Relatore Ercole Malerba

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1 Relatore Ercole Malerba

2 COUNSELING ETIMOLOGIA DEL TERMINE IL TERMINE COUNSELING (O ANCHE COUSELLING SECONDO L INGLESE BRITANNICO )PUO ASSUMERE DIVERSI SIGNIFICATI NELLA LETTERATURA ITALIANA MA TUTTI AFFINI TRA DI LORO. DAL LATINO CONSULO -CONSOLARE -CONFORTARE -CONSIGLIARE -VENIRE IN AIUTO -OFFRIRE CONSULENZA

3 COUNSELING IN AMBITO INFERMIERISTICO: DEFINIZIONE UNA PARTICOLARE FORMA DI RELAZIONE D AIUTO,BASATA SULL ASCOLTO ATTIVO E SULLA COMUNICAZIONE NON DIRETTIVA. UN INSIEME DI TECNICHE,ATTEGGIAMENTI E STRATEGIE CHE AIUTANO LA PERSONA A GESTIRE I PROBLEMI UTILIZZANDO LE PROPRIE RISORSE. UN METODO DI LAVORO CHE UTILIZZA SENTIMENTI EMOZIONI E CONFLITTI PER PROPORRE UN CAMBIAMENTO

4 FINALITA DEL COUNSELING INFERMIERISTICO INCREMENTARE NELLA PERSONA L AUTONOMIA DI PENSIERO E D AZIONE,AI FINI DI RENDERLA PIU SODDISFATTA E CAPACE DI CONDURRE UNA VITA SERENA E SOCIALMENTE INTEGRATA. SECONDO L OMS, IL COUNSELING,VA OFFERTO A TUTTE LE PERSONE IN DIFFICOLTA MA SOPRATTUTTO ALLE PERSONE AFFETTE DA NEOPLASIE O MALATTIE CRONICHE INVALIDANTI,INCORAGGIANDO LA PERSONA,IN PARTICOLARI MOMENTI DI CRISI A CAMBIARE STILI DI VITA PROPONENDO AZIONI E COMPORTAMENTI REALISTICI.

5 CENNI STORICI INIZI 1900 :TERMINE UTILIZZATO NEGLI STATI UNITI X LA RICOLLOCAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO PER I SOLDATI TORNATI DALLA GUERRA. IN ITALIA (LONTANO DALL ATTUALE SIGNIFICATO)SI INIZIAVA AD UTILIZZARE NELLE PRIME SCUOLE PER ASSISTENTI SOCIALI. 1952: HILDEGARD PEPLAU AFFERMAVA CHE L INFERMIERE DEVE ESSERE IN GRADO DI CAPIRE IL PROPRIO COMPORTAMENTO PER AIUTARE GLI ALTRI AD IDENTIFICARE I PROPRI BISOGNI. DAL 1990: VIENE UTILIZZATO NEI CORSI DI FORMAZIONE ORGANIZZATI DA SCUOLE DI PSICOTERAPIA PER L ORIENTAMENTO DELLA PROFESSIONE.

6 FONDATORE DEL CONSELING NEL SIGNIFICATO ATTUALE CARL ROGERS:PSICOLOGO STATUNITENSE ( ) CHE EBBE LA BRILLANTE INTUIZIONE FONDANDO LA TERAPIA COSIDDETTA «NON DIRETTIVA». SECONDO ROGERS :SE UNA PERSONA SI TROVA IN DIFFICOLTA,IL MODO MIGLIORE DI VENIRLE IN AIUTO NON E QUELLO DI DIRLE COSA FARE,MA AIUTARLA A COMPRENDERE LA SUA SITUAZIONE E A GESTIRE IL PROBLEMA CON CONSAPEVOLEZZA.

7 IL COUNSELING E NON E UN INTERVENTO PROFESSIONALE. COLLOCATO ALL INTERNO DEGLI ABITUALI INTERVENTI DEL PROFESSIONISTA. BASATO SU COMPETENZE COMUNICATIVE E RELAZIONALI ELEVATE. UN INTERVENTO CHE RICHIEDE UNA FORMAZIONE ADEGUATA. UN INTERVENTO SPONTANEO. UN INTERVENTO CHE RICHIEDE DEL TEMPO IN PIU. UN INTERVENTO PSICOLOGICO. UN INTERVENTO BASATO SUL BUON SENSO O SULLA BUONA VOLONTA.

