Consumi alimentari: una famiglia su dieci ha tolto frutta e carne bovina dal carrello

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1 numero 2/13 24 luglio 2013 Consumi alimentari: una famiglia su dieci ha tolto frutta e carne bovina dal carrello Ancora in calo la fiducia dei consumatori nei primi cinque mesi del A rivelarlo è l indagine Istat sull indice di clima relativo al periodo gennaio-maggio 2013 che risulta in flessione di poco più di sei punti (-6,3) sul dato corrispondente dello scorso anno. Anche i dati ufficiali Istat sul commercio al dettaglio confermano il calo di fiducia dei consumatori italiani: il valore corrente delle vendite del commercio fisso al dettaglio, infatti, è diminuito nei primi cinque mesi del 2013 del 2,9% rispetto allo stesso periodo del A calare in misura più consistente sono le vendite di prodotti non alimentari (-3,5%), mentre quelle relative al comparto alimentare registrano una contrazione più lieve (-1,6%). Risentono del calo delle vendite di prodotti alimentari più le imprese operanti su piccole superfici che registrano una flessione del 4% su base annua, mentre quelle della grande distribuzione segnano un -0,8%. In particolare, all interno delle grandi superfici, sono ipermercati e supermercati a risentire della flessione delle vendite alimentari (l indice cala rispettivamente del 2,5% e dell 1,8%); al contrario, l indice relativo al commercio al dettaglio presso discount alimentari registra una crescita pari all 1,3% su base annua. Sulla base delle elaborazioni Ismea dei dati del Panel famiglie Gfk-Eurisko, nei primi cinque mesi del 2013, la spesa agroalimentare delle famiglie italiane è diminuita del 3,5% su base annua, con i volumi di acquisto in calo dell 1,5%. Tre sono le tendenze generali riscontrate che riportano alla strategia di risparmio delle famiglie: l abbandono dell acquisto di alcuni prodotti, soprattutto freschi, l orientamento verso prodotti in promozione o comunque più economici, infine il fenomeno dell accumulo di scorte, soprattutto per i prodotti da dispensa o comunque a media conservazione. Il calo dei volumi è un fenomeno che interessa tutti i segmenti, ad eccezione del lattiero caseario che presenta segno positivo seppure di lieve entità. Flessione generalizzata anche sul fronte della spesa, ad eccezione del segmento del vino che in termini monetari registra una crescita sostenuta solamente dal rincaro dei prezzi medi al consumo, data la forte flessione accusata dai volumi di acquisto. Entrando nel dettaglio dei singoli comparti, tra i derivati dei cereali, prosegue e si intensifica la riduzione della spesa della pasta di semola (-9,6%) motivata da una rilevante flessione della spesa media per famiglia acquirente, mentre le famiglie acquirenti risultano pressoché stazionarie; calano anche i quantitativi complessivi, ma in misura sensibilmente inferiore (-1,4%), riconducendo ad un possibile orientamento dei consumatori verso prodotti in promozione o di prezzo inferiore. Gli unici prodotti del segmento i cui volumi segnano una variazione positiva rispetto ai dati corrispondenti dello stesso periodo del 2012 sono i sostituti del pane (+2,6%), i biscotti frollini (+3,7%) e le fette biscottate (+0,7%). La crescita delle quantità consumate di questi prodotti è dovuta essenzialmente ad un aumento dei quantitativi medi acquistati dalle famiglie: il calo del numero di atti di acquisto nel periodo di riferimento e l aumento degli acquisti medi per atto fanno pensare al fenomeno delle scorte quale strategia di risparmio delle famiglie (fig. 5). I primi piatti pronti a base di cereali segnano dopo tanti mesi di crescita un segno negativo (-1,1%) a causa di un calo dell indice di penetrazione (-4,2%). Procedendo con il segmento della carne e dei derivati, si registra ancora la rilevante flessione dei consumi di carne bovina naturale (-5,1% in volume e -4,4% in valore), da ricondurre ad un abbandono delle famiglie (l indice di penetrazione risulta pari all 89%, rispetto al 93% rilevato nei primi cinque mesi del 2012) e da un orientamento verso altre tipologie di carne e verso altri alimenti proteici (fig. 4). In particolare, le uova, i cui volumi segnano un +1,9% e la spesa un +5,3%, sospinti da una crescita degli acquisti medi per atto (+3,4%). 1

