OSSERVAZIONI AL PIANO FAUNISTICO VENATORIO DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA
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1 Consorzio Parco DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE Comuni di: Aicurzio, Basiano, Bellusco, Busnago, Cambiago, Cavenago B.za, Gessate, Masate, Mezzago, Ornago, Sulbiate, Verderio Inf. OSSERVAZIONI AL PIANO FAUNISTICO VENATORIO DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA Novembre 2012
2 Dati descrittivi PLIS Rio Vallone I riferimenti al PLIS Rio Vallone contengono alcuni dati non corretti. Fra i comuni consorziati in provincia di Monza e Brianza sono da escludere Roncello e Cornate d Adda. La superficie complessiva inserita nel parco sulla Provincia di Monza e della Brianza ammonta a 961 ha. Si richiede alla Provincia di Monza e della Brianza settore caccia, di provvedere alla correzione dei dati. Estensione della porzione di TASP da sottoporre a tutela Si rileva che la superficie TASP sottoposta a tutela è del 20.2%, di cui in larga massima trattasi di aree non soggette a caccia in virtù della normative sui parchi naturali ( ha in area a Parco Naturale su ha di tutele varie). Pur concordando che detto limite soddisfa i requisiti di legge, che impongono nei territorio di pianura una quota di area tutela compresa fra il 20 e il 30% della TASP, si rileva la necessità di alzare questo limite verso al porzione superiore della forbice. Nello stesso Rapporto Ambientale presentato in sede di VAS del Piano Faunistico, si rileva che la forte connessione degli obiettivi del PFV con la fruizione del territorio da parte della popolazione che, se ha come scopo principale quello della fruizione venatoria sostenibile, di fatto estende i suoi effetti a tutta la popolazione. Questo elemento è enfatizzato nella provincia di Monza e della Brianza da forte connubio tra la salvaguardia dei sistemi verdi e la fruizione venatoria del territorio, che porta all uso plurimo delle stesse aree e quindi a una sinergia di effetti del loro mantenimento. Ne risulta che la presenza di cacciatori in aree aperte, sovrapposte ad aree in cui le singole Amministrazioni Comunali e la stessa Provincia hanno incentivato la fruizione e l utilizzo plurimo attraverso l istituzione di PLIS, crea delle tensioni fra differenti utilizzatori dello spazio. Senza entrare nel merito delle esigenze faunistiche, non disponendo di idonei dati inventariali sull andamento delle popolazioni e sui prelievi programmati, si evidenzia come la costituzione di aree di tutela per la fauna costituiscano altresì aree di fruizione sicura per tutta una serie di utenti del territorio (scolaresche, famiglie, sportivi, etc.) che ammontano a molto più dei 2300 cacciatori indicati nel PFV. A tutela di questi fruitori, oltre che della fauna selvatica, sarebbe da incrementare la superficie TASP sottoposto a tutela, in cui l attività venatoria diretta sia interdetta, anche per oggettivi fattore di rischio per la pubblica incolumità a fronte di una elevata densità di fruitori del territorio. Si richiede pertanto alla Provincia di Monza e della Brianza settore caccia di attuare una politica di pianificazione faunistica che innalzi la percentuale di TASP sottoposto a tutela, nei veri istituti possibili ma preferibilmente come ZRC e Oasi, ad una percentuale prossima al 30%. Riduzione della Zona Ripopolamento e Cattura di Ornago Si prende atto della drastica riduzione della superficie destinata all ZRC di Ornago, che passa da 960 ha circa a 163 ha circa. Non potendo entrando nel merito della decisione tecnica di riduzione dell area a nord, non essendo a conoscenza dei dati scientifici inerenti le vocazioni faunistiche dell area esclusa per la riproduzione della lepre, non di meno si prende atto che le aree residuali della ZRC di Ornago sono in massima riconducibili a: - Area cintata del Sanatorio di Ornago: area de facto già interdetta alla caccia in quanto sede di un Residenza Socio-Assistita e alcune strutture sanitarie, il tutto già cintato con muri e recinzione metallica. La presenza di attività antropiche diffuse, la residenzialità di molte strutture, il traffico veicolare costante motivato dalla presenza di strutture ad uso pubblico e la copertura boschiva chiusa rendono problematica la riproduzione della lepre; - Allevamento Il Boschetto di Ornago: ampia superficie destinata ad attività ludico-sportive ed agricole, cintata su gran parte del perimetro con recinzione metallica e quindi dove de facto la caccia non viene svolta e dove la presenza della lepre è fortemente disincentivata anche con specifiche pratiche agronomiche, rendendone problematica la riproduzione; - L area delle Foppe di Cavenago B.za: ampia superficie di proprietà comunale in cui la caccia è proibita per Ordinanza Comunale vista l intensa fruizione pubblica. Fruizione che peraltro disturba pesantemente un certo tipo di fauna selvatica; - Area ex discarica di Cavenago di Brianza: area di proprietà del CEM Ambiente SpA, interamente cintata, in cui l accesso al pubblico è interdetto per motivi di sicurezza essendo presenti impianti per la raccolta e la gestione del biogas prodotto dai naturali processi di decomposizione dei rifiuti presenti nel sottosuolo; - Nucleo abitato di Cavenago B.za e alcune abitazioni isolate: superfici in cui non è permessa la caccia e dove appare ovvia la non possibilità di riproduzione di fauna selvatica.
