IL TERRITORIO INFORMAZIONI GENERALI

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1 IL TERRITORIO INFORMAZIONI GENERALI 1. Descrizione Quadro d insieme Demografia Parchi, riserve, aree protette Clima Vie di comunicazione Amministrazione Comuni Comunita' Montane Ambiti territoriali omogenei in ragione dei rischi attesi Arezzo Casentino Val d Arno Val di Chiana Val Tiberina

2 1. DESCRIZIONE 1.1. QUADRO D INSIEME La Provincia di Arezzo è situata nell'italia Centrale, su una superficie di 3.231,95 kmq., nella zona orientale della regione Toscana a contatto con l Emilia Romagna, le Marche e l Umbria e confina con le Province di Firenze, Siena, Perugia, Forlì e Pesaro-Urbino. La provincia di Arezzo comprende 39 comuni, all interno dei quali risiedono abitanti circa. Il territorio provinciale si estende in senso nord-sud, tra il monte Falterona e la sponda settentrionale del lago Trasimeno; in senso ovest-est dai monti del Chianti alle falde del monte Carpegna e all alto corso del fiume Foglia. Tutta la Provincia è interessata dalle dorsali montuose appenniniche e sub-appenniniche, con massicci che raggiungono in Casentino i 1654 m. di altezza e degradano in basse colline nella piana aretina. Il territorio è interessato dai Fiumi Arno, Tevere e dal canale della Chiana. I centri principali sono, oltre al capoluogo, Arezzo, con abitanti, Cortona ( ab.) Montevarchi ( ab.) San Giovanni Valdarno ( ab.) e Sansepolcro ( ab.). Merita una segnalazione particolare il Comune di Badia Tedalda che possiede un'isola amministrativa interamente compresa in territorio marchigiano, a qualche chilometro dal confine regionale, lungo il fiume Marecchia e la Strada Statale n. 258 che collega Sansepolcro a Rimini. Dal punto di vista morfologico il territorio della provincia di Arezzo e distinguibile in cinque zone, corrispondenti, almeno per quanto riguarda gli ultimi quattro in elenco, con altrettanti bacini idrografici. Tale suddivizione del territorio provinciale e la base sulla quale vengono definiti, alla fine del presente capitolo, gli ambiti omogenei per la gestione delle problematiche di Protezione Civile. - La piana di Arezzo (Agro Aretino), comprendente il capoluogo ed il territorio circostante; - il Casentino, che corrisponde al tratto superiore dell Arno, compreso tra i massicci dell Alpe di Catenaia ad est e del Pratomagno ad ovest ; - la Valdarno Superiore, vallata alluvionale entro la quale l Arno, aggirate le pendici sud del Pratomagno, scorre tra il versante ovest di quest ultimo ed i monti del Chianti; - la Valdichiana, fondo di un antico bacino palustre a sud ovest della piana di Arezzo, oggetto di progressive bonifiche fin dall epoca rinascimentale; - la Val Tiberina, compresa tra l Alpe della Luna ad est e l Alpe di Catenaia ad ovest, ove si snoda il corso superiore del Tevere. 2

3 1.2. DEMOGRAFIA La popolazione della provincia di Arezzo e distribuita in 39 comuni, come risulta dalla tabella ISTAT riportata di seguito, in cui e' presente un confronto con i valori nazionali. Comuni e popolazione residente al per classi di ampiezza demografica Fino a ab. per comune ab. per comune ab. per comune Oltre ab. per comune Totali N. comuni Popolazione N. c. Popolaz. N. c. Popolaz. N. c. Popolaz. N. c. Popolaz. Italia prov. AR

4 1.3. PARCHI, RISERVE, AREE PROTETTE 1 La provincia di Arezzo e' ricca di risorse naturalistiche ed aree protette di grande rilevanza. Il Sistema delle Aree Protette della Provincia di Arezzo ha conosciuto uno sviluppo consistente con l'entrata in vigore della Legge Regionale 11 Aprile 1995, n. 49 "Norme sui Parchi, le Riserve Naturali e le Aree Naturali Protette di Interesse Locale", estendendo le relative tutele a importanti territori segnalati nella "Carta del Rispetto della Natura" e ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat". In particolare con l'approvazione del 1 Programma Regionale Aree Protette (Del. C.R. n. 133 del 01/03/95) sono state individuate le prime tre Riserve Naturali Regionali. - SASSO DI SIMONE - ricadente nel territorio nel Comune di Sestino. La Riserva si sviluppa per una superficie di 1604 ettari e abbraccia una fascia altitudinale che va da circa 940 a 1221 metri. L'aspetto più caratteristico dell'area è determinato dalla presenza dei due massicci calcarei che dominano l'area, il Sasso di Simone e il Simoncello, caratterizzati, sulla loro sommità, da piccoli "altopiani" circondati da pareti rocciose o da versanti molto ripidi. In uno spazio relativamente ristretto sono presenti ambienti molto diversificati, dagli habitat rupestri (pareti calcaree e macereti alla loro base) ai calanchi, dai boschi ai pascoli, dai prati alle praterie arbustate e ai cespuglieti. I boschi sono costituiti essenzialmente da cerro e carpino, un raro esempio di foresta mediterraneo-montana. La Riserva è stata istituita per i valori floristico-vegetazionali e paesaggistici che la caratterizzano, ma ospita anche presenze di rilevante interesse zoologico. - PONTE A BURIANO E PENNA - interessata da parte del territorio dei Comuni di Arezzo, Civitella della Chiana, Laterina. La Riserva si sviluppa per circa 7 km di lunghezza lungo il corso dell'arno, dal ponte romanico di Ponte Buriano fino alla centrale elettrica situata a valle della diga ENEL della Penna e comprende l'invaso artificiale della diga e le zone terrestri limitrofe. Il paesaggio è caratterizzato principalmente dalle dolci colline circostanti all'invaso, costituite da sedimenti fluvio-lacustri di età diversa, con presenza saltuaria di balze e pareti verticali. Dalla cartiera di Ponte a Buriano fino a Rondine, l'arno scorre incassato fra le rocce, mentre da Rondine alla Penna il fiume si allarga a costituire l'invaso della Penna. Il paesaggio vegetale è costituito da boschi di roverella, localizzati soprattutto nei versanti direttamente esposti verso l'invaso, da una esigua fascia arborea ripariale, da arbusteti, colture agrarie (situate soprattutto lungo la sponda sinistra dell'arno) e da una vasta area palustre nella porzione orientale della Riserva