2 Tab 1 - Dinamica degli acquisti domestici nazionali di prodotti agroalimentari - Variazioni e pesi %* Peso % Var. % Gen-Mag Peso % 2013/Gen-Mag Valore Quantità Valore Valore Quantità Valore Derivati dei cereali, di cui: 7,9-0,7-4,7 Ortofrutta, di cui: 21,8-2,2-3,7 Prodotti biscott. e pasticc. 2,2 2,9 2,3 Ortofrutta fresca: 18,7-2,5-3,6 Pasta e gnocchi 2,9-1,8-9,3 - frutta e agrumi 8,2-3,8-4,6 Carne e derivati, di cui: 25,6-2,2-0,3 - ortaggi, legumi e patate 10,5-1,2-2,8 Carne 17,8-2,7-1,1 Ortofrutta trasformata: 3,1 0,4-4,2 Derivati della carne 7,9-0,2 1,5 - frutta e agrumi 0,3-3,0-5,0 Latte e derivati, di cui: 19,1 0,7-3,2 - ortaggi, legumi e patate 2,8 0,6-4,1 Formaggi e latticini 12,5 0,7-1,7 Vini 2,1-7,5 3,0 Latte e altri derivati 6,6 0,7-6,2 Prodotti ittici, di cui: Freschi naturali e preparati 7,3-3,0-12,2 Altre bevande alcoliche e 8,5-0,9-4,7 analcoliche, di cui: 4,3-4,1-16,6 Trasformati 2,6-1,1-4,0 Acque minerali 2,3 0,1-6,3 Altri prodotti alimentari 5,8-1,8-6,7 Var. % Gen-Mag 2013/Gen-Mag 2012 Uova 1,2 1,9 5,3 Totale generi alimentari 89,4-1,6-3,5 Oli e grassi vegetali, di cui: 1,9-4,0-1,0 Tot. bevande alc. e analc. 10,6-1,2-3,2 Olio oliva extravergine confez. 0,9-10,0-11,7 Totale agroalimentare 100,0-1,5-3,5 * Il peso % dei singoli prodotti si riferisce al comparto di appartenenza, quello dei comparti al totale agroalimentare. Fig 1 - Prodotti agroalimentari caratterizzati da un calo dei volumi di acquisto (Var. % gen-mag 2013/gen-mag 2012)* *La percentuale tra parentesi rappresenta il peso dei singoli prodotti sulla spesa riferita all anno 2012 del totale agroalimentare 2

3 Tra le altre carni fresche naturali, crescono in misura più rilevante rispetto alle scorse rilevazioni i volumi della suina (+4,7%) trainati da un aumento degli acquisti medi per famiglia del 6% rispetto al dato corrispondente dei primi cinque mesi del Per quanto riguarda la carne fresca naturale avicola si registra una crescita delle quantità di minore intensità (+0,3%) dovuta ad un aumento dei volumi medi acquistati per atto (+9,3%), mentre gli atti di acquisto diminuiscono (-5,7%), a testimoniare, anche in questo caso, la tendenza dei consumatori ad accumulare scorte. Crescono anche i volumi dell elaborata avicola (+1,8%) motivati da un aumento dell indice di penetrazione che dal 54% dei primi cinque mesi del 2012, passa al 56% del periodo attuale. Dopo la crescita registrata nel 2012, nei primi cinque mesi del 2013 si rileva un calo dei volumi acquistati dei derivati della carne non a Denominazione di Origine (-0,4%) cui corrisponde una lieve crescita della spesa (+0,3%). Il lieve calo dei quantitativi consumati è da ricondurre ad una altrettanto lieve diminuzione delle famiglie acquirenti (-0,4%). Al contrario, aumentano seppur di poco le famiglie orientate verso i derivati della carne a Denominazione di Origine (+0,5%), determinando sostanziale stabilità dei volumi consumati (-0,1%), cui corrisponde una crescita del 3,2% della spesa. Fig 2 - Prodotti agroalimentari caratterizzati da una crescita dei volumi di acquisto (Var. % gen-mag 2013/gen-mag 2012)* *La percentuale tra parentesi rappresenta il peso dei singoli prodotti sulla spesa riferita all anno 2012 del totale agroalimentare All interno del segmento lattiero-caseario si evidenziano solo due segni negativi tra i volumi acquistati, quello del latte fresco e quello dei formaggi duri. La crescita del 4,2% dei quantitativi di latte a lunga conservazione è sostenuta da un aumento delle famiglie acquirenti (+5,3%), orientate probabilmente verso prodotti in offerta, a marchio del distributore o di primo prezzo, visto il corrispondente calo della spesa (-3,1%). Crescono leggermente le quantità di yogurt (+0,3%), mentre cala in maniera consistente la spesa (-10,3%), segno che rimanda alle agguerrite politiche di prezzo effettuate dai vari competitor. Anche latte UHT e yogurt rientrano tra i prodotti per i quali le famiglie italiane fanno scorta, approfittando delle offerte promozionali, visto il calo del numero degli atti di acquisto rispettivamente del 5,8% e del 9,7% e la crescita dei quantitativi medi per atto di acquisto, rispettivamente del 5,1% e del 12,4%. La crescita delle quantità di formaggi e latticini rivela, in realtà, un andamento diversificato delle varie tipologie. Risultano in crescita le quantità acquistate di formaggi freschi che segnano un +1,3% rispetto al periodo corrispondente del 2012, trainati da un +1,1% dell acquisto medio effettuato da ogni famiglia acquirente. Crescono del 3,2% i formaggi semiduri alimentati da una crescita delle famiglie acquirenti (l indice di penetrazione passa dall 83% di gennaio-maggio 2012 all 86% del periodo attuale), che preferiscono questa categoria per la versatilità, trattandosi di prodotti che oltre a poter essere consumati 3

