CORSO IFRS International Financial Reporting Standards IAS 2 Rimanenze. IFRS 2 Rimanenze

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1 IFRS 2 Rimanenze SCHEMA DI SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE SINTESI ANALISI DETTAGLIATA 1

2 FINALITA Richiamo a IAS 11 per commesse a lungo termine AMBITO DI APPLICAZIONE Richiami a: IAS 21 per differenze di cambio; IAS 23 per oneri finanziari; IAS 41 per prodotti agricoli;ias 37 per accantonamenti; IAS 8 per info aggiuntive su risultato d es. Richiamo a IAS 18 per Ricavi (valore netto realizzo) DEFINIZIONI METODI DI VALUTAZIONE F.I.F.O. Costo medio ponderato L.I.F.O. (alternativo) 2

3 SINTESI Il principio contabile internazionale n. 2 ha lo scopo di indicare il corretto trattamento contabile delle rimanenze di magazzino. In particolare vengono esaminate le modalità 1. di valutazione dei costi di magazzino 2. di rilevazione dei costi fra le attività sino a che non vengono rilevati a conto economico i relativi ricavi. Il principio contabile definisce per esclusione il proprio ambito di applicazione; in pratica esso si applica a tutte le tipologie di rimanenze salvo ai lavori in corso da commesse a lungo termine, agli strumenti finanziari, a prodotti agricoli e forestali, e alle risorse minerarie. Principale tema dello IAS 2 è ovviamente la corretta valutazione delle rimanenze. In particolare si evidenzia che il costo delle rimanenze è dato dalla somma di tre addendi: 1. costo di acquisto; 2. costo di conversione; 3. altri costi (sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali). Viene dato inoltre particolare risalto ai metodi di valutazione al costo, attraverso l indicazione di un metodo contabile di riferimento (F.I.F.O. e costo medio ponderato) e di un metodo alternativo (L.I.F.O.). Altro aspetto cui viene dato rilievo è quello inerente il valore netto di realizzo, inteso come prezzo di vendita stimato cui devono essere sottratti i costi necessari sia per la produzione che per la vendita. Detto valore viene messo a confronto con il costo, e, se inferiore, preso a riferimento per la valutazione delle rimanenze. Lo IAS 2 consente esplicitamente al punto 25 di svalutare le rimanenze sino al loro valore netto di realizzo, e conseguentemente, di ripristinare la loro valutazione originaria, nel momento in cui vengono meno le circostanze che precedentemente avevano causato una consistente diminuzione del valore di realizzo. A questo proposito si fa presente che vengono imputate nel conto economico dell esercizio in cui si verificano sia le svalutazioni che il loro eventuale storno. Infine lo IAS 2 si conclude con una serie di informazioni che nel bilancio devono essere portate a conoscenza. Fra le altre si sottolineano la necessità di indicare il metodo adottato nella valutazione, e, qualora si sia optato per il L.I.F.O. il bilancio dovrà indicare la differenza con i metodi di riferimento consigliati. 3

4 1. FINALITA CORSO IFRS International Financial Reporting Standards La finalità del principio in esame è definire il trattamento contabile delle rimanenze in un sistema a costi storici laddove un sistema a costi storici è un sistema in cui il costo, inteso come complesso degli oneri che un impresa ha effettivamente sostenuto per procurarsi un bene, è assunto come criterio base per le valutazioni. L incipit dello IAS 2 pone in risalto alcuni obiettivi fondamentali del principio: fornire al lettore una direttiva pratica per la determinazione del costo; definire il corretto trattamento contabile delle rimanenze; indicare la corretta modalità di svalutazione; additare i metodi di costo che devono essere impiegati nella valutazione del magazzino. 2. AMBITO DI APPLICAZIONE L ambito di applicazione del presente Principio è dato dai bilanci predisposti nel contesto di un sistema a costi storici per la contabilizzazione di rimanenze che non si riferiscono a: lavori in corso derivanti da commesse a lungo termine, inclusi i contratti di servizio direttamente connessi, trattati nello I.A.S. 11; strumenti finanziari; prodotti agricoli e forestali, risorse minerarie e prodotti agricoli presso i rispettivi produttori se e nella misura in cui il valore di tali rimanenze è determinato al valore netto di realizzo secondo quanto previsto da prassi già consolidate in certi settori industriali; attività biologiche connesse all attività agricola. 4

