ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE ONCOEMATOLOGICO
|
|
- Salvatore Lamberto Capasso
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE ONCOEMATOLOGICO Inf. Ianiro Cristina U.O. Oncoematologia AUSL di Ravenna P.O. di Ravenna COS E IL CANCRO Insieme di una popolazione cellulare differenziata che origina quasi sempre da una singola cellula che ha subito una serie di specifici danni genetici Proliferazione incontrollata Resistenza all apoptosi Assenza di inibizione densità dipendente Ridotta capacità di adesione con altre cellule o tessuti Capacità di angiogensi CRESCITA INCONTROLLATA CAPACITA DI METASTATIZZARE 1
2 SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI PER TIPOLOGIA DI CANCRO STOMACO 25% COLONRETTO 56% POLMONE 11% MELANOMA 86% MAMMELLA 79% CERVICE 60% MEDIA 50 % UTERO 79% PROSTATA 76% TESTICOLO 98% LINFOMA HODGKIN 82% LINFOMA NON HODGKIN 55% TRATTAMENTI E STRATEGIE Esistono oltre 50 farmaci attivi per via sistemica La terapia quasi sempre complessa ed integrata, ha efficacia diversa a seconda dello stadio e dei fattori prognostici La terapia di supporto è enormemente migliorata come anche quella antalgica Le conoscenze della storia naturale dei diversi tumori sono molto aumentate Malattia metastatica a lungo sopravvivenza 2
3 CANCRO TRATTAMENTI E STRATEGIE Le terapie Chirurgia Radioterapia Chemioterapia Ormonoterapia Target therapy Le strategie Curativa Neoadiuvante Adiuvante Concomitante Palliativa Induzione Consolidamento Salvataggio Mantenimento ALCUNE DEFINIZIONI UTILI... Neoadiuvante o primaria: A scopo citoriduttivo prima dell intervento chirurgico per consentire un intervento conservativo o meno demolitivo (ad es quadrantectomia nella neoplasia mammaria) Adiuvante: A scopo preventivo dopo un intervento chirurgico apparentemente radicale, ma a rischio significativo di ricaduta Palliativa: In presenza di malattia non guaribile per l estensione. Ha lo scopo di migliorare la qualità di vita e, dove possibile, prolungare la sopravvivenza. 3
4 ALCUNE DEFINIZIONI UTILI... Induzione :cht per ridurre al minimo l'infiltrazione leucemica del midollo ed ottenere RC (70-80%) Consolidamento: cht per ridurre al minimo il rischio di ricaduta di malattia (PBSC e trapianto autologo o allogenico se rischio alto) Mantenimento :fase successiva di cht a basse dosi (1-2 anni anche per os) Salvataggio: cht di seconda linea se mancata risposta all'induzione CHEMIOTERAPIA Terapia medica per il trattamento di malattie oncoematologiche Monochemioterapia Polichemioterapia 4
5 CHEMIOTERAPIA CARATTERISTICHE La quasi totalità dei chemioterapici sono antiproliferativi cioè agiscono sul tutte le cellule in ciclo. Tuttavia la scarsa selettività cellulare induce alterazioni anche profonde di cellule differenziate. Alta tossicità per tessuti ad alto indice proliferativo: Midollo osseo Mucosa gastrointestinale Cute ed annessi cutanei Gonadi Complicanze: Acute Tardive e permanenti (sterilità, cardiotossicità, fibrosi polmonare) Teratogenicita EFFETTI COLLATERALI DELLA CHEMIOTERAPIA Side effects of chemotherapy Mucositis Alopecia Nausea/vomiting Diarrhea Cystitis Sterility Myalgia Neuropathy Pulmonary fibrosis Cardiotoxicity Local reaction Renal failure Myelosuppression Phlebitis 5
6 FARMACOGENOMICA Studi di biologia molecolare finalizzati all identificazione delle espressioni dei geni coinvolti nelle neoplasie o nella produzione di proteine coinvolte in tale processo Produzione di farmaci target oriented TARGET THERAPY Farmaci diretti contro uno specifico bersaglio molecolare espresso selettivamente sulle cellule tumorali Azione selettiva e specifica verso le cellule tumorali; Tossicità significativamente minore e diversa rispetto alla chemioterapia tradizionale; Possibile utilizzo in concomitanza di chemioterapia o radioterapia; Somministrazione, per alcune, per via orale, con conseguente riduzione di ricoveri e risparmio di risorse sanitarie Orientati verso popolazioni selezionate 6
7 TARGET THERAPY ANTICORPI MONOCLONALI (- ab) Contro geni mutati specifici Trastuzumab (Herceptin) Rituximab (Mabthera) Contro fattori di crescita Cetuximab (Erbitux) Epidermal Growth Factor Bevacizumab (Avastin) Vessel Endothelial Growth Factor INIBITORI DI ENZIMI (tirosin kinasi) (- ib) Imatinib (Glivec) Erlotinib (Tarceva) Gefitinb (Iressa) Bortezomib (Velcade) INIBITORI DI FATTORI DI CRESCITA neo-angiogenetici Sunitinib (Sutent) Sorafenib (Nexavar) TARGET THERAPY EFFETTI COLLATERALI 7
8 TARGET THERAPY EFFETTI COLLATERALI ALCUNI TRATTAMENTI Follicoliti : crema solfo salicilica Se presente prurito, associare un antistaminico Xerosi cutanea: non lavarsi con saponi o detergenti sintetici. Infatti i lavaggi frequenti e l uso dei prodotti da lavaggio è un aggravante per la xerosi cutanea. Onicocriptosi: Gel contenente il 5 % di Alluminio Cloruro. 8
9 RADIOTERAPIA Modalità di cura dei tumori di tipo locoregionale che sfrutta l effetto delle radiazioni elettromagnetiche (raggi x ) e corpuscolari (elettroni) regolate in base alla profondità della neoplasia da irradiare con lo scopo di uccidere tutte le cellule neoplastiche presenti nell area irradiata RADIOTERAPIA EFFETTI COLLATERALI Reazioni acute tessuti ad alto grado di proliferazione più radiosensibili ( cute,mucose, intestino) Complicanze tardive tessuti a lenta proliferazione ( midollo osseo, vescica) 9
10 RADIOTERAPIA REAZIONI ACUTE CUTE eritema a volte essudativo MUCOSE mucosite, disfagia, nausea e vomito,diarrea,esofagite,cistite e proctite RADIOTERAPIA COMPLICANZE TARDIVE Tossicità ematologica ( prevalente in pazienti chemio-trattati) 1. anemia 2. piastrinopenia 3. leucopenia 10
11 RADIOTERAPIA INFORMAZIONE AL PAZIENTE la rt non è dolorosa dopo la seduta non si rimane radioattivi le sedute sono brevi a parte la prima di simulazione che richiede tempo e collaborazione da parte del pz un ciclo di rt richiede solitamente qualche settimana in quanto frazionata diversamente dalla cht che ha un effetto sistemico la rt agisce localmente con effetti limitati solitamente al campo di applicazione PERFORMANCE STATUS (INDICE DI VALIDITÀ) Esistono diverse scale di valutazione della condizioni fisiche del paziente oncologico, tra cui la scala di Karnofsky e la scala del Gruppo Europeo di Oncologia Clinica (ECOG). Vengono utilizzate in oncologia per stabilire: l'indicazione al trattamento, valutazione della risposta clinica alla terapia, come fattore prognostico nelle neoplasie in fase avanzata (quanto migliore è il performance status tanto migliore è la prognosi) La scala ECOG èviene comunemente adottata dall organizzazione mondiale della sanità (WHO). La finalità della valutazione mira ad accertare con la maggior accuratezza possibile se esistano maggiori probabilità di allungare la vita del paziente senza influire negativamente sulla qualità di vita o se, a causa degli effetti collaterali degli antiblastici, vi sia un peggioramento od un accorciamento della vita stessa 11
12 PERFORMANCE STATUS (INDICE DI VALIDITÀ) Grado ECOG Stato del paziente 0 Paziente fisicamente attivo, in grado di svolgere le normali attività 1 Paziente limitato nelle attività fisiche impegnative, ma in grado di camminare e di svolgere un lavoro leggero o di tipo sedentario quali lavori domestici o mansioni d ufficio Corrispondente Grado Karnofsky Paziente in grado di camminare e di accudire a se stesso, ma incapace di svolgere attività lavorativa; resta alzato per più del 50% delle ore di veglia 3 Paziente in grado di accudire a se stesso solo in modo limitato; costretto a letto o in poltrona per più del 50% delle ore di veglia 4 Paziente completamente inabile, costretto a letto e non in grado di accudire a se stesso 5 Paziente agonico o deceduto ALGORITMO DEL PERCORSO UTENTE Inquadramento della patologia Decisione programma terapeutico Somministrazione programma terapeutico Dimissione Neoadiuvante Chemioterapia A domicilio Stadio iniziale Chirurgia Adiuvante Radioterapia Chemioterapia Prosecuzione in DH Assistenza domiciliare Patologia Radioterapia Prosecuzione presso altra struttura Palliativo Specifico Chemioterapia Trasferimento presso Hospice Stadio avanzato Radioterapia Decesso T.analgesica T.antibiotica Palliativo di supporto Supporto parenterale Radioterapia 12