8 COUNSELING E PSICOTERAPIA INFERMIERE SI OCCUPA DI UN PROBLEMA ALLA VOLTA. STA CON IL PAZIENTE E CON I SUOI FAMILIARI : «QUI ED ORA».NELLA SITUAZIONE CONCRETA E ATTUALE DI DIFFICOLTA E DI DISAGIO. NON RICONNETTE FILI SPEZZATI. PSICOTERAPEUTA ENTRA IN DINAMICHE REMOTE,INCONSCE E REGRESSIVE. STA CON IL PAZIENTE LA E ALLORA. RICONNETTE FILI SPEZZATI.

9 COUNSELING E PSICORERAPIA MOLTE DIFFERENZE POCHE SIMILITUDINI A DIFFERENZA DELLA PSICOTERAPIA IL PAZIENTE DEL COUNSELING INFERMIERISTICO NON HA BISOGNO DI ESSERE CURATO,NE AIUTATO A SUPERARE UNA SOFFERENZA PSICOLOGICA,MA IL PZ SI AVVALE DELLE COMPETENZE DELL OPERATORE COME SUSSIDIO DELLE CAPACITA CHE GIA POSSIEDE NEI MODI E NEI TEMPI CHE GLI SONO PIU CONSONI. ENTRAMBI CONDIVIDONO IL PRINCIPIO DEL COUNSELING DOVE L ESPERTO E IL PZ.

10 COSA OCCORRE PER FARE COUNSELING INFERMIERISTICO COMPETENZE-CONOSCENZE-RISORSE PERSONALI -SAPERE ACQUISIRE CONOSCENZE TEORICHE E TECNICHE PROFESSIONALI ( FORMAZIONE ) -SAPER ESSERE CONDIZIONI DI BASE. -SAPER FARE ABILITA DI BASE( TONO DELLA VOCE,POSTURA,CONTATTO VISIVO,ASCOLTO).

11 PRATICA DEL COUNSELING ATTRAVERSO LA FORMAZIONE : SAPERE -CAMBIAMENTO CULTURALE( DALL ERRORE INDIVIDUALE AD ORGANIZZAZIONE CHE APPRENDE DAGLI ERRORI) -COMPETENZA (CONOSCENZA,ABILITA,ATTEGGIAMENTI PER GESTIRE LA SICUREZZA A TUTTI I LIVELLI DELL ORGANIZZAZIONE). -MODIFICA DEI COMPORTAMENTI E DEI PROCESSI DECISIONALI INDIVIDUALI.

12 COME SI FA FORMAZIONE I PIU FREQUENTI METODI E STRUMENTI PER UNA COMUNICAZIONE FORMATIVA E ORGANIZZATIVA COMPRENDONO: RIUNIONI PERIODICHE. DOCUMENTI CONTENENTI LINEE GUIDA E PROCEDURE CIRCOLARI,VERBALI,DIARI CON PROMENORIA.

13 COUNSELING INFERMIERISTICO : SAPERE ESSERE EMPATICI AUTENTICI RISPETTOSI CREATIVI PAZIENTI DISPONIBILI

14 COUNSELING INFERMIERISTICO: SAPER FARE CAPACITA DI : PRATICARE L ASCOLTO ATTIVO DI RIFLETTERE EMOZIONI E CONTENUTI. DI FORNIRE CHIAREZZA PROGRESSIVA. RIMANERE CENTRATO SUL PAZIENTE. NON FORNIRE SOLUZIONI,CONSIGLI INTERPRETAZIONI E RISPOSTE CONSOLATORIE,SENZA VALUTARE ED INVESTIGARE.

15 L ASCOLTO ATTIVO COSTITUISCE UN ABILITA CHIAVE NELLA GESTIONE DEL COUNSELING POICHE SE NON SI ASCOLTA NON SI COMPRENDE. TUTTAVIA E NECESSARIO PRECISARE CHE L ASCOLTO ATTIVO NON HA COME OBIETTIVO LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA MA HA COME SCOPO IMPLICITO: TI ASCOLTO PERCHE TU POSSA, SE VUOI DIVIDERE CON ME LA TUA FATICA DI STARE NEL PROBLEMA.

16 LE FASI DEL COUNSELING COME SI E SOTTOLINEATO IL CAUSELING E UNA PARTICOLARE FORMA DI RELAZIONE D AIUTO,IN CUI L OPERATORE UTILIZZA L ASCOLTO ATTIVO MA ANCHE IL COLLOQUIO STRUTTURATO PER ENTRARE IN RELAZIONE CON LA PERSONA ASSISTITA. FASI 1) COMPRENSIONE DEL PROBLEMA. 2) ESPLORAZIONE DEL PROBLEMA. 3) GESTIONE DEL PROBLEMA.

