Il mondo sta cambiando. Cambia il clima, cambia la velocità con I CAMBIAMENTI CLIMATICI METTONO A RISCHIO LA SALUTE DELL UMANITÀ SILVÆ

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1 I CAMBIAMENTI CLIMATICI METTONO A RISCHIO LA SALUTE DELL UMANITÀ di Cristiana Pulcinelli * Le malattie infettive tornano a preoccupare le autorità sanitarie del mondo. Nuovi virus emergono, mentre microorganismi che sembravano sconfitti sono di nuovo una minaccia. Un rapporto del 2003 dell Institute of Medicine dell Accademia Nazionale delle Scienze statunitense individua le cause di questo fenomeno: l impatto delle attività dell uomo sugli ecosistemi, la velocità di spostamento e, soprattutto, il cambiamento del clima. Un esempio: la dengue, una malattia virale trasmessa da zanzare mortale nel 5% dei casi. Il numero delle infezioni di dengue è cresciuto enormemente negli ultimi anni grazie al fatto che il virus e la zanzara che lo trasmette hanno espanso l area geografica in cui sopravvivono proprio a causa dell aumento delle temperature medie. Infectious diseases worry medical authorities all over the world once again. New viruses appear while apparently defeated micro-organisms represent a threat once again. A 2003 Report of the Institute of Medicine of the UN National Academy of Science identifies the causes of this phenomenon: the impact of man s activity on ecosystems, movement speed, and above all, climate change. Let s give an example: dengue fever, a viral disease transmitted by mosquitoes causes death in 5% of cases. Dengue fever diseases have enormously increased in number in these last years as the virus and the mosquito transmitting it have enlarged the geographical area of in which they survive given the increase in average temperatures. Il mondo sta cambiando. Cambia il clima, cambia la velocità con cui ci spostiamo da un luogo all altro del pianeta. Cambia l impatto che le nostre attività hanno sull ambiente che ci circonda. * Giornalista scientifica SILVÆ 125

2 C è chi dice che tutti questi mutamenti creino le condizioni per una tempesta microbica perfetta. E che dovremmo prepararci perché una pandemia, ovvero un epidemia in grado di colpire una grossa fetta della popolazione mondiale, potrebbe ben presto falciare parecchi milioni di vite umane. A dirlo non sono i soliti catastrofisti, ma l Institute of Medicine dell Accademia Nazionale delle Scienze statunitense che nel 2003 ha steso un rapporto sulla minaccia delle malattie infettive per la salute dell umanità. Una minaccia nuova e antica allo stesso tempo. Tra gli anni Sessanta e gli Ottanta del secolo scorso, il mondo occidentale pensava di aver sconfitto le malattie infettive. Aveva buoni motivi per farlo: le migliorate condizioni igieniche, la scoperta degli antibiotici, la diffusione dei vaccini avevano ridotto drasticamente la mortalità per patologie come il colera, la polmonite, il vaiolo. Tuttavia, le malattie infettive non erano state sconfitte. Anzi, si stavano preparando per attaccare di nuovo. Oggi delle 57 milioni di morti che ogni anno avvengono nel mondo, circa 15 sono causate da malattie infettive: oltre il 25%. Oltre che con le patologie vecchie che non ci hanno mai del tutto abbandonato, l umanità deve fare i conti anche con malattie nuove o apparentemente tali: le infezioni emergenti o riemergenti. Tra la fine del XX secolo e l inizio del XXI, abbiamo avuto oltre 30 malattie emergenti o riemergenti, ovvero malattie che sono apparse in alcune aree del mondo dove erano completamente sconosciute o che sono tornate dopo un periodo in cui sembravano non esserci più. Qualche esempio? L Aids, la Sars, Ebola sono malattie completamente nuove per l umanità. La tubercolosi e la dengue sono invece malattie che stanno allargando l area in cui colpiscono, in alcuni casi raggiungendo di nuovo zone dove sembravano sparite. Come emergono queste nuove malattie, e perché? Tra i fattori che determinano l emergere di nuove malattie infettive, il più importante è forse l evoluzione dei microbi. I microrganismi patogeni mutano rapidamente. Queste mutazioni possono ad esempio consentire loro di adattarsi a nuove specie. È quello che è successo, ad esempio, con l Aids: un retrovirus dei primati è diventato capace di infettare cellule umane e ha dato vita all Hiv. Ed è quello che potrebbe ac- 126 SILVÆ