5 3. DEFINIZIONI CORSO IFRS International Financial Reporting Standards RIMANENZE beni posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell attività assets for sale in the ordinary course of business beni impiegati nei processi produttivi per la vendita assets in the process of production for such sale beni sotto forma di materiali o forniture di beni da impiegarsi nel processo di produzione o nella prestazione di servizi assets in the form of materials or supplies to be consumed in the production process or in the rendering of services VALORE NETTO DI REALIZZO prezzo di vendita stimato nel normale svolgimento dell attività meno costi stimati di completamento costi stimati necessari per realizzare la vendita 5

6 4. VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE Le rimanenze devono essere valutate al minore tra il costo ed il valore netto di realizzo 4.1 COSTO DELLE RIMANENZE Definizione il costo delle rimanenze deve comprendere tutti: i costi di acquisto al netto degli sconti commerciali, resi ed altre voci simili i costi di conversione gli altri costi sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali Costi di acquisto I costi di acquisto delle rimanenze devono comprendere: il prezzo di acquisto i dazi di importazione ed altre tasse i costi di trasporto e di movimentazione gli altri costi direttamente attribuibili all acquisto di prodotti finiti, materiali e servizi. Non sono compresi, e, pertanto, devono essere dedotti, gli sconti commerciali, i resi ed altre voci simili. Capitalizzazione delle differenze di cambio 1 1 I.A.S Trattamento contabile alternativo. 6

7 I costi di acquisto delle rimanenze possono includere le differenze di cambio se: a) derivano da severe svalutazioni o deprezzamenti di una valuta per la quale non esistono metodi pratici di copertura del rischio di cambio [ ] (per esempio tramite derivati quali contratti forward, opzioni o altri strumenti finanziari) 2 [ ] ; b) influiscono su passività che non possono essere estinte [ ] poiché la moneta estera necessaria per estinguere la passività non era accessibile all impresa che redige il bilancio [ ] 3 ; c) sorgono direttamente da acquisizioni recenti di rimanenze fatturate in valuta estera dove per acquisizioni recenti si devono intendere [ ] le acquisizioni effettuate entro i dodici mesi precedenti alla severa svalutazione o perdita di valore della moneta unità di conto Costi di conversione 5 Devono includere: i costi diretti (per esempio la mano d opera diretta); spese generali di produzione - fisse - variabili Spese generali di produzione fisse Sono costi fissi quelli che non variano al variare della produzione (ad esempio l ammortamento, la manutenzione di stabilimenti e macchinari, il costo della direzione tecnica e dell amministrazione dello stabilimento). Le spese generali fisse di produzione vengono attribuite a ciascuna unità prodotta sulla base della normale capacità produttiva intendendo per essa la produzione che si prevede di realizzare mediamente durante un numero di esercizi o stagioni in circostanze normali. Si possono verificare due scenari: a. produzione < normale capacità produttiva l ammontare delle spese generali fisse di produzione non attribuite devono essere rilevate come costo nell esercizio in cui sono state sostenute; 2 SIC SIC SIC Si ritiene che per costi di conversione si debbano intendere i costi di trasformazione, nonché di realizzazione, dei prodotti. 7

8 b. produzione > normale capacità produttiva l ammontare delle spese generali fisse di produzione attribuite a ciascuna unità prodotta deve diminuire affinché il valore attribuito alle rimanenze non sia superiore al costo. Spese generali di produzione variabili Sono costi diretti che variano al variare della produzione (materiali e mano d opera indiretti). Le spese generali variabili di produzione devono essere attribuite a ciascuna unità prodotta in base all utilizzo effettivo dei mezzi di produzione. Ultima considerazione sui costi di conversione riguarda i processi di produzione tramite i quali vengono realizzati simultaneamente prodotti congiunti o un prodotto principale ed un sottoprodotto. In questo caso non è possibile individuare separatamente i costi di conversione di ogni prodotto. In tale situazione sarà opportuno ripartire i costi di conversione attraverso cost driver razionali e coerenti. Si potrà, a titolo esemplificativo, far riferimento al valore di vendita nello stadio del processo di produzione al quale il prodotto è identificabile, o al termine della produzione Altri costi Ultimo addendo componente il costo delle rimanenze è costituito dagli altri costi, ovvero da tutti quei costi, non compresi nelle precedenti categorie, che devono essere inclusi nel costo delle rimanenze solo nella misura in cui essi vengono sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali Il paragrafo 14 dello IAS 2 riporta alcuni esempi di costi esclusi dal costo delle rimanenze: a) sprechi anormali di materiali, lavoro o altri costi di produzione; b) costi di magazzinaggio, a meno che tali costi siano necessari nel processo di produzione prima di un ulteriore stadio di produzione; c) spese generali amministrative che non contribuiscono a portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali; d) costi di vendita. 8

