I TEMI DELLA PROSSIMA SETTIMANA: LUNEDÌ IL PRIMO APPUNTAMENTO. Riforma della Pa

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1 2 * In Italia Sabato 22 Agosto 2015 Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1, c. 1, DC Milano Anno 151 Numero 230 GUIDA PRATICA PER LA FAMIGLIA L ESTATE CON IL TUO AMICO SOLE I TEMI DELLA PROSSIMA SETTIMANA: LUNEDÌ IL PRIMO APPUNTAMENTO Riforma della Pa PULICO IMPIEGO È vero che adesso è possibile licenziare i «fannulloni» e trasferire i dipendenti in esubero? Scuola L ALTERNANZA COL LAVORO Quante ore al massimo può durare un periodo di tirocinio secondo la nuova normativa? MARTEDÌ RIFORMA DELLA PA IL CONTRATTO Come cambia l integrativo e a chi sarà affidata la valutazione del personale? SCUOLA CURRICULUM FLESSIILE Quali materie saranno potenziate nei diversi tipi d istituto dal nuovo anno scolastico? L andamento dell economia conferma la crisi: Shanghai crolla e contagia i listini, da Wall Street a Milano - Petrolio sotto i 40 dollari L economia cinese gela le orse Indici in correzione, bruciati in 5 giorni miliardi - Corsa all euro MERCATI E PECHINO La crisi non uccide il Dragone di Fabrizio Galimberti Il mese di agosto non è mai stato di riposo per la finanza. Nel solleone del 2007 cominciarono a snodarsi i tentacoli di quella crisi finanziaria che avrebbe poi portato alla Grande recessione. Nell agosto del 2011 le orse crollarono, dall America all Europa all Asia, sotto il timore dell aggravarsi della crisi da debiti sovrani nel Vecchio continente. E l agosto del 2015? Oggi le ansie hanno a che fare con i Paesi emergenti. Dato che ormai, nella torta dell economia mondiale, la loro fetta ha superato quella dei Paesi emersi, è normale preoccuparsi: il rallentamento dei primi non è una buona notizia neanche per i secondi. Ma cosa c è dietro questo rallentamento? La prima cosa da osservare è che, a differenza del 2011, quando le ansie per la crisi in Europa erano intense e fondate, i problemi degli emergenti sono oggi più variegati e, osiamo dire, meno pesanti. Cominciamo da quella che è ormai la più grande economia del mondo: la Cina ha riconquistato dal 2014 quell alloro che aveva perso dopo il Seicento. Ebbene, la Cina sta rallentando, il che vuol dire che, invece di crescere al 10% l anno sta crescendo al 7% e potrebbe scendere (orrore!) anche al 5 per cento. L economia cinese conosce una fase di transizione, quando quote di investimento (sul Pil) del 50% - spese che odorano di rischi di sovracapacità produttiva stanno scendendo per lasciare il posto a quote maggiori di consumi privati e di trasferimenti pubblici. La transizione sta anche e più visibilmente nella finanza: l impennata della orsa cinese in un mercato finanziario ancora immaturo è stata seguita da una forte correzione (che lascia però alla orsa di Shanghai il primato del progresso sull anno: + 52%, pur dopo la correzione a oggi). Continua u pagina 2 ALLARME TERRORISMO Spari sul treno Amsterdam-Parigi Ferite tre persone Premier belga: «È terrorismo» Servizio u pagina 12 pun altro tonfo della orsa di Shanghai e i dati shock sull industria cinese (indice Pmi ai minimi dal 2009) hanno affossato anche ieri le orse mondiali (Milano -2,83%), che nella settimana hanno perso miliardi di capitalizzazione. In rialzol euro, vola l oro; il petrolio crolla sotto i 40 dollari. Servizi e analisiu pagine 2, 3,4 e 25 Tensione sui «periferici» Per Tp e onos tassi in aumento: volano i bond Usa ple tensioni sui mercati finanziari si sono fatte sentire negli ultimi due giorni anche sui titoli di Stato. Agli acquisti sui und, tornati «bene rifugio», hanno fatto da contraltare vendite sui «periferici», mitigate soltanto in parte dal piano di riacquisti della ce e dalle dinamiche deflazionistiche dell economia. Maximilian Cellinou pagina 3 La Corte dei conti fotografa la débâcle dello strumento che incrocia spese e redditi dichiarati Redditometro, controlli dimezzati Nel 2014 solo 11mila verifiche (-49%) - Entrate sotto le attese pla Corte dei conti certifica il tramonto del redditometro. Le verifiche del fisco incrociando le spese sostenute con i redditi dichiarati (gli «accertamenti sintetici») sono state l anno scorso poco più di 11mila: un dato che segna un crollo verticale sia rispetto al 2013 (-48,5%) sia rispetto al 2011 (-69,4%). E anche le entrate sono sotto le attese. Mobili e Parenteu pagina 16 con un analisi di Mauro Meazza LE CHIAVI DELLA MANIFATTURA La meccanica riparte dal prodotto «su misura» Mercati A ORSA ITALIANA FTSE Mib 21746,17-2,83 variaz. % 8,67 var. % ann. Dow Jones I ,75-3,12 variaz. % -3,40 var. % ann. enerdì nero sui listini globali. A dare il là alle vendite ancora una volta è stata la orsa di Shanghai V che ha perso il 4%. Tokyo ha lasciato sul terreno il 3%, come Francoforte. In forte ribasso Piazza Affari (-2,8%) che porta così il bilancio settimanale a -6,5%. La correzione è confermata anche dallo spostamento di capitali verso beni rifugio, con und tedesco, oro e franco svizzero in rialzo. Var% Indici Generali Var% in.an. FTSE It. All Share ( =23356,22) 23378, ,32-2,78 16,09 FTSE MI ( =24401,54) 21746, ,65-2,83 14,38 FTSE It. Mid Cap ( =20146,67) 32852, ,71-2,55 30,22 FTSE It. Star ( =10000) 23833, ,42-2,83 27,72 Mediobanca (2.1.06=100) 64,41 65,89-2,25 18,34 Comit Globale (1972=100) 1223, ,41-2,21 17,86 Xetra Dax 10124,52-2,95 variaz. % 7,69 var. % ann. A2A 1,124-3,10 Ansaldo Sts 9,490-0,16 Atlantia 23,500-2,25 Autogrill 7,905-0,50 Azimut H. 20,120-4,37. Popolare 15,160-4,65.P. E.Romagna 7,650-4,61.P. Milano 0,921-4,56 uzzi Unicem 15,060-3,77 Campari 6,685-2,05 CNH Industrial 6,960-4,46 Enel Green Power 1,709-0,98 Enel 3,974-2,07 Eni 14,280-2,72 Nikkei ,83-2,98 variaz. % 24,70 var. % ann. FTSE ,65-2,83 variaz. % -8,71 var. % ann. Exor 41,030-3,39 FCA-Fiat Chrysler 13,020-1,36 Finmecc. 11,600-2,36 Generali 16,660-3,08 Intesa Sanpaolo 3,162-3,60 Luxottica 59,800-2,69 Mediaset 4,086-4,17 Mediobanca 9,015-4,65 Mediolanum 7,045-2,08 Moncler 15,640-4,05 Monte Paschi Si 1,811-3,57 Pirelli & C. 14,980-0,20 Prysmian 19,280-3,07 S. Ferragamo 25,640-1,76 Saipem 7,415 0,54 Snam 4,302-2,93 STMicroelectr. 6,300-0,79 Telecom Italia 1,124-1,14 Tenaris 11,030-2,39 Terna 4,104-2,89 Tod's 83,950-0,94 UI anca 6,965-3,40 Unicredit 5,805-3,49 UnipolSai 2,070-3,00 World Duty Free 10,230 Yoox 27,410 /$ 1,1281 L 0,88 variaz. % -14,94 var. % ann. PRINCIPALI TITOLI - Componenti dell indice FTSE MI QUANTITATIVI TRATTATI Titolo Pr.Rif. Var.% Titolo Pr.Rif. Var.% FTSE ITALIA ALL SHARE -2,78 ase 31/12/02=23.356, La peggiore settimana dei listini dal 2011 Variazioni % della settimana 0 Shangai Shangai Comp ,54% -15 SPENDING REVIEW Immobili pubblici, tagli per 500 milioni Marco Rogari u pagina 7 apertura chiusura Francoforte Dax -7,83% Milano Ftse Mib -6,46% LA USSOLA DEL RISPARMIATORE Mosse selettive sulle orse asiatiche orzi e Gennai u pagina Azioni: numero Azioni: valore Titoli di Stato Obbligazioni FUTURES Var FTSE MI Set Eurex und 10a(set 15) 155,61 0,03 I CAMI DELL EURO (rilev. CE) Valuta Diff. Dollaro Usa 1,1281 0,0098 Yen giapponese 138,4000-0,1000 Sterlina inglese 0,7198 0,0060 Franco svizzero 1,0765-0,0007 Renminbi cinese 7,2064 0,0615 Dollaro canadese 1,4787 0,0108 Corona svedese 9,5314 0,0300 Dollaro austral. 1,5384 0,0097 MATERIE PRIME di Laura Cavestri Forniture su misura. Macchinari, componentistica e impianti personalizzati, ritagliati, con precisione sartoriale, per i differenti clienti sparsi tra continenti e fusi orari. La galassia variegata della meccanica italiana che negli anni della crisi ha perso 30 punti di Pil torna a crescere, grazie alla capacità delle sue Pmi di internazionalizzare con intelligenza. Cercando un terreno alternativo alle grandi economie di scala dei colossi asiatici e tedeschi. Una crescita che molto deve anche alla ripresa della manifattura negli Usa e agli investimenti nell automotive nei Paesi emergenti. Intanto la domanda italiana si muove solo grazie agli incentivi. Che non sono strutturali. u pagina 13 con l analisi di Luca Orlando Prezzi uff. a Londra ($/t) Var.% Alluminio 1523,5-1,70 Caffè rob 1619,0-1,20 rent dtd 43,53-3,97 variaz. % -56,55 var. % ann. Oro FixingL 1156,50 0,77 variaz. % -9,31 var. % ann. Paese/Indice Var.% ORSE EUROPEE D.J. EuroStoxx 337,73-3,05 Amsterdam Am. Exc. 442,87-3,55 ruxelles el ,23-3,01 Francoforte Dax 10124,52-2,95 Helsinki Omxh Gen 7967,47-2,35 Lisbona Psi ,12-2,73 Londra Ftse ,65-2,83 Madrid Ibex ,70-2,98 Parigi Cac ,99-3,19 Vienna Atx Index 2316,18-3,30 Zurigo Swiss Mkt 8798,57-3,36 ALTRE ORSE New York DJ Ind ,75-3,12 New York S&P ,95-3,18 New York Nasdaq C. 4706,04-3,52 Tokyo Nikkei ,83-2,98 Hong Kong Hang S ,58-1,30 San Paolo rsp ov ,64-1,99 Shanghai Comp. 3509,98-4,21 Sydney All Ordin. 5224,81-1,34 Singapore Straits T. 2969,95-1,32 Toronto 300 Comp ,67-1,92 INDICE CAMI (22 valute) Indice Sole-24Ore 106,34 2,23 Prezzi di vendita all estero: Albania 2, Austria 2, Francia 2, Germania 2, Monaco P. 2, Slovenia 2, Svizzera Sfr 3,20 con Marketing Evolution 10,90 in più; con La iblioteca del Mare 8,90 in più; con Ora Legale 8,90 in più; con Guida alla Salute 1,00 in più; con La iblioteca dei Ragazzi 7,90 in più; con Guida Touring Club 8,90 in più; con I Grandi Classici dell umorismo 6,90 in più; con Lezioni d Amore 5,90 in più; con L Impresa 6,90 in più; con Norme e Tributi 12,90 in più; con Aspenia 9,90 in più; con Contratti e Mansioni 9,90 in più; con Maternità e Paternità 9,90 in più; con Durc On Line 9,90 in più; con Il Nuovo Fisco a sostegno delle Imprese 9,90 in più; con How To Spend It 2,00 in più; con IL Maschile 2,00 in più. Nella Regione Umbria in abbinamento obbligatorio con Il Giornale dell Umbria a 1,10. Atene Ase -5,73% INDICI Madrid Ibex 35-5,58% IL PRESIDENTE FEDERLEGNO Snaidero: il bonus mobili va esteso Marzio artoloni u pagina 7 FOCUS INDUSTRIA «Made in China» in grave sofferenza di Rita Fatiguso on l abbiamo fatto «N per le esportazioni», continua a ripetere, come un disco rotto, il governatore della People s ank of China, Zhou Xiaochuan, riferendosi all improvvisa svalutazione dello yuan decisa in pieno Ferragosto. Eppure, davanti a un economia che non riesce proprio a cambiar pelle abbandonando il modello export orientend si aprono continuamente nuove falle in svariati settori produttivi. Risulta davvero difficile pensare che non sia così,che uno yuan leggero possa essere strategico. Continua u pagina 2 DOMANDE E RISPOSTE Tutti i perché della svalutazione dello yuan Di Donfrancescou pagina 2 IN EDICOLA Roma. Il parroco: lo rifarei - Sospeso l elicotterista Funerali-show Casamonica: è caccia ai colpevoli, opposizioni all attacco «Alfano in Parlamento» - Gabrielli: errori, non connivenze Marino: la mafia c è e lo dicevamo, ora siamo meno soli SFIDA ALLO STATO DI DIRITTO Roma non chiuda gli occhi Non è da prendere sottogamba l'episodio del funerale mafioso che si è svolto a Roma con un grande rilievo mediatico. Nascondersi dietro le sottovalutazioni del IL CLAN «Fatturato» da 40 milioni di Roberto Galullo Èil 26 marzo 2010 quando la Polizia, con un sintetico comunicato, dà conto del sequestro di società riconducibili a 8 componenti della criminalità organizzata romana legata alla famiglia Casamonica. Continua u pagina 8 di Paolo Pombeni ppolemica per i funerali-show di Casamonica a Roma. L opposizione chiede che Alfano riferisca in Parlamento. Il prefetto Gabrielli: errori, non connivenze. Marino: la mafia c è. Licenza sospesa al pilota dell elicottero. Il parroco: lo rifarei. upagine 8 e 9 «lo si sapeva che a Roma c è la mafia», peggio del «non eravamo al corrente dell'episodio, non eravamo informati» è davvero poco dignitoso. Continua upagina 9 IL VIMINALE E IL COMUNE Relazione Alfano: no a scioglimento di Marco Ludovico Tornata d'improvvisa attualità, la relazione del ministro dell'interno Angelino Alfano su Mafia capitale sta per approdare al Consiglio dei ministri del 27 agosto. Continua u pagina 9 Aspenia sprivista di Aspen Institute Italia diretta da Marta dassù INEDICOLA CON ILSOLE24OREA 9,90 * *Oltre al prezzo del quotidiano.

2 2 Il Sole 24 Ore Mercati globali IL RALLENTAMENTO DI PECHINO ollettino di guerra A fare le spese del crollo dei mercati quella classe media che dovrebbe alimentare i consumi interni La catena degli errori Dal tonfo azionario di luglio allo «schiaffo» Fmi, non ci sono più margini per mosse a rischio L economia conferma la crisi cinese Indice Pmi al 47,1 in agosto, per l attività manifatturiera è il livello minimo in sei anni e mezzo LA PAROLA CHIAVE Domande e risposte. Cosa ha fatto la anca centrale e perché lo yuan è sceso Se Pechino smette di attenuare gli shock globali Gianluca Di Donfrancesco Pmi 7Pmi significa Purchasing managers index, cioè indice dei direttori agli acquisti. Questi sondaggi sono molto seguiti perché il campione è molto esteso e i risultati di queste inchieste si sono rivelati affidabili nel tracciare e anticipare la congiuntura. Questi indici mensili (prodotti separatamente per l industria manifatturiera e per le industrie dei servizi) coprono vari aspetti degli andamenti aziendali, dalla produzione agli ordini, dall occupazione ai prezzi pagati e ricevuti, dalle aspettative alle scorte. La anca centrale cinese è intervenuta sul cambio e da allora lo yuan ha cominciato a perdere terreno. Che cosa ha fatto? Quello dello yuan era e resta un sistema di cambio gestito: la Pboc fissa una parità centrale nei confronti del dollaro e poi permette al cambio di muoversi all interno di una banda d oscillazione del 2% (in più o in meno). Quando il rapporto si avvicina ai limiti della banda, la anca centrale cinese (Pboc) interviene sul mercato per evitare che ne esca. La parità centrale non resta fissa, ma viene comunicata di giorno in giorno (un sistema molto diverso dal peg, che è un cambio fisso): nel tempo, quindi, il rapporto di cambio Rita Fatiguso PECHINO. Dal nostro corrispondente pci voleva l indice Pmi manifatturiero preliminare Markit/Caixin a suggellare una settimana tra le più nere per la Cina dell era moderna, e non c è bisogno di attendere il dato definitivo del 1 settembre per capire come quel 47,1 registrato in agosto, ben sotto la soglia fatidica dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione, indichi una consistente frenata dell economia reale. Siamo di fronte al dato peggiore rilevato da sei anni a questa parte e le borse cinesi hanno trovato ieri una consistente pezza d appoggio per chiudere in negativo, Shanghai ha terminato la giornata con una flessione del 4,27% mentre Shenzhen ha fatto ancora peggio, cedendo il 5,4% a 2039,40 punti. Lo yuan, dal canto suo, ha continuato a perdere quota, scambiato contro il dollaro a 6,3904 mentre il fixing della anca centrale veleggiava a quota 6,3864. Il bollettino di guerra continua segnalando che dal picco massimo di giugno la piazza di Shanghai ha perso il 47%, Shenzhen addirittura il 52. Un crollo che ha contaminato le piazze globali perché, nonostante la persistente tendenza alla chiusura degli investimenti stranieri, le borse di Mailand China si situano ai primi posti nel mondo per valore di mercato. Rispetto ai miliardi di dollari di Wall Street, Shanghai e Shenzhen ne valevano la metà. Ma la crisi ne ha dimezzato il valore, sembra che miliardi di dollari siano andati praticamente in fumo. A farne le spese, anzi a essere travolta da questo andazzo, è stata proprio la classe media cinese, quella che stando ai piani di Pechino avrebbe dovuto alimentare i consumi interni contribuendo alla metamorfosi dell economia cinese, finora inchiodata alle variabili della domanda esterna. Questo ceto si ritrova, invece, con in mano un pugno di mosche. I piccoli investitori avrebbero perso più di tutti, circa 870mila posizioni tra i 100mila e i 500mila yuan a testa sarebbero svanite, in luglio sarebbero stati aperti appena 2,04 milioni di nuovi conti di deposito titoli, meno del 55,89% rispetto al mese precedente. La cavalcata delle borse cinesi tra il mese di maggio 2014 e lo scorso mese di giugno aveva registrato un aumento del 150%, proprio grazie all esercito dei piccoli risparmiatori aumentati da 60 milioni a 88 milioni, entrati in massa con acquisiti a debito delle azioni, loro hanno portato il totale dei debiti contratti per investire in borsa da 85 a 600 miliardi di dollari. Adesso la rotta si è invertita, con margin trading e short selling ridotti all osso, appena contratti finora contro i di luglio. La defaillance cinese ha portato al crollo delle borse mondiali, dei mercati azionari, delle quotazioni del petrolio rent calate dell 1,5% a 45,90 dollari al barile, ai minimi rispetto a gennaio e, soprattutto, al crollo delle commodities il che getta una luce sinistra su base planetaria. Il mercato azionario mondiale avrebbe subito un salasso pari a 8,3 miliardi di dollari nella peggiore settimana degli ultimi quattro mesi. La dirigenza cinese non ne ha azzeccata una. Dopo il crollo azionario di luglio non è bastato mettere sotto controllo il mercato - a Shanghai sono quotate società, a Shenzhen imponendo delisting a raffica e l acquisto di azioni da parte di società pubbliche. Mentre i mercati non davano segni di ripresa ecco prima la svalutazione a sorpresa dello yuan premiata da crolli progressivi dei mercati stessi. Poi la mega-iniezione di liquidità rimasta senza esito. Infine, lo schiaffo del Fondo monetario che prima ha lodato la svalutazione cinese giunta dopo anni di polemiche sull utilizzo dello yuan per sostenere l economia di Pechino, poi ha comunicato la dilazione nell introduzione nel paniere per i diritti speciali di prelievo dello yuan: bye bye, se ne riparla nel In un contesto difficile dal punto di vista politico e sociale i fuochi di Tianjin continuano a bruciare veleni - non ci sono margini per ulteriori mosse a rischio anche se, come sempre accade in Cina, è a mercati chiusi che si decidono le mosse, quelle che contano. Questo week-end potrebbe confermare la prassi, ma la cautela è d obbligo se come rivelano fonti della stessa commissione per le riforme Ndpc - sarebbero a rischio anche gli investimenti. può variare in misura rilevante e infatti dal 2005, quando il meccanismo fu adottato abbandonando il peg sul dollaro, lo yuan si è apprezzato di oltre il 25%. A fine giornata la Pboc comunica poi il fixing, cioè la parità centrale per le contrattazioni del giorno successivo. Prima lo faceva indipendentemente dalle indicazioni del mercato. Come ha spiegato la stessa Pboc, da martedì 11 agosto il punto di riferimento per il fixing diventa la chiusura della seduta, calcolata dalla stessa Pboc, tenuto conto della domanda e dell offerta e dell andamento delle maggiori valute. Una ventina di market makers, non solo cinesi, inviano alla Pboc proposte di prezzi di acquisto e vendita di yuan. A fine giornata la Pboc calcola una media, senza tenere conto dei Alle radici del problema MANIFATTURA IN FRENATA AD AGOSTO Indice Pmi manifatturiero Nota: Un valore inferiore a 50 indica una contrazione LA CRISI IN CIFRE 47, L indice Pmi La soglia dei 50 punti separa la crescita dalla contrazione Focus sull industria. I più colpiti dalla crisi sono i settori in cerca di sbocchi all estero, dalle costruzioni alle infrastrutture e all energia Il «made in China» in grave sofferenza valori estremi. Il risultato è il fixing (da non confondere con la chiusura di giornata - Un esempio: ieri la anca centrale cinese ha fissato la parità centrale a 6,3864 per un dollaro, contro una parità centrale di 6,3915 del 20 e una chiusura di 6,3890 sempre del 20). Questo meccanismo tiene maggiormente conto del mercato. L 11 agosto la Pboc ha anche abbassato il fixing dell 1,9%, affermando che si sarebbe trattato di una una tantum. 7% L obiettivo per il 2015 È il tasso di crescita a cui punta no le autorità cinesi PECHINO. Dal nostro corrispondente u Continua da pagina 1 p Eppure la manovra richiederà tempo per produrre simili effetti e soprattutto non è detto che una moneta cinese più debole riesca a compensare il calo dei volumi. Che c'è ed è impressionante: nei primi sette mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente la Cina nell'export mondiale ha perso il 7,3 per cento. In altri termini ha dovuto rinunciare a ben 2.23 trilioni di dollari. Un mare di denaro che ha contribuito a mandare in tilt interi settori produttivi legati a doppio filo proprio alla domanda esterna. L'indice Pmi di agosto, in realtà, è la prova che il made in China è in grave sofferenza. I settori tradizionalmente in overcapacity ai quali dovrebbe dare una mano la strategia proiettata a esplorare nuove piazze e alleanze, nota come New Silk road (che proprio ieri ha trovato le sue guidelines ufficiali) risultano in assoluto i più colpiti dalla crisi. La maggior parte di questi settori ruotano intorno al buco nero immobiliare, dalle costruzioni alle infrastrutture collegate, ma anche all'industria navale: cemento, acciaio, prodotti per utilizzare energia solare, macchine pesanti per l'edilizia. Non si tratta di nuovi problemi, semmai di piage SVALUTAZIONE INUTILE? Restano seri dubbi sulla possibilità che uno yuan leggero possa avere effetti in breve tempo e riesca a compensare il calo dei volumi incancrenite. Gli sbocchi all'estero previsti dalla New Silk road richiederanno tempo prima di poter assorbire una produzione largamente superiore alla domanda interna e ad ammortizzare i costi crescenti registrati in Cina. Perfino la anca asiatica per le infrastrutture, l'aiib, che pure sta bruciando le tappe Ma quindi la flessione dello yuan è una svalutazione competitiva o un deprezzamento? Dall 11 agosto, lo yuan è arrivato a perdere un massimo del 4,45%, per poi risalire verso il -3% nei confronti del dollaro. Prima dell intervento, il cambio reale effettivo era salito del 18,5% e nessuno considerava più lo yuan sottovalutato. Inoltre, la Pboc è intervenuta più volte per arginare la flessione del cambio, anche fissando in fixing in rialzo. Si può parlare di deprezzamento dello yuan, peraltro pilotato, ma non di svalutazione competitiva. Fonte: Markit Variazione % annua per poter entrare a regime quanto prima parla già del nuovo anno e sarebbe un record negli organismi multilaterali - ci metterà un bel po' a varare progetti in grado di impegnare e assorbire anche uomini e mezzi cinesi, quelli di cui oggi la Cina non ha bisogno. Questo spiega anche il rinnovato nervosismo emerso proprio in questi giorni sul fronte delle dispute del commercio internazionale, come ha sottolineato Shen Dayang portavoce e capo dell'ufficio studi del ministero del Commercio estero. Nervi scoperti che in queste ore tornano a infiammare i rapporti specie con gli Stati Uniti e con l'europa e, al centro, sempre prodotti in eccesso. Acciaio, solare & affini, frutto a loro volta di eccesso di capacità che la Cina ancora non riesce ad assorbire. Ma, occhio, in affanno ci sono anche tutti i settori collegati alla minore richiesta di energia e più in genere di materie prime collegate E perché lo yuan scende? L economia cinese è in frenata, tutti gli indicatori economici (esportazioni, produzione industriale, vendite al dettaglio) puntano verso il basso. Il Pil dichiarato dal governo è già ai minimi da vent anni, ma molti economisti sono convinti che i dati ufficiali siano in qualche modo gonfiati e il tasso di crescita non sia del 7%, ma del 5 o addirittura del 3%. Il mercati sono sovravalutati e gli investitori temono una crisi finanziaria. Il debito pubblico è al 280% del Pil. Anche il surplus commerciale è in discesa: nel 2007 era pari al 10% del Pil, l anno scorso è sceso al 2,1%. Questo andamento sembra suggerire che negli ultimi anni la Cina abbia agito da ammortizzatore della crisi globale, alimentando instabilità interna, con il surriscaldamento dell'immobiliare, l ipertrofia del sistema creditizio ombra, il decollo verticale dei listini azionari e dell indebitamento. Lasciando scendere lo yuan e promuovendo la correzione dei mercati azionari, Pechino starebbe allora abbandonando un ruolo da cuscinetto che in ogni caso non è più in grado di svolgere % Fonte: Haver Analytics Se l economia cinese è in IL TREND DEI SETTORI Le perdite a Shanghai È quanto ha perso la piazza cinese dal mese di giugno, Shenzhen ,4 Il cambio dollaro/yuan Gli analisti di Nomura prevedono per fine anno un dollaro a 6,6 LA PROPOSTA Calenda: un G-20 straordinario contro l instabilità p«l aumento delle aree di crisi e il confronto geopolitico (Ucraina, Siria, Nord Africa, Corea, Mar Cinese meridionale), l instabilità valutaria e nelle quotazioni delle materie prime stanno portando la situazione internazionale rapidamente oltre la soglia di guardia. Il rischio che tutti questi fattori si saldino e creino un vero e proprio terremoto globale è più che concreto». Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, auspicando una conferenza straordinaria del G-20 «che punti a ricomporre le fratture e a identificare meccanismi di coordinamento efficaci», data la carenza «di governance economica e politica che non è più sostenibile». Vendite al dettaglio Produzione industriale Consumi elettrici 1,3 miliardi Un mercato gigantesco È il numero di potenziali consumatori in Cina alla produzione. Anche in questo caso, le infrastrutture collegate alla gestione dell'energia, per cui società di distribuzione cambiano strategie e per sopravvivere si danno all'energy trading o allo ship refueling. Stesso discorso per lo shipping, il ministero del Commercio ha rivelato che Cosco, gigante del settore navale, ha iniziato la costruzione del primo vettore a gas naturale liquefatto, per cercare di contrastare la concorrenza coreana e dedicarsi a settori di qualità. Anche i prodotti elettromeccanici, inclusi gli smartphone, hanno registrato un aumento dell'1,3 per cento. Ma il settore terziario peraltro cresciuto oltre il 44% ancora non è in grado di compensare le carenze dei settori tradizionali. In periodo di vacche magre anche i ben noti giganti dell'online si preparano quindi ad affrontare gli effetti terribili della crisi. R.Fa. crisi, che succede al resto del mondo? La Cina, seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti, è un grande consumatore di energia e materie prime: se le sue imprese rallentano, ne importano meno. I primi Paesi a soffrirne sono quindi i produttori di commodities e le loro valute, che stanno cedendo terreno in fretta. Il calo dei prezzi delle materie prime nell ultimo anno è in gran parte spiegato proprio dalla frenata cinese e alimenta l ondata deflattiva che colpisce anche Europa e Stati Uniti. La Cina è anche un grande mercato: vero che avendo un surplus commerciale, il suo contributo al Pil del resto del mondo, da questo punto di vista, può essere considerato negativo. Tuttavia, una profonda flessione delle sue importazioni di beni e servizi potrebbe assestare un colpo pesante a interi settori economici. Con l Europa ancora in depressione, se si spegne anche il motore cinese, la responsabilità di trainare l economia mondiale tornerà tutta sulle spalle degli Stati Uniti e la Federal Reserve potrebbe essere spinta a rimandare ancora l aumento dei tassi: nel nuovo scenario determinato dalla Pboc, infatti, un rialzo potrebbe far schizzare il dollaro, accelerare la caduta delle monete legate alle materie prime e dei Paesi emergenti e tradursi in un eccesso di stretta monetaria negli Usa, che potrebbero veder soffocare fin troppo presto la ripresa in atto. Perché l Fmi ha promosso la decisione della Pboc? Perché è un passo verso la liberalizzazione dei cambi, anche alla luce dell eventuale inclusione dello yuan nel suo paniere dei diritti speciali di prelievo. Lo yuan entrerebbe così tra le valuta di riserva internazionale. Per quest anno l Fmi ha però detto no. L EDITORIALE Fabrizio Galimberti La crisi non uccide il Dragone u Continua da pagina 1 Anche in campo valutario la transizione è agitata: la svalutazione dello yuan, che ha fatto gridare alla guerra delle valute, è stata inattesa e concentrata nel tempo. Ma, a guardare le cose con distacco, rappresenta solo una comprensibile reazione a un massiccio apprezzamento della moneta cinese. Dall inizio (metà 2007) della crisi a oggi lo yuan aveva registrato un apprezzamento reale del 45% circa: a oggi la correzione porta questo apprezzamento al 40 per cento. La Cina si era, insomma, meritoriamente assunta il compito di correggere gli squilibri mondiali negli scambi, e l avanzo corrente era così sceso dal 10% del 2007 al 2% del Di per sé, i timori e i tremori dei mercati sulla Cina non sono tanto giustificati dagli squilibri finanziari o reali dell economia, quanto dall impressione che i dirigenti cinesi, poco esperti nell arte e nella scienza dei mercati finanziari, non siano in grado di gestire valuta e moneta. Questo giudizio, tuttavia, dimentica che le leve di controllo sono salde, e che i gradi di libertà sia per la politica monetaria che per quella di bilancio sono molto più ampi rispetto a quelli di molti Paesi occidentali. Un altro timore sta in una nuova edizione del taper tantrum: quel capriccio da assottigliamento (difficile trovare una traduzione meno goffa) descrisse, due anni fa, la decisione della Fed di assottigliare gli acquisti mensili di bond che, in un quadro di espansione quantitativa della moneta, aveva condotto fino ad allora per sostenere l economia. Questa decisione condusse a improvvidi aumenti dei rendimenti in giro per il mondo e a un ritiro (o minore afflusso) di capitali dai Paesi emergenti. Ora la Fed sta preparando un altro passo restrittivo (tecnicamente: meno espansivo) della politica monetaria, e il tasso-guida dei Federal Funds potrebbe passare da zero a 0,25% (orrore!) già a fine anno. I mercati, assuefatti da anni al basso prezzo del danaro, preparano un altro tantrum, come mocciosi a cui si toglie il balocco preferito. L ex Governatore della ank of England, Mervyn King, disse un giorno che «l obiettivo delle anche centrali dovrebbe essere quello di rendere la politica monetaria il più noiosa possibile». Purtroppo, attualmente la politica monetaria è tutt altro che noiosa. Poi c è la questione delle materie prime, a cominciare dal petrolio. Lo sgretolamento del prezzo dell oro nero sta raggiungendo il punto in cui gli svantaggi superano i vantaggi. Il petrolio meno caro porta a benefici diffusi (per famiglie e imprese consumatrici) e a malefici concentrati (per Paesi produttori e società petrolifere). E chi sta peggio protesta di più di chi sta meglio. In aggiunta, non vale più il fatto che, date le differenze nelle propensioni alla spesa di Paesi consumatori e produttori, una diminuzione del prezzo del petrolio è benefica per l economia mondiale. Oggi questo si prospetta come un gioco a somma zero. Fortunatamente, non tutte le notizie sono negative per gli emergenti. In India l economia accelera. Il Warren uffett indiano, Rakesh Jhunjhunwala, ha detto che «la crescita viene dal caos, non dall ordine» e che, anche se le preoccupazioni di un rallentamento sono reali, «bisogna aver fiducia che queste vicende passeranno». Unitamente al fatto che la crescita americana si conferma e che l Europa arranca meno di prima, è poco probabile che i malumori dell economia finanziaria, in questo agosto turbolento, vadano a tracimare, come successe nel 2007 e nel 2011, nell economia reale. fabrizio@bigpond.net.au