3 Pertanto si rileva che la ZRC di Ornago, così come proposta, non fa altro che sovrapporsi ad aree in cui la caccia è già interdetta per vari motivi e peraltro in aree dove la riproduzione della lepre potrebbe essere fortemente inibita per gli usi che vengono fatti dell area. Mentre sono state sottratte al vincolo di tutela le aree agro-forestali libere, in cui la caccia veniva vietata in funzione esclusivamente della ZRC e dove vi sarebbero le condizioni potenziali migliori per la riproduzione. Si richiede alla Provincia di Monza e della Brianza settore caccia di rivalutare l opportunità di non ridurre la dimensione della ZRC, mantenendo in essere l attuale limite o comunque inserire le aree a maggior naturalità circostanti la zona del Boscone di Ornago. Oasi di protezione della fauna proposta di istituzione della Oasi di Protezione del Rio Vallone Si rileva che le superfici di questo Istituto di protezione sono significativamente incrementate su scala provinciale. Non di meno si rileva che le aree individuare sono tutte nella porzione occidentale della provincia e quasi tutte in un contesto fortemente urbanizzato. Senza voler esprimere valutazioni sull effettiva capacità delle aree candidate a garantire la conservazione della fauna selvatica, con il fine di favorire l insediamento e l irradiamento naturale delle specie stanziali e la sosta delle migratorie, nonché di preservare il flusso delle correnti migratorie, non fosse altro per la limitatezza delle aree su cui irradiarsi, si richiede alla Provincia di Monza e della Brianza settore caccia di valutare l opportunità di istituire un Oasi di Protezione della fauna sul territorio del PLIS del Rio Vallone. Di seguito vengono forniti elementi per meglio valutare la valenza del PLIS Rio Vallone in un disegno di rete ecologica, anche di matrice faunistica, a livello provinciale, interprovinciale e regionale. Dette indicazioni sono da intendersi integrative ai dati riportati nel PFP - Rete ecologica Regionale (RER) Per il territorio della Brianza qui di interesse sono stati individuati alcuni elementi della Rete Ecologica Regionale. Alla maggior parte degli spazi agricoli è riconosciuto un livello significativo di interesse ai fini della rete ecologica e della biodiversità regionale essendo stati classificati come appartenenti ad elementi di secondo livello; tali aree interessano di fatto tutto il territorio del PLIS del Rio Vallone e definiscono tra di loro un sistema fitto di aree di connessione. Al fine di superare la criticità della mancanza di connessione est ovest del sistema la RER individua un corridoio primario che sviluppandosi in buona parte lungo il Rio Vallone viene a collegarsi col corridoio del Lambro attraverso una porzione di PLIS del Molgora; il ruolo strategico dei PLIS appare pertanto del tutto evidente In particolare buona parte del territorio del PLIS Rio Vallone costituisce un tratto di un corridoio primario, mentre buona parte di tutto il territorio del parco e le aree agricole ad esso collegate sono ricomprese in elementi di secondo livello. La RER individua inoltre alcuni varchi da mantenere e da deframmentare. L ambito territoriale inoltre si pone come sistema di collegamento tra aree prioritarie.
