia Definizione dello status iniziale 4 Test biennali (FC) su tutti gli animali >2 anni Sorveglianza Adesione FC biennale su tutti gli animali > 2 anni 5% nel 2002 (1.231/ di cui 473 free) Olanda: Obiettivi 2006: inizio BTMQAP (Programma Assicurazione Qualità del Latte di Massa) Ridurre la concentrazione di MAP nel latte trasformato (<103/litro) Rimuovere alti MAP escretori Strategia Test annuali (ELISA) su tutti gli animali > 3 anni (allevamenti negativi biennale) Classificazione allevamenti in: A. Allevamenti solo con animali negativi B. Allevamenti che eliminano gli animali positivi C. Allevamenti con animali positivi Olanda: Adesione 75% nel % nel : inizio BTMQAP (Programma Assicurazione Qualità del Latte di Massa) Obbligatorio dal 2010 (per gli allevamenti da latte) Solo latte da allevamenti classificati A e B da Gennaio

28 Austria 2006: Paratubercolosi clinicamente manifesta soggetta a notifica obbligatoria abbattimento animali colpiti (forma clinica) adozione misure per ridurre la diffusione Costi per analisi e indennizzo abbattimento degli animali con forma clinica a carico del Governo Belgio Obiettivi Piano di controllo volontario dal 2006 Arruolare 10% allevamenti nel 2006 e 30% nel 2009 (non raggiunto) Enti coinvolti Industria lattiero-casearia Associazioni allevatori Servizio Sanitario Nazionale Strategia Test ELISA annuale su sangue o latte di tutti gli animali > 30 mesi Nessuna strategia sulla trasmissione tra allevamenti (No certificazione) Costi dei test (~10-12 EUR/vacca/anno) e altri costi pagati dall allevatore Francia: 1 unico piano nazionale di certificazione Da 5-10 anni programmi regionali isolamento ed allontanamento dei casi clinici identificazione e abbattimento infetti gestione allevamenti vaccinazione contratto fra allevatori veterinari Germania: Malattia soggetta a notifica obbligatoria, con limitazioni al commercio di animali Linee guida per il controllo redatte dal Ministero per la protezione del consumatore, degli alimenti e dell agricoltura nel 2005 Applicazione variabili nei diversi stati federali In alcuni stati Programmi di Assicurazione contro le malattie infettive, con possibilità di contributi Spagna: Assenza di un approccio nazionale Nei Paesi Baschi 2 possibili approcci: Test (sierologia e coltura fecale) e abbattimento Vaccinazione vaccino commerciale intero inattivato e adiuvato in olio requisiti allevamenti: indennità da TBC negli ultimi 5 anni infezione da paratubercolosi accertata in laboratorio incidenza clinica 5% /anno divieto di vendita animali da vita Norvegia: denuncia obbligatoria e stamping out previo indennizzo dell allevatore Piano di Controllo nazionale (1996): esami sierologici su tutti i bovini sopra i 18 mesi, esami istologici e colturali sui positivi. Abbattimento dei positivi. Nei bovini sporadica fino al 1979 (9 casi in 10 anni) Tutti i casi corrispondevano ad animali importati Nelle capre è consentita la vaccinazione. Endemica nell ovest del Paese 28

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