13 SINTOMI IN ONCOLOGIA Correlati alla patologia oncologica Correlati alle metastasi Correlati ai trattamenti Farmacologici Radioterapici Chirurgici NAUSEA E VOMITO 13
14 NAUSEA E VOMITO Sono reazioni riflesse causate principalmente dal danno gastrointestinale, dall'irritazione e dall'alterazione della motilità gastroenterica conseguente alla chemioterapia NAUSEA E VOMITO: CAUSE CORRELATE A PATOLOGIA NEOPLASTICA Tumori dello stomaco in fase avanzata Tumori delle vie biliari Tumori cerebrali primari e secondari Disseminazione metastatica Anomalie metaboliche(uremia, ipercalcemia) Occlusione intestinale Terapia con oppioidi Persone sottoposte a chemioterapia Persone sottoposte a radioterapia 14
15 EMESI ASSOCIATA ALLA CHT EMESI ACUTA entro le 24 ore dalla cht EMESI RITARDATA giorni successivi al trattamento( es. cisplatino) EMESI ANTICIPATORIA si presenta prima della terapia in seguito ad un riflesso condizionato (attivata da pensieri, immagini, odori o suoni associati alla cht precedente) GRADO FARMACO ALTO: Cisplatino Cisplatino ALTO: non cisplatino Dacarbazina Carboplatino Ciclofosfamide Daunorubicina Doxorubicina/epirubicina Idarubicina Citarabina Ifosfamide INTERMEDIO Irinotecan Mitoxantrone Paclitaxel/docetaxel Mitomicina Etoposide Gemcitabina Vinorelbina 15
16 FATTORI PREDISPONENTI IL PEGGIORAMENTO DEL SINTOMO Età (pz molto giovani) Sesso ( le donne sono più soggette) Anamnesi di cinetosi Ansietà Consumo di alcool (pz con anamnesi di consumo cronico di alcol hanno minor tendenza all emesi) NAUSEA E VOMITO :VALUTAZIONE INFERMIERISTICA Valutazioni di base : età,sesso,stato fisico,stato psicologico,tipo di neoplasia e di percorso terapeutico passato e attuale,abitudini,supporto Valutazione dei fenomeni di emesi: stato di nausea e vomito attuali,analisi delle cause,esperienze di preferenze e tolleranze alimentari (discutere con il pz gli argomenti relativi l emesi) 16
17 NAUSEA VOMITO Grado Segni e sintomi Grado Segni e sintomi 0 Assente 0 Assente 1 Può mangiare, introduzione ridotta 2 Può mangiare, introduzione molto ridotta 3 Introduzione non significativa 1 1 episodio episodi episodi WHO classification 4 > 10 episodi NAUSEA E VOMITO OBIETTIVI INFERMIERISTICI Identificare le cause effettive e potenziali Eliminare, se possibile, nausea e vomito Intervenire al fine di mantenere il benessere, la nutrizione, l idratazione 17
18 NAUSEA E VOMITO INTERVENTI INFERMIERISTICI Informare il pz (tempi,cause della possibile comparsa del vomito e azioni preventive e allevianti) Registrare inizio, modalità, frequenza,durata e intensità dei sintomi,volume e tipo di vomito Ridurre al minimo situazioni,suoni e odori che possono indurre la sintomatologia NAUSEA E VOMITO INTERVENTI INFERMIERISTICI Assicurarsi la disponibilità di contenitori per il vomito,salviette,materiale per sciacquare e pulire la bocca Fornire sostegno e rassicurazione durante il vomito Valutare la comparsa di squilibri elettrolitici(riferire al medico) Verificare con il pz le modificazioni dell emesi a seguito dei provvedimenti attuati 18
19 INTERVENTI INFERMIERISTICI Incoraggiare il pz all assunzione di pasti piccoli e frequenti Valutare le preferenze e le tolleranze alimentari( generalmente sono meglio tollerati cibi secchi e salati) motivare il pz ad accettare l eventuale comparsa dell emesi per garantirne la collaborazione PROBLEMI COLLABORATIVI Somm.re regolarmente la terapia antiemetica prescritta e valutarne l efficacia e tempi di durata dell effetto Riferire circa l efficacia( considerare eventuali modifiche di dosaggio,piano di somministrazione o di associazione) considerare la necessità di avvalersi del supporto del dietologo, psicologo o pratiche complementari. 19
20 INDICAZIONI FARMACOLOGICHE EMESI DA CHT desametasone+antagonisti dei recettori della serotonina e.v.(ondansetron) o metoclopramide VOMITO ANTICIPATORIO ansiolitici associati a terapia antiemetica VOMITO DA TUMORI CEREBRALI corticosteroidi per ridurre l edema cerebrale INDICAZIONI FARMACOLOGICHE NAUSEA/VOMITO DA DOLORE analgesici per ridurre gli stimoli nocivi che arrivano alla corteccia cerebrale NAUSEA/VOMITO DA OPPIACEI antagonisti dei recettori della dopamina(perché la zona chemiorecettrice riceve messaggi mediati dalla dopamina) 20
21 STIPSI STIPSI Condizione di cambiamento delle normali abitudini intestinali caratterizzata da una diminuzione della frequenza dell emissione di feci solide 21
22 STIPSI CARATTERISTICHE PRINCIPALI FORMA A CUTA provocata da processi flogistici addominali FORMA CRONICA da diminuito tono della peristalsi intestinale ( stipsi atonica) o da eccessivo tono muscolare di alcuni segmenti intestinali( stipsi spastica) STIPSI - FATTORI DI RISCHIO Introduzione di liquidi Tipo di dieta Mobilità Fattori ambientali ( ridotta privacy, toilette inadeguate ) Ansia e depressione Uso di farmaci tipo oppioidi e antidepressivi 22
23 STIPSI CAUSE IN AMBITO ONCOLOGICO Neoplasie del colon sn ( eventuale occlusione intestinale) Neoplasie del retto Neoplasie in fase avanzata ( carcinosi peritoneale e conseguente occlusione intestinale) Chemioterapia ( alcaloidi della vinca con azione neurotossica sul sistema nervoso autonomo e ileo paralitico) STIPSI - CAUSE Farmaci oppiacei,antiemetici (Zofran),antidepressivi(riducono la peristalsi) Disidratazione,ridotta attività fisica,ansia e depressione 23
24 STIPSI - OBIETTIVI INFERMIERISTICI Identificare le cause Stabilire e mantenere uno standard di evacuazione in accordo con le abitudini del pz STIPSI - VALUTAZIONE Accertare i normali standard di evacuazione del pz Registrare l attività intestinale Considerare i fattori che aumentano il rischio o peggiorano il problema Valutazione di base generali(età, sesso, abitudini) 24
25 STIPSI - INTERVENTI Informare il pz sull importanza di:aumentare l apporto di fibre nella dieta,assumere 2 lt di liquidi nelle 24 ore,incrementare l attività fisica) Incoraggiare il pz ad assumere le misure che in passato hanno contribuito ad abitudini di evacuazioni regolari In caso di parziale o totale dipendenza utilizzare sempre il presidio che mantenga il più possibile la fisiologia, l autonomia,e la privacy della persona STIPSI - PROBLEMI COLLABORATIVI Valutare la necessità di effettuare l esplorazione rettale per verificare il grado di costipazione Valutare con il medico la necessità di somministrare lassativi orali o stimoli meccanici: eseguire la prescrizione e controllarne l efficacia Somministrare terapia specifica prescritta in caso di: stipsi da VCR (neostigmina), stipsi da oppiacei (lassativi osmotici,da contatto, per via rettale) 25
26 STIPSI - TRATTAMENTO OMS 5 LIVELLI Lassativo stimolante (senna, glicerolo rettale) Se inefficace aumentare la dose Se inefficace aggiungere lassativo osmotico (macrogol) Se non tollerato sostituire con lassativo salino (sali magnesio) Se inefficace supposte di lassativo stimolante seguite da clistere ripetibile DIARREA 26
27 DIARREA Condizione di cambiamento delle normali abitudini intestinali caratterizzato da frequente emissione di feci liquide, non formate evacuazione di feci con contenuto acquoso >75% insieme ad una frequenza di defecazione> 2/die per almeno 3 gg consecutivi DIARREA - CAUSE Tumore del colon (alternanza stipsi/diarrea) Tumori endocrino secernenti (liberano sostanze che stimolano la secrezione intestinale) Chemioterapia ( per azione citolitica diretta sulla mucosa intestinale) Radioterapia (sulla cavità addominale per danno della mucosa) Malnutrizione e digiuno pz. fase avanzata di malattia (danno dell epitelio intestinale) 27