4 come secondo, possono essere utilizzati quale ingrediente aggiuntivo nella preparazione dei pasti. Inoltre, la maggior parte dei prodotti compresi in questa categoria sono di origine estera, con prezzi medi davvero competitivi; pertanto tale fenomeno potrebbe in parte essere ricondotto allo spostamento dei consumatori verso prodotti in offerta o di fascia di prezzo più basso. Pressoché fermi, invece, volumi acquistati di formaggi molli, mentre si registra una lieve contrazione della spesa (-0,6%); infine, i formaggi duri calano meno in volume (-1,5%), più in valore (-2,9%), a causa di un calo dei quantitativi medi acquistati da ogni famiglia acquirente (-2%). Fig 3 - Prodotti agroalimentari con volumi e indice di penetrazione in crescita (Var. % gen-mag 2013/gen-mag 2012)* *La percentuale tra parentesi consiste nell indice di penetrazione relativo al periodo gennaio-maggio 2013, dato dal rapporto tra famiglie acquirenti del prodotto e universo famiglie. Ancora in calo il segmento dell ortofrutta fresca. La flessione dei volumi riguarda più il segmento della frutta e degli agrumi (-3,8%) che quello degli ortaggi, dei legumi e delle patate (-1,2%). Tra la frutta, si segnala il consistente calo dell indice di penetrazione su base annua di mele e pere (rispettivamente -13% e -18%). Al contrario, crescono i volumi consumati di fragole (+8%) mentre la spesa resta per lo più ferma (+0,5%), indicando un livello dei prezzi medi al consumo più basso rispetto al 2012, confermato anche dalle dinamiche dei prezzi all origine e all ingrosso che risultano in calo su base annua a causa di un aumento dei quantitativi raccolti. Cresce anche l acquisto medio per famiglia acquirente del 16,3%, mentre l indice di penetrazione, pari al 66%, risulta in calo del 7%, indicando che coloro che non hanno abbandonato l acquisto di questo prodotto, ne hanno acquistato in media volumi maggiori probabilmente incentivati dai prezzi più bassi. Anche pomodori, patate e insalate IV gamma registrano una flessione dell indice di penetrazione (rispettivamente del 6%, del 4% e del 5%) determinando consistenti cali negli acquisti. Probabilmente i consumatori hanno abbandonato o allentato il consumo di ortofrutta fresca in parte perché disincentivate dalla crescita dei prezzi di tali prodotti dovuta alla scarsità dei raccolti dell annata corrente, in parte perché tali prodotti vengono reputati come non essenziali nella dieta, peraltro soggetti ad elevata deperibilità e possibili fonti di spreco. In lieve aumento gli acquisti di ortofrutta trasformata, in particolare degli ortaggi surgelati che registrano un aumento in quantità del 5%, trainato da una crescita dei quantitativi medi per famiglia (+5%). A questa crescita dei volumi corrisponde una lieve crescita della spesa (+0,6%) che fa pensare alla diffusione di offerte promozionali da parte dei vari competitor o all orientamento dei consumatori verso prodotti di prezzo inferiore. Tra gli altri prodotti appartenenti al segmento dell ortofrutta trasformata, continuano a crescere i 4

