L agricoltura dal secondo dopoguerra agli anni 80. Presentazione realizzata da Elena Parma
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- Beata Marrone
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1 L agricoltura dal secondo dopoguerra agli anni 80 Presentazione realizzata da Elena Parma
2 L Italia nel dopoguerra Intorno agli anni 50 l Italia si trovava in condizioni difficili essendo appena uscita perdente dalla guerra. La popolazione era in grandissima parte rurale, non urbanizzata, che ricavava il proprio sostentamento dal settore primario, soprattutto dall agricoltura. Si trattava di una popolazione non istruita (l analfabetismo era molto diffuso) e non alimentata sufficientemente, sia in termini quantitativi che qualitativi.
3 Le aziende agricole nel dopoguerra Le aziende agricole erano chiuse in se stesse, poiché realtà di autoconsumo, ossia la maggior parte della produzione serviva per la sopravvivenza della famiglia: si produceva poco di tutto per il fabbisogno di un nucleo di persone che arrivava anche a 15/20 unità. Non si riusciva a produrre beni da vendere. Non vi erano così mercati per i beni finali. La tecnologia che s adottava nell aziende era semplice, mezzi tecnici pochi e quasi tutti autoprodotti: la semente era un po del raccolto dell anno precedente trattenuto per attivare la semina l anno successivo, il concime era il letame dell unica vacca che serviva per produrre latte e letame per concimare i campi, la forza lavoro era familiare come manodopera, la forza meccanica era costituita da bestiame e attrezzi semplici prodotti in azienda o reperibili dal fabbro o falegname del paese.
4 Nascita delle industrie e delle grandi città Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l economia italiana all inizio lentamente e a seguire a ritmi sempre più incalzanti, comincia a crescere moltissimo. Rapidamente vengono costruite infrastrutture (soprattutto grazie all intervento pubblico): s iniziano a costruire tante strade, a potenziare le ferrovie ed il sistema dei trasporti pubblici; nascono le prime grandi industrie, soprattutto nel triangolo industriale tra Lombardia Piemonte Liguria (Fiat, Olivetti). Le industrie sottraggono braccia all agricoltura, una parte consistente dei lavoratori agricoli si sposta dal settore primario all industria (spostamento che riguarda inizialmente gli uomini e non le donne) ed implica uno spostamento di popolazione dal Sud al Nord, dalle campagne alla città. Il fenomeno di inurbamento è dilagante ed è selettivo per genere ed età, perché i primi che vanno a lavorare nella nascente industria sono maschi giovani. In quegli anni, l agricoltura è un settore definito come serbatoio di manodopera.
5 Le emigrazioni portano a risvolti interessanti nel settore agricolo. Non c è più coincidenza geografica tra la produzione agricola e il consumo, perché se milioni di persone s allontanano dalle campagne per andare in città, si crea una netta separazione tra il momento della produzione e quello del consumo; si generano i mercati, l esigenza di spostare merci e di produrre per il mercato. Si sviluppano l industria meccanica e chimica, si inizia a creare un mercato di mezzi tecnici, di fattori produttivi per l agricoltura. Lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto accompagna questo processo, perché mezzi tecnici e beni possono spostarsi lungo il paese. Questa apertura fa aumentare moltissimo la produzione, perché introduce un progresso tecnico che rende l agricoltura più produttiva, aumenta la produzione e la produttività. Cresce il reddito delle famiglie.
6 Nascono i sindacati: Coldiretti e Federconsorzi Sono organizzazioni sindacali nate per difendere gli interessi degli agricoltori L obiettivo dei movimenti agricoli di quel periodo era di ottenere una riforma agraria che spezzasse il latifondo e consentisse di superare il problema della disoccupazione. Si credeva che De Gasperi anche grazie agli aiuti americani del piano Marshall mettesse in atto una riforma agraria di grandi dimensioni e che coprisse gli interessi di tutti gli operatori agricoli ma gli effetti di questa riforma non furono così clamorosi, 750 mila ettari di terra vennero affidati a circa 130 mila famiglie italiane ma ciò non contribuì a rinnovare a fondo l agricoltura italiana.
7 Cambia lo stile di vita degli italiani Con la crescita del reddito, i consumi alimentari sono migliorati moltissimo; il problema della fame è diventato ricordo del passato. Aumenta l assunzione di calorie, migliora e cambia la dieta Nelle società rurali del Dopoguerra, la base della dieta era data da cereali, e prodotti zootecnici, frutta e ortaggi (poco di tutto); il consumo dei grassi vegetali e animali era ridotto, si consumava parecchio vino. Tutto ciò cambia nel giro di pochi anni perché le mansioni svolte dagli operai nell industria non sono compatibili col tasso alcoolico elevato nel sangue, quindi i consumi di vino si riducono velocemente e aumentano i consumi di prodotti zootecnici, latte e derivati, carni e aumentano anche i prodotti ortofrutticoli. Quella era l Italia del boom demografico, un paese molto giovane dove i rapporti tra le diverse classi d età erano diverse da quelle di oggi, c erano meno anziani e più bambini/ragazzi. L incremento in termini assoluti della popolazione fa crescere i consumi alimentari, che i bassi livelli del reddito prima comprimevano.
8 Quando il reddito inizia a crescere, c è un cambiamento interno nei consumi alimentari tra queste diverse categorie di alimenti. Prima l eventuale trasformazione delle materie prime in alimenti pronti per il consumo, avviene in gran parte in azienda; il grano, ad esempio, viene portato al mulino per la farina, ma viene portato su base individuale, la farina si riporta in casa, così come pane e pasta si fanno in casa. Stesso discorso vale anche per pelati e olio. La rudimentale trasformazione delle materie prime agricole per renderle alimenti avviene su base domestica. Poi con il svilupparsi dei mercati agricoli, si esternalizzano alcune funzioni al di fuori della famiglia, si sviluppa l industria alimentare. Queste trasformazioni cambiano velocemente la posizione delle aziende agricole, da produttrici di beni che vengono auto consumati (niente mercato) a produttrici di beni che, in parte, vanno sul mercato e in parte vanno all industria che li utilizza come materie prime per una successiva trasformazione e seguente immissione sul mercato italiano ed estero.
9 L azienda agricola e la produzione com erano. Tanti agricoltori e la produzione era per uso familiare (si produce poco ma di tutto) Mancavano il mercato e le vie di comunicazione Mancava la tecnologia, il lavoro era svolto a mano con attrezzi semplici, aiutati da animali Non c erano associazioni sindacali
10 Come sono. Pochi agricoltori Monoculture (mais, cereali a seconda delle zone), culture specializzate a seconda delle caratteristiche del territorio Si produce per vendere oltre che per uso familiare e aziendale. Si sviluppa il mercato agricolo.. Si compra ciò che non viene prodotto. vie di comunicazione sviluppate. Tecnologie avanzate e sofisticate che aumentano la produzione (concimi, diserbanti, miglioramento genetico delle sementi) Macchinari sofisticati: trattori, mietitrebbiatrice, attrezzi per arare, seminare, bagnare, raccogliere, imballare, etc Nascono le associazioni sindacali in difesa dei diritti degli agricoltori
11 Lavori nelle diverse stagioni e modifiche avvenute negli anni Arare (in autunno)
12 Seminare (in autunno o in primavera)
13 Tagliare la legna (in inverno)
14 Tagliare l erba e preparare il fieno (primavera/estate)
15 Imballare il fieno per conservarlo (primavera/estate)
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17 Mietere il grano (estate)
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19 Mungere le mucche (mattino e sera)
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21 E come dice mio papà Benedetta gente senza i contadini non si mangia niente!!!
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