3 cadere con il virus dell influenza aviaria. Oppure, le mutazioni possono far emergere ceppi nuovi di virus che già circolano fra gli esseri umani, come avviene per l influenza stagionale. In alcuni casi, l uomo può contribuire a selezionare alcuni ceppi mutanti: è quello che è successo con gli antibiotici. L uso improprio di questi farmaci negli ultimi 50 anni ha selezionato ceppi batterici in grado di resistere alla loro azione. Un altro fattore determinante è la modificazione della suscettibilità umana alle infezioni. Non solo i microbi, anche gli esseri umani evolvono e possono diventare geneticamente meno suscettibili ad alcune infezioni. Un esempio è quello delle patologie portate dai conquistadores nel Nuovo Mondo. Le popolazioni tra le quali alcune malattie infettive sono presenti da lungo tempo, come appunto era il vaiolo per gli europei, sono coevolute con i microrganismi patogeni: questo vuol dire che nel tempo si sono selezionati gli individui con ridotta suscettibilità a quei microrganismi. Di contro, popolazioni completamente vergini ad alcune infezioni presentano una suscettibilità molto maggiore agli agenti patogeni che possono quindi diffondersi molto più rapidamente e spesso con conseguenze molto più drammatiche. Oggi nel mondo la causa maggiore di suscettibilità alle malattie infettive è la malnutrizione che crea un abbassamento delle difese immunitarie negli individui. La modificazione degli ecosistemi è un terzo elemento di preoccupazione. Ogni modificazione ecologica può riflettersi sulla possibilità dei microrganismi di riprodursi e di colonizzare nuovi ospiti. I microrganismi sono in grado di evolversi per adattarsi alle mutate condizioni ambientali, ma la loro evoluzione può tradursi anche nell acquisizione di nuove capacità patogene. Questo vale soprattutto per quelle malattie trasmesse da un vettore animale. Ad esempio la dengue è attualmente presente principalmente in una fascia tropicale compresa tra il 30 parallelo nord ed il 20 parallelo sud, dove la sua diffusione è aumentata negli ultimi anni. Un innalzamento delle temperature medie potrebbe estendere ulteriormente verso nord e verso sud le aree interessate da questa malattia in quanto il vettore del virus della dengue potrebbe riprodursi anche in aree nelle quali oggi il suo ciclo riproduttivo è impedito dalle basse temperature invernali. Ma anche le modificazioni dovute in modo specifico all uomo sono SILVÆ 127

4 da temere. Ad esempio, la deforestazione o la costruzione di dighe possono modificare il territorio e quindi favorire la diffusione delle infezioni. Un esempio? La febbre emorragica venezuelana. La trasformazione di vaste aree di foresta in terreno agricolo ha infatti favorito la crescita della popolazione di roditori che rappresentano il serbatoio dell infezione, e ne ha favorito il contatto con la specie umana. Anche la crescita demografica può rappresentare un fattore importante nella nascita di nuove malattie infettive: l urbanizzazione, ad esempio, favorisce il contagio anche perché spesso i servizi igienici non sono adeguati al numero degli abitanti. E così le moderne tecniche d allevamento, come dimostra il caso della cosiddetta mucca pazza. E poi ci sono i viaggi che oggi favoriscono enormemente una diffusione rapida del contagio e le guerre, la povertà e la mancanza di strutture sanitarie: tutti elementi che possono essere decisivi nel far partire una pandemia. Per non parlare della mancanza di volontà politica di combattere questa minaccia e del bioterrorismo. Uno dei motivi di maggiore preoccupazione, anche per quello che riguarda la diffusione di malattie infettive, è il cambiamento del clima. L International Panel on Climate Change (Ipcc), un organismo dell Onu istituito nel 1988, riunisce varie centinaia di scienziati di tutto il mondo che studiano le cause, le dinamiche e i possibili impatti di questo fenomeno. Nel suo quarto rapporto, uscito a febbraio 2007, l Ipcc stima che finora il pianeta si sia riscaldato di 0,7 gradi centigradi e prevede un rialzo termico a livello mondiale di circa 3 gradi centigradi nel corso del ventunesimo secolo. Questo innalzamento delle temperature avrà un impatto anche sulla nostra salute. Anzi, lo sta già avendo: l Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che gli effetti dei cambiamenti climatici prodotti dalla metà degli anni Settanta alla fine degli anni Novanta abbiano causato 150mila morti nel solo 2000 e quindi, per deduzione, un numero analogo ogni anno. Oltre ai colpi di calore e alle conseguenze di inondazioni e alluvioni, il clima può avere un effetto sulla nostra salute anche attraverso alcune malattie infettive. In particolare quelle trasmesse da un animale-vettore. In questo caso, perché avvenga l infezione, c è bisogno di quattro elementi: l agente infettivo (virus, batterio, ecc.), l animale che lo trasmette 128 SILVÆ