5 - VALLE DELL'INFERNO E BANDELLA - interessata da parte del territorio dei Comuni di Laterina, Montevarchi, Pergine Valdarno, Terranuova Bracciolini. L'elemento caratterizzante è costituito dal vasto specchio d'acqua (3,4 milioni di metri cubi) del bacino della diga dell'enel in prossimità di Levane. Dal Ponte del Romito fino alla diga ENEL, l'arno ha eroso per una profondità di diverse decine di metri i sedimenti lacustri di diversi periodi geologici e in alcuni tratti, come in prossimità del Castellare, il fiume scorre in un letto incassato nella roccia. Il paesaggio vegetale è costituito da vaste aree boscate (per lo più cerrete) localizzate nei versanti direttamente esposti verso l'invaso e da modeste superfici occupate da arbusteti e colture agrarie. Lungo le sponde e nei numerosi "borri" sono presenti formazioni ripariali arboree a dominanza di salici e pioppi e formazioni ripariali degradate con robinia. Nell'Ansa di Bandella si trovano interessanti formazioni palustri. Con il con il 2 Programma Regionale Aree Protette (Del. C.R. n. 256 del 16/7/97) il Sistema si è arricchito di 4 Riserve Naturali. - ALTA VALLE DEL TEVERE-MONTE NERO - ricadente nel territorio del Comune di Pieve S. Stefano. La Riserva comprende la porzione sommitale toscana dell'alto bacino del Tevere; la sua superficie è pari a 470 ettari, mentre l'altitudine varia da circa 850 ai 1234 m della vetta di Monte Nero. L'area nel suo complesso appare come una zona inaccessibile e di elevata naturalità nella quale la presenza umana è molto ridotta. La Riserva è quasi interamente coperta da boschi (soprattutto faggete), sebbene siano presenti anche alcuni ambienti rupicoli e di macereti nonché praterie e arbusteti, che contribuiscono a elevare significativamente la biodiversità di questa zona protetta. Nelle foreste, a una elevata ricchezza floristica si associa la presenza di alberi di grandi dimensioni, segno evidente dello scarso impatto esercitato dall'uomo negli ultimi decenni. - MONTI ROGNOSI - ricadente nel territorio del Comune di Anghiari e, limitatamente all'area Contigua, di Caprese Michelangelo. La Riserva si sviluppa per una superficie complessiva pari a 171 ettari, con una altitudine che va da 350 a 700 metri, e interessa con il suo nucleo più meridionale i Monti Rognosi propriamente detti, mentre i tre nuclei settentrionali comprendono i rilievi di Monte Murlo, Monte Petroso e del Poggio delle Calbane. Di grande interesse il substrato geologico di tutte queste aree che è caratterizzato da rocce ignee ultrabasiche, le ofioliti, formate in gran parte da gabbri, e marginalmente da diabasi e gabbri serpentinizzati. L'interesse naturalistico di queste aree, in passato considerate improduttive e sterili, risiede soprattutto nella vegetazione. Una lunga serie di studi e segnalazioni ha infatti definito la grande importanza delle cenosi che vegetano su questi substrati, tanto da proporre l'inclusione di questi habitat tra quelli prioritari secondo l' Unione Europea. L'area, nel recente passato, è stata interessata da massicci interventi di rimboschimento, effettuati soprattutto con pini. Questi habitat artificiali occupano oggi, infatti, quasi il 50% della superficie, mentre solo il 12% di questa è interessato dalla vegetazione naturale tipica. 5

6 - ALPE DELLA LUNA - ricadente nel territorio dei Comuni di Badia Tedalda, Sansepolcro, Pieve S. Stefano. La Riserva si estende su un vasto comprensorio che, dallo spartiacque dell'alpe della Luna, degrada sia verso la Valtiberina, sia verso le Marche. La superficie complessiva è di 1540 ettari, mentre la sua altitudine va da circa 520 a 1453 metri. Si tratta essenzialmente di un vasto territorio boscato (l'86% della superficie è occupato infatti da boschi), con significative presenze, comunque, di ambienti non forestali. Alle quote superiori predomina la faggeta, mentre più in basso si trovano boschi di cerro, carpino nero, ecc. La singolarità dell'alpe della Luna sta nell'elevato isolamento che ha permesso di mantenere quest'area in uno stato ancora pressoché selvaggio; non vi sono grandi strade di comunicazione, ma solo strade forestali e sentieri per l'escursionismo, e non sono presenti al suo interno insediamenti abitativi significativi. - BOSCO DI MONTALTO - ricadente nel territorio del Comune di Pieve S. Stefano. La Riserva si sviluppa su una piccola superficie di appena 20 ettari, ma è costituita da un bosco molto ricco di specie e con vecchi alberi. Su substrato di alberese il bosco è dominato da faggio, carpino nero (particolarmente abbondante nelle aree meno fertili) e acero opalo, a cui si accompagnano frassino maggiore, acero campestre, acero di monte, tiglio comune, farinaccio, maggiociondolo alpino, olmo montano e acero riccio. Sulle argilliti di Sillano il piano arboreo è dominato da faggio, cerro, acero opalo e carpino bianco, a cui si accompagnano frassino maggiore, carpino nero, acero campestre e tasso. Il bosco presenta una struttura stratificata dovuta sia ad una notevole ricchezza floristica che ad una certa disetaneità, in quanto deriva dall'invecchiamento di un ceduo fortemente matricinato con piante di più turni. Sempre con il 2 Programma Regionale sono state individuate 5 Aree Naturali Protette di Interesse Locale (ANPIL) - SERPENTINE DI PIEVE S. STEFANO - (costituita da tre nuclei tra loro separati) ricadente nel territorio del Comune di Pieve S. Stefano (Comunità Montana Valtiberina Toscana). L' area protetta comprende i rilievi di M. Murlo (603 m), M. Petroso (649 m) e Poggio delle Calbane (879 m), situati a sud e ad ovest del centro abitato, nell'alta Val Tiberina. È stata istituita per tutelare e valorizzare gli affioramenti di rocce ofiolitiche, di origine vulcanica e dalle tipiche sfumature verdastre, sulle quali si sviluppa una vegetazione estremamente particolare ed interessante. La tipologia di paesaggio caratteristica è la gariga, un ambiente caratterizzato da rada vegetazione erbacea ed arbustiva con frequenti affioramenti rocciosi e scarsa profondità dei suoli. L'area, nel recente passato, è stata interessata da massicci interventi di afforestazione, effettuati soprattutto con specie del genere Pinus. Questi habitat artificiali occupano oggi il 30% della superficie. Le garighe sono ricchissime di specie vegetali endemiche delle aree ofiolitiche; alcune delle emergenze presenti sono tuttora sopravvissute anche nelle aree rimboschite a pini. Tra le specie più diffuse e caratteristiche vanno segnalate Armeria denticulata, Alyssum bertolonii, Stachis recta var. 6