9 Anche gli oneri finanziari rientrano nel costo delle rimanenze ma solo nei casi ed alle condizioni previste dal Principio IAS 23. Di seguito si analizzano brevemente alcuni casi particolari Costo delle rimanenze di un prestatore di servizi E composto da - costo del lavoro - altri costi del personale direttamente impiegato nella prestazione del servizio - spese generali attribuibili Costo del prodotto agricolo raccolto da attività biologiche Le rimanenze di prodotti agricoli derivanti da attività biologiche sono valutate, in sede di valutazione iniziale, al fair value al netto dei costi stimati al punto di vendita al momento del raccolto Altri metodi di determinazione del costo Metodo dei costi standard I costi standard sono quei costi determinati in base ai livelli normali di materiali e di forniture di beni, di lavoro, di efficienza e di capacità utilizzata. I costi standard devono essere regolarmente monitorati e, se necessario, riveduti se sono mutate le condizioni originarie in base alle quali sono stati determinati. Il principio contabile n.13 CNDC precisa che il metodo dei costi standard non è un metodo di costo bensì è un metro di efficienza. Esso è accettabile come metodo di valutazione se i costi standard vengono periodicamente rettificati per approssimarsi ragionevolmente al metodo FIFO, LIFO o costo medio ponderato. Metodo del prezzo al dettaglio Usato nel settore delle vendite al dettaglio, il costo delle rimanenze viene determinato detraendo dal valore di vendita delle rimanenze una adeguata percentuale di margine lordo. 6 IAS 41. 9

10 4.2 METODI DI VALUTAZIONE AL COSTO Trattamento contabile di riferimento F.I.F.O. Costo medio ponderato Trattamento contabile alternativo L.I.F.O. Il principio contabile IAS n.2 distingue tre trattamenti contabili di valutazione delle rimanenze: a) trattamento contabile appropriato a rimanenze di beni che non sono normalmente fungibili e delle merci e dei servizi prodotti e mantenuti distinti per specifici progetti ( 19); b) trattamento contabile di riferimento (relativo a rimanenze escluse da quelle trattate nel 19); c) trattamento contabile alternativo consentito (relativo a rimanenze escluse da quelle trattate nel 19) Trattamento contabile appropriato a rimanenze di beni che non sono normalmente fungibili e delle merci e dei servizi prodotti e mantenuti distinti per specifici progetti (IAS 2 19). Il costo delle rimanenze di beni che non sono normalmente fungibili delle merci e dei servizi prodotti e mantenuti distinti per specifici progetti 10

11 deve essere attribuito impiegando distinte individuazioni dei loro costi specifici L individuazione distinta del costo significa che i costi specifici devono essere attribuiti ad elementi distinti delle rimanenze Trattamento contabile di riferimento Il costo delle rimanenze, escluse quelle trattate al punto , deve essere attribuito adottando - il metodo FIFO oppure - il metodo del costo medio ponderato Con il metodo FIFO i beni venduti per primi sono quelli acquistati o prodotti per primi e, pertanto, il magazzino di fine esercizio è formato da beni acquistati o prodotti in tempi più recenti. Tale metodo rispecchia l andamento dei prezzi di mercato proprio perché valuta il magazzino ai costi più recenti. Con il metodo del costo medio ponderato il costo di ciascun bene viene determinato dalla media ponderata del costo dei beni simili all inizio dell esercizio ed il costo dei beni simili acquistati o prodotti durante l esercizio. Il metodo del costo medio ponderato tende a mediare le fluttuazioni dei prezzi Trattamento contabile alternativo Il costo delle rimanenze, escluse quelle trattate al punto deve essere attribuito adottando il metodo LIFO Con il metodo LIFO i beni venduti per primi sono quelli acquistati o prodotti per ultimi e, pertanto, il magazzino di fine esercizio è formato da beni acquistati o prodotti in tempi più lontani. Il metodo LIFO attenua gli effetti dell inflazione. 11