17 FASE N 1 LA COMPRENSIONE DEL PROBLEMA COSTITUIESCE IL MOMENTO DELL ACCOGLIENZA ED E QUELLA DELLA COSTRUZIONE DELL ALLEANZA TERAPEUTICA. NON SIGNIFICA INTERPRETARE IL PROBLEMA MA CHIARIRE PER IL PAZIENTE PER IL PASSAGGIO DAL SENTITO AL CAPITO. E UTILE PER L INFERMIERE SAPER ASCOLTARE,COMPRENDERE SENZA ATTRIBUIRE CONSIDERAZIONI PERSONALI.

18 FASE N 2 ESPLORAZIONE DEL PROBLEMA PERMETTE DI RIDEFINIRE E CHIARIFICARE IL PROBLEMA.COMPITO DELL OPERATORE E SOLLECITARE E STIMOLARE IL PAZIENTE ALLA PRESA DI COSCIENZA DEL PROBLEMA VERO E PROPRIO ED ENTRARE PER CUI NELLA DIMENSIONE DELLE ASPETTATIVE DEL PAZIENTE. LA DOMANDA E COSA VUOLE OTTENERE.

19 FASE N 3 LA GESTIONE DEL PROBLEMA HA COME FINALITA L ATTIVAZIONE DELLE RISORSE INTERNE DEL PAZIENTE CHE AGISCE QUESTA VOLTA CON CONSAPEVOLEZZA. METTERE IL PAZIENTE NELLE CONDIZIONI DI FARSI CARICO DEL PROBLEMA E DI FAVORIRLO NELLE VALUTAZIONI E DELLE STRATEGIE PER FRONTEGGIALRO. L INFERNIERE UTILIZZA LA RIFORMULAZIONE PER RIOFFRIRE ALLA PERSONA LA POSSIBILITA DI RIASSUMERE IL TUTTO E OTTENENDONE L APPROVAZIONE.

20 OBIETTIVO DELLA RIFORMULAZIONE CONOSCERE MEGLIO IL PROBLEMA. RIPRISTINARE LA CAPACITA DI RIFLESSIONE. ALLONTANARE IL PAZIENTE DA UNA SITUAZIONE DI SOLITUDINE. SVILUPPARE NELLA PERSONA UN MAGGIORE SENSO DI RESPONSABILITA,VERSO SE STESSO E LE SUE SCELTE.

21 I VANTAGGI DELLA RIFORMULAZIONE PER IL PAZIENTE : E SICURO DI ESSERE STATO DAVVERO ASCOLTATO E COMPRESO. PER L INFERMIERE : E CERTO DI AVER ASCOLTATO E COMPRESO, SENZA AVER INTRODOTTO NULLA DI STRANO AL RACCONTO.

22 CONCLUSIONI L EDUCAZIONE TERAPEUTICA NELL AMBITO DEL COUNSELING INFERMIERISTICO E UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO SISTEMICO E CENTRATO SUL PAZIENTE. L AZIONE DELL INFERMIERE NON E SOLO INDIVIDUARE «CIO CHE MANCA AL PZ»,MA ANCHE IDENTIFICARE LE POTENZIALITA INESPRESSE DELLA PERSONA( RISORSE E PUNTI DI FORZA). I «RISULTATI DI SALUTE» NON DIPENDONO SOLO DALLA QUALITA TECNICA DELLA PRESTAZIONE MA TROVANO RADICI PIU PROFONDE NELLA RESPONSABILIZZAZIONE DEI SOGGETTI COINVOLTI ATTRAVERSO IL COUNSELING.

23 LE MIE CONCLUSIONI OGNUNO DI NOI, NON E SOLO RESPONSABILE DELLA PROPRIA VITA MA ANCHE DELLE COMUNITA IN CUI VIVE. E BENE DONARE SE VI VIENE CHIESTO, MA E MEGLIO COMPRENDERE E DARE SENZA CHE VI SIA CHIESTO; QUESTA LEGGE NATURALE,NON COMPARE IN NESSUN ART. O ALLEGATO COSTITUZIONALE MA E, E RESTERA LA PIU IMPORTANTE LEGGE CREATA NELLA STORIA DELL UMANITA.LA LEGGE DI DIO.. GRAZIE

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