Archeologia dell architettura: tecniche di acquisizione e comunicazione del dato archeologico

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1 Archeologia dell architettura: tecniche di acquisizione e comunicazione del dato archeologico Dispensa per l insegnamento di Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi Andrea Fiorini lunedì 13 giugno 2005 L espressione archeologia dell architettura fu usata nel 1990 da Tiziano Mannoni, per indicare quella disciplina che impiega metodi archeologici (stratigrafico, tipologico e mensiocronologico) e archeometrici (dendrocronologia, radiocarbonio e termoluminescenza) finalizzati alla conoscenza storica e alla conservazione del patrimonio architettonico di ogni epoca e funzione (cfr. Mannoni 1990, p. 4; Azkarate-Zoreda-Castillo 2002, p. 7) 1. Con i metodi dell archeologia dell architettura, integrati dalle ricerche sulle fonti scritte (es.: atti notarili e registrazioni catastali), iconografiche (es.: raffigurazioni su affreschi e sculture) e orali (per le trasformazioni più recenti) è possibile determinare: 1. la storia costruttiva del manufatto architettonico; 2. le tecniche costruttive utilizzate nel manufatto architettonico. Queste informazioni si possono utilizzare per arricchire le conoscenze su determinati aspetti storici (es.: lo sviluppo di un centro urbano, le tipologie edilizie e la circolazione delle maestranze) oppure per indirizzare gli interventi di restauro o consolidamento dell edificio in esame (fig.1) 2. Fig. 1 Diagramma che illustra gli obiettivi e i passi da attuare per compiere una corretta operazione archeologica sull edilizia (Parenti 2004). 1 Tiziano Mannoni è stato docente di materie archeologiche presso diversi corsi di laurea e di specializzazione delle Università di Genova, Pisa e del Politecnico di Milano. È inoltre fondatore dell ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale) di Genova, membro del NORMAL (Istituto Centrale del Restauro e CNR), direttore del Notiziario di Archeologia Medievale dal 1971 e socio di numerose istituzioni culturali del settore archeologico. 2 Cfr. Parenti 2002, pp