7 serpentinii, Stipa tirsa. Quest'ultima possiede nell'alta Val Tiberina l'unica stazione italiana peninsulare. La scomparsa di questi habitat pone in serio pericolo la sopravvivenza di specie vegetali di grande interesse, in quanto fortemente specializzate nel costituire gli stadi pionieri che colonizzano gli affioramenti rupestri di serpentine. - NUCLEI DI TAXUS BACCATA DI PRATIEGHI - ricadente del territorio nel Comune di Badia Tedalda (Comunità Montana Valtiberina). Il territorio compreso entro questa area comprende il versante in destra idrografica del torrente Matteraia, affluente del fiume Marecchia, tra l'alta Val Tiberina e l'alta Val Marecchia. L'area protetta comprende un importante nucleo di bosco misto, situato sulle pendici del M. della Zucca (1.263 m), caratterizzato dalla presenza estremamente significativa di numerosi esemplari di tasso Taxus baccata, specie assai localizzata e rara in Toscana. I nuclei più importanti sono individuabili nella Valbuia e nella Fossa Grande, dove sono visibili esemplari di altezza superiore ai 10 metri. Il bosco è dominato dalle latifoglie, soprattutto faggio e aceri (acero ottusato, acero montano, acero riccio), e ospita altre specie forestali significative, quali tiglio nostrale, acero montano, olmo montano, a costituire un habitat forestale di grande interesse, la cui conservazione è obiettivo prioritario a livello europeo secondo la Direttiva 92/43/CEE. Da segnalare anche la presenza, tra la flora erbacea di giglio martagone Lilium martagon e, tra gli uccelli sparviero, poiana, picchio verde e picchio rosso maggiore. - BOSCO DI SARGIANO - nel Comune di Arezzo. Il bosco è situato in una piccola valle umida esposta a settentrione nei dintorni del M. Lignano, nel Comune di Arezzo, all'interno della cinta muraria del Convento di Sargiano. Siamo in presenza di una importante cenosi forestale a dominanza di rovere. Il bosco è in gran parte un ceduo matricinato ed invecchiato con notevoli esemplari di rovere che, nelle aree più favorevoli, assume una fisonomia ad alto fusto. Assieme alla rovere sono presenti carpino nero, carpino bianco, leccio e orniello. Il bosco di rovere costituisce l'emergenza ambientale più caratteristica dell'area. Si tratta infatti di un habitat particolarmente raro a livello provinciale e regionale, di notevole valore ecologico e fitogeografico anche per il suo ottimo stato di conservazione e per la presenza di elementi arborei di notevole età e dimensioni. Tra l'avifauna, sono presenti tra le altre tre specie di rapaci notturni quali barbagianni, civetta e allocco. - LE BALZE - ricadente nei Comuni di Loro Ciuffenna, Pian di Scò, Terranuova Bracciolini e Castelfranco di Sopra. Localizzata alle pendici valdarnesi del Pratomagno, tra il torrente Resco a nord-ovest ed il torrente Ciuffenna a sud-est, su di una superficie appartenente a tre differenti amministrazioni comunali, l'area protetta intende tutelare un'importante emergenza geomorfologica. La natura geologica dell'area - depositi fluvio-lacustri a varia granulometria e conglomerati poligenici - ha permesso infatti nei secoli la formazione di particolari forme di erosione quali aree calanchive, balze e pilastri di erosione, tanto da costituire una morfologia caratteristica di notevole 7