28 DIARREA - CAUSE Antibioticoterapia Chirurgia (Sindrome da intestino corto) Infezioni Ansia (aumentata irritabilità e motilità gastrointestinale) Diarrea paradossa (occlusione intestinale) DIARREA - SINTOMI Irritazione e danni al tessuto anale Stanchezza Debolezza Crampi e dolore addominale Disidratazione Disturbi elettrolitici 28
29 DIARREA OBIETTIVI INFERMIERISTICI Stabilire e mantenere gli standard di evacuazione secondo le abitudini del paziente e prevenire lesioni cutanee Raggiungere e mantenere un buon stato nutrizionale e di idratazione DIARREA VALUTAZIONE Valutazioni di base Accertare i normali standard di evacuazione del pz e le sue abitudini Valutare grado e gravità della diarrea(frequenza, consistenza, volume,eventuale presenza di sangue o colorazione anomala) Valutare la comparsa di segni di disidratazione e squilibrio elettrolitico 29
30 SCALA VALUTAZIONE DIARREA WHO 1. Incremento inferiore a 4 scariche al giorno oltre la media 2. Incremento 4-6 scariche al giorno oltre la media 3. Incremento 7 scariche al giorno oltre la Media 4. Costituisce minaccia per la vita del paziente DIARREA INTERVENTI INFERMIERISTICI Rivedere con il pz le potenziali cause del problema Assicurarsi che vengano assunti 2 lt /24 ore di liquidi Evitare alimenti irritanti per l intestino: latte,fibre, cibi troppo freddi o troppo caldi Consigliare dieta idonea Incoraggiare il pz ad eseguire dopo ogni scarica accurata pulizia della zona anale 30
31 DIARREA PROBLEMI COLLABORATIVI Riferire al medico eventuali segni di disidratazione o squilibrio elettrolitico (potassio) Antidiarroici,antispastici,ansiolitici o trattamenti per le eventuali cause infettive secondo prescrizione e valutarne l efficacia Collaborare col dietologo (eventuale dieta priva di scorie o integratori dietetici) DIARREA INDOTTA DA CHEMIOTERAPIA (CHT) Causa di tossicità dose-limitante Aumentata morbilità e mortalità ( Diarrea ritardata da CPT11) Impatto negativo sulla qualità di vita FONDAMENTALE : controllo delle evacuazioni 31
32 DIARREA DA CHT INTERVENTI E PROBLEMI COLLABORATIVI Stop CHT ( secondo prescrizione medica es. XELODA ) OCTREOTIDE in diarrea post-cht refrattaria alle cure standard (inibisce secrezione esocrina gastrica e intestinale e riduce la motilità intestinale) LOPERAMIDE STEROIDI (diarrea post-attinica, riduce l edema intestinale) DIARREA RUOLO INF. ONCOLOGICO Aspetto educativo Risposta infermieristica ai bisogni fisici psicosociali ed educazionali,la quale rinforza i pazienti: - nell autogestione degli effetti collaterali - nell affrontare le complicazioni serie o potenzialmente pericolose della vita 32
33 MUCOSITE MUCOSITE sindrome flogistica delle mucose infiammazione delle mucose che si può presentare in forma di stomatite, esofagite,cistite, congiuntivite ecc.. 33
34 MUCOSITE DEL CAVO ORALE Complicanza infiammatoria grave, che affligge i pazienti oncologici sottoposti a chemio e/o radioterapia, a carico della mucosa del cavo oro faringeo. COME SI MANIFESTA Segni e sintomi Imbiancamento Eritema Alterazioni del gusto Xerostomia o scialorrea Ulcerazioni della mucosa: membrane, placche, localizzazioni da agente specifico Dolore urente Intolleranza all assunzione di cibi freddi, caldi, acidi, piccanti Difficoltà ad articolare la parola e alla deglutizione Impossibilità alla normale alimentazione (cibi solidi e/o liquidi) 34
35 FATTORI DI RISCHIO DIRETTI Età e sesso Precedenti condizioni del cavo orale e igiene orale durante la terapia Stato nutrizionale ed uso di alcool e tabacco (riducono il trofismo della mucosa orale) Chemioterapia e radioterapia: dose, farmaci, combinazioni(danno sull epitelio e sui meccanismi di rinnovamento cellulare) Suscettibilità personale FATTORI DI RISCHIO INDIRETTI Mielodepressione Immunodepressione Infezioni batteriche, fungine, virali Tipo di neoplasia (distretto capo/collo ) 35
36 CHI COLPISCE 40% dei pazienti trattati con chemioterapia standard ( comparsa da 2 a 14 gg dall inizio della cht) 80% dei pazienti sottoposti a TMO ( gravità legata alla mielosoppressione ) 100% dei pazienti radiotrattati per neoplasie del capocollo(reazione acuta con comparsa circa 14 gg dopo e rilevanti effetti tardivi) COSA PUÒ PROVOCARE Aumento del rischio infettivo: setticemie, infezioni polmonari, infezioni del tubo gastro-enterico, ecc Aumento del disagio del paziente: depressione, ansia, sconforto, nervosismo, ecc.. ridotta capacità di comunicare per alterazione della fonesi Problemi nutrizionali fino all anoressia e alla cachessia Difficoltà nel rispetto dei tempi di recupero funzionale Difficoltà nel rispetto dei tempi standard di cura ( può diventare dose limitante per i trattamenti radio-cht) Aumento delle giornate di degenza e dei costi Senso di impotenza e stress nel personale curante 36
37 PRINCIPALI ALTERAZIONI DELLA MUCOSA Imbiancamento: dovuto a iniziale vasocostrizione con occlusione capillare Eritema: arrossamento della mucosa dovuto ad aumento della permeabilità vascolare, edema tissutale e attivazione delle citochine Disepitelizzazione: riduzione drastica o scomparsa dell epitelio superficiale Ipertrofia gengivale: edema del tessuto gengivale Ulcere: soluzioni di continuo della mucosa dove facilmente si instaurano infezioni opportunistiche Placche: costituite da un essudato fibroso che forma una pseudo-membrana atta a proteggere l epitelio ulcerato COMPLICANZE Lesioni da candida: pseudomembrane o lesioni puntiformi, a chiazze, biancastre sparse sulla mucosa Lesioni herpetiche: vescicole dolorose specie a carico delle labbra Lichen: lesione simile al mughetto ma molto più severa, solitamente associata ad ipertrofia mucosa. E causato da eventi associati a GVHD Membrane: formazioni spesse, bianco-giallastre, spesso sanguinanti, dovute alla presenza di cheratina e collagene Petecchie: piccole soffusioni emorragiche capillari, puntiformi, superficiali Gengivite emorragica: sanguinamento delle gengive per piastrinopenia e ipertrofia gengivale 37
38 COMPLICANZE Xerostomia: diminuzione della produzione di saliva e della capacità lubrificante della saliva stessa Scialorrea: abnorme produzione di saliva che solitamente non ha alcun potere funzionale, trattasi nei casi più severi di un liquido denso, filamentoso e colloso che il paziente ha difficoltà a sputare e/o ingoiare CANDIDA 38
39 HERPES E CANDIDA MEMBRANA 39
40 LICHEN PLACCA 40
41 MUCOSITE CPSE Amati Piero U.O. Hospice Benedetta Corelli Grappadelli W.H.O. Grado 0: assenza di mucosite Grado 1: cambiamenti tessutali localizzati, eritema a chiazze, alimentazione normale Grado 2: cambiamenti tessutali localizzati, eritema, assottigliamento della mucosa, piccole ulcere, dolore lieve, alimentazione normale Grado 3: moderati cambiamenti tessutali, eritema e ulcere diffuse, sanguinamenti, dolore moderato, alimentazione solida e liquida difficoltosa Grado 4: marcati cambiamenti tessutali, eritema e ulcere che coinvolgono quasi tutta la mucosa, stillicidio, sanguinamento spontaneo, dolore marcato, impossibilità ad alimentarsi 41
42 MUCOSITE OBIETTIVI Individuare prontamente l insorgenza di arrossamenti o ulcerazioni al cavo orale Illustrare al pz. I mezzi per favorire il benessere e ridurre al minimo i problemi Prevenire le sovrapposizioni infettive Mantenere un adeguata nutrizione STRATEGIE DI PREVENZIONE INTERVENTI PRE - TRATTAMENTO Eliminare fonti di infezione (carie, malattie dentali, apparecchi ortodontici, traumatismi) Informare il pz sulle possibili cause di stomatite,sulla durata prevista, sui problemi potenzialmente associati,sulle misure da adottare per risolverli Stabilire un adeguato protocollo di igiene per il pz Educare il pz ad una corretta igiene ed ispezione del cavo orale 42