3 Il Sole 24 Ore 3 La correzione in orsa MERCATI GLOALI SOTTO STRESS Settimana nera Da lunedì Piazza Affari ha perso il 6,5% Peggio Francoforte (-8%) e Londra (-7,5%) Avversione al rischio I capitali si spostano dalle azioni verso lidi più sicuri: oro, und e franco svizzero La Cina costa alle orse miliardi È il prezzo pagato in settimana dai listini globali - Ieri c è stato l ennesimo crollo: Milano -2,8%, S&P e Nasdaq giù del 3% Vito Lops WALL STREET L indice S&P 500 è sceso sotto la soglia dei 2mila punti sui livelli di otto mesi fa portando il bilancio da inizio anno in negativo pun venerdì nero per chiudere una settimana nera, quasi nefasta, per i mercati finanziari globali. La sindrome cinese si è fatta sentire ancora una volta. La orsa di Shanghai ha chiuso l ultima seduta con un calo del 4% - dopo la pubblicazione del dato Pmi manifatturiero ai minimi da 77 mesi - portando il ribasso settimanale al 13% e al 50% il calo dai massimi di fine giugno nonostante le iniezioni di liquidità della banca centrale e i provvedimenti che dovrebbero arginare l'ondata ribassista ma non stanno sortendo gli effetti sperati. Come ha rilevato un broker «la orsa cinese è come una sala da gioco e il governo è intervenuto chiudendo la metà dei tavoli». Il timore è che nonostante dai picchi di giugno le orse di Shanghai e Schenzen abbiano dimezzato la capitalizzazione da a miliardi di dollari, l ondata ribassista non sia finita. Le vendite hanno colpito anche- Tokyo (-2,98% ieri e -5,5% da lunedì) e a valanga i listini occidentali. Solo nella seduta di ieri il valore delle 600 società a maggiore capitalizzazione in Europa (misurate dall indice Stoxx 600) è sceso di 330 miliardi di euro. In termini di capitalizzazione le principali 28 orse europee hanno perso 459 miliardi di dollari nell ultima settimana. Pesanti svalutazioni anche sui listini asiatici (che ora valgono Il crollo del petrolio New York, 1ª posizione. $/bbl 50,4 47,8 45,2 42,6 40,0 50,36 40,45 21/07 A pag Materie Prime Il petrolio Wti cade sotto quota 40 dollari 21/ miliardi in meno rispetto a una settimana fa) e americani (-894 miliardi includendo le orse latine). Anche Wall Street, la orsa meno volatile del pianeta, ha bruciato oltre 6 punti percentuali nelle ultime cinque sedute. Con il ribasso di ieri l indice S&P 500 si è portato sui livelli di otto mesi fa, scendendo sotto la soglia dei 2mila punti. Le vendite hanno colpito in modo pressoché indistinto l azionario globale, con perdite di valore giornaliere per 938 miliardi e settimanali per miliardi di dollari. Solo nell ultima seduta Piazza Affari ha perso il 2,8% portando il bilancio settimanale a -6,5%. Peggio ha fatto Francoforte che ha perso il 3% nell ultima seduta e l 8% da lunedì. Il bilancio settimanale è pessimo anche per le altre piazze del Vecchio continente: Parigi -6,5%, Madrid -6% e Londra -7,5%. A preoccupare è il fatto che alle vendite azionarie fanno da contraltare gli acquisti di asset rifugio, come oro, franco svizzero e und tedesco, con uno spostamento di capitali verso lidì più sicuri, come nelle fasi di avversione al rischio. Il tasso del und a 10 anni è sceso allo 0,58% spingendo in alto di 5 punti base lo spread con il Tp (a 128), il cui rendimento è salito all 1,86%. Proseguono gli acquisti sull oro. Ieri è salito di oltre 5 dollari portandosi a ridosso di dollari l oncia rispetto ai dollari della scorsa settimana. Mentre l euro è volato oltre quota 1,13 dollari sulle ormai tramontate aspettative degli investitori che la Federal Reserve possa rialzare i tassi di interesse a settembre. Ancora più remote dopo il dato sull attività manifatturiera statunitense: ad agosto l indice Pmi di Markit è sceso a 52,9 dal 53,8 di luglio toccando i minimi dall ottobre del Proprio il probabile rinvio della tanto attesa fase di normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti, complice le incertezze che arrivano dalla Cina, è un ulteriore elemento che sta mandando in tilt gli operatori. Decisiva la partita a scacchi tra dollaro e yuan: Jack Lew, segretario americano al Tesoro, ieri ha detto che gli Usa monitoreranno attentamente la politica valutaria di Pechino dopo la recente svalutazione dello yuan giunta a sorpresa. L amministrazione Obama preme affinché la Cina continui a lavorare per rendere la sua economia più legata alla domanda interna e meno alle esportazioni. Non solo Cina e yuan. A questo punto è imprevedibile ipotizzare anche l andamento del petrolio e se riuscirà a risollevarsi, evitando ulteriori problemi sulle valute dei Paesi emergenti esportatori di materie prime, che viaggiano sui minimi sul dollaro. Anche ieri l oro nero ha dato segnali di tensione, franando ancora: il Wti è calato sotto i 40 dollari al barile per la prima volta dal 2009 accentuando i rischi di deflazione IL DRAGONE FERITO RUCIA UN ANNO DI GUADAGNI DEI LISTINI MONDIALI LA TEMPESTA DI PECHINO SUI MERCATI Capitalizzazione bruciata dai listini mondiali. In miliardi di dollari Ieri AMERICA 365,2 Ultima settimana IL CROLLO DELLE ORSE Variazione % di ieri Shangai Shangai Comp -4,27% VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -11,54% AMERICA 894,1 La tempesta valutaria. Con il balzo di ieri (+1,1%) la divisa europea torna ai livelli di giugno sul biglietto verde: ossigeno per l export americana L industria Usa brinda: l euro vola sul dollaro ASIA 374,3 Zurigo Swiss Mkt VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -5,86% EUROPA 177,5 Parigi Cac 40 VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -6,57% AFRICA/OCEANIA 21,3 Gianluca Di Donfrancesco pil colpo di scena della anca centrale cinese (Pboc) ha cambiato le carte in tavola anche per la Federal Reserve e per l euro, che ieri ha toccato il massimo dal 22 giugno sul dollaro, salendo a quota 1,1375 prima di chiudere a 1,35, con un incremento superiore all 1%. Dal 17 agosto, il rialzo supera il 2%. Il biglietto verde ieri ha perso l 1% anche sullo yen e il dollar index, che ne tiene traccia nei confronti di un paniere di sei valute, è sceso dell 1,2% in una settimana. Prima dell 11 agosto, molti erano pronti a scommettere su un rialzo dei tassi Usa già a settembre. L ipotesi viene resa però sempre più remota dai dati che arrivano da Pechino: ieri è stata l industria ad alzare bandiera bianca, con l indice che ne misura l attività sceso ai minimi dal Ma è solo l ultima conferma dello stato di debolezza del Paese. La vera doccia fredda è stata proprio la decisione della Pboc di lasciare lo yuan più libero di seguire la corrente dei mercati. Segno che la seconda economia al mondo non può e non intende più alimentare i propri squilibri interni fornendo una sponda a capitali speculativi in cerca di profitti anche a dispetto dei fondamentali economici. Nel nuovo scenario che si è determinato, un aumento dei tassi da parte della Fed rischierebbe di far schizzare il dollaro e di deprimere ancor di più le valute dei Paesi esportatori di materie prime - molte delle quali già perdono tra il ASIA 755,1 Tokyo Nikkei VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -5,28% Madrid Ibex 35 VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -5,58% 10 e il 20% rispetto a inizio anno - e potrebbe quindi innescare una stretta monetaria eccessiva rispetto alle necessità dell economia statunitense. Prima di soffocare la ripresa, pensano ormai molti analisti, la Fed potrebbe allora voler prendere tempo e aspettare che si plachi la tempesta che in questa settimana si è abbattuta sui mercati valutari e che ha travolto uno dopo l altro ringgit malesiano, rublo, rand sudafricano, lira turca. Il riposizionamento degli investitori li spinge a sgonfiare gli asset più rischiosi e a tornare sull euro e sullo yen, utilizzati in questi mesi per finanziare quelle scommesse. È questo che alimenta il recupero sul biglietto verde. «L indebolimento del dollaro - In rimonta Cambio euro/dollaro 1,14 1,109 1,135 1,13 1,12 1,11 1,10 EUROPA 459,9 17/08 Francoforte Dax VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -7,83% AFRICA/OCEANIA 26,9 21/08 Milano Ftse Mib -3,36% -3,19% -2,98% -2,98% -2,95% -2,83% VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -6,46% 938, ,1 Atene Ase -2,49% VARIAZIONE DELLA SETTIMANA -5,73% commentano gli analisti di Credit Agricole - è un danno collaterale» dell avversione al rischio accesa dalla Cina. Mentre il leggero miglioramento dei dati economici di Eurolandia, con il Pmi di agosto in crescita a 54,1 punti da 53,9 di luglio, sembra incidere poco. Il fatto che l euro salga, non significa che sia tornata la fiducia nella sua economia. Con le nubi che persistono sul cielo europeo, dalla deflazione alla crisi greca, il rialzo potrebbe comunque non avere troppo spazio. «Siamo titubanti a concludere che l euro sia diventato un porto sicuro», afferma Melanie Debono di Capital Economics. Che aggiunge: «I guai della Cina e i loro effetti sui mercati hanno convinto gli investitori che la Fed sarà meno incline ad alzare i tassi. Questo ha ristretto il gap tra i trassi attesi a breve negli Usa e in Europa, depotenziando il dollaro». L ANALISI Vito Lops Così l Orso ha scacciato il Toro a Ferragosto La tempesta finanziaria che sta tormentando i listini azionari globali ha un nome ben preciso: correzione. Il passivo accumulato dai listini nelle ultime due settimane non lascia dubbi: Francoforte -12%, Milano -9% e Londra -8%, Wall Street -7%. In media le principali orse occidentali hanno perso 10 punti. L aspetto paradossale è che l Orso è tornato a bussare alle orse proprio nel momento in cui si stanno verificando le stesse condizioni che a gennaio avevano spinto il Toro a muoversi. Anche a inizio anno il petrolio volava basso ed era considerato un fattore di rilancio per le economie occidentali. Quanto alle orse europee, continuano ad essere spalleggiate da un cambio favorevole (euro/dollaro a 1,13) e dal quantitative easing. Quindi, le tre condizioni che hanno alimentato il Toro nella prima parte dell anno ci sono ancora. A rovinare la festa rialzista però si sono aggiunti due fattori di distorsione: la Cina (con lo scoppio della bolla azionaria e il rallentamento della seconda economia del pianeta) e la difficoltà degli Stati Uniti a normalizzare la politica economica (le condizioni interne per un rialzo dei tassi ci sarebbero ma le nuove turbolenze asiatiche lo impediscono). Questo spiega perché l Orso ha scacciato il Toro in questo Ferragosto da panic selling. Finché persisteranno questi due motivi di incertezza la correzione potrà proseguire. A questo punto - con i 10 punti persi - siamo a metà del guado. Se le vendite dovessero proseguire e portare i ribassi di periodo a superare la soglia del 20% lo scenario potrebbe aggravarsi. Perché il -20% è considerato lo spartiacque tra una correzione fisiologica e l inversione di un trend. Nel marasma generale una piccola nota positiva c è. Molti operatori sono in ferie per la settimana di Ferragosto e i volumi degli scambi sono stati ridotti. Il peso specifico del recente ribasso sarebbe stato ben più grave se fosse stato accompagnato da volumi consistenti. In questo senso lunedì avremo la prova del nove: molti operatori torneranno al desk e i volumi dovrebbero aumentare. Allora capiremo se stiamo assistendo (Cina a parte) a un sano ritracciamento oppure a qualcosa di più profondo. Titoli di Stato. Le tensioni su Cina, emergenti e anche Grecia riportano a galla le «vecchie» dinamiche legate al «risk off», ma il piano di riacquisti della ce e le dinamiche macroeconomiche limitano i danni La fuga dal rischio alza i tassi di Tp e onos Maximilian Cellino pvendere titoli di Stato della «periferia» europea per acquistare und, Treasury o Gilt nei momenti in cui riaffiora per qualsiasi motivo la tensione sui mercati finanziari è stato a lungo un riflesso condizionato per gli investitori. Lo è ancora, se si giudica dai movimenti che hanno coinvolto Tp e onos in questi ultimi giorni, ma in tono molto minore rispetto al passato. E soprattutto è diventato un gioco piuttosto rischioso, perché i bond dell Eurozona possono contare come è noto su una sorta di compratore di ultima istanza in quella ce che di fatto rastrella ogni giorno titoli per un valore medio di 2,5 miliardi di euro nell ambito del programma di riacquisto (Pspp). È vero che la fetta più grande di questa torta va alla Germania, per via della suddivisione in base alle quote di capitale nella stessa anca centrale, ma è altrettanto evidente che Italia, Spagna e Portogallo possono comunque contare su un sostegno in grado potenzialmente di spiazzare i ribassisti. Qualcuno comunque ci prova: nell ultima settimana il differenziale di rendimento dei decennali italiani rispetto a quelli tedeschi, l ormai popolare spread, si LA TENDENZA L annuncio di nuove elezioni nel Paese ellenico ha interrotto la correlazione positiva esistente fra i bond tedeschi e quelli della «periferia» europea è di nuovo allargato di una quindicina di punti base per tornare a sfiorare quota 130 e la stessa sorte è toccata anche a Madrid e Lisbona, almeno negli ultimi due giorni. Non si è trattato però di un movimento lineare, di una pressione continua che ha accompagnato le vicende di questi giorni, dalla Cina alla Fed, e la bufera che ha investito le orse. Sulle prime la risposta sui mercati del reddito fisso è stata anzi opposta e gli acquisti hanno riguardato anche i periferici: una reazione da manuale di macroeconomia, visto che ai segnali di frenata della crescita globale, di rallentamento della dinamica inflazionistica e di un possibile atteggiamento più espansivo delle anche centrali (meno restrittivo quando si parla della Federal Reserve) si risponde normalmente con acquisti di bond. Il clima, se così si può dire, è mutato nel pomeriggio di giovedì, quando la correlazione fra und e Tp è improvvisamente saltata e sono davvero partite vendite sui periferici. Qualche analista fa coincidere il cambiamento di direzione dei periferici con l annuncio delle dimissioni da parte del premier greco Alexis Tsipras. La crisi di Atene, che riguarda direttamente l Eurozona, era uscita forse troppo rapidamente dai radar LA PAROLA CHIAVE Pspp 7Con l acronimo Pspp (Public sector purchase programme) si intende il piano di riacquisti di titoli del settore pubblico avviato dalla anca centrale europea lo scorso marzo. Si tratta di una misura di politica monetaria non convenzionale attraverso la quale l istituto centrale immette liquidità sul mercato nel tentativo di scongiurare il rischio deflazione. Nelle intenzioni di Francoforte, il piano è destinato a proseguire almeno fino al settembre A fine luglio erano stati acquistati titoli di Stato, di enti sovranazionali o pubblici per complessivi 249 miliardi di euro. degli operatori e rischia ora di tornarci di prepotenza con l incertezza delle nuove elezioni. Per il momento, come si è detto, i danni collaterali sono stati piuttosto limitati perché ieri il Tp decennale quotava in fondo l 1,85%, cioè appena quattro centesimi in più del venerdì precedente (2,01% per i onos): ad aver approfittato della situazione sono stati più che altro il und, sceso invece di otto punti base allo 0,58%, e soprattutto il Treasury americano, che ha toccato al 2,04% i minimi da fine aprile di riflesso ai crescenti dubbi sulla possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi già a settembre. La prossima settimana, nella quale torneranno anche le aste del Tesoro dopo la pausa di metà mese, saprà probabilmente dirci se a prevalere saranno la paura che allontana dal rischio gli investitori o le altre forze presenti sul mercato, che invece remano a favore dei titoli italiani. I titoli di Stato a 10 anni Rendimenti % e performance settimanale. Dati in % Germania VENERDÌ SCORSO , IERI 0,575-12,61% VENERDÌ SCORSO 1,816 Italia IERI 1,854 +2,09% VENERDÌ SCORSO 0,981 Francia IERI 0,952-2,96% VENERDÌ SCORSO 2,018 Spagna IERI 2,008-0,50% VENERDÌ SCORSO 9,505 Grecia IERI 10,051 +5,74% VENERDÌ SCORSO 2,198 Usa IERI 2,038-7,27%

4 4 Il Sole 24 Ore Mercati globali LA USSOLA DEL RISPARMIATORE Le prospettive dell Asia emergente Capitali in fuga per il rallentamento cinese e i timori di nuove svalutazioni dello yuan Le mosse dei fondi e le attese degli analisti In una settimana dall azionario di Shanghai disinvestito l 1,5% delle masse gestite Selettività sulle orse asiatiche Troppe incertezze nonostante i multipli ora siano migliori di quelli europei e Usa LA PAROLA CHIAVE Abenomics 7Si tratta degli interventi di politica economica messi in campo in Giappone dal premier Shinzo Abe. Gli interventi si sono concretizzati a partire dal 2013 con l obiettivo di risollevare il Paese del Sol Levante dalla pluridecennale stagnazione. Il programma si è mosso lungo tre direttrici principali: politica monetaria, politica fiscale e strategie di crescita. Un tassello importante è stata la svalutazione dello yen prodotto da una massiccia iniezione di liquidità. Alcuni obiettivi importanti sono stati raggiunti, come conferma la crescita dell indice azionario Nikkei e l andamento positivo degli utili societari. Andrea Gennai p Il terremoto borsistico scatenato dalle possibili ricadute dopo la svalutazione dello yuan cinese ha contagiato tutti i listini asiatici. Un segnale tangibile ieri lo si è avuto con la orsa di Tokyo che ha lasciato sul terreno il 2,98%, scendendo abbondantememente sotto i 20mila punti ai minimi degli ultimi tre mesi e mezzo. Ancora pesanti Shanghai e Hong Kong. A oltre due mesi dall inizio del crollo della orsa cinese le vendite non sembrano arrestarsi. La volatilità e il nervosismo sono ancora destinati a dominare la scena almeno fino a metà settembre, in attesa della riunione della Fed. Il mercato era a conoscenza che il gigante asiatico stesse rallentando e ha interpretato questa svalutazione con un segnale di debolezza e la volontà di rilanciare la ripresa puntando sull export. Molti analisti ritengono che questa chiave di lettura sia però eccessiva. «Probabilmente spiega Hans evers, senior economist di Petercam l aggiustamento dello yuan dovrebbe essere visto principalmente nel contesto storico, politico ed economico cinese più ampio, piuttosto che come un tentativo dettato dal panico di dare una spinta alle esportazioni». Per altri esperti si tratta di un passaggio importante all interno nel processo di riforme messo in campo da Pechino per una maggiore liberalizzazione in campo finanziario. Detto questo, il mercato, come spesso capita, ha utilizzato questa notizia come espendiente per correggere: un circolo vizioso che ha contagiato le commodity (di cui la Cina è un grande consumatore) e l azionario. È innegabile comunque che la crescita sta rallentando e ufficiosamente oggi il Pil viene visto in aumento tra il 5 e il 6%, piuttosto che del 7% ufficiale, mentre gli utili delle società cinesi non sono andati particolarmente bene. Da inizio anno i principali listini asiatici hanno ancora un bilancio prevalenemente positivo sia in valuta locale che in euro. I rapporti prezzo/utili restano ancora mediamente attraenti, al di sotto delle valutazioni di Europa ed Usa. Si tratta di mercato in cui l accesso avviene prevalentemente con fondi o Etf. Ma è tempo di tornare a scommettere su queste orse? «In termini di valutazioni commenta Giovanni uffa, gestore Asia Emergenti AcomeA Sgr i mercati asiatici erano reduci da livelli abbastanza elevati di multipli. La correzione sta portando i listini su posizioni più interessanti anche se non sono ancora particolarmente economici. La crescita resta bassa e l incremento degli utili, in nazioni come la Corea, non è stato brillante. Tra i mercati quello che riteniamo più economico è sicuramente Hong Kong, dove i prezzi hanno toccato livelli molto interessanti. Anche Shanghai ha corretto molto, ma non è così economico. In ottica di medio-lungo termine, si possono cominciare ad aprire posizioni sull Asia anche se restano ancora incognite». Una delle più importanti è cosa farà la Fed da settembre. Il 16 e 17 settembre è in programma il primo comitato di politica monetaria che dovrebbe aumentare i tassi (Fed Funds) dopo nove anni. Se dovesse iniziare un ciclo rialzista sui tassi l impatto sarà rilevante sulle valute emergenti. La componente valutaria è determinante per gli investimenti in questi Paesi. Se fino a poco tempo fa la svalutazione dell euro non l aveva fatta percepire, ora inizia a sentirsi. Serve una grande selettività. Alcuni listini, come Hong Kong ad esempio, oggi hanno un bilancio positivo solo per il contributo valutario. Previsioni infine più rassicuranti arrivano sul Giappone. «Restiamo positivi sulle prospettive del Giappone conclude uffa anche se l Abenomics non ha centrato tutti gli obiettivi, ad esempio l inflazione non ha raggiunto i target. Però sono state introdotte importanti riforme sul versante della corporate governance e oggi la crescita degli utili societari non è merito solo dello yen deprezzato ma anche di alcune riforme». Giudizio overweight (sovrappesare) da Ubs, che ritiene l andamento degli utili societari nipponici il migliore dell area. Le mosse dei fondi e la fotografia dei mercati I FLUSSI DI FONDI NETTI AZIONARI Variazione settimanale delle masse gestite (Aum) in % sul totale e da inizio anno in milioni di dollari Paese/ area Var. % sett. Aum Var. da Paese/ 1/1/15 area Var. % sett. Aum Var. da 1/1/15 rasile -1, Usa -0, Russia -0, Europa 0, India -0, Giappone 0, Cina -1, Altri 0, Totale Emergenti -0, Totale Paesi svil. 0, Fonte: ofaml Global Research, EPFR Global al 20 agosto 2015 lle PERFORMANCE E LE VALUTAZIONI DELLE PRINCIPALI ORSE MONDIALI Indice Msci Acwi - All Country World Capitalizzazione in mld $ Performance Valutazione Stime di crescita Eps* da 1/8/15 da 1/1/15 12 m fwd p/e Nota: valori al 19/8/15, book value al 31/7/15, utili attesi ed Eps al 13/8/15. Rendimenti in dollari; (*) stime Eps: fonte Institutional rokers' Estimate System - Ibes Fonte: Msci - Datastream P/bv Div. yield Paniere Msci Acwi ,7-0,4 15,4 2,1 2,5 1,7 10,9 12,2 Paesi svil ,2 1,0 16,1 2,2 2,5 1,8 10,6 12,1 Usa ,2 1,0 16,9 2,9 2,0 1,1 11,2 13,3 Canada ,2-15,2 15,1 1,8 3,1-12,0 17,6 15,2 Europa ,9 0,1 15,1 1,8 3,3 1,5 10,3 11,2 Regno Un ,2-2,8 14,8 1,8 3,9-12,1 10,2 13,0 Giappone ,3 11,7 15,3 1,5 1,7 15,7 11,2 8,2 Australia 844-6,1-11,3 15,1 1,8 4,9 3,0 9,2 11,8 Hong Kong 386-7,5 0,1 14,8 1,3 3,0-8,1 9,2 - Emergenti ,8-12,1 10,8 1,4 2,9 0,9 12,6 12,8 Cina 849-4,5-4,2 9,3 1,3 3,1 3,9 11,8 10,8 Corea 498-5,5-13,0 9,3 0,9 1,6 19,8 7,6 8,4 Taiwan ,1-15,2 11,2 1,5 4,1 5,4 5,9 8,9 India 306-1,5 0,8 18,4 3,3 1,3 13,7 19,6 16,6 SudAfrica 279-6,6-11,0 15,3 2,5 3,0 1,5 13,8 17,7 Russia 128-7,9 7,4 4,4 0,6 5,6-36,5 15,2 19,0 rasile ,1-30,1 11,1 1,2 4,3-24,9 29,9 22,5 L ANALISI Nicola orzi Scelte difficili tra sboom e rischi che restano elevati Chi crede nelle orse si pone spesso il cielo come limite, ma in Cina in cielo è alto e l imperatore lontano. Così lontano che a volte non centra i suoi target economici. Lo dimostrano le tensioni sui mercati di queste settimane. Quasi 19 miliardi di dollari di deflussi in una sola settimana: a tanto ammontano, secondo i dati di ank of America Merrill Lynch al 20 agosto, i deflussi netti dei fondi dalla orsa cinese da inizio anno. La cifra pare un inezia se paragonata ai 120 miliardi di deflussi netti dei fondi dall azionario Usa. Non lo è però se si guarda alla variazione settimanale delle masse gestite: -0,2% su Wall Street, -1,5% sulla Cina. Il mercato, insomma, è entrato in fase risk off su alcuni listini dell Estremo Oriente. A spingere l avversione al rischio, secondo arclays Research, sono i timori per la frenata dell economia mondiale che aumenta il pericolo deflazione. Il rischio di un ritorno globale al calo dei prezzi è segnalato dalla debolezza delle materie prime, dal raffreddamento della crescita cinese e dalla svalutazione dello yuan. Le attese sono di un cross rate dollaro/yuan a 6,9 per metà 2016, a fronte del 6,208 della chiusura dell 11 agosto scorso, prima della svalutazione che ha portato la divisa cinese intorno a quota 6,39. Se le previsioni fossero esatte, nei prossimi 10 mesi la valuta di Pechino si deprezzerebbe del 10% sul dollaro dai valori odierni. D altronde, le previsioni sull Asia emergente variegato arcipelago di economie che oltre a Cina e Hong Kong comprende Corea, India, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Taiwan e Thailandia indicano un rallentamento della crescita del Pil di quest anno al +6,2% rispetto al +6,4% dell anno scorso. A frenare è soprattutto la Cina (+6,8% la variazione attesa a fine 2015 e +6,6% nel 2016, a fronte del +7,4% del 2014). I segnali già volgono al brutto: l indice flash Caixin sugli acquisti industriali ad agosto è sceso a 47,1, ai minimi da marzo 2009, e a luglio i deflussi di capitali sono ripresi, con i depositi cinesi in dollari calati di 41,1 miliardi, spinti proprio dai timori (poi confermati) sulla tenuta dello yuan e della crescita. Ma i tracolli delle ultime sedute non sono solo un problema per i listini cinesi. Se si guarda agli indicatori contenuti nella tabella a fianco che riporta i dati dell indice Msci All Country World, che include azioni large e mid cap delle orse di 23 Paesi sviluppati e di 23 Paesi emergenti, l esplosione della bolla ha fatto tornare coi piedi per terra il listino cinese che tratta ormai a sconto rispetto alla media dei mercati emergenti, tanto in termini di indice prezzo/utile atteso a 12 mesi (12 m forward p/e), che di rapporto tra prezzo e valore di libro (price/book value), mentre è più redditizio in termini di dividend yield. Così, secondo il ull and ear index di ofa Ml, l azionario torna in gioco, giudicato oggi buy con un valore di 1,4 rispetto all indicazione neutral, in area 5, del 3 giugno scorso. Puntare sulla ripresa dell Asia emergente, però, è una scommessa insidiosa, adatta solo a chi ha un profilo di rischio in grado di tollerare pesanti scivoloni. Una mossa di sicuro interesse nel lungo periodo, che va affrontata attraverso il risparmio gestito. Il fai da te può essere molto rischioso, specie quando l instabilità si unisce al rischio di cambio. Perché il cielo è alto, ma l imperatore lontano. nicola.borzi@ilsole24ore.com IL.Leideetornanodimoda Storia di copertina Fogliettone Fuori Collana Lo scrittore più grande che c è InanteprimasuIL,uncapitolodelnuovo romanzo di Jonathan Franzen: Purity, in uscita negli Usa a settembre, atteso in Italia nel febbraio Nel Paese del Vizietto NozzegayinAmerica,manondanoi.Diamo il ministero delle Pari opportunità a Renato Pozzetto, sdoganatore di omosessualità nella commedia all italiana. Confessioni di uno sneakerhead I siti specializzati, le Nike Huarache del 91 del colore giusto, le scarpe di Leron James. Storia di una magnifica ossessione. Ediuncultosemprepiùplanetario. ILèinedicola conilsole24ore Idee e LifestyledelSole24ORE

5 Il Sole 24 Ore 5 Mercati globali LA CRISI GRECA Cancellerie in allarme Le dimissioni di Tsipras fanno temere ricadute sull attuazione del programma Gli sviluppi politici Mandato esplorativo per un governo al leader di Nuova Democrazia, ma mancano i numeri L Eurogruppo: Atene rispetti i patti «Votare presto per non ritardare le riforme» - Nasce gruppo autonomo dei ribelli di Syriza Vittorio Da Rold pil giorno dopo l annuncio a sorpresa del premier greco di voler andare al voto anticipato, sale la febbre in Europa per l ennesima mossa di Alexis Tsipras che potrebbe portare nuova instabilità nel travagliato Paese mediterraneo. Il presidente dell Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha chiesto ad Atene di tenere le elezioni al più presto in modo da evitare ritardi nell implementazione delle riforme. «Spero che le elezioni si tengano più velocemente possibile in modo da evitare la perdita di tempo prezioso», ha detto ai giornalisti a L Aja. «Penso che l intenzione del premier Tsipras sia di ottenere un governo più stabile». «È cruciale che la Grecia rispetti gli impegni presi verso l Eurozona», ha poi aggiunto Dijsselbloem alla tv olandese Nos. «Ricordo - ha precisato - che c era ampio sostegno nel Parlamento greco per il nuovo programma e il pacchetto di riforme», quindi «spero che le elezioni porteranno a ulteriore sostegno». Dijsselbloem spera ma non è sicuro del risultato elettorale. Più preoccupata ed esplicita la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che, dal rasile dove è in visita ufficiale, ha auspicato che la Grecia rispetti gli impegni assunti malgrado il probabile ricorso alle urne. Lo ha reso noto il suo portavoce Steffen Seibert durante il briefing con la stampa. «Gli accordi raggiunti sono validi, anche con le elezioni», ha affermato. Tradotto: pacta servanda sunt. «Speriamo che le riforme concordate si realizzino entro l autunno. Nel caso fossero ritirate, questo significherebbe un blocco dei pagamenti successivi», ha dal canto suo dichiarato Il memorandum ai raggi X. Tra settembre e ottobre il Paese si è impegnato ad approvare diverse misure in vista della prima revisione dell intesa Tasse e pensioni, gli impegni improrogabili di Atene Michele Pignatelli un portavoce del ministero tedesco delle Finanze. Tornano prepotentemente a ruxelles e nelle cancellerie europee tutte le preoccupazioni sulla tenuta della Grecia appena messe nel cassetto dopo l approvazione del terzo piano da parte del Parlamento greco e il pagamento dei rimborsi dovuti alla ce. Un copione già visto più volte in passato con i precedenti governi Papandreou, Papademos e Samaras, tutti caduti sotto il peso delle politiche di austerità. Non caso anche Syriza ha DISSIDENTI ALL ATTACCO La neonata Unità Popolare (di cui non fa parte Varoufakis) dice no al memorandum L ex ministro Lafazanis: «Non c è l inferno fuori dall Eurozona» LE AZIONI PRIORITARIE Nel documento concordato con i creditori il governo si impegnava a varare in ottobre una manovra-bis per centrare i target di bilancio perso la sua ala sinistra, che si sta organizzando in un nuovo gruppo parlamentare (con 25, forse 29 deputati, terza forza del Parlamento attuale). Ad Atene ieri è nata Laiki Enotita, Unità Popolare, con un programma fotocopia della campagna elettorale di gennaio di Syriza, contro il Memorandum, disposta anche a tornare alla dracma pur di sbarazzarsene. Un movimento, secondo l ex ministro per l energia Panagiotis Lafazanis, che vuole dar voce al 61% di greci che il 5 luglio hanno detto no alle intese con i creditori. Lafazanis, che ieri ha tenuto una conferenza stampa, è stato esplicito: «Per sbarazzarci dei Memorandum, siamo pronti anche ad uscire dall euro in maniera controllata. Non c è l inferno fuori dall Eurozona», senza specificare però dove sia il Paradiso. «Noi raccoglieremo l energia della campagna per il no al referendum. Quel no è stato trasformato in sì dal governo, ma non rappresenta il popolo», ha incalzato. «Noi diventeremo una forza politica decisiva», ha continuato, segnalando l intenzione di ostacolare Alexis Tsipras. Unità Popolare potrebbe però non avere tra le sue fila due delle figure che sono state tra le più critiche verso Tsipras, ovvero l ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis (tentato di formare una sua formazione) e la presidente del Parlamento, Zoe Konstantopoulou, che non compaiono nella lista dei 25 ribelli apparsa sulla stampa greca. Intanto, non è chiaro se Lafazanis riceverà l incarico dal presidente della Repubblica per tentare (senza speranza) di formare un governo: il nuovo gruppo parlamentare è infatti ora il terzo nell aula del Parlamento e se fallirà (com è prevedibile) il tentativo in corso del leader di Nea Dimokratia Vangelis Meimarakis, l incarico potrebbe andare proprio all ex Piattaforma di sinistra di Syriza, che a questo punto ha più deputati di Alba Dorata (17 seggi), il movimento filo-nazista giunto terzo alle elezioni del 25 gennaio. Tsipras resta popolare nei sondaggi, ma anche a gennaio non riuscì a conquistare la maggioranza assoluta dei 150 seggi necessari, stringendo quindi un alleanza con i Greci Indipendenti di Panos Kammenos, formazione nazionalista. Unità Popolare, il cui peso elettorale è al momento incerto, potrebbe fargli sfumare la possibilità di agguantare la maggioranza assoluta. Uscita di scena momentanea. Il premier dimissionario e leader di Syriza, Alexis Tsipras I nuovi equilibri nel Parlamento greco Distribuzione dei seggi tra i partiti dopo la formazione del nuovo gruppo Unità popolare Kke Comunisti 15 Unità popolare 25 Syriza 124 pper capire la portata delle inquietudini dei leader europei e la posta in gioco della fase di incertezza politica aperta dalle dimissioni di Tsipras, occorre scorrere il memorandum di intesa per il terzo bailout siglato tra Atene e i creditori. Nel documento, poco meno di trenta pagine, sono indicate le prime misure a cui gli aiuti sono condizionati. E alcune di queste dovrebbero essere attuate entro ottobre, la scadenza fissata - finora senza una data precisa - per la prima revisione del memorandum. Sul fronte della politica fiscale e di bilancio, la Grecia si è impegnata per esempio a varare in ottobre una manovra bis per il 2015, una bozza del budget 2016 e la strategia fiscale di medio termine ( ) per rispettare gli impegni sul fronte dell avanzo primario presi con i creditori (deficit dello 0,25% quest anno, quindi surplus dello 0,5, 1,75 e 3,5% negli anni successivi). Documenti - si legge nel memorandum - che dovranno essere supportati da una serie di riforme strutturali. Tra queste, innanzi tutto una seconda tranche di misure in campo pensionistico, che implementino le riforme previdenziali del 2010 e del 2012 (soprattutto per ciò che concerne i fondi pensionistici)e compensino gli effetti di una sentenza che ha azzerato, giudicandoli incostituzionali, alcuni tagli alle pensioni previsti dall ultima riforma. Sul fronte delle tasse, Atene si è impegnata ad adottare già a settembre le leggi rimaste in sospeso per la lotta all evasione fiscale e alla frode, a ottobre ad attuare una revisione verso l alto delle aliquote contributive dei meno abbienti (dall 11 al 15% per i redditi sotto i 12mila euro, dal 33 al 35% per quelli superiori), nonché a eliminare una serie di privilegi per alcune categorie: gli agricoltori e gli armatori. Per quanto riguarda i primi, dovrebbe prima di tutto essere ristretto il criterio con cui se ne ottiene il riconoscimento (oggi, per godere degli ampi benefici fiscali, molti si fanno passare per agricoltori solo perché vivono in aree rurali); quindi dovrebbero essere eliminate le aliquote di Pasok 13 Potami 17 Nuova Democrazia 76 Anel Greci ind. 13 Alba Dorata 17 REUTERS favore sul reddito e le agevolazioni sul carburante. Quanto agli armatori, è previsto già a ottobre un aumento della tassa sul tonnellaggio; in programma anche l eliminazione di sistemi impositivi speciali per il settore marittimo. A ottobre il governo dovrebbe anche fissare gli importi dell Enfia, la famigerata tassa unificata (cioè non modulata sul reddito) sulla proprietà che Syriza avrebbe voluto abolire e sostituire È in agenda poi, per lo stesso mese, un altra delle azioni prioritarie di cui si è molto parlato durante i negoziati, ossia la riduzione permanente del tetto alle spese militari: di 100 milioni quest anno, di altri 400 nel Settembre è poi il mese entro cui la Grecia si era impegnato ad approvare la legislazione secondaria per rendere pienamente operativo il Consiglio di bilancio, organismo indipendente con il compito di orientare in senso virtuoso le azioni del governo in manteria di conti pubblici. Ed entro ottobre Atene aveva promesso - ancora sul fronte della lotta all evasione - un piano completo per promuovere e facilitare i pagamenti elettronici. Un menù dunque piuttosto ricco. Resta da vedere se un governo ad interim o appena insediato riuscirà a rispettare le scadenze. L ANALISI Vittorio Da Rold La via stretta di Tsipras e le scadenze d autunno Alexis Tsipras è un politico realista che vede il mondo per quello che è, non per quello che vorrebbe. Preso atto dei rapporti di forza in Europa (diciotto paesi dell eurozona contro uno, Atene) e che Syriza, la sua formazione politica, era profondamente spaccata sulla necessità delle politiche di austerità, ha deciso di forzare i tempi e un minuto dopo aver pagato il debito da 3,2 miliardi di euro alla ce si è dimesso. Una scelta giocata sul filo dell azzardo, ma che punta su alcuni punti di vantaggio e alcune incognite. Il blitz del premier ha eroso tempo prezioso a Unità Popolare, la formazione dei ribelli nata dalla scissione alla sua sinistra il cui peso elettorale è al momento ancora incerto. Se anche l ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, dovesse scendere in campo con una sua formazione personale, magari con legami internazionali europei tramite Dominique Strauss- Kahn, per Tsipras sarebbe gioco facile accusare i ribelli di frazionismo, malattia storica della sinistra che dopo appena sette mesi di governo si spacca al suo interno. Un altro elemento a favore di Tsipras è il fatto che l opposizione è allo sbando, senza una forte leadership dopo le dimissioni di Antonis Samaras da leader di Nea Dimokratia. Samaras si era opposto alle richieste della troika che gli chiedeva di tagliare le baby-pensioni e proprio su questo punto aveva perso le rate dei finanziamenti che si erano bloccati ad agosto del Atene ha vissuto quasi un anno, prima con Samaras e poi dal 25 gennaio con Tsipras, senza ricevere prestiti dai creditori, una sorta di assedio finanziario senza alcuna speranza di sopravvivenza se non l uscita dall euro. Tsipras alla fine del lungo braccio di ferro ha saputo rompere l assedio dei creditori e convincere il potente ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, all undicesima ora di aver capito la lezione e ha accettato il terzo piano di salvataggio e le pesanti e impopolari riforme annesse. Forse la scelta di Tsipras è solo tattica in attesa che cambi il quadro dei rapporti di forza in Europa, ma per ora l ex premier è l unica figura politica che gode di una vasta popolarità in Grecia. Ma la via di Tsipras è stretta. erlino si aspetta che «le riforme vengano realizzate entro l autunno» senza se e senza ma. Se ci fossero dei tentennamenti, dei bizantinismi scatterebbe la tagliola del blocco dei finanziamenti che porterebbe il Paese all asfissia finanziaria e all uscita dal club dell euro. Ma la maggioranza dei greci vuole restare nell Eurozona e recuperare quel ritardo che la separa dai Paesi più avanzati di Europa. Questa è la vera sfida per Tsipras, partito come politico radicale e chiamato dalle circostanze della crisi più grave del suo Paese dal dopoguerra a trasformarsi in politico pragmatico e realista. Dalla parte di Tsipras, se riuscirà a convincere la maggioranza dei greci della sua volontà di modernizzazione, si siederà l Fmi che vuole risolvere il tema della sostenibilità del debito greco. La prima revisione dell attuazione delle riforme sottoscritte da Atene con Ue e ce (l Fmi per ora resta alla finestra) è prevista per ottobre, e condizionati a un suo esito positivo sono sia l esborso della nuova sottotranche da tre miliardi di euro sia l apertura delle discussioni sul riscadenzamento del debito greco. Questa è la vera posta in gioco per Syriza.2 guidata dal nuovo Alexis Tsipras in veste di statista e non più di leader di una piccola formazione radicale di sinistra. LA PAROLA CHIAVE Memorandum of Understanding 7Un Memorandum of Understanding (MoU) è un documento legale che descrive unaccordo tra più parti. Nelle relazioni internazionali, uno dei vantaggi di un MoU rispetto ad un trattato è che esso può essere messo in atto in molte nazioni senza bisogno di ratifiche.un MoU è più facilmente modificabile eadattabile rispetto a un trattato che può richiedere un lungo processo di negoziato. Quello siglato tra la Grecia e i suoi creditori internazionali prima di Ferragosto è il terzo memorandum siglato per il salvataggio del Paese ellenico. Prevede una serie di condizionalità, monitorate a scadenza regolare, per l erogazione degli aiuti. LAFINANZAITALIANA? PREFERISCE LASILICONVALLEY ALLENOSTREIMPRESE ILMENSILEDIMANAGEMENTDELSOLE24ORE ConIlSole24OREa 6,90inpiù* *Offerta valida dal 9 luglio all 8 settembre in abbonamento su IN EDICOLA DAL9 LUGLIO