12 4.2.4 Utilizzo di diversi metodi di valutazione delle rimanenze (SIC 1) Il problema posto dal comitato permanente di interpretazione dei principi contabili internazionali è se un impresa possa adottare metodi di valutazione differenti per tipi differenti di rimanenze. L interpretazione resa è che come regola generale un impresa deve utilizzare il medesimo metodo di valutazione per tutte le rimanenze di natura e di utilizzo simile per l impresa. Per le rimanenze di natura o utilizzo differenti 7 può essere giustificata l adozione di metodi differenti 4.3 VALORE NETTO DI REALIZZO Valore netto di realizzo Prezzo di vendita stimato nel normale = meno svolgimento dell attività Costi stimati di completamento e costi stimati necessari per realizzare la vendita Se il costo delle rimanenze non è recuperabile attraverso i ricavi derivanti dalla vendita (realizzo) dei relativi beni, si rende necessario operare una svalutazione. La svalutazione delle rimanenze al di sotto del costo fino al valore netto di realizzo è coerente con la considerazione che i beni non possono essere iscritti ad un valore eccedente l ammontare che si prevede di realizzare dalla loro vendita o dal loro uso. In ciascun esercizio successivo alla svalutazione sarà necessario verificare il perdurare delle condizioni che hanno determinato la svalutazione. Nel caso in cui non sussistano più le condizioni suddette, sarà necessario stornare l ammontare della svalutazione in modo tale che il nuovo valore delle rimanenze sia dato dal minore tra il costo ed il valore netto di realizzo eventualmente mutato rispetto a quello che ha originato la svalutazione. La svalutazione sino al valore netto di realizzo deve essere avvenire sulla base di una valutazione eseguita su ogni singolo bene. In alcuni casi può essere appropriato (e, pertanto, è consentito) raggruppare beni simili o correlati. In ogni caso non è appropriato svalutare le rimanenze sulla base di una classificazione del magazzino 8. 7 Per esempio materie prime impiegate in un settore di attività e materie prime della stessa natura utilizzate in un settore di attività differente. 8 Per esempio si decide di svalutare tutta la categoria delle materie prime o tutte le rimanenze di un particolare settore industriale o geografico. 12

13 Svalutazione: metodo corretto materie prime semilavorati Prodotti finiti Prodotto A: svalutato Prodotto B: non svalutato Prodotto C: svalutato Prodotto X: svalutato Prodotto Y: non svalutato Prodotto Z: svalutato Prodotto AX: svalutato Prodotto BZ: non svalutato Prodotto CY: svalutato Svalutazione: metodo non corretto materie prime semilavorati Prodotti finiti non svalutate svalutati svalutati Le stime sul valore netto di realizzo devono prendere in considerazione anche i fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell esercizio che confermino le condizioni esistenti al termine dell esercizio. Se, per esempio, un impresa che chiude l esercizio al 31 dicembre 20X1 conclude una vendita di beni nel mese di gennaio 20X2 ad un prezzo unitario inferiore al relativo costo, il valore netto di realizzo al quale devono essere valutati i beni, che al X1 costituiscono rimanenze di magazzino, sarà pari al prezzo pattuito per la vendita che si formalizzerà nel mese di gennaio. I materiali e gli altri beni posseduti per essere utilizzati nel processo produttivo non devono essere svalutati al di sotto del costo se si prevede che i prodotti finiti nei quali verranno incorporati, saranno venduti ad un prezzo non inferiore al costo. 13

14 5. IMPUTAZIONE DEL COSTO A CONTO ECONOMICO Quando i beni che formano le rimanenze vengono venduti, il loro valore contabile viene imputato come costo nell esercizio nel quale il relativo ricavo è realizzato attraverso la rilevazione in conto economico a) o di una variazione negativa delle rimanenze b) o di una minore variazione positiva delle rimanenze. In tal modo è rispettato il principio di correlazione tra costi e ricavi. L ammontare delle perdite e delle svalutazioni delle rimanenze al valore netto di realizzo nonché gli storni delle svalutazioni derivanti da un aumento del valore netto di realizzo devono essere rilevati nel conto economico e nell esercizio nel quale si sono verificate le condizioni che hanno originato le perdite e/o le svalutazioni e/o gli storni delle svalutazioni. In ultimo va rilevato che alcune rimanenze possono essere iscritte in altri conti dell attivo (ad esempio beni utilizzati per cespiti costruiti in economia). In questi casi il valore contabile delle rimanenze verrà imputato come costo nei vari esercizi in ragione della vita utile dei cespiti. S.P X1 C.E X1 Crediti Patrimonio Netto Mat. prime Variaz. di riman. Rimanenze Banche (interamente utilizzate nel 20X2 per realizzare un bene strumentale la cui vita utile sarà di 5 anni) S.P X2 C.E X2 Crediti Patr.Netto Variaz. di riman Incr. immob. lav. int Immobilizz Banche Rimanenze 0 14