43 ASPETTO EDUCATIVO ALL IGIENE ORALE DEL PZ Controllo giornaliero del cavo orale Rimozione e pulizia delle protesi Cura minuziosa del cavo orale con sciacqui e uso di spazzolino più volte al giorno, in concomitanza dei pasti e prima di coricarsi Insegnare piccoli accorgimenti precauzionali: assumere liquidi e cibi semi-solidi freschi e lenitivi; limitare il fumo; limitare cibi caldi, speziati o acidi utilizzare spazzolini a setole morbide o in alternativa tamponi, quando compaia sanguinamento umidificare e ammorbidire le labbra con prodotti adeguati PROBLEMI COLLABORATIVI Somministrare analgesici locali e sistemici in caso di dolore, secondo prescrizione medica, verificarne e registrarne l efficacia Somministrare antifungini per via sistemica secondo prescrizione medica in caso di candidosi orofaringea Avviare un consulto con il dietologo se si rilevano gravi problemi alimentari o NPT 43
44 EVIDENZE COSA È EFFICACE? Prevenzione pre e durante il trattamento Benzidamina idrocloridrato Allopurinolo Crioterapia Laser a bassa frequenza GCSF sottocute Anestetici sistemici Fisiologica in sciacqui KGF, EGF, Interleuchina 11 Saliva artificiale Psicoterapia Amfotericina B Conclusioni: Scarsa efficacia dei trattamenti convenzionali Fondamentale importanza della prevenzione Fondamentale importanza dell igiene orale Fondamentale importanza dell osservazione del pz 44
45 TOSSICITA MIDOLLARE IL MIDOLLO OSSEO Midollo osseo rosso: Organo presente nelle ossa piatte come il bacino, lo sterno, il cranio, le coste, vertebre, scapole, ed estremità prossimali di femore e l'omero Cellule staminali emopoietiche Midollo osseo giallo: Organo presente nelle restanti cavità midollari, costituito da tessuto adiposo che ne determina il colore Cellule staminali mesenchimali non emopoietiche Entrambi i tipi di midollo osseo contengono una grande quantità di vasi sanguigni e capillari. 45
46 CELLULE STAMINALI Sono cellule totipotenti,, di tipo embrionale, capaci di differenziarsi verso qualsiasi direzione dello scenario tessutale: Cellule staminali emopoietiche Granulopoiesi Globuli bianchi (granulociti, linfociti, monociti) Eritropoiesi Globuli rossi (eritrociti) Piastrinopoiesi Piastrine Cellule staminali mesenchimali non emopoietiche Cellule muscolari liscie e striate Adipociti Osteoblasi Condroblasti Fiblrobaslti Cellule endoteliali CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE 46
47 TERAPIA ANTIBLASTICA E TOSSICITA MIDOLLARE La terapia antiblastica standard non ha attività sul patrimonio cellulare circolante ma solo su quelloin fase di replicazione all interno del midollo osseo (staminali e progenitrici ) Non tutti i farmaci causano depressione midollare con la stessa severità Alcuni farmaci hanno attività selettiva su determinate linee midollari, altri arrivano a distruggere le cellule staminali (trattamenti ad alte dosi) GLOBULI BIANCHI Leucopenia e neutropenia Aumento rischio infettivo Isolamento protettivo GLOBULI ROSSI Anemia Fatigue Interessamento multi apparato Supporto trasfusionale PIASTRINE Trombocitopenia Sindrome emorragica Supporto trasfusionale LEUCOPENIA Diminuzione del numero dei globuli bianchi circolanti al di sotto di cell/mm 3 (valori di riferimento cell/mm 3) 47
48 LEUCOCITI - FORMULA Leucociti granulociti: neutrofili (circa il 65% del totale) eosinofili (1-2% del totale) basofili (0,5-1% del totale) Leucociti non granulari: monociti (5-8% del totale) linfociti (35% del totale) NEUTROPENIA Diminuzione dei neutrofili (valori di riferimento /mcL) In base alla sua conta nella formula leucocitaria si definiscono tre diversi tipi di neutropenia: lieve: mcl moderata: mcl severa < 500 mcl, 48
49 NEUTROPENIA - SCALA DI VALUTAZIONE Classificazione tossicità ematologica; Neutropenia CTCAE v 3.0 (Common Terminology Criteria for Adverse Event ) Grado 1 Limite normalità 2 Lieve 3 Moderata 4 Severa 5 Assoluta Concentrazi one 1500 mm mm mm mm mm 3 < 500 mm 3 0 RISCHIO INFETTIVO NEUTROPENIA RISCHIO INFETTIVO CORRELATO ALLA PERSONA Età > 60 anni Pregresse infezioni opportunistiche Patologie concomitanti (BPCO, insufficienze d organo) Abitudini sessuali promiscue Viaggi in zone endemiche Vaccinazioni specifiche non eseguite 49
50 NEUTROPENIA RISCHIO INFETTIVO CORRELATO ALL AMBIENTE Tipo di isolamento (stanza singola, doppia, modalità accesso visitatori) Ventilazione stanze (ricambi d aria e filtri specifici) Comportamento visitatori non corretto Cantieri nelle vicinanze Esposizione ad agenti contaminanti (cibo, acqua,aria, oggetti) Team medico assistenziale colonizzato da agenti patogeni virulenti NEUTROPENIA RISCHIO INFETTIVO CORRELATO TRATTAMENTO Durata della neutropenia severa > 10 giorni (< 500 neutrofili) Presenza di mucosite cavo orale Grado 2 WHO Presenza di mucosite intestinale Presenza di accesso venoso centrale Utilizzo di corticosteroidi ad alto dosaggio Utilizzo di terapie antibiotiche Utilizzo di terapie immunosoppressive 50
51 NEUTROPENIA RISCHIO INFETTIVO CORRELATO AL PERSONALE SANITARIO Igiene delle mani Utilizzo dei presidi in uso Monitoraggio della mucosite Gestione e monitoraggio di accessi venosi centrali e periferici Rispetto delle norme comportamentali Team medico assistenziale colonizzato da agenti patogeni virulenti NEUTROPENIA - TRATTAMENTO Non è necessaria una terapia all esordio della neutropenia Occorre valutare l andamento l della neutropenia considerando il Nadir (emocromi( ripetuti). Nadir: momento di massima citopenia Condizionato dai farmaci antiblastici usati e dalla loro combinazione. Si verifica di solito tra il 7 ed il 10 giorno del ciclo Se intervengono infezioni gravi: Terapia antibiotica Terapia antimicotica (rivalutazione al g.) Fattori di crescita (non in alcune patologie ematologiche) 51
52 FILGRASTIM o G-CSF (Granulocyte-Colony Stimulating Factor) Appartenente alla famiglia delle citochine E un fattore di crescita emopoietico Stimola la proliferazione e differenziazione dei progenitori granulocitari Indicazioni: Riduzione della durata della neutropenia e l incidenza della neutropenia febbrile in pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico Mobilizzazione delle cellule staminali nel torrente periferico in pazienti candidati a leucoaferesi. Controindicazioni generali: leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche Effetti collaterali: NEUTROPENIA SEDI DI INFEZIONE PIU FREQUENTI Cavità orale (sovrainfezioni da microrganismi e miceti, virus) Tratto gastroenterico (enterocoliti) Sangue (sepsi diffusa) Pelle (flogosi punto inserzione accessi venosi centrali e periferici, esiti di manovre invasive, taglio delle unghie) Polmoni (focolai broncopneumonici, micosi polmonari) Vie urinarie (cistite, cistite emorragica) 52
53 NEUTROPENIA MICRORGANISMI PIU FREQUENTI Batteri Gram + - Stafilococcus aureus - Stafiloccoccus epidermidis - Steptococcus Viridans Batteri Gram - - Pseudomonas aeruginosa - Escherichia coli - Enterococchi Miceti (candida, aspergillo) NEUTROPENIA OBIETTIVI INFERMIERISTICI 1. Identificare le condizioni cliniche che possono favorire o determinare l instaurarsi di stati infettivi 2. Informare la persona e i familiari sull importanza dell igiene personale 3. Informare la persona e i familiari sui rischi correlati alla neutropenia 4. Adottare precauzioni per la prevenzione delle complicanze correlate alla neutropenia 5. Adottare precauzioni per la prevenzione delle ICA (Infezioni Correlate all Assistenza) 6. Corretta gestione accessi venosi centrali e periferici 53
CETUXIMAB (Erbitux) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI
CETUXIMAB (Erbitux) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per maggiori
DettagliIMATINIB (Glivec) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI
IMATINIB (Glivec) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per maggiori
DettagliIL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI
IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI Maria Teresa Petrucci (Roma) La terapia (orale, endovenosa, sottocutanea) ha un ruolo fondamentalenellaterapia nella terapia delmielomamultiploche Multiplo è una malattia
DettagliLA TERAPIA DEL. Maria Teresa Petrucci (Roma)
LA TERAPIA DEL PAZIENTE GIOVANE Maria Teresa Petrucci (Roma) La terapia farmacologica ha un ruolo fondamentale nel trattamento del Mieloma Multiplo che è una malattia già disseminata nell organismo al
DettagliAbstract: Diagnosi e gestione della xerostomia
Abstract: Diagnosi e gestione della xerostomia Autore: Dott.ssa Caterina Ardito Razionale La xerostomia è definita come una denuncia soggettiva di secchezza della bocca derivante da una diminuzione della
DettagliBORTEZOMIB (Velcade)
BORTEZOMIB (Velcade) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per maggiori
DettagliLa sindrome dell intestino irritabile post-infettiva
La sindrome dell intestino irritabile post-infettiva Dr.ssa Chiara Ricci Università di Brescia Spedali Civili, Brescia Definizione La sindrome dell intestino irritabile Disordine funzionale dell intestino
DettagliINTERFERONE POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI
INTERFERONE POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI 1 Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per maggiori informazioni:
DettagliPresentazione. Strategie europee contro il cancro 3
00_carpanelli_ok 9-09-2002 16:52 Pagina V Autori Presentazione XI XVII MODULO 1 Epidemiologia, prevenzione e ricerca 1 Strategie europee contro il cancro 3 Il quinto programma quadro 3 Il programma qualità
DettagliEspressione di geni specifici per un determinato tumore
Espressione di geni specifici per un determinato tumore Paziente A: Non ha il cancro Espressione dei geni: Nessuna Biopsia Geni associati al cancro allo stomaco Paziente B: Ha un tumore allo stomaco Bassa
DettagliPolipi precancerosi. Circa il 50% delle persone dai 60 anni in su avrà nel corso della vita almeno 1 polipo precanceroso di 1 cm o più di diametro.
Polipi precancerosi I polipi sono piccole escrescenze dovute ad una proliferazione eccessiva delle cellule sane della mucosa intestinale che può causare lo sviluppo di polipi cosiddetti adenomatosi (anche
DettagliCosa succede con la chemioterapia. e gli altri trattamenti
Cosa succede con la chemioterapia e gli altri trattamenti SANGUE e SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO: ALTERAZIONI EMATOLOGICHE Anemia Leucopenia Piastrinopenia FEBBRE ALTERAZIONI PSICHICHE Immagine corporea
DettagliCAPITOLO 1 indice. Tumore della mammella pag. 27 Tumore della cervice uterina pag. 30 Melanoma pag. 31 Linfomi pag. 31. bibliografia pag.
CAPITOLO 1 indice le neoplasie nell anziano pag. 5 Valutazione del paziente anziano pag. 7 Aspetti generali del trattamento pag. 10 Tumori del colon-retto pag. 11 Tumori della mammella pag. 13 Tumori del
DettagliCorso nursing Ortopedico. Assistenza infermieristica ai pazienti con artrite reumatoide. www.slidetube.it
Corso nursing Ortopedico Assistenza infermieristica ai pazienti con artrite reumatoide DEFINIZIONE MALATTIA INFIAMMATORIA SU BASE IMMUNITARIA DEL TESSUTO CONNETTIVO,ESSENZIALMENTE POLIARTICOLARE AD EVOLUZIONE
DettagliISTITUTO GERIATRICO VILLA DELLE QUERCE. Prevenzione delle infezioni nel paziente di area critica: l igiene orale
Prevenzione delle infezioni nel paziente di area critica: l igiene orale L Igiene orale La cura della bocca e dell igiene orale è una corretta pratica assistenziale E una funzione di cura che deve essere
DettagliSEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma
SEBASTIANO FILETTI Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche Università di Roma Sapienza, Roma La malattia tiroidea è in aumento negli ultimi anni. Quali le ragioni? Dati epidemiologici provenienti
DettagliIl sale è un elemento fondamentale per l alimentazione umana ed è costituito da cloruro di sodio (NaCl). Una sua eccessiva introduzione però può
Sale e salute Il sale è un elemento fondamentale per l alimentazione umana ed è costituito da cloruro di sodio (NaCl). Una sua eccessiva introduzione però può causare gravi problemi alla salute. La quantità
DettagliIl rischio cancerogeno e mutageno
Il rischio cancerogeno e mutageno Le sostanze cancerogene Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato
DettagliLa prevenzione delle lesioni da pressione. a cura di Eleonora Aloi Coord. Inf. Lungodegenza
La prevenzione delle lesioni da pressione a cura di Eleonora Aloi Coord. Inf. Lungodegenza Le lesioni da pressione: Sono aree localizzate di danno della cute e del tessuto sottostante che si realizzano
DettagliTitolo, oggetto e obiettivo del Progetto: Obiettivo Primario
Titolo, oggetto e obiettivo del Progetto: Studio clinico randomizzato, con gruppo di controllo, sull Agopuntura Tradizionale Cinese come Terapia di Supporto in pazienti sottoposti a trattamento Chemioterapico
DettagliAPPLICAZIONE DELLA FARMACOLOGIA ALLA PRATICA INFERMIERISTICA
APPLICAZIONE DELLA FARMACOLOGIA ALLA PRATICA INFERMIERISTICA Evoluzione delle responsabilità dell infermiere a proposito dei farmaci Applicazione della farmacologia alla Cura del paziente Applicazione
DettagliSTRUMENTO EDUCATIVO PER PAZIENTI CHE ASSUMONO FARMACI CHEMIOTERAPICI ORALI
STRUMENTO EDUCATIVO PER PAZIENTI CHE ASSUMONO FARMACI CHEMIOTERAPICI ORALI Questo strumento è stato creato per facilitare gli operatori sanitari nella valutazione e nell educazione dei pazienti trattati
DettagliIl dolore nel trattamento delle lesioni cutanee
Il dolore nel trattamento delle lesioni cutanee Pavia 18 giugno 2008 Docente Dott. Dario Paladino inf. esperto in wound care Vice-Presidente AISLeC Che cosa è il dolore? 1 Dolore Il dolore è una sgradevole
DettagliMisericordia di Empoli Centro Formazione. Primo Soccorso. Eventi e Lesioni di Origine Traumatica
Misericordia di Empoli Centro Formazione Primo Soccorso Eventi e Lesioni di Origine Traumatica Il Trauma E detto trauma un evento violento che reca un danno psico-fisico ad un individuo. Incidente SI Infarto
DettagliIL DOLORE ONCOLOGICO VALUTAZIONE
IL DOLORE ONCOLOGICO CARATTERISTICHE E VALUTAZIONE 1 LE CURE CONTINUATIVE Il dolore del paziente oncologico varia nel tempo, anche rapidamente, in relazione all evoluzione della malattia Necessità di frequente
DettagliIGIENE. disciplina che studia i mezzi e definisce le norme atte a conservare la salute fisica e mentale dell individuo e della collettività
IGIENE branca della medicina che ha lo scopo di promuovere e mantenere lo stato di salute della popolazione disciplina che studia i mezzi e definisce le norme atte a conservare la salute fisica e mentale
DettagliI test di laboratorio per la valutazione dello stress ossidativo (d-roms test) e delle difese antiossidanti (BAP test)
I test di laboratorio per la valutazione dello stress ossidativo (d-roms test) e delle difese antiossidanti (BAP test) E ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica che lo stress ossidativo gioca
DettagliLa Terapia del dolore
La Terapia del dolore Corso di Introduzione alle Cure Palliative-1 St. Christophe, 10 giugno 2006 Dott. Lorenzo Pasquariello Resp. SSD Terapia del Dolore Azienda USL Valle d Aosta Dolore oncologico Dolore
Dettagliigiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità
igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità salute Art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute
DettagliCHE COSA SONO I BIFOSFONATI?