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7 Il Sole 24 Ore 7 Le vie della ripresa VERSO LA LEGGE DI STAILITÀ Il piano spending Gutgeld: siamo al lavoro per riportare efficienza in tutti i settori, sanità compresa Gli spazi utilizzati dallo Stato Uno dei gruppi di lavoro di Cottarelli ha stimato la consistenza in 79,2 milioni di metri quadri Tagli, dagli immobili 500 milioni Palazzo Chigi e Agenzia del demanio al lavoro - Nel mirino affitti, utenze e pulizie Marco Rogari ROMA palmeno 300 milioni di risparmi nel 2016, forse anche 500. Che però dovrebbero lievitare sensibilmente a partire dall anno successivo anche per effetto dell attuazione della riforma Pa che prevede la realizzazione di un Ufficio unico territoriale del Governo in cui inglobare varie strutture: dalle Ragionerie territoriali fino agli uffici periferici del lavoro. Il piano di razionalizzazione degli immobili pubblici sta assumendo una fisionomia sempre più definita sulla base degli input che arrivano da Palazzo Chigi, dal ministero dell Economia e in particolare dall Agenzia del demanio. Nel mirino ci sono soprattutto gli affitti, le utenze e le pulizie. Ogni anno lo Stato spende in locazioni passive per immobili destinati a uso uffici 1-1,2 miliardi. Ma la spesa effettivamente aggredibile non supera un terzo di quella di quella complessiva (3-400 milioni), anche perché alcune locazioni sono di fatto di lunga durata come ad esempio quelle collegate al Fip, il Fondo immobili pubblici nel quale lo Stato ha ceduto negli anni scorsi una parte delle strutture ad uso governativo. Per ridurre i costi con il piano spending, al quale sta lavorando il commissario Yoram Gutgeld insieme a Roberto Perotti, l idea di fondo è di concentrare in un unico edificio una serie diversificata di uffici. Un esempio emblematico in questo senso è quello in atto a Chieti dove una caserma Marzio artoloni pestendere e rafforzare il bonus mobili che scade il prossimo 31 dicembre eliminando o quanto meno alzando il tetto dei 10mila euro di spesa previsti oggi. La richiesta di prorogare ancora nella prossima legge di stabilità l'agevolazione una detrazione Irpef del 50% spalmata in 10 anni arriva dalle imprese che dopo anni di crisi rivedono finalmente la luce anche sul mercato interno.«abbiamo chiesto al premier Renzi di estendere e potenziare il bonus che sta aiutando tutta la filiera che sta risentendo tra l altro dell effetto della crisi con la Russia nell export», avverte Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo ieri al meeting di Cl a Rimini per presentare il polo formativo del legno arredo in rianza, una scuola dismessa è in via di trasformazione con l obiettivo di diventare un polo multifunzionale della Pa dove troveranno posto l arma dei Carabinieri, la sede territoriale della Ragioneria dello Stato, quella dei Monopoli, L Agenzia delle entrate e altri enti pubblici. Un progetto che dovrebbe essere replicato su scala nazionale facendo leva sulle misure della riforma Pa, approvata dal Parlamento prima della pausa ACCORPAMENTO UFFICI Anche per effetto della riforma Pa nel nuovo Ufficio territoriale unico saranno assorbite molte strutture periferiche dello Stato LA PAROLA CHIAVE Spending review 7È il termine inglese che indica la revisione della spesa pubblica. Un processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina pubblica nella gestione delle risorse economiche, attraverso l analisi e la valutazione sistematiche delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e attuazione, dei singoli atti all'interno dei programmi, dei risultati. Migliorando al tempo stesso la qualità dei servizi nata dall esigenza di fare incontrare sistema educativo e produttivo. Dal settore ricorda Snaidero arrivano infatti i primi segnali di ripresa grazie a una crescita significativa all estero (nel secondo semestre si prevede un +6,9% nei mercati extra Ue) ma anche ad un recupero del mercato interno. Tanto che secondo una recente indagine tra le associate il 37% delle aziende sarebbe pronta ad assumere entro fine anno. «Il estiva, che prevedono la nascita degli Uffici territoriali del Governo in cui assorbire le Prefetture e altre strutture territoriali. L attuazione di questo piano consentirebbe di ridurre sensibilmente oltre alle spese per gli affitti anche i costi legati alle utenze e ad altre voci accessorie come le pulizie. I margini per eliminare sprechi appaiono insomma ampi. Uno dei gruppi di lavoro attivati lo scorso anno dall allora commissario alla spending Carlo Cottarelli avevano stimato in 79,2 milioni di metri quadrati la consistenza complessiva dello spazio in immobili utilizzato dalle amministrazioni dello Stato per i loro fini istituzionali. Un area vastissima, il 20% della quale assorbita da locazioni passive e nel complesso occupata per circa 42,5 milioni di metri quadri da immobili utilizzati dal ministero della Difesa. Lo stesso Cottarelli, ora all Fmi, ha ribadito che «il costo della politica inteso come onere complessivo degli organi costituzionali e delle amministrazioni locali non supera i 5 miliardi sui circa 740 di spesa pubblica primaria (al netto degli interessi)». Un massa di spesa che è ora sotto la lente di Gutgeld. Che ieri ha tenuto a precisare che sulla sanità «quest anno c è stato solo il mancato aumento di fondi. Non parliamo di tagli». Quanto alle nuove misure da inserire nella manovra Gutgeld ha sottolineato: «Siamo al lavoro per riportare efficienza in tutti i settori. sanità compresa». Sconti fiscali. Il presidente Snaidero al meeting di Rimini: confermare l agevolazione che scade il 31 dicembre ed eliminare o alzare il tetto dei 10mila euro FederlegnoArredo: «Estendere il bonus mobili» L'ANNUNCIO DI MARTINA Il ministro per le Politiche agricole: in legge di stabilità l abolizione dell Irap che grava su 250mila imprese del settore dell agricoltura potenziamento del bonus sarebbe un segnale importante in questo senso», spiega il presidente di Federlegno. E sempre dal meeting di Rimini arriva la conferma di una svolta fiscale per il settore agricolo pronta a scattare il prossimo anno: in cantiere c'è infatti l abolizione dell Irap che grava su 250mila imprese agricole. Un assaggio di quello che poi il premier Renzi vorrebbe estendere dal 2017 a tutto il sistema produttivo. L arrivo della misura da inserire nella legge di stabilità è stata annunciata dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina anche lui ieri al meeting di Rimini. La cancellazione dell Irap, insieme alla già annunciata abolizione dell Imu agricola, potrebbe valere anche «oltre 500 milioni per il settore, anche se le stime ancora sono Affitti «passivi» nel mirino GLI SPAZI Le amministrazioni dello Stato utilizzano a fini istituzionali immobili per una consistenza lorda complessiva di 79,2 milioni di metri quadri. Di questi circa l 81% è di proprietà (64,3 mln di mq) mentre il 19% (14,9 mln) è in locazione passiva MQ IN LOCAZIONE 14,9 milioni LA SPESA Il patrimonio immobiliare pubblico La spesa dello Stato per le locazioni passive è di oltre 1,2 miliardi. Escluso il ministero della Difesa che da solo utilizza i due terzi delle superfici di proprietà (circa 42,6 mln di mq) le altre amministrazioni utilizzano per il 40% immobili di terzi COSTI PER LO STATO 1,2 miliardi Unità immobiliari della Pa per amministrazione proprietaria al 31 dicembre 2012 Amministrazione proprietaria Numero difficili», avverte Martina. Che garantisce la copertura con «risorse nazionali» allo studio con Palazzo Chigi: «Il 2016 è l anno di una svolta fiscale a tutto vantaggio della difesa del reddito degli agricoltori». L addio all Irap con un anno di anticipo rispetto agli settori rappresenterebbe una boccata d ossigeno soprattutto per le Pmi agricole. Nell anno di imposta 2012 i contribuenti sono stati in totale Di questi hanno versato importi fino a euro; poco più di cinquemila rientrano nello scaglione successivo, fino a euro, imprese hanno versato fino a euro. Tra le aziende di grandi dimensioni solo 84 imprese hanno versato tra gli e i euro, e 10 aziende fino a 2,5 milioni. L idea del governo è agevolare gli imprenditori agricoli che non hanno beneficiato molto dell abbattimento del costo del lavoro sui contratti a tempo indeterminato, visto che il settore utilizza per lo più contratti stagionali. Plaude all ipotesi di un taglio dell Irap il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: «Rappresenterebbe un segnale concreto di una inversione di tendenza a sostegno del lavoro e della competitività delle imprese che in molti settori, dal latte alla carne fino all ortofrutta, stanno ora affrontando difficili situazioni di mercato». Il governo sta anche lavorando alla rimodulazione dell Iva speciale sulle aziende agricole. «Si tratta - spiega Martina - di allineare il modello italiano a quello europeo. asta vedere come lavorano Francia, Spagna e Germania I TAGLI Il piano del Governo per tagliare la spesa sulle locazioni passive punta a un risparmio di 300 milioni nel 2016, forse anche 500. Cifra che dovrebbe aumentare dall anno successivo per effetto dell attuazione della riforma Pa RISPARMI POSSIILI 500 milioni Unità immobiliari Superficie (numero) (%) (mq) (%) Stato , ,4 Enti nazionali pubblici di previdenza ed assistenza , ,5 Amministrazioni locali , ,8 Altre amministrazioni , ,3 Totale amministrazioni pubbliche Nota: per ministeri e amministrazioni centrali si tiene conto degli immobili gestiti dall Agenzia del Demanio Fonte: Mes - Dipartimento del Tesoro sull Iva per capire che c'è la possibilità di aggiornare anche il modello italiano, adeguarlo agli standard europei e in questo modo costruire un operazione virtuosa per tutti, tanto per le grandi imprese agricole quanto per quelle piccole». Infine sull allarme caporalato Martina annuncia un vertice nazionale con il ministro Poletti il prossimo 27 agosto: «Inviteremo le organizzazioni sindacali, le associazioni delle imprese agricole, l ispettorato, l Inps e costruiremo immediatamente una riflessione condivisa per andare avanti». Dopo l iniziativa della Rete del lavoro agricolo di qualità un sistema per certificare le imprese che non ricorrono al caporalato si pensa ad altre misure, come task force territoriali, «soprattutto in alcune regioni conclude Martina - perché questa è un operazione che va assolutamente consolidata nelle prossime settimane». L ANALISI Isabella ufacchi Tp appetibile per gli stranieri, 70 miliardi in più fino a maggio Nei primi cinque mesi dell anno, come rilevato dalle statistiche più recenti della anca d Italia, la quota dei titoli di Stato detenuti dagli investitori esteri è aumentata di circa 70 miliardi. A maggio, lo stock posseduto dagli stranieri era pari a 740 miliardi contro i 672 del dicembre Cresciuta è anche l esposizione dei portafogli esteri sul totale dei titoli di Stato italiani in circolazione: a maggio risultava del 42% rispetto allo stock dei titoli a medio lungo termine e del miliardi e del 39,8% su miliardi totali (breve e lungo termine). Queste statistiche, tuttavia, si ridimensionano quando si sottraggono i titoli di Stato degli italiani con conti esteri (che possono arrivare a pesare attorno al 5% sullo stock) e quelli in mano alla ce (che sono scesi attorno ai 70 miliardi dai 100 miliardi acquistati con il Securities markets programme). Il tempo in cui gli stranieri detenevano oltre il 50% dei titoli di Stato italiani in circolazione, prima della Grande Crisi del debito, è però lontano: le banche centrali e le banche italiane sono subentrate per grosse quote. Il ritorno degli investitori esteri sui Tp resta comunque uno dei grandi trend che hanno caratterizzato il mercato dei titoli di Stato italiani fino a maggio, mese con dati ankitalia disponibili. Stando a fonti bene informate, sarebbero stati soprattutto gli investitori americani a voler rientrare sull Italia(meno gli asiatici), invogliati da un Italia che esce dalla recessione ma soprattutto dall avvio del PSPP, il programma di acquisti della ce. L Eurosistema rastrellerà Il debito italiano in mani estere almeno a 150 miliardi di titoli di Stato italiani con vita residua tra 2 e 30 anni in 19 mesi fino al settembre Le turbolenze, forti, di questi giorni potrebbero aprire una finestra per gli investitori esteri, per i quali potrebbe essere arrivato il momento di vendere, in molti casi incassando un profitto. Un compratore fisso, indipendentemente dagli umori del risk off-risk on, c è sempre, è la ce, con acquisti mensili sui bond italiani nell ordine dei 7-8 miliardi. Eppure, tutta questa gran fretta di chiudere sull Italia posizioni importanti e di rinunciare al rendimento con premio pagato dai Tp oltre i tassi core non si è ancora palesemente manifestata. Nonostante i timori di una crescita del Pil mondiale inferiore al previsto, la violenta correzione dei listini azionari, e STRATEGIE DI INVESTIMENTO In prospettiva conta un inflazione che non aumenta e il possibile rinvio di politiche monetarie restrittive il crescente rischio politico in Europa, il Tp decennale tiene. Non è una questione di contagio, questa volta: anzi, il salvataggio, sia pur in extremis, della Grecia ha rafforzato agli occhi dei mercati la capacità dell eurozona di risolvere i problemi posti da Stati membri con alto debito pubblico e crescita inesistente. Per valutare la convenienza del mantenimento di un investimento in Tp, il calcolo non è emotivo ma freddo, legato alle prospettive di un inflazione che non aumenta e che impone alle banche centrali - per prima la Federal Reserve - il rinvio di una politica monetaria restrittivea Scatti all insù del tasso inflazionistico nelle principali economie mondiali non se ne vedono all orizzonte e questo può essere un motivo in più per rinviare la vendita dei isabella.bufacchi@ilsole24ore.com Il valore dei titoli di stato detenuto da non residenti. In milioni di euro Dicembre 2014 Gennaio 2015 Febbraio 2015 Marzo 2015 Aprile 2015 Maggio 2015 Fonte: anca d Italia

8 8 Il Sole 24 Ore Roma Capitale GLI AFFARI DEI CASAMONICA Parcheggi, mense e supermercati Nel 2010 il sequestro di società riconducibili a otto soggetti legati alla famiglia Il rapporto sulle mafie nel Lazio «Gruppo criminale enorme composto da diverse famiglie connesse sui rapporti tra capostipiti» I rapporti della famiglia con clan e cosche Mille affiliati alla rete dei Casamonica con giro di affari di 40 milioni - Le mire (fallite) sul porto di Gioia Tauro di Roberto Galullo u Continua da pagina 1 Le società sequestrate si occupavano di parcheggi, mense e supermercati, mentre alcune cooperative avrebbero dovuto mettersi in affari per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Questa parte potrebbe definirsi routinaria i membri dei Casamonica, tra grida, pianti, schiamazzi e insulti frequentano da decenni aule giudiziarie e carceri e sono abituati a sequestri, confische e restituzioni di beni ma in coda a quel comunicato stampa si legge ciò che routinario non è: la forza economica criminale di questa famiglia allargata. «Un vero e proprio salto di qualità quello che la famiglia Casamonica ha intrapreso si legge infatti nel testo allacciando relazioni con le principali cosche della 'ndrangheta calabrese e della camorra campana, con un giro d affari di circa 40 milioni all anno». Ecco dunque la potenza di fuoco economica e finanziaria (l usura, non a caso, è stata la miccia che ha alimentato e tenuto vivo nei decenni il fuoco degli affari) di una famiglia che può contare su un gran numero di addetti ai lavori. Non solo manovalanza da strada ma come in ogni evoluto sistema criminale che solo mafia non è una sfilza di professionisti pronti all uso, senza dimenticare gli stretti contatti con la politica non solo capitolina. Proprio sull esercito a disposizione di questa famiglia è intervenuto il presidente del Tribunale per le Misure di prevenzione di Roma, Guglielmo Muntoni. Il 3 dicembre 2014, ai curatori del Rapporto di Libera Informazione Le mafie nel Lazio, dichiarerà: «Si tratta di un fenomeno criminale complesso perché si tratta di un gruppo enorme composto da diverse famiglie: Casamonica, Di Silvio, Di Gugliemo, Di Rocco, Spada, Spinelli. Si tratta di famiglie tutte strettamente connesse sulla base di rapporti fra capostipiti che si sono sposati con appartenenti alle varie famiglie. Si tratta almeno di un migliaio di persone operanti illegalmente a Roma». Roma, Lazio e Campania sono poli di attrazione irresistibili per questa famiglia che fa dei quartieri capitolini Tor ella Monaca, Appio-Tuscolano, Cinecittà, Anagnina, Romanina, Quadraro il proprio punto di forza. Da qui però ha esteso investimenti e affari anche ai NDRANGHETA Rapporti consolidati con le cosche Alvaro e Piromalli: alleati anche nel tentativo di penetrare nel porto calabrese. Condanne della Cassazione nel 2014 Castelli e sul litorale laziale (Grottaferrata, Albano e Ostia), oltre che nelle province di Latina, Frosinone, Napoli e Caserta dove i contatti con la camorra vanno e vengono, come del resto quelli che nel corso degli anni ha intrecciato con i ras (prima) e i reduci (poi) della anda della Magliana. L attrazione fatale dei Casamonica è però la ndrangheta. Sono diverse le testimonianze dei rapporti con le cosche Molè e Piromalli, quest ultimo, economicamente, tra le più potenti d Italia. Nel 2006 l operazione Cent anni di storia della Procura di Reggio Calabria evidenziò le mire (non andate a buon fine) della famiglia Casamonica sul porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria). «Dopo quasi due anni di trattative e contatti si legge da pagina 866 del fermo di indiziati di delitto e sequestro preventivo d'urgenza la cooperativa All Services è saldamente entrata nella disponibilità della cordata romana facente capo all imprenditore Pietro D'Ardes, il quale, legato al clan dei Casamonica di Roma, è riuscito a penetrare nell area portuale di Gioia Tauro, avvalendosi del patto contratto con la potente famiglia mafiosa degli Alvaro e grazie al via libera concesso dai Piromalli. La strategia utilizzata da tale gruppo per inserirsi all interno del porto di Gioia Tauro è stata oggetto di accurata programmazione ed ha quindi trovato esecuzione in diverse fasi. La cooperativa gioiese, l unica, tra l altro, che opera in diretta concorrenza con il colosso Mct nel settore del trasbordo dei containers, offrendo anche, in esclusiva, servizi di movimentazione di numerose merci, negli anni passati godeva buona salute economica, con utili di un certo rilievo. Gli interventi e le interferenze da parte del D Ardes e dei suoi soci hanno dapprima comportato l azzeramento societario di una cooperativa in espansione, garantendone successivamente l acquisizione a un prezzo ben al di sotto del suo effettivo valore». Il 10 aprile 2014 la Cassazione ha reso definitive le condanne dell operazione, tra cui quella a 11 anni di D'Ardes che, intercettato il 20 marzo 2007, delineando relazioni, contatti e agganci, dirà a proposito del porto: «io ho mosso gente ad alto livello...anche politico...eh...che ottengono...poiché sono legati a un discorso massonico importante... capito?». Guardie o ladri robertogalullo.blog.ilsole24ore.com Il sistema delle «famiglie» a Roma LA SPARTIZIONE DEL TRAFFICO DI DROGA PRIMAVALLE Famiglia Domizi Famiglia Mazza Lago di racciano DONNA OLIMPIA MONTEVERDE Gruppo Proietti-Galletti QUADRARO Gruppo Senese Clan Casamonica OSTIA Clan Fasciani Famiglia Spada Fonte: Osservatorio Libera informazione 2015 I CLAN ATTIVI IN CITTÀ NDRANGHETA Clan Gallace, clan Molè, clan Pelle, clan Nirta, clan Pizzata, clan Serpa, clan del Locale di Sibari, clan Morabito-ruzzaniti-Palamara, clan Mollica, clan Alvaro, clan Mancuso, clan Longo-Versace, clan Gligora, clan arbaro, clan Perna-Pranno, clan Piromalli, clan Mammoliti, clan Carelli- Tripodoro, clan del Locale di Marina di Gioiosa Ionica, clan Commisso, clan Franze, clan Marando, clan Gallico, clan Parrello, clan Crea QUARTIERE AFRICANO Clan Pelle-Pizzata Clan Mazzagatti CINECITTÀ Clan Pelle-Pizzata COSA NOSTRA Famiglia dei arcellonesi, famiglia dei Caruana-Cuntrera-Vella-Corleonesi, famiglia Santapaola, famiglia Cammarata, famiglia Madonia, famiglia di Porta Nuova, famiglia Priviteri, famiglia di San Lorenzo, famiglia Rinzivillo, famiglia Rimi-adalamenti, famiglia Ribisi (Calafata- Farruggio), famiglia Cannizzaro CAMORRA Clan Schiavone, clan Senese, clan Stolder, ex clan Alfieri, clan Moccia, clan Cozzolino, clan Zaza, SAN ASILIO Gruppo Papillo Gruppo Cimmino Gruppo Cataldi Clan Gallace CASILINO Clan Pelle-Pizzata Clan Gallace-Romagnoli ROMANINA Clan Casamonica TORREMAURA Gallace-Romagnoli TOR ELLA MONACA Gruppo Senese Clan Casamonica Clan Moccia Clan Gallace Famiglia Damiani-Fabietti Gruppo Monterisi Clan Aye (mafia nigeriana) clan Mazzarella, clan Contini, clan Fabbrocino, clan Anastasio, clan Veneruso, clan dei casalesi ALTRE FORMAZIONI CRIMINALI SICILIANE famiglia dei Cursoti SACRA CORONA UNITA Clan Tornese ALTRE ORGANIZZAZIONI Mafia Capitale, clan Fasciani, clan Casamonica, clan Spada, ex anda della Magliana, clan Aye, clan Eye L ANALISI Roberto Galullo Ostentazione muscolare, messaggio controcorrente Un ostentazione può contenere più di un messaggio. Soprattutto quando proviene da chi è grande ma vuole diventare adulto scegliendo di andare controcorrente. È quanto è successo nel corso dei faraonici funerali di Vittorio Casamonica nella Chiesa di San Giovanni osco, durante i quali l apparenza ha prevalso sulla sostanza e ha sconfessato, con una comunicazione tanto potente quanto kitsch, le scelte di inabissamento, dissimulazione e camaleontismo scelte da tempo dalla criminalità (organizzata o meno). Non è un caso che una familiare (le donne svolgono un ruolo fondamentale in questo gruppo di origine nomade abruzzese) ieri si è affrettata a dire che il prossimo funerale sarà ancora più sfarzoso. Un messaggio dopo l altro, dunque, per una famiglia che sembra far di tutto per entrare nel gotha della criminalità ma viene spesso lasciata nell anticamera e utilizzata come partner affidabile per gli affari a partire dal traffico di droga che la collegano a camorra e ndrangheta. L esibizione verrebbe da dire l esibizionismo di carrozze, cavalli e petali di rosa sparsi dal cielo rimandano alla mente quanto accaduto il 31 dicembre 2013 a Montreal, quando la bara d oro del presunto boss italocanadese Vito Rizzuto venne trasportata nella chiesa Notre- Dame-de-la-Défense, nella Little Italy di Montreal, alla presenza dei figli Leonardo e ettina. Stessa chiesa in cui si erano tenuti i funerali di suo figlio Nick e di suo padre Nicola, entrambi uccisi. Nove limousine lo aspettarono in strada, insieme a fotografi, poliziotti e gente che omaggiava il boss. Il prete che officiò la cerimonia disse al Toronto Star: «È stato un funerale semplice. La gente ha mostrato sorprendente calma e serietà». Il 28 dicembre 2009 Nick Rizzuto, figlio di Vito, venne ucciso nel centro di Montreal da un killer che lo freddò davanti a diversi testimoni. Anche lui venne sepolto in una bara d oro. La famiglia Casamonica agevolata nel difendere le scelte fatte, attraverso il ricorso alle tradizioni rom che prevedono cavalli, carrozze e sfarzo ha dunque deciso di andare controcorrente e le note del Padrino che hanno accompagnato il feretro sembrano suggellare la decisione di ostentare anziché nascondere la propria forza. Un esibizione sguaiata che stride con la vita dei propri affiliati che «dichiarano in forma costante, quasi indefettibile, un reddito inferiore alla soglia di povertà, ma vivono in ambienti protetti da recinzioni, videocamere, vigilanza armata» (si legga la sentenza 13000/10 del 26 gennaio 2013 del Gup del Tribunale di Roma Simonetta D'Alessandro). Il secondo messaggio che proviene da quell esibizione muscolare sembra rivolto contemporaneamente alla città di Roma e alla politica. Alla Capitale manda a dire che la forza della famiglia è intatta, come del resto si legge in diversi provvedimenti giudiziari nei quali si può prendere visione del perfetto sistema di sentinelle con le quali la famiglia Casamonica controlla i propri territori. Alla politica manda a dire che quella forza muscolare può tornare utile se le indagini dovessero puntare, nei loro confronti, più in alto. Per il momento l indagine Mondo di mezzo della Procura di Roma si limita a citare il loro regno ma non è difficile immaginare che di cose da raccontare sui legami con la politica e non solo, i Casamonica ne avrebbero molte.