2 Il metodo stratigrafico applicato all elevato, l analisi dei materiali e delle tecniche costruttive La lettura delle evidenze stratigrafiche di un manufatto edile è una metodologia di studio, tipica dell approccio archeologico, di recente acquisizione nel dibattito scientifico. I criteri di applicazione del metodo stratigrafico all analisi del sopravvissuto sono esplicitati nella prima metà degli anni 80 da diversi ricercatori e integrati in quella disciplina che nei primi anni 90 prenderà il nome di Archeologia dell Architettura (cfr. Parenti 2002, p. 73). Aver intuito che un edificio può essere considerato come un megastrato dove si accumulano serie successive di informazioni ha permesso di utilizzare quella base teorica già sperimentata sui depositi orizzontali. Riuscire ad enucleare singole parti costruite in tempi ristretti non permette tuttavia di determinare automaticamente la cronologia assoluta, ma aiuta fortemente a correlare l azione costruttiva ai dati provenienti da altre tipologie di fonti (es.: i documenti scritti, l iconografia, la cartografia e le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali) 3. Per determinare la storia costruttiva di un edificio è necessario, prima di tutto, individuare l esito materiale di ogni singola azione costruttiva omogenea o Unità Stratigrafica (US). Il tipo di unità più frequente è, ovviamente, quella muraria (USM), cioè una struttura caratterizzata da un unica volontà costruttiva, realizzata in massima parte con il medesimo materiale o con gli stessi strumenti, adibita ad una funzione specifica (Parenti 1983, p. 332). Oltre alle Unità Stratigrafiche positive (di volume) esistono poi quelle negative (di superficie) come, ad esempio, il taglio praticato nella muratura per l apertura di una nuova finestra. I danni del complesso architettonico come i crolli (distacchi del paramento murario) e le lesioni causati da difetti di progettazione, fenomeni di invecchiamento o eventi di carattere straordinario (es.: eventi sismici, alluvioni, nubifragi, fulmini) vengono considerati US negative (cfr. Caporale-Gabbrielli-Pais-Parenti 2001, p. 80). Esistono infine le US neutre, cioè superfici che delimitano una apertura, un foro o un vano che possono essere riempite pur non essendo unità negative (fig. 2). La registrazione delle evidenze stratigrafiche operata sulle strutture prevede, come prima fase del lavoro, una completa restituzione di tipo fotografico dei paramenti e delle sezioni murarie 4. Sulle basi fotografiche, usate al posto dei tradizionali grafici realizzati a diretto contatto con la muratura, si riportano i perimetri di US (visibili sul manufatto come una variazione dei caratteri murari o una vera e propria discontinuità fisico-strutturale) e i simboli relativi ai rapporti stratigrafici riconosciuti durante le osservazioni dirette (copre, si appoggia, taglia, riempie e si lega) (fig. 3). Al confine tra due unità stratigrafiche murarie si possono individuare le variazioni dei seguenti caratteri: 1. materiali degli elementi rigidi (litici o laterizi) e delle malte; 2. tecniche di produzione dei materiali da costruzione; 3. dimensioni degli elementi rigidi e dei componenti delle malte; 4. forme e tecniche di esecuzione dei paramenti. La ricerca del perimetro si svolge, pertanto, seguendo la continuità della superficie e, contestualmente, individuando la discontinuità che la delimita (Doglioni 1997, p. 134). Una variazione dei caratteri murari non indica sempre il confine tra due parti di muratura costruite in tempi differenti ma può essere un elemento previsto nella stessa tecnica impiegata oppure può dipendere da una fornitura di materiale eterogeneo (cfr. Mannoni 2004, p. 174). Per questo motivo, la conoscenza delle modalità costruttive impiegate nei diversi periodi storici e nelle varie aree 3 Tra le prime esperienze di registrazione, in apposite schede, dei caratteri costruttivi e di elaborazione della sequenza relativa desunta da osservazioni sui rapporti fisici delle strutture murarie conservate in elevato, si ricordano quelle compiute nell ambito della campagna di scavi del complesso di San Silvestro (Genova) avviata nel 1968 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, sotto la direzione di Tiziano Mannoni (cfr. Mannoni-Poleggi 1974). 4 Attraverso un sistema di restituzione fotogrammetrica monocamera digitale per la restituzione bidimensionale di oggetti piani è possibile ottenere un fotopiano, vale a dire una immagine prospetticamente corretta (capace di rappresentare realisticamente le superfici dell edificio) sulla quale localizzare e segnare i perimetri rintracciati durante le osservazioni dirette. 2

3 culturali può aiutare l analisi stratigrafica. L apprendimento delle tecniche costruttive può avvenire attraverso la lettura di testi specifici, l osservazione diretta dei manufatti e l attività pratica (fig 4) Fotopiano dell apertura US 100 = muratura US 101 = elementi al contorno dell apertura US 102 = superficie dell apertura Superficie dell apertura Fig. 2 Superficie dell apertura Unità Stratigrafica neutra. 5 L attività pratica di costruzione può servire all archeologo per affinare la sua capacità analitica: in genere è possibile identificare, con maggiore precisione e velocità, un fenomeno quando si è in grado di produrlo (es.: un tipo di finitura, un tipo di posa in opera, un accorgimento tecnico nella disposizione delle pietre che garantisce la qualità meccanica della muratura). L attività di costruzione è quindi propedeutica all analisi stratigrafica e utile anche per chiarire le tipologie di tracce lasciate da un cantiere edile nel corso del suo svolgimento e quindi facilitarne il riconoscimento nell ambito delle operazioni di scavo archeologico. 3