Regione del Veneto Istituto Oncologico Veneto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico CHE COSA SONO I BIFOSFONATI? Informativa per i pazienti I bifosfonati sono farmaci introdotti più di vent
DettagliEsposizione ad agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici Il Titolo X corrisponde al Titolo VIII del D.Lgs. 626/94 di attuazione della direttiva 90/679/CEE, relativa alla protezione di lavoratori contro i rischi derivanti dall
Dettagli7 domande sui tumori. Convivere con la malattia
1. 7 domande sui tumori 2. Convivere con la malattia Dott. Andrea Angelo Martoni Direttore Unità Operativa di Oncologia Medica Policlinico S.Orsola-Malpighi Bologna 1. Cosa sono i tumori? i tumori Malattia
DettagliIl mieloma multiplo La terapia
MIELOMA MULTIPLO Il mieloma multiplo è una malattia neoplastica caratterizzata dalla proliferazione e accumulo nel midollo osseo di linfociti e di plasmacellule che, direttamente o indirettamente, possono
DettagliAPPROCCIO RADIOTERAPICO
Unità operativa di Radioterapia Azienda Ospedaliera di Parma APPROCCIO RADIOTERAPICO Dott.ssa Dell Anna Cristina TUMORI PRIMITIVI DELLA PARETE TORACICA Sono tumori eterogenei che possono prendere origine
DettagliDiretto tramite il servizio 118
ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE GRANDE USTIONATO (in regime di ricovero e ambulatoriale) Angela Giovanelli «I martedì dell Ordine» Parma, 15 ottobre 2013 Servizio attivo 24h su 24h Accesso: Dal
DettagliLEUCEMIE ACUTE LINFOIDI DELL'ADULTO
LEUCEMIE ACUTE LINFOIDI DELL'ADULTO La leucemia acuta linfoide è una malattia non frequente (15% delle forme leucemiche) in cui vi è una proliferazione maligna di cellule linfoidi nel midollo, nel sangue
DettagliLo spazzolino adeguato per ogni esigenza specifica
Lo spazzolino adeguato per ogni esigenza specifica Per una protezione quotidiana dalla carie accurata dei colletti dentali scoperti efficace ma delicata del margine gengivale Balsamo per le gengive Nuovo
Dettagli1. Obesità. Per valutare la distribuzione del grasso corporeo, si può utilizzare il rapporto vita.
2%(6,7 1. Obesità L incidenza del sovrappeso e/o dell obesità è andata aumentando dal dopoguerra in tutti i paesi industrializzati per l abbondanza e la disponibilità di cibi raffinati da un lato e la
DettagliServizio di Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) e Composizione Corporea
Servizio di Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) e Composizione Corporea Associazione Italiana per l Educazione Demografica Sezione di Roma L osteoporosi È una condizione dello scheletro caratterizzata
DettagliNeoplasie della mammella - 2
Neoplasie della mammella - 2 Fattori prognostici Numero di N+ : >3 Età e stato menopausale Diametro di T Invasione linfatica e vascolare Tipo istologico Grading Recettore per Estrogeni/Progesterone Amplificazione
DettagliNuovi farmaci orali nei tumori gastrointestinali
Nuovi farmaci orali nei tumori gastrointestinali Sara De Dosso Istituto Oncologico della Svizzera Italiana Gruppo Interesse Oncologia Ticinese 20 novembre 2014 Outline Capecitabina, (S1) Regorafenib Sunitinib
DettagliCOME PREVENIRE IL CANCRO. Dott.ssa Giulia Marini
COME PREVENIRE IL CANCRO Dott.ssa Giulia Marini LA PREVENZIONE DEL CANCRO Prevenire il cancro è possibile: 1. Prima che si manifesti la malattia: con stili di vita adeguati e vaccini contro il cancro 2.
DettagliAllegato 1 Conclusioni scientifiche e motivazioni per la variazione dei termini dell autorizzazione all immissione in commercio
Allegato 1 Conclusioni scientifiche e motivazioni per la variazione dei termini dell autorizzazione all immissione in commercio Conclusioni scientifiche Tenendo conto della valutazione del Comitato per
DettagliANNO MASCHI FEMMINE TOTALE TOTALE 1974 2513 4487
MORTALITÀ Tra i residenti della ULSS n. 1 nel corso del triennio 2010-2012 si sono verificati 4487 decessi (1974 nei maschi e 2513 nelle femmine, media per anno 1496), in leggero aumento rispetto al dato
DettagliEritemi solari e herpes labiale
Eritemi solari e herpes labiale ERITEMI SOLARI E HERPES LABIALE L eritema solare è un ustione di primo grado che si manifesta a seguito di una prolungata esposizione ai raggi UV; solitamente, la comparsa
Dettagliwww.printo.it/pediatric-rheumatology/it/intro
www.printo.it/pediatric-rheumatology/it/intro Malattia di Behçet Versione 2016 2. DIAGNOSI E TERAPIA 2.1 Come viene diagnosticata? La diagnosi è principalmente clinica. Spesso sono necessari alcuni anni
DettagliCPSE Cinzia Petazzoni CPS Eliana Paglia CPS Monica Pedroni
CPSE Cinzia Petazzoni CPS Eliana Paglia CPS Monica Pedroni Il bambino non èun piccolo adulto Il diritto del bambino ad essere riconosciuto come persona permane anche nello stato di malattia. Questo si
Dettaglicancro della mammella: tecnica e indicazioni
La radioterapia nel cancro della mammella: tecnica e indicazioni Incidenza e trattamento delle complicanze acute Taranto, 19.06.10 Relatore M. De Taranto Incidenza e trattamento delle complicanze acute
DettagliIL DOLORE CRONICO IN MEDICINA GENERALE
APPROCCIO AL DOLORE CRONICO BENIGNO IL DOLORE CRONICO IN MEDICINA GENERALE Luciano Bertolusso MMG - ASL CN2 Alba - Bra CHE COS E IL DOLORE (IASP) una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva associata
DettagliLA SOLUZIONE AI NODULI BENIGNI DELLA TIROIDE
LA SOLUZIONE AI NODULI BENIGNI DELLA TIROIDE www.modilite.info MODILITE In Italia la patologia nodulare tiroidea è piuttosto frequente ed è spesso asintomatica. Circa l 80% dei noduli tiroidei sono benigni
DettagliLA PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
LA PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Campo di applicazione Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione ad agenti biologici Definizioni Agente Biologico (a.b.) Qualsiasi microorganismo
DettagliCasa di Cura privata Villa Silvana - Aprilia U.O. Cure Palliative- Hospice
Casa di Cura privata Villa Silvana - Aprilia U.O. Cure Palliative- Hospice Responsabile Medico: Medici di Reparto: Caposala: Dott. Alberto SINISCALCHI Dott. Andrea LIGUORI Dott. Gian Paolo SPINELLI Sig.ra
DettagliIL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA NEL DOLORE ONCOLOGICO. S.C. Radioterapia ASL TO4 Ivrea Maria Rosa La Porta
IL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA NEL DOLORE ONCOLOGICO S.C. Radioterapia ASL TO4 Ivrea Maria Rosa La Porta LA RADIOTERAPIA E un metodo di cura conosciuto da più di 100 anni che prevede l utilizzo di radiazioni
DettagliCRONICITÀ E APPROPRIATEZZA NEI SETTING DI CURA FIBROSI CISTICA DALL OSPEDALE AL TERRITORIO
CRONICITÀ E APPROPRIATEZZA NEI SETTING DI CURA FIBROSI CISTICA DALL OSPEDALE AL TERRITORIO Cammi Emilio Reggio Emilia, 25 settembre 2015 Fibrosi cistica Malattia genetica rara Patologia multiorgano che
DettagliIL PAZIENTE AD ALTA COMPLESSITA SANITARIA L ASPETTO ASSISTENZIALE SUL TERRITORIO A DOMICILIO E IN RESIDENZA
IL PAZIENTE AD ALTA COMPLESSITA SANITARIA L ASPETTO ASSISTENZIALE SUL TERRITORIO A DOMICILIO E IN RESIDENZA Dott.ssa Laura Traverso UO Anziani Savona Dip. Cure primarie IL PAZIENTE AD ALTA INTENSITA E
DettagliLe interazioni farmacologiche come causa di reazioni avverse da farmaci
Le interazioni farmacologiche come causa di reazioni avverse da farmaci Corso per farmacisti operanti nei punti di erogazione diretta delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna AUSL Piacenza
DettagliCARTA DEI SERVIZI AMBULATORIO DI TERAPIA ANTALGICA E CURE PALLIATIVE. ASP di Enna Presidio Ospedaliero Umberto I. Responsabile Dott.ssa P.
