1. Obesità. Per valutare la distribuzione del grasso corporeo, si può utilizzare il rapporto vita.
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- Luciana Basso
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2 1. Obesità L incidenza del sovrappeso e/o dell obesità è andata aumentando dal dopoguerra in tutti i paesi industrializzati per l abbondanza e la disponibilità di cibi raffinati da un lato e la scarsa o assente attività fisica dall altro. L obesità è sempre dovuta ad una alterazione del bilancio energetico (per aumento dell apporto e/o diminuzione del dispendio energetico) protratta nel tempo. L obesità ed il sovrappeso compromettono lo stato di buona salute in quanto aumentano il rischio di patologie, come il diabete, l ipertensione arteriosa e le malattie cardiovascolari e, pertanto, sia l obesità che il sovrappeso devono essere sempre corretti mediante una dieta adeguata ed un aumento dell attività fisica. In base ai valori dell Indice di Massa Corporea (1MG) possiamo classificare l obesità in: L IMC indica solo se un individuo è in sovrappeso od obeso, ma non fornisce nessuna indicazione sul tipo di distribuzione del grasso corporeo che può essere localizzato prevalentemente a livello addominale (obesità viscerale o ANDROIDE) oppure a livello dei fianchi (obesità sottocutanea o GINOIDE). Per valutare la distribuzione del grasso corporeo, si può utilizzare il rapporto vita.
3 La presenza di obesità androide (o viscerale) è un indice di elevato rischio per malattie cardiovascolari e si associa maggiormente ad altre patologie quali: diabete, dislipidemie, ipertensione arteriosa. /LQHHJXLGDSHUXQDFRUUHWWDDOLPHQWD]LRQHQHOSD]LHQWHREHVR La terapia dietetica nel paziente obeso ha lo scopo di: raggiungere e mantenere il peso corporeo desiderabile intervenire sui comuni fattori di rischio mantenere un idoneo stato nutrizionale correggere le abitudini alimentari. )DEELVRJQRHQHUJHWLFR Per stabilire la quota energetica necessaria al fine di ottenere il decremento ponderale desiderato bisogna ricordare che: 1 Kg di tessuto adiposo equivale a circa 7000 Kcal. Pertanto, se si vorrà ottenere una perdita di peso di 1 Kg a settimana, bisognerà ridurre la dieta abituale del soggetto di circa 1000 Kcal al giorno. Questo risultato può essere ottenuto nel migliore dei modi sia diminuendo l apporto calorico che aumentando il dispendio energetico. Per esempio, il paziente S.A., peso corporeo Kg 80, altezza cm 170, con un IMC di 28 Kg/m ha un peso desiderabile di Kg 72, deve perdere circa 8 Kg. Per quanto riguarda la riduzione dell apporto calorico, questo può essere ottenuto riducendo la sua dieta abituale di circa 800 Kcal/die, altre 200 Kcal potranno essere consumate aumentando il dispendio con 1 ora al giorno di cammino di buon passo. In genere, per il sovrappeso e per una obesità lieve o moderata viene consigliata una dieta di kcal giornaliere. Per l obesità severa la riduzione calorica dovrà essere ancora più drastica fino al semidigiuno terapeutico, integrato da proteine alimentari ad alto valore biologico. Tale tipo di intervento viene eseguito in ambiente ospedaliero. )DEELVRJQRGLSURWHLQH Le diete ipocaloriche risultano essere, in genere, diete iperproteiche e, comunque, devono garantire un apporto di 1-1,2 g. di proteine/kg peso corporeo desiderabile/die. )DEELVRJQRGLOLSLGL circa il 30% delle calorie totali della dieta, di cui: saturi < 10% delle calorie totali della dieta colesterolo < 300 mg/die
4 Molti pazienti obesi presentano alterazioni lipidiche caratterizzate da aumento dei trigliceridi e del colesterolo plasmatico, per cui è importante che la quota lipidica non sia superiore al valore raccomandato. Inoltre, è da preferire il consumo di acidi grassi monoinsaturi dando la preferenza all olio extravergine di oliva come condimento giornaliero. )DEELVRJQRGLFDUERLGUDWLHILEUHYHJHWDOL Carboidrati complessi: 50% circa delle calorie totali della dieta Carboidrati solubili % circa delle calorie totali della dieta Fibra vegetale: g/1000 calorie/die È importante che le diete ipocaloriche siano ricche in fibre vegetali perché ritardano lo svuotamento gastrico con aumento del senso di sazietà e riducono la concentrazione di insulina che stimola l accumulo di tessuto adiposo. Gli alimenti vegetali, inoltre, sono ali menti a bassa densità energetica per cui l introduzione di quantità anche elevate determinano un apporto calorico basso. Nelle diete ipocaloriche la quasi totalità degli zuccheri semplici è coperta dalla frutta, pertanto, è utile la riduzione del saccarosio che potrà anche essere sostituito con dolcificanti, cioè sostanze capaci di conferire sapore dolce ai cibi ed alle bevande. I dolcificanti in uso possono essere classificati: in base alla struttura chimica, all apporto calorico, al potere edulcorante e, più semplicemente, in base alla loro origine, in naturali e sintetici. Il dolcificante ideale dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: essere completamente acalorico o apportare quantità minime di calorie (a parità di potere dolcificante con il saccarosio), non contribuire allo sviluppo di carie dentaria. Tra i diversi tipi di dolcificanti quelli che vengono in genere più consigliati sono l aspartame e la saccarina che si avvicinano di più alle caratteristiche sopra elencate.
5 )DEELVRJQRGLYLWDPLQHHVDOLPLQHUDOL Le diete a basso contenuto calorico ( Kcal/die) dovranno essere supplementare di calcio mentre il fabbisogno degli altri sali minerali e delle vitamine è in genere ricoperto.
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1. Iperlipidemie. 2.2. Fabbisogno di lipidi
,3(5/,3,'(0,( 1. Iperlipidemie Le iperlipidemie, ed in particolar modo l ipercolesterolemia, rappresentano sicuramente il più riconosciuto ed importante fattore di rischio per l insorgenza dell aterosclerosi
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