5 (chiamato vettore), l animale nel quale vive normalmente il microrganismo (chiamato serbatoio) e l uomo. Ognuno di questi elementi però ha un ambiente ottimale dove crescere, riprodursi e spostarsi. Se la temperatura, l umidità, le precipitazioni di un ambiente diventano favorevoli alla riproduzione, alla vita e all alimentazione dell agente infettivo o dell animale che lo ospita o di quello che lo trasmette, è possibile che la malattia si espanda in quell ambiente. Due esempi. Il primo riguarda la dengue. La dengue è una malattia virale trasmessa da zanzare i cui sintomi sono febbre, mal di testa, dolori ai muscoli e alle ossa. Nel 5% dei casi è mortale. Il numero delle infezioni di dengue è cresciuto enormemente in tutto il mondo negli ultimi anni. Basti pensare che nel 1970 solo 9 Paesi avevano sperimentato epidemie di questa malattia, mentre oggi la dengue è endemica (ovvero è costantemente presente) in oltre 100 Paesi sparsi tra Africa, America, Mediterraneo orientale, Sudest asiatico e Pacifico occidentale. Si ritiene che questa esplosione sia dovuta al fatto che sia il virus che la zanzara che lo trasmette abbiano espanso enormemente l area geografica in cui sopravvivono grazie proprio all aumento delle temperature medie. Qualcosa di simile sta avvenendo con la malaria che sta espandendo il suo territorio ad altitudini e latitudini dove non era mai stata un problema. Il secondo esempio riguarda in modo specifico l Italia. Si tratta del focolaio epidemico di Chikungunya che è scoppiato in Emilia Romagna: 197 casi sospetti e 166 confermati dall inizio di luglio 2007 a settembre. Chikungunya è un virus che viene trasmesso da alcune zanzare, tra cui Aedes albopictus, la famigerata zanzara tigre. Fino ad oggi, il virus aveva scatenato epidemie in Asia, in Africa e in alcuni Paesi dell Oceano Indiano. Mai si erano registrati focolai autoctoni in un Paese occidentale. Cosa è successo? La ricostruzione fatta dagli epidemiologi fa ritenere che un signore infettato dal virus, giunto dall India in questo angolo della Romagna, sia stato punto da una zanzara tigre che poi ha punto qualche altra persona iniettandogli il virus. La prima cosa da sottolineare è che anche la zanzara tigre, come Chikungunya, non è originaria del nostro paese. Importata dall Asia in Europa probabilmente attraverso il commercio di copertoni usati, la SILVÆ 129

6 zanzara tigre è arrivata in Italia nel Ma si è trovata così bene che si è diffusa rapidamente in tutta la penisola. A sua volta, il virus che viene dall Asia potrebbe trovarsi bene nelle mutate condizioni climatiche del nostro paese e qui rimanere. Non sarebbe la prima volta che avviene. Il West Nile virus (un altro virus trasmesso da zanzare), ad esempio, nel 1999 arrivò dall Africa a New York colpendo 59 persone. Nel 2002 ne aveva colpite oltre duemila in quasi tutti gli Stati dell Unione. Bibliografia PULCINELLI, C. (2007) - Globalizzazione e cambiamenti climatici. Il ritorno delle malattie infettive, Franco Muzzio editore. 130 SILVÆ

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