CARTA DEI SERVIZI AMBULATORIO DI TERAPIA ANTALGICA E CURE PALLIATIVE ASP di Enna Presidio Ospedaliero Umberto I Responsabile Dott.ssa P. Viola Edvard Munch - The Silk Child -!907 Tate Gallery London 1
DettagliBocca e Cuore ooklets
Bocca e Cuore ooklets Una guida per i pazienti Booklets Per aiutare a migliorare qualità e sicurezza delle cure pubblichiamo una collana di guide ( ) con lo scopo di fornire ai pazienti ed ai loro famigliari
DettagliLa relazione infermiere-pazientemedico nella gestione della chemioterapia. 12 novembre 2002
La relazione infermiere-pazientemedico nella gestione della chemioterapia 12 novembre 2002 I farmaci antiblastici La chemioterapia antitumorale si può considerare relativamente recente. All inizio degli
DettagliIndice. Prefazione alla prima edizione. Prefazione alla seconda edizione. Prefazione alla terza edizione
Autori Prefazione alla prima edizione Prefazione alla seconda edizione Prefazione alla terza edizione XV XIX XXI XXIII 1. Epidemiologia e prevenzione oncologica (M. De Laurentiis, R. Bianco, S. De Placido)
DettagliLa spasticità: nuove possibilità di trattamento
La spasticità: nuove possibilità di trattamento La spasticità: Cos è? Si definisce spasticità un alterazione dei movimenti data da un aumento del tono muscolare involontario, con contratture muscolari
DettagliLA CHEMIOTERAPIA NEL TUMORE DEL POLMONE
LA CHEMIOTERAPIA NEL TUMORE DEL POLMONE Gianna Regis qualche informazione Il tumore del polmone rappresenta la prima tra le cause di morte tumorale in termini di frequenza tra i maschi e la seconda tra
DettagliEFFETTI COLLATERALI. bla bla bla bla
EFFETTI COLLATERALI bla bla bla bla E TERAPIA DI SUPPORTO Patrizia Tosi (Rimini) Bortezomib - effetti collaterali Astenia Piastrinopenia Neuropatia periferica Ipotensione Diarrea/nausea Riattivazione Herpes
DettagliSEGNALAZIONE/PROPOSTA RICOVERO HOSPICE
Modulo 01/HS Tel/fax 0825530341/342 Protocollo di presa d atto n. del a cura del Personale Hospice Proposta di ricovero in Hospice del Medico di Medicina Generale Medico Ospedaliero Dr/Dr.ssa Telefono
DettagliConoscere per Vincere Il Rotary per la prevenzione Sanitaria. Giuseppe Failla R.C.Ct & Giovanni Urso R.C. Ct Nord
Conoscere per Vincere Il Rotary per la prevenzione Sanitaria Giuseppe Failla R.C.Ct & Giovanni Urso R.C. Ct Nord Qualche numero Sul territorio nazionale: Incidenza CRC: 52.000 nuovi casi diagnosticati
DettagliIndicazioni ai Genitori. sulla frequenza nei Nidi e nelle Scuole dell infanzia comunali 0 6 anni. in collaborazione con
in collaborazione con Direzione Centrale Educazione e Istruzione Settore Servizi all Infanzia Indicazioni ai Genitori sulla frequenza nei Nidi e nelle Scuole dell infanzia comunali 0 6 anni - COMUNE DI
DettagliIl processo di assistenza infermieristica o processo di NURSING Relatore Infermiere Claudio Trovato
Il processo di assistenza infermieristica o processo di NURSING Relatore Infermiere Claudio Trovato Pergusa 6 Dicembre 2013 Sala Congressi Hotel Garden Processo infermieristico o Nursing Il processo infermieristico
DettagliPROGETTO MALATTIE TUMORALI DI APPRENDIMENTO IN AMBITO CLINICO PROBLEMA PRIORITARIO DI SALUTE
A.S.O. S. Giovanni Battista di Torino Organizzazione e Sviluppo Risorse Corsi di Laurea delle Professioni sanitarie Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Torino Facoltà di Medicina
DettagliCONSIGLI PER LA GESTIONE DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE
CONSIGLI PER LA GESTIONE DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE Sig/Sig.ra data di nascita Motivo della terapia anticoagulante: PERCHÈ IL MEDICO LE HA PRESCRITTO GLI ANTICOAGULANTI ORALI (Coumadin o Sintrom).