15 6. INFORMAZIONI INTEGRATIVE Lo IAS 2 si conclude con un elenco di informazioni che devono essere portate a conoscenza del lettore del bilancio. In particolare i bilanci devono rendere noti/e: i principi contabili adottati nella valutazione delle rimanenze, con particolare riferimento al metodo di valutazione del costo utilizzato; il valore contabile o complessivo delle rimanenze; o distinto per classi significative per l impresa; il valore contabile delle rimanenze iscritte al loro valore netto di realizzo; l ammontare di qualsiasi storno di svalutazione, rilevato come provento dell esercizio in cui sono venute meno le circostanze che avevano condotto alla svalutazione stessa; le circostanze ed i fatti che hanno portato agli storni di svalutazione; il valore contabile delle rimanenze impegnate a garanzia di passività; se il metodo scelto è il L.I.F.O., l indicazione della differenza fra l ammontare delle rimanenze come esso è esposto nello Stato Patrimoniale, e o il più basso tra l ammontare al quale si perverrebbe se si utilizzasse il confronto fra F.I.F.O. (o costo medio ponderato) e valore netto di realizzo, o o il minore fra costo corrente alla data di chiusura del bilancio ed il valore netto di realizzo; il valore, imputato come costo nell esercizio, delle rimanenze derivanti da costi precedentemente inclusi nella valutazione delle giacenze, da spese generali di produzione non ripartite, e da anormali ammontari di costi di produzione, o, in alternativa per quelle imprese che adottano strutture di conto economico differenti dalle usuali (caratterizzate da un esposizione in cui sia evidente la relazione costi/ricavi, nella quale la variazione delle rimanenze non coincide con le rimanenze imputate a costo nell esercizio), i costi operativi che possano essere posti in diretta correlazione con i ricavi, imputati come costo nell esercizio e classificati secondo la loro natura 15

16 se la svalutazione al valore netto di realizzo è di rilevanti dimensioni, sono richieste informazioni integrative nel rispetto dello IAS 8 (Utile - perdita - d esercizio). 16

17 CASO PRATICO Si assuma l ipotesi che la società Alfa SpA provveda alla valutazione delle rimanenze in applicazione dello IAS 2 al valore netto di realizzo, in quanto inferiore al costo. In particolare nella tabella n.1 sono contenute le informazioni necessarie a desumere la stima del valore netto di realizzo dei prodotti finiti presenti in magazzino per l esercizio 2000 e Nella colonna A Valore magazzino è riportato, con indicazione della stratificazione per esercizio di acquisizione, il costo complessivo (comprensivo di costo d acquisizione, di conversione e gli altri costi sostenuti per il trasporto). Nella colonna B ( Percentuale di svalutazione ) e C ( Svalutazione ) sono indicati gli abbattimenti che si presume di dover apportare al Valore di magazzino affinché questo rifletta il prezzo di vendita stimato. Nella colonna D Prezzo di vendita stimato è riportato il prezzo che si assume di poter realizzare dall alienazione dei beni, che pertanto si presume inferiore al costo sostenuto per la loro acquisizione. La colonna E indica la Stima dei costi di completamento e la colonna F la Stima dei costi di vendita : per ipotesi entrambi i dati si assumono pari al 10% del prezzo di vendita stimato. Nella colonna G pertanto è riportato il Valore netto di realizzo pari al prezzo di vendita stimato al netto dei costi stimati di completamento e di realizzazione della vendita. Infine nell ultima colonna Differenza è indicato l abbattimento da eseguire al fine di procedere all allineamento al valore netto di realizzo. 17

18 ESEMPIO DI APPLICAZIONE IAS N.2 CORSO IFRS International Financial Reporting Standards TABELLA N.1 PRODOTTI FINITI A B C=AxB D =A - C E F G=D-E-F DIFFERENZA ANNO VALORE MAGAZZINO % SVALUTAZIONE SVALUTAZIONE PREZZO DI VENDITA STIMATO STIMA COSTI DI COMPLETAMENTO STIMA COSTI DI VENDITA VALORE NETTO DI REALIZZO % EURO % % % % PRODOTTI FINITI A B C=AxB A - C E F G=D-E-F DIFFERENZA ANNO VALORE MAGAZZINO % SVALUTAZIONE SVALUTAZIONE PREZZO DI VENDITA STIMATO STIMA COSTI DI COMPLETAMENTO STIMA COSTI DI VENDITA VALORE NETTO DI REALIZZO % EURO % % % % % Colonna A: costo complessivo (per esercizio d'acquisizione) dei beni. Comprensivo di costo d'acquisizione, di conversione e altri costi. Colonne B e C: abbattimenti del valore dei prodotti al fine di riflettere il prezzo di vendita stimato Colonna D: prezzo di vendita stimato Colonna E: stima costi di completamento (per ipotesi 10% del prezzo di vendita stimato) Colonna F: stima costi di vendita (per ipotesi 10% del prezzo di vendita stimato) Colonna G: valore netto di realizzo Colonna Differenza: rappresenta la rettifica da apportare al valore del magazzino 18

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