9 Il Sole 24 Ore 9 Roma Capitale L ADDIO AL CAPO DEI CASAMONICA Il sindaco Marino: la mafia a Roma c è, ora siamo meno soli Il vice Sabella: presenza negata fino a poco tempo fa La chiesa Il parroco: lo rifarei, sono un prete non un poliziotto I salesiani: nessun motivo per negare la cerimonia Funerale show, caccia ai colpevoli Gabrielli: errori, non connivenze - Opposizioni all attacco: «Alfano riferisca in Parlamento, sciogliere il comune» Riccardo Ferrazza ROMA ppromette di trascinarsi a lungo e con toni sempre più aspri la polemica politica-istituzionale intorno ai funerali di zio Vittorio, il capo della famiglia sinti dei Casamonica salutato giovedì a Roma nella chiesa di San Giovanni osco con esequie sfarzose. Un addio da padrino per le strade della capitale (una banda musicale ha effettivamente suonato il motivo composto da Nino Rota per il film di Francis Ford Coppola) che ha scosso la città, ha indignato i romani (moltissime le proteste raccolte nel quartiere mentre su Twitter si sono registrati oltre 31mila messaggi in 24 ore) e ha scatenato la caccia alle responsabilità. Con le opposizioni che chiedono al ministro dell Interno, Angelino Alfano, di riferire in Parlamento IL PREMIER E IL PD Renzi per ora resta in silenzio. Orfini: il 3 settembre manifesteremo in quella piazza. Salvini: l 8xmille del boss fa gola alla Chiesa LA RICOSTRUZIONE Il prefetto chiede chiarimenti a questura, carabinieri e vigili Il permesso dei giudici al figlio del boss (ai domiciliari) per assistere alla cerimonia e che tornano alla carica contro il sindaco Ignazio Marino invocando lo scioglimento della sua giunta, già traballante dopo la deflagrazione dell inchiesta Mafia Capitale. Il premier Matteo Renzi per ora tace: l appuntamento resta il 27 agosto quando in Consiglio dei ministri sarà affrontato il dossier su Roma (si veda il pezzo in basso). La ricerca del colpevole per i funerali di prima classe al capoclan è per ora un rebus. «È accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere. E invece è accaduta» riconosce il prefetto di Roma Franco Gabrielli che con una serie di lettere ha chiesto chiarimenti a Questura, carabinieri e vigili urbani. Una volta raccolti tutti gli elementi invierà una relazione al Viminale. Roma «non è connivente» ha aggiunto il prefetto che ieri ha fornito una prima analisi: «Il periodo ferragostano ha generato un allentamento delle difese immunitarie anche in campo sociale» e, «ed è una nostra mancanza, l apparato di sicurezza non ha saputo cogliere i giusti segnali di quel che sarebbe successo». I vigili urbani hanno voluto intanto chiarire che di fronte a un corteo funebre costituito «da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto» sono intervenuti solo per garantire la sicurezza del traffico. Ieri poi il sito del Corriere della sera ha rivelato che i Carabinieri di Ciampino (comune alla porte di Roma) avevano avuto notizia dei funerali: la Corte di appello di Roma aveva infatti notificato il permesso per il figlio di Vittorio, Antonio, a lasciare i domiciliari per assistere ai funerali del padre. Ma per il sindaco Marino il funerale in stile hollywoodiano - elicottero da cui cadevano petali di rosa (licenza sospesa al pilota) e carrozza trainata da sei cavalli che ha bloccato il traffico (si è saputo ieri che il mezzo utilizzato è lo stesso che accompagnò nel 1967 il feretro di Totò) - ha avuto una sua involontaria utilità perché «sono passati i tempi in cui, nell agosto 2013 il prefetto di Roma (Giuseppe Pecoraro, ndr), nel corso di un comitato per l ordine pubblico e la sicurezza negava che a Roma ci fossero fenomeni mafiosi ma solo fatti e comportamenti riconducibili alla criminalità organizzata». E in un tweet riassume: «Mafia a Roma: ora meno soli in questa battaglia». La bufera non risparmia chi ha celebrato le sfarzose esequie per il boss che sarà tumulato al Verano. Scrive il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook: «Per qualche vescovo il nemico è la Lega. Perché? Forse l 8 per mille di un boss fa più gola». Ma il parroco don Giancarlo Manieri respinge tutte le accuse («Lo rifarei», «ho fatto il mio dovere», «sono un sacerdote non un poliziotto») e sul suo blog fa sapere che l offerta dei parenti è stata di appena 50 euro. Posizione confermata dai Salesiani, congregazione alla quale fa riferimento la parrocchia romana: «Non esistevano ragioni ecclesiastiche per rifiutare la richiesta del rito funebre con la partecipazione, libera e pubblica, di familiari, amici e conoscenti». Lo scontro politico sale di giri. Se Matteo Orfini prova a rilanciare con una manifestazione del Pd cittadino il 3 settembre nella piazza del misfatto il M5S è scatenato: «isogna andare a votare per il Comune di Roma il prima possibile. Se Marino non vuole dimettersi, da ieri c è una ragione in più per sciogliere il Campidoglio per mafia» scrive Luigi Di Maio. Fi punge sul capitolo sicurezza: «Qualcuno - si chiede Maurizio Gasparri - difende ancora il comune di Roma, umiliato e sbeffeggiato anche da questo ignobile rito del clan Casamonica, con tanto di elicottero sfuggito ad ogni controllo? E se fosse stato di terroristi?». Sui muri della basilica. Uno dei manifesti per il funerale di Vittorio Casamonica La decisione dell Enac. Aggirato il divieto di sorvolo a bassa quota - L Ente ha avviato una verifica Sospeso il pilota dell elicottero, buco nel sistema autorizzativo Nicoletta Cottone ROMA psospensione della licenza per il pilota dell elicottero che ha sparso petali di rose rosse al funerale hollywoodiano di Vittorio Casamonica. Lo ha stabilito l Enac, l Ente nazionale per l aviazione civile, sottolineando che l apparecchio privato, partito da Terzigno (Napoli),con destinazione elisuperficie Romanina, non aveva alcuna autorizzazione al volo o al sorvolo della città di Roma. Da una prima ricostruzione dell Enac è emerso che il velivolo privato in arrivo su Roma aveva chiesto al Servizio informazioni di volo aeroportuale (Afis) l autorizzazione all attraversamento dello spazio aereo controllato, «effettuando successivamente una deviazione su Roma a quota inferiore alla minima» che, sulla città, non può essere meno di mille piedi, pari a circa 330 metri. «Il pilota ha spiegato Fabio Nicolai, direttore centrale delle attività aeronautiche dell Enac ha commesso una serie di infrazioni, a partire dal fatto che non aveva l autorizzazione al volo o al sorvolo di Roma e che si è abbassato troppo. La Capitale, poi, si può sorvolare solo con elicotteri bimotori e non con un monomotore: se avesse avuto un avaria a quella quota si sarebbe schiantato sulle case. Inoltre, senza una specifica autorizzazione allo spargimento sostanza, come quella che hanno i Canadair o gli elicotteri che effettuano operazioni antincendio, non si possono gettare oggetti dai mezzi aerei». Politici di più partiti hanno osservato che quell elicottero poteva essere pilotato da terroristi e invece di petali di rosa avrebbe potuto sganciare bombe. E se a bordo ci fosse stato un terrorista? LAPRESSE «L allarme si aziona istantaneamente nel momento in cui il traffico non è identificato - ha spiegato il colonnello Urbano Floreni, ufficio comunicazione dell Aeronautica militare - e scatta il Sistema di difesa aerea integrata della Nato. A quel punto si alzano in volo due velivoli intercettori dell Aeronautica militare italiana per le verifiche. Se il traffico civile è precedentemente identificato chi deve controllarlo segnala che sta facendo qualcosa che non va». Ma non tutti i traffici sono seguiti da radar. Al funerale show, nonostante l elicottero abbia violato più regole, nessun allarme è scattato nonostante il velivolo volasse a quota molto bassa sull abitato. «Il pilota dell elicottero, partito da Terzigno (Na) con destinazione l elisuperficie Romanina - ha dichiarato l Enav, ente di controllo del traffico aereo civile in Italia - ha comunicato che il volo sarebbe LA FAMIGLIA Il nipote: chiediamo scusa solo al Papa, non siamo mafiosi p«noi possiamo chiedere scusa al Papa e al Vaticano forse solo per aver messo una canzone che magari non andava bene»: così uno dei suoi nipoti risponde alle critiche sulle esequie di Vittorio Casamonica eseguite in pompa magna l altro ieri nella basilica romana di San Giovanni osco. Per il resto i parenti difendono il funerale e respingono le accuse: «Noi Casamonica abbiamo sempre fatto le feste alla grande, da quando siamo qui a Roma. Signor Alfano non siamo mafiosi, non siamo persone cattive». Sulla musica del Padrino sostengono che «piaceva tanto a Vittorio...». E per i cartelli con la scritta Re di Roma, «nel gergo nostro, nella nostra cultura significa che per noi è un re, il nostro re di Roma. Non era un boss, era conosciutissimo perché lui comprava e vendeva auto». terminato sull elisuperficie senza spingersi più a nord, oltre il Gra. Pertanto il pilota ha effettuato una deviazione non prevista né comunicata». L Enac ha avviato una verifica sull accaduto. La Questura di Roma nella serata di ieri ha reso noto che l elicottero autore del lancio di petali durante il funerale di Vittorio Casamonica risulta essere un Robinson R-22, monomotore. E visto che ha violato le normative che regolano i sorvoli nelle città dei monomotori e le prescrizioni di sicurezza riguardanti le quote la Questura «sta valutando eventuali ulteriori responsabilità del pilota, al quale l Enac ha sospeso la licenza». Dopo lo sfarzoso funerale dovrà essere fatta chiarezza su come sia potuto andare in scena lo show, con tanto di carrozza (la stessa utilizzata per il funerale di Totò), elicottero che distribuiva petali, la colonna sonora del film Il padrino e ben 250 auto al seguito: senza mezze misure il prefetto di Roma Franco Gabrielli ammette le «mancanze», anche «dell apparato di sicurezza». L ANALISI Paolo Pombeni Sfida allo Stato di diritto, Roma non chiuda gli occhi Qu Continua da pagina 1 uel che è accaduto infatti non è che si è assistito al funerale sfarzoso di un uomo in odore di mafia. Già questo non sarebbe una bella cosa, ma in fondo si può anche capire che appunto ci sono anche personaggi del genere e che non è possibile impedire che svolgano le cerimonie anche con quel tanto di sfarzo e di cattivo gusto che può caratterizzarli. Ciò che invece non è accettabile è che in una città italiana, anzi nella stessa capitale dello Stato, avvenga che si esibisca il potere mafioso in quanto tale, perché è esattamente questo ciò che è avvenuto. Stupiscono naturalmente le giustificazioni di prefetto e questore secondo le quali le autorità erano all oscuro di quanto stava per accadere. Uno si chiede se le forze dell ordine non dispongano, non diremo di intelligence, ma più banalmente di quella che una volta era la rete degli informatori. Difficile infatti immaginare che una esibizione del tipo di quella che si è vista per questi funerali possa essere stata preparata come una improvvisata. Anche le parole del parroco della chiesa che ha fatto da teatro (è il caso di dirlo) all esibizione non lasciano tranquilli. Sarà anche vero che gli striscioni sono stati appesi fuori della chiesa, ma pur sempre, a stare alle cronache, sui muri della chiesa, e dunque è un po difficile credere che ciò sia potuto avvenire in pochi minuti a fine cerimonia all insaputa di tutti. Il fatto poi gravissimo è che si è trattato di una sfida aperta allo Stato di diritto. Detta come va detta. Il senso dell esibizione era: voi mi avete accusato a lungo di essere un padrino senza riuscire a condannarmi per questo? Ebbene noi rivendichiamo questa qualifica e ve la sbattiamo in faccia, sottolineando che noi siamo i nuovi re di Roma, che questo non è un peccato, perché invece ci porterà dritti in paradiso. Si può far finta di nulla davanti a questa rivendicazione, che è, inutile negarlo, uno sfoggio di potenza alternativa (e anche uno spregio di quanto il papa ha detto sui mafiosi che si credono cristiani)? Crediamo proprio di no. Non solo perché si tratta nella sostanza della apologia di un reato, ma più perché è un atto di sfida al potere costituito, come del resto è nelle tradizioni di tutte le mafie, che comandano non solo perché dispongono della violenza, ma perché riescono a legittimarsi come una forma di potere alternativo che lo Stato deve quanto meno sopportare anche quando viene messo in palesi condizioni di inferiorità. La domanda che sorge dunque da quanto è finito sui giornali di mezzo mondo è duplice. La prima è se uno Stato come il nostro, che ha tanti problemi di mantenimento del credito internazionale, può pensare di archiviare quanto è accaduto come una fastidiosa, ma non particolarmente preoccupante manifestazione di folklorismo criminale. Tanto per non andare lontani, come si potrà credere che abbiamo credibilità nel governo dell'emergenza immigrazione, se diamo l'immagine di non essere capaci neppure di far capire alle mafie che quantomeno debbono continuare ad operare nell'ombra evitando le esibizioni di bullismo pubblico? La seconda domanda è come si sia potuti arrivare a consentire questo sviluppo abnorme di un fenomeno che inizialmente era limitato storicamente alla Sicilia e in qualche altra forma ad alcune zone del Mezzogiorno. La capitale di un Paese, che fra l'altro include nel suo territorio anche la sede del vertice della Chiesa cattolica, non è una qualunque porzione del territorio nazionale. Non che ovviamente tutti non siano egualmente importanti a livello delle garanzie per la sicurezza e la legalità a cui hanno diritto, ma è innegabile che Roma abbia un contenuto simbolico che non deve mai essere sottovalutato. Qui il problema è che non basta buttare lì il mai più episodi del genere, bisogna mettersi d'impegno per estirpare la mala pianta, o quantomeno per ridurla significativamente. Ci vuole un lavoro costante, coordinato e approfondito di tutte le istituzioni, perché se all'estero ha fatto scalpore l'esibizione di potenza di chi si è fatto suonare la colonna sonora del Padrino come marcia funebre, ne faccia almeno altrettanta la reazione a tutto ciò dello stato e della società civile. Mafia Capitale. Pronto il documento che il ministro dell Interno porterà in Consiglio dei ministri il 27 agosto e terrà conto anche dei fatti di giovedì Dalla «relazione Alfano» no allo scioglimento Ma il sindaco rischia di finire sotto tutela di Marco Ludovico u Continua da pagina 1 Ma la relazione di Alfano al momento ha una doppia intensità : un intervento capillare del Viminale sul sindaco di Roma, Ignazio Marino, attraverso il prefetto di Roma, Franco Gabrielli; in alternativa, misure più blande, in sostanza lo scioglimento del X Municipio (Ostia), l'avvicendamento dei dipendenti comunali infiltrati dalla criminalità organizzata e «ogni opportuno intervento sollecitatorio» dello stesso prefetto su Marino. Oggi, dopo il caso dei funerali in pompa magna del boss Vittorio Casamonica, è un documento di valore politico ancora maggiore, messo a punto dai tecnici ministeriali e già sottoposto al ministro dell'interno all'inizio di agosto. Lo scioglimento del Campidoglio è escluso, anche dopo i fatti di cronaca di giovedì: nonostante gli attacchi dell'opposizione e le polemiche in corso, l'episodio del funerale riguarda soprattutto le falle nel sistema della pubblica sicurezza e il controllo del territorio. Il grado di inquinamento mafioso della capitale, però, resta al centro del dibattito politico. L'ambivalenza delle misure previste da Alfano è dettata dall'esito della scelta finale, di natura politica l'atto formale è un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi MARCATURA STRETTA Nell ipotesi più severa Marino e il prefetto devono pianificare insieme «gli interventi di risanamento dei settori risultati più compromessi» che spetta all'esecutivo. L'opzione più severa può apparire una sorta di commissariamento di Marino e lascia Renzi molto perplesso, come ha spiegato in un incontro con Alfano prima dell'ultimo Consiglio dei ministri precedente alla pausa estiva. In questa formula congegnata dal Viminale il prefetto di Roma è incaricato da Alfano di pianificare con il sindaco «gli interventi di risanamento dei settori risultati più compromessi dagli accertamenti ispettivi» della commissione di accesso agli atti guidata dal prefetto Marilisa Magno. Oltre allo scioglimento di Ostia, l'interno indica otto punti cruciali per l'azione di controllo di Gabrielli: gli atti di indirizzo e controllo del Comune nei settori più critici (verde pubblico e ambiente, campi nomadi, immigrazione, emergenza abitativa); i regolamenti sull'affidamento lavori, servizi e forniture; la revoca in autotutela delle commesse assegnate senza gara; un albo per i lavori e i servizi in economia; il monitoraggio sulla centrale unica degli acquisti; l'avvio dell'annullamento delle decisioni dirigenziali contestate; l'integrazione dei controlli interni; e, infine, un procedimento di verifica e revisione dei contratti, compresi quelli con l'ama. L'azione del prefetto, in sostanza, non riguarda soltanto i tre dipartimenti oggetto dell'accesso agli atti ma, di fatto, le linee portanti della macchina comunale della capitale. Questa versione è quella più in linea con la tesi della commissione Magno: «I gravi fenomeni di condizionamento della vita politico-istituzionale dell'ente hanno indebolito i presidi di legalità di Roma». Un commissariamento di fatto per Marino o quantomeno l'esercizio di un potere straordinario di controllo e garanzia dell'esecutivo, affidato al prefetto Gabrielli, sull'amministrazione comunale di Roma. Gabrielli, del resto, dovrebbe avere più poteri per il Giubileo in arrivo. Alfano al Consiglio dei ministri del 27 agosto potrebbe riferire anche sulla vicenda dei Casamonica, su cui ha chiesto una relazione proprio al prefetto. La riunione di governo, dunque, può finire dentro il tunnel di una valutazione che rischia di essere meno drastica di quanto meriterebbe, visto il quadro dell'infiltrazione mafiosa emerso dalle indagini penali e amministrative e confermato a maggior ragione dall'arroganza clamorosa dei funerali del boss al quartiere Tuscolano; oppure molto pesante nei confronti di Marino, viste anche le misure in arrivo del pacchetto Roma e i nuovi poteri a Gabrielli. E serve a poco definire che gli interventi del prefetto di Roma vanno pianificati con il sindaco della capitale «nel quadro della leale collaborazione istituzionale tra Stato ed enti locali» come dice il gergo burocratico: lo snodo della decisione di Alfano e del Consiglio dei ministri sta tutto nell'intensità dell'intervento dello Stato sull'amministrazione romana alla luce di tutti gli accertamenti emersi. Nell'ipotesi meno severa, Alfano «richiama l'attenzione del prefetto» per svolgere ogni intervento su atti e procedure che lo stesso prefetto ha proposto di annullare e revocare. È possibile, dopo il clamore di questi giorni, che a questo punto si debba cercare una terza via, né troppo dura con Marino né troppo morbida con lo stato di illegalità fin troppo evidente riscontrato. Non vanno trascurate poi le motivazioni alla base della scelta di rinunciare alla proposta di scioglimento degli organi consiliari del Campidoglio. Quando furono note le prime evidenze dell'inchiesta giudiziaria guidata da Giuseppe Pignatone e condotta dall'anticrimine Lazio del Ros dei carabinieri, gli addetti ai lavori osservarono che «in qualunque altro comune in quelle stesse condizioni la misura sarebbe stata adottata senza nessun dubbio». Su Roma sono emerse motivazioni d'immagine e lo stesso Alfano ha richiamato una presunta «ragion di Stato». In realtà non si tratta di timidezza politica: nella relazione predisposta dai tecnici del Viminale le spiegazioni della rinuncia al commissariamento sono giuridiche e di sostanza. Sottolineano intanto che non c'è accordo né «univoca valutazione» tra le conclusioni della commissione Magno e la relazione consegnata dal prefetto Gabrielli. Di più: il Campidoglio è una macchina amministrativa sterminata e in sei mesi la commissione di accesso agli atti ha ispezionato il dipartimento Tutela ambientale e protezione civile, quello Politiche sociali e le Politiche abitative, con qualche accertamento sul dipartimento Patrimonio. Ma «Roma Capitale si articola in 30 tra macro-aree e dipartimenti e in 15 municipi con altrettante macro-strutture gestionali» osservano al Viminale. Se dunque lo scioglimento degli organi consiliari è una «misura straordinaria» lo spaccato emerso resta comunque parziale e non sufficiente per l'adozione di un atto così grave. Ma l'interno aggiunge una motivazione ancora più stringente: si tratta di «garantire la ponderazione degli interessi coinvolti vista la sostanziale identità di tutela tra diritto costituzionale di elettorato e lotta alla criminalità». Così come hanno già detto il Tar e il Consiglio di Stato. Le possibili misure DUE IPOTESI AL VAGLIO La relazione che il ministro Alfano presenterà giovedì in Cdm al momento prospetta due misure di diversa intensità. Una più blanda con lo scioglimento del municipio di Ostia, la sostituzione dei dipendenti infiltrati e «ogni intervento opportuno» di sollecitazione da parte del prefetto sul sindaco di Roma. Un opzione più severa che prevede un controllo capillare del Viminale su Marino attraverso il prefetto I SETTORI NEL MIRINO I settori dell amministrazione comunale «risultati più compromessi dagli accertamenti ispettivi» della commissione di accesso agli atti guidata dal prefetto Marilisa Magno sono verde pubblico e ambiente, campi nomadi, immigrazione ed emergenza abitativa. Nel caso si scegliesse la strada più severa il prefetto dovrebbe esercitare la propria supervisione sugli atti di indirizzo e controllo del Comune relativa proprio a queste aree critiche LA SCELTA La strada della doppia intensità scelta da Alfano è dettata dall esito della scelta finale, di natura politica che spetta al Governo (da varare con Dpcm). Escluso lo scioglimento del Campidoglio anche dopo i fatti di cronaca di giovedì, l opzione più severa - che può apparire una sorta di commissariamento del sindaco Marino - lascia infatti perplesso Matteo Renzi IL NO ALLO SCIOGLIMENTO Nella relazione del Viminale le motivazioni della rinuncia allo scioglimento del Comune di Roma sono giuridiche e di sostanza. Innanzitutto non c è accordo tra le conclusioni della commissione Magno e la relazione consegnata dal prefetto di Roma, Gabrielli. Inoltre a fronte di una macchina amministrativa come il Campiglio l ispezione ha riguardato solo tre dipartimenti, uno spaccato parziale e non sufficiente per applicare la misura straordinaria dello scioglimento

10 10 Il Sole 24 Ore A cura di System24 IL MARTA E L EXPO - L ESPOSIZIONE È IN COLLAORAZIONE CON SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA PUGLIA, SEGRETARIATO REGIONALE DEL MIACT PER LA PUGLIA, MARTA ORI CON VITA MILLENARIA La parure di gioielli in mostra all Expo risale al III secolo a.c. la corona funeraria è del II secolo a.c. OREFICERIA A TARANTO Il MarTa è conosciuto per un numero consistente di oreficerie molto preziose GlioridiTarantoilluminanol Expo2015 con5straordinarirepertideliiieiisecoloa.c. Fino a giovedì 27 agosto nello spazio della Regione Puglia al Padiglione Italia sarà visitabile la mostra realizzata grazie alla sinergia tra istituzioni Immagini su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Soprintendenza Archeologica della Puglia Un anteprima straordinaria di quel che poi a Taranto si potrà godere nella sua pienezza. È questo il senso ultimo della mostra Puglia: tutta la luce del mondo negli Ori di Taranto che da ieri e fino al 27 agosto propone al grande pubblico dell Expo, nello spazio della Regione Puglia al Padiglione Italia, l esposizione di cinque reperti orafi di straordinario valore, risalenti al III e II secolo a.c. e parte del prestigioso patrimonio conservato al MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto. Un iniziativa promossa dalla Regione Puglia con la collaborazione della Soprintendenza archeologica della Puglia, del segretariato regionale del Mibact per la Puglia e del MarTa che ha portato a Milano una piccola ma preziosa porzione delle oreficerie per le quali il museo tarantino è molto conosciuto ma il suo patrimonio è alquanto articolato e che sono confluite lì a seguito delle ricerche condotte a partire dalla fine dell Ottocento in siti archeologici della Puglia e anche della asilicata. A Milano il MarTa ha deciso di presentarsi con ori di fattura e provenienza tarantina. Ha scelto perciò una parure raffinatissima - composta da un paio di orecchini, un bracciale, una collana e un anello risalente all inizio del III secolo a. C., appartenuta ad una fanciulla e rinvenuta nel 1912 in una tomba nell area dell Arsenale Militare, e una corona funeraria a foglie di quercia risalente al II secolo a. C., rinvenuta in un sarcofago in Contrada Santa Lucia nel La ratio che ci ha spinti a realizzare questa iniziativa ha spiegato l assessore regionale all industria turistica e culturale Gianni Liviano prende 1 2 viaggiareinpuglia.it ph Andrea Ruggeri Copia in Mdf della testa dell Eracle colossale in bronzo eseguita dallo scultore Lisippo per la città di Taranto alla fine del IV sec. a.c. spunto dal fatto che i beni archeologici, oltre che conservarli vanno fatti conoscere anche al di fuori dei propri confini. Abbiamo deciso di esporli all Expo per valorizzare una bellezza incredibile di cui la nostra comunità dispone e di raccontarla all esterno per suscitare emozioni e sensazioni nei visitatori dell Expo invogliati così a venire a Taranto per ammirare il resto della collezione. Infatti, anche nel rinnovato percorso espositivo del MarTa nel 2007 e nel 2013 sono stati riaperte al pubblico ampie sezioni del Museo ed entro la fine dell anno sarà aperta un ulteriore sezione che completerà il percorso le oreficerie rimangono il polo primario di attrazione. Il fulgor del lucido metallo, l ammirazione che destano le delicatissime lamine intagliate delle corone, il ricco repertorio decorativo di diademi, collane, orecchini, le abili e precise cesellature deglianelliedeisigilli sileggenella relazione scientifica che accompagna la mostra aperta all Expo non devono far dimenticare che questi reperti si prestano a letture diverse: hanno senza dubbio un valore intrinseco per il materiale in cui sono realizzati, sono esteticamente rilevanti, sono espressione di un artigianato orafo di alto livello qualitativo, ma vanno letti e interpretati anche all interno del contesto di rinvenimento, per cercare di cogliere i riferimenti all ambito sociale di appartenenza, ai rituali di seppellimento, al sesso e all età del defunto e a quant altro utile per la ricostruzione del quadro storico di riferimento. Ciò che è pienamente possibile arrivando al MarTa di Taranto, dove i curatori del progetto scientifico del rinnovato allestimento hanno privilegiato una presentazione che tiene presente innanzitutto lo scorrere del tempo, associato a tematiche di ampio respiro, e hanno incentrato l esposizione su Taranto, stabilendo un rapporto stretto fra il museo, la città e il territorio, a partire dall età neolitica fino all età bizantina. La storia del Museo risale agli ultimi decenni dell 800, quando fu individuata come sede dell Ufficio scavi e dell istituendo Museo il Convento degli Alcantarini o di S. Pasquale, costruito intorno alla metà del XVIII secolo e destinato dopo poco a carcere, in base alle disposizioni murattiane. Con Regio Decreto del 3 aprile del 1887 venne istituito, nel periodo in cui la ricerca era condotta a Taranto dall archeologo Luigi Viola, un Museo nazionale, destinato ad accogliere tutti gli oggetti di interesse storico e archeologico, tornati o che torneranno in luce in quella regione per lavori e scavi fatti direttamente dallo Stato, o ad opera delle autorità locali. Soltanto agli inizi del Novecento la struttura si è trasformata da deposito in vero e proprio museo, sotto la colta ed efficiente guida di Quintino Quagliati. Fra il 1935 e il 1941 fu costruita una nuova ala su progetto di Carlo IL MUSEO COMUNICA IN ITALIANO E INGLESE Al MarTa di Taranto particolare attenzione si è data alla comunicazione per rendere agevolmente fruibile quanto esposto dai visitatori. Le indicazioni di orientamento di carattere generale, con la distinzione cromatica delle diverse sezioni dell intero percorso, sono collocate all ingresso, mentre altre indicazioni specifiche delle sezioni sono distribuite lungo il percorso. I reperti e i contesti in esposizione sono accompagnati da un apparato didascalico ed illustrativo, predisposto in italiano ed inglese. Le didascalie forniscono informazioni essenziali sui singoli reperti e sul contesto di rinvenimento, mentre i pannelli distribuiti sala per sala ampliano le informazioni. Infine, una serie di postazioni multimediali sono distribuite lungo il percorso e i monitor touch-screen consentono quindi ai visitatori di consultare ipertesti con notizie più specifiche, di carattere storico, mitologico, iconografico, topografico, tecnico, con la possibilità di consultare anche vocabolari terminologici. 1. ORECCHINI IN ORO A TRIPLICE PENDENTE. Quello centrale è costituito da una testina femminile ornata di minuscoli orecchini a grappolo, collana e diadema. Da Crispiano (Taranto), metà del IV sec. a.c. 2. PENDENTE IN ORO E CRISTALLO DI ROCCA. Da Taranto, metà del IV sec. a.c. 3. ORECCHINI IN ORO E SMALTI CLOISONNÉS. Da Taranto, IX-XI sec. d.c. 4.TESTA FEMMINILE DI STATUA FUNERARIA IN TERRACOTTA POLICROMA. Da Taranto, IV sec. a.c. 5. TESTA IN MARMO DELL IMPERATORE AUGUSTO. Da Taranto,I sec. a.c.-i sec. d.c viaggiareinpuglia.it ph Andrea Ruggeri AMRA OGGI INTERPRETA LA MEDEA Questa sera alle ore 21 nel chiostro del MarTa, Ambra Angiolini darà voce a Medea di Euripide, lettura teatrale musicata dal vivo da Francesco Montaruli al violoncello e Roberta Procaccini all arpa. È l ultimo appuntamento del cartellone I miti al Marta, realizzato dal Teatro pubblico pugliese su iniziativa di Puglia promozione- Open Days. Le letture sono state affidate anche a Isabella Ferrari ( Fedra di Yannis Ritsos), Michele Placido (brani scelti da Saffo ad Omero) e a Giacarlo Giannini con l Odissea. Ceschi, utilizzando gli spazi a giardino a nord dell ala Alcantarini. Durante la guerra i materiali archeologici furono trasferiti in luoghi più sicuri e soltanto nel 1949 Ciro Drago riavviò i lavori di ripristino dell edificio, fortemente compromesso dagli eventi bellici, provvedendo anche ad un rinnovamento dell esposizione, riaperta al pubblico nel Il Presidente della Repubblica Antonio Segni inaugurò nel 1963 il nuovo allestimento generale delle collezioni curato da Nevio Degrassi, che aveva privilegiato nell elaborazione del percorso di visita una presentazione per classi di materiali. Intorno agli anni Novanta l esigenza di ristrutturazione dell edificio e di rinnovamento dell esposizione, rimasta praticamente invariata per alcuni decenni, avviò impegnative revisioni e attività di riordino dei depositi, campagne di inventariazione, catalogazione e documentazione dei reperti, nella prospettiva del riallestimento delle collezioni. Fra il 1998 e il 1999, infine, si procedette a ridurre il percorso fruibile e ad avviare il nuovo cantiere dei lavori di ristrutturazione. Nel 2007 e nel 2013 sono stati riaperti al pubblico ampie sezioni del MarTa, in un percorso espositivo che occupa il primo piano della sede storica e consente di ripercorrere la storia della città e i rapporti con il territorio. Entro la fine dell anno aprirà anche il secondo piano dedicato alla presentazione del popolamento antico dell arco jonico dal neolitico all età del Ferro e delle manifestazioni culturali della città greca di Taras dalla fondazione all età ellenistica.

11 Il Sole 24 Ore 11 A cura di System24 Immagine 1: Concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Soprintendenza Archeologica della Puglia Settemilaannidistoria Il Museo nazionale archeologico di Taranto consente un viaggio dal Neolitico all alto Medioevo museo che si presta a letture diverse e dunque Èun capace di affascinare una molteplicità di visitatori coloro che vogliono conoscere da vicino la storia locale, quelli che vogliono seguire un evoluzione storica attraverso un arco temporale di 7mila anni, e quanti desiderano soffermarsi su singoli capolavori. Il direttore scientifico del Museo archeologico di Taranto, Antonietta Dell Aglio, accoglie così chi arriva in questa strategica struttura in città, votata a valorizzare il ricco patrimonio che conserva, a proseguire le ricerche per conoscere sempre meglio i tesori che il territorio tarantino ancora cela e ad essere un protagonista importante di una coordinata politica turistica pugliese e tarantina in specie. Quanto è conservato qui spiega il direttore èsoloinminimapartefruttodidonazionieacquisizioni, ma è soprattutto patrimonio di contesto, riferito cioè all antica città di Taranto, dalle origini del popolamento sino all età bizantina e soprattutto ai corredi funerari rinvenuti nella vasta necropoli. Perciò, prosegue, si tratta di oggetti di grande pregio. Tuttavia, il valore aggiunto di quanto conservato al MarTa è dato dal fatto che si tratta di materiale di contesto. Attraverso questa esposizione, cioè, si è davvero proiettati all indietro, per vivere Taranto e il suo territorio nelle diverse epoche rappresentate. Entro la fine dell anno, inoltre, queste epoche saranno arricchite dall apertura del secondo piano del museo, dove saranno esposti i reperti tarantini dal Neolitico, VI millennio a. C., fino all età ellenistica, prosegue Dell Aglio, completando così un percorso lungo ben 7mila anni. Tra l altro vi saranno ossi e pietre lavorate e su contesti abitativi e di culto che hanno restituito vasellame eccezionale, dalle prime produzioni in argilla ai vasi di importazione micenea. In tale excursus storico i cosiddetti ori di Taranto, ovvero i capolavori di oreficeria, costituiscono certo un motivo importante per giungere al MarTa, ma non l unico. Il percorso, infatti, è strutturato in quattro periodi. La parte più antica, illustra Dell Aglio, comincia dal 6mila a. C. per arrivare fino all VIII secolo a. C. e testimonia il popolamento in quest area di età preistorica e protostorica, un periodo in cui gli insediamenti sono diffusi sul territorio. Non c è, quindi, ancora una concentrazione abitativa. Il secondo periodo è quello di Taras, la colonia fondata dai Greci che scelsero questo luogo per la sua ottima posizione geografica, compresa tra il mare interno e il mar grande. Rispetto a questa epoca, tra la fine dell VIII secolo e il III secolo a. C., i reperti archeologici confermano ciò che le fonti scritte ci tramandano: Taras può considerarsi uno dei centri leader nella Magna Grecia. La nuova esposizione del MarTa, poi, ha valorizzato la Taranto romana. Dai lacerti di mosaico rinvenuti e dagli oggetti ritrovati nelle tombe, si evince che la città riuscì a mantenere uno status piuttosto importante dettaglia il direttore Dell Aglio -, come dimostrano i ricchi vetri d importazione rinvenuti a dimostrazione di contatti della città con realtà anche molto distanti. Quarta ed ultima tappa è quella del volto di Taranto tra l epoca tardo-antica, a partire dal IV secolo d. C. e fino all Alto Medioevo. Il centro abitativo si restringe progressivamente sull antica acropoli, l attuale città vecchia, l importanza della città diminuisce, ma essa continua a vivere. Taranto conclude Dell Aglio attraverso l archeologia documenta una continuità abitativa da oltre sette millenni. L allestimentomusealesalapersala Ricostruito anche il cosiddetto naiskos di via Umbria, con metope e la lotta fra Greci e barbari La necropoli ellenistica di Taranto al MarTa è presentata attraverso le forme più rappresentative dell architettura funeraria e degli aspetti del rituale. Oltre alle decorazioni figurate di fregi, frontoni, acroteri, metope, è stata proposta la ricostruzione del cosiddetto naiskos di via Umbria, caratterizzato da un podio di ordine dorico con metope artisticamente scolpite incentrate sul tema della lotta fra Greci e barbari. Nelle vetrine delle Sale XI e XIII (parte) sono esposti contesti in cui sono presenti in prevalenza oreficerie: diademi, orecchini, collane, anelli sigilli, monili usati anche in vita e spesso riprodotti in terracotta CRATERE A MASCHERONI APULO A FIGURE ROSSE CON IL MITO DI ANFIARAO. 330 a.c. Recupero del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 2. RACCIALE IN ORO, III secolo a.c. - Taranto, Museo nazionale archeologico 3. CORONA AUREA A FOGLIE DI QUERCIA, II secolo a. C. - Taranto, Museo nazionale archeologico 4. COPPIA DI ORECCHINI IN ORO, III secolo a. C. - Taranto, Museo nazionale archeologico 5. COLLONA IN ORO, III secolo - Taranto, Museo nazionale archeologico 6. ANELLO DIGITALE, III secolo - Taranto, Museo nazionale archeologico Concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo- Soprintendenza Archeologica della Puglia dorata, ma anche numerose corone, destinate esclusivamente alle pratiche funerarie. L esposizione consente di tracciare le linee evolutive dell artigianato orafo locale fra IV e III secolo avanti Cristo. Nella vetrina centrale della Sala da cui inizia l esposizione dedicata alla conquista romana, sono esposti un armatura rinvenuta a Canosa, conquistata dai Romani alla fine del IV secolo a.c., e due elmi di bronzo provenienti da Taranto, da mettere in relazione con la presenza in città di soldati romani, attestata dalle fonti dal III secolo fino alla metà del successivo. La cultura materiale delle aree di abitato, a partire dal II secolo, si discosta dalla tradizione precedente e si adegua all uso di nuovi prodotti non più strettamente legati alle officine artigianali locali, sebbene soltanto dopo l 89 a.c.,con la creazione del municipium, la comunità locale acquista una diversa identità politica e amministrativa. Della legge municipale è esposta nella Sala XIV la copia della tavola nona, insieme con un frammento originale di una legge sulla restituzione dei debiti. La sala successiva ospita i tre pavimenti musivi inquadrabili fra fine II e III secolo d. C. La Sala XVII espone a parete altri pavimenti a mosaico di età imperiale e gli arredi scultorei ed epigrafici di uno degli edifici 6 termali della città. Dal settore orientale del chiostro si sviluppano le sezioni del museo fruibili dal dicembre del Con attestazioni epigrafiche di vari mestieri, l esposizione affronta diverse tematiche legate alle attività produttive locali e ai flussi commerciali. L illustrazione della cultura funeraria dopo la conquista romana prende avvio dall ultimo corridoio del chiostro e si snoda nelle sale successive. L ultimo settore espositivo accoglie le testimonianze riferibili alla città dal tardoantico al periodo bizantino, con pavimenti musivi e altri documenti relativi alla presenza a Taranto di cristiani, ebrei e musulmani. ParureecoronaaMilano I gioielli sono appartenuti ad una fanciulla e ritrovati nel 1912 nell area dell Arsenale militare Una delle espressioni più significative dell artigianato tarantino è costituita dalle molteplici varietà di ornamenti in metallo pregiato, nelle quali il gusto per la ricchezza ornamentale si combina, in felice equilibrio, con una straordinaria sensibilità artistica ed un abilità tecnica non comune. Apprezzati per la loro bellezza e per l alto pregio, questi gioielli riflettono i mutamenti del gusto e delle mode e permettono di cogliere, in alcuni casi, particolari di notevole raffinatezza nell abbigliamento e nella selezione dei beni di destinazione funeraria. Il materiale esposto all Expo nello spazio della Regione Puglia all interno del Padiglione Italia, vuole mostrare al grande pubblico, un esempio delle raffinate oreficerie tarantine, attraverso i reperti rinvenuti in una tomba, appartenente ad una giovane fanciulla, rinvenuta nel 1912 nell area dell Arsenale. A questi si aggiunge una delle corone funerarie, conservate nel Museo, costituita da un delicato motivo a foglie di quercia, rinvenuta in un sarcofago in Contrada Santa Lucia nel Le oreficerie presenti al MarTa nel loro complesso rispecchiano, secondo rituali che mutano nel tempo, il modo di rappresentarsi oltre la vita di diverse componenti etniche: le genti di cultura greca (Taranto) e il mondo indigeno, area peuceta edaunia. Gli esemplari più antichi (VI-V secolo a.c.) risentono di influssi dalla Grecia continentale, dall Etruria, dal mondo greco-orientale. I reperti di età ellenistica sono espressione del livello qualitativo raggiunto dall artigianato orafo della colonia greca di Taranto a partire dal IV secolo a.c., periodo caratterizzato da una evidente prosperità economica. Nei secoli successivi le oreficerie in mostra rispecchiano innovazioni tecniche, quali l introduzione di pietre e smalti colorati e nuovi motivi decorativi. Gli ateliers locali continuano ad operare per tutto il II secolo a.c., specializzandosi nella produzione di corone a foglie laminari e di gioielli che risentono di apporti esterni, dal bacino del Mediterraneo, evidenti nel forte cromatismo dato da gemme e paste vitree colorate. Immagini 2, 3, 4, 5: Museo Nazionale Archeologico di Taranto Foto Paolo uscicchio Concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Soprintendenza Archeologica della Puglia PER INFORMAZIONI: MARTA - Museo Nazionale Archeologico di Taranto Tel museoarch.taranto@beniculturali.it