DettagliFebbre Ricorrente Associata a NLRP12
www.printo.it/pediatric-rheumatology/it/intro Febbre Ricorrente Associata a NLRP12 Versione 2016 1.CHE COS È LA FEBBRE RICORRENTE ASSOCIATA A NLRP12 1.1 Che cos è? La febbre ricorrente associata a NLRP12
DettagliSCHEDA DI ACCERTAMENTO DEI BISOGNI DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA SECONDO IL MODELLO DI M. GORDON
SCHEDA DI ACCERTAMENTO DEI BISOGNI DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA SECONDO IL MODELLO DI M. GORDON Diagnosi NANDA-I 2009-2011 o autonegligenza o Disponibilità a migliorare l autogestione della salute o Inefficace
DettagliCISTITE. A cura della Dott.ssa Anna Maria Marcellini Direttore Tecnico del Laboratorio Gruppo Ippocrate
CISTITE A cura della Dott.ssa Anna Maria Marcellini Direttore Tecnico del Laboratorio Gruppo Ippocrate Cos è la CISTITE? La cistite è la più comune e frequente malattia delle vie urinarie e può colpire
DettagliGUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO
GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO Quello che un datore di lavoro deve sapere per effettuare una corretta valutazione dello stress lavoro correlato STRESS LAVORO CORRELATO: di cosa si
DettagliQuando il dolore è ancora un problema. XVII CIPOMO Congresso Nazionale Roma, 20-22 giugno 2013
Quando il dolore è ancora un problema XVII CIPOMO Congresso Nazionale Roma, 20-22 giugno 2013 Marta Gentili vivere senza dolore onlus In Italia, nel 2012, si stimano circa 364 mila nuove diagnosi per tumore
DettagliUNIVERSITA VITA E SALUTE Corso di laurea in igiene dentale
UNIVERSITA VITA E SALUTE Corso di laurea in igiene dentale CORSO INTEGRATO DI EMATONCOLOGIA ODONTOIATRICA LEUCEMIE E PAZIENTI PEDIATRICI TERAPIA ANTILEUCEMICA DOCENTE: Prof. Luigi Quasso TERAPIA ANTILEUCEMICA
DettagliGIORNATA ATL «ONCOLOGIA PEDIATRICA E ALTRO»
GIORNATA ATL «ONCOLOGIA PEDIATRICA E ALTRO» ASSISTENZA OSPEDALIERA/DOMICILIARE SIENA 8 NOVEMBRE 2014 A cura di Michela Vittori Veronica Di Maro DEFINIZIONE E CENNI STORICI L assistenza domiciliare è stata
DettagliSCHEDA DI VALUTAZIONE DEL TIROCINIO 2 ANNO
UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA Sede di Ascoli Piceno SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL TIROCINIO 2 ANNO a.a. 2011 2012 COORDINATORE AFPTC Dott.Silvano Troiani 1 SCHEDA DI VALUTAZIONE
DettagliNozioni generali. Principali forme di trattamento
tano essere di vitale importanza per il benessere psicofisico del paziente, pertanto vale sempre la pena impegnarsi, anche quando la sindrome non venga diagnosticata subito dopo la nascita. Principali
DettagliCapitolo 5_d URGENZE MEDICHE ADULTO
Capitolo 5_d URGENZE MEDICHE ADULTO 1 OBIETTIVI RICONOSCERE LE PRINCIPALI PATOLOGIE NEUROLOGICHE CHE PROVOCANO ALTERAZIONI DELLA COSCIENZA IDENTIFICARE I SEGNI E SINTOMI DI: SINCOPE, CONVULSIONI, MENINGITE,
DettagliCAPECITABINA (Xeloda)
CAPECITABINA (Xeloda) 1 POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per maggiori
DettagliLe parole chiave della sicurezza CORSO DI FORMAZIONE REFERENTI DI PLESSO PER LA SICUREZZA. Unità didattica 1.3
Le parole chiave della sicurezza Unità didattica CORSO DI FORMAZIONE REFERENTI DI PLESSO PER LA SICUREZZA 1.3 SALUTE Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza
DettagliONCOVIEW 2012. Istruzioni per la compilazione delle schede pazienti
ONCOVIEW 2012 Istruzioni per la compilazione delle schede pazienti ONCOVIEW - COME SI COLLABORA Lo studio ONCOVIEW ha l obiettivo di fornire un quadro esaustivo ed approfondito delle terapie farmacologiche
DettagliRICHIESTA DI RICOVERO
RICHIESTA DI RICOVERO Alla Direzione Sanitaria DATI ANAGRAFICI DA COMPILARSI A CURA DEL RICHIEDENTE Si richiede l inserimento c/o la struttura Hospice San Pietro con sede a Castiglione d/stiviere, via
DettagliIDROSSIUREA (Oncocarbide)
IDROSSIUREA (Oncocarbide) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI 1 Le informazioni contenute in questo modello sono fornite in collaborazione con la Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici ; per
DettagliLA DIAGNOSTICA MOLECOLARE E I TUMORI DEL SANGUE
LA DIAGNOSTICA MOLECOLARE E I TUMORI DEL SANGUE UNA NUOVA FRONTIERA NELLA DIAGNOSI DI ALCUNI TUMORI La diagnostica molecolare ha l obiettivo di accertare un ampia varietà di patologie (infettive, oncologiche
DettagliBS OHSAS 18001: 2007. Occupational. Health. Safety. Assesments. Series
BS OHSAS 18001: 2007 Occupational Health Safety Assesments Series Prefazione La Norma è stata sviluppata per essere compatibile con le Norme: ISO 9001:2000 (Qualità) ISO 14001:2004 (Ambiente) Dr.ssa Carlotta
DettagliMALATTIA DIVERTICOLARE DEL COLON COSTELLAZIONI DI SINTOMI CHE VANNO DALLA SEMPLICE IRREGOLARITA DELL ALVO SEVERO SANGUINAMENTO SEVERA INFIAMMAZIONE ADDOMINALE LOCALIZZAZIONE Sulla parete del colon dove
DettagliChe cos è la celiachia?
Che cos è la celiachia? La celiachia è una malattia infiammatoria cronica dell intestino tenue, dovuta ad una intolleranza al glutine assunto attraverso la dieta. Il glutine è una proteina contenuta in
DettagliIl tuo bambino ha un. L eczema atopico è FONDATION RECHERCHE ET ÉDUCATION RECHERCHE ET ÉDUCATION
Il tuo bambino ha un eczema atopico FONATION FONATION RECHERCHE ET ÉUCATION RECHERCHE ET ÉUCATION PO-SCORA L eczema atopico è... Pelle Secca Zone arrossate e infiammate Evoluzione: con fasi acute Fase
DettagliPAPILLOMA VIRUS UMANO E CARCINOMA DELLA CERVICE
PAPILLOMA VIRUS UMANO E CARCINOMA DELLA CERVICE Lo screening come forma di prevenzione LE INFEZIONI DA HPV (PAPILLOMA VIRUS UMANO) Cos è l HPV? L HPV è una categoria di virus molto diffusa. La trasmissione
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliGUIDA PER IL PAZIENTE IN TERAPIA MEDICA ONCOLOGICA
GUIDA PER IL PAZIENTE IN TERAPIA MEDICA ONCOLOGICA Gentile Signora, Gentile Signore, la nostra équipe ha pensato di proporre una guida per il paziente che deve iniziare il trattamento chemioterapico. Il
DettagliPreparazione pre operatoria del paziente. Dott. Garofoli Rosamaria
Preparazione pre operatoria del paziente Dott. Garofoli Rosamaria Per fase pre operatoria si intende quel periodo che va dal momento in cui si stabilisce che è necessario procedere con un intervento chirurgico
DettagliPERICOLO o FATTORE DI RISCHIO
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Definizione parole-chiave MODULO B Unità didattica A3-1 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 PERICOLO o FATTORE DI
DettagliDOMANDA DI ACCOGLIMENTO PRESSO HOSPICE RESIDENZA SAN PIETRO SOLO PER PAZIENTI RESIDENTI IN LOMBARDIA
DOMANDA DI ACCOGLIMENTO PRESSO HOSPICE RESIDENZA SAN PIETRO SOLO PER PAZIENTI RESIDENTI IN LOMBARDIA DATI ANAGRAFICI (da compilarsi a cura del richiedente) Si richiede l inserimento presso l Hospice San
DettagliLa gestione della terapia anticoagulante orale.
La gestione della terapia anticoagulante orale. Competenze Infermieristiche Coagulazione del sangue meccanismo fisiologico di protezione che ha il compito di limitare e arrestare l emorragia EMOSTASI Coagulazione
Dettagli- Apparato Cardiovascolare: cateteri venosi centrali / accessi vascolari a medio e a lungo termine, terapia anticoagulante;
Allegato B Progetto formativo di educazione ai pazienti portatori di malattie croniche, rare o con percorsi di particolare complessità e ai rispettivi assistenti relativo alle eseguite a domicilio Il razionale
DettagliLINEE GUIDA PRATICHE MASCC/ISOO BASATE SULL EVIDENZA PER LA PREVENZIONE ED IL TRATTAMENTO DELLA MUCOSITE CAUSATA DA TERAPIE ONCOLOGICHE
LINEE GUIDA PRATICHE MASCC/ISOO BASATE SULL EVIDENZA PER LA PREVENZIONE ED IL TRATTAMENTO DELLA MUCOSITE CAUSATA DA TERAPIE ONCOLOGICHE Riassunto Data del documento originale: 23 gennaio 2014 RACCOMANDAZIONI
DettagliLA TERAPIA FARMACOLOGICA
FATIGUE: INTERVENTISTI O MINIMALISTI? STATO DELL ARTE SULLE POSSIBILI TERAPIE LA TERAPIA FARMACOLOGICA Fausto Roila S.C. Oncologia, Terni FATIGUE DA CANCRO: DEFINIZIONE (NCCN) Sensazione soggettiva, stressante,
DettagliDIAGNOSI INFERMIERISTICHE
Pagina 1 di 3 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE ANSIA CORRELATA A MINACCIA ALL INTEGRITA BIOLOGICA DOVUTA A TRAUMA DA CADUTA E DOLORE (che si manifesta con aumento della F.C., PAOS, sudorazione,
Dettagli