4 È opportuno ricordare come la possibilità di realizzare una restituzione fotografica ad altissima definizione dei paramenti murari stia modificando la strategia operativa sul campo rispetto alla più tradizionale redazione del rilievo grafico. Quando sono disponibili infatti foto ad altissima definizione la lettura stratigrafica può avvenire principalmente al monitor (cfr. Parenti 2004) e la necessaria verifica autoptica (a diretto contatto con le murature) si opera soltanto per i punti veramente necessari ovvero per i punti che devono essere analizzati a distanza molto ravvicinata (scelti quando l analisi stratigrafica è già stata realizzata in buona parte) o per effettuare il prelievo di campioni di materiale da sottoporre alle analisi specifiche (cfr. Parenti 2002, p. 79). Fig. 3 Perimetri di unità stratigrafica e simboli relativi ai rapporti fisici tracciati sulla base fotografica (a sinistra l eidotipo stratigrafico eseguito sul campo e a destra l equivalente versione informatica). Affinché la documentazione archeologica possa essere utilizzata per indirizzare gli interventi di restauro o consolidamento dell edificio in esame, è necessario analizzare lo stato di conservazione delle strutture murarie operando la registrazione grafica dei perimetri delle lesioni, degli spanciamenti e dei crolli (distacchi del paramento) 6. I rilievi stratigrafici realizzati sul campo si rivedono e correggono in laboratorio durante la loro redazione in forma digitale. Il modello schematico della struttura architettonica con resa fotografica della superficie muraria e sovrapposizione dei perimetri di US può rendere più efficace la comunicazione dei risultati dell analisi. Sfruttando i punti per il raddrizzamento delle prese fotografiche si possono appoggiare sulle superfici del modello architettonico i rilievi stratigrafici e i due fotomosaici relativi al paramento esterno ed interno della struttura muraria (fig. 5). Per ordinare in una sequenza relativa ogni singolo evento costruttivo in successione, dal più antico al più recente, si utilizzano i significati temporali (anteriorità, posteriorità, contemporaneità) espressi dai rapporti stratigrafici che intercorrono tra le singole US (copre, si appoggia, taglia, riempie e si lega). Contestualmente alla registrazione sulla foto dei perimetri di ciascuna unità si procede pertanto alla registrazione, in apposite schede di Archiviazione Veloce (SAV) leggermente modificate e completate dei campi relativi all interpretazione dei reciproci rapporti di cronologia relativa (fig. 6) 7. 6 I perimetri delle lesioni e delle aree di crollo vengono caratterizzati con un colore diverso rispetto ai contorni delle Unità Stratigrafiche murarie (cfr. fig. 3). 7 Si desidera ringraziare il Roberto Parenti per aver suggerito le modifiche apportate alla Scheda di Archiviazione Veloce (SAV). La scheda originale compare in Brogiolo 1988, p

5 Fig. 4 Attività pratica di costruzione di strutture murarie (12, 13 e 16 maggio 2005). 5

6 Fig. 5 Chiesa di S. Nicolò (Ravenna) Eidotipo stratigrafico del paramento interno. Fig. 6 Scheda di Archiviazione Veloce (SAV). All analisi stratigrafica segue quella delle tecniche murarie. Questa analisi ha come obiettivo: la determinazione dei componenti della muratura; l individuazione delle tecniche di trasformazione dei materiali dalla fonte di approvvigionamento alla lavorazione a pié d opera; le modalità della posa in opera. In apposite schede si registrano pertanto le informazioni sul materiale da costruzione, la sua posa in opera, la sua lavorazione e finitura, il tipo di legante, lo spessore dei giunti verticali e orizzontali e le caratteristiche dei nuclei interni delle murature 8. Lo studio di questi caratteri permette, da un lato, di effettuare confronti fra le varie parti (US) dell edificio e, dall altro, di determinare il periodo di costruzione delle tecniche murarie attraverso il confronto con 8 La classificazione degli apparati murari si basa, in linea di massima, sui parametri presentati per la prima volta a Bressanone nel 1987 (cfr. Parenti 1987). 6

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