12 12 Mondo Il Sole 24 Ore Il dramma immigrazione. La polizia respinge con lacrimogeni l assalto di almeno mille profughi, ma poi riapre i confini verso la Ue L attacco. Il premier belga: «È atto terroristico» Macedonia, scontri alla frontiera Spari sul treno Amsterdam-Parigi Ferite tre persone Skopje, che aveva dichiarato lo stato d emergenza, chiede assistenza a Frontex AFP pla Macedonia dichiara lo sta- to di emergenza ma riapre parzialmente le frontiere. Dopo il blocco totale di giovedì, che aveva l obiettivo di impedire alle migliaia di migranti e di rifugiati in arrivo dalle coste greche di attraversare il Paese per avvicinarsi all Unione europea, Skopje ha dichiarato lo stato di emergenza, ha schierato l esercito a sostegno della polizia, ma ha anche deciso di permettere il passaggio a un limitato numero di persone appartenenti a categorie vulnerabili. Quanti - ha spiegato il ministero degli Interni - il Paese può permettersi di trasportare e di curare. Oggi - secondo i media locali - saranno ammesse 300 INGRESSO GRADUALE Le autorità hanno promesso di lasciar passare 300 persone ogni due ore. Anche la ulgaria pronta a schierare l esercito persone ogni due ore, per un totale di 3mila persone. «Abbiamo il diritto di proteggere le nostre frontiere - ha spiegato un portavoce del ministero all agenzia loomberg - Vogliamo anche rispettare le convenzioni internazionali e i diritti umani, ma le nostre capacità sono limitate e nessuno ci aiuta». La Macedonia ha anche chiesto assistenza alla Frontex, l Agenzia Ue per la gestione delle frontiere.la commissione Ue ha già destinato otto miliardi di euro ai paesi balcani e alla Turchia per gestire la crisi. Almeno 90mila euro sono stati destinati a Skopje - ha spiegato una portavoce dell alto rappresentate Federica Mogherini - è pronta ad aiutare «con ulteriore assistenza». La decisione di Skopje, applicata ieri per la prima volta, non ha impedito scontri in mattinata. Tra Idomeni, in Grecia, e Gevgelija, almeno mille migranti si sono accalcati sui confini. Una decina di persone è svenuta. Secondo l équipe di Medici senza fronterie, una decina di persone è inoltre rimasta ferita dalle schegge delle granate assordanti lanciate dalla polizia: quattro sono state trasferite in ospedali, mentre «uno di loro era stato anche picchiato da membri dell esercito macedone». Mercoledì era stato curato un centinaio di persone trattato ieri, tra cui una donna incinta con dolori eun emorragia e un bambino di un anno recentemente operato che necessitava di cure ospedaliere. Secondo l Unhcr il numero dei migranti bloccati nell area di nessuno tra la frontiera greca e quella macedone - nella quale è difficile prestare aiuto - è compreso tra 3mila e 4mila. Nel primo pomeriggio la polizia avrebbe però dato il via libera a circa 181persone «in pericolo» ma ha poi richiuso le frontiere, sia pure con l intenzione di riaprirle più tardi. Secondo alcuni testimoni la polizia avrebbe poi abbandonato le postazioni lasciando entrare molte persone, forse centinaia. La ulgaria ha intanto annunciato di essere pronta a schierare l esercito ai confini, insieme alla polizia, anche se al momento non registra un «serio incremento del numero dei migranti in arrivo». R.Sor. Cei. A Rimini nuovo attacco anche sui temi dei migranti Galantino: la politica pensa solo all utile e all immediato Marzio artoloni RIMINI pha attaccato di nuovo la poli- Nell area di nessuno. Migranti al confine tra Grecia e Macedonia LA DENUNCIA DI MEDICI SENZA FRONTIERE Violenza vergognosa «La violenza perpetrata dalle autorità macedoni contro queste persone indifese e vulnerabili è vergognosa e deve finire immediatamente». Lo ha detto Elisa Galli, capo progetto di Msf in Grecia. «Le scioccanti scene di oggi sono il risultato di misure estreme con cui si vuole impedire a persone disperate, in fuga dalla violenza e dalla guerra, di attraversare le frontiere. Ma la chiusura delle frontiere e la violenza non sono una soluzione, servono solo a creare una crisi umanitaria sull altro lato del confine». Stando al regolamento di Dublino, ricorda Msf, i rifugiati devono richiedere asilo nel primo Paese europeo in cui entrano. Ma poiché le autorità greche non riescono a garantire condizioni di accoglienza decenti, molti rifugiati non vedono altra scelta che continuare il loro viaggio verso nord attraverso i alcani. tica «guidata dagli interessi» e cieca di fronte alle richieste di aiuto degli «ultimi», soprattutto dei migranti che provengono dalle «zone più povere ed economicamente arretrate del mondo», trattati troppo spesso come «scarti» invece che come «persone da sollevare e delle quali condividere la sorte». Stavolta però monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, il testimone più atteso ieri a Rimini per la seconda giornata del meeting di Comunione e liberazione, ha scelto toni molto più pacati, sottolineando che anche la Chiesa «è sollecitata a rinnovarsi». Cautela e sobrietà che però non sono bastati a spegnere le polemiche dopo il monito lanciato nei giorni scorsi dal prelato sui migranti e sulla politica italiana («harem di furbi e cooptati»). Il leader della Lega Matteo Salvini arroventa il dibattito sull'immigrazione lanciando l'idea di usare le piattaforme petrolifere in disuso dell'eni nel Mar Mediterraneo per accogliere gli immigrati ed effettuarne l'identificazione: «Non so se è una via percorribile, ma è un'idea che stiamo approfondendo». Per il leader del Carroc- cio bisognerebbe poi copiare il modello slovacco: «Se proprio dobbiamo accogliere immigrati, che siano di religione cristiana. E mi piacerebbe che Galantino si esprimesse su questo». Durissimo è anche Maurizio Gasparri di Fi che chiede a Galantino di «uscire di scena, perché ha arrecato gravi danni ai rapporti tra la SALVINI Il segretario della Lega: usiamo le piattaforme dell Eni in disuso per farne centri di identificazione e accoglienza degli immigrati Chiesa e le istituzioni italiane». Il segretario della Cei ieri ha scelto nel suo discorso la via della dottrina, con un richiamo esplicito però alla politica: lo spunto per il vescovo, tra gli interpreti più fedeli del ergoglio-pensiero, è arrivato dalla definizione dell'epoca attuale come quella di un tempo post-filosofico in cui le «scelte, individuali e pubbliche, sono guidate dal perseguimento di interessi immediati e poco meditati dettati spesso dalla ricerca dell'utile e meno da un progetto consapevole e a lunga scadenza». AFP L Isis distrugge un monastero cattolico Asaad, custode del sito archeologico di Palmira, ancora una barbarie dei miliziani dell Isis contro i siriani e la loro storia. Il monastero cattolico di Sant Elian, nella Siria centrale, sarebbe stato distrutto dai jihadisti dello Stato islamico mentre gran parte degli abitanti di Qaryatayn, cittadina dove sorge il luogo sacro fino a pochi anni fa abitata sia da cristiani che da musulmani, sono stati sequestrati e portati verso Raqqa, la capitale dell Isis nella Siria settentrionale. Né si ha notizia del priore del monastero, padre Jacques Murad, rapito lo scorso maggio. L Isis ha pubblicato una sequenza di foto con cui ha documentato la distruzione del monastero, fondato nel 432 d.c. Il monastero era stato restaurato nei primi anni 2000 grazie agli sforzi di padre Paolo Dall Oglio, scomparso a Raqqa nel luglio La cittadina, situata tra Palmi- TV A CURA DI LUIGI PAINI ra e Homs, era caduta nelle mani dei jihadisti lo scorso 7 agosto, dopo esser stata per decenni un centro di incontro tra cristiani per lo più siriaci - e musulmani, e per secoli crocevia di uomini e merci dalla Mesopotamia verso il Levante e il Mediterraneo. Le immagini diffuse dall Isis (vedi a fianco) mostrano ciò che resta della chiesa di pietra a tre navate, della cripta sotterranea, della tomba del Santo profanata assieme agli altri locali del monastero. Riguardo all Isis, ieri sera la Casa ianca ha confermato che Fadhil Ahmad al-hayali, conosciuto come Haji Mutaz, è stato ucciso durante un attacco militare americano il 18 agosto, mentre era a bordo di un auto vicino Mosul. Gli Stati Uniti sottolineano che Mutaz era il numero due del leader dell Isis, al-aghdadi, e il coordinatore dello spostamento di armi, esplosivi, veicoli e persone fra Iraq e Siria. Attacco al treno Amsterdam-Parigi. Un agente intervenuto ptorna l allarme terrorismo Siria. La Casa ianca: il 18 agosto eliminato Mutaz, numero due di al-aghdadi pdopo l assassinio di Khaled AFP Sant Elian. Il monastero distrutto dai bulldozer dell Isis RADIO 24 in Europa. Un marocchino di 26 anni - come riferito da Sliman Hamzi, un funzionario del sindaco della polizia francese, alla tv i-tele - armato di kalashnikov ieri pomeriggio ha aperto il fuoco su un treno ad alta velocità Thalys, in viaggio tra Amsterdam e Parigi. Il bilancio è di tre feriti, di cui due gravi: i due militari americani in borghese intervenuti per fermare l aggressore. L assalitore era in una toilette del treno, impegnato a caricare l arma automatica, quando i militari americani, sono stati insospettiti dai rumori che produceva. Gli uomini sono riusciti a bloccarlo prima che aprisse il fuoco nello scompartimento, ma sono rimasti seriamente feriti, uno da un proiettile e l'altro da una coltellata. Sull episodio, avvenuto in territorio belga, indaga anche la sezione antiterrorismo della Procura di Parigi. Tutto è cominciato intorno alle 16. Il treno è stato a quel punto deviato verso la stazione di Arras, nel nord della Francia, dove l assalitore è stato arrestato. L aggressore è stato bloccato da alcuni militari americani. Nei suoi bagagli sono state trovate diverse armi: oltre il kalashnikov, una pistola automatica, nove caricatori e un cutter. I viaggiatori in tutto - in parte provenienti da ruxelles, sono stati ospitati in una sala messa a disposizione dal comune di Arras in una scuola. Prefetto e ministero dell Interno francesi hanno sottolineato a più riprese che «è troppo presto» per fare ipotesi precise sul movente, ma senza escludere, naturalmente, la pista terroristica. «Stiamo facendo di tutto per fare chiarezza su questo IL TEMPO La Notte della Taranta Viaggi europei RAI 5 A tutta musica: nella foto, Ligabue GLOETROTTER 24 Mete fuori dai circuiti tradizionali con Annarita D Ambrosio e Valeria De Rosa (foto) Frequenze: Per intervenire alle trasmissioni: SMS I Gr possono essere ascoltati anche su: NAT GEO Storia della Terra. Spettacolare viaggio attraverso il tempo, dalla violenta nascita della Terra più di 4.5 miliardi di anni fa, attraverso ere glaciali e sconvolgenti eruzioni vulcaniche, passando per l era dei grandi dinosauri, fino alla comparsa del primo uomo HISTORY La Russia dai Romanov a Stalin. Da uno zar all altro: la storia dei tragici anni in cui la Russia è stata sconvolta dalla rivoluzione bolscevica, fino all epoca del Grande Terrore staliniano C KNOWLEDGE I segreti dei tesori antichi. Com è stata costruita la gigantesca piramide di Cheope? Gli archeologi cercano di capirlo grazie a un diario risalente a oltre quattromila anni fa e a un approccio totalmente nuovo. ATTUALITÀ RAIUNO Passaggio a Nord-Ovest. Le abitudini di vita di un antichissimo popolo africano, i oscimani, che nel corso dei secoli si sono adattati alle proibitive condizioni climatiche della Namibia RAITRE Un giorno in Pretura. La cronaca del processo ai responsabili della morte di migliaia di oppositori politici in Argentina, durante gli anni della feroce dittatura militare: il dibattimento si è svolto a Roma, nel , perché nella strage furono coinvolti anche molti italiani residenti nel Paese latinoamericano. SPETTACOLO RAITRE Le quattro giornate di Napoli, di Nanni Loy, con Gian Maria Volonté, Lea Massari, Italia 1962 (123 ). Napoli in rivolta contro i nazifascisti, nel settembre Epico ITALIA 1 Hulk, di Ang Lee, con Eric ana, Jennifer Connelly, Usa 2003 (138 ). Mamma mia, quanto diventa brutto (e cattivo) quando si arrabbia! Ma allora è proprio vero che le radiazioni non fanno bene PREMIUM CINEMA Edge of Tomorrow Senza domani, di Doug Liman, con Tom Cruise, Emily lunt, Usa 2014 (113 ). Hollywood adora gli alieni: eccone un altra legione all attacco della nostra povera Terra! SKY CULT reakfast on Pluto, di Neil Jordan, con Cillian Murphy, Liam Neeson, Irlanda Gran retagna 2005 (104 ). Vita, angosce e speranze del giovane Patrick, animo femminile in un corpo maschile: dalla natia Irlanda alla tumultuosa Londra il salto è molto forte, ma forse risolutivo. Super la colonna sonora In primo piano 7.45 In primo piano Europa 8.16 Reportage 8.30 L era dei robot di Simone Spetia 9.05 Nessun luogo è lontano Spunti di vista Il falco e il gabbiano L altra Europa di Federico Taddia Voci d impresa Giovani talenti Moebius L ORA ESATTA DELLA TERRA Il 30 giugno 2015 gli orologi atomici di tutto il mondo si sono fermati per un secondo per aspettare la Terra il movimento di rotazione terreste, infatti, viene progressivamente rallentato dall attrito di oceani, maree e atmosfera e gli orologi devono adeguarsi. Quali sono le conseguenze? Di Federico Pedrocchi e Mariachiara Albicocco (foto) di Sergio Nava L altro pianeta di Laura ettini Avanzi di Manera R Chiedimi se sono felice con Rosita Celentano e Angelo Vaira Globetrotter 24 di Annarita D Ambrosio e Valeria De Rosa Voci in scena di Marta Cagnola Terra in vista La rosa purpurea di Franco Dassisti Sound Check di Gegè Telesforo Moebius Milano ALA E TRAMONTO: 06:32 geri Usa - marines in borghese che hanno bloccato il giovane dimostrandosi «particolarmente coraggiosi perché hanno mostrato grande coraggio in circostanze davvero difficili. Senza il loro sangue freddo avremmo potuto trovarci di fronte a una terribile tragedia». Il ministro francese, parlando ai media, ha invitato «tutti alla massima prudenza sull identità e il profilo dell uomo che è stato catturato», confermando che l uomo è stato oggetto di una scheda di segnalazione dei servizi segreti transalpini. Un funzionario dell anti terrorismo europeo alla Cnn lo ha definito un «simpatizzante islamico». Lievemente ferito anche l attore francese Jean-Hugues Anglade, feritosi alla mano nel rompere un vetro per far scattare l allarme. R.Es. Roma 20:19 06:25 20:00 Nord: MINIMA L'Aquila 12 Grosseto 31 soleggiato pur con annuvolamenti a ridosso dei rilievi, specie al mattino a Ovest e nottetempo, con isolati fenomeni. Temperature in rialzo, massime tra 24 e 28. Centro: Storiacce di Raffaella Cagnola soleggiato, salvo annuvolamenti diurni sulla dorsale con qualche fenomeno su Pontino e alta Toscana. Temperature in lieve ascesa, massime tra 26 e Il cacciatore di libri di Alessandra Tedesco Sud e isole: prevalenza di bel tempo salvo residui fenomeni mattutini su Stretto e Gargano nonché nel pomeriggio tra Lucania, nord Calabria e ovest Salento.Temperature stabili, massime tra 24 e Economia in pagine di Gianfranco Fabi Indovina chi viene a cena di Valentina Furlanetto Un marocchino ha aperto il fuoco con un kalashnikov. loccato da marines in borghese e arrestato, era noto ai servizi francesi Oggi di F. Pedrocchi e Mariachiara Albicocco La storia e la memoria R SIMPATIZZANTE ISLAMICO MASSIMA DA NON PERDERE dramma», ha commentato con un tweet il presidente francese Francois Hollande, esprimendo anche la sua vicinanza ai feriti. Hollande ha anche avuto un colloquio con il premier belga Charles Michel per «unire gli sforzi e cooperare nell inchiesta». Quest ultimo è stato più esplicito definendolo l episodio «un attacco terrorista». Il ministro dell Interno francese, ernard Cazeneuve, ha lodato l azione dei due passeg- Domani Milano ALA E TRAMONTO: 06:33 L'Aquila GR 24: all ora STRADE IN DIRETTA: ai 15 e ai 45 Roma 20:17 06:26 19:58 Nord: MINIMA 10 MASSIMA Nuoro 31 nuvoloso sui monti con locali precipitazioni, specie a Ovest; maggiori aperture altrove. Peggiora però la notte al Nordovest. Temperature in calo al NO, massime tra 23 e 27. Centro: bel tempo anche se con nubi in parziale aumento sulle tirreniche settentrionali con piogge nottetempo su NO Toscana. Temperature stabili, massime tra 25 e 30. Sud e isole: ben soleggiato ovunque, eccezion fatta per innocui annuvolamenti pomeridiani sulla dorsale appenninica. Temperature in lieve aumento, massime comprese tra 26 e 31. Temperature Italia OGGI DOMANI Europa OGGI DOMANI Parigi Ancona Atene Stoccolma ari erlino Tirana ologna ruxelles Vienna Cagliari ucarest Zurigo 9 25 Firenze Copenaghen Mondo Genova Dublino Hong Kong Milano Francoforte Los Angeles Napoli Istanbul New Delhi Roma Lisbona New York Palermo Londra Rio de Janeiro Torino Madrid Singapore Venezia Mosca Tokyo OGGI Debole Moderato Sole Poco nuvoloso Nuvoloso Coperto Var Pioggia Pioggia Temporali Neve Nebbia Calmo Mosso DOMANI Forte Agitato

13 Sabato 22 Agosto 2015 IL GIORNALE DELL ECONOMIA REALE SIDERURGIA Acciaio, tonfo della produzione Matteo Meneghello u pagina 14 VINO Lo spumante corre all estero Marco Morino u pagina ImpresaTerr Le chiavi della manifattura / 9. Macchinari su misura costruiti per i clienti sparsi in tutto il mondo: così il settore è riuscito a sopravvivere alla crisi La meccanica vince con il porta a porta Storchi (Federmeccanica): «L handicap delle dimensioni trasformato in un vantaggio competitivo» Laura Cavestri p«siamo portati per la qualità delle soluzioni che offriamo perché non possiamo puntare sui grandi volumi e le economie di scala. Così abbiamo conquistato nicchie di mercato in mezzo mondo». Per Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, il successo delle Pmi globali, che vendono pompe, valvole, agromacchine e imballatrici, ricambi e componenti in ferro per i più diversi impieghi, sta tutta nell aver trasformato l handicap delle dimensioni (rispetto ai colossi tedeschi, giapponesi e coreani) in un vantaggio competitivo. I DATI Tra comparti cresciuti a due cifre (dal packaging alle macchine utensili) e altri in forte calo, si punta a +1,1% entro il 2015 Forniture su misura. Macchinari, componentistica e impianti personalizzati, ritagliati, con precisione sartoriale, per i differenti clienti sparsi tra continenti e fusi orari. Ma concorrenziali nel prezzo, qualificati per materiali e tecnologicamente innovativi. In grado, dove serve, di recuperare efficienza e azzerare (o ridurre di molto) l impatto ambientale. Un modello di penetrazione porta a porta cioè andandosi a cercare i clienti e a sviluppare con loro e per loro soluzioni personalizzate che funziona dall Europa (Germania soprattutto) agli Usa, dal Messico (hub produttivo del Nordamerica) alla Cina e in tutti quei Paesi dove le infrastrutture (Medio Oriente, Sudamerica) e l attività estrattiva (dal Mozambico al Canada, in attesa che la Russia si sblocchi) sono essenziali a far correre il Pil. Ma la meccanica ( che vale oltre il 7% del Pil nazionale, quasi 190 miliardi di euro di LA PAROLA CHIAVE Taylor-made 7Il marketing definisce così la produzione di un bene o di un servizio ritagliato su misura del cliente, cioè personalizzato, modificato e reso funzionale in base a specifiche caratteristiche es esigenze del cliente. Una realizzazione quasi sartoriale (taylor, in inglese, è appunto, il sarto). Quella della produzione taylor-made è una tendenza in crescita sia nella manifattura che nei servizi, che si contrappone alla grande produzione quantitativa, in serie e standardizzata export, circa la metà di quello dell intero paese) è anche una galassia dove alcuni settori (dal packaging alle macchine utensili) sono cresciuti a doppia cifra, anche negli anni della crisi. Mentre altri (dai prodotti in metallo all edilizia) sono stati risucchiati nel tracollo del mercato interno. Uno tsunami che ha travolto chi non esportava. Dal 2008, il settore, complessivamente, ha perso 30 punti. Oggi cresce. Piano. Federmeccanica si attende un +2% entro il Lo stesso trend emerge dai dati di Anima (l associazione della meccanica varia). La produzione 2015 arriverà a 40 miliardi di euro dai 39,3 dello scorso anno (+0,8%). L export arriverà a 23,5 miliardi (+1,1% sul 2014). Investimenti e occupazione tengono ma non risalgono. Per Alberto Caprari, presidente di Anima, rispetto all Italia, «all estero c è più attenzione alla tecnologia che fa risparmiare sull intero ciclo di vita di una macchina complessa. Se un sistema fa risparmiare in manutenzione o, significativamente, in consumo di energia, i clienti esteri mostrano più sensibilità e sono disposti anche a un maggiore prezzo di acquisto. Sanno che la tecnologia si paga. Molti imprenditori italiani invece ancora non riescono a ragionare negli stessi termini». «Questo perché in Italia manca ancora spiega Giancarlo Losma, presidente di Federmacchine una cultura d impresa. Nelle nostre Pmi ci sono troppo pochi manager. E non è solo questione di taglia. La Germania ha più piccole imprese dell Italia. Ma il 70% delle loro Pmi ha manager, soprattutto per l export. Da noi solo il 40». Se l export 2014 di macchinari è andato bene (+2,1%, 26 miliardi) Losma spezza una lancia anche a favore dell Italia. «Dieci anni fa dice il 25% dei macchinari in Italia aveva più di 20 anni». Figuriamoci oggi. Se a ciò si aggiungono la proroga, atutto il 2015 degli incentivi della legge Sabatini e il bonus macchinari, chiuso al 30 giugno, si capisce perchè la domanda di beni strumentali, in Italia, è tornata positiva: +10,8%, pari a 17,3 miliardi. «E nel I trimestre 2015 conclude Losma la crescita è stata del 15,4%. Ma serve che le misure diventino strutturali». Del resto, che l Italia non sia una partita persa, ad esempio, per la meccatronica lo dimostra il successo della fiera dell automazione industriale Sps Ipc Drive (alla 5 edizione) che ogni anno si tiene a Parma, organizzata dai tedeschi di Messe Frankfurt. «La forza spiega l ad di Messe Frankfurt, Donald Wich sta nell aver riempito un vuoto italiano in un settore, l automazione industriale, in crescita esponenziale in tutto il mondo. E che ha in Italia nicchie produttive di assoluta eccellenza. L automazione presentata a Parma può poi essere declinata dall alimentare ai trasporti, dalla farmaceutica alla robotica». Nona puntata di una serie Precedenti pubblicazioni: 11, 12, 13, 17, 18, 19, 20 e 21 agosto Il polso della meccanica L EXPORT DELLA MECCANICA Quote percentuali per paese, anno 2014 Stati Uniti 8,3 Fonte: elaborazioni Federmeccanica su dati Istat I SETTORI Regno Unito Spagna Francia 5,0 1,9 13,0 3,3 4,5 Olanda 10,4 Incidenza del valore aggiunto metalmeccanico nell industria manifatturiera Germania 3,8 2,0 Svizzera Austria Polonia Turchia Russia 2,4 Cina 2,6 3,2 All estero/1. Dal 30 settembre al 2 ottobre una delegazione di Animafinalizzerà gli accordi siglati a Milano a giugno Due memorandum con il Kazakistan p La meccanica italiana fa rotta sul Kazakistan. Precisamente dal 30 settembre al 2 ottobre prossimi, quando ad Astana una delegazione di Anima (l Associazione della meccanica varia) cercherà di tradurre in opportunità di business i 2 Memorandum, legati allo sviluppo in loco del settore, siglati a Milano lo scorso 27 giugno, al forum italokazako all Expo, tra il presidente (da sempre) Nursultan Nazarbayev e il premier Matteo Renzi. «Prospettive non solo per l oil&gas ha sottolineato il presidente di Anima, Alberto Caprari. Ma anche per i macchinari da agricoltura e il packaging, la costruzione di infrastrutture e per lo sviluppo delle energie rinnovabili». Anche se ancora non sono chiari gli effetti di lungo periodo del crollo, giovedì, del 23% del tenge (la moneta kazaka) sul dollaro dopo che Astana ha deciso di abbandonare il sistema di oscillazione limitata per la libera fluttuazione della valuta. Secondo Anima, l export italiano di meccanica in Kazakistan è passato dagli 81 milioni di euro del 2011 ai 168 milioni del In forte crescita. Che si traduce in turbine a gas (40%), valvole (30%), macchine edili e minerarie, caldareria e pompe (5% ciascuna), oltre a un 16% di altra meccanica. Nelle turbine siamo già i primi fornitori al mondo (90 milioni di dollari nel 2014), dopo Usa e Uk. Nelle valvole siamo il 2 partner, tra Cina e Usa. Ma le regole sul local content, sono piuttosto rigide. Per chi opera nell ambito dell oil&gas, ad esempio, il 95% della manodopera utilizzata deve essere locale. Ma ci sono ulteriori vincoli imposti dal governo anche sul procurement. «Almeno il 32% dei componenti da acquistare per gli impianti deve essere fatto, anche parzialmente, in Kazakistan spiega Paolo Ghirelli, ad di onatti (800 milioni di euro di fatturato) e presidente della Camera di commercio italo-kazaka. Ciò non deve spaventare. All estero/2. Con un investimento da 5 milioni la Glm Componenti meccanici aprirà un sito con 150 addetti Tubi e staffe anche in Serbia ARUZZO Metalmeccanico Alimentare Tessile Gomma/plastiche IL MERCATO L export di meccanica nel paese caucasico è passato dagli 81 milioni del 2011 ai 168 milioni del 2014: in testa turbine e valvole Chimico pun investimento da 5 milioni di euro per addetti. Non in Abruzzo ma a Novi Sad, in Serbia. Il sito dovrebbe essere inaugurato a fine giugno Obiettivo, «realizzare quei componenti più economici per i mercati emergenti che non conviene produrre in Italia. Siamo pronti a partire con la costruzione, abbiamo già tutti i permessi» assicura Graziano Forcini, che insieme al socio Peppino arlafante, ha fondato, 17 anni fa, la Glm Componenti meccanici, da Castelnuovo Vomano, (provincia di Teramo) che oggi serve le IL METODO Graziano Forcini : «Noi non lavoriamo per un cliente, ma con il cliente. Lui detta i tempi della nostra flessibilità e noi anticipiamo il mercato» Altre manifatturiere Legno/carta 45,5 11,4 10,0 9,2 9,0 8,8 6,1 IL CONFRONTO CON L EUROPA principali case automobilistiche in Germania e nel resto d Europa. Ma anche in Usa, rasile, Argentina, Messico, Russia e Cina. Tutto cominciò con un no del datore a una richiesta di aumento. Era il Smessi i panni dei dipendenti e con 45 milioni di vecchie lire di liquidazione in tasca, Forcini e arlafante, si son fatti imprenditori. Leader nel settore della lavorazione a freddo dell acciaio tubi e staffe per sistemi di scarico, parti complesse per automotive, moto, mobili e altri componenti in Produzione metalmeccanica in Europa. I trimestre 2008 = I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Altri 39,6 Germania R. Unito Ue28 Francia Italia Spagna Semmai, vanno sviluppate forme di sostegno alla ricerca di partners locali o per joint venture». onatti per cui il Kazakistan rappresenta circa il 15% del fatturato ha realizzato e gestisce gli impianti di Karachaganak e Kashagan e sta realizzando il villaggio petrolifero di Tengiz. Proprio la rigidità delle regole con cui operare nel Paese rende scettico Pier Eugenio aldini, ad di Cosmec (apparecchi in pressione, 14 milioni di euro di ricavi e 50 addetti): «Andrò ad Astana con Anima. Ma la rigidità delle normative complica il passare ai fatti. Vedo le potenzialità, spero di poterle cogliere». L.Ca. metallo non è proprio una Pmi standard : oggi fattura 600 milioni di euro e conta 450 dipendenti. Compresi quelli della Mta Service di Mosciano Sant Angelo, azienda da cui Forcini e arlafante si licenziarono e che poi, 4 anni fa, hanno rilevato perché in crisi, salvando dalla chiusura amici ed ex colleghi. «Noi non lavoriamo per un cliente. Ma con il cliente. Così lui detta i tempi della nostra flessibilità e noi anticipiamo il mercato spiega sempre Forcini. Ascoltiamo le sue richieste di personalizzazione e affianchiamo la nostra consulenza tecnica. Poi con la nostra affiliata RF Stampi forniamo prototipi personalizzati a prezzi concorrenziali. Ci accolliamo anche tutte le prove di collaudo.se vanno bene, andiamo a sviluppare la produzione in serie, ovunque nel mondo. E dal disegno al prodotto finito ci bastano 4 settimane». Ovunque nel mondo, tanto che nel 2012 è nata, tramite joint venture, Glm Fischer, sito produttivo a Puebla, in Messico. E nel 2015 il raddoppio, con un altro impianto a S. Luìs Potosì, a 100 metri dal nuovo sito della Volkswagen. L.Ca. L ANALISI Luca Orlando Il futuro del Paese si gioca in fabbrica Ventiquattro miliardi. In pratica l entità di una manovra, e anche robusta. Dal solo settore dei macchinari e delle apparecchiature anche nei primi sei mesi del 2015 arriva il maggiore avanzo commerciale tra tutti i comparti produttivi censiti dall Istat. Cifra che in realtà si amplia ancora allargando lo sguardo all intera area vasta della meccanica, capace lo scorso anno di portare in dote 65 miliardi di euro nel saldo tra export e import. È in effetti soprattutto qui, tra impiantistica e valvolame, componenti e ingranaggi, automobili e turbine, elettrodomestici e robot che si concentra il cuore dell industria manifatturiera tricolore. Moda, design, alimentare e turismo sono forse i settori più esposti in termini mediatici, rappresentano alcune punte di eccellenza del made in Italy, danno senza dubbio lustro al nostro Paese. Settori che da soli, tuttavia, non basterebbero per garantire il livello di benessere attuale. Che si raggiunge grazie ai quasi due milioni di posti di lavoro diretti generati dalla meccanica, a cui si aggiungono gli addetti dell indotto. Ed è proprio qui, nella fabbrica, che si giocano le chance di ripresa della nostra economia, capace finora di arrestare il percorso di caduta senza però ritrovare un passo di crescita convincente. Colpa soprattutto della profonda e crescente divaricazione dei destini tra export e domanda interna, con tassi interessanti di sviluppo sui mercati internazionali a fronte di una caduta continua sul fronte domestico. Qualche segnale di recupero, per la verità, oggi inizia a manifestarsi. Gli ordini interni di macchine utensili - ad esempio - sono in crescita di quasi il 50%. Vero è che la crisi li aveva quasi azzerati, ma a questo punto il trend di risalita è visibile ormai da otto trimestri consecutivi. Un segnale importante, che si allarga anche alle importazioni nazionali, segnalando un recupero della domanda di beni strumentali da parte dell intera manifattura. onus macchinari e Legge Sabatini is hanno senza dubbio giocato un ruolo importante, e bene ha fatto il Governo a trovare risorse per finanziare queste misure. Da riproporre e rilanciare, facendo in modo che l ammodernamento della struttura produttiva nazionale, elemento chiave della sua competitività, diventi tema prioritario di politica economica. A maggior ragione in un momento in cui le turbolenze valutarie e il rallentamento di numerose aree emergenti pongono interrogativi crescenti sulla sostenibilità dei trend di crescita dell export. Eliminare l Imu sui macchinari imbullonati sarebbe un buon modo per incentivare gli investimenti; provare a rianimare edilizia e infrastrutture darebbe nuova linfa a numerose filiere meccaniche. L export non basta, serviamo anche noi.

14 14 Impresa & territori Il Sole 24 Ore Siderurgia. I dati di luglio di Worldsteel, l associazione delle imprese, evidenziano un calo della produzione mondiale del 2,1% Acciaio italiano ancora in caduta Italia in affanno: la perdita stimata è dell 11,6% per una frenata nell anno del 10,7% Matteo Meneghello MILANO pall ingresso nella seconda parte dell anno i volumi dei grandi paesi produttori d acciaio si confermano in flessione: sulla distanza dei sette mesi l output siderurgico mondiale accumula un ritardo del 2,1 per cento. Anche l Italia resta in affanno, con un calo mensile stimato pari all 11,6% (1,850 milioni di tonnellate il dato sull output, non ancora ufficiale), per una frenata complessiva, da inizio anno, nell ordine del 10,7 per cento. Lo segnala il consueto report mensile di Worldsteel, l associazione mondiale dei produttori d acciaio. Per il quinto mese consecutivo la Cina dichiara un rallentamento della produzione. Anche a luglio il gigante asiatico (il suo output d acciaio vale da solo più della metà dei volumi mondiali) registra un calo della produzione. Questa volta la flessione è del 4,6% rispetto a luglio dell anno scorso, per un totale di 65,8 milioni di tonnellate. Frenata decisa anche per il Giappone, secondo produttore del mondo: a luglio nel Sole Levante sono state prodotte 8,8 milioni di tonnellate di acciaio, il 4,9% in meno rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente. L indice della capacità utilizzata dei 65 paesi associati a Worldsteel in luglio scende al 68,4%, 4,2 punti in meno rispetto a luglio dell anno scorso e 3,8 punti in meno rispetto al mese scorso. A livello produttivo, tra i «big» scendono anche gli Stati Uniti (mese positivo invece per la siderurgia messicana) che nell'ultimo mese perdono il 9,1% della produzione (7 milioni di tonnellate prodotte) dopo avere già inanellato, da febbraio ad oggi, performance produttive molto al di sotto dei valori abituali. Scendono anche Turchia (-10,4%), rasile (-3,1%), Russia (-2,8%). Discorso a parte per l Ucraina, in crollo verticale (1,9 milioni di tonnellate, il 24,1 per cento in meno rispetto all anno scorso) a causa della difficile situazione geopolitica. Note deludenti, infine, anche dall area mediorientale (che complessivamente resta comunque positiva): l Iran accusa una frenata dell 1,3 per cento, per 1,3 milioni di tonnellate prodotte. Tra i paesi in controtendenza, Worldsteel segnala la crescita dell India, terzo produttore al mondo, che nel mese di luglio ha registrato un output di 7,7 milioni di tonnellate, l 1,2% in più rispetto a luglio In Europa cresce la Germania, con 3,6 milioni di tonnellate d acciaio, il 4,7% in più nel confronto con l anno precedente. L output complessivo dei paesi dell Unione a 28 resta comunque in equilibrio rispetto all anno precedente (a differenza di quanto sta avvenendo in Asia, in Sudamerica, Nordamerica, Csi e paesi extraue), sia nell ultimo mese che sulla lunga distanza: nei sette mesi sono state prodotte circa 102 milioni di tonnellate, lo 0,4% in più. Resta invece in difficoltà, come detto, il bilancio dell acciaio italiano, il secondo polo siderurgico europeo dopo la Germania. Gli ultimi dati ufficiali di Federacciai segnalano, nel primo semestre, una produzione di 11,718 milioni, il 10,6% in meno rispetto al bilancio della prima metà del A giugno, in particolare, la produzione è stata inferiore ai 2 milioni di tonnellate, pari a 1,920 milioni, l 11,4% in meno sull anno precedente. A pesare sembrano essere, ancora una volta, soprattutto le difficoltà dell Ilva, dal momento che la produzione mensile di piani accusa un gap del 13,6% rispetto al dato di luglio 2014, per 891mila tonnellate prodotte. Più contenuta la frenata dei lunghi, che resta comunque nell ordine del 3,7 per cento. A pagina 25 Acciaio, export cinese in rampa di lancio La produzione mondiale di acciaio I principali Paesi, luglio 2015 Dati in migliaia di tonnellate e variazione % sullo stesso mese dell anno precedente Germania ,7% Corea del Sud ,7% Fonte: worldsteel association India ,2% Francia ,4% Russia ,8% rasile ,1% Cina ,6% Giappone ,9% Stati Uniti ,1% Italia ,6% Elettrodomestici. La richiesta dopo l aumento della domanda - L azienda: «Fatto non strutturale presto per le assunzioni» Sindacati Electroux: stop agli ammortizzatori VENETO TREVISO pun po di tattica da entrambe le parti, attendendo gli incontri fissati per la prossima settimana (martedì fra le rappresentanze sindacali e giovedì con i provinciali). Per la Rsu della Electrolux di Susegana, «la strutturalità della ripresa, che si consolida di mese in mese, impone l adozione di strumenti adeguati a sostenere la capacità produttiva degli impianti, oggi sotto utilizzati per una paradossale carenza di operai generici. L uscita dalla crisi in tempi più rapidi del previsto pone anche il problema di superare l uso degli ammortizzatori e della solidarietà, strumento utilizzato ora per una quarantina di lavoratori svantaggiati. È necessario che si convochi al più presto un incontro di gruppo utile a recepire i cambiamenti intervenuti e far uscire lo stabilimento di Susegana dagli ammortizzatori sociali utilizzati per affrontare la crisi». Ma per l azienda la domanda superiore alle attese - le previsioni di produzione di frigoriferi Cairo per il 2015 sono pari a 830mila pezzi, superiori di 30mila unità rispetto a quelle di inizio anno - resta un fatto non strutturale, che impedisce - insieme all accordo in vigore sulla solidarietà - di pensare a ulteriori assunzioni. Mentre a Forlì si annuncia lo sciopero dello straordinario chiesto dall azienda nei sabati 22 e 29 agosto - «che non sono stati concordati con i rappresentanti sindacali», precisano le Rsu, che pure non si opporranno alla presenza volontaria dei lavoratori in quelle giornate - Treviso attende una decisione sugli ulteriori quattro sabati di straordinario a settembre, oltre a quelli già concordati o comandati, e soprattutto di sapere se si consumeranno ulteriori strappi o se prevarrà il dialogo. Per il presidente del Veneto Zaia, il dibattito sul lavoro domenicale e festivo nel sito che solo poco tempo fa sembra destinato alla chiusura è comunque un successo: «Una sfida vinta, e un modello sa seguire in altre situazioni di crisi aziendale», ha commentato. R. I. T. Elettricità Enel-Cai: energie verdi per i rifugi psolo energie verdi per le sezioni e i rifugi del Cai (Club alpino italiano). Ieri, infatti, l Enel e l associazione costituita nel 1863 hanno firmato una convenzione che consentirà all intera rete del Cai la fornitura di energia elettrica interamente prodotta da impianti da fonte rinnovabile, certificata dal sistema delle garanzie d origine del Gse (Gestore dei servizi energetici). Il gruppo guidato da Francesco Starace e il Cai hanno stimato che il consumo annuo di elettricità proveniente da fonti sostenibili per la sede centrale dell associazione, per quelle delle 511 sezioni sparse in tutta Italia e per i 774 rifugi e bivacchi alpini e appenninici eviterà di immettere nell ambiente circa 430 tonnellate annue di anidride carbonica. Per il direttore del Cai, Andreina Maggiore, «questa convenzione ci consente di muovere un altro passo concreto a supporto delle strategie di tutela e conservazione dell ambiente montano, mission istituzionale del Cai». «Abbiamo messo a disposizione del Cai - ha commentato Nicola Lanzetta, responsabile mercato di Enel - consulenti preparati in grado di individuare la soluzione che si adatta meglio alle proprie esigenze. Crediamo molto nell uso razionale dell energia e per questo abbiamo inserito nell accordo la possibilità di individuare, insieme al Cai, soluzione per migliorare l efficienza energetica di sedi e rifugi, riducendo così i consumi di energia elettrica, sempre nel pieno rispetto dell ambiente circostante». Oltre alle offerte per la fornitura di energia elettrica, Enel Energia è in grado di offrire una gamma di prodotti e servizi standard ad alta efficienza volti al miglioramento delle performance energetiche. Ce. Do. Autostrade ollino rosso per il rientro estivo pancora un fine settimana da bollino rosso sulla rete stradale e autostradale (25mila chilometri) gestita da Anas. A partire dalle prime ore di ieri si è infatti registrato un aumento del traffico, per i primi rientri dalle vacanze estive, in particolare lungo la statale 1 «Aurelia», la statale 16 «Adriatica» in Emilia Romagna e in Puglia, le statali 18 e 106 in Calabria. Anche in Piemonte traffico intenso in particolare lungo la statale 20 «del Colle di Tenda» e lungo la statale 26 in Valle d Aosta. Tradotto in numeri l Anas ha stimato che fino alle 16 di ieri c è stato un aumento dei volumi di traffico stimato in circa il 6% rispetto alla stessa giornata dello scorso anno. Oggi e domani saranno dunque giornate da bollino rosso con traffico molto intenso soprattutto in direzione nord per i primi consistenti rientri dalle località di villeggiatura verso le principali aree metropolitane e i valichi di frontiera. Questo vuol dire che i volumi di traffico si attenueranno nella serata di sabato per poi tornare a essere sostenuti il giorno successivo, in particolare nel pomeriggio e nella serata di domenica. Da considerare inoltre che durante il fine settimana si registreranno anche le ultime partenze verso le località di villeggiatura e per gli spostamenti, di breve percorrenza, limitati al week end. Per agevolare la circolazione sarà in vigore il divieto di transito dei mezzi pesanti dalle 8 alle 16 di oggi e dalle 7 alle 22 di domani. Anas sarà presente su strada e con un monitoraggio h24 dalle sale operative, come previsto dal Piano di interventi. STILI&TENDENZE In breve ACCESSORI Ron Arad firma gli occhiali «pq» Niente cerniere, niente giunture, peso piuma, flessibilità totale, spettro di movimento ampissimo: queste le caratteristiche principali che rendono unica la collezione eyewear pq by Ron Arad. La ricerca dell'azienda italiana ha dato corpo alla genialità del designer israeliano portando sulle astine la morfologia della colonna vertebrale, donando alla struttura la massima flessibilità, grande leggerezza, oltre al naturale assestamento sulle fattezze del volto. MOSTRE Omega, 100 anni di «lady watches» Si terrà dal 17 al 25 settembre alla Triennale di Milano la mostra Her time, dedicata agli orologi da donna Omega, che il brand produce da cento anni. Tra gli orologi esposti, alcuni modelli vintage tra i più preziosi e importanti. Un occasione unica per scoprire i cambiamenti della mentalità e dello stile all interno della società e di come Omega (oggi parte del gruppo Swatch) sia sempre riuscita a restare al passo con i tempi. La mostra è disposta in un unica ambientazione dove l occhio del visitatore è immediatamente attratto dall'accattivante tema del bianco e oro. Design/1. Il 90% dei clienti del sito di e-commerce di mobili Dalani sono donne «Puntiamo su smartphone e pubblico femminile» La co-fondatrice Margot Zanni: lo shopping deve essere emozionale Giulia Crivelli puna case history di successo, che dimostra le potenzialità della vendita online non solo dell abbigliamento, ma anche di mobili e complementi, nonostante le difficoltà logistiche e il nodo dei costi di spedizione e delle modalità di reso. Parliamo di Dalani, sito di flash sales, nato nel 2011 in Germania e presente oggi in 15 Paesi: Italia, Germania, Spagna, Francia, elgio, Paesi assi, Austria, Svizzera, rasile, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Russia e Kazakistan. «L idea iniziale, quattro anni fa, venne a Delia Fischer, ex giornalista di Elle Decor Germania spiega Margot Zanni, co-founder e style director di Dalani Italia. L impostazione del sito è quindi molto editoriale, in tutti i Paese c è una forte editorialità e un enfasi sui contenuti, sullo storytelling, elementi centrali per una vendita di tipo emozionale. Lo stile Dalani è molto apprezzato dal pubblico femminile, che costituisce il 90% circa degli utenti». Nel 2014 il fatturato a livello globale del gruppo Westwing/Dalani è arrivato a 183 milioni, con 22 milioni di utenti a livello globale e gli ordini da dispositivi mobili (smartphone e tablet) sono arrivati al 40%. Il gruppo è sostenuto da alcuni dei più importanti investitori di venture capital del mondo, come Access Industries, Fidelity Worldwide Investment, Investment A Kinnevik, Odey, Rocket Internet, Summit Partners, Tengelmann Ventures. I co-fondatori di Dalani Italia sono, oltre a Margot Zanni, che ha un background giornalsitico, Diego Palano (ex consulente aziendale di oston Consulting Group), Mattia Riva (anch egli ex consulente, ma per ain&company)e Karim El Saket, specializzato in start up del settore tecnologico. «È importante capire i principali criteri decisionali utilizzati dal consumatore in fase di acquisto spiega Diego Palano Per questo abbiamo fatto una ricerca con la Offerta diversificata. Da sinistra, l homepage del sito e dettagli di prodotti: le flash sales spaziano dai mobili ai complementi d arredo ai piatti società Tns, scoprendo che oltre al buon rapporto fra qualità e prezzo, citato dal 64% degli interpellati, allo stile e all'italianità dei prodotti, la presenza online sia divenuta un fattore rilevante nella decisione di acquisto». Palano cita poi un altro dato: il 98% dell'incremento delle ricerche Google di termini della casa proviene da smartphone e tablet, un risultato coerente con la crescita degli acquisti da apparecchi mobili, un fenomeno che si registra non solo nell arredamenteo, ma anche nell abbigliamento, come dimostra il caso Yoox (si veda Il Sole 24 Ore del 31 luglio). «L'online, inoltre, permette di misurare i trend costantemente e di reagire in modo immediato, modificando la propria offerta a seconda della richiesta del mercato», sottolinea Palano. «L online offre numerosi vantaggi alle aziende aggiunge Mattia Riva. Grazie alla presenza sul web, si possono ridurre nettamente i rischi legati allo sviluppo di nuovi prodotti: dal concept alla vendita online, infatti, il tempo si riduce fino a tre settimane». Secondo l ex consulente di ain&co., i principali vantaggi per i produttori, consistono nella generazione di fatturato aggiuntivo, nella crescita della brand awareness, nella possibilità di sfruttare l'esperienza e le competenze del retailer online e nella facilità di avere accesso a mercati internazionali. Tornando alla customer experience Karim El Saket che dopo la laurea alla occoni ha partecipato alla fondazione di Oseanico, società specializzata in imballaggio e logistica per il mercato editoriale spiega che «la soddisfazione del cliente finale dipende dalla qualità dei prodotti e, in egual misura, dalla logistica e dal packaging. La qualità degli imballaggi e l'efficienza della filiera distributiva sono, infatti, elementi centrali per garantire la gratificazione e la fidelizzazione del pubblico nel mercato online». El Saket ha messo a punto per tutti i fornitori che collaborano con Dalani una sorta di vademecum del packaging, alla quale il 98% delle aziende si è già allineata. «Il tasso di rottura della merce dopo questi cambiamenti di è ridotto del 50% per quanto rigaurda i complementi, del 18% per il segmento tavola e del 29% per i mobili», sottolinea. Design/2. ain: business da 35 miliardi L e-commerce al 5% delle vendite di arredamento First comer. Ikea è stata tra le prime aziende a investire sull ecommerce, disponibile in tutti i mercati in cui opera pun mercato ancora piccolo, ma che cresce molto in fretta. Parliamo della parte online delle vendite di arredamento, analizzate nel loro andamento generale sia in Italia sia all estero da Claudia D Arpizio di ain&company nella ricerca Home furnishing: from the challenges to the opportunities in one click. Il valore del mercato dell home furnishing nel 2014 è stato di 730 miliardi di euro, con un ruolo ancora limitato per l e-commerce: 5% sul totale mercato, pari a circa 35 miliardi di euro. Inoltre, in base alle elaborazioni di ain&company, sebbene gli operatori multicanale abbiano ancora un peso predominante nell home furnishing digitale, gli e- tailer puri guadagnano velocemente quota: grazie ai loro modelli innovativi di vendita (in primis le flash sales ), sono in grado di sviluppare un forte legame con il consumatore finale. Nel prossimo decennio, sempre secondo Claudia D Arpizio, l online sarà il canale di vendita e comunicazione più dinamico e in evoluzione nel mercato dell home furnishing, che comprende: zona living e zona letto (che vale circa il 50% del totale, con 368 miliardi di euro), cucina (12%, 88 miliardi), bagno (12% circa, 86 miliardi), illuminazione (5%, 39 miliardi), arredamento outdoor (3%, 2 miliardi), casalinghi e tessile per la casa (18%, 128 miliardi). L imperativo per gli imprenditori del settore è attrezzarsi per non perdere questa grande opportunità. Un invito che vale a maggior ragione per le aziende italiane, che, soprattutto a causa delle dimensioni, non hanno le risorse necessarie per creare un network di negozi diretti all estero. ain&company ha analizzato la distribuzione: nell home furnishing prevale ancora il canale wholesale, che assorbe il 65% delle vendite, seguito dal canale retail con il 25%, dall e-commerce, come detto all inizio, con il 5%, e con un altro 5%, dal canale diretto, che nell arredamento è rappresentato dalle vendite che le aziende fanno senza intermediari ai clienti per il settore del contract (alberghi, teatri, spazi commerciali ecc.). Tornando all e-commerce, dei 35 miliardi del 2014, 25, pari al 4% delle vendite totali della categoria, sono riconducibili ai mobili, e i restanti 10 miliardi agli accessori per la cucina e complementi d arredo tessile. Qui la percentuale sale all 8% del totale ed è presto spiegata con la maggior facilità di scelta e le minori spese di spedizione. La logistica è infatti, conferma la ricerca ain, uno dei nodi che l e-commerce di arredamento dovrà migliorare nei prossimi anni. G.Cr. Tessile Canepa cresce nei tessuti da donna pun anno di risultati importanti per Canepa: l azienda comasca ha chiuso il 2014 con numeri decisamente positivi, che sottolinea la presidente Elisabetta Canepa sono stati confermati dai primi cinque mesi del Il fatturato dello scorso anno è stato di 104 milioni, con un ebitda del 12,7% (quasi due punti percentuali in più rispetto al 2013). Canepa è leader di mercato nella tessitura serica di fascia alta, a cui affianca la produzione di tessuti pregiati di altre fibre naturali, come cashmere, lana, cotone, lino e canapa. Un grande contributo alla crescita del 2014 e del 2015 è arrivato dalla divisione tessuti donna, prodotti anche con i procedimenti oggetto di brevetto Canepa, Save thewater e Kitotex, che consentono di ridurre il consumo di acqua e di energia del 90%, oltre all'eliminazione di gran parte degli agenti inquinanti. Tra le altre aree di business in crescita ci sono le cravatte, le sciarpe e i costumi da bagno, conosciuti per l alta qualità del materiale e per la produzione made in Italy. Made in Italy. Cravatte Canepa

15 Il Sole 24 Ore Impresa & territori 15 AGRICOLTURA In breve DEGUSTAZIONI Vini rosati di Puglia sui Frecciarossa Negroamaro, Primitivo, Malvasia, Montepulciano e ombino Nero salgono a bordo dei treni ad velocità. Per una settimana, dal 24 al 28 agosto, a bordo di alcuni treni ad alta velocità Frecciarossa di Trenitalia si potranno degustare i vini rosati pugliesi di Apollonio Casa Vinicola, Azienda Agraria Duca Carlo Guarini, Azienda Agricola Taurino C., Cantine Coppi, Cantine di Marco, Cantine Polvanera, Feudi di San Marzano, Feudi di Terra d'otranto, Le Vigne di San Marco, Officina del Vino, Tenuta Marano, Torrevento Srl, Vini Menhir Salento Srl e di Vinicola Mastricci, accompagnati da prodotti da forno di Agricola del Sole e Dolce ontà. La degustazione, che avverrà sui treni Frecciarossa della linea Roma-Milano e viceversa, ovvero il Roma- Milano in partenza dalla capitale alle 10 con arrivo a Milano alle 12,55 e il Frecciarossa delle ore 16 da Milano con arrivo a Roma alle 18,55, avverrà con il supporto di personale altamente qualificato. CALARIA Prodotti bio in cinque piazze La qualità bio approda in cinque piazze calabresi. L associazione italiana per l'agricoltura biologica (Aiab) Calabria lancia le vetrine promozionali ambulanti dei prodotti biologici e di qualità delle principali filiere agrozootecniche regionali in cinque piazze calabresi. La prima promozione è cominciata il 17 agosto a San Giovanni in Fiore (Cosenza) dove, per dieci giorni, in via Roma, dalle ore 21,30 alle 23, ospiterà le vetrine promozionali ambulanti dei prodotti biologici calabresi. A seguire le vetrine saranno presenti dal 20 al 29 agosto a Monasterace in piazza Porto Salvo, dalle ore 20 alle ore 21,30; dal 22 al 31 agosto ad Amantea, presso piazza Commercio dalle ore 21 alle ore 22; dal 22 al 31 agosto a ova Marina in piazza Municipio dalle ore 19,30 alla ore 20,30 e per concludere a Reggio Calabria dal 23 agosto al 1 settembre presso il lungomare Italo Falcomatà (Stazione Lido) dalle ore 19 alle ore 20. La campagna di promozione Qualitàio Informazione e promozione su prodotti biologici e di qualità riconosciuta delle principali filiere agrozootecniche regionali si colloca nell'ambito delle azioni svolte da Aiab Calabria riguardanti la diffusione di informazioni e la promozione di prodotti biologici del territorio calabrese. Credito agrario. Gli impieghi hanno raggiunto, nel 2014, i 44,4 miliardi dai 43,5 del 2012 Crescono i prestiti agli agricoltori Oltre ai finanziamenti i produttori chiedono più assistenza tecnica CAMPANELLO D ALLARME Grassa (CreditAgri): riparte la voglia di investimenti ma aumentano anche le sofferenze, salite in tre anni del 30 per cento Eccellenze del made in Italy. Indagine Coldiretti: nei primi cinque mesi del 2015 le vendite in Gran retagna sono salite del 55%, quelle negli Stati Uniti del 49% Lo spumante conquista inglesi e americani MILANO plo spumante italiano miete successi all estero. Lo dimostra uno studio della Coldiretti presentato all Expo. Nel primi cinque mesi del 2015 le vendite di spumante italiano all estero fanno segnare un record storico, con un aumento del 20% delle bottiglie spedite. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo svetta il Prosecco seguito dall'asti, dal Annamaria Capparelli pil dato è in linea con l andamento positivo dei numeri dell agricoltura, dal valore aggiunto all'occupazione, tutti rigorosamente con il segno più (con l eccezione dell ultimo dato relativo al Pil del secondo trimestre). Anche il credito agrario infatti negli ultimi tre anni ha segnato una crescita importante degli impieghi, passati da 43,5 miliardi del 2012 ai 44,4 miliardi. Un miliardo di incremento che non è certo poca cosa per un settore che ha sempre lamentato una difficoltà di accesso ai mutui bancari, elemento di freno, insieme alla terra, per lo sviluppo e la nascita delle imprese. Ma c è un rovescio della medaglia, spiega Roberto Grassa, direttore generale di CreditAgri Italia, la banca della Coldiretti presieduta da Sabino Cassese. Ed è rappresentato dalle sofferenze che hanno registrato nello stesso periodo un balzo del 30 per cento. Le sofferenze viaggiano a una velocità superiore a quella degli impieghi e determinano un aumento del costo per gli agricoltori. Gli oneri finanziari sugli impieghi sono più alti rispetto agli altri settori. Qualche numero. I finanziamenti autoliquidanti, in pratica gli anticipi dei contributi, in agricoltura segnano un tasso del 5% a fronte del 4,2% del sistema produttivo. Per gli affidamenti a medio termine la media è del 3%, ma per l'agricoltura si sale al 4 per cento. Anche per gli affidamenti conto corrente i tassi sono molto più elevati. Una situazione che rischia di frenare lo slancio a investire che caratterizza le aziende, nonostante la crisi, come ha evidenziato anche un recente report dell Ismea. Ma le sofferenze sono un handicap pesante con un incidenza del 13%, il dato più alto degli ultimi venti anni. E ci sono realtà geografiche in cui le Pmi agricole raggiungono picchi di sofferenza del 20 per cento. Una difficoltà che «vale» 5,6 miliardi e che si spalma su oltre 18mila imprese agricole. «Il sistema bancario spiega Grassa ha cavalcato l onda positiva dell agroalimentare e ha sostenuto i processi di innovazione, ma il sistema non è stato esentato dalle crisi di mercato». E il risultato sono appunto le sofferenze con una situazione che rischia di peggiorare minando così l affidabilità dell agricoltura spingendo le banche a rivedere lo spread. Insomma la qualità del credito agrario è peggiorata. Le aziende hanno difficoltà a rispettare i piani di ammortamento di medio lungo termine. Difficile in una situazione di pesantezza dei mercati ottenere con regolarità gli incassi. E anche l articolo 62 della legge 27/2012 che ha riscritto le regole contrattuali prevedendo pagamenti più rapidi coinvolge i rapporti con imprese e grande distribuzione, ma molti agricoltori conferiscono a mini imprese e coop, e i tempi restano lunghi. «CreditAgri Italia aggiunge Grassa sostiene l accesso al credito ordinario con interventi di garanzia e tra il 2012 e il 2015 la crescita degli impieghi è stata assolutamente in linea con il sistema bancario. Abbiamo dato un importante sostegno, ma ora purtroppo il costo dei nostri interventi da qui al 2016 dovrà tenere conto dell'incidenza delle sofferenze che per le nostre imprese sono passate in tre anni dal 3 al 6 per cento». Ma alle imprese, sostiene Grassa, non serve solo l'accesso ai finanziamenti «occorre un assistenza tecnico-finanziaria per accedere alle misure di intervento di finanza agevolata». Per i programmi di sviluppo rurale è importante mettere le imprese in condizione di progettare l intervento e di garantirsi il rientro. «isogna partire aggiunge Grassa da un business plan sostenibile per arrivare alla rendicontazione che spesso l'imprenditore agricolo non è in grado di seguire direttamente. Le sofferenze ribadisce spesso sono dovute a una non scientifica valutazione delle linee di credito e a un non razionale utilizzo delle risorse. In una parola bisogna favorire la cultura di impresa». +20% Record storico Le vendite all estero di spumante italiano nei primi 5 mesi del 2015 Settore primario. L agricoltura resta un pilastro indispensabile dell economia italiana I numeri 44,4 miliardi Gli impieghi agricoli Ripartono i finanziamenti, nel 2012 erano stati 43,5 miliardi Osservatorio. Secondo un indagine va a buon fine l 85% delle richieste di mutui Ismea: più fiducia nelle banche 5,6 miliardi Le sofferenze Però aumentano anche le sofferenze (+30% sul 2012) pper gli agricoltori l accesso al credito è sempre stato un buco nero della gestione aziendale. Ma negli ultimi anni ci sono stati sensibili miglioramenti. A rilevarli l Osservatorio sul credito dell'ismea che ha realizzato un indagine su un panel di 730 aziende rappresentative. Nel 2014, secondo l analisi, è aumentato il numero delle imprese che ha chiesto finanziamenti (dal 18,3% del 2013 al 25,3 per cento). Ed è cresciuta la quota di imprenditori che ha dichiarato di aver spuntato condizioni più favorevoli (dall'1,5 al 10%), contestualmente si è ridotta la pattuglia di coloro che denunciano un peggioramento (dal 35% al 29%). L Ismea segnala un altro dato significativo e cioè la migliore finalizzazione delle domande di credito. L 85,8% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver ottenuto il finanziamento, l 11% lo ha rifiutato per le condizioni troppo onerose e solo una percentuale bassissima, pari al 3,2%,si è vista opporre un no dalle banche a causa di garanzie ritenute insufficienti. Un miglioramento, secondo l Ismea, si rileva anche sulla qualità delle operazioni. Sono aumentate infatti le linee per il medio-lungo termine (oltre il 40%), mentre si sono ridotti gli agricoltori che si sono rivolti agli istituti bancari per prestiti finalizzati a finanziare l attività ordinaria. Restano però anche marginali le operazioni per l innovazione. I finanziamenti per l attività ordinaria sono concentrati soprattutto Franciacorta mentre - sottolinea la Coldiretti - i principali clienti sono, nell'ordine, gli Stati Uniti che fanno segnare un incremento della domanda del 49% e il Regno Unito con un balzo addirittura del 55 per cento. All'estero non si sono mai consumate così tante bollicine italiane che - ricorda la Coldiretti - lo scorso anno con 320 milioni di bottiglie stappate fuori dai confini nazionali hanno superato lo champagne francese le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie. Il risultato dello spumante italiano all'estero sostiene l'intero comparto del vino mentre è appena iniziata la vendemmia più precoce da oltre un decennio con una produzione stimata in aumento di almeno il 5% rispetto allo scorso anno, per un totale atteso di circa 44 milioni di ettolitri, con ottima qualità, secondo le prime stime della Coldiretti. Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e anticipato la raccolta 18mila Le imprese in difficoltà Il numero complessivo delle imprese agricole in sofferenza MARKA al Nord, al Sud quelli per investimenti di medio lungo termine. Ma resta un dato preoccupante e cioè tre imprese agricole su dieci non hanno informazioni sull accesso al credito, nel senso che non hanno rapporti con le banche per l'attività imprenditoriale. E le aziende più disinformate si registrano, secondo l indagine, nel settore dei seminativi e nell'olivicoltura. Sul piano territoriale i più informati sono al Nord. Per tutti le criticità vengono individuate nelle garanzie troppo onerose, nei tassi di interesse alti e nei tempi lunghi delle istruttorie. E sono in aumento le imprese in crisi di liquidità passate dal 17 al 18 per cento con le situazioni più critiche per gli allevamenti da latte. Under 40. Tutte le agevolazioni gestite da Ismea Un set di misure per incentivare le imprese giovani pè la nuova frontiera dell'agricoltura italiana. La pattuglia, per ora ancora ridotta, dei giovani imprenditori agricoli è lo zoccolo duro di una nuova agricoltura orientata al mercato e agli investimenti. E il trend di questi ultimi anni conferma il costante aumento di giovani che entrano nel mondo agricolo. Secondo gli ultimi dati elaborati dalla Coldiretti nel 2015 si registra un incremento record del 12% degli under 35 occupati nelle attività agricole. Ed è proprio la spinta dei giovani ad aver portato a oltre il 6% l'aumento dell'occupazione complessiva nel settore. La Coldiretti stima poi che le raccolte estive di quest'anno impegneranno oltre 200mila giovani. Per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro l'organizzazione agricola ha varato anche la prima banca dati autorizzata dal ministero del Lavoro «Jobincountry». Ma il problema per un giovane che vuole intraprendere l'attività è reperire le risorse necessarie per acquistare la terra o effettuare investimenti in un'azienda di famiglia. Alcuni strumenti ci sono e nel corso dell'anno sono stati ulteriormente rafforzati. Finanziamenti per le start up. L'ultimo intervento, presentato all'expo, un Fondo di investimento nel capitale di rischio gestito da Ismea che con un finanziamento di 20 milioni, è finalizzato alle start up agroalimentari capaci di proporre soluzioni innovative per il modello agricolo italiano. Per le start up, il Fondo assume partecipazioni di minoranza nel capitale aziendale (equity). Lo strumento si affianca al set di interventi gestiti da Ismea a favore degli under 40. Subentro e investimento. L'intervento è stato ritoccato con l'introduzione di mutui a tasso zero introdotti da Campolibero. Per l'operatività occorre un decreto attuativo del ministeri dell'economia e Finanze di concerto con il ministero delle Politiche agricole. Per questo l'ismea prende in esame solo le domande presentate fino a ieri (con le vecchie regole). Con il «mutuo a tasso zero» vengono finanziati progetti di subentro e/o di sviluppo aziendale a un giovane che subentra in un'azienda agricola o che sia già titolare di un'azienda da almeno due anni. I progetti finanziabili devono riferirsi ai settori della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Possono accedere under 40 anche organizzati in forme societarie. Il mutuo a tasso zero della durata massima di 15 anni copre fino al 75% della spesa ammissibile, per investimenti non superiori a Per quanto riguarda i progetti di sviluppo l'impresa beneficiaria, sempre condotta da un imprenditore in età tra i 18 ei 40 anni, deve essere attiva da almeno due anni. I progetti finanziabili sono appunto quelli finalizzati allo sviluppo o LA NOVITÀ Presentato all Expo un fondo da 20 milioni per finanziare le start up; in arrivo il nuovo regime per subentro e investimento consolidamento dell'azienda nei settori della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Le iniziative dovranno essere realizzate sull'azienda e perseguire almeno uno dei seguenti obiettivi: riduzione dei costi di produzione; miglioramento e riconversione della produzione; miglioramento della qualità; tutela e miglioramento dell'ambiente naturale o delle condizioni di igiene o del benessere degli animali. Primo insediamento. Un altro strumento «firmato» Ismea è il premio di primo insediamento che consente all'under 40 di ottenere un «abbuono» sugli interessi per un massimo di 70mila euro. La concessione del premio è subordinata al possesso dei requisiti previsti dai Piani di sviluppo rurale regionali e alla presentazione di un business plan che dimostri la sostenibilità economica e finanziaria dell'operazione. L'Ismea acquista strutture fondiarie e le rivende all'imprenditore con «patto di riservato dominio». Si può accedere a un finanziamento a tasso base europeo aumentato di 2,20 punti percentuali per la durata massima di 30 anni e un massimale di An.Cap. che si classifica come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l'anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto. Le stime della Coldiretti saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve e dall'andamento climatico del settimane precedenti la raccolta. In ogni caso lo stato fitosanitario dei vigneti è in tutta Italia molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è superiore a quella dello scorso anno. Le temperature record di luglio hanno però fatto aumentare l'impegno e i costi dei viticoltori che spiega la Coldiretti - per scongiurare il rischio siccità che inizia a farsi sentire in diverse zone hanno dovuto intervenire con mirate irrigazioni di soccorso specie nei vigneti più giovani. In Italia il vino e lo spumante generano quasi 9,5 miliardi di fatturato con 1,25 milioni di persone a vario titolo coinvolte. È il biglietto da visita del made in Italy agroalimentare nel mondo che probabilmente insieme al turismo è il settore che più di altri sta beneficiando dell'effetto traino dell'expo. Secondo una ricerca di Coldiretti per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall'industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, dai trasporti alle bioenergie. M.Mor. uildyourcareer

16 28 MASTER FULL TIME: LA CHIAVE DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO. Servizio clienti: tel. 06 (02) /6379 Gruppo24ORE Sabato 22 Agosto 2015 IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI CONTENZIOSO La scuola privata deve pagare l Ici Laura Ambrosi u pagina 17 LA SETTIMANA DI NORME & TRIUTI 1 MASTER LUXURY, FASHION & RETAIL MANAGEMENT Master Full Time ROMA, dal 25 NOVEMRE mesi di aula e 4 di stage Gruppo24ORE 24NormeTributi LUNEDÌ: Edilizia e ambiente, Il merito, Autonomie locali e Pa MARTEDÌ: Condominio MERCOLEDÌ: Diritto dell'economia GIOVEDÌ: Giurisprudenza / Il merito VENERDÌ: Incentivi e agevolazioni Lotta all evasione. La Corte dei conti, nel rendiconto generale dello Stato, certifica utilizzo e risultati dello strumento «sintetico» Redditometro, controlli dimezzati Nel 2014 accertamenti a quota contro nel Gettito sotto le attese Marco Mobili Giovanni Parente ROMA ROMA pla nuova mediazione tributaria mette nel mirino 78mila liti e punta a ridurre del 40% le cause tributarie in ingresso nelle Commissioni di primo grado. È l effetto potenziale calcolato sui dati 2014 dell allargamento dell istituto anche agli enti impositori diversi dall agenzia delle Entrate previste dal decreto attuativo della delega fiscale su interpelli e contenzioso, che ha ricevuto i pareri delle commissioni Finanze di Camera e Senato e si prepara a ritornare in Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva per un secondo esame. La mediazione tributaria si applica ora solo alle liti contro atti delle Entrate fino a 20mila euro. Con la modifica in arrivo, invece, diventerà un filtro obbligatorio al ricorso anche per le contestazioni che non arrivano dall Agenzia. È il caso, primo fra tutti, degli enti locali, dove le liti fino a 3mila euro rappresentano il 75% del totale. Molto spesso è la casa l oggetto del contendere, o meglio le imposte sugli immobili: dall Ici all Imu, senza dimenticare Tarsu e Tia sui rifiuti. Ecco perché è proprio su questo fronte che si gioca il maggior effetto «decongestionante» delle controversie in ingresso nelle Commissioni di primo grado. pda arma letale a residuato bellico per stanare gli evasori. A certificarlo è la Corte dei conti nell ultimo rendiconto generale dello Stato. I giudici contabili hanno messo in fila i numeri di controlli e risultati finanziari. Il tanto declamato (e tribolato) redditometro ne esce decisamente ridimensionato. Le verifiche del fisco incrociando le spese sostenute con i redditi dichiarati (in gergo tecnico si chiamano «accertamenti sintetici») sono state l anno scorso poco più di 11mila. Un dato che segna un crollo verticale sia rispetto al 2013 (-48,5%) sia rispetto al 2011 (-69,4%). Da un lato, si spiega, ha pesato il debutto molto complicato del nuovo redditometro: previsto da una legge di fine maggio 2010, attuato da un decreto di fine 2012, è diventato operativo solo lo scorso anno a causa della necessità di tutelare adeguatamente il trattamento dei dati personali dei contribuenti messi sotto osservazione, come ha fatto notare il garante della Privacy. Dall altro, le priorità nella lotta all evasione sono diventate altre: puntare molto di più sulla compliance e sfruttare quindi le nuove opportunità del ravvedimento operoso «lungo» previsto dall ultima legge di Stabilità. Non a caso, alcuni dei dati presenti in Anagrafe tributaria posti alla base della misurazione della ricchezza effettiva vengono ora «condivisi» con i contribuenti per consentire loro di adeguarsi spontaneamente. Nello spirito dell operazione «Accertamento cambia verso» voluta da Governo e amministrazione finanziaria, tra le righe del bilancio 2014 delle Entrate si legge che per l anno in corso «l Agenzia utilizzerà con la massima attenzione i diversi strumenti di ricostruzione presuntiva del reddito». In sostanza, il fisco chiede ai suoi uffici di tenere conto della «capacità diretta di selezione delle strutture operative in relazione alla platea di contribuenti presenti nel proprio territorio, nonché della disponibilità di nuovi IL PROGRAMMA L impiego sarà limitato in presenza di scostamenti significativi, oltre il 20%, tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata elementi informativi negli applicativi informatici». E quindi il redditometro sarà (o almeno dovrebbe essere) attivato solo in casi limite, ossia «nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi (oltre il 20%, ndr) tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata». Del resto, anche la fotografia scattata dalla Corte dei conti lascia pochi margini per intravedere uno scenario differente. Detto dei numeri sui controlli in calo, l immediata conseguenza è rappresentata dagli incassi che languono, tanto che tra risultati attesi e quelli effettivamente raggiunti il gap è abissale. Pur entrando nello specifico della distinzione tra vecchio e nuovo redditometro, i giudici contabili contestualizzano le entrate da controlli sulle partite Iva, detto in altri termini professionisti e piccoli imprenditori: «Gli accertamenti effettuati nel 2011, alla data del 31 dicembre 2014 hanno dato luogo a entrate per 188 milioni scrive la Corte ossia un quarto dei risultati attesi dopo le modifiche apportate all istituto dal Dl 78/2010». Infatti, il provvedimento che ha previsto il restyling del redditometro aveva anche preventivato performance di incassi: 741,2 milioni di euro nel 2011, 708,8 nel 2012 e 814,7 nel A questo va aggiunto che il decreto anticrisi dell estate 2008 «aveva previsto - come ricordano i giudici contabili - maggiori entrate, pur non iscritte in bilancio, attribuibili agli effetti di un piano straordinario di controlli finalizzati all accertamento sintetico, per 170 milioni per il 2009, 290 milioni per il 2010 e 520 milioni per il 2011». Va però precisato che l agenzia delle Entrate quantifica in 230 milioni la maggiore imposta accertata da tutti i controlli 2014 con il redditometro (mentre per il 2013 la Corte dei conti certifica una maggiore imposta accertata per 359 milioni). Naturalmente bisognerà aspettare per capire quante di queste contestazioni si tradurranno in incassi, perché il contribuente potrebbe scegliere la strada di ridefinire la pretesa (ad esempio con l adesione) o andare in contenzioso, passando in questo caso obbligatoriamente prima dalla mediazione per importi fino a 20mila euro (si veda il servizio in pagina). I risultati IL ILANCIO DEI CONTROLLI Vecchio redditometro Periodi d'imposta fino al 2008 Nuovo redditometro Periodi d'imposta dal 2009 I CONTRIUENTI CONTROLLATI Accertamenti sintetici su autonomi o persone fisiche titolari di reddito d'impresa % sul totale I RISULTATI In milioni di euro Effettivi I risultati finanziari conseguiti al 31 dicembre 2014* Le aspettative Maggior gettito atteso dall'aggiornamento del redditometro Fonte: elaborazioni su dati Corte dei conti Il potenziale Tante sono le liti che potrebbero passare dall estensione della mediazione. La maggior parte riguarderebbe gli enti territoriali Le nuove liti Nel 2014 le nuove liti avviate in Commissione tributaria provinciale sono state quasi 182mila. Di queste 127mila riguardano contenziosi di valore inferiore a 20mila euro 53,9% L indice di mediazione Su quasi 98mila istanze di mediazione, poco più di 45mila non hanno sortito effetti e sono finiti in Ctp 20mila Il valore della lite Resta confermato che la mediazione costituisce il filtro per gli atti di accertamento fino a 20mila euro ,9% 741,2 ** 708, ,8% ,4% 814, ,3% 0 100% 0 100% 0 100% 0 100% Delega fiscale. Verso l approvazione definitiva del decreto che estende il filtro obbligatorio alle liti sulle contestazioni degli enti territoriali su Ici, Imu etarsu La mediazione si estende ai tributi locali L IMPATTO Il meccanismo dovrebbe ridurre del 40% le cause che finiscono nelle Commissioni tributarie di primo grado D altronde i numeri parlano chiaro. Sulle 78mila nuove cause potenzialmente mediabili avviate dai contribuenti italiani l anno scorso, oltre quattro su dieci hanno riguardano imposte gestite da Comuni o altri enti territoriali. Nel bacino della mediazione allargata non rientreranno solo i ricorsi fino a 20mila euro contro gli enti diversi dalle Entrate ma anche le liti di valore indeterminabile in ambito catastale: si tratta di tutte quelle cause relative al classamento o all attribuzione della rendita che finora non rientravano nell ambito applicativo del reclamo/ mediazione. L altra grande novità è l estensione anche a Equitalia e agli altri agenti della riscossione. Naturalmente si tratta di soggetti che non hanno la disponibilità del tributo, quindi la procedura varrà soltanto nei casi, ad esempio, di vizi propri delle cartelle di pagamento emesse o impugnazione di fermi di beni mobili registrati o di ipoteche. Anche in queste circostanze, pertanto, si lascia spazio all autotutela per l annullamento parziale o totale dell atto di riscossione (o collegato) emesso. Come anticipato, l effetto complessivo a livello potenziale della mediazione allargata riguarda circa il 43% di tutto il nuovo contenzioso in ingresso. Ma l esperienza delle Entrate insegna che l indice di mediazione è molto variegato sul territorio (si va dal 67,8% di Trento al 41,5% in Calabria, con una media nazionale del 53,9%) e riflette una diversa propensione a far pace e a evitare il contenzioso. Comunque l ampliamento della mediazione voluto dal Governo con l attuazione della delega resta una vera e propria scommessa, su cui la stessa relazione illustrativa al provvedimento sottolinea la necessità di organizzare le strutture per il pieno successo dell operazione taglia-liti. Se è vero che mancano un organo terzo (perché non è mai stato previsto dalle norme), le Entrate hanno una divisione ad hoc che si occupa di esaminare gli atti reclamati ed è Il quadro QUOTIDIANO DEL FISCO Meno obblighi per le garanzie sui rimborsi Iva Sul Quotidiano del Fisco tutti i giorni l'offerta informativa del Gruppo Sole 24 Ore in materia tributaria. Il Quotidiano del Fisco offre una panoramica completa di notizie e approfondimenti per gli operatori professionali. Oggi un articolo di Gaetano Manzi sui rimborsi Iva, semplificati dal Governo anche per chiudere una procedura d infrazione. Restyling della normativa di riferimento Variazione 13/14 48,5% Variazione 11/14 69,4% Variazione 13/14 46,8% Variazione 11/14 66,4% *dati aggiornati al 4 febbraio 2015; **il Dl 112/2008 aveva previsto maggiori entrate (pur non iscritte in bilancio) per il 2011 pari a 520 milioni come effetto di un piano straordinario di controlli finalizzati all'accertamento sintetico diversa da quella deputata ad emettere gli atti di accertamento. Per gli altri enti, invece, il debutto della mediazione fino a 20mila euro rischia di diventare un onere aggiuntivo nell organizzazione interna. La norma dello schema di Dlgs volutamente lascia ampi spazi gestionali per la futura trattazione dei reclami ma nulla dispone sulla concreta operatività, soprattutto se si pensa, per esempio, ai Comuni di piccole o micro-dimensioni. Dove, oltre all aspetto logistico e del personale chiamato a trattare le istanze di mediazione, c è la questione «morale» legata alla stretta contiguità tra l ufficio che accerta ed emette l atto impositivo rispetto a quello che sarà poi tenuto a riesaminarlo e nel caso ad annullarlo in tutto o in parte. Potrebbe anche non finire qui. A chiedere un ulteriore allargamento del perimetro della mediazione è stata la commissione Finanze del Senato che, tra le osservazioni del parere positivo allo schema di decreto legislativo, auspica un innalzamento della soglia: da 20mila a 50mila euro. Una richiesta che, considerati i problemi organizzativi dei piccoli enti, riguarderebbe una mole di cause tale da creare difficoltà gestionali anche a strutture organizzate come quella delle Entrate. M.Mo. G.Par. L ANALISI Mauro Meazza Un cambio di strategia per scelta e per necessità Forse era nato sotto una cattiva stella, forse è stato superato - come è capitato in questi anni a molte attività - dall avanzata delle tecnologie. Per quanto la prima ragione non sia da escludere - ne diremo più oltre - il declino del redditometro come strumento principe dell accertamento e soprattutto come spauracchio supremo dell amministrazione nei confronti dei contribuenti, si deve più probabilmente alla maggiore disponibilità di dati e alla possibilità di un loro migliore utilizzo: l anagrafe dei conti correnti, andata a regime solo quest anno, i limiti al contante e gli obblighi di pagamenti tracciabili, il ricorso sempre più massiccio alle comunicazioni telematiche possono offrire oggi visioni più precise e penetranti per far emergere le difformità tra quanto si dichiara e come si vive. Per di più, il redditometro nella versione 2.0, quella attualmente in uso (o in disuso), oltre a essere finito subito nel mirino dei giudici, non solo tributari, ha anche la necessità di un prolungato contraddittorio con il contribuente prima di arrivare a una composizione del contrasto. Insomma, prima di arrivare a un qualche incasso per l Erario. Così inquadrato, non sorprende allora più di tanto il diminuito interesse per lo strumento. Risulta, se non più efficace, perlomeno più conveniente quanto a sforzi degli uffici il ricorso ad altri strumenti per stimolare la fedeltà fiscale. Le recentissime modifiche a tempi e modalità del ravvedimento operoso, offrendo più soluzioni e concedendo più tempo per chiudere le contestazioni, vanno ugualmente in questa direzione. E si coniuga bene con l immagine di una politica di accertamento meno rapace e più duttile rispetto alle esigenze dei contribuenti in difetto. Il che, però, ci riporta alla cattiva stella di cui si diceva all inizio. Il redditometro nato tra il 2010 e il 2012 doveva sostituire quello disegnato vent anni prima, nel 1992, per offrire un approccio più completo e flessibile ai controlli. Rispetto al predecessore del 1992, contemporaneo dei 740 lunari e della trasmissione ancora cartacea degli allegati alle dichiarazioni, quello del ventunesimo secolo aveva promesso di essere più scientifico e meno ancorato a SUL LUNEDÌ Fisco CONTENZIOSO Sponsor salvo anche con ricavi invariati Secondo i giudici di merito, il mancato aumento dei ricavi non comporta sempre l indeducibilità delle spese di sponsorizzazione sostenute dall imprenditore. presunzioni non più attuali. L elenco che conteneva cavalli da corsa, roulotte e riserve di caccia si è così declinato su un ventaglio molto più ampio, includendo spese per attività sportive, soggiorni di studio all estero e anche spese di tipo più quotidiano quali gli elettrodomestici, il riscaldamento, l arredo. Ma proprio sull utilizzo poco comprensibile di algoritmi e sulle voci ordinarie di spesa, che in origine si volevano desumere dalle medie Istat, il nuovo redditometro ha trovato i primi inciampi: finito sotto le censure dei giudici e del Garante della Privacy, ha effettivamente debuttato in versione alleggerita («soft», sintetizzava Il Sole 24 Ore del maggio 2013), specie per la parte che riguarda l attribuzione di spese soltanto presunte da medie statistiche. Seppure ridimensionato, il FALSA PARTENZA Il meccanismo dei controlli immaginato nel 2010 ha mostrato da subito limiti applicativi nuovo redditometro si è però visto attribuire, già dal 2013, una capacità di gettito di oltre 800 milioni. Obiettivo notevole, per un tipo di controlli che l agenzia delle Entrate aveva da subito indicato in 35mila, ossia uno 0,5% dei controlli eseguiti ogni anno. E se infine consideriamo che le basi normative della riforma del redditometro sono state poste nel 2010 (anno già di crisi economica e non più solo finanziaria) e l impianto è stato concluso nel 2012, dopo l autunno drammatico dello spread e del passaggio al governo tecnico, allora vien da pensare che davvero non poteva essere uno strumento fortunato. LA PAROLA CHIAVE Redditometro 7Il redditometro è uno strumento antievasione per accertare i redditi dei contribuenti persone fisiche. Nel nuovo redditometro è prevista una soglia di tolleranza del 20% (per il vecchio era il 25%) tra tenore di vita ricostruito dal fisco in base alle spese sostenute e redditi dichiarati ma anche il contraddittorio obbligatorio tra ufficio e contribuente prima dell accertamento. In realtà gli uffici delle Entrate procedono anche a un secondo confronto se le spiegazioni fornite sono risultate poco convincenti prima di arrivare alla proposta di accertamento con adesione. Diritto REATI Messa alla prova a maglie strette L istituto della messa alla prova incontra un primo, rilevante ostacolo quando l imputato chiede di beneficiarne in modo selettivo, soltanto per alcuni dei reati di cui è accusato.

17 Il Sole 24 Ore Norme e tributi 17 FISCO E SENTENZE Immobili. Per la Ctp di Catania basta la categoria catastale a salvare dall imposta la residenza religiosa Esente da Ici il convento delle suore Il tributo è invece dovuto per l immobile destinato a scuola Laura Ambrosi pla scuola di proprietà dell ente ecclesiastico deve pagare l Ici, poiché non si tratta di un attività religiosa per la quale spetta l esenzione dal tributo. Nel convento, invece, è implicito l esercizio del culto e pertanto anche senza alcuna dimostrazione, spetta il beneficio. Ad affermarlo è la Commissione tributaria provinciale di Catania con la sentenza n /02/15, che arriva dopo le recenti pronunce della Cassazione (si veda il Sole 24 Ore del 1 agosto). Un Comune aveva accertato l omesso versamento Ici per dei fabbricati di proprietà di un ente ecclesiastico, quali una scuola, un convento ed un magazzino. Il provvedimento veniva impugnato dall ente ecclesiastico, in quanto la norma sull Ici prevede l esenzione per tali categorie immobiliari quando utilizzate per scopi istituzionali. Il Comune rilevava che il beneficio non spettava poiché gli immobili non erano destinati in via esclusiva allo svolgimento dell attività di religione e, in ogni caso, con riferimento al convento, non era stata indicata la percentuale dello stabile adibita esclusivamente all esercizio di culto. L articolo 7 del decreto Ici prevede che sono esenti dall imposta i fabbricati, e le relative pertinenze, destinati esclusivamente all esercizio del culto. Il Collegio catanese, in parziale accoglimento del ricorso, ha innanzitutto osservato che ai fini della esenzione occorre che nell immobile vi sia lo svolgimento diretto dell attività di assistenza o di altre attività equiparate da parte di un ente (pubblico o privato) che non abbia come oggetto esclusivo o principale l esercizio commerciale. Nella specie, con riguardo al fabbricato adibito a scuola e come tale utilizzato da parte dell ente proprietario, il Giudice ha rilevato che non era rinvenibile una connessione con un ipotetica attività assistenziale o previdenziale né tanto meno religiosa o di culto. Idem per il magazzino. Il convento, invece, rispondeva a tutti i requisiti postidalla norma, poiché era utilizzato a fini di culto, destinato cioè alla formazione del clero, dei religiosi, alla catechesi e all educazione cristiana. Per tali ragioni, il fabbricato poteva interamente beneficiare dell esenzione dall imposta e ciò anche in assenza di una concreta dimostrazione da parte dell ente. Tribunale Milano. L ordinanza cautelare vincola i contratti in essere e futuri di Fineco Anatocismo, accolta la class action Alessandro Galimberti MILANO psull anatocismo (si veda «Il Sole 24 Ore» del 20 agosto) il tribunale di Milano va avanti per la sua strada. La Sesta civile, decidendo su un ricorso d urgenza dell Associazione Movimento consumatori, ha accordato la tutela cautelare intimando a Finecobank spa di fermare «qualsiasi ulteriore forma di anatocismo degli interessi passivi». La misura, adottata a fine luglio nella class action intentata dai consumatori, ha ovviamente effetto immediato e va a incidere I PRECEDENTI La Cassazione è intervenuta in luglio sugli istituti paritari con due sentenze i cui principi sono richiamati nella pronuncia catanese sui contratti di conto corrente Fineco e sul servizio accessorio Multicurrency. L anatocismo - cioè il calcolo degli interessi sugli interessi - dovrà essere disapplicato sia sui contratti in essere sia su quelli stipulati in futuro. Finecobank, tra le altre incombenze, è tenuta anche a dare pubblicità all ordinanza del giudice Monte sulla homepage del proprio sito web. La decisione del tribunale di Milano arriva praticamente in contemporanea con quella - di segno opposto - notificata a inizio agosto dai colleghi di Torino al Movimento consumatori, nel contenzioso aperto con anca del Piemonte, Secondo la corte torinese mancherebbero i presupposti per un intervento cautelare in materia di anatocismo e, inoltre, in attesa della delibera regolamentare prevista dalla legge, è scorretto anticipare il divieto di capitalizzazione degli interessi. Con una lettura ortodossa dell articolo 120 del Testo unico bancario (Tub), il tribunale piemontese rimanda la questione degli interessi sugli interessi alla emanazione della delibera del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr), condizione invece esclusa dai colleghi togati di Milano. Questi infatti a più riprese hanno stabilito che - a valere dal 1 gennaio 2014 e a prescindere dall adozione della delibera del Cicr - le banche non possono calcolare gli interessi sugli interessi per i nuovi contratti e per quelli già in essere. Nella lunga motivazione del provvedimento, deciso in camera di consiglio il 17 luglio scorso, la corte torinese fornisce invece una lettura unitaria dell articolo 120, mentre la giurisprudenza Tra le righe della sentenza si rilevano due principi particolarmente rilevanti in materia. Innanzitutto, per gli immobili nei quali è possibile lo svolgimento di plurime attività, come ad esempio la scuola, occorre che l ente dimostri, ai fini dell esenzione, ciò che viene concretamente svolto. In questo caso l attività scolastica, non era equiparabile ad attività religiose o di culto, tipiche dell ente ecclesiastico e pertanto ne è stato negato il beneficio. È verosimile, invece, che ove l ente avesse dimostrato di svolgervi un attività di formazione esclusivamente religiosa, ad esempio, e non a scopo commerciale, sarebbe stata legittimata a non versare Ici. Con riferimento al convento, invece, pare che la sola categoria catastale sia stata di per sé sufficiente a consentire il beneficio. Il Collegio, infatti, pur in assenza delle prove richieste dal Comune sull effettivo utilizzo ai fini di culto, ha riconosciuto l esenzione, e ciò è presumibile che derivi dal presupposto che in tali locali difficilmente possa svolgersi un attività differente. La decisione, peraltro, è in linea con il recente orientamento espresso dalla Corte di Cassazione che con le sentenze e 14226/2015 ha affermato che l esenzione prevista ai fini Ici è subordinata alla compresenza di un requisito oggettivo, rappresentato dallo svolgimento esclusivo nell immobile di attività di assistenza e di un requisito soggettivo, costituito dal diretto svolgimento da parte di un ente pubblico o privato che non abbia come oggetto esclusivo o principale l esercizio di attività commerciali. Quest ultimo va provato in concreto, a cura del contribuente, dimostrando che l attività cui l immobile è destinato non è svolta in regime di impresa. lombarda privilegia la sola lettera b) («gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale». Per il tribunale di Torino «la norma, proprio in base all interpretazione letterale, non intende essere immediatamente precettiva, in quanto rimanda a una delibera del Cicr le modalità e i criteri per la produzione degli interessi ponendo peraltro dei limiti alla normativa di rango inferiore e cioè prescrivendo che la stessa dovrà osservare il divieto di anatocismo». In sostanza il tribunale di Milano sta anticipando oggi gli effetti di un esito che appare comunque vincolato. Immobili. La fatturazione dell elettricità Energia, Iva scontata nei condomini-abitazione Vincenzo Vecchio pl Iva sulle forniture di energia elettrica ai condomìni (per le parti comuni) pone agli amministratori il problema dell individuazione corretta dell aliquota in tre diversi momenti: alla prima attivazione, quando si passa ad altro gestore se, in un condominio a destinazione esclusivamente abitativa, un condòmino cambia destinazione alla sua unità immobiliare. Ministero delle Finanze e agenzia delle Entrate hanno più volte precisato che l uso domestico, che dà diritto all Iva agevolata al 10%, si verifica solo se i consumatori finali, che impiegano l energia elettrica, la usano esclusivamente nella propria abitazione privata. Se nel condominio non ci sono unità immobiliari con destinazione diversa dall abitativa la fornitura alle parti comuni condominiali viene assoggetta all aliquota ridotta. La Direzione regionale della Lombardia dell agenzia delle Entrate, rispondendo di recente a un amministratore di condominio (interpello /2015), che presentava una situazione di coesistenza tra unità abitative e altre a destinazione diversa, confermava l applicazione dell aliquota del 22%. Nella risposta veniva richiamata la risoluzione n. 150/E del 2004: ove non sia possibile determinare la parte di energia impiegata negli usi domestici, per mancanza di distinti contatori, l imposta applicabile sull intera fornitura è quella ordinaria e ciò a prescindere dalla prevalenza o meno delle superfici destinate ad uso abitativo. Se in un condominio a destinazione abitativa un condòmino cambia destinazione d uso della sua unità immobiliare, ne consegue la variazione dell aliquota, che passa al 22% per tutta la fornitura. Questo, però, rischia di innescare un contenzioso con gli altri condòmini, che potrebbero pretendere che il maggiore onere derivante dal cambiamento di destinazione debba essere sostenuto da chi, con la variazione, ha determinato l incremento dell aliquota. Tale tesi non è però sostenibile, in quanto il condòmino che ha mutato destinazione al suo immobile ha esercitato un diritto (se il regolamento condominiale contrattuale non lo vieta). L articolo 1122 del Codice civile, che disciplina le opere su LA RISPOSTA DELL AGENZIA Per la Dre Lombardia basta che un solo condòmino abbia un immobile a uso non domestico per alzare l imposta al 22% parti di proprietà o uso individuale, vieta l esecuzione di opere che rechino danno alle parti comuni. Se si ritiene che il concetto di parte comune sia relativo esclusivamente alle parti materiali dell immobile e agli impianti tecnologici, il danno economico derivante dall incremento dell Iva non deve essere risarcito. Il condòmino ha cioè posto in essere un atto legittimo le cui conseguenze, sul piano fiscale, passaggio dell Iva dal 10% al 22%, sono automaticamente determinate dalle leggi. Certamente la soluzione data dall agenzia delle Entrate non è equa ma risponde comunque all esigenza di avere un orientamento chiaro, anche se determina il sorgere di conflitti. Cassazione Incentivi all esodo con Irpef agevolata pil dipendente ha diritto al rimborso Irpef sulle somme percepite come incentivo alle dimissioni anche se gli accordi aziendali non prevedevano una finestra temporale per l adesione al piano. Lo ha stabilito la Sesta civile della Cassazione (sentenza 17060/15 depositata il 20 agosto) respingendo il ricorso dell agenzia delle Entrate contro un dipendente regionale del Piemonte. Questi si era rivolto alla commissioni tributarie locali - ottenendo ragione in entrambi i gradi - per ottenere il rimborso del 50% dell Irpef trattenuta alla fonte, considerato il diritto scaturente dall aver aderito a un piano di incentivi all esodo. Sebbene si trattasse di un accordo individuale, e tra l altro successivo all abrogazione dell articolo 19 bis comma 4 del Dpr 917/86 (avvenuta con la legge 223/2006) il contribuente sosteneva di aver diritto al regime transitorio. Diritto contestato dall Agenzia, che ha presentato ricorso di legittimità, ma riconosciuto dalla Cassazione. I giudici, pur muovendo dalla inammissibilità del ricorso stesso, hanno però sottolineato «per esigenze nomofilattiche» che, per quanto la deroga transitoria sia eccezionale e richieda un interpretazione strettissima, ciò non autorizza la riduzione del suo campo applicativo «mediante l inserimento di limiti non previsti dalla legge», quale appunto una finestra temporale per l adesione al piano aziendale di incentivi. A.Gal. Penale. Limite confermato anche in caso di pedinamento iniziato nel comune di lavoro Per i vigili niente arresti «in trasferta» Maurizio Caprino pi vigili urbani, pur avendo funzioni di polizia giudiziaria, non possono effettuare arresti fuori dal territorio del Comune di appartenenza. Un principio già stabilito espressamente dall articolo 57 del Codice di procedura penale e ora ribadito dalla Cassazione - con la sentenza 35099/2015, depositata ieri - anche per il caso in cui l arresto in trasferta avvenga alla fine di un pedinamento iniziato nel proprio territorio comunale. La sentenza evidenzia anche l altro limite cui sono soggetti tutti gli appartenenti ai corpi di polizia locale, cioè quello di poter operare solo durante di servizio; va però aggiunto che questo limite può non essere valido per le funzioni di polizia stradale. Il caso su cui ha deciso la Cassazione riguardava un vigile arrestato dai suoi colleghi per truffa aggravata, perché risultato assenteista. Per provare il reato, i colleghi si sono appostati vicino all apparecchio conta presenze del comando, accertando che l imputato aveva strisciato regolarmente il suo badge ma poco dopo era uscito dall ufficio. Seguendolo, hanno documentato che era tornato a casa, in un paese vicino. Lì lo hanno arrestato. Un arresto che, L ECCEZIONE Gli agenti locali hanno potere solo nelle ore di servizio ma un anno fa il Tribunale di Parma ha deciso che ciò non vale per le multe stradali per il tipo di reato, era facoltativo (articolo 381 del Codice di procedura penale). Ma che è stato dichiarato illegittimo proprio per questioni di competenza territoriale. All obiezione secondo cui l arresto in trasferta è reso possibile dalla legge sulla polizia locale (la 65/1986, articolo 5) anche in flagranza, la Cassazione risponde che il caso in questione è diverso: un pedinamento organizzato e pianificato nei confronti di una persona che esce tranquillamente dall ufficio non è un inseguimento a un criminale che scappa e che quindi diventa urgente catturare. La sentenza - nel richiamare l articolo 57, comma 2, lettera b) del Codice di procedura penale - ricorda anche il limite temporale delle funzioni di polizia giudiziaria dei vigili, che coincide con il loro orario di servizio, mentre gli appartenenti ai corpi dello Stato sono da considerare sempre in servizio, anche fuori dall orario in cui sono di turno. Un principio che spesso viene seguito anche riguardo ai servizi di polizia stradale espletati dai vigili. Ma ciò non è affatto pacifico. Infatti, un anno fa (sentenza sulla causa 6269/11, depositata il 29 luglio 2014), il Tribunale di Parma ha riconosciuto valido l accertamento di due infrazioni (velocità pericolosa e invasione della corsia opposta) effettuato da un vigile fuori servizio che si trovava come passeggero su una vettura che stava per essere travolta da quella del trasgressore. Alla base di questa decisione c è la semplice constatazione che la legge 65/1986 non prevede esplicitamente limiti di orario. Visto che essi sono stabiliti solo dall articolo 57 del Codice di procedura penale e che questa norma tocca solo l «accertamento dei fatti di reato», non ci sono limiti per le infrazioni stradali. O, perlomeno, per la loro grande maggioranza, che ha natura di illecito amministrativo, non penale. Nella prassi seguita finora, invece, spesso si è ritenuto di assorbire le funzioni di polizia stradale in quelle di polizia giudiziaria. Quindi i vigili fuori servizio hanno rinunciato a procedere o si sono visti annullare i verbali. Diritti d autore. Se viene chiesta la visione in un contenzioso Il progetto può avere omissis Guglielmo Saporito pl opera d ingegno del professionista va tutelata e per questo l esibizione a terzi dei suoi elaborati va limitata. Lo sottolinea la sentenza del Tar Marche 626 di ieri, definendo il rapporto tra diritto d autore ed accesso agli atti custoditi pubblica amministrazione. Nel caso esaminato, un ente di bonifica aveva approfondito alcuni fenomeni idraulici (impaludamento), giungendo a conclusioni non condivise da uno dei proprietari delle aree interessate. Ne è sorta una controversia, con richiesta di visionare ed estrarre copia dello studio geologico; richiesta accolta solo in parte. Situazioni analoghe emergono con gli atti di pianificazione, quando vi sono studi, ricerche e calcoli che possono interessare più proprietà e quindi potenzialmente utili a più professionisti. In questi casi occorre tutelare la proprietà intellettuale, con le norme sul diritto d autore e del Codice civile (articolo 2575). Per risolvere il caso, il Tar marchigiano ha quindi consentito un accesso parziale, coprendo alcuni passi di dettaglio della consulenza. Secondo i giudici, le norme sulla proprietà intellettuale sono funzionali a garantire gli interessi economici dell autore, mentre la normativa sull accesso (legge 241/1990) è funzionale a garantire altri interessi. E solo nei limiti di tali ultimi interessi va consentita la visione e l'estrazione di copia. In altri termini, né il diritto di autore né la proprietà intellettuale precludono la riproduzione, ma va impedita la riproduzione che consenta uno sfruttamento economico dell opera d ingegno. Ciò significa che, quando l accesso agli atti non lede il diritto all uso economico esclusivo dell opera, l esibizione va consentita, sia come visione sia come estrazione di copia. Fermo restando che le informazioni possono essere ottenute solo in correlazione con l interesse fatto valere per ottenere la copia. Appunto per garantire i diritti del professionista, la copia può essere fornita coprendo o estrapolando le parti, quali quelle dalle quali possa desumersi il metodo di indagine seguito dal professionista. Soluzioni analoghe con secretazione parziale sono già state adottate nei procedimenti antitrust, nei quali va garantita la riservatezza di informazioni di carattere personale, commerciale, industriale e finanziario (ad esempio sul commercio di cosmetici o di prodotti discografici, Consiglio di Stato, sentenze 2513/2015 e 652/2001). Stesso procedimento a livello comunitario, quando l accesso è limitato in caso di conflitti imprenditoriali su documenti segreti (Corte di giustizia, sentenza sulla causa C - 107/82-83, tra AEG e Telefunken; Tribunale Ce, T - 30/91, 29 giugno 1995, sulla Solvay). Identico principio di secretazione parziale è infine adottato anche nelle gare di appalto (articolo 13, comma 5, lettera a, del Dlgs 163/2006), quando il concorrente secondo classificato contesti il pregio delle migliorie offerte dal vincitore, e tenta di dimostrarne l irrealizzabilità: l accesso va garantito perché necessario a fini difensivi, ma non può violare segreti industriali. Quindi (Tar Lazio, sentenza 2064/2008) vi è accesso sui progetti di realizzazione di una residenza per anziani, ma non (Tar Marche sentenza 116/2015 e Milano 2857/2014) per conoscere il know how o le modalità di funzionamento di alcune fontane pubbliche date in appalto da un Comune.

18 18 Commenti e inchieste DIRETTORE RESPONSAILE Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De iasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) SUPERDESK CARTA-DIGITAL: Caporedattori responsabili: Marina Macelloni e Guido Palmieri Ufficio centrale: Daniele ellasio, Giuseppe Chiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Giorgio Santilli, Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza SUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA FINANZA: Christian Martino UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSAILI DI SETTORE: Luca enecchi, Luca De iase, Jean Marie Del o, Attilio Geroni, Laura La Posta, Armando Massarenti, Lello Naso, Francesca Padula, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Stefano Salis, Giovanni Uggeri, Paolo Zucca SOCIAL MEDIA EDITOR: Michela Finizio, Marco lo Conte (coordinatore), Vito Lops e Francesca Milano PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: enito enedini AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Nei campi inizia il rinnovamento CRESCE IL CREDITO AGRARIO Idati sul credito agrario confermano l onda positiva dell agricoltura che, nonostante i venti di crisi, ha mantenuto alta la bandiera. Se si esclude la gelata di agosto sul Pil, l andamento del settore ha marciato in controtendeza rispetto al resto delle attività produttive. La voglia di investimento delle imprese proiettate verso il rinnovamento (anche generazionale) è alla base delle buone performance delle impieghi, che nell ultimo triennio sono cresciuti, arrivando a quota 44,4 miliardi da 43. Un miliardo di incremento rilevante per un settore che storicamente lamenta la difficoltà di accesso al credito. Ma il vento è cambiato e i rapporti con il sistema finanziario sono migliorati. Anche se suona un campanello d allarme. Le sofferenze che hanno segnato un balzo del 30% rappresentano una pesante ipoteca sullo sviluppo. Il momento dunque è delicato. Da un lato la spinta a innovare e qualificare la produzione agricola invidiata (e copiata) da tutto il mondo, dall altro il rischio di un irrigidimento degli istituti bancari che potrebbero alzare l asticella per gli agricoltori. In questa fase dunque servono non solo finanziamenti ma anche assistenza e servizi a tutto tondo. (An.Cap.) La sfida di restare filiera manifatturiera IL CROLLO DELLA SIDERURGIA La caduta libera dell acciaio italiano non è purtroppo una novità. La congiuntura mondiale certamente non aiuta. Il rallentamento dell economia globale determina una flessione a valle della siderurgia e fin qui non c è niente di nuovo sotto il sole. Tutto secondo programma. Quello che invece preoccupa è il dato italiano, l entità del callo della produzione siderurcia. Circa il 10% cumulato dall inizio dell anno rispetto a un calo di circa il 2% del mercato globale. In un anno, bisogna sottolinearlo, che ha come punto di riferimento un 2014 già disastroso. I motivi sono macroscopicamente evidenti. Primo fra tutti la crisi dell Ilva, che dal 2011 è passata da 8,4 a 6,2 milioni di tonnellate prodotte. Poi l ex Lucchini di Piombino che ha spento gli altoforni e attende il rilancio algerino. Infine Ast Terni che paga la crisi indotta dalla confusione sul controllo della società. Ma il nodo vero è l Ilva. Sull Ilva il Paese si gioca buona parte della sfida di poter rimanere filiera manifatturiera. Ma la progressiva perdita della produzione è nei dati. Occorre invertire la rotta. Perdere Taranto non vuol dire perdere solo l acciaio. Il possibile lieto fine delle banche IL CASO AN AMRO Abn Amro sembra dimostrare che un lieto fine è possibile: sette anni dopo la crisi, il salvataggio da parte del Governo e una drastica cura dimagrante, la banca olandese procede a passo rapido verso l Ipo entro la fine dell anno. I risultati positivi annunciati ieri, con utili quasi raddoppiati e una riduzione del 90% dei crediti inesigibili, confermano che Abn Amro si è rimessa in carreggiata. Un altra grande vittima della crisi finanziaria, Royal ank of Scotland, era crollata proprio a causa dell incauto takeover da 70 miliardi di euro di Abn Amro nel Anche Rbs era stata salvata a caro prezzo dal Tesoro britannico, che come quello olandese ha ridimensionato l istituto eliminando ogni ambizione internazionale. Pochi giorni fa Londra ha venduto una prima tranche da 2 miliardi di sterline di azioni Rbs in attesa di una piena privatizzazione. Il Governo irlandese punta a fare lo stesso con Allied Irish anks. Il ritorno delle privatizzazioni nel settore bancario è un segnale positivo di normalizzazione del mercato dopo la devastazione della crisi finanziaria. (N.D.I) Lettere Grazie all autonomia musei più fruibili e generosi nei servizi Fino ad alcuni giorni fa non mi ero reso conto di quanto siamo patrioti. Le polemiche sulle nomine di stranieri alla guida di alcuni musei italiani mi hanno divertito, la nostra storia è piena di guerre fratricide con alleanze di volta in volta diverse contro il confinante. Ora ci stracciamo le vesti per queste nomine! Quello che mi ha dato fastidio o, se preferiamo, mi ha lasciato perplesso sono i compensi: la fascia più alta prevede un compenso di 148mila euro, qui mi sono arrabbiato pensando a quanto percepiscono i sindacalisti, i nostri rappresentanti nella Provincia, alla Regione, al Parlamento, all interno dei ministeri, a quanto percepisce il barbiere al senato etc. Mi posso porre la seguente domanda perché non apriamo agli stranieri anche in altri ambiti? Marco Nagni Falconara Marittima (AN) I DIATTITI SUI LOG DEL SOLE 24 ORE Qualche anno fa, è stato nominato Governatore della anca d Inghilterra un canadese, Mark Carney. Non vedo dove sia lo scandalo se un canadese (di nascita) sia nominato a dirigere rera, assieme ad altri cittadini europei che guideranno alcuni musei e aree archeologiche importanti. Del resto, siamo stati tranquillizzati in questi giorni sul fatto che numerosi studiosi italiani hanno o hanno avuto importanti responsabilità all estero in campo culturale. Mi pare anche che le procedure per la designazione siano state trasparenti, tali da creare un precedente che, in effetti, si potrebbe applicare ad altri ambiti: non perché gli italiani non siano bravi, ma perché spesso sono invischiati in appartenenze e giochi di potere che sarebbe meglio scardinare (e qui non penso agli storici dell arte, ma a molti super-burocrati). Comunque, anche alla Scala, per rimanere in ambito culturale, al termine di una selezione pubblica è stato nominato Soprintendente un austriaco. Insomma, molte polemiche di queste ore mi sembrano davvero speciose; e mascherano dietro lo sdegno per la provenienza estera (ma non dobbiamo essere aperti e meticci?) l autentica preoccupazione, quella relativa alla effettiva novità delle norme Franceschini, ossia l autonomia dei musei, che potrebbe avere (finalmente) effetti dirompenti. Mi sembra stano, di queste polemiche, che nessuno ricordi adesso la condizione di estrema arretratezza dei nostri musei, per nulla dovuta, peraltro, ai precedenti direttori e Sovrintendenti che hanno esercitato la propria funzione spesso con eroica fermezza, ma al mix perverso fatto di disinteresse pubblico, disinvestimento, rigidità burocratiche, vincoli sindacali e vogliamo ricordarlo? dell indifferenza dei privati che (tranne poche, lodevoli e faticosissime eccezioni) né visitano né sponsorizzano i musei e le aree archeologiche italiani. Aggiungo che l arretratezza, a mio parere, non si misura negli scarsi ricavi (in tutto il mondo i musei chiuderebbero se dovessero affidarsi solo ai biglietti), ma nella estraneità che (di nuovo, tranne pochissime eccezioni) essi mantengono rispetto alla società esterna. I nostri musei attraggono solo turisti e studenti deportati, non famiglie che li sentano luoghi di cultura ma anche di svago e di identità. L autonomia dovrebbe servire appunto a rendere i musei più fruibili, più sensibili alle esigenze del mondo esterno, più capaci di comunicare, più generosi nei servizi che offrono. Ma qui mi aspetto la prossima polemica, quella che non mancherà di denunciare la trasformazione dei musei in Disneyland (e anticipo io una domanda: ma al Louvre e al Met ci siete mai stati?). Fra Palmira e Parigi Se Khaled al Asaad, l archeologo che per 50 anni è stato il capo del sito archeologico di Palmira e che è stato decapitato dall Isis, fosse stato il direttore di un museo di Parigi o New York o erlino le nostre città si sarebbero fermate e, indignate, sarebbero scese in piazza. Invece la morte cruenta del direttore del sito di Palmira più di qualche bandiera a mezz asta non ha lasciato. L indifferenza dell Occidente è pericolosa. Non ci accorgiamo della deriva che i fatti prendono, eppure l Isis è lì dietro, a poche migliaia di chilomentri da noi. Lettera firmata Ci sono funerali e funerali Il parroco del funerale in stile Padrino organizzato a Roma per Vittorio Casamonica ha detto che rifarebbe il funerale. Questa affermazione mi fa venire in mente le polemiche che hanno accompagnato la morte di Piergiorgio Welby. Ammalato di distrofia muscolare, Welby è deceduto grazie a un medico che l ha aiutato. Per questo motivo non gli furono concesse le esequie religiose. Mi chiedo se un eventuale funerale di Welby in Chiesa non avrebbe avuto più senso, più dignità della messa in scena alla quale abbiamo assistito a Roma. Secondo me, che pure frequento di rado le chiese, la risposta è una e una sola. Lettera firmata DOPO IL TERZO AILOUT GRECO Le due facce della moneta unica L euro è costruzione imperfetta ma non il mostro che qualcuno descrive di Giampaolo Galli Le risposte ai lettori OLTRE I CONFINI Riccardo Sorrentino Rojava: il Kurdistan siriano come la arcellona del 1936 Kurdistan e arcellona 1936: organizzarsi dopo guerra civile, democrazia diretta, eguaglianza e sostenibilità economica Cina MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SAATO Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba MACCHINE Mario Cianflone Domenico Rosa Ecco le super funzioni (che non vedremo) di Note 5 Non le useremo perché Samsung che cerca di scimmiottare Apple ha deciso di non vendere in Europa il Note 5 per puntare su S6 edge+ INSIDER Carlo Festa REUTERS L inquinamento dopo le esplosioni a Tianjin Dopo le esplosioni che la scorsa settimana hanno devastato la città cinese di Tianjin e causato 114 vittime, nella zona resta il pericolo ambientale. I soldati hanno portato vari animali, tra cui piccioni, galline e conigli nell area per testare le condizioni di pericolosità dell aria. Secondo i media locali, dopo 2 ore gli animali erano ancora vivi. Ma, intanto, migliaia di pesci morti sono comparsi improvvisamente su un fiume vicino alla città. Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore "Lettere al Sole-24 Ore" Via Monte Rosa, Milano letterealsole@ilsole24ore.com includere per favore nome, indirizzo e qualifica Intesa Sanpaolo ricompra immobili strategici a Milano Acquistato da Idea Fimit-fondo Omega un complesso davanti a Cà de Sass per 145 milioni. Era stato ceduto per 100 milioni La recente vicenda della Grecia ha fatto intuire quanto possano essere drammatiche le conseguenze di una possibile rottura dell euro. Nei giorni in cui Tsipras doveva decidere se accettare l accordo con l Eurogruppo, nessuno dei politici o degli economisti che avevano sostenuto la linea della Grexit è riuscito a definire un ragionevole piano per l uscita dall euro. Non ci sono riusciti persone del calibro Schäuble, Varoufakis, Stiglitz o Krugman, tutti sostenitori di questa linea. Verrebbe da dire che, quantomeno sul piano intellettuale, il dossier noeuro è archiviato per sempre. Il bilancio costi benefici di una rottura dell 'euro è negativo perché i costi di transizione sono imponderabili, ma certamente grandi, e perché la sovranità monetaria ha dei vantaggi, ma può anche avere dei costi sociali ed economici non secondari. Nella narrazione populista dei noeuro invece il ritorno alla sovranità monetaria porterebbe praticamente solo benefici. La svalutazione della moneta sarebbe una sorta di pranzo gratis perché consentirebbe di migliorare la competitività delle imprese, e dunque il Pil e l occupazione, senza determinare alcuna compressione delle retribuzioni reali dei lavoratori. Questa affermazione è esplicita nella propaganda dei partiti anti euro, ma è implicita in un altra affermazione, che ha una diffusione ben più ampia, secondo la quale con l euro, non potendosi più svalutare la moneta, per recuperare competitività si ricorre alla cosiddetta svalutazione interna, ossia in sostanza alla riduzione delle retribuzioni. L errore logico sotteso a quest affermazione consiste nel non vedere che la svalutazione del cambio funziona, ossia produce un miglioramento della competitività delle imprese, soltanto se riesce a ridurre il potere d acquisto delle retribuzioni. Se si vuol dunque descrivere correttamente il confronto fra il prima e il dopo, bisognerebbe semmai dire che prima dell euro si riduceva il potere d acquisto delle retribuzioni attraverso il cambio, ora lo si fa direttamente. Ciò naturalmente nei casi in cui un Paese abbia perso competitività per via di divari accumulati in termini di prezzi relativi o di produttività. Il punto cruciale è che la riduzione del potere d acquisto delle retribuzioni non è un accidente della svalutazione al quale si può rimediare, come propongono spesso i noeuro, con opportuni accorgimenti, ad esempio con l indicizzazione. È infatti ben noto che nel caso in cui i salari fossero indicizzati al 100 per cento al costo della vita, la svalutazione avrebbe il solo effetto di rimpiccolire l unità di misura monetaria producendo inflazione e nessun effetto sulle variabili reali dell economia. V è di più. Per avere un dato effetto poniamo sul Pil attraverso la competitività di prezzo, la necessaria riduzione dei salari reali è in generale identica nel caso di una svalutazione esterna, ossia via il cambio, e in quello di una svalutazione interna. La riduzione dei salari reali è dunque il cuore del meccanismo che consente di migliorare la competitività e, se sono verificate certe condizioni, l export netto e il Pil. Essa si verifica attraverso l aumento dei prezzi dei beni importati che si trasmette, attraverso le interdipendenze economiche, in tempi più o meno rapidi su tutti i prezzi interni che hanno un contenuto d importazione. La riduzione dei salari reali è peraltro parte di quel processo di perdita di reddito reale della nazione che si realizza attraverso il peggioramento delle ragioni di scambio, ossia la riduzione del rapporto fra il prezzo medio delle esportazioni e quello delle importazioni che è indotto dalla svalutazione. Ragionando lungo queste linee, Milton Friedman, in un saggio del 1953, concludeva a favore dei cambi flessibili. Egli riteneva che la svalutazione esterna fosse preferibile a quella interna perché quest ultima è molto difficile da realizzare in pratica, essendo i salari nominali tipicamente assai rigidi verso il basso. Friedman non aveva particolarmente a cuore il valore dei salari e non prese in considerazione una terza via che è quella di riforme che migliorino la produttività del sistema ed evitino la perdita di potere d acquisto. La sua posizione era coerente. Un po più difficile è capire la posizione di alcuni politici nostrani, che pure si ergono a difensori della parte più debole della popolazione. Nel sostenere che l euro va superato, in sostanza essi scelgono la via di Milton Friedman, quella della svalutazione esterna il cui vero merito è di rendere quanto più facile possibile la riduzione del potere d acquisto dei salari. Essi si allontanano così da una consolidata e sofferta riflessione post bellica di tutte le grandi socialdemocrazie europee e, soprattutto, finiscono per far apparire l euro come una sorta di mostro che inibirebbe alternative ideali in realtà inesistenti. L euro è una costruzione incompleta e imperfetta, ma non è un mostro. Giampaolo Galli è deputato del Pd Il Sole 24 Ore PATRIMONI VIOLATI Se le crisi fra Paesi distruggono anche l arte di Marco Magnani Nelle trattative sulla Grecia, la Finlandia avrebbe chiesto l Acropoli di Atene e il Partenone a garanzia dei prestiti di cui Atene ha necessità. Il valore del patrimonio culturale greco sarebbe stato stimato: 300 miliardi di euro, poco meno del debito pubblico. Speriamo sia stata una boutade. Acropoli, Colosseo, Piramidi di Giza sono patrimonio dell umanità. Sono di tutti, non sono vendibili. Oltre alla difficoltà tecnica di stimare un valore economico per questi beni, il solo pensarli come merce di scambio o di garanzia costituisce una mancanza di rispetto per cultura, arte e storia. Valorizzare la cultura, anche da un punto di vista economico, è necessario ma ciò non significa commercializzarla. Il Paese che ha l onore di ospitare queste meraviglie ha il dovere di preservarle e di fare in modo che tutti ne possano godere. La battuta su Acropoli e Partenone ha il merito di introdurre la variabile cultura nell equazione di un problema economico e politico. Lo fa nel modo sbagliato. Ma nel momento stesso in cui la Grecia rischia di uscire dall Europa, ci ricorda che è lei la culla della cultura occidentale. Come scrive il poeta Shelley, «siamo tutti greci. Le nostre leggi, la nostra letteratura, la nostra religione, le nostre arti hanno le loro radici in Grecia. Se non fosse stato per la Grecia saremmo ancora selvaggi o idolatri». Storia e cultura non dovrebbero influenzare le negoziazioni tecniche su euro e debito pubblico. Certamente non possono servire da alibi per giustificare la condotta scellerata dei governi greci negli ultimi anni. Né debbono essere strumentalizzate dai greci per pretendere il salvataggio del Paese a qualsiasi costo. Tuttavia è difficile non provare un senso di disagio nel seguire le vicende greche. Il debito economico di Atene non deve essere condonato in virtù dei crediti culturali nei confronti dell Europa. Ma quanto la Grecia rappresenta per la cultura europea merita rispetto. Per quanto gravi, le questioni umane - crisi economiche, contrasti politici, scontri tra religioni, guerre - non dovrebbero travolgere i simboli della grandezza dell umanità. Non rispettare storia, arte, simboli religiosi, cultura significa non rispettare l uomo, le conquiste del suo pensiero, le sue creazioni. Molti sono gli esempi di violenza alla cultura nella storia. In Medio Oriente le follie più recenti. Nel 2001 i Talebani del mullah Omar fecero saltare i giganteschi buddha di amiyan in Afghanistan. Qualche mese fa l Isis ha distrutto con le sculture assire, partiche e sasanidi conservate nel museo del parco archeologico di Mosul, in Iraq. Sempre Isis ha decapitato Khaled Asaad, per oltre 50 anni responsabile dei siti archeologici di Palmira in Siria, colpevole di aver nascosto per salvarle - centinaia di statue. E, infine, ieri è stato distrutto il monastero cattolico di Mar Elian, in Siria. Non sempre è stato così. Quando nel 638 il califfo Umar ibn al Khatteb, suocero del Profeta, conquista Gerusalemme, non distrugge e anzi visita con rispetto i luoghi santi di ebrei e cristiani. Mehmet II, che nel 1453 conquista Costantinopoli, fa risparmiare i sontuosi palazzi della città imperiale e il suo foro; le principali chiese come Santa Sofia vengono trasformate in moschee, ma non distrutte. Neanche la guerra può essere un alibi. Le numerose opere d arte trafugate da Napoleone e portate a Parigi, così come quelle rubate dai nazisti in tutta Europa, rappresentano un grave travisamento del rispetto e dell amore per la cultura sottomessa alla bramosia di potere e di possesso. Ma perfino in guerra esistono esempi del tutto positivi. Nel 1944 Hitler ordina di far saltare tutti i ponti sull Arno, per guadagnare tempo e consentire alle truppe tedesche di ripiegare e costituire la linea gotica sull Appennino. Come Roberto Rossellini mostra in Paisà, Ponte Vecchio viene risparmiato grazie al coraggio del rappresentante tedesco Gerhard Wolf. Il più recente Diplomacy-Una notte per salvare Parigi, racconta il dilemma del generale tedesco Dietrich von Cholititz: la mattina del 25 agosto 1944, mentre gli Alleati entrano a Parigi, si rifiuta di eseguire i folli ordini del Führer di far saltare ponti e monumenti, che erano già stati minati. Aver suggerito che Acropoli e Partenone fossero impegnati a garanzia del rimborso di un prestito è certamente molto meno grave che distruggere musei, parchi archeologici, intere città d arte. Ma è pur sempre una mancanza di rispetto nei confronti della cultura, la cui sacralità non dovrebbe essere violata dalle questioni degli PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE: via Monte Rosa, Milano - Tel Fax AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, Milano REDAZIONE DI ROMA: piazza dell Indipendenza 23b/c Tel Fax letterealsole@ilsole24ore.com PULICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, Milano Tel Fax segreteriadirezionesystem@ilsole24ore.com Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. 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19 Il Sole 24 Ore Sport & business LE NUOVE REGOLE DEL CALCIO Tra le grandi novità di quest anno in Italia spicca l adozione della goal line technology, per supportare gli arbitri nelle decisioni ed evitare le polemiche sulle reti fantasma Commenti e inchieste 19 Le priorità. Rifondazione infrastrutturale e di governance per recuperare competitività rispetto agli altri tornei europei Gli «uomini d oro» del calcio europeo I colpi del calciomercato di quest anno: gli acquisti più costosi nei campionati di Italia, Inghilterra, Spagna e Germania. Valori in milioni di euro SERIE A Per la serie A si apre l anno del riscatto Campionato oggi al via con rigidi parametri finanziari e innovazioni tecnologiche di Marco ellinazzo GEOFFREY KONDOGIA La Serie A debutta oggi alle 18 al entegodi con la sfida tra Verona e Roma. Quello sarà un campionato ricco di novità, dalla goal line technology (costata circa 2 milioni) che eviterà le polemiche sulle reti fantasma ai più rigidi parametri finanziari. Ma si annuncia anche come un passaggio cruciale per la storia del Calcio italiano Spa, chiamato a colmare il gap di competitività rispetto agli altri principali tornei europei attraverso una rifondazione infrastrutturale e di governance. Interventi improcrastinabili, come ha reso evidente il default del Parma deflagrato nel corso della passata stagione. La geografia della Serie A Le protagoniste della corsa allo scudetto restano le stesse dello scorso anno, con la Juventus lanciata alla conquista del quinto titolo consecutivo, e Roma, Lazio, Napoli e Fiorentina a inseguire. C è però il prepotente ritorno delle milanesi che hanno speso molto sul mercato per recuperare il terreno perduto. Ai nastri di partenza, ci saranno per la prima volta tre club con proprietà straniera: all'inter di Erick Thohir e alla Roma di James Pallotta si aggiunge il ologna del canadese Joey Saputo (senza contare il Milan, il cui 48% dovrebbe passare, entro fine di settembre, nelle mani della cordata del cino-thailandese ee Taechaubol). Ma anche la Provincia sarà ben rappresentata con otto compagini: oltre a Sassuolo, Atalanta, Udinese, Empoli e ai due team di Verona, sono infatti sbarcati nella massima competizione tricolore il Carpi di Stefano onacini (proprietario della casa d abbigliamento Gaudì, 50 milioni di fatturato e 60 punti vendita) e il Frosinone di Maurizio Stirpe (attivo nel comparto della componentistica in plastica per auto, moto ed elettrodomestici). Certamente non magalopoli (Carpi conta 70mila abitanti, Frosinone 47mila), ma espressioni di un sano modello di sviluppo sportivo che può contribuire a ridare equilibrio al movimento calcistico nazionale. 35 dal Monaco all Inter Un torneo sempre più in bilico Lo squilibrio economico-finanziario, complice la recessione, si è andato accentuando in questi anni. Dal 2009 al 2014, Serie A, Serie e Lega Pro hanno accumulato perdite per 1,8 miliardi e l indebitamento è cresciuto da 2,8 a 3,7 miliardi. La sola Serie A nella stagione ha registrato un deficit di 186 milioni e, rispetto ai 619 milioni del 2009, ha maturato debiti finanziari per 1,1 miliardi. Una debolezza strutturale che si riverbera nell erosione dei risultati operativi. I ricavi viaggiano da tempo intorno a 1,8 miliardi (al netto, nel 2014, di 443 milioni di plusvalenze, che sommate ai diritti tv coprono i due terzi del giro d affari complessivo). I costi totali sono saliti invece a 2,4 miliardi (di cui 1,1 miliardi di salari e 457 milioni di ammortamenti). La Serie A non si è ancora scrollata di dosso il vizio di dilaapidare in lauti ingaggi i ricchi introiti televisivi che nel triennio saranno pari a 1,2 miliardi a stagione. Mentre scarseggiano gli investimenti in infrastrutture (gli stadi italiani hanno un'età media di oltre sessant anni). A parte le eccezioni della Juventus, dell Udinese, che sta ultimando la ristrutturazione del Friuli, e del Sassuolo che ha acquistato l impianto di Reggio Emilia, solo poche società, come l Atalanta hanno ammodernato i propri stadi, mentre da Milano a Napoli, da Genova a Firenze, non si è andati oltre manifestazioni d intenti e plastici. Quanto al progetto da oltre un miliardo dell As Roma, pur avendo superato i primi step amministrativi, vede la posa della prima pietra slittare di mese in mese. E intanto con 23mila spettatori medi a partita e un tasso di riempimento poco superiore al 50%, la Serie A è sempre più distante da undesliga (43mila) e Premier League (36mila). Fair play made in Italy Ecco perché la Figc guidata dal presidente Carlo Tavecchio e dal dg Michele Uva ha varato un piano di risanamento con l obiettivo di mettere al sicuro i conti dei club. Un piano che include il tetto alle rose in stile Uefa fissato a 25 giocatori (4 cresciuti in Italia e 4 nel vivaio del club) e il fair play finanziario made in Italy. Dal 2007 la Covisoc, l organo di controllo contabile, doveva monitorare sostanzialmente solo la regolarità dei pagamenti di ingaggi e ritenute Irpef; da quest anno le società dovranno rispettare un indicatore di liquidità che dimostri la capacità di far fronte a tutti gli impegni finanziari. In caso di esito negativo dell esame si dovrà colmare il buco. Al club potrà essere fatto uno sconto di un 1/3 sull importo da versare nelle proprie casse se i bilanci saranno conformi a un indicatore di indebitamento (rapporto debitifatturato triennale medio) e di un altro terzo a un «indicatore di costo del lavoro allargato». Il costo della rosa (ingaggi più ammortamenti) non dovrà superare un certa soglia dei ricavi (il 90% da quest anno e poi l'85 e l'80% nelle stagioni seguenti) calcolati sulla media triennale, incluse le plusvalenze. Le nuove regole andranno a regime gradualmente. Nella stagione i club non in regola (i 2/3 della Serie A) devono presentare un piano di rientro. Se la violazione si protrarrà nella stagione si rischiano blocco del calciomercato e stop all iscrizione al campionato. Calcio & business marco.bellinazzo.blog.ilsole24ore.com PREMIER RAHEEM STERLING 62,5 dal Liverpool al Manchester City La carica delle provinciali del calcio La radiografia della serie A , che prenderà oggi il via con gli anticipi Verona-Roma (ore 18) e Lazio-ologna (20,45): i vertici e gli sponsor delle venti squadre in lizza ATALANTA 1907 Presidente: Antonio Percassi Proprietà: Antonio Percassi Main Sponsor: Suisse Gas OLOGNA 1909 Presidente: Joseph Tacopina Proprietà: Joey Saputo Main Sponsor: FAAC CARPI 1909 Presidente: Claudio Caliumi Proprietà: Stefano onacini Main Sponsor: Azimut CHIEVO VERONA 1929 Presidente : Luca Campedelli Proprietà: Luca Campedelli Jersey Sponsor: Jetcoin, Paluani, Payexe EMPOLI 1920 Presidente: Fabrizio Corsi Proprietà: Fabrizio Corsi Jersey Sponsor: Gross,Gensan, NGM FIORENTINA 1926 Presidente: Mario Cognini Proprietà: Famiglia Della Valle Main Sponsor: LIGA MATEO KOVACIC 35 dall Inter al Real Madrid FROSINONE 1912 Presidente: Maurizio Stirpe Proprietà: Maurizio Stirpe Main Sponsor:. Pop. Frusinate GENOA 1893 Presidente: Enrico Preziosi Proprietà: Enrico Preziosi Jersey Sponsor: Mc Vitie's HELLAS VERONA 1903 Presidente: Maurizio Setti Proprietà: Maurizio Setti Jersey Sponsor: Metano Nord, Leaderform INTER 1908 Presidente: Erick Thohir Proprietà: Thohir(70%)- Moratti(30%) Main Sponsor: Pirelli JUVENTUS 1897 Presidente: Andrea Agnelli Proprietà: Exor Main Sponsor: Jeep LAZIO 1900 Presidente: Claudio Lotito Proprietà: Claudio Lotito Main Sponsor: MILAN 1899 Presidente: Silvio erlusconi Proprietà: Fininvest Main Sponsor: Fly Emirates UNDESLIGA ARTURO VIDAL 37 dalla Juventus al ayern Monaco NAPOLI 1926 Presidente: Aurelio De Laurentiis Proprietà: Filmauro Srl Jersey Sponsor: Lete, Garofalo PALERMO 1987 Presidente: Maurizio Zamparini Proprietà: Maurizio Zamparini Main Sponsor: ROMA 1927 Presidente: James Pallotta Proprietà: Pallotta e altri soci USA Main Sponsor: Turkish Airlines SAMPDORIA 1946 Presidente: Massimo Ferrero Proprietà: Massimo Ferrero Jersey Sponsor: Tempotest Parà SASSUOLO 1920 Presidente: Carlo Rossi Proprietà: Giorgio Squinzi Main Sponsor: Mapei TORINO 1906 Presidente: Urbano Cairo Proprietà: Urbano Cairo Main Sponsor: Suzuki UDINESE 1896 Presidente: Franco Soldati Proprietà: Gianpaolo Pozzo Main Sponsor: Dacia Calciomercato. Spesi 500 milioni Le squadre italiane tornano a spendere È «febbre» degli acquisti anche in Asia e America 2015 del calciomercato ha visto la Serie A tornare a investire sulle rose L estate delle squadre attirando nel campionato tricolore giocatori di prima fascia. Il traguardo della partecipazione alla Champions league, sempre più vitale per il prestigio e la remuneratività (la partecipazione alla fase a gironi per i club italiani vale da sola una quarantina di milioni), ha spinto soprattutto Milan e Inter a spese non propriamente in linea con i parametri del fair play finanziario e con le rispettive disponibilità. Spese compensate con qualche cessione eccellente (il neroazzurro Kovacic al Real Madrid) o con immissioni di risorse fresche (la Fininvest tra il 2014 e il 2015 ha finanziato il club rossonero per oltre 120 milioni) e vendite di quote del club. Dopo l irraggiungibile e facoltosa Premier league inglese, che anche quest anno si appresta a oltrepassare la soglia del miliardo di euro complessivo di spesa per l acquisto di calciatori, la Serie A è per ora la prima Lega per uscite (circa 500 milioni, bilanciati da 450 milioni di entrate). Anche se tra rateizzazioni e ricorso sistematico a formule come i prestiti onerosi di uno o due anni con successivo obbligo d acquisto il peso finanziario di gran parte dei colpi di mercato è stato dilazionato ma non diluito. Nell'estate degli oltre sessanta milioni impegnati per gli acquisti di Di Maria da parte del Paris Saint-Germain e di Raheem Sterling del Manchester City, in ogni caso, le nuove Leghe extraeuropee si sono ritagliate uno spazio sempre più rilevante. Cina, Paesi mediorientali, Stati Uniti e Messico provano a far la guerra a suon di milioni ai club del Vecchio Continente. Il mercato orientale vede nella Cina un aspirante superpotenza, con il Guangzhou Evergrande nuovo big spender. L'ex squadra di Lippi e Cannavaro ha acquistato per 14 milioni di euro il brasiliano Paulinho del Tottenham e ha messo sotto contratto l altro brasiliano Robinho con un accordo da tre milioni di euro per sei mesi. Cospicuo anche l investimento dello Shanghai Shenhua per Demba a, pagato 13 milioni al esiktas, e quello dell altra squadra di Shanghai, il Sipg, che ne ha spesi 12 per Asamoah Gyan. In Medio Oriente poi prosegue la campagna acquisti per espandere il prodotto calcistico in vista del Mondiale del 2022 in Qatar. È negli Emirati Arabi che si muovono le maggiori somme di denaro verso l estero, con l Al Jazira in testa alla classifica degli acquisti più onerosi grazie agli 11 milioni di euro per il trasferimento del brasiliano Thiago Neves. Potrebbe costare dieci milioni (3,5 per il prestito e 6,5 per il riscatto a fine stagione) il passaggio di Emmanuel Emenike all Al Ain. In Arabia Saudita, l Hilal ha investito10 milioni per Carlos Eduardo, mentre l Al Ittihad ha offerto uno stipendio di 7 milioni annui a Sulley Muntari, ex centrocampista del Milan. Competitivo è anche il mercato nordamericano. Se la Mls Usa è meta di campioni come Pirlo, Gerrard e Lampard, in Messico, il Tigres si conferma uno dei club maggiormente in salute. Uno stato di grazia che ha portato a una storica finale di Coppa Libertadores (l omologa sudamericana della nostra Champions league), persa contro il River Plate, e a due investimenti da record con cui è stata sbaragliata la concorrenza di diversi club europei: 8,8 milioni di euro per il talento tedesco Jürgen Damm dal Pachuca; e un contratto da 4,5 milioni annui per il bomber francese André-Pierre Gignac. M. el.

20 20 Il Sole 24 Ore

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