8 interesse paesaggistico ed ambientale; le formazioni più spettacolari sono note come "pilastri di Poggitazzi e Piantravigne". Quest'ultima località è particolarmente suggestiva, trattandosi di un piccolo borgo circondato dalle pareti di erosione e collegato ai territori circostanti da ponti che attraversano le forre. L'area assume anche importanza naturalistica per la presenza di formazioni forestali mesoigrofile a dominanza di farnia e olmo campestre, localizzate prevalentemente ai limiti meridionali dell'area. Tra le cenosi di particolare interesse devono inoltre essere segnalate le leccete situate presso Poggitazzi, di elevata maturità ed in parte costituite da fustaie di notevole pregio ambientale. La notevole eterogeneità ambientale consente inoltre la presenza di differenti specie di fauna di importanza biogeografica o conservazionistica, quali rana agile e rana appenninica, gheppio, civetta, torcicollo, picchio rosso maggiore, codirosso, averla piccola e averla capirossa. - ARBORETO MONUMENTALE PINETUM DI MONCIONI L' area è situata presso il paese di Moncioni, in Comune di Montevarchi, nei versanti valdarnesi dei Monti del Chianti, ad una quota variabile tra 540 e 568 m s.l.m.. L'area protetta è stata istituita per conservare e valorizzare il "Pinetum di Moncioni", una importante collezione ottocentesca di conifere esotiche e non, localizzato nel giardino di una proprietà privata (Villa Gaeta). Si è pertanto venuto a costituire nel tempo un arboreto monumentale di grande interesse storico. Il giardino costituisce infatti il primo impianto italiano di abete americano o douglasia risalente al L'area presenta anche un notevole interesse didattico-scientifico in quanto su una superficie ristretta sono raccolte un elevato numero di conifere esotiche, provenienti da tutto il mondo, con esemplari di notevoli dimensioni. Nonostante le attuali condizioni di parziale degrado, sono presenti numerosi esemplari arborei di notevole interesse quali abete americano, cedro del Libano, cipresso, cefalotasso, abete rosso orientale e ippocastano. La presenza di individui arborei d'alto fusto consente la presenza di alcune interessanti specie di uccelli legati alle formazioni forestali mature quali torcicollo, picchio verde e codirosso. Con il 3 Programma Regionale per le Aree Protette (Del. C. R. n. 176 del ), viene approvata la proposta di istituzione di una ANPIL. - GOLENA DEL TEVERE ricadente nei Comuni di Anghiari e Sansepolcro. - PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA E CAMPIGNA Il sistema descritto si è aggiunto a quello preesistente costituito dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, gestito dall'omonimo Ente Parco e che ricomprende alcune riserve biogenetiche, e le tre storiche Riserve Naturali Statali gestite dall'ex ASFD, si tratta comunque di riserve biogenetiche (Fungaia, Poggio Rosso) e di Popolamento animale (Formole), dove viene allevato e selezionato il cavallo Aviglianese. Grande area protetta nell'appennino tosco-romagnolo, comprendente boschi e foreste tra i più estesi e meglio conservati d'italia, custode di un elevato patrimonio floristico e di una fauna di grande 8

9 interesse che annota il lupo e l'aquila reale tra i grandi predatori e diverse specie di ungulati. Le foreste e i numerosi ambienti naturali fanno da cornice ai segni di millenaria presenza dell'uomo: borghi, mulattiere e soprattutto due santuari di assoluto fascino come Camaldoli e La Verna. 2 Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna si estende per circa ha a cavallo del crinale appenninico tosco-romagnolo, suddividendosi fra le province di Forlì, Arezzo e Firenze. Il territorio è decisamente montuoso, articolato attorno alla lunga dorsale del crinale che raggiunge i 1658 metri del Monte Falco. Da lì scendono verso la Romagna ripide creste e vallate strette e profonde, mentre il versante toscano è notevolmente meno impervio, soprattutto nel settore casentinese che declina con dolci pendii fino al larghissimo fondovalle percorso dall Arno. L elemento ambientale più importante è costituito dalle foreste: la loro estensione ricoprono più dell 80 per cento della superficie totale del Parco la loro varietà e la loro bellezza, ne fanno un complesso forestale eccezionale, articolato attorno al nucleo storico delle Foreste Casentinesi. Molti altri fattori contribuiscono, però, alla grande ricchezza del Parco. La flora conta circa 1200 specie. Il popolamento faunistico comprende 160 specie di vertebrati, fra cui 84 di uccelli e 42 di mammiferi. Fra questi ultimi è importante la presenza del lupo e di ben cinque ungulati (cervo, capriolo, daino, muflone e cinghiale). Occorre poi ricordare l abbondanza di acque, garantita in ogni stagione dalle elevate precipitazioni e dall effetto regolatore della copertura forestale. Limpidi ruscelli solcano ogni angolo del Parco, per confluire poi nell Arno, nei suoi affluenti e nell ampio ventaglio delle testate dei torrenti romagnoli. Numerose sono anche le cascate, tra cui quella famosa dell Acquacheta. Attualmente all interno del Parco vivono meno di 1600 persone, la densità effettiva della popolazione è perciò prossima a un abitante per chilometro quadrato. Tale situazione è in larga parte dovuta allo spopolamento che queste vallate hanno conosciuto nella seconda metà del secolo, quando i terreni meno favorevoli videro un esodo di massa verso le nuove opportunità offerte dalla rapida crescita economica. I segni del passato sono però ancora evidenti nelle belle case di pietra, nei mulini, nei ponti e nella fitta rete di sentieri e mulattiere recentemente recuperati per uso escursionistico. - RISERVE STATALI 3 Nel territorio della provincia di Arezzo sono presenti anche alcune Riserve Statali di notevole interesse. Alcune di queste sono interamente comprese nel territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Ci si riferisce alle Riserve di:

10 Badia Prataglia, Camaldoli, Scodella. Le rimanenti sono elencate nel seguito. Formole Riserva Naturale di popolamento animale, istituita nel 1980, consiste in una zona montana che si sviluppa attorno al M. Murlo, ad una altitudine media di 500 m s.l.m. a sud di Pieve S. Stefano, nell alta Val Tiberina. Poggio Rosso Riserva Naturale biogenetica, istituita nel 1977, e situata nell alta Val Tiberina e si sviluppa sulle pendici settentrionali del M. Fungaia e Poggio Rosso, in ambito collinare ad una altitudine di m e forma un unico complesso, in destra idrografica del fiume Tevere con la confinante Riserva Fungaia. Zuccaia Riserva Naturale biogenetica, istituita nel 1977, e situata a m di altitudine sul versante nord-occidentale dell Alpe Catenaia, in sinistra idrografica del fiume Arno. Fungaia Riserva Naturale biogenetica istituita nel 1977, confina ad ovest con la Riserva Poggio Rosso, con la quale forma un unico complesso collinare sulla destra idrografica del fiume Tevere, nell alta Val Tiberina. La Riserva ha un altitudine compresa tra 400 e 660m CLIMA Influenzato dalla posizione interna rispetto alla penisola e dalla vicinanza al versante occidentale della catena appenninica, il clima aretino è di tipo continentale, ma non presenta forti escursioni termiche stagionali. Le precipitazioni si aggirano sui 1000 mm. annui. Le estati sono mitigate dalla presenza delle dorsali appenniniche e dalla folta vegetazione; nei mesi freddi la neve è presente solo sulle vette del Pratomagno nell'alto Casentino, raramente nel resto del territorio; recentemente, tuttavia, forse per un'inversione di tendenza, intense precipitazioni nevose hanno interessato le principali vie di comunicazione (in particolare l'autostrada A1), causando gravi ripercussioni sul traffico degli automezzi VIE DI COMUNICAZIONE La provincia di Arezzo e attraversata dalle piu importanti vie di comunicazione su scala nazionale. 10

11 Tralasciando le altre modalita di trasporto, percentualmente poco rilevanti, si descrivono, nel seguito, le principali caratteristiche delle strade e delle farrovie. - STRADE Autostrada A1 A pochi chilometri dal Capoluogo e lungo tutta la Val di Chiana e la Valdarno, scorre l Autostrada del Sole (A1), approssimativamente in direzione nord-sud, nel tratto compreso tra i caselli di Incisa Val d Arno (FI) e Val di Chiana (poco al di fuori del confine meridionale della provincia). La A1 collega Arezzo con Firenze (Km. 65) e Roma (Km. 224), e, nel tratto aretino, e quasi interamente a doppia carreggiata per ogni senso di marcia, con corsia di emergenza. Le due carreggiare scorrono parallele e sono caratterizzare dalla presenza di una galleria ed alcuni viadotti. Fino ad Arezzo l autostrada scorre parallelamente al fiume Arno, e si avvicina, tra gli altri ai comuni di S. Giovanni Val d Arno e Montevarchi. A sud, tra i comuni interessati, si segnalano Monte San Savino e Foiano della Chiana. La A1 costituisce una rilevante fonte di rischio per il territorio provinciale, a causa degli alti volumi di traffico che deve sopportare per la maggior parte rappresentato da traffico commerciale pesante, che, oltre a costituire un pericolo per le dimensioni degli automezzi, spesso trasporta sostanze pericolose che aggravano gli effetti di eventuali incidenti. In caso di recenti nevicate non particolarmente intense, l autostrada A1 ha mostrato il proprio elevato livello di criticita, con il raggiungimento, da parte dei veicoli, di code lunghe fino a 25 chilometri ed i conseguenti gravissimi disagi per la popolazione. Emergenze di questo tipo sono da ascriversi a pieno titolo tra le emergenze di Protezione Civile. SGC E45 La sponda sinistra della Val Tiberina e interessata dall altra strada di grande comunicazione che attraversa il territorio aretino: la superstrada SGC E45 nel tratto che collega Cesena a Perugia e che attraversa, tra gli altri, il comune di Sansepolcro. Essa costituisce un importante via alternativa alla A1, per coloro i quali dal nord Italia sono diretti verso Perugia, Roma e, piu in genere, tutto il sud Italia, l Umbria e la Toscana orientale. I fattori di criticita e le possibili emergenze sono analoghi, anche se ad un livello inferiore, a quelli descritti per l Autostrada del Sole. L assenza del vincolo rappresentato dai caselli di ingresso ed uscita, costituisce, tra l altro, un fattore di riduzione della complessita, nel trattamento delle situazioni di emergenza. SGC E78 E attualmente in fase di costruzione la strada di grande comunicazione che colleghera la sponda tirrenica, da Grosseto, con quella adriatica, passando anche per Arezzo. La provincia di Arezzo e interessata da tratto attualmente in costruzione e transitabile solo in minima parte, tra Sansepolcro ed Arezzo e da un tratto piu lungo, da Arezzo a Lucignano. 11

12 La SGC e ancora in una fase di costruzione troppo poco avanzata per poter essere considerata come una vera e propria superstrada unica. Nel tratto Arezzo-Lucignano serve gli scambi con la provincia di Siena, in alternativa alla Strada Statale n. 73. Raccordo Perugia-Bettolle (SI) Il tratto iniziale del raccordo autostradale Perugia-Bettolle e' quasi interamente compreso nel territorio della provincia di Arezzo, per una lunghezza di circa quindici chilometri, comprendente gli svincoli di Foiano, Cortona, Pietraia e Castiglione del Lago (sul confine con l'umbria). Essa e' destinata a vedere aumentare la propria importanza quando sara' completato il raddoppio del raccordo Siena-Bettolle che permettera' di avere un'arteria di veloce scorrimento da Perugia a Firenze, in alternativa (gratuita) all'autostrada del Sole. Altre Strade Altre strade, come la gia citata SS n. 73, la SR n.71, la SR n. 70, la SR n. 69, la SR n. 258, in gestione alla Provincia ed una rete di strade provinciali, in numero di 77, collegano i capoluoghi di comune e le province limitrofe. Si ricorda anche il raccordo autostradale Arezzo-Battifolle, di elevata importanza strategica, che collega il capoluogo provinciale con l autostrada A1. - FERROVIE La Val di Chiana e la Val d Arno sono interamente solcate, nel fondo valle, dalla piu importante linea di collegamento ferroviario nazionale (Milano-Roma). Le contrapposte esigenze di garantire un servizio ferroviario ai comuni delle due vallate e di permettere ai treni veloci di transitare senza inutili rallentamenti dovuti al traffico locale, hanno prodotto la compresenza di due diversi sistemi di collegamento ferroviario, approssimativamente paralleli. Il primo, di rilevanza nazionale, attraversa tutta la provincia in direzione nord-sud collegando le citta di Roma e Firenze. Il secondo puo essere a sua volta classificato in due categorie: - una rete ferroviaria intererregionale garantisce il collegamento del capoluogo con Firenze, Roma e Perugia; - una rete ferroviaria locale collega Arezzo con tutti i comuni del Casentino e della Valdichiana (linea Arezzo-Stia e linea Arezzo-Sinalunga). 12

13 2. AMMINISTRAZIONE 2.1. COMUNI La provincia di Arezzo comprende i 39 comuni sotto elencati. Anghiari AREZZO Badia Tedalda Bibbiena Bucine Capolona Caprese Michelangelo Castel Focognano Castelfranco Di Sopra Castel San Niccolò Castiglion Fibocchi Castiglion Fiorentino Cavriglia Civitella In Val Di Chiana Chitignano Chiusi Della Verna Cortona Foiano Laterina Loro Ciuffenna Lucignano Marciano Montemignaio Montesansavino Monterchi Montevarchi Ortignano Raggiolo Pergine Pian di Sco' 13

14 Poppi Pieve Santo Stefano Pratovecchio S. Giovanni Valdarno Sansepolcro Sestino Stia Subbiano Talla Terranuova Bracciolini 14

15 2.2. COMUNITA' MONTANE - COMUNITA' MONTANA DEL CASENTINO Comprende i comuni di Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio, Stia, Subbiano, Talla. - COMUNITA' MONTANA PRATOMAGNO Comprende i comuni di Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Loro Ciuffenna, Pian di Scò. - COMUNITA' MONTANA VALTIBERINA Comprende i comuni di Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Sestino. 15

16 3. AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI IN RAGIONE DEI RISCHI ATTESI E' utile suddividere il territorio provinciale in ambiti omogenei, in funzione delle modalita' di gestione delle emergenze di Protezione Civile e delle possibili modalita di manifestazione dei rischi. Un ambito omogeneo e' una porzione dell'intero territorio provinciale all'interno della quale le emergenze si configurano in modo uniforme, influenzate dai diversi fattori morfologici, insediativi, urbani ed infrastrutturali che caratterizzano l'ambito stesso. La definizione di ambiti omogenei e' funzionale alla gestione delle emergenze, poiche' e' conveniente che esse vengano gestite in modo analogo e uniforme, all'interno di ciascun ambito. In definitiva, individuare un certo numero di ambiti omogenei sul territorio, equivale a definire altrettanti casi uniformi di modalita' di gestione delle emergenze, coprendo tutto il territorio provinciale. La definizione degli ambiti omogenei tiene conto anche di eventuali forme organizzative di gestione ed amministrazione del territorio che dovessero gia' esistere, indipendentemente dalle problematiche di Protezione Civile. La convenienza di tale approccio risiede nella possibilita' di ricondurre a forme di organizzazione gia' consolidate anche la gestione della Protezione Civile. Ci si riferisce, in particolare, alle Comunita' Montane, che sono un buon modello di aggregazione di comuni, basato su caratteristiche morfologiche, utile anche alla organizzazione della Protezione Civile. Ove presenti, in provincia di Arezzo, le Comunita' Montane costituiscono un ambito omogeneo aderente agli scopi del presente Piano. Per queste ragioni, e' utile definire i seguenti ambiti omogenei: Agro Aretino, comprendente tutto il territorio della piana di Arezzo; Casentino, corrispondente alla omonima Comunita' Montana (comuni di Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio, Stia, Subbiano, Talla); Valdarno, che comprende la Comunita' Montana Pratomagno, insieme a tutti i rimanenti comuni della Valdarno Superiore (comuni di Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Loro Ciuffenna, Pian di Scò, S. Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Laterina, Cavriglia, Montevarchi, Bucine, Pergine Valdarno); Valdichiana (comuni di Civitella in Val di Chiana, Monte S. Savino, Marciano della Chiana, Lucignano, Foiano della Chiana, Castiglion Fiorentino, Cortona); Valtiberina, corrispondente alla omonima Comunita' Montana (comuni di Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Sestino). 16

17 Nei paragrafi successivi si dara una breve descrizione delle caratteristiche di ogni ambito omogeneo, unitamente alle informazioni che contribuiscono alla definizione degli scenari di rischio individuabile per ciascuno di essi. La descrizione degli scenari sopracitati, in questa sezione del presente documento, corrisponde alla descrizione dei cinque diversi ambiti territoriali all'interno dei quale possono verificarsi le situazioni di emergenza; si rimanda percio al capitolo Rischi per un inquadramento piu dettagliato dei fenomeni naturali ed antropici che costituiscono fonti di pericolo per il territorio provinciale aretino AREZZO La piana di Arezzo comprende tutto il territorio comunale del capoluogo e si estende su un'area di considerevoli dimensioni, compresa approssimativamente tra: - la Val d'arno ed il Casentino, a nord; - la Val Tiberina a nord-est; - l'umbria, per un piccolo tratto, a est; - la Val di Chiana a sud e ad ovest. Il capoluogo occupa la parte centrale collinare, ove e' situato il centro storico, in posizione sopraelevata e dominante, rispetto all'immediato circondario, caratterizzato dalla confluenza della maggior parte delle vie di comunicazione locale della provincia e dalla presenza di un fitto tessuto di attivita' produttive, in particolare verso ovest, in direzione del casello autostradale sulla A1. Nella citta' di Arezzo hanno sede tutte le piu' importanti strutture operative che operano in emergenza. Tra queste ricordiamo i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale dello Stato e la Croce Rossa. Dal punto di vista sanitario vi e' l'importante riferimento dell'ospedale di Arezzo e numerosi sono i plessi scolastici, i centri sportivi e gli spazi aperti entro i quali istituire aree di ammassamento mezzi e risorse, e di ricovero per la popolazione CASENTINO È la valle superiore dell Arno, che nasce dal gruppo del Falterona (m 1658), nel cuore dell Appennino tosco-romagnolo. Delimitato ad Ovest dal massiccio del Pratomagno e ad Est dalla giogaia con l Alpe di Serra e l Alpe di Catenaia, il Casentino si presenta come un ampia conca, spezzata da brevi pianure alluvionali, punteggiata di località di villeggiatura estiva (Badia Prataglia, Chiusi della Verna) ed invernale (La Burraia), antichi castelli feudali (Romena, Porciano, Valenzano), pievi romaniche (Socana, Romena) ed eremi monastici (La Verna, Camaldoli). È ricco di secolari foreste, ma anche di centri in dinamica espansione (Bibbiena, Poppi, Capolona, Soci, ecc.). Dopo un processo di esodo piuttosto marcato, la vallata è oggi in fase di assestamento demografico. L economia, legata in passato alle risorse dell ambiente (legname, lana, cemento), trae impulso soprattutto dalla produzione di prefabbricati edilizi, capi di abbigliamento, carte 17

18 morbide e manufatti metallici. Restano comunque importanti le industrie tessili, i mobilifici, le cementerie e l artigianato del ferro e del legno. Dal punto di vista delle infrastrutture di comunicazione, la viabilita' del Casentino ruota intorno alla SR n. 71 che scorre lungo il corso dell'arno, sempre affiancata dalla ferrovia, fino a Bibbiena, dove lascia il posto alla strada n. 310, per dirigersi verso il passo dei Mandrioli. La presenza di attivita' industriali nel fondovalle, intorno alle principali vie di comunicazione ed in vicinanza dei corsi d'acqua principali, rende omogenee le esigenze dei trasporti e degli spostamenti. In situazioni di emergenza sembra quindi inevitabile fare riferimento alle vie di comunicazione citate, con possibili, anche se spesso assai tortuose, vie alternative lungo la Strada n. 208 tra Bibbiena e la Val Tiberina e lungo il percorso delle altre strade che collegano alla provincia di Firenze ed alla Romagna. Il comune che costituisce il punto di riferimento principale per la gestione delle emergenze di Protezione Civile e' Bibbiena, sede anche della principale struttura di assistenza sanitaria. Gli istituti scolastici e gli impianti sportivi sul fondovalle possono fungere da aree di ammassamento e/o ricovero. Una ulteriore alternativa all'utilizzo delle infrastrutture della valle si ha, almeno per i comuni piu' a sud (Castel Focognano, Chitignano, Talla, Capolona e Subbiano), nella possibilita' di utilizzare le strutture sanitarie, di accoglienza e di soccorso di Arezzo VAL D ARNO La Valdarno Superiore è un ampio catino naturale, chiuso a Nord Est dal massiccio del Pratomagno e delimitato a Sud Ovest dai modesti Monti del Chianti. L Arno vi entra attraverso la «valle dell Inferno», una lunga gola oggi occupata da due bacini artificiali contigui, uscendone alla «stretta dell Incisa». La vallata è divisa fra le Province di Arezzo e di Firenze. La sezione aretina si allarga fino ad includere l ondulato territorio solcato dall Ambra, affluente di sinistra del maggior fiume toscano. La vallata presenta molteplici paesaggi: alpestre e solitario sulle alte pendici del Pratomagno; accidentato da fenomeni di erosione argillosa ai piedi della stessa dorsale; nettamente caratterizzato dall opera dell uomo nella parte centrale, attraversata dalle più grandi vie di comunicazione del Paese (Autostrada del Sole, Direttissima ferroviaria); tipico della collina toscana a sud, verso la Valdambra ed il Senese. Terra di antica industrializzazione, la Valdarno ha un'economia attiva e differenziata, presente nei settori alimentare, tessile, dell abbigliamento, delle calzature, estrattivo, chimico, di trasformazione dei metalli ed elettromeccanico. 18

19 Per quanto riguarda i trasporti, esistono due tipi di movimentazione delle merci e delle persone, entrambi importanti per il territorio della Val d'arno. - Il primo tipo e' costituito dai trasporti locali (stradali e ferroviari) che ruotano intorno alla strada n. 69, la quale collega gli importanti comuni di S. Giovanni Val d'arno e Montevarchi al capoluogo provinciale. Lungo tale strada sono dislocate la maggior parte delle attivita' produttive e dei servizi. - Il secondo tipo e' quello dei trasporti veloci su scala nazionale rappresentati dall'autostrada A1 e dalla linea ferroviaria veloce. Come gia' segnalato nel presente capitolo, la presenza dell'autostrada del Sole costituisce un importante fattore di rischio, anche per il continuo passaggio di merci pericolose. In casi di emergenza, l'unica alternativa all'autostrada sembra essere la strade n. 69, accessibile unicamente dai caselli di Valdarno, Arezzo, a sud ed Incisa, a nord, in provincia di Firenze. Non vi sono aree di servizio nel tratto autostradale considerato. L ospedale di S. Maria alla Gruccia ed il Distaccamento dei Vigili del Fuoco, entrambi a Montevarchi, costituiscono i riferimenti piu' importanti per l'invio dei soccorsi in situazioni di emergenza. Per quanto riguarda le aree e le strutture di ricovero ed ammassamento, vi e' la possibilita' di considerare i numerosi centri sportivi e scolastici dislocati nei vari comuni. L attuale suddivisione nei due COM di Loro Ciuffenna e Montevarchi rispecchia la possibilita' di organizzare i comuni che si trovano lungo la sponda destra del fiume Arno in maniera autonoma, grazie anche alla presenza del collegamento viabilistico diretto col capoluogo provinciale VAL DI CHIANA La Valdichiana è un basso tavolato (che prosegue a sud in territorio senese), delimitato ad Ovest da modesti rilievi collinari e ad Est dallo spartiacque con il Tevere. E' interamente solcata dal Canale Maestro della Chiana, costruito fra Cinquecento e Settecento per bonificare la pianura impaludatasi durante il Medio Evo; un fenomeno che ha profondamente marcato l aspetto urbanistico della vallata, che vede tutti i maggiori centri adagiati sulle alture laterali. Questa situazione priva la Valdichiana aretina di un «centro» riconosciuto, anche se Cortona, integrata con la sottostante Camucia, presenta un carattere decisamente cittadino. L agricoltura e la zootecnia, un tempo fiorenti, stentano a far propri i metodi industriali a causa dell eccessiva polverizzazione delle imprese. L industria, in genere di piccole dimensioni, svolge un ruolo collaterale nei confronti dell attività agricola. Il paesaggio tipico ai lati della collina toscana, con oliveti, vigneti e sparse case mezzadrili assume nella parte centrale le geometrie caratteristiche di una terra di bonifica. La Valdichiana è da sempre un passaggio obbligato delle più importanti vie di comunicazione fra il nord e il sud della penisola. 19

20 Per quanto riguarda i trasporti, esistono tre tipologie di sistemi di movimentazione delle merci e delle persone, entrambi assai importanti per il territorio della valle. - Una tipologia e' quella dei trasporti locali (stradali e ferroviari) che ruotano intorno alla strada n. 71, la quale collega i comuni di Castiglion Fiorentino e Cortona al capoluogo provinciale. A livello locale, vi e' anche il sistema viabilistico che ruota intorno alla strada n. 73, verso la provincia di Siena, insieme alla ferrovia da Arezzo a Sinalunga (SI). - Vi sono poi i trasporti veloci su scala nazionale rappresentati dall'autostrada A1 e dalla linea ferroviaria veloce. Come gia' segnalato nel presente capitolo, la presenza dell'autostrada del Sole costituisce un importante fattore di rischio, anche per il continuo passaggio di merci pericolose. In casi di emergenza vi sono diverse alternative distribuite sulla viabilita' locale, tutte di scarsa utilita', dal momento che convergono sul centro abitato di Arezzo. Le uscite di riferimento sono, in tal caso, quelle di Arezzo, Monte S. Savino e, poco al di fuori del confine provinciale, Val di Chiana. Due aree di servizio sono presenti nel tratto autostradale considerato. - Vi e' anche un sistema viabilistico di importanza interregionale, rappresentato dal gia' percorribile tratto di strada di grande comunicazione E78 e da una parte del raccordo autostradale Perugia-Bettolle, nel tratto compreso approssimativamente tra gli svincoli di Foiano e Castiglione del Lago. La E78 e' una parte della strada tirreno-adriatica, ancora in fase di realizzazione, che attraversera' la provincia di Arezzo in direzione ovest-est; questo tratto attualmente e' utilizzato per alleggerire la viabilita' comunale dei centri attraversati ed interseca l'autostrada del Sole in corrispondenza dell'uscita Monte S. Savino. Per la natura del territorio e della distribuzione degli insediamenti, le attivita' produttive sono abbastanza uniformemente distribuite in tutta la valle, pur con una certa prevalenza nei pressi dei comuni piu' grandi (Monte S. Savino, Cortona e Castiglion Fiorentino) e lungo le vie di comunicazione principali (autostrada A1 e strada n. 71). Il piu' importante servizio sanitario presente nella Val di Chiana e' il complesso ospedaliero sito in località La Fratta, nel Comune di Cortona, dove si trova anche il Distaccamento dei Vigili del Fuoco. Per alcuni comuni piu' a ovest, come Civitella, Monte S. Savino, Marciano e Lucignano potrebbe essere conveniente, in alcuni casi, utilizzare i servizi di soccorso del capoluogo di provincia VAL TIBERINA Parallela al Casentino, è attraversata dal corso superiore del Tevere, che nasce dal monte Fumaiolo (m 1407), pochi chilometri oltre il confine con la Romagna. Geograficamente è chiusa ad Ovest dall Alpe di Catenaia e ad Est dall Alpe della Luna; amministrativamente, invece, supera il crinale per spingersi ben addentro le valli adriatiche del Marecchia e del Foglia. 20

21 La Valtiberina è ricca soprattutto di testimonianze artistiche dell epoca rinascimentale. Il paesaggio, prevalentemente collinare, è contraddistinto dalla presenza di estesi castagneti e di pascoli verdeggianti. L agricoltura è praticata con metodi industriali nella piana fra Anghiari e Sansepolcro che, ricca di industrie, è il centro propulsore dell economia della vallata. I maggiori abitati presentano comunque, anche a causa delle distanze, una loro specifica caratterizzazione. Nelle zone periferiche conservano un forte peso economico le coltivazioni con metodi tradizionali, l allevamento del bestiame e la lavorazione artigianale del legno. Caprese Michelangelo e Badia Tedalda sono due apprezzati centri di villeggiatura estiva. Solcata nel fondovalle dalla superstrada E45 che collega Perugia con Cesena, la Val Tiberina ha il suo centro piu' popoloso ed industrializzato in Sansepolcro, a ridosso della stessa E45, verso il confine regionale con l'umbria. I collegamenti col capoluogo e con le restanti zone della provincia sono piuttosto difficoltosi, data la tortuosita' dei tratti stradali e l'assenza di una linea ferroviaria. E' in fase di costruzione una superstrada che colleghera' Sansepolcro ad Arezzo, andando ad aggiungere un tassello alla strada di grande comunicazione tirreno-adriatica che gia' interessa la provincia, in Val di Chiana. In emergenza, pertanto, gli operatori sanitari di gestione dei soccorsi utilizzabili sono quelle che si trovano a Sansepolcro (Ospedale e Vigili del Fuoco). Aree di ammassamento e ricovero sono istituibili all'interno dei plessi scolastici e dei centri sportivi ed anche, dove la conformazione del territorio lo permette (es.: piana di Anghiari) in ogni spazio aperto disponibile. 21

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