5 volumi di confetture e marmellate (+3,7%) spinte da maggiori acquisti medi per famiglia (+3,5%), cui corrisponde lo stesso numero di atti di acquisto, il che riconduce al fenomeno delle scorte, spinto dalla diffusione di prezzi promozionali. Succhi di frutta e conserve di pomodoro registrano flessioni maggiori in valore (rispettivamente -9,5% e -6,4%), che in volume (-3,9% e -1%), riconducendo anche in questo caso ad uno spostamento delle famiglie verso prodotti di primo prezzo o in offerta. Fig 4 Prodotti agroalimentari con volumi e indice di penetrazione in calo (Var. % gen-mag 2013/ gen-mag 2012)* *La percentuale tra parentesi consiste nell indice di penetrazione relativo al periodo gennaio-maggio 2013, dato dal rapporto tra famiglie acquirenti del prodotto e universo famiglie. Calano entrambi gli aggregati del comparto ittico: più quello dei prodotti freschi (-4,1%) che quello dei trasformati (-1,1%) a causa di un calo generalizzato dell indice di penetrazione. Il calo rilevante della spesa dei prodotti freschi (-16,6%), rimanda ad un probabile spostamento di una buona fetta di consumatori verso varietà più economiche. Tra i prodotti trasformati, si segnala il tonno in scatola sott olio che, dopo un 2012 positivo, registra un -2,1% nei volumi di acquisto, spinti da un forte calo delle famiglie acquirenti (-6,6%) probabilmente scoraggiate dall aumento dei prezzi medi, visto che la spesa risulta comunque in crescita ( +1%). Inoltre, si arresta la crescita del segmento del surgelato naturale, che segna un calo del 2,1%, trascinato da una flessione dei quantitativi medi acquistati da ogni famiglia acquirente. L unico segnale positivo è rappresentato dal surgelato preparato che segna un +1,9% in quantità trainato da una crescita degli acquisti medi (+6,6%), sebbene si segnali la scarsa incidenza di questo segmento sul totale ittico. Anche in questo caso, comunque, si segnala l orientamento dei consumatori verso prodotti in offerta, primo prezzo o a marchio del distributore visto il rilevante calo della spesa (-4,1%). Il calo dei volumi consumati di oli e grassi vegetali ha interessato tutti i prodotti appartenenti al comparto, ma ha caratterizzato in particolar modo l olio confezionato, al cui interno l olio extravergine di oliva segna un -10% su base annua, cui corrisponde una variazione negativa più consistente nella spesa (-11,7%). A spingere il calo di volumi consumati è soprattutto il calo di famiglie acquirenti (l indice di penetrazione passa dal 57% registrato nei primi cinque mesi del 2012 al 52% dello stesso periodo del 2013). Tra le bevande, il calo degli acquisti ha riguardato in particolare i vini (-7,5%), a fronte di un aumento della spesa (+3%), dato il rialzo generalizzato dei prezzi medi al consumo. Continuano a calare più intensamente i volumi dei vini comuni (-10,6%) e gli IGP (-9,1%), mentre i DOP registrano solamente un calo dell 1,5%. Si arresta la crescita dei volumi acquistati di acqua minerale, sostanzialmente fermi (+0,1%). Calano anche i 5

6 volumi di bevande gassate del 5,3% motivate da un abbandono da parte delle famiglie acquirenti (l indice di penetrazione passa dall 89% nel periodo gennaio-maggio 2012 all 86% del periodo attuale). Fig 5 Prodotti agroalimentari con acquisto medio in crescita e numero di atti di acquisto in flessione (Var. % gen-mag 2013/gen- mag 2012) *La percentuale tra parentesi consiste nell indice di penetrazione relativo al periodo gennaio-maggio 2013, dato dal rapporto tra famiglie acquirenti del prodotto e universo famiglie. Area Mercati Responsabile di redazione: Francesca Carbonari Redazione a cura di: Maria Nucera f.carbonari@ismea.it 6

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