4 Il Plis Rio Vallone ed il sistema delle aree protette
5 Il rapporto Ambientale redatto in sede di VAS per il Piano Faunistico evidenzia la sovrapposizione fra il disegno della Rete Ecologica Regionale e gli istituti di tutela previsti dal Piano Faunistico. Si rileva come in realtà, a parte da ZRC di Ornago (pesantemente ridotta) non vi siano altri istituti di tutela sul territorio del Parco e neppure sul resto del vimercatese. Fonte: Rapporto Ambientale - Figura 6.2 Sovrapposizioni tra la RER gli istituti di tutela (Oasi e ZRC) previsti dal nuovo Piano Il P.T.C.P. della Provincia di Monza e della Brianza Il progetto di tutela e valorizzazione del paesaggio (rif. proposta di PTCP della Prov. di Monza-Brianza) sottolinea come Gli spazi liberi, in assenza di logiche di pianificazione unitaria, risultano ulteriormente frammentati dalla presenza delle grandi infrastrutture di mobilità e, con la progressiva scomparsa dell attività agricola, non sono più in grado di costituire paesaggio di contesto alle aree urbane. Solamente interventi di ricostruzione paesaggistica e ambientale, affidati a programmazione concordata tra le amministrazioni locali (PLIS e altre), la realizzazione della rete verde o un adeguato utilizzo delle opere di mitigazione e compensazione delle nuove infrastrutture, appaiono oggi in grado di incidere in modo significativo sui paesaggi esistenti. Il PTCP fra l altro indica tra le maggiori opportunità a riguardo: le ricuciture minute della maglia degli spazi liberi, capaci di attenuare l impatto con l insieme delle barriere infrastrutturali, soggette per altro ad ulteriori potenziamenti; la formazione di corridoi verdi in abbinamento con i grandi itinerari ciclabili, quali l alzaia del Villoresi, la greenway Pedemontana e il sistema della direttrice Valassina, collegata all itinerario del Parco della Valle del Lambro a partire da Monza lungo il fiume; il collegamento lungo il margine di pianura est dal Parco Est delle Cave fino al Parco dei Colli Briantei, attraverso la Cavallera; la formazione di un corridoio fra Molgora e Rio Vallone.
6 Progetto di tutela e valorizzazione del paesaggio (fonte: Proposta di PTCP della provincia Monza- Brianza tav. 6a. Dicembre 2011) Si richiede alla Provincia di Monza e Brianza di valutare l opportunità di istituire un Oasi di Protezione ai sensi dell art. 17 L.R. N. 26/93 sul territorio del PLSI Rio Vallone, alla luce delle valenze ambientali dell area e della funzione di corridoio ecologico che il territorio svolge nell area dell est vimercatese. Appostamenti fissi Si prende atto che non sono state accolte le nostre comunicazioni, e le comunicazioni di alcuni comuni del parco, che segnalavano la pericolosità intrinseca di alcuni appostamenti fissi, posti ad una distanza ridotta rispetto al tracciato della rete sentieristica del Parco e comunque con la linea di fuoco che interseca la direzione di passaggio dei fruitori del Parco. La situazione genera spesso situazioni di pericolo soprattutto nei comuni di Mezzago e Sulbiate. Dalla lettura del Piano sembra possibile un ulteriore incremento della presenza di questi appostamenti fissi. Si richiede alla Provincia di Monza e della Brianza settore caccia di rivalutare l opportunità di chiudere gli appostamenti di caccia presenti nel Parco o, in subordine, di ricollocare gli stessi ad una distanza e su una linea di tiro sicura per i fruitori del parco. Stazioni ornitologiche Si prende atto con favore del sostanziale accoglimento della nostra proposta di istituire presso le aree in gestione al parco in comune di Cavenago di Brianza una stazione ornitologica ai sensi dell art. 10 L.R. 26/93. Si richiede alla Provincia di Monza e Brianza settore caccia, di farsi parte attiva presso i competenti uffici regionali per rendere fattibile la proposta avanzata, gli uffici consortili restano a completa disposizione per